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"L'automiglioramento è masturbazione"


Pathfinder

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illuminista

E' grazie alla tua mente, ai tuoi ragionamenti sulla cosa, che la cosa è resa sconcertante...

cioé?

quello che volevo dire è che preferisco ci sia qualcosa dall'altra parte, piuttosto che finire nel nulla.

Ad ogni modo ho sempre pensato che ogni ragionamento in merito non porti da nessuna parte, meglio vivere e non pensarci ora, la risposta la avremo quando arriverà il momento. Se dovessi scegliere comunque..

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  • 3 mesi dopo...

Insomma, il se metacognitivo che osserva quello che fai e quello che pensi, e che per esempio riflette sulle tue scale di valori e sui condizionamenti che operano nel tuo pensiero e nelle tue azioni, deve farsi da parte e lasciare campo libero al se agente, che pensa e agisce secondo gli schemi percettivi di cui è schiavo, che pensa e agisce secondo i bisogni fisici e relazionali di cui è schiavo, innati o indotti, secondo le reazioni abitudinarie innate o apprese, secondo i riflessi condizionati, secondo la scala di valori che ha appreso, secondo la cultura che lo ha forgiato, secondo le credenze e le distorsioni cognitive che ha.

Questa sarebbe libertà.

Per molti lo è.

Non pensare alle conseguenze e fare ciò che si "vuole", per molti è libertà.

Il fatto è che ciò che si "vuole" è il risultato di una serie di condizionamenti che non si è voluti ne scelti.

Se non lo avesse previsto, avrebbe potuto bere con Caio tranquillamente, poi avrebbe improvvisato durante gli eventi.

Questi sono soltanto due livelli di consapevolezza del se agente, si rende conto di quello che accadrà e quindi deve operare una scelta, che deriva ed è filtrata dai suoi condizionamenti, o non se ne rende conto e quindi non è responsabile della decisione, ma opererà sul momento in base ai suoi condizionamenti.

A livello di consapevolezza metacognitiva, che osserva il proprio stesso pensiero, che nella frase è chiamata consapevolezza di se, c'è solo osservazione acritica del fatto che una data scelta deriva da certi bisogni indotti, da una certa cultura, da una certa convinzione.

Caro V molto interessante questo post.

Qual è la vera libertà secondo te?

Nel caso di Caio tu hai posto diverse ipotesi che puoi fare caio. Qual è la scelta più giusta?

Da quello che ho capito uno può avere più personalità ed a seconda della situazioni uno si comporta in una certa maniera (utilità). Come costruirsi da zero una personalità principale e che senti ti appartenga di più a te ,al di la se è accettata o meno.

Quali sono gli strumenti che più ti aiutano a conoscere te stesso?

Come crearne una vincente cioè una personalità che nella maggior parte degli ambienti viene portata senza cercare l’approvazione altrui?

R&S sta per stimolo risposta?

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ragzzi leggevo che ne parlavate prima..cos'è il trainig autogeno?è utile per cosa?

e comunque topic eccezzionale complimenti è un capolavoro?

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wall

La prima volta che leggo per intero un topic da 8 pagine, e soprattutto è una delle poche volte che qualcosa che leggo mi fa sentire strano, ho scalfito la prima sbarra!? no, per ora le ho solo intraviste....

Non posso che farvi i complimenti!

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cabeleira

Infatti. Come al solito i post di "V" ti tirano dentro come i dialoghi di Fincher, ma adesso la questione merita di essere approfondita. Cos'è che distruggi? Le tue abitudini? Le tue convinzioni? Ciò che eri portato ad essere? La differenza tanto importante tra ricostruire tutto da zero e dare la passata d'intonaco merita per me un'analisi più dettagliata che non una metafora affascinante. A discrezione di "V", ovvio.

P.S. Non avevo letto l'ultimo, che già è più chiarificatorio.

In Giappone esistono due termini per identificare il Vuoto.

Esiste il vuoto MU.

Esso è ciò a cui tende il praticante del Buddhismo Chan o Zen.

Prendendo coscienza che l'ego è capriccioso e che la mente chiacchiera tra se e se, il praticante dello Zen butta il bambino con l'acqua sporca.

Ottimo strumento per lavare il cervello ai Samurai e renderli perfetti burattini da combattimento.

Abbiamo questa idea romantica dei Samurai. L'ultimo Samurai ha fatto piangere anche me.

