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Nietzsche e gli alpha


aiace08

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aiace08

Stavo (ri)leggendo su internet un commento al pensiero del celebre filosofo quando mi sono imbattuto nella famosa distinzione tra "spirito apollineo" e "spirito dionisiaco". Fin dalle prime righe ho iniziato ad avere alcuni sospetti, tramutati poi in quasi-certezze. Una lettura illuminante. Non occorre svelare quale dei due spiriti, secondo me, incarna la figura dell'uomo alpha, tanto osannata in questo forum.

Da un lato c’è lo SPIRITO APOLLINEO, che tende a produrre immagini plastiche e forme armoniose, stabili, rassicuranti; è espressione di equilibrio, serenità dello spirito e razionalità; ad esso è contrapposto lo spirito dionisiaco, che è invece sentimento del caos, del fluire e del morire della vita, ma anche una spinta ad immergersi in essa, ad accettarla con entusiasmo ed ebbrezza; è espressione di istinto, passione, volontà, irrazionalità. Apollo è il Dio che ordina, addomesticando le forze cieche della natura e imprimendogli una regola e una misura. È il simbolo di ogni apparenza, dà una figura alle cose, delimitandole un profilo preciso, riparando il loro carattere istintivo e determinando la loro funzione e il loro senso specifico. La dimensione apollinea è quella del sogno e dell’illusione. In essa l’immagine onirica viene razionalizzata, fatta propria dall’intelletto e proiettata sulla realtà imprimendogli la sua forma. La cultura apollinea è caratterizzata, quindi, dalla certezza dei principi dell’autocoscienza, dalla fiducia nella sottomissione della natura all’uomo, ma anche dalla staticità delle strutture e delle regole. In un mondo che è la riproduzione di un immagine onirica di perfezione, non restano spazi aperti al mutamento: ogni mutamento diventa trasgressione, ogni introduzione di novità è sintomo di decadenza, ogni dissenso è considerato menzogna. Il carattere onirico dell’apollineo va inteso come un ritrarsi della coscienza da un mondo che si rifiuta, che non si vuol vedere, per sostituirlo con un mondo artificiale dominabile proprio grazie alla consapevolezza della sua irrealtà. Lo spirito apollineo manifesta lo sforzo di sovrapporre al mondo reale il mondo sognato, di costringere la realtà nelle strutture del sogno fino ad ottenere la piena coincidenza dei due elementi: un mondo reale e nello stesso tempo dominabile, perché non più estraneo all’uomo, ma opera sua. L’apollineo relega in tal modo nell’ombra, pur non cancellandola, l’originaria esperienza del dolore; cristallizza quindi l'istinto entro una legge di armonia, che intende il mondo come costruzione ordinata, negandone il lato caotico e imprevedibile.

Alla sognante staticità dell’apollineo, lo SPIRITO DIONISIACO contrappone una forza contraria e assai più potente, rappresentata dall’estasi e l’ebbrezza degli istinti, dalle passioni e dall’irrazionalità, elementi ineliminabili di ogni natura umana. L’esperienza dionisiaca è priva di autonomia e sussiste soltanto come pura negazione dell’apollineo. La sua è, quindi, una natura istantanea: per acquistare durata dovrebbe darsi una forma, una struttura, ma in tal modo negherebbe se stessa, giacché essa è appunto l’esperienza della falsità metafisica di ogni forma e struttura. Se l’impulso apollineo trova la sua espressione ideale nella scultura, la sola arte possibile per l’uomo dionisiaco è, secondo Nietzsche, la musica, poiché non ci sono più immagini o pensieri da portare dall’ombra del sogno alla luce di una chiara determinatezza, ma un movimento indistinto e indefinito, che richiede un’ arte altrettanto mossa e indefinita. Nel dionisiaco le certezze della ragione vengono sommerse dall’insorgere degli istinti elementari: il soggetto razionale è costretto a riconoscere come “verità” il totalmente altro, l’inesplicabile. Le passioni non sono più ristrette entro confini invalicabili, come nel sogno, in cui piacere e paura si scioglievano nella tranquillità dell’intelletto ancor prima di aver raggiunto i loro estremi. Ogni confine decade, le passioni oltrepassano i loro stessi estremi fino a confluire in un movimento in cui non esistono più distinzioni. L’orrore del totale disorientamento e della totale insicurezza è allo stesso tempo anche la gioia di una ritrovata e totale autenticità dello spirito.

Fonte: http://www.friedrich...ro-di-nietzsche

Modificato da aiace08
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