belzebu [Partecipante] 116 Inviato 8 Febbraio 2014 Condividi Inviato 8 Febbraio 2014 Se tu fossi un cacciatore raccoglitore sì. Un uomo primitivo. Ma sei troppo condizionato per trovare sensazioni vere dopo l'infanzia. Se hai avuto un'infanzia difficile non serve che rivivi i momenti brutti, è importante invece che torni a sentire quelle belle sensazioni collegate al gioco, a ciò che ti piaceva fare all'aperto, con gli altri e da solo. Fosse anche solo l'un per cento della tua infanzia, è l'un per cento da ripescare. Perché i bambini non percepiscono ancora il corpo come altro da sé, che è una sega mentale di Cartesio che ha permeato la nostra "cultura" da quattrocento anni. Ho capito Pensi che in qualche modo la meditazione possa aiutare a tale scopo? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
^'V'^ [Aivia Demon] 160828 Inviato 9 Febbraio 2014 Autore Condividi Inviato 9 Febbraio 2014 Ho capito Pensi che in qualche modo la meditazione possa aiutare a tale scopo? Quella che divide tanto il corpo dall'io che i monaci erano costretti ad intervallarla con sessioni di esercizi fisici per tenere in salute anche il corpo, visto come altro da sé, come in alcune forme del buddhismo? Quella zen che si illude di cancellare l'io e che sicuramente non vuol essere utile ad uno scopo perché appunto mushutoku, senza scopo? Quella che siccome è un dato di fatto incontrovertibile che 20 minuti al giorno di meditazione (ma anche di relax audio guidato) faccia bene alla salute e generi un senso di benessere, è usata da ogni culto, religione o setta per far associare quel senso di benessere alle pratiche del culto e convincerlo che se ha quell'effetto devono essere vere le credenze del culto? Quella in cui alla maniera occidentale si focalizza l'attenzione su qualcosa, come meditare su un concetto? Quella in cui alla maniera della quarta via si divide l'attenzione su due fuochi, due punti? Quella in cui si mormora un mantra per ore? Quella in cui ci si concentra su energie varie con supporti teorici variabilissimi di cultura in cultura e siccome ci si sente meglio si crede che allora il quadro teorico sia vero? Quella in cui ci si fuma delle piantacce e si parla di miti sui pellirosse pacifisti ed ecologisti, creati ad hoc in epoche recenti e completamente scollati dalla cultura pellerossa? Non so cosa intendi per meditazione, il fatto che hai scritto 'potrebbe aiutare' la fa partire da un problema, quindi da una posizione di contrasto ad un problema e non di azione pura e costruttiva, il fatto che hai scritto 'a questo scopo' pone lo scopo al di fuori di essa. Mentre lo scopo è in se stessa. E ora... Qual è l'attività in cui si è totalmente rapiti, in cui l'attenzione è davvero focalizzata su qualcosa e contemporaneamente sentiamo il corpo come noi stessi, in cui non c'è uno scopo se non l'azione in se stessa, per il piacere che ci dà... Hai mai visto un bambino giocare all'aperto? Un gatto giocare con una pallina? E quale gioco ti faceva sentire meglio, quali giochi e attività? Certo, 20 minuti al giorno di meditazione hanno dei benefici importanti (inferiori a 20 minuti di sesso), ma attenzione alle convinzioni che vengono legate a quel senso di benessere... Legare quel senso di benessere ad un credo o ad un quadro teorico esotico e pseudoscientifico è come legare il cocktail Martini agitato non mescolato al consumo di belle ragazze... IMHO Liam Miller, Connor, Woozie e 2 altri ha reagito a questo 4 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
belzebu [Partecipante] 116 Inviato 9 Febbraio 2014 Condividi Inviato 9 Febbraio 2014 Intendevo una forma di meditazione del tipo mindfulness-vipassana che ti fa concentrare sulla tua percezione fisica. Comunque ho capito il concetto che ti ho fatto ripetere tre volte. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
