Come si può imparare lo humor?

[Valmir [Partecipante] 444]

Interessante questa cosa...di solito com'è che si fa humor su se stessi? Non credo che bisogni ridicolizzarsi no?

Qualcuno potrebbe gentilmente tradurre quella parte in italiano?

E stato già tradotto, è in "Didattica della seduzione".

[Me stesso [Élite] 79]

Il 6/8/2012 alle 19:51 , LaScazzata ha scritto:

secondo me l'humor migliore è quello fatto su se stessi...

ricordo che il mio primo fidanzato era molto bravo in questo..e cosi quando mi raccontava fatti o scene che aveva vissuto e in cui io non c'ero mi faceva letteralmente sbellicare dalle risate.....più ridevo e più mi venivano gli occhi a cuoricino..che personaggio!!

puoi fare esempi di racconti ? Intendo soprattutto evidenziare gli elementi che ti appassionavano di cosa diceva ( ad esempio esagerazioni, come iniziava le frasi, suspence ecc.) L'humor è il mio tallone d'achille e voglio impararlo perchè sono stufo di intavolare discorsi ultra seri o all'opposto dire cose spropositate o battute che  non fanno ridere e solo ogni tanto riuscire a far ridere gli altri.

[penautbutter [Partecipante] 81]

Secondo me, tieniti lontano dall'umorismo Americano perché l'80% delle volte non fa ridere un italiano, ma neanche un americano che ha finito le medie. E quelli forti, sono materiale che potrebbe risultarti difficile Tipo Carlin, Hicks o Louis CK.

La cosa che funziona di più come diceva quella ragazza pochi post fa sono le storie su se stessi, quelle più sfigate e magari quelle più imbarazzanti, che se raccontate bene, non ti faranno praticamente mai passare per sfigato, specialmente se poi ci sai fare sul resto. Diventa un'epica della tua vita e di chi ha vissuto quelle cose con te. Puoi pure raccontare una cosa semplice, l'importante è trovare dove infilare un paradosso (ad esempio una descrizione) oppure di come vi sentivate, che funziona perché fa immedesimare l'altro/a. Bisogna sempre fare le giuste premesse perché senza di quelle non funziona il pezzo successivo. Sicuramente qualche amog magari le utilizzerà come arma per ridicolizzarvi, ma onestamente se poi ci sapete fare (e non parlo necessariamente di me), basta fare spallucce quando ci provano ed un sorriso e le cose crollano. La parte importante è trasmettere le proprie sensazioni e renderle agli altri, perché pure se fanno i fenomeni, le avrebbero provate tutti i presenti.

oltre al paradosso, che è sì importante, va approfondito il tempo comico. Ma ho letto anche che secondo gli altri te la cavi bene quindi forse già qualcosa ce l'hai. Oltre alle storie personali, credo che venga apprezzata molto l'improvvisazione e creare delle frasi o parole ricorrenti, prese da un discorso e poi riutilizzate all'occorrenza. Poi andando avanti con la conoscenza o il discorso, hai la possibilità di creare un linguaggio con la/le persone interessate che diventa solo vostro, e una parola può accendere ricordi, risate e reazioni divertenti, oltre che a creare intimità e complicità

Se ti capita, ascolta tutto quello che puoi registrato in radio dalla Gialappa, tipo i commenti di sanremo o del calcio e ascoltali per darti un'idea di cosa intendo

Evita le barzellette, per carità di dio.

un esempio

 

[kamus17 [Élite] 13]

Tutti possiamo trovare il nostro humor personale, dobbiamo solo essere in grado di riconoscerlo e svilupparlo. Noi per primi dobbiamo essere convinti della nostra battuta ed essere quindi i nostri primi spettatori, senza naturalmente scadere nel banale.

Non devi cadere nell'errore di svalutarti e quindi farti percepire come un giullare di corte, solo per strappare un sorriso. La battuta deve essere fulminea, spontanea, intelligente ma frutto di un tuo ragionamento.

Naturalmente ognuno di noi sviluppa uno humour differente legato al suo carattere (pensiamo al pagliaccio triste o al pagliaccio scemo) e noi dobbiamo essere in grado di riconoscerlo e trovare persone che gli si avvicinino, sia che chi si tratti attori, comici, amici, conoscenti.

Osservandoli capiremo cosa piace di più la gente e inizialmente potremo anche rubare qualcosina da rielaborarare poi  col tempo secondo il nostro spirito comico.