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capitansomaro

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capitansomaro

E' un po' che ci penso. alla fine mi sono deciso e scrivo perchè se aspetto di dare una forma e una struttura che mi piaccia, non scrivo mai e mi perdo la possibilità di un confronto con chi vorrà criticare, aggiungere, ampliare etc.

sono venti anni e più che, prima per passione, poi per studio e infine per lavoro, mi occupo di schemi mentali e di linguaggio, tanto che se ora scrivessi un'introduzione, con la pretesa di renderla snella e sintetica, scriverei già oltre le esigenze di tempo e di spazio di chi legge un messaggio in un forum, col rischio concreto di salire in piedi sulla cattedra e, col dito indice puntato, iniziare a pontificare....preferisco davvero destrutturare, con la speranza che saltino fuori simpatici e scoppiettanti confronti... anche perchè preferisco stare dalla parte di quelli che tirano il cancellino.

Ad ogni modo, due parole due.

mi ricordo di aver letto qualcosa tipo: "La cosa sorprendente del linguaggio e della nostra capacità di comunicare non è quanto bene possiamo comunicare i nostri pensieri. La cosa sorprendente è che ci si possa capire! Vi sono talmente tante possibilità per le incomprensioni e le interpretazioni errate che è una meraviglia che si possa parlare per ore di idee astratte credendo di essersi capiti"

....quanto sento vera questa cosa.

Lo studio del linguaggio e l'applicazione di alcuni schemi è sia una scienza che un'arte. Si tratta di una scienza in quanto gran parte di essa può essere suddivisa in componenti di base per poi riassemblarle, per creare risultati verificabili e replicabili; è un'arte perché ci sono incontrollabili variabili umane che non possono sempre essere previste, ma che possono essere gestite considerata l'esperienza e la creatività di chi applica gli schemi.

nelle persone che parlando sanno trascinare, alcuni pensano che esista una specie di stregoneria e per molti versi sono d'accordo. Ma poi, guardando a se stessi e agli "stregoni" con occhio analitico, da una parte si capisce il motivo della sorpresa e dall'altra si inizia a padroneggiare prima la scienza e poi l'arte.

Concludo dicendo che per capire bisogna "giocare" con curiosità. La metafora, ma neanche tanto, che mi viene in mente è il gioco dei bambini in cui uno nasconde un oggetto e le uniche parole che ci guidano sono caldo, più caldo, freddo, più freddo, acqua, oceano, fuoco e inferno, a seconda della vicinanza o lontananza dall’oggetto nascosto. gli schemi del linguaggio diventano efficaci se giocati allo stesso modo. Chi l’applica deve fare attenzione alle risposte dell’altro! Da quell’informazione, si capisce se si diventa più freddi o più caldi. la differenza è nel grado dei sottili cambiamenti che si osserveranno. Per molti, tali sottili cambiamenti non vengono mai osservati con la dovuta attenzione, ma la verità è che quelle piccole informazioni fanno la differenza nel capire, nel reagire appropriatamente e nell’ottenere quel che si vuole. L’abilità di notare le reazioni è essenziale per essere efficaci.

...vabbè...vediamo che succede

Modificato da capitansomaro
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paperoga

E' un po' che ci penso. alla fine mi sono deciso e scrivo perchè se aspetto di dare una forma e una struttura che mi piaccia, non scrivo mai e mi perdo la possibilità di un confronto con chi vorrà criticare, aggiungere, ampliare etc.

sono venti anni e più che, prima per passione, poi per studio e infine per lavoro, mi occupo di schemi mentali e di linguaggio, tanto che se ora scrivessi un'introduzione, con la pretesa di renderla snella e sintetica, scriverei già oltre le esigenze di tempo e di spazio di chi legge un messaggio in un forum, col rischio concreto di salire in piedi sulla cattedra e, col dito indice puntato, iniziare a pontificare....preferisco davvero destrutturare, con la speranza che saltino fuori simpatici e scoppiettanti confronti... anche perchè preferisco stare dalla parte di quelli che tirano il cancellino.

Ad ogni modo, due parole due.

mi ricordo di aver letto qualcosa tipo: "La cosa sorprendente del linguaggio e della nostra capacità di comunicare non è quanto bene possiamo comunicare i nostri pensieri. La cosa sorprendente è che ci si possa capire! Vi sono talmente tante possibilità per le incomprensioni e le interpretazioni errate che è una meraviglia che si possa parlare per ore di idee astratte credendo di essersi capiti"

....quanto sento vera questa cosa.

