213328 [Banned] 1169 Inviato 5 Febbraio 2014 Condividi Inviato 5 Febbraio 2014 Quando tempo addietro mi consigliasti di focalizzare il punto per risultare magnetico... mi mancava tutta questa parte, Aivia... ^'V'^ ha reagito a questo 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
belzebu [Partecipante] 116 Inviato 5 Febbraio 2014 Condividi Inviato 5 Febbraio 2014 La prima parola che ho detto è stata "no" e da bambino non mi piacevano gli altri bambini, tant'è che poi gli adulti hanno iniziato a dirmi che ero timido e lo sono lentamente diventato. Se guardo le mie foto da bambino ho il broncio in quasi tutte. E quando gli altri bambini mi facevano i dispetti non contraccambiavo perché gli adulti mi dicevano le cagate cattoliche sul porgere l'altra guancia e avevo paura di non fare come dicevano. Fra l'altro non mi importava molto del dolore fisico o di un torto subito. Ero un pò stoico. Quando potevo giocavo con i bambini più grandi con cui andavo un pò più d'accordo ma solitamente facevo amicizia solo con i singoli, non andavo mai d'accordo con i gruppi. Non parlavo alle bambine perché non riuscivo a ricordarmi come si chiamavano. Ogni giorno alla distribuzione della merenda per nome cercavo di stare attento ma iniziava da Eleonora ed Elisa e rimanevo confuso. Certamente c'erano punti positivi. Ad esempio mi piaceva arrampicarmi dappertutto, giocare a fare la guerra con i bastoni o raccogliere pietre rare. Ma sei sicuro che mi serva ricordare le cose negative?Perché più indietro di così con la memoria non riesco ad andare e il periodo seguente è quello della scuola elementare dove ho iniziato a leggere fantasy e rifugiarmi nel mondo cerebrale della fantasia. Da quando ho memoria ho fatto quello che mi dicevano gli adulti. Anche se mi sentivo tradito ho continuato a farlo. C'è davvero poco di chi ero prima. ^'V'^ ha reagito a questo 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
^'V'^ [Aivia Demon] 160816 Inviato 6 Febbraio 2014 Autore Condividi Inviato 6 Febbraio 2014 (modificato) Belzebù, film preferito e libro preferito? sì, lo immagino che ce ne siano diversi e che tu vada un po' a momenti, ma non è un test psicologico, non giudicherò la tua risposta per capire come sei fatto, ti chiedo solo di indicarne uno ed uno e di raccontarmeli come se non li conoscessi, dal tuo punto di vista. Un altro dello stesso film ricorderebbe altre scene, altri contenuti, trarrebbe altre considerazioni, mi interessano le tue, il tuo punto di vista. Modificato 6 Febbraio 2014 da ^'V'^ Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Old Norse Wolf [Partecipante] 3615 Inviato 6 Febbraio 2014 Condividi Inviato 6 Febbraio 2014 Vorrei puntualizzare che Juza delle Nuvole era forse il solo ad avere una vita sessuale in quel cazzo di cartone. Un mito. Frega 'n cazzo che le abbia prese da Raul, ha bombato più lui di tutti gli altri messi assieme. E Ken piangeva come un vitello per Shou, mentre per Giulia giusto un paio di lacrimucce... qualcosa nun me torna. E' morto bene e ha vissuto meglio! Se solo non fosse finito in Oneitis fulminante per quella stronza dai capelli rossi sarebbe ancora a bombarsi modelle postatomiche e a scorrazzare rubando uova! Eccheccazzo. Uno che ha capito tutto nella vita, me lo svilite così?? ^'V'^ e Victa1 ha reagito a questo 1 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
