SDONF [Partecipante] 558 Inviato 4 Giugno 2012 Inviato 4 Giugno 2012 Ripropongo un classico della filosofia antica occidentale, Il mito della caverna di Platone. Credo ci sia molto da imparare dagli antichi e dai loro testi, in particolare quest'ultimo (che leggevo questa mattina) mi ha fatto venire in mente in qualche maniera il meccanismo della crescita e del percorso interiore. Platone lo intende nel caso di dottrina delle idee, e conoscenza, ma a mio parere si applica benissimo a qualsiasi forma di percorso interiore. Che si tratti di seduzione, crescita o di qualunque altra cosa che tratti di un cammino e di un percorso. Se avete voglia di investire un quarto d'ora nella lettura del dialogo dove Socrate prende parola, sarà tutto a vostro vantaggio! Buona lettura! Tratto da "La Repubblica" di Platone Platone: Il Mito della Caverna, tratto Da “La Repubblica”, parla Socrate In seguito, continuai, paragona la nostra natura, per ciò che riguarda educazione e mancanza di educazione, a un'immagine come questa. Dentro una dimora sotterranea a for¬ma di caverna, con l'entrata aperta alla luce e ampia quanto tutta la larghezza della caver¬na, pensa di vedere degli uomini che vi stiano dentro fin da fanciulli, incatenati gambe e collo, sì da dover restare fermi e da poter vedere soltanto in avanti, incapaci, a causa del¬la catena, di volgere attorno il capo. Alta e lontana brilli alle loro spalle la luce d'un fuo¬co e tra il fuoco e i prigionieri corra rialzata una strada. Lungo questa pensa di vedere co¬struito un muricciolo, come quegli schermi che i burattinai pongono davanti alle persone per mostrare al di sopra di essi i burattini. -Vedo, rispose. -Immagina di vedere uomini che portano lungo il muricciolo oggetti di ogni sorta sporgenti dal margine, e statue e al¬tre figure di pietra e di legno, in qualunque modo lavorate; e, come è naturale, alcuni por¬tatori parlano, altri tacciono. -Strana immagine è la tua, disse, e strani sono quei prigio¬nieri. -Somigliano a noi, risposi; credi che tali persone possano vedere, anzitutto di sé e dei compagni, altro se non le ombre proiettate dal fuoco sulla parete della caverna che sta loro di fronte? -E come possono, replicò, se sono costretti a tenere immobile il capo per tutta la vita? -E per gli oggetti trasportati non è lo stesso? -Sicuramente. -Se quei pri¬gionieri potessero conversare tra loro, non credi che penserebbero di chiamare oggetti reali le loro visioni? -Per forza. -E se la prigione avesse pure un' eco dalla parete di fronte? Ogni volta che uno dei passanti facesse sentire la sua voce, credi che la giudiche¬rebbero diversa da quella dell'ombra che passa? -lo no, per Zeus!, rispose. -Per tali persone insomma, feci io, la verità non può essere altro che le ombre degli oggetti artifi¬ciali. -Per forza, ammise. -Esamina ora, ripresi, come potrebbero sciogliersi dalle cate¬ne e guarire dall' incoscienza. Ammetti che capitasse loro naturalmente un caso come questo: che uno fosse sciolto, costretto improvvisamente ad alzarsi, a girare attorno il ca¬po, a camminare e levare lo sguardo alla luce; e che così facendo provasse dolore e il barbaglio lo rendesse incapace di scorgere quegli oggetti di cui prima vedeva le ombre. Che cosa credi che risponderebbe, se gli si dicesse che prima vedeva vacuità prive di sen¬so, ma che ora, essendo più vicino a ciò che è ed essendo rivolto verso oggetti aventi più essere, può vedere meglio? e se, mostrandogli anche ciascuno degli oggetti che passano, gli si domandasse e lo si costringesse a rispondere che cosa è? Non credi che rimarrebbe dubbioso e giudicherebbe più vere le cose che vedeva prima di quelle che gli fossero mo¬strate adesso? -Certo, rispose. -E se lo si costringesse a guardare la luce stessa, non sentirebbe male agli occhi e non fuggirebbe volgendosi verso gli oggetti di cui può soste¬nere la vista? e non li giudicherebbe realmente più chiari di quelli che gli fossero mostra¬ti? -È così, rispose. -Se poi, continuai, lo si trascinasse via di lì a forza, su per l'ascesa scabra ed erta, e non lo si lasciasse prima di averlo tratto alla luce del sole, non ne soffri¬rebbe e non s'irriterebbe di essere trascinato? E, giunto alla luce, essendo i suoi occhi ab¬bagliati, non potrebbe vedere nemmeno una delle cose che