^'V'^ [Aivia Demon] 160828 Inviato 10 Febbraio 2014 Autore Condividi Inviato 10 Febbraio 2014 Intendevo una forma di meditazione del tipo mindfulness-vipassana che ti fa concentrare sulla tua percezione fisica. Comunque ho capito il concetto che ti ho fatto ripetere tre volte. È un tipo di meditazione molto profonda che sicuramente offre dei risultati tangibili e lo fa senza installare a forza un credo religioso. Non posso negarti che mi piace. Poi la ritirò fuori il mio beniamino Siddharta... Solo...quel che mi spaventa è che consideri il desiderio sessuale, la malizia, il dubbio, come ostacoli da vincere e costrutti mentali. Ecco...se tu fossi a capo di una setta o di una nazione, avresti dei benefici nel limare via il dubbio, la malizia e la libido nei tuoi sottoposti? Qualcuno potrebbe far notare che quelli della vipassana non cercano denaro perché chiedono un'offerta libera. Anche la chiesa chiede libere offerte, e infatti mentre tanti poveri danno poco, alcuni ricchi, privati di dubbio e malizia, danno tutto... Ma questa è solo malizia... Non voglio però ragionare con l'ascia, volevo soltanto usare il bisturi su quelle poche cose che mi perplimono in questo tipo di pratica. Sai, belzebù, se un gatto vede rotolare una pallina sentirà una gran voglia di correrle dietro e proverà piacere nel farlo. Non piacere nello scopo, ma nel gesto stesso. Ad un coniglio non accadrebbe. Perché nell'evoluzione dei gatti e non dei conigli la motivazione predatoria è stata funzionale alla sopravvivenza. Chiamiamo questo tipo di motivazioni "intrinseche" e per esempio possono variare molto anche tra una razza di cane e un'altra. Anche noi, come i cani, deriviamo da linee di sangue che hanno usato diverse strategie per sopravvivere e riprodursi, e queste strategie hanno creato in noi delle motivazioni intrinseche che ci appagano nell'atto stesso di agirle, anche per gioco. Se non capiamo cosa ci fa star bene in se stesso, senza scopo, o se per sfortuna abbiamo accesso ad una sola motivazione intrinseca, possiamo diventare come un cane che, chiuso in un recinto con una pallina, sviluppi una dipendenza dal morderla di continuo. Perché traendo piacere dallo stesso stimolo c'è bisogno di dosi sempre maggiori dello stesso per provare un po' di piacere. La soluzione sarebbe uscire dal recinto ed avere accesso ad altri giochi o attività che siano appaganti in se stesse, in questo modo potremmo poi tornare dalla pallina ed essere pienamente soddisfatti con pochi morsi, perché abbiamo variato gli stimoli. Sempre per ragionare col bisturi, nella vipassana mi spaventa un po' il fatto che considerino l'inconscio come un cieco che è attratto da alcune cose piacevoli reagendo con forte desiderio e attaccamento e reagendo con avversione e odio alle cose spiacevoli. Mi spaventa che credano di dover combattere questo stato normalissimo per delle unità biologiche. Piuttosto che combattere l'attaccamento ad uno stimolo piacevole preferirei variare gli stimoli piacevoli per non sviluppare assuefazione e attaccamento, compulsione ed ossessione per nessuno. E riconoscerei che se qualcosa mina le mie possibilità di sopravvivenza e riproduzione è sacrosanto che tutti i miei sistemi reagiscano con avversione, così come reagiscono con avversione ad una capra marcia, perché mangiandola morirei. Ha senso secondo te liberarmi con profonde meditazioni dal disgusto per gli escrementi e la carne marcia? Mi libera dal disgusto, che è sofferenza, ma mi è funzionale? Allo stesso modo una perdita di status sociale mi crea una risposta di grande sofferenza... Ma è normale: lo status sociale mi assicura sopravvivenza e riproduzione... Loro ti diranno che è un problema di ego e che devi liberati da quel dolore... Per ricucire i tagli che ho fatto col bisturi, vedo in quel tipo di meditazione uno strumento utile, e credo che in passato per credenze errate o anche per convenienze lo si sia diretto verso usi disfunzionali. Credo