^'V'^ [Aivia Demon] 160816 Inviato 6 Febbraio 2014 Autore Condividi Inviato 6 Febbraio 2014 (modificato) Vorrei puntualizzare che Juza delle Nuvole era forse il solo ad avere una vita sessuale in quel cazzo di cartone. Un mito. Frega 'n cazzo che le abbia prese da Raul, ha bombato più lui di tutti gli altri messi assieme. E Ken piangeva come un vitello per Shou, mentre per Giulia giusto un paio di lacrimucce... qualcosa nun me torna. E' morto bene e ha vissuto meglio! Se solo non fosse finito in Oneitis fulminante per quella stronza dai capelli rossi sarebbe ancora a bombarsi modelle postatomiche e a scorrazzare rubando uova! Eccheccazzo. Uno che ha capito tutto nella vita, me lo svilite così?? Perfetto, questo è il tuo punto di vista su Juza, ed è simile al mio. Quel mio amico invece in Juza vedeva un'altra proiezione di sé, si identificava con altri tratti, e il valore che aveva modellato era quello dell'essere come una nuvola e andare dove gli pare e piace. Ognuno di noi, vedendo lo stesso film o leggendo la stessa storia, può risuonare con aspetti diversi. E può raccontarti un film che sembra diversissimo da quello, identico, che hai visto tu. E' ciò di cui parlerò alla fine, perché...dopotutto è un forum di seduzione, e se il prossimo capitolo sarà relativo al giocare con i modelli per noi stessi e la nostra crescita, l'ultimo sarà relativo all'entrare in quelli di una donna e giocare con i suoi. Ps. Giocare e donna stanno nella stessa frase come giocare e fuoco. Intendo giocare all'interno dei suoi schemi di pensiero e dei suoi valori, non intendo giocare con lei. Anche perché mi sono appena preso una strinata non da poco e non stavo nemmeno giocando. Modificato 6 Febbraio 2014 da ^'V'^ Human, Connor e Edo ha reagito a questo 3 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
belzebu [Partecipante] 116 Inviato 6 Febbraio 2014 Condividi Inviato 6 Febbraio 2014 (modificato) Belzebù, film preferito e libro preferito? sì, lo immagino che ce ne siano diversi e che tu vada un po' a momenti, ma non è un test psicologico, non giudicherò la tua risposta per capire come sei fatto, ti chiedo solo di indicarne uno ed uno e di raccontarmeli come se non li conoscessi, dal tuo punto di vista. Un altro dello stesso film ricorderebbe altre scene, altri contenuti, trarrebbe altre considerazioni, mi interessano le tue, il tuo punto di vista. Sono abbastanza fissi i miei film o libri preferiti, e questi sono i miei più preferiti senza ombra di dubbio. Film: Drive (Nicolas Winding Refn). Ok vediamo come lo ricordo. Il film mi è piaciuto in particolare per la presenza di dialoghi ridotti al minimo. Anche da fuori si sente la tensione fra il protagonista e il suo interlocutore. Poi mi sono piaciuti i colori, sempre vividi e definiti. Il film inizia con Ryan Gosling che fa da autista per dei rapinatori di banche. Il patto è che lui guida per un certo periodo di tempo e poi stop. Riesce a tenere a bada i poliziotti per quell'arco di tempo, a un certo punto sembra quasi che li abbia seminati e guida come un qualsiasi civile. Prima che scada il tempo, si infila nel parcheggio di uno stadio gremito di gente e al preciso scoccare dell'ultimo secondo si infila il cappellino e scende dalla macchina dileguandosi fra la folla, mimetizzato fra i tifosi (i rapinatori vengono arrestati e sono sbalorditi dalla sua abilità nella guida). Ma il lavoro di autista per bande criminali è solo un passatempo e il protagonista durante il giorno fa il meccanico. Vuole tirarsi fuori da questo giro di criminali e lo fa. Quando un tipo gli lo riconosce in un bar e gli propone un altro colpo (stranamente senza essere minimamente turbato dal fatto che è stato abbandonato alla pula nello stadio) lui lo minaccia con un tono che non lascia dubbio (minacce di morte) e il malvivente spaventato fa come dice: lo lascia stare. Dopo aver fatto la spesa esce e trova una donna con la macchina rotta. Le dà un passaggio fino a casa sua (di lei). Parlano pochissimo, mi pare che non le dica nemmeno che fa il meccanico ma gli fa piacere darle un passaggio. Il giorno dopo lei porta la macchina ad aggiustare e becca proprio il meccanico dove lavora lui. Fra i due nasce una relazione, nonostante lei abbia un