ora sono dette vere. -Non po¬trebbe, certo, rispose, almeno all'improvviso. -Dovrebbe, credo, abituarvisi, se vuole vedere il mondo superiore. E prima osserverà, molto facilmente, le ombre e poi le imma¬gini degli esseri umani e degli altri oggetti nei loro riflessi nell' acqua, e infine gli oggetti stessi; da questi poi, volgendo lo sguardo alla luce delle stelle e della luna, potrà contem¬plare di notte i corpi celesti e il cielo stesso più facilmente che durante il giorno il sole e la luce del sole. -Come no? -Alla fine, credo, potrà osservare e contemplare quale è ve¬ramente il sole, non le sue immagini nelle acque o su altra superficie, ma il sole in se stesso, nella regione che gli è propria. -Per forza, disse. -Dopo di che, parlando del so¬le, potrebbe già concludere che è esso a produrre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile, e ad essere causa, in certo modo, di tutto quello che egli e i suoi compagni vedevano. -È chiaro, rispose, che con simili esperienze concluderà così. -E ricordandosi della sua prima dimora e della sapienza che aveva colà e di quei suoi compagni di prigionia, non credi che si sentirebbe felice del mutamento e proverebbe pietà per loro? -Certo. -Quanto agli onori ed elogi che eventualmente si scambiavano allora, e ai premi riservati a chi fosse più acuto nell' osservare gli oggetti che passavano e più rammentasse quanti ne solevano sfilare prima e poi e insieme, indovinandone perciò il successivo, credi che li ambirebbe e che invidierebbe quelli che tra i prigionieri avesse¬ro onori e potenza? o che si troverebbe nella condizione detta da Omero e preferirebbe «altrui per salario servir da contadino, uomo sia pur senza sostanza», e patire di tutto piuttosto che avere quelle opinioni e vivere in quel modo? -Così penso anch'io, rispose; accetterebbe di patire di tutto piuttosto che vivere in quel modo. -Rifletti ora anche su quest'altro punto, feci io. Se il nostro uomo ridiscendesse e si rimettesse a sedere sul me¬desimo sedile, non avrebbe gli occhi pieni di tenebra, venendo all'improvviso dal sole?¬ Sì, certo, rispose. -E se dovesse discernere nuovamente quelle ombre e contendere con coloro che sono rimasti sempre prigionieri, nel periodo in cui ha la vista offuscata, prima che gli occhi tornino allo stato normale? e se questo periodo in cui rifà l'abitudine fosse piuttosto lungo? Non sarebbe egli allora oggetto di riso? e non si direbbe di lui che dalla sua ascesa torna con gli occhi rovinati e che non vale neppure la pena di tentare di andar su? E chi prendesse a sciogliere e a condurre su quei prigionieri, forse che non l'uccide¬rebbero, se potessero averlo tra le mani e ammazzarlo? -Certamente, rispose. -Tutta quest'immagine, caro Glaucone, continuai, si deve applicarla al nostro discorso di prima: dobbiamo paragonare il mondo conoscibile con la vista alla dimora della pri¬gione, e la luce del fuoco che vi è dentro al potere del sole. Se poi tu consideri che l'asce¬sa e la contemplazione del mondo superiore equivalgono all'elevazione dell'anima al mondo intelligibile, non concluderai molto diversamente da me, dal momento che vuoi conoscere il mio parere. Il dio sa se corrisponde al vero. Ora, ecco il mio parere: nel mondo conoscibile, punto estremo e difficile a vedersi è l'idea del bene; ma quando la si è veduta, la ragione ci porta a ritenerla per chiunque la causa di tutto ciò che è retto e bel¬lo; e nel mondo visibile essa genera la luce e il sovrano della luce, nell'intelligibile largi¬sce essa stessa, da sovrana, verità e intelletto. E chi vuole condursi saggiamente in priva¬to o in pubblico deve vederla. -Sono d'accordo anch'io, rispose, come posso. -Su, ri¬presi, sii d'accordo con me anche su quest'altro punto e non stupirti che chi è giunto fino a quest'altezza non voglia occuparsi delle cose umane, ma che la sua anima sia continua¬mente stimolata a vivere in alto. È naturale che sia così, se anche per questo vale l'imma¬gine di prima. -È naturale, rispose. -E credi che ci si possa stupire, ripresi, se uno, pas¬sando da visioni divine alle cose umane, fa cattiva figura e appare ben ridicolo, perché la sua vista è ancora offuscata? e se, prima ancora di avere rifatto l'abitudine a quella tene¬bra recente, viene costretto a contendere nei tribunali