si possa usare con profitto se si ha coscienza e se non ci si affida ad occhi chiusi alla tradizione. Percival, Lucumone, Edo e 4 altri ha reagito a questo 7 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare. ^'V'^ [Aivia Demon] 160828 Inviato 10 Febbraio 2014 Autore Questo è un messaggio popolare. Condividi Inviato 10 Febbraio 2014 Mentre si sente la propria esperienza di flusso ripescandola dai giochi che amavamo fare da bambini per costruire un nostro sé stesso in cui é presente quell'esperienza, puó capitare di incontrare le sensazioni di assertività sessuale, competitività, creatività, l'ego*, la sete di esperienza, l'esuberanza, l'esibizionismo e il potere. Spesso un maschio nato dopo gli anni 60 vorrà censurare queste sensazioni ritenendole sbagliate, non approvate dalle donne che lo hanno castrato e cresciuto come un morbido e sensibile coglionazzo. Queste sensazioni vanno assolutamente ripescate e messe nel noi stessi in cui entrare. Non dovrebbe esistere un solo motivo al mondo per cui un maschio che abbia più di 14 anni debba ricercare l'approvazione femminile su come essere maschio. Se non si recuperano i coglioni nel reincollare l'io al corpo, non si potrà cercare un'identificazione sana in un modello sano. E sì, anche la rabbia e la violenza fanno parte del pacchetto 'maschio', e sì, chi vuole liberarti da queste emozioni che chiama negative in realtà vuole schiacciarti, farti crescere figli altrui ficcati nel grembo delle tue donne. E questo è ben diverso dalla rabbia e la violenza del frustrato sottomesso a una donna ubriaco che perde la ragione per timore dell'abbandono. Si tratta di essere territoriali sui propri limiti fisici e psicologici, senza cedere per timore del confronto, sperando che gli altri smettano di prendere se li lasciamo fare. *Sì sì, non è un errore di battitura, ho proprio scritto ego. Se ci vedi un concetto tabù di cui cercare l'annullamento o sei un Samurai durante l'addestramento mentale per diventare un burattino kamikaze servile al padrone, o sei un maschio del dopoguerra durante la castrazione mentale per diventare uno zerbino. Vedere la tua donna che si ubriaca in un locale e diventa promiscua ti fa girare le palle? Bene, non devi andare da una terapeuta donna che ti insegni a ingoiare la rabbia, ma devi esigere rispetto dalla tua donna o mandarla affanculo. Connor, Tao, Back Door Man e 12 altri ha reagito a questo 15 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
GogeMagog [Partecipante] 38 Inviato 10 Febbraio 2014 Condividi Inviato 10 Febbraio 2014 (anche se non è proprio immediatamente vicino ed è un po' una sparata, con 'sti ultimi due mi hai fatto pensare a questo: ) "Gli europei, quantomeno alcuni, continuavano a lavorare, e talvolta a lavorare duro, ma lo facevano ormai solo per interesse, o per una sorta di attaccamento nevrotico al proprio dovere; la coscienza innocente del loro diritto naturale di dominare il mondo e orientarne la storia era scomparso." (lasciatemi al divertimento di diffondere un po' di - buona? - letteratura!) ^'V'^ ha reagito a questo 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Tao [Partecipante] 25 Inviato 11 Febbraio 2014 Condividi Inviato 11 Febbraio 2014 Cosa si intende con "ego"? O almeno cosa intendi tu mai capito bene a cosa si riferisca questa parola Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare. ^'V'^ [Aivia Demon] 160828 Inviato 13 Febbraio 2014 Autore Questo è un messaggio popolare. Condividi Inviato 13 Febbraio 2014 Il 11/2/2014 alle 21:02 , Tao ha scritto: Cosa si intende con "ego"? O almeno cosa intendi tu mai capito bene a cosa si riferisca questa parola In realtà non significa niente, è una nominalizzazione, qualcosa che non esiste, non lo puoi mettere in una carriola. Non c'è una struttura nel cervello che sia forma alle funzioni dell'ego, e non c'è una scuola psicanalitica, psicologica, una