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Dello studio e del lavoro.


Vincent

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Ethan_Hunt

In Italia la % dei laureati è minore rispetto a quella di altri paesi. Anche all'estero i lavori di manovalanza sono fatti perlopiù da immigrati. Insomma non è un problema italiano ;)

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Vincent

In Italia la % dei laureati è minore rispetto a quella di altri paesi. Anche all'estero i lavori di manovalanza sono fatti perlopiù da immigrati. Insomma non è un problema italiano ;)

% di laureati minore non significa niente.

Sulla seconda parte ci sarebbe tanto da (ri)dire, ma ora non ho veramente tempo.

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Apprezzo lo sforzo Vincent, ma non credo esista una ricetta per lo studio e per il lavoro.

Ognuno ha la sua storia, le sue necessità, le sue ambizioni... e secondo me ogni espressione in tal senso, benchè richiesta come nel tuo caso, lascia il tempo che trova...

Io faccio un lavoro che 10 anni fa non esisteva e che non ha visto crisi negli ultimi anni, in un agenzia a 10 minuti da casa.

Fortunato? Boh... ho trasformato la mia passione in un lavoro senza accorgermene... ma se dovessi dire a tutti di seguire la propria passione peccherei di presunzione: non è detto che tutti abbiano le condizioni per farlo.

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trout_man

Questo post vale da orientamento, sicuramente molto di più dei volantini distribuiti dalla università ai poveri maturandi e molto molto di più dal "faccio ingegneria meccanica a Topolinia perchè lo zio di un amico di mio nonno ce l hanno preso in Ferrari"...

Peggio ancora del faccio matematica perchè mi piacciono i conti o del faccio giurisprudenza perchè sono una capra in matematica!

A me sembrava un'ovvietà, ma vedo che il mito è ancora radicato: il pezzo di carta non serve ormai a nulla, se non come "nulla osta" per darsi da fare on field o in corsi tecnici come giustamente dice Vincent!

Tra l'altro mi piace notare come nel forum la competenza di gente con i piedi per terra e le mani "sporche di grasso" che non parla per sentito dire sia sempre più ascoltata, percio' un grazie alla gente con 'X' e Vincent e altri che condividono la loro esperienza e competenza

Appena ho un po' di tempo mi piacerebbe scrivere la mia sul tema, visto che l'orientamento professionale è materia che seguo con passione da un bel po'...

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^X^

Bel post, Vincent.

Volevo solo spezzare una lancia a favore dei disorientati... spesso non è completamente colpa loro, perchè le loro idee e aspettative seguono quella che è stata la storia dei loro genitori e zii (diciamo gli attuali cinquanta-sessantenni).

Chi mi conosce sa che considero tale generazione la peggiore che sia apparsa al mondo negli ultimi cento anni: gente boriosa che ha avuto tutto solo per circostanze favorevoli, e ora sta in cattedra piena di ricchezze rubate a debito a fare la morale.

Il punto è che per capire cosa davvero vuole comunicare Vincent, occorre partire dal presupposto che nulla sarà come è stato nei passati 30 anni: essere medi sarà PEGGIO che essere nessuno, perchè almeno i nessuno non hanno aspettative.

Non basterà sapere leggere per diventare direttore di banca, come successe ai nostri genitori (chi sapeva anche scrivere diventava dirigente della banca d'italia...).

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Jumpy

In Italia la % dei laureati è minore rispetto a quella di altri paesi. Anche all'estero i lavori di manovalanza sono fatti perlopiù da immigrati. Insomma non è un problema italiano ;)

Andiamo per gradi (e rapidamente dato che non ho molto tempo stavolta ;) ).

Il basso numero di laureati in Italia è dovuto, prevalentemente, al fatto che, fino a circa una decina d'anni fa, le università italiane erano iperseletttive e durissime.

Del tipo che chi usciva vivo da facoltà toste (ingegneria, medicina, un po' meno economia e giurisprudenza) prima dei 28-30 anni era un genio o quasi.

Solo con la riforma universitaria si son un po' "allentati" (a mio parere anche troppo ma vabbè) immettendo sul mondo del lavoro un elevatissimo numero di laureati nel giro di pochi anni (a volte inesperti e/o inadeguati e spremuti come limoni dalle aziende).

Nella stragrande maggioranza delle aziende poi (come si è detto più volte sul forum) le tecnologie son ferme a 10 anche 20 anni fa (ci son imprenditori per i quali il non rinnovarsi e non investire in nuove tecnologie è motivo di orgoglio... figuriamoci) e più che tecnici laureati magari (inutilmente) iperspecializzati, servono faccendieri o "supersegretari".