figlio e suo marito sia temporaneamente in carcere. La porta a fare il giro di delle specie di fiumi vuoti il cui letto è stato cementificato, e lì si sorridono parlando poco o niente. Ma quando il marito torna Ryan scopre che (il marito di lei) ha ancora dei conti in sospeso con un circolo mafioso che non accetta il fatto che non vuole più lavorare con loro. La vita della famiglia riprende senza Ryan che rimane apparentemente indifferente dal ritorno del marito anche se continua a bazzicare intorno alla ragazza. Il marito lo ringrazia per l'aiuto che ha dato alla sua famiglia. Il marito viene pestato, Ryan chiede spiegazioni e rassicura suo figlio (del marito). Poi decide di aiutarlo e fa da autista a questa banda criminale. Incontra il capo mentre era con una puttana-assistente. Partecipa anche il marito al colpo e rapinano un qualche negozio. Al parcheggio c'è anche una grossa jeep nera da cui sparano ai rapinatori (il marito e la puttana-assistente). La puttana-assistente porta una valigetta con dentro i soldi in macchina mentre il marito rimane ucciso nella sparatoria. Vengono inseguiti, vogliono il denaro, ma Ryan li semina non senza qualche difficoltà. Ora il capo dell'organizzazione mafiosa vuole la valigetta con i soldi ma vuole eliminare anche Ryan perché sa quello che è successo. Entrambi cercano di scoprire di più sull'altro. Prima Ryan viene assalito da dei sicari in una camera di albergo, mentre era anche con l'assistente-puttana ma ammazza gli assalitori. Ryan nelle sue indagini private arriva in un camerino e quasi sfonda il cranio di un uomo che aveva informazioni che gli servivano con un cacciavite e un martello. Lo fa con una decisione assoluta e sembra quasi animato dalla follia. Riesce ad avere il numero di telefono del capo del circolo mafioso (non è quello che ha incontrato in precedenza ma un altro). Ryan torna dalla sua amata, in ascensore la bacia perché nota che c'è un sicario, poi improvvisamente lo colpisce con una chiave inglese che portava con se. La donna è scioccata, lui se ne va. Nel frattempo questo capo si scopre essere quello che dava fondi alla sua officina che a sua volta era gestita da un tipo sottomesso, l'unico amico di Ryan. Il capo mafioso scopre che Ryan lavorava per lui e che quindi anche lui era venuto a conoscenza della faccenda e lo fredda. Ryan e il capo mafioso si mettono d'accordo per incontrarsi in un ristorantino: solo loro due. Ryan assicura che lui è l'ultimo rimasto a sapere i dettagli del colpo. Il patto è che lui consegna la refurtiva e il capo mafioso lascia stare la famiglia a cui si era affezionato. Si incontrano al locale e nel parcheggio Ryan consegna la valigetta consapevole che molto probabilmente sarebbe stato ucciso. Infatti viene accoltellato allo stomaco ma poi sfila il coltello ancora stretto dall'altro uomo e lo trafigge. Il capo mafioso muore mentre Ryan ferito sale in macchina e guida. Il finale è aperto, potrebbe essere morto come non. Lascia la valigetta piena di soldi lì. Il protagonista è perfetto in tutto, sembra quasi essere autistico. Lo scorrere degli eventi è liscio e preciso proprio come un meccanismo ben oliato. Libro: Antifragile. In realtà sono diversi capitoli che girano attorno al concetto di antifragile, il concetto motore propulsore di tutto il libro. Se chiedi alla prima persona che ti capita qual'è il contrario di fragile, a meno che non abbia sentito parlare di questo libro o l'abbia letto, ti risponderà robusto o resistente, forse resiliente. Se consulti un vocabolario di sinonimi o contrari il risultato non sarà molto dissimile. In realtà questo è un errore diffusissimo perché qualcosa di fragile è qualcosa che quando viene danneggiato si rompe mentre qualcosa di robusto è qualcosa che se viene danneggiato rimane uguale. L'opposto di