o in qualunque altra sede discuten¬do sulle ombre della giustizia o sulle copie che danno luogo a queste ombre, e a battersi sull'interpretazione che di questi problemi dà chi non ha mai veduto la giustizia in sé? ¬Non ci si può stupire affatto, rispose. -Ma una persona assennata, feci io, si ricorderebbe che gli occhi sono soggetti a due specie di perturbazioni, e per due motivi, quando passa¬no dalla luce alla tenebra e dalla tenebra alla luce. E se pensasse che questi medesimi fat¬ti si producono pure per l'anima, quando ne vedesse una turbata e incapace di visione al¬cuna, non si metterebbe a ridere scioccamente, ma cercherebbe di sapere se, venendo da una vita più splendida, sia ottenebrata perché disabituata; o se, procedendo dall'ignoran¬za a una condizione di maggiore splendore, si trovi ad essere troppo abbagliata. E così direbbe l'una felice della sua condizione e della sua vita, e avrebbe pietà dell'altra. E se volesse riderci sopra, il suo riso sarebbe meno ridicolo di quello che colpirebbe l'anima che viene dall'alto, dalla luce. -Sì, rispose, parli a modo. lovedrop22, capitansomaro e Tàttara ha reagito a questo 3
Tàttara [Partecipante] 402 Inviato 4 Giugno 2012 Inviato 4 Giugno 2012 (modificato) Ti ringrazio per averlo proposto,dopo 14 anni(terza superiore,se non ricordo male) me l'ero completamente dimenticato! Comunque Socrate era un grande...peccato che non esista nulla di suo,sarebbe stato un privilegio poterlo leggere. Modificato 4 Giugno 2012 da Tàttara SDONF ha reagito a questo 1
Desmos [Partecipante] 222 Inviato 4 Giugno 2012 Inviato 4 Giugno 2012 Studiato qualche mese fa, senz'altro una grande allegoria dell'umanità Uno dei suoi più grandi insegnamenti è questo: L'uomo che conosce la verità è quello curioso, quello che VUOLE conoscerla. Ma la verità è difficile da ottenere e faticosa da sostenere, e una volta abituatici è impossibile preferirle l'ignoranza. Se metti la verità sotto gli occhi dell'ottuso, non l'accetterà e si scaglierà contro di te. OdisseoIV ha reagito a questo 1
CoolAid [Élite] 1130 Inviato 5 Giugno 2012 Inviato 5 Giugno 2012 Sempre apprezzata questa storia, mi fa venire in mente gli amici afc a cui tenti di spiegare qualcosa ma è inutile: non solo non vogliono uscire dalla caverna ma ti prendono anche per il culo. Ma ci caschiamo anche in prima persona: a volte preferiamo stare nella limitante ma rassicurante mediocrità invece di evolverci affrontando l'ignoto e mettendoci in gioco. Il nostro più grande avversario siamo noi stessi, la nostra natura umana. E sempre restando in tema di miti classici per me l'esempio da seguire è Ulisse, sempre pronto a mettersi alla prova lovedrop22 ha reagito a questo 1
dickinson1 [Partecipante] 2640 Inviato 14 Aprile 2013 Inviato 14 Aprile 2013 mi riallaccio a questo post. C'e' qualcosa di altro di interessante di Platone? Io ho sentito qualche commento su alcuni video riguardo all'animanesi e al mito di ES. Adesso,trattandosi di filosofia,non ci "rimbambisce" un po'? Ti fa vedere le cose in maniera un po' diversa ma riempie veramente la testa di pensieri. A me piacciono i concetti di Platone,ma non so... Ad esempio il discorso sull'anima mi prende molto
SDONF [Partecipante] 558 Inviato 22 Aprile 2013 Autore Inviato 22 Aprile 2013 mi riallaccio a questo post. C'e' qualcosa di altro di interessante di Platone? Io ho sentito qualche commento su alcuni video riguardo all'animanesi e al mito di ES. Adesso,trattandosi di filosofia,non ci "rimbambisce" un po'? Ti fa vedere le cose in maniera un po' diversa ma riempie veramente la testa di pensieri. A me piacciono i concetti di Platone,ma non so... Ad esempio il discorso sull'anima mi prende molto Personalmente non ho letto molto su/di Platone. Credo che uno dei testi più interessanti sia La Repubblica, però come ti dicevo non ho letto molto e non sono molto ferrato! Dovrai esplorartelo per conto tuo!
dickinson1 [Partecipante] 2640 Inviato 22 Aprile 2013 Inviato 22 Aprile 2013 ok,era solo una mia curiosita' Ho visto alcuni video che raccontavano un po' della sua filosofia e percio' volevo approfondire un po'. Il mito della caverna ho sentito qualche interpretazione come il concetto delle idee. Vabbe',andro' subito ad approfondire!
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