Ma la realtà che ci mostrano gli scavi archeologici è un'altra.

I samurai non erano di etnia Giapponese, ma Ainu.

Erano una sorta di immigrati. A loro veniva dato il pieno potere di vita o di morte sulla popolazione, ma non percepivano stipendio se non la spada e il riso per mangiare.

Per gioco provavano le spade sui contadini di passaggio.

Samurai significa "colui che serve".

Ottimi cani. Senza un "Io" da difendere, ma solo il desiderio di fare una morte onorevole per il loro padrone.

Per fare un paragone col mondo odierno, sarebbe come se in italia ai tunisini venisse data una pistola, nessuno stipendio, kebab a volontà e pieni poteri di fare quello che vogliono sui cittadini italiani a patto che si mantengano fedelissimi al sindaco.

Quando la nostra cultura, sempre piena di seghe mentali, ha incontrato il silenzio interiore dello Zen, ne è rimasta affascinata. Perché la mente è una sega mentale continua, tanto vale provare ad annullarla.

Per me no.

Per Jung No.

Per i Ninja storici No.

Esiste un altro concetto di Vuoto, ed è il vuoto KU.

Se il vuoto MU simboleggia l'assenza, come ad esempio un cesto vuoto è MU, o uno stipite senza la porta è MU MON, senza porta, KU simboleggia il potenziale. Vuoto di forma espressa.

Un cesto pieno di mattoncini LEGO è KU.

Con quei mattoncini puoi costruire un' astronave, un camion dei pompieri, un castello, un vascello dei pirati.

Ma non sei un castello, non sei un camion dei pompieri.

Le persone ricevono incoraggiamenti e punizioni durante la crescita. Da bambino vieni al mondo in mezzo a dei giganti che dettano delle regole e scopri che per avere affetto e protezione, quindi per sopravvivere, devi seguire le loro regole.

Insegnanti, genitori, televisione, ovunque ci sono giganti che sanno cosa è meglio per noi.

E noi ci troviamo ad essere un camioncino dei pompieri fatto coi lego, perché è la forma che ha riscosso maggior successo.

Addirittura ci identifichiamo, dicendo cose come io sono così, non sono così.

Ora...alcuni si accorgono che essere un camioncino dei pompieri ha alcuni punti deboli, per esempio non vola.

Allora inseguono il vuoto MU.

Buttano il camioncino e cercano di annullare la mente.

Oltre ad essere impossibile... e a questo proposito vi invito a guardare un monaco zen come si copre gli occhi davanti alla TV per non essere influenzato, perché certe cose sono possibili solo in cima ad un monastero o in una caserma di samurai, ma appena fuori tra la gente e immersi nel fango della vita... non reggono... oltre a non essere possibile è pure inutile.

Se l'ego è un bambino capriccioso, la soluzione sta nel farlo crescere e diventare uomo, non nel provare a sbarazzarsene.

Il camioncino dei pompieri scopre di essere diverso dal castello, dall'astronave... e di avere pregi e difetti.

Certo, può rinforzarsi invece di destrutturarsi, può anche mettere dell'attak tra i suoi mattoncini, ma questo lo rende soltanto ancora più tenacemente quello che gli altri hanno scelto per lui.

Può anche mettersi attaccate due ali, ma non sarà un'astronave, sarà un camion dei pompieri che svolazza goffamente.

Qualcuno non accetta le imposizioni esplicite ed implicite della società, e si mette a fare il ribelle.

Dice "col cazzo che faccio il camioncino dei pompieri! Io sono libero e quindi faccio il camioncino dei piromani!" Ma quale libertà...sta soltanto facendo il contrario di quello che gli hanno inculcato. Cioè la stessa cosa, sulla stessa linea.

Il vuoto KU significa destrutturare pezzo per pezzo la propria personalità, la propria identificazione nel camioncino dei pompieri e rimettere i mattoncini nel cesto.

A quel punto, di volta in volta, l'iniziato potrà scegliere di essere castello, camioncino dei pompieri, astronave, a seconda dei pro e dei contro di ogni formazione di situazione in situazione.

Un cesto pieno di mattoncini è vuoto KU, è vuoto di forma e pieno di potenziale da esprimere.

Altro esempio:

Il vuoto MU è l'assenza di luce. Noi lo chiamiamo Buio, ma il buio non esiste, non si può mettere del buio in una stanza. E' solo l'assenza della luce.

