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Circuito di Autosabotaggio


pegasus333

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pegasus333

Non so se questo messaggio aderisca o meno a " fatti non pugnette " ma sono delle riflessioni che volevo condividere con voi.

Quello dell'autosabotaggio è secondo me un circuito emozionale del tutto inutile.

La natura ci ha dato alcuni circuiti emozionali: Percezione di un segnale---> Reazioni Biochimiche nel cervello e nel corpo--->Emozioni.

Questi circuiti benchè in gran parte residui di quando vivevamo nelle caverne, sono tuttora molto utili. Paura timore diffidenza ci possono salvare la vita.

Ma cosa accade se come dice Marianne Williamson abbiamo paura di RIUSCIRE in una cosa?

Molti di noi hanno il problema opposto alla paura di fallire anche se poi questo problema a volte porta al fallimento. Abbiamo paura di RIUSCIRE in una cosa e magari RIUSCIRE BENISSIMO. Vi è mai capitato di rendervi conto di star riuscendo inaspettatamente molto bene in una cosa e di autosabotarvi immediatamente dicendo NO è impossibile che ci stia riuscendo. Non so dare una spiegazione del perchè abbiamo il prettamente inutile circuito dell'autosabotaggio.

Potrebbe essere un residuo dei sentimenti di timore e diffidenza che sta volta riguarda una cosa che noi non conosciamo (il nostro SUCCESSO BRILLANTE) e di cui magari abbiamo paura di prendere le responsabilità, i pesi del potere e del successo sono fardelli difficili da tenere sulla groppa.

Allora magari c'è gente che è vissuta essendosi programmata a dire: "Oddio se prego che una cosa mi vada bene poi mi va sempre male" o "Le cose non mi vanno mai per il verso giusto". Affermazioni che rappresentano il miglior modo per far sì che l'inconscio si programmi realmente in maniera tale da seguire quei "suggerimenti". Gli inglesi le chiamano self-fulfilling prophecies(=profezie autorealizzantisi).

In ogni caso secondo me è proprio la capacità di non autosabotarsi che distingue le persone che rimangono nella storia da tutte le altre. Figuratevi se Alessandro Magno o Napoleone si fossero posti dei limiti. O se Berlusconi (perdontami la vicinanza di nomi) avesse detto: "NO non sono in grado di fondare un mio network televisivo privato concorrente al monopolio statale della RAI meglio che mando tutto a puttane".

O se Einstein si fosse detto: "Sono solo uno scienziato incompreso."

Il genio secondo me è chi impara le regole, le sconvolge, le riordina e detta le sue; ma ci voglion forza persistenza e volontà immense. In ogni caso è bello sapere che almeno è possibile.... :D

Ora queste riflessioni come possono passare da essere constatazioni a riflessioni costruttive? :D

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Spartacus
Figuratevi se Alessandro Magno o Napoleone si fossero posti dei limiti. O se Berlusconi (perdontami la vicinanza di nomi)

Effettivamente sento un po' di dissonanza.....

Credo proprio che le personalita' piu' audaci abbiano, come sostieni, delle armi in piu', tra cui quel briciolo di pazzia ed incoscenza atta a disinnescare uno o piu' meccanismi inibitori simili a quello che descrivi!

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prieras
Il genio secondo me è chi impara le regole, le sconvolge, le riordina e detta le sue; ma ci voglion forza persistenza e volontà immense. In ogni caso è bello sapere che almeno è possibile.... :D

o forse più semplicemente il genio è sregolatezza ed eccentricità.

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^X^
Quello dell'autosabotaggio è secondo me un circuito emozionale del tutto inutile.

...

Ma cosa accade se come dice Marianne Williamson abbiamo paura di RIUSCIRE in una cosa?

Ciao,

mi hai dato uno spunto di riflessione molto interessante: non posso dirti a cosa serva in generale il meccanismo dell'autosabotaggio, ma posso raccontarti perchè ogni tanto si innesca in me stesso.

Nel mio caso non è certo paura delle responsabilità o dei fardelli relativi.

Spesso io ho timore di riuscire perchè, secondo la mia esperienza pregressa, quando sei TROPPO bravo in qualcosa ti incanali in un vicolo cieco dal quale nel medio periodo non riesci più ad uscire.

Insomma sostanzialmente siccome da qualche anno non riesco più a predire l'andamento delle cose (troppa confusione e segnali contradditori), mi rifiuto di eccellere in una cosa solamente. Quindi spesso mi auto-saboto, accontentandomi dell'80% dei risultati potenziali con il 20% della fatica, e spostandomi ad esplorare strade nuove.

Il meccanismo in generale si può quindi effettivamente spiegare con il fatto che noi ricordiamo solamente i pochi che dedicando il 100% delle loro energie ad una cosa solamente, hanno poi avuto (casualmente) successo. Non ricordiamo invece i milioni di persone che hanno completamente sprecato la loro vita in rami secchi evolutivamente parlando.

Probabilmente quindi l'autosabotaggio serve a far si che gli individui diversifichino le loro esperienze il più possibile, al fine di poter far fronte ai cambiamenti casuali dell'ambiente intorno a loro...

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XAX
Non so se questo messaggio aderisca o meno a " fatti non pugnette " ma sono delle riflessioni che volevo condividere con voi.