religione, una setta, che intendano lo stesso concetto con la stessa parola. Questa parola deriva dal latino e dal greco e significa Io. Freud nella sua psicanalisi ha inventato l'esistenza di alcune funzioni della mente, di cui una si chiama Ego, e siccome un'altra si chiamerebbe "Io", ha creato ancora più confusione, poi Per Jung significa altro, nella Psicosintesi di Assagioli altro ancora, e se consideriamo che qualche genio ha tradotto concetti delle religioni orientali come Maya e Samsara con Ego, e che nelle culture orientali esso a volte indica una sorta di essenza o anima, in altri casi il concetto di Sé, comprendiamo bene che vuol dire tutto e nulla. Su questo tutto e nulla le varie pseudoreligioni, culti, sette, hanno proliferato usando il concetto a volte in senso orientale, a volte in senso psicanalitico, quando anche all'interno delle religioni e filosofie orientali vuol dire diverse cose e ne indica diverse pure dentro le scuole psicanalitiche (che contrariamente a quel che dice il taxista o la parrucchiera, non sono psicologia). Da tutto sto casino intorno ad un concetto che non esiste, se inteso diversamente dal suo significato letterale, "Io", siamo arrivati al punto in cui le persone "sanno benissimo cosa sia". Sì, infatti qualsiasi ragazza ti saprà spiegare che se uno ha una macchina potente è perché ha un ego ipertrofico, o se uno ha i muscoli in vista. La stessa ragazza due ore dopo senza sentirsi minimamente in contraddizione potrà dirti che se uno ha la macchina potente è per compensare una scarsa autostima, e lo stesso per i muscoli, usati per compensare un'insicurezza sul proprio potere (ovvero l'opposto di un robusto senso di se). In base alle culture, poi, gli si è dato ogni sorta di connotato negativo. Ad esempio nella nostra cultura cristiana in cui bisogna essere tutti altruisti e non egoisti, l'ego è quella particella brutta del termine egoista, quella brutta brutta cosa che poi è la natura stessa della vita, della genetica. E siccome abbiamo imparato a considerarlo brutto e cattivo, come non rimanere affascinati dallo Zen, dottrina in cui l'io (ma che ci piace tradurre con ego per buttare benzina sul fuoco della confusione) viene considerato ostacolo e si cerca di annientarlo, come la mente stessa. Cosa molto utile per addestrare i samurai ad essere burattini senza volontà pronti a morire per il padrone e senza nemmeno uno stipendio. E allora, cosa intendo io con ego? Intendo quella capacità, che ci hanno voluto castrare con ogni mezzo, di saper dire NO, di difendere i nostri limiti e confini, di deciderli, quella volontà di essere potenti che da bambini è normale, da adulti si autocensura in ogni modo possibile come se fosse peccato. Come se dovessimo far finta che quel poco che abbiamo ottenuto dalla vita sia proprio quello che volevamo nella nostra modestia, per timore che si pensi di noi che siamo dei falliti rispetto ai nostri sogni. Poi ci si mette il bellissimo film revolver, in cui l'ego è presentato come il diavolo presente in noi, come un nemico invisibile, quel desiderio di approvazione, di successo, di essere temuti e rispettati... Sai, è umano e consono a qualsiasi forma di vita socialmente organizzata, provare piacere nell'approvazione, nel rispetto altrui, rifuggire il rifiuto e l'allontanamento dal gruppo, perché queste cose aiutano a sopravvivere e riprodursi. Quello che fanno religioni, scuole psicanalitiche, sette, è prendere tratti umani che tutti abbiamo e colpevolizzarci su essi. Colpevolizzarci sulla rabbia, (sacrosanta per sopravvivere e non crescere figli altrui), sulla lussuria (che è la struttura portante della vita a riproduzione sessuata), sul bisogno di essere approvati ed accettati, sul sano e giusto egoismo, (che è l'unico modo per poter essere altruisti col nostro gruppo, prima di dare bisogna prendere) ecc. Quello che serve non è