La luce bianca è il vuoto KU. Essa contiene tutti i colori ma li manifesta soltanto quando colpisce una superficie che vibri ad una data frequenza.

La luce bianca attraversa un prisma, come sapete, si divide nei 7 colori dell'arcobaleno più le relative sfumature intermedie.

A quel punto il verde si guarda e dice: ehi! io sono verde, sono diverso da te che sei indaco!

E questo è un primo passo.

Ad un livello di coscienza diverso, che alcuni chiamano superiore, il verde dice: ehi! io sono verde, tu sei indaco, quello è rosso...ma tutti insieme formiamo l'arcobaleno...volemose bene che il mondo è bello perché è vario...

Questa la chiamo la falsa illuminazione dei figli dei fiori.

Poi qualcuno.... smette di aver bisogno di identificarsi nel verde, fa un passo indietro invece che dieci in avanti, ripassa attraverso il prisma e torna ad essere la luce bianca, il cesto pieno di lego, il vuoto KU.

Egli ora può essere verde rosso, indaco, quel che vuole e quello che richiede la situazione.

Ma...esiste una debolezza anche per il Vuoto KU.

Ogni manifestazione dell'essere ha debolezze e bisogni.

Ma aver oltrepassato il prisma, aver toccato la pietra oscura, essere tornato Lupo...porta con se la debolezza della Vanità.

Strano che Vano significhi proprio Vuoto.

Il bisogno di piacere, di provare piacere, e la Vanità.

Se egli si sentirà un dio o comunque superiore agli altri....non sarà diverso dal meno arguto che è rimasto verde/camioncino dei pompieri/ciwawa.

Quello è il passo più difficile.

Essere "migliore" di molti altri e cercare ogni giorno di porsi ai loro piedi con umiltà, perché siamo tutti sulla stessa barca, e il Lupo è marionetta di Madre Natura quanto il ciwawa.

Non è un percorso indolore, non è un percorso che finisce e si prende la cintura nera, non ci sono medaglie da appuntare pubblicamente o gente che ti batte le mani.

Io l'ho chiamato La Via del Lupo, ormai da molti anni, da quando ne avevo 11 per l'esattezza.

Ma avergli dato un nome non mi autorizza a sentirmi padrone di un qualcosa che è proprio di ogni essere umano, coi suoi tempi, col suo passo, col suo sangue.

E non sono nemmeno arrivato in fondo. Ho solo una lanterna sulla schiena che illumina quello che ho già fatto, ma davanti a me ho il buio.

Quando Tyler Durden pronunciò quella frase....mi sentii meno solo in quel buio.

Come mantenere un certo stato mentale. Con i Miei valori, con la Mia visione del mondo. Più sicuro di me stesso meno insicuro con gli altri. ?

Tempo fa è iniziato un cambiamento in me. Devo dire che è stato molto faticoso arrivare anche solo a ragionare diversamente.

E' stato un vero sforzo. Ma ne sono soddisfatto.

Eppure ho notato che cambiare le mie abitudini è davvero difficile. E' difficile anche ora che ho capito il motivo per cui lo faccio.

Richiamare alla mente un idea nuova che abbatte le vecchie convinzioni e ti fa sentire "nuovo" non è sempre così semplice.

Per ora non ho letto alcun libro di crescita personale, mi sono basato sulle mie osservazioni.

Determinate convinzioni sembrano essersene andate,ma a volte ritornano. Ritorna lo "spleen" e mi sforzo di non abbattermi.

Non so davvero se sto puntando verso il MU o verso il KU.

So che quel che voglio è lontano ma sono determinato a raggiungerlo. Non parlo solo di carriera, donne. E' piu uno stato mentale.

Mi sono avvicinato alla PNL, mi piace. non per il suo "mistero", semplicemente perchè ti permette di esprimerti in modo più naturale.

A volte mi sembra di essere un battello in mezzo al mare. Non so dove vado, altre volte sono sicurissimo di me. Questo prima non mi era mai accaduto.

Non sei quello che fai. Lo fai e basta. Di questo sono stato sempre convintissimo, eppure ti devo dire che è difficile pensarlo in un mondo in cui la gente parla solo per il ruolo che assume.

Il mio mestiere certamente non mi avvantaggia in questo senso. Sono tutto il giorno a contatto con gente che definire "pomposa" è un eufemismo.

Ognuno è fatto a modo suo. Questo fatto lo rispetto, a volte però eccedo a tal punto nel rispettarlo che mi lascio schiacciare dal "modo" degli altri.

