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La sovranità monetaria, tanto invocata quanto sconosciuta!


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Disclaimer: io non sono un economista di professione e non ho (formalmente) studiato economia. Sono solo un appassionato che negli ultimi anni ha cercato di attingere a varie fonti mantendo sempre un approccio antiideologico. Puo’ essere benissimo che io scriva un mare di cazzate, quindi la verifica finale resta sempre alla capacità critica di chi legge.

Le fonti: generalmente cerco di documentarmi sulle questioni tecniche direttamente all’origine, ma leggo anche i blog complottisti per dare loro la possibilità del dubbio (che generalmente non meritano neanche).

Cos’è la sovranità monetaria

La sovranità monetaria è semplicemente la facoltà di emettere denaro (sotto qualsiasi forma, all’inizio erano monete d’oro, poi si è passati alle banconote e infine a numeri su un computer). Le modalità con le quali questa sovranità viene esercitata dipendono dai vincoli legislativi che vengono scelti per regolamentare le banche centrali.

E già qui si iniziano ad intravedere le prime sciocchezze del complottismo signoraggistico.

Ecco, dicono loro, dei soggetti completamente privati e fuori dal controllo del “popolo” premono un bottone su un computer e “puf” magicamente hanno un miliardo di euro da prestare e sul quale guadagnarci gli interessi.

Stupidaggine numero uno: essendo le modalità operative delle banche centrali regolate per legge (la Banca d’Italia risponde alle leggi dello Stato Italiano, la Banca Centrale Europea ai trattati dell’UE), sono per definizione completamente sotto il controllo dei governi democraticamente eletti.

Stupidaggine numero due: almeno la BCE, per “creare” un miliardo di euro da girare a qualche banca, prende in “ostaggio” titoli di quella banca per un ammontare che ritiene di pari valore. Nulla si crea, nulla si distrugge.

Ora c’è da fare un piccolo distinguo intellettuale. Siccome l’immissione di denaro è effettuata incamerando generalmente titoli di stato di pari valore (definito collaterale), c’è una differenza enorme tra accettare titoli di stato in emissione e titoli di stato posseduti da enti terzi (altre banche). I titoli di Stato in emissione (mercato primario) sono effettivamente creati dal nulla dallo Stato, quelli invece posseduti da terzi sono già nel circuito economico in equilibrio (mercato secondario).

E’ quindi evidente la differenza enorme tra Banche Centrali che accettano (meglio, in generale sono costrette ad accettare) collaterali in emissione diretta da quelle che non possono per statuto (la BCE per esempio). Nel primo caso, di fatto lo Stato puo’ emettere moneta indirettamente dal nulla; nel secondo, non puo’.

Ma fin qui i complottisti meno fanatici ci arrivano. Tuttavia l’atteggiamento rimane lo stesso, e il ragionamento tipico è “deve essere lo Stato a creare la moneta con regole politiche, perché lo Stato rappresenta il popolo e fa il bene del popolo”. Sostanzialmente affermano che la quantità di moneta circolante deve essere decisa con criteri politici, e non economici. Sarà… ma andiamo ad analizzare meglio le conseguenze di tale scelta nefanda con un esempio.

Attenzione, è solo un esempio paradossale quindi non ha senso attaccarsi all’esempio: cercate di capire solo quanto sia verosimile e astraete un poco.

Immaginiamo un Stato a caso (l’Italia), retto da un Presidente del Consiglio ampiamente supportato dal popolo (nelle ultime elezioni il suo partito ha ottenuto il 99% dei voti, un successo storico) e in totale assenza di conflitti di interessi (tipo Berlusconi, dai).

Questo Stato ha in precedenza emesso titoli pubblici, ha una certa massa di denaro in circolazione e ha un certo output economico (approssimiamolo con il famoso PIL).

Un giorno, il Berlusconi di turno si sveglia e decide che per il bene del paese occorre sovvenzionare con denaro pubblico un certo settore industriale (esempio i decoder per il digitale terrestre); la decisione saggia è presa perché suo figlio, casualmente proprietario dell’unica azienda che opera in quel settore, ha spiegato al padre i meravigliosi benefici dell’operazione per l’intera collettività.