Quello dell'autosabotaggio è secondo me un circuito emozionale del tutto inutile.

[...]

Ora queste riflessioni come possono passare da essere constatazioni a riflessioni costruttive? :D

Pensa che avevo iniziato a riflette su un argomento del genere.

Di questi "sentimenti" ne ho e ne ho avuti parecchi in vita mia e possono generare delle LMR anche in noi.

Non credo che esista un circuito dell' autosabotaggio inutile.

Esiste qualcosa di più complesso che si radica nel nostro istinto e che ci ha garantito la sopravvivenza fino ad oggi.

Pensa cosa accadrebbe se non avessimo paura di camminare sui cornicioni dei palazzi o se investissimo tutti i nostri soldi nelle avventure più imprevedibili.

Il loro compito è farci fermare a valutare tutti gli aspetti di una questione che riteniamo pericolosa.

A volte ci troviamo difronte a situazioni ogettivamente pericolose, altre no.

Ad esempio a me "non va" di andare un WE in montagna sulla neve.

Sicuramente non è la neve che mi sta antipatica ma, probabilmente, ritengo la guida con le catene su strada ghiacciata molto pericolosa.

Molta gente circola con le catene sulla neve, ma io non ho esperienza in merito e questo la rende pericolosa ai miei occhi.

Allo stesso modo, il cercare il *-close può essere visto come qualcosa di pericoloso se siamo stati educati a pensare alla reazione negativa dell'HB ed allo sputtanamento conseguente.

Anche qui è l'esperienza che insegna come disattivare quei meccanismi di protezione: forzandosi all'azione i primi tempi, poi diventa più facile farlo le volte successive.

E' come andare in bicicletta: io ci sono riuscito quasi subito, ma altri hanno una paura fottuta. Più si allenano, però, più gli passa la paura e più saranno stimolati a non rinunciare.

Non esistono emozioni pericolose, inutili, dannose, giuste o sbagliate.

L'insorgere di una emozione è qualcosa che non possiamo controllare.

Quello che possiamo fare è decidere quale sarà la nostra azione a seguito dell'emozione.

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superjhonny

A me è capitato di avere questo tipo di pensieri nello sport. Ho fatto un salto di categoria notevole (per tirarmela un po' sono andato a giocare in serie C :) ) e non sono mai riuscito ad esprimere il mio potenziale pienamente, perchè non mi ritenevo adatto alla situazione. Il peggio è che dopo una stagione passata in panchina a farmi le ossa, sono stato confermato per la stagione sucessiva, con un altro ruolo che mi garantiva la presenza costante in campo. Nonostante le ripetute conferme di mister e compagni non sono riuscito a lasciarmi alle spalle questi pensieri, che mi hanno portato ad abbandonare la squadra a fine anno, con disperazione del direttore tecnico che contava su di me. Adesso sarei in grado di gestire meglio la responsabilità affidatami...

Altro esempio: il mio wing. Questa sera non esce con me, Keener e Manux perchè non si sente all'altezza... Nonostante io abbia fatto street una sola volta in più di lui. Esempio di auto frustrazione... ad alto potenziale negatvo!!!

SJ

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XAX

Dimenticavo, a tal proposito vi consiglio la lettura del libro

L'intelligenza emotiva

Daniel Goleman

:)

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Spartacus
Allo stesso modo, il cercare il *-close può essere visto come qualcosa di pericoloso se siamo stati educati a pensare alla reazione negativa dell'HB ed allo sputtanamento conseguente.

Anche qui è l'esperienza che insegna come disattivare quei meccanismi di protezione: forzandosi all'azione i primi tempi, poi diventa più facile farlo le volte successive..

Ottimo.

Mi fai ricordare che in un passo di The Game l'amico Style cita come Mistery sostenga che tale inibizione sia una delle eredita' ancestrali dovute al fatto che l'uomo e' programmato per la vita tribale ed un potenziale rifiuto potrebbe esporlo all'emarginazione e all'ostracismo da parte di una societa' poco inquinata da 'mollezze psicologiche'.

Il discorso sembra funzionare; qualcuno ricorda se vi sono conferme o meno circa la validita' (etologica?) del meccanismo?

Ciao

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Azimuth

FMM

Pegasus sono d'accordo con te che ad attivare il circuito di autosabotaggio siano i pensieri limitanti. Se in un determinato campo non abbiamo mai raggiunto prima un successo non siamo in grado di visualizzarlo e diventa difficile cercare di raggiungerlo con tutta la determinazione possibile. Credo che la tecnica di alcuni sportivi per superare i propri limiti sia di immaginare in tutti i suoi particolari il giorno in cui raggiungeranno il primato per il quale si allenano, questo per creare un'immagine virtuale che possa motivarli. Detto questo credo che l'altro fattore che blocca di più nel raggiungimento di un pieno successo è la pigrizia, normalmente una volta arrivati i primi risultati ci si adagia e non si cerca più l'eccellenza. La vera paura è di investire ulteriori maggiori energie (tanta fatica) a fronte di una utilità marginale sempre più ridotta.

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Anthony Robbins nel libro "Come ottenere il meglio da se setessi e dagli altri" descrive come funzionano questi sistemi di autosabotaggio e li collega alla PNL per sconfiggerli. Ve lo consiglio

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