Lo studio del linguaggio e l'applicazione di alcuni schemi è sia una scienza che un'arte. Si tratta di una scienza in quanto gran parte di essa può essere suddivisa in componenti di base per poi riassemblarle, per creare risultati verificabili e replicabili; è un'arte perché ci sono incontrollabili variabili umane che non possono sempre essere previste, ma che possono essere gestite considerata l'esperienza e la creatività di chi applica gli schemi.

nelle persone che parlando sanno trascinare, alcuni pensano che esista una specie di stregoneria e per molti versi sono d'accordo. Ma poi, guardando a se stessi e agli "stregoni" con occhio analitico, da una parte si capisce il motivo della sorpresa e dall'altra si inizia a padroneggiare prima la scienza e poi l'arte.

Concludo dicendo che per capire bisogna "giocare" con curiosità. La metafora, ma neanche tanto, che mi viene in mente è il gioco dei bambini in cui uno nasconde un oggetto e le uniche parole che ci guidano sono caldo, più caldo, freddo, più freddo, acqua, oceano, fuoco e inferno, a seconda della vicinanza o lontananza dall’oggetto nascosto. gli schemi del linguaggio diventano efficaci se giocati allo stesso modo. Chi l’applica deve fare attenzione alle risposte dell’altro! Da quell’informazione, si capisce se si diventa più freddi o più caldi. la differenza è nel grado dei sottili cambiamenti che si osserveranno. Per molti, tali sottili cambiamenti non vengono mai osservati con la dovuta attenzione, ma la verità è che quelle piccole informazioni fanno la differenza nel capire, nel reagire appropriatamente e nell’ottenere quel che si vuole. L’abilità di notare le reazioni è essenziale per essere efficaci.

...vabbè...vediamo che succede

Alé, improvviso anch'io.

La "stregoneria" a cui accenni - che è legata alla curiosità e al bisogno di suscitare emozioni nell'altro/a - non nasce da una tecnica, nasce da un bisogno interiore.

Risultato, comunica meglio - in modo piu' mirato - chi in qualche modo oscuro, per qualche limite (o conflitto irrisolto) che cerca di combattere, compensa interessandosi in modo piu' profondo alle reazioni altrui.

Che all'inizio ti eri abituato a osservare e a studiare per ...sopravvivere.

Corollario, i manipolatori e trascinatori piu' riusciti (Hitler, Stalin...) si rivelano di solito persone profondamente disturbate. Oltre che profondamente sole.

Modificato da paperoga
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fulmineo

non so neanche cosa risponderti..

sai che lampadina mi si è accesa in testa?

E' un po' che ci penso. alla fine mi sono deciso e scrivo perchè se aspetto di dare una forma e una struttura che mi piaccia, non scrivo mai e mi perdo la possibilità di un confronto con chi vorrà criticare, aggiungere, ampliare etc.

sono venti anni e più che, prima per passione, poi per studio e infine per lavoro, mi occupo di schemi mentali e di linguaggio, tanto che se ora scrivessi un'introduzione, con la pretesa di renderla snella e sintetica, scriverei già oltre le esigenze di tempo e di spazio di chi legge un messaggio in un forum, col rischio concreto di salire in piedi sulla cattedra e, col dito indice puntato, iniziare a pontificare....preferisco davvero destrutturare, con la speranza che saltino fuori simpatici e scoppiettanti confronti... anche perchè preferisco stare dalla parte di quelli che tirano il cancellino.

sto discorso in qualche parte della mia mente mi ha suggerito .. "il suo modo di dire che non vuole salire in cattedra, vuole destrutturare ecc", sia proprio con lo scopo di salirci in cattedra in maniera umile.

poi chiaro, è l interpretazione di un 19 enne che studia da solo un anno PNL e seduzione.

La cosa sorprendente del linguaggio e della nostra capacità di comunicare non è quanto bene possiamo comunicare i nostri pensieri. La cosa sorprendente è che ci si possa capire! Vi sono talmente tante possibilità per le incomprensioni e le interpretazioni errate che è una meraviglia che si possa parlare per ore di idee astratte credendo di essersi capiti

verissimo proprio oggi mi è successa una cosa del genere.

Concludo dicendo che per capire bisogna "giocare" con curiosità

giochiamo allora.

nelle persone che parlando sanno trascinare, alcuni pensano che esista una specie di stregoneria e per molti versi sono d'accordo. Ma poi, guardando a se stessi e agli "stregoni" con occhio analitico, da una parte si capisce il motivo della sorpresa e dall'altra si inizia a padroneggiare prima la scienza e poi l'arte.

ho notato che riempi i tuoi post di comunicazione uditiva,visiva e cinestetica? hai un modo di parlare che ti fà raffigurare le cose ciò mi piace.