Insomma, per gran parte delle attività lavorative, almeno in Italia, basterebbe un diploma e qualche mese di esperienza nel settore.

Modificato da Jumpy
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trout_man

perchè le loro idee e aspettative seguono quella che è stata la storia dei loro genitori e zii (diciamo gli attuali cinquanta-sessantenni).

Chi mi conosce sa che considero tale generazione la peggiore che sia apparsa al mondo negli ultimi cento anni

Il punto è che per capire cosa davvero vuole comunicare Vincent, occorre partire dal presupposto che nulla sarà come è stato nei passati 30 anni: essere medi sarà PEGGIO che essere nessuno, perchè almeno i nessuno non hanno aspettative.

Non basterà sapere leggere per diventare direttore di banca, come successe ai nostri genitori (chi sapeva anche scrivere diventava dirigente della banca d'italia...).

[piccolo OT]

E pensare che fino a poco tempo fa pensavo di essere l'unico a pensarla così... E da costoro, debito-maniaci e fan di pantalone, cultori maximi del pressapochismo e dell'arroganza mi becco pure dell'integralista "perchè io ho lavorato una vita ecc ecc.."

[fine OT]

Tradotto in soldoni in un piccolo vademecum questi sono i corollari di quanto sopra detto:

-scordiamoci le assunzioni nella PA (cfr. laureati in giurisprudenza, scienze politiche, psicologia et similia che puntano diretti ai concorsi cerchino anche altro.. per non parlare degli aspiranti insegnanti ad ogni livello...)

-finite le garanzia vita natural durante in settori in perdita o per mansioni a produttività zero (cfr. soprattutto gli amici del settore auto, ma anche gli sportellisti bancari, a tal proposito vedi piani di esubero per le principali banche...)

-finito il tempo dell'inglese scolastico e della piccola "patente informatica" come punte di diamante in un curriculum

-inutile sperare in una fantomatica ripresa economica e in una nuova epoca d'oro: lavoriamo considerando le attuali condizioni e non aspettiamo un nuovo Pantalone@ del terzo millennio

-L'esperienza vale quanto una laurea, spesso di più e come nella morra cinese laurea nei tempi + erasmus batte un 110 e lode; laurea in ingegneria megagalattica a 30 anni e zero esperienza vale meno di scienze delle merendine in tempo + esperienza e così via...

Lo so si tratta di buon senso, ma credetemi certe "ovvietà" ancora oggi tanto ovvie non sono...

Disclaimer: mi scuso per la banalità, ma mi riservo di approfondire meglio

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Jumpy

-scordiamoci le assunzioni nella PA (cfr. laureati in giurisprudenza, scienze politiche, psicologia et similia che puntano diretti ai concorsi cerchino anche altro.. per non parlare degli aspiranti insegnanti ad ogni livello...)

...mmm... si e no.

Nel senso che, per quel che noto tra amici e conoscenze:

Laurea in psicologia, scienze politiche, sociologia e via dicendo (il vasto e fumoso mondo delle scienze delle merendine) = Zero, se va di lusso si lavora per pochi euro e per qualche mese all'anno, ma comunemente vengono considerate anche al di sotto di un diploma, quelli che se la vedono meno peggio mi sembran i laureati in psicologia.

Concorsi nelle PA e nelle scuole: dipende dalla laurea, con le lauree di cui sopra la concorrenza è elevatissima ed i settori son saturi da quasi un decennio, ben diversa la situazione con una laurea tecnica (ingegneria, architettura, economia, ma anche giurisprudenza).

Aggiungerei:

Libere professioni: è sempre più difficile viver solo di questo (l'ideale sarebbe riuscire ad affiancarci uno stipendio fisso, anche part time per garantirsi almeno la sopravvivenza mese per mese), pagamenti sempre più in ritardo e sempre più bassi in proporzione alla mole di lavoro ed alle responsabilità (mi riferisco all'edilizia e al mondo della giurisprudenza in particolare, li conosco più da vicino), ci si trova a lavorare per 10-12 ore al giorno per pochi spiccioli.

Modificato da Jumpy
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Ethan_Hunt

% di laureati minore non significa niente.

Sulla seconda parte ci sarebbe tanto da (ri)dire, ma ora non ho veramente tempo.

Che significa non significa niente? All'estero escono più laureati che in Italia...Il medesimo problema c'è anche all'estero e quello che ho scritto significa non preoccuparti

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