Il Governo decide quindi di regalare un miliardo di fiorini all’azienda in questione… peccato pero’ che le casse dello Stato siano vuote e il miliardo non ci sia. Che si fa? Facile: lo Stato crea titoli di debito pubblico per un miliardo e cerca di collocarli sul mercato (insomma, cerca di prenderli a prestito).

Investitori e risparmiatori iniziano a valutare la richiesta, ma poi si imbattono in una clausola contrattuale: il miliardo verrà restituito solo ed esclusivamente il 31 febbraio 2020 (!). Un attimo perplessi, chiedono chiarimenti al Governo, ottenendo la seguente risposta: “è un refuso colpa della propaganda comunista e antidemocratica, il prestito è per il Popolo e in nome del Popolo, ora non stiamo a disquisire sui dettagli perché la situazione è grave ed urgente. Voi comprate questi titoli, sicuramente con una legge di correzione cambieremo la data dal 31 febbraio al 31 gennaio!”.

Siccome gli investitori e i risparmiatori non sono fessi, nessuno acquista nulla e lo Stato non riceve un centesimo.

Come prosegue ora la storia dipende solo dalle regole a cui è sottoposta la banca centrale di riferimento.

Con le regole vigenti in Italia prima del 1981 (anno del “divorzio” tra tesoro e banca centrale)

In questo caso al capo del Governo non resta che alzare il telefono, e chiamare il Governatore della Banca Centrale Italiana (che so, Renzo Bossi) imponendogli di stampare un miliardo e accettare il titolo farlocco come collaterale. Il cagnolino esegue, e un bel miliardo finisce nelle tasche di Berluschino figlio attraverso la sua azienda.

Peccato pero’ che essendo la capacità economica dello Stato assolutamente invariata, in prima approssimazione l’immissione di un miliardo creato su un titolo farlocco di fatto deprezza tutta la moneta già esistente (c’è piu’ moneta in giro a fronte di un “valore” economico totale invariato).

L’operazione di fatto sottrae 20 dalle tasche di ogni singolo cittadino per incanalarle verso il figlio del Presidente in questione (oltre che accollare alla collettività un debito, ma questa è un’invariante nei due scenari).

Con le regole vigenti oggi e che tanto ferocemente vengono attaccate (da chi? Magari dagli stessi che con le regole precedenti avrebbero dei vantaggi?)

Dal momento che la Banca Centrale non puo’ emettere il miliardo a fronte di un titolo in emissione diretta, al capo del Governo non rimane altra scelta che chiamare il suo amico presidente della Banca Distocazzo (privata) e imporgli l’acquisto del titolo. Se questo rifiuta gli fa una bella legge su misura per mandarlo in galera.

La Banca acquista, e il miliardo finisce ancora una volta nelle tasche del Berluschino.

Tuttavia questo costo non viene direttamente spalmato su tutta la collettività, perché non c’è un aumento di moneta…. Solo una perdita secca nei bilanci della Banca Distocazzo e un’entrata corrispondente in un’altra società.

In conclusione, dal momento che la classe politica è un’invariante (cioè si puo’ supporre che sia corrotta marcia senza speranza), voi volete anche ridargli la possibilità di battere moneta?

Guardate per esempio cosa successe nella Germania degli anni ’20:

http://it.wikipedia.org/wiki/Iperinflazione#L.27iperinflazione_weimariana

Una cosa ormai l’ho capita. In Economia non esistono cose giuste e cose sbagliate… ma decisioni opposte possono essere altrettanto valide, ma distribuire costi e benefici in modo differente tra i vari attori.

Ovviamente il mio è un esempio estremo per fare capire, e si potrebbe tranquillamente obiettare che con le stesse modalità descritte un Governo potrebbe aiutare i lavoratori in crisi invece di regalare soldi alle aziende di famiglia.