fragile in realtà è antifragile: qualcosa che se viene danneggiato diventa più forte. Esempi di antifragilità sono gli organismi e la natura e l'economia. Questi sistemi non solo diventano più forti se sottoposti ai giusti fattori di stress ma diventano anche più deboli in loro assenza. Ad esempio una persona che non si allena e sottopone il suo corpo a nessun tipo di stress starà tutt'altro che bene e l'economia non lasciata a se stessa va in rovina perché si cerca di eliminare i fattori casuali distribuiti nel tempo e che porterebbero piccoli danni facili da compensare provocando la imprevisti enormi e difficilissimi da compensare. E' esattamente come i piccoli incendi che scoppiano nelle foreste: se non avvenissero fornirebbero il materiale necessario ad un incendio di proporzioni enormi e molto più difficile da sedare. In pratica il libro è un manifesto del caos e del disordine e propone l'antifragilità come unica salvezza in una realtà opaca. Inoltre tocca un pò tutti gli ambiti della società: dalla medicina alla politica, dall'economia alla letteratura. Spero di non essere stato troppo prolisso. Modificato 6 Febbraio 2014 da belzebu lovedrop22 e minority ha reagito a questo 2 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
^'V'^ [Aivia Demon] 160816 Inviato 8 Febbraio 2014 Autore Condividi Inviato 8 Febbraio 2014 Il 6/2/2014 alle 21:35 , belzebu ha scritto: Sono abbastanza fissi i miei film o libri preferiti, e questi sono i miei più preferiti senza ombra di dubbio. Film: Drive (Nicolas Winding Refn). Ok vediamo come lo ricordo. Spero di non essere stato troppo prolisso. Prolisso no, e la descrizione del libro è stata simile a quella che avresti deposto a voce. Ma in effetti, quando si scrive, si tende ad essere più descrittivi che a voce, per cui hai snocciolato tutta la trama del film. Se fossimo stati davanti ad una birra e ti avessi chiesto del film, penso che non mi avresti raccontato tutta la trama ma che avresti detto qualcosa tipo una descrizione del protagonista, una descrizione sommaria di una scena importante, la trama a grandissime linee, qualcosa che per te è importante su come fa a risolvere una cosa e perché vuole risolverla. Ecco che si comincia ad intuire che da un simile racconto con un po' di attenzione è possibile capire in cosa, del protagonista, ti identifichi; quali sono i tuoi valori, cosa di lui vorresti diventare, cosa vorresti essere capace di realizzare. Entrare insomma nel tuo punto di vista sulla vicenda e sul personaggio. Che probabilmente è differente da come un altro lo avrebbe vissuto e sentito. Ad esempio la tua consapevolezza di essere molto sensibile e la tua ricerca di una strada per la resilienza, per trasformare come un organismo vivo ed in evoluzione le batoste e le lacrime in forza, son cose che traspaiono anche ad un ascolto superficiale del tuo racconto del libro. Non parlo di queste cose per imparare a giudicare le persone o categorizzarle come "sensibile" "stronzo" ecc. Ne parlo per iniziare ad imparare come siamo tutti affamati di modelli e storie in cui questi modelli raggiungono i nostri scopi, e di come sia possibile entrare nelle metafore nostre e altrui per giocare con le nostre e usarle a nostro vantaggio senza esserne risucchiati e condizionati (argomento del prossimo capitolo) o per entrare in quelle altrui allo scopo di meglio comprendere i valori, i desideri, le speranze di quella persona e provare a giocare dentro il suo regno per il comune interesse alla sua crescita e benessere, o per aumentare le chance che voglia chiederci di fare l'amore. (argomento dell'ultimo capitolo). E secondo me una cosa positiva è che nel farlo non stiamo facendo domande scomode o da test psicometrico, ma stiamo parlando di film visti e di libri, cose innocue e sotto i radar anche ad un primo incontro casuale. Back Door Man, Connor, abik93 e 1 altro ha reagito a questo 4 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