.........vabbè.. forse non ho capito il senso del post :)

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capitansomaro
Inviato (modificato)

facciamola subito pratica.

per certe donne, alle volte, ero una specie di stregone.

un po' come tutti, ci capita a volte di essere irresistibili mentre invece, la maggior parte delle volte siamo anonimi e insignificanti, senza nessun impatto. vero?

a posteriori si spiega tutto con la chimica, con l'innamoramento, con la forte attrazione, con la bellezza, con la sinotinia mentale, col feeling. tutto vero.

e se io aggiungessi che ho osservato delle costanti? che le ho separate dal resto, che le ho riprodotte e che ne vedo gli impatti nel riprodurle? e se aggiungo che quello che era il mio normale fluire nel parlare, ora è anche più consapevole e sotto controllo, e, sotto certe condizioni e circostanze, posso replicare degli schemi?

lo facciamo tutti, ma in pochi ce ne accorgiamo e ancor di meno controlliamo.

ora, so che è da pazzoide qel che dico e che dovrei mettere una lunga premessa personale. ma non voglio farlo, non voglio dire cosa faccio per non essere, spero, mai riconoscibile. ognuno ha i suo segreti, no?

facciamo così, come dicevo sopra, faccio subito un esempio pratico di quel che intendo, parlando dello "SCHEMA DELLE PARTI". E' un argomento trito e ritrito in vari libri, di diversa natura e dai diversi intenti.

comunque, bum!

questo modello dovrebbe essere facile, perché richiede solo la comprensione di un concetto. non si deve imparare a memoria parola per parola niente.

per capire lo schema delle parti", si consideri che tutti noi abbiamo delle "parti" all'intenro. c'è una parte che trova i modelli di apprendimento interessanti, anche affascinanti. è possibile riconoscerla come la parte che fa leggere questo post sugli schemi. con questa parte ora risvegliata, si può notare un crescente interesse nell'imparare gli schemi. via via che si impara un numero più grande di schemi e si capisce come usarli, la parte si anima, prende vita e diventa sempre più forte, fino a diventare così forte, che si vuole andare fuori e vedere il modo in cui si riesce ad usarla nel normale parlare.

ora, l'ho appena fatto sopra, ma è molto probabile che già se ne sia notato l'effetto.

Il segreto della creazione delle "parti" è rendersi conto che, quando si nomina qualcosa, questa diventa reale. quando si inizia a descrivere una parte, questa prende vita.

è un po' come quella parte infantile che è curiosa di saperne di più.

prima di leggere l'ultima frase, non vi era alcuna "parte", e dopo che è stato descritta, la mente ha cominciato a unire i puntini, in modo che la parte “curiosa infantile" cominciasse ha a prendere consapevolezza.

fase uno - nominare una parte.

fase due - descriverla.

sembra una cazzata, vero?...a letto è devastante!...e credo, con maggiore o minore consapevolezza, lo facciamo tutti. fra le lenzuola, raggiunge il massimo grado di fantasia e di coinvolgimento, ma senza arrivare alla copula erotica, basta pensare in fase comfort a cosa diciamo per affascinare un persona. pensate a come portate una "suorina, finta repressa" alla libertà più sfrenata, che vi pentite di averla liberata?

a volte c'è una parte in ognuno di noi che ci fa sentire giù. per alcune persone, questa parte tira giù solo e sempre di più, e un sacco di gente si blocca lì. ma c'è un'altra parte dentro che tira all'azione e raddrizza la schiena e dipinge un percorso chiaro, si concentra su attività semplici e fattibili. è la prima parte che chiama all'azione l'altra e ti fa andare avanti, non importa quale. e magari proprio ora che stiamo parlando, la parte che ascolta cerca di capire il significato delle parole e nel crescente interesse, si riscopre curiosa. ecco, la parte curiosa è la parte che....

etc etc etc

...diventarne consapevoli di questo schema, che si ripete, ed essere in grado di applicarlo nel comune parlare....dà uno strumento di versatilità vastissima per passare il tempo a parlare (ed ascoltare le REAZIONI) giocando con le parti di una persona.

inutile dire che bisogna farlo in maniera ecologica.