Dentro di me mi imbestialisco e mi dico avresti dovuto reagire in un altro modo. non è questo che pensi , eppure.....

Modificato da cabeleira
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Non avevo letto la parte del vuoto MU e KU.

È buffo perché ho passato gli ultimi 3-4 anni della mia vita in paranoia per la mia identità.

Ogni giorno mi vesto e penso:"Ecco, ho un aspetto X quando io sono XYZ" Eppure non posso avere l'aspetto XYZ."

Ho una relazione con una ragazza, poi con un'altra. Sono due persone diverse.

Comunque mi muova sento di non poter esprimere pienamente il mio ME, ha troppe sfaccettature, troppo diverse.

Qualcuno mi considera una persona fredda, molto dura e forte; altri uno molto sensibile, un donnaiolo, un romantico;

altri ancora uno piuttosto nella norma che ama cazzeggiare e fa quel che fanno tutti i ragazzi; ancora qualcuno mi

crede una persona brillante, anticonformista, desideroso di dibattiti interessanti e costruttivi.

Poi mi sono convinto che in fondo non era una brutta notizia, perché non mi ritrovavo costretto dalla mia identità.

Perché non dovevo provare senso di colpa se nella parte del duro e forte scoppiavo a piangere per una donna a casa.

Ed ecco dove sono ora, credo che la mia identità sia il mio potenziale, e in un certo senso non ha un inizio e una fine,

perché ogni esperienza arricchisce il mio potenziale e demolisce qualcos'altro.

Però Aivia se devo esser sincero non mi sento esattamente un Dio o qualcosa di potente, anzi direi che mi sento in mezzo

ad un gran puttanaio, un cazzo di Limbo dove nulla ha senso, nulla è certo, nulla è per sempre, e tutto dipende da Me,

o meglio dal mio potenziale e da come decido di esprimerlo, di volta in volta. Avessi dei valori certi per esprimere verso un

determinato "bene" il mio potenziale, sarebbe un po' più semplice, invece sono sempre perso nel limbo.

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dickinson1

Comunque mi muova sento di non poter esprimere pienamente il mio ME, ha troppe sfaccettature, troppo diverse.

Qualcuno mi considera una persona fredda, molto dura e forte; altri uno molto sensibile, un donnaiolo, un romantico;

altri ancora uno piuttosto nella norma che ama cazzeggiare e fa quel che fanno tutti i ragazzi; ancora qualcuno mi

crede una persona brillante, anticonformista, desideroso di dibattiti interessanti e costruttivi.

l'importante sarebbe non farsi condizionare da come ci vedono gli altri.

Che sia positivo o negativo.

Sembra una cosa assurda detta cosi,ma basta rifletterci un attimo.

Se un amico ci vede come un ragazzo sempre pieno di energie e felice, al primo momento in cui gli sembreremo giu' di tono

si sentira' sorpreso e ce lo rinfaccera'.

Per chi ci vede inaddatti a fare una tal cosa avra' sempre questa idea a tal punto da farci credere veramente di non riuscire a farla.

Il difficile e' proprio non dare troppo peso a quello che pensano gli altri

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l'importante sarebbe non farsi condizionare da come ci vedono gli altri.

Che sia positivo o negativo.

Sembra una cosa assurda detta cosi,ma basta rifletterci un attimo.

Se un amico ci vede come un ragazzo sempre pieno di energie e felice, al primo momento in cui gli sembreremo giu' di tono

si sentira' sorpreso e ce lo rinfaccera'.

Per chi ci vede inaddatti a fare una tal cosa avra' sempre questa idea a tal punto da farci credere veramente di non riuscire a farla.

Il difficile e' proprio non dare troppo peso a quello che pensano gli altri

Siamo d'accordo su questo, però stabilendo il fatto che non puoi non esprimere te stesso agli altri, il problema resta.

EDIT: non dare peso a ciò che pensano gli altri non è così tanto universale come frase, perché se ti trovi con 10 persone che credono tu sia un assassino, puoi finire linciato.

Non basare la tua immagine sugli altri è differente, come non base la tua autostima, i tuoi valori e le tue ideologie sugli altri.

Modificato da Drugo94
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cabeleira

Non mi faro' appiccicare le vostre etichette. cit.Sartre

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toniosss

Secondo la mia modestissima opinione avete travisato il significa

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