belzebu [Partecipante] 116 Inviato 8 Febbraio 2014 Condividi Inviato 8 Febbraio 2014 Prolisso no, e la descrizione del libro è stata simile a quella che avresti deposto a voce. Ma in effetti, quando si scrive, si tende ad essere più descrittivi che a voce, per cui hai snocciolato tutta la trama del film. Se fossimo stati davanti ad una birra e ti avessi chiesto del film, penso che non mi avresti raccontato tutta la trama ma che avresti detto qualcosa tipo una descrizione del protagonista, una descrizione sommaria di una scena importante, la trama a grandissime linee, qualcosa che per te è importante su come fa a risolvere una cosa e perché vuole risolverla. Ecco che si comincia ad intuire che da un simile racconto con un po' di attenzione è possibile capire in cosa, del protagonista, ti identifichi; quali sono i tuoi valori, cosa di lui vorresti diventare, cosa vorresti essere capace di realizzare. Entrare insomma nel tuo punto di vista sulla vicenda e sul personaggio. Che probabilmente è differente da come un altro lo avrebbe vissuto e sentito. Ad esempio la tua consapevolezza di essere molto sensibile e la tua ricerca di una strada per la resilienza, per trasformare come un organismo vivo ed in evoluzione le batoste e le lacrime in forza, son cose che traspaiono anche ad un ascolto superficiale del tuo racconto del libro. Non parlo di queste cose per imparare a giudicare le persone o categorizzarle come "sensibile" "stronzo" ecc. Ne parlo per iniziare ad imparare come siamo tutti affamati di modelli e storie in cui questi modelli raggiungono i nostri scopi, e di come sia possibile entrare nelle metafore nostre e altrui per giocare con le nostre e usarle a nostro vantaggio senza esserne risucchiati e condizionati (argomento del prossimo capitolo) o per entrare in quelle altrui allo scopo di meglio comprendere i valori, i desideri, le speranze di quella persona e provare a giocare dentro il suo regno per il comune interesse alla sua crescita e benessere, o per aumentare le chance che voglia chiederci di fare l'amore. (argomento dell'ultimo capitolo). E secondo me una cosa positiva è che nel farlo non stiamo facendo domande scomode o da test psicometrico, ma stiamo parlando di film visti e di libri, cose innocue e sotto i radar anche ad un primo incontro casuale. Tornando alla tecnica precedente, posso usarla senza tornare bambino? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare. ^'V'^ [Aivia Demon] 160816 Inviato 8 Febbraio 2014 Autore Questo è un messaggio popolare. Condividi Inviato 8 Febbraio 2014 Ho cambiato di nuovo scaletta: il prossimo capitolo non sarà il penultimo e si chiamerà... 8 - Io, Modelli ed Oggetti Meta funzionali. Abbiamo visto che le persone di cui ci circondiamo ci influenzano continuamente, in background e che questo non è un pregio o un difetto ma soltanto un fenomeno da conoscere per poterlo usare a nostro vantaggio, circondandoci di persone che possono essere migliori di noi e più simili a come vorremmo essere. Ma ci sono anche altri modelli, quelli dei libri, dei film, delle storie. Non è possibile liberarcene, anche chi come me non ha la tv, ne ha bisogno e ascolterà racconti, leggerà libri. Non possiamo liberarci dal bisogno di modelli, ma è possibile sceglierseli. La libertà è scegliersi i modelli e quindi i condizionamenti. I modelli in cui ci identifichiamo e le storie che li vedono protagonisti non ci piacciono in se stessi, ma per l'impatto narrativo che hanno su di noi. Se ad un ragazzo piacciono le bionde, guarderà molto volentieri filmati con bionde in atteggiamenti lascivi. Ma se ci fosse un film in cui un tizio che gli assomiglia per