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capitansomaro

leggendo una risposta secondo me azzeccatissima di ambigramma su di una questione esistenziale di francesco_r, mi riviene in mente un principio che cerco di non dimenticare mai e che mi aiuta molto, prima ancora che il cervello inizi ad andare in pappa:

"Il principio di realtà duale": quello che dici è sempre soggetto ad interpretazione e l'interpretazione è completamente dipendente dal punto di vista di chi ascolta.

da qunado ho capito la potenza di questo semplice principio ho smesso di preoccuparmi di cosa pensa chi ascolta per caso l'argomento di cui parlo con qualcuno e in particolare con una donna; parlando di cose che sono tipicamente argomenti da donna, come "emozione", "passione" e "il calore dei sentimenti", posso lasciar pensare di essere un po' strano. Eppure, la tipa che ho di fronte ha probabilmente una percezione completamente diversa della conversazione, ed è quello che mi interessa, perchè sto parlando con lei ed è inutile preoccuparmi di chi ascolta per caso.

ripeto, quando più di una persona ci ascolta, ci possono essere molte interpretazioni diverse, e questo può essere un problema oppure un vantaggio.

Sembra una cavolata eppure basta un piccolo esempio per rendersi conto dell'azione del principio per vedere le diverse conclusioni dello stesso fatto.

un mago sul palcoscenico fa il suo numero di "magia" per il pubblico, mentre il volontario chiamato a caso e lì accanto a lui percepisce tutt'altro e, anzi, esegue dei comandi.

senza rivelare interamente un trucco di magia, il mago chiede ad un volontario di infilare la mano nella tasca del mago stesso per dimostrare al pubblico che è vuota. come il volontario fa il gesto, il mago dice: "Non fare niente, va bene?" questo, naturalmente, produce una risata da parte del pubblico, che si immagina che le mani del volontario potenzialmente possano toccare i marroni del mago. poi il mago dice, "Okay, tira fuori la mano," e poi proclama al pubblico, "La tua mano è vuota." Quello che il pubblico non sa è che la tasca non era vuota, ma c'era un mazzo di carte. Il volontario ha sicuramente toccato il mazzo di carte, ma quando ha sentito il mago dirgli: "Non fare niente, okay?" il volontario lo ha inteso come, "basta mettere la mano in tasca ... niente altro." quando il mago dice del volontario, "la tua mano è vuota" il volontario non lo pensa proprio, ma il pubblico lo intende come , "non c'è nulla in tasca."

comprendere il principio di realtà duale porta ad un livello superirore nel pensare e nel comprendere la comunicazione e gli schemi linguistici.

Addirittura, nei giochi di parole che sempre utilizziamo senza rendercene conto, se si volesse spendere un po' di tempo e pianificare un "opener", ci si divertirebbe di sicuro.

bisonga SEMPRE ricordare che è necessario assumere tre prospettive: il proprio punto di vista e ciò che si dirà, il punto di vista della seconda persona e come si desidera che lei percepisca quello che sto dicendo, e la prospettiva della terza persona e come si desidera che anch'essa percepisca ciò che si dice.

...tra l'altro, capire il principio fino in fondo, mi sembra un ottimo antidoto alle pippe mentali, ai "se" e ai "ma", all'intepretazioni dei pensieri sui significati di un sms o di uno shit-test

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Yquem

Puoi consigliare un testo su questo argomento ( PNL applicata a seduzione) che sia da beginner e di facile comprensione... grazie

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Gianluca-20

Capitano hai detto tante bellissime parole come spesso fai. Mi interessa l' argomento ma mi risulta difficile comprendere quello che hai scritto e soprattutto mi riesce difficile capire come metterlo in pratica (non ho detto che non si può mettere in pratica attenzione), probabilmente sarà una mia limitazione. Che ne dici ogni tanto specialmente quando tratti argomenti un pò difficilotti di usare un linguaggio più facile da comprendere?

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dr.feelgood

Puoi consigliare un testo su questo argomento ( PNL applicata a seduzione) che sia da beginner e di facile comprensione... grazie

Non è PNL però qualche testo (non sulla PNL) che tratti l'argomento di cui parli mi interesserebbe.

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fredmer

Quindi il succo di tutto ciò sta nel fatto che nella comunicazione con gli altri bisogna tenere in considerazione come la comunicazione sia una interazione che avviene tra due menti differenti, e che quindi un discorso, una frase, atta a trasmettere una propria idea non possa essere detta con la sola convinzione che basti essere detta nella maniera che noi riteniamo la maniera giusta per essere compresa dall'altro e insediata nella sua testa, ma va detta adattandola all'ascoltatore e alle sue reazioni? A me pare una cosa ovvia... o forse non ho afferrato il tuo messaggio.