Si certo, potrebbe… ma ci sono tre problemi:

  • Di volontà: voi vedete all’orizzonte una classe politica all’altezza? Io no
  • Di numeri: il giochetto funzionerebbe se i “lavoratori in crisi” fossero chesso’ qualche decina di migliaia. Sarebbe allora ragionevole sottrarre qualche decina di euro a tutti gli altri per risollevare i pochi… peccato che ormai i “lavoratori in crisi” siano… TUTTI.
  • Di trasparenza: per farlo, non c’è affatto bisogno di avere in mano la politica monetaria, perché si puo’ semplicemente agire sul piano fiscale (tasso di piu’, e giro i soldi a chi mi pare). E’ evidente che in questo caso il Governo si espone e rischia i sassi in faccia, mentre agendo sulla subdola politica monetaria ottiene lo stesso risultato senza che la plebaglia se ne accorga…

A voi ora decidere come pensarla...

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Clock

Bhe da profano hai affrontanto la contrapposizione di due concetti sociali sul piano culturale-ideologico-politico.

In due parole individuo o collettività.

E' un problema mio, o anche tuo suo cioè della collettività ?

E' la contrapposizione Americana di Engel vs. Marx, è la contrappossizione sul piano economico di (Pseudo) discepoli di Keynes vs. Scuola di Chicago e Austriaca, in politica desta o sinistra... Intesa come centro, entrambi gli estremi sono per una politica economica collettiva...

Nella nostra società è l'individuo che deve fare e pagarsi tutto "self made man" , o è l'insieme della Società lo Stato che deve fornire servizi pagare scuola sanità Pensioni e partecipare in maniera primaria e sussidiaria nel sistema economico (perchè il lavoro è un diritto, avulso dal mercato) ?

Il Debito pubblico deve essere illimitato perchè deve essere il Creditore di tutti gli Enti Locali Imprese Pubblice di vario tipo di tutte le Imprese in fallimento e garentendo tenori di vita elevati (scorrellati dalla realtà economica). Come ? Aumentando le tasse le accise e altre entrate secondarie indirette dello Stato e cercando degli acquirenti (in Italia vengono chiamti Speculatori !!) sul mercato.

O il debito deve essere basso sotto stretto controllo o ridotto in proporzione ai valori economici-finanziari, con il principio cardine di tenere il più basso possibile il peso fiscale indiretto e diretto ai consociati/cittadini ?

E' creando Debito che si risolve una crisi ? Perchè è l'operatore/legislatore più potente affidabile e grande che ci sia sul mercato, e con il suo intervento emettendo debito da un lato facendolo comprare dalle Banche centrali dall'altro, ovvierà alla disoccupazione al Credit crunch agli operatori e soggetti della propria società in difficoltà o default imminente e prodcuerà crescita economica

O tagliando la spesa pubblica ? emettendo meno titoli di Stato e fare politica non economica ma immateriale fatta di riforme politiche e Culturali (soprattutto), senza evitare fallimenti di imprese e enti locali (regioni,comuni) e servizi municipalizzate, Asl, Università, Scuole, Aeroporti, porti ecco. I problemi individuali restano tali non vengono risolti finanziariamente dalla collettività.

E' il debito l'unica fonte di ricchezza e crescita economica ? O è l'innovazione fatto dentro il Parlamento e negli enti locali daglletti e fuori fatto dalle imprese dagli individui arricchendo costantemente le proprie conoscenze (nella scuola prima, da se stessi dopo) e impegnandosi nello sviluppo della propria attività professionale, e dai cittidani da cives nella societas chissà... in un'ipotetica Agorà.

E poi ?

e poi comunque diremo che la colpa è di Standard's and Poor, di Trichet di Draghi, di Cameron, del Componente Olandese Finaldese e Tedesco nel direttivo della BCE, e della Repubblica Crucca tutta...

La virtù è sempre mia... il demerito è sempre degli altri....

Chiedo scusa per gli errori e il parere implicito non neutrale espresso...

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Tony Montana

Discorso complesso...