certi versi riesce a sedurre delle bionde mozzafiato, ecco che l'impatto narrativo di questa storia magnetizzerebbe tutta la sua attenzione. Anche un libro, una storia raccontata o fare la conoscenza con un simile personaggio in carne ed ossa, lo attrarrebbe con grande forza in un modo diverso, ma non meno potente, di ciò che gli piace, ovvero le bionde. Questo vale per tutti noi, siamo naturalmente affamati di modelli e di miti, di storie di crescita, apprendimento e passaggio da uno stadio della vita al prossimo. E siamo attratti in maniera pulsante e viva da quei modelli in cui possiamo identificarci e dai modi in cui conseguono gli Oggetti Meta che desideriamo. Ma chi è quello che si identifica nel modello? Gli Oggetti Meta, sono davvero nostri? Se parto da una posizione in cui non ho un'immagine di me sentita ma solo immaginata come accozzaglia di influenze e di condizionamenti, e in cui non ho ben presente cosa desidero davvero, ma solo Oggetti Meta indotti, allora mi identificherò in un modello sbagliato e rivivrò i suoi metodi irreali per raggiungere una Meta che nemmeno mi appaga davvero. Prima di confrontarmi sulla scelta delle storie e su come usarle a mio vantaggio, oggetto del prossimo capitolo, dovrò prendere coscienza di me stesso, per poter trovare identificazioni reali e funzionali, e dovrò prendere coscienza successivamente di ciò che voglio davvero. Prendere coscienza di sé non significa darsi dei voti, giudicarsi, misurarsi. Ma esattamente il processo descritto nel capitolo 7. A quel punto, dopo aver passato un mese a ricollegare il corpo con l'io, posso iniziare ad operare in funzione mia. Operare in funzione di me stesso non significa ribellarsi ai modelli imposti dalla massa, perché ribellarsi è operare in relazione a qualcos'altro, non a me stesso. Non significa nemmeno accettare tutti i modelli imposti, che creano omologazione. Devo trovare il giusto punto di equilibrio tra l'essere integrato nel gruppo e l'autoaffermarmi nelle mie differenze. Per poterlo fare, devo riconoscere che molti dei miti che seguo sono dovuti alla paura di essere ostracizzato, escluso dal gruppo se non mi omologo. Questa paura nasce da bambini, quando nascendo in mezzo a dei giganti che dettano le regole e che ci servono per sopravvivere, impariamo a cercare di farci amare adeguandoci a ciò che è approvato. Quando un elefantino viene legato ad una corda, tira, tira, tira e poi si arrende. Crescendo, basterà legarlo ad una corda perché lui, sentendo resistenza, si arrenda, memore delle esperienze di insuccesso. In realtà potrebbe facilmente divellere il paletto cui è legata o strapparla. Ed è ora che anche noi ce lo ricordiamo, non siamo più bambini. Il primo passo per riuscire ad essere autoriferiti, quindi né in totale inclusione nel gruppo né in totale esclusione, è l'indipendenza. Devo lavorare sodo per avere la certezza che qualsiasi cosa accada riesco a sostentarmi da solo e provvedere ai miei bisogni. Se anche i miei genitori possono darmi una buona paghetta, devo riuscire a svolgere un lavoretto che potrebbe bastarmi quantomeno a mangiare e stare al riparo. Se non ho questa convinzione, nelle sensazioni dell'Io, sarò sensibile a modelli di omologazione, sarò involontariamente tendente a ricercare approvazione come un bambino. Il secondo passo è superare la fase di ribellione sentendo l'identità personale. Abbiamo visto che il bambino si omologa in cerca di approvazione. Crescendo, iniziamo a generare indipendenza contrastando, facendo i ribelli. Ma questo è agire in relazione a qualcosa che non abbiamo deciso noi, essere succubi o ribelli è poco differente, non è chi siamo e cosa vogliamo. Se agiamo da questa posizione di ribellione finiremo attratti da modelli ribelli che non portano a nulla di funzionale e costruttivo, anche