Lo "schema delle parti" si basa poi sul bisogno umano di trovare sempre un senso logico a quello che si vede e di cui si fa esperienza, di razionalizzare la realtà insomma, dici infatti di aver notato delle costanti di sapere come replicarle, ovvero ottenere sempre l'effetto desiderato alle tue azioni. A me pare tanto un sintomo di onnipotenza, non tiene conto delle infinte variabili in gioco, del fatto che secondo me certi eventi siano imprevedibili, frutto del fatto che una persona non può mai conoscere appieno se stesso e gli altri.

Comunque interessante questa cosa, non mi dispiacerebbe se approfondissi di più il discorso sulle costanti.

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capitansomaro
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Quindi il succo di tutto ciò sta nel fatto che nella comunicazione con gli altri bisogna tenere in considerazione come la comunicazione sia una interazione che avviene tra due menti differenti, e che quindi un discorso, una frase, atta a trasmettere una propria idea non possa essere detta con la sola convinzione che basti essere detta nella maniera che noi riteniamo la maniera giusta per essere compresa dall'altro e insediata nella sua testa, ma va detta adattandola all'ascoltatore e alle sue reazioni? A me pare una cosa ovvia... o forse non ho afferrato il tuo messaggio.

hai afferato benissimo e restando nelle stanze dei forum, credo che non ti vedrò mai quindi aprire una discussione sul significato di uno shit-test o un thread per cercare di capire a posteriori perchè l'attrazione iniziale si è sgonfiata.

Lo "schema delle parti" si basa poi sul bisogno umano di trovare sempre un senso logico a quello che si vede e di cui si fa esperienza, di razionalizzare la realtà insomma, dici infatti di aver notato delle costanti di sapere come replicarle, ovvero ottenere sempre l'effetto desiderato alle tue azioni. A me pare tanto un sintomo di onnipotenza, non tiene conto delle infinte variabili in gioco, del fatto che secondo me certi eventi siano imprevedibili, frutto del fatto che una persona non può mai conoscere appieno se stesso e gli altri.

Comunque interessante questa cosa, non mi dispiacerebbe se approfondissi di più il discorso sulle costanti.

descrivo e razionalizzo lo "schema delle parti", uno fra le decine di schemi che usiamo quotidianamente senza farci caso, perchè èuna costante del mio modo di chiacchierare.

l'ho notato. ho isolato lo schema.

Adesso, quando parlo, fissato un obiettivo comunicazionale (emozionare, trascinare, appassionare), tiro fuori la parte che mi serve allo scopo, tipo una maschera di carnevale, e la faccio indossare a chi mi ascolta. un esempio banale, il primo che mi viene in mente, è quando cerchi un compare per combinare una bischerata. non ti viene naturale ricordare quando si era bambini e si combinava una marachella, con molta incoscenza e tanto divertimento? non so, t'è mai capitato di averla combinata così grossa da aver paura addirittura di tornare a casa per subire la punizione dei genitori? qualcosa che da ragazzino sembrava segnare per sempre il resto della tua vita e che ti faceva pensare di essere privato dell'amore dei genitori? un vetro rotto con un pallone, una spinta ad un amichetto che si è trasformata in sei punti sulla sua fronte, aver rubato per gioco la bici dello zio ed aver spaccato la forcella?..ecco, cose così...che sei disperato e quando rientri in casa, hai già il moccio al naso e gli occhi pieni di lacrime...e come la nonna ti abbraccia e ti chiede "..che c'è piccoletto... vieni qua..." inizi a piangere come se le lacrime ti lavassero di dosso la colpa?

... bello vero quando si è piccoli? che qualsiasi cosa combini, torni a casa è c'è una bella fetta di crostata di nonna per fare pace col mondo e che ti perdona nel tuo essere bambino e sai, che per quanto grossa tu l'abbia fatta, c'è sempre l'amore e il perdono di chi ti ama?

l'ho appena fatto. ho cercato di risvegliare la tua parte bambina. non serviva a nulla adesso. ma se tu fossi stata una bella figa, ti avrei parlato ora di spensieratezza, leggerezza, allegria, divertimento, magia...prendendo in prestito dal mondo dei piccoli le forti intensità delle emozioni che provano.

tuto qua. nessun delirio di onnipotenza.

Modificato da capitansomaro
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