Stupidaggine numero uno: essendo le modalità operative delle banche centrali regolate per legge (la Banca d’Italia risponde alle leggi dello Stato Italiano, la Banca Centrale Europea ai trattati dell’UE), sono per definizione completamente sotto il controllo dei governi democraticamente eletti.

Credo che debbano essere il più possibile indipendenti dai vari governi e poteri limitrofi. Piuttosto, oltre che ovviamente rispondere alle legge, seguono uno statuto; che dovrebbe delineare le linee guida per cui l'istituto è stato fondato.

L'Italia, come di norma, fa caso a sé: Bankitalia fu condannata per signoraggio (quello vero: click).

Ci sarebbe molto da dire, ma è un discorso che mi interessa sempre meno.

Se volete leggere un'opinione alternativa sensata, provate a cominciare da qui.

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  • 2 settimane dopo...
Hope

Ma mi chiedo perchè invece di perdere tempo su un forum non rendi pubbliche queste cose...risolveresti la crisi mondiale!

Uno come te che non si dimostra così accorto mi delude un po'...

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  • 1 mese dopo...
klaz

E' la contrapposizione Americana di Engel vs. Marx,

A cosa ti riferisci?

Modificato da klaz
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houndog

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Modificato da houndog
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houndog

http://www.brucialanotizia.it/2012/04/03/il-salvataggio-della-banca-nazionale-in-islanda/

Sebbene da una prospettiva storica e legale, gli avvenimenti in Islanda e Landsbanki abbiano un carattere estremamente recente, è possibile azzardarsi a trarre alcune lezioni basiche sui salvataggi bancari:

● In primo luogo, anche per una piccola isola nel Nord Atlantico è possibile adottare misure di carattere sovrano, in termini di annullamento di debiti e ristrutturazione del sistema finanziario, che proteggano la popolazione locale in pregiudizio degli interessi dei mercati finanziari. Non solo è possibile adottare queste misure, ma inoltre si può resistere alle pressioni e al conflitto con entità multilaterali internazionali che derivano da questa adozione.

● In secondo luogo, è fattibile rifiutare il principio stabilito a livello internazionale, nella recente crisi, che segnala che il cammino per il recupero passa per la socializzazione delle perdite generate dal sistema finanziario senza cambi nella gestione e nella struttura del sistema. Di fatto prendendo in considerazione i risultati ottenuti recentemente dall’Islanda confrontati con altri paesi della Euro zona, tale rifiuto è auspicabile.

● Terzo, è chiave contare su un grande consenso nazionale che permetta di far fronte sia alle pressioni internazionali che ai costi reali derivanti dal processo di riorganizzazione finanziaria. L’attiva partecipazione del popolo islandese attraverso referendum e costanti manifestazioni ha creato lo spazio per rifiutare i conti dell’Icesave e mantenere forti controlli di capitali malgrado le obiezioni dell’FMI.

● Per concludere, dati gli alti costi derivanti dal crollo di un sistema finanziario che è cresciuto senza controllo è preferibile implementare forti regolazioni che limitino la crescita di questo, piuttosto che aspettare la sua implosione e tentare di salvarlo. Ciò è particolarmente certo quando il settore diventa un multiplo della dimensione dell’economia. I costi possono raggiungere livelli proibitivi per l’economia nel suo complesso.

Noi invece andiamo nella direzione inversa.

Comunque non capisco perché vieni a parlare di queste cose in questo tipo di forum. Esistono forum piú consoni all'argomento

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la scelta tra default e salvataggio dipende anche da chi sono i creditori delle banche, nazionali (quindi chi vota e chi è ammanicato nei centri di potere) o internazionali...

poi una cosa è dare da mangiare a 300 mila abitanti, un'altra a 60 milioni ;)

loro sono più indipendenti sul fronte energetico... hanno una densità abitativa molto più bassa... anche se senza commercio dovrebbero campare a pesce e patate :D

secondo me sono due contesti troppo differenti per dire che loro hanno fatto meglio di noi...

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