annullare la rabbia, il bisogno di approvazione e tutto il resto. Quello che serve è trovare la giusta misura, avere il controllo. Capire cosa vuole dirci un'emozione costruita in milioni di anni di evoluzione per farci sopravvivere e riprodurci e decidere se è il momento di seguire il gruppo o di autodeterminarci, se è il momento per tirare un pugno o per aspettare l'azione legale, se è il momento per prendere o per dare. Ma quell'emozione c'è per un motivo, ed è positiva se ci avviciniamo a sopravvivenza e riproduzione, negativa se ce ne allontaniamo. Annulliamo le emozioni negative? E negative secondo chi, secondo la religione o la cultura del momento? Sono lì per un motivo sacrosanto. lovedrop22, IoCiProvo, Weiji e 14 altri ha reagito a questo 17 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Old Norse Wolf [Partecipante] 3615 Inviato 13 Febbraio 2014 Condividi Inviato 13 Febbraio 2014 Ma no, ma cosa dici. Non lo sai che non ci sono esiti negativi, solo risultati? non devi arrabbiarti, alza quel frame Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
^'V'^ [Aivia Demon] 160828 Inviato 13 Febbraio 2014 Autore Condividi Inviato 13 Febbraio 2014 Ma no, ma cosa dici. Non lo sai che non ci sono esiti negativi, solo risultati? non devi arrabbiarti, So bene che scherzi ma ne approfitto per fare il puntiglioso, che con le nominalizzazioni e i concetti astratti non lo si è mai abbastanza: Non ci sono esiti negativi ma solo feedback è un assioma che funziona solo se permetto alle emozioni "negative" di funzionare come allarme. Se dico ad una ragazza che ha un bel culo e lei non me la dà, è sicuramente un esito negativo, perché passo la serata su you porn. Però vederlo come esito negativo e basta non mi serve, devo vederlo come feedback per poter calibrare la mia azione in base alle reazioni che ottengo. (feedback, appunto) Tuttavia, questo feedback negativo, mi farà provare frustrazione e tristezza. E' più funzionale a questo punto annullare la frustrazione e la tristezza con tecniche di meditazione e di scollamento e dissociazione dalle mie emozioni, o capire che, cazzo, se le provo è perché non voglio feedback negativi e devo fare attivamente delle cose per non provarle più e provare invece appagamento? Se voglio comportarmi diversamente con la prossima hb, devo sentire la frustrazione come un campanello d'allarme che qualcosa in me e nel mio modo non funzionano, e provare altre soluzioni raccogliendo feedback via via più centrali alle mie aspettative. Se mi trattano come un coglione in ufficio e provo rabbia e risentimento, devo fare un corso di gestione della rabbia e dissociarmi dalle emozioni, o devo, cazzo, muovere quel culo e smetterla di essere un coglione per poter smettere di essere visto come tale? alza quel frame Un'ultima cosa sulla quale voglio rompere le palle: il frame è la cornice, il punto di vista che ho sulle cose. Esso interagisce con lo stato emotivo perché lo influenza e ne è influenzato di continuo. Lo stato emotivo si può alzare o abbassare, il frame no, si può solo cambiare o mantenere. Lo puntualizzo perché sento spessissimo persone affermare: sta sera sono uscito col frame a mille, sta sera ho il frame a terra. Non si può avere il frame a mille, ma solo lo stato. Se per me andare a puttane significa che devo pagare una donna, pago perché ho bisogno, questo sarà il mio frame sulla cosa, mentre per un altro non sarà diverso dall'imprenditore che paga una segretaria per fargli delle fotocopie, pago per un servizio, quindi comando. Ma questo è solo un punto di vista diverso sulla stessa identica azione o concetto, non ce n'è uno alto ed uno basso, uno a mille e uno a terra. Lo stato emotivo, può essere a mille o a terra. Back Door Man, lovedrop22, Weiji e 4 altri ha reagito a questo 7 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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