se hanno un certo fascino, appunto, sugli adolescenti. Per poter trovare modelli in cui identificarmi con profitto, Oggetti Meta che mi siano funzionali e storie che abbiano un senso reale, devo arrivare a stare bene per la semplice riconnessione tra l'io ed il corpo. Questo è importante, perché quando sto male e vivo uno squilibrio opero in reazione allo squilibrio, non in libera scelta. Se ad esempio mi mancano i soldi potrò essere attratto da film in cui persone che non hanno soldi guadagnano milioni di dollari, film come Scarface per intenderci. Se non ho una donna potrò essere attratto dai video in cui i rapper hanno decine di strafighe che gli ballano addosso seminude. E forse questo mi porterà a comprare un cappellino da rapper e una collana pacchiana, ma non mi sarà di alcun aiuto. Non devo concentrarmi su cosa mi manca, su cosa non funziona, o sarò attratto da modelli e storie in cui quell'Oggetto Meta è presente ad un livello surreale e viene raggiunto in modi non praticabili, o raggiunto per un attimo per poi morire crivellati di colpi mentre si pippano etti di bamba. Tutte le storie che partono da una situazione di squilibrio sono esagerate, inutili nel mondo reale. Una volta che avrò ricollegato la mia sensazione di Io con il corpo, che avrò sentito la sensazione di indipendenza "qualsiasi cosa accada me la posso cavare" e che avrò smesso di fare il ribelle per partito preso, potrò farmi la domanda che, se fatta prima, mi porterebbe ad Oggetti Meta esagerati e spesso indotti: Qual è il mio ideale di successo? Aver riconnesso l'io, aver provato l'indipendenza, aver superato la fase ribelle, mi porterà a scegliere i giusti modelli coi quali trovare identificazione, con un io reale. Riuscire, in seguito, ad immaginare i dettagli della risposta a questa domanda, mi permette di scegliere i giusti Oggetti Meta. Se mi pongo questa domanda senza stare bene con me stesso, ne usciranno risposte esagerate e frustranti. Quello che posso fare è chiedermi quale sia il mio ideale di successo nei vari quadranti della vita come amore, lavoro, amici, ecc. E' importantissimo che la domanda me la ponga mentre non ho bisogno di fattori esterni, di cose da fare o da avere per stare bene con me stesso. Devo pormela mentre la sensazione che ho è di benessere, centratura, indipendenza, e, riguardo al gruppo, come disse qualcuno: bisogna essere nel mondo, non essere del mondo, questa è la sensazione da cui partire. .../... Nel prossimo capitolo, avendo ormai capito come scegliere i modelli funzionali al nostro vero io e come scegliere gli Oggetti Meta, affronteremo le storie che vivono i nostri modelli, e come giocare con esse comprendendone la struttura, per poterle usare a nostro piacimento. barchilaka, Vladimir the Baron, Drugo94 e 14 altri ha reagito a questo 16 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
^'V'^ [Aivia Demon] 160816 Inviato 8 Febbraio 2014 Autore Condividi Inviato 8 Febbraio 2014 Tornando alla tecnica precedente, posso usarla senza tornare bambino? Se tu fossi un cacciatore raccoglitore sì. Un uomo primitivo. Ma sei troppo condizionato per trovare sensazioni vere dopo l'infanzia. Se hai avuto un'infanzia difficile non serve che rivivi i momenti brutti, è importante invece che torni a sentire quelle belle sensazioni collegate al gioco, a ciò che ti piaceva fare all'aperto, con gli altri e da solo. Fosse anche solo l'un per cento della tua infanzia, è l'un per cento da ripescare. Perché i bambini non percepiscono ancora il corpo come altro da sé, che è una sega mentale di Cartesio che ha permeato la nostra "cultura" da quattrocento anni. OdetoJoy, lovedrop22, lime09 e 1 altro ha reagito a questo 4 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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