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Lavoro, pesanti aspettative e libertà di scelta.


Desmos

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Desmos

Ho delle serie perplessità riguardo quello che è il mercato del lavoro di oggi. Quindi vorrei qualche delucidazione.

Sarà che vivo in una cittadina del Sud di circa 70.000 abitanti, ma qui non si ha idea di cosa sia il mondo lì fuori.

Chiedete a un giovane studente cosa sa del mondo del lavoro...zero. La scuola ti insegna la grammatica, la storia, i calcoli, la biologia, lingue più o meno morte, ma non prepara assolutamente per il mercato del lavoro.

"Ma la scuola prepara per l'università" direbbero alcuni.

E, se non hai una chiara visione del mondo del lavoro, potrai mai sapere quali sono le tue intenzioni all'università?

Sono figlio di una famiglia borghese abbastanza agiata, e sento tutto il peso dell'aspettativa su di me.

Pare che per tutti i figli di famiglie benestanti le opzioni di vita siano:

-Medicina

-Ingegneria

-Medicina

-Giurisprudenza

-Medicina

-Economia

-Medicina

-Medicina

Quante persone dicono "farò Ingegneria o Economia" e poi non sanno assolutamente nulla di quale sarà il loro lavoro, o odiano la matematica e i calcoli? Lo dicono perché sono facoltà gettonate, perché tutti ci vanno, perché ne hanno sentito parlare.

Ingegneria? Nessuno a parte un ingegnere sa cosa vuol dire, si sa soltanto che si "progettano cose", poi uno ti dice "sì, farò Ingegneria" ma non sa DI COSA.

Medicina...okay, io capisco che molte persone ambiscano a fare i medici. C'è lavoro. Ci sono soldi. E le persone vanno sempre dove ci sono soldi. Gli aspiranti medici però sono per lo più quelli che il problema "futuro" non se lo vogliono porre proprio, e scelgono la facoltà più scontata. Ma vai a farli 8 anni (e più) di studio in materie complesse senza la passione per quello che studi! E poi quanti medici sono rudi, non sanno trattare i pazienti, quando un medico dovrebbe innanzitutto essere umano?

Quello che ho detto finora non è astrazione, è l'insieme delle testimonianze dirette di molti miei coetanei, un insieme delle loro risposte alla domanda "Hai deciso cosa farai da grande?"

Il fatto è che quelli elencati sono lavori socialmente prestigiosi, accettati, quelli che ti danno il titolo prima del nome "Dottor..Ingegnere...Avvocato.."

I lavori manuali sono sminuiti un sacco, lo sappiamo tutti.

E tutti gli altri lavori possibili sono semplicemente sconosciuti alla fascia di 50enni che sono i nostri genitori (intendo la mia generazione).

Un genitore non lo ammetterà MAI, ma il motivo per cui ha sempre spinto il figlio a fare medicina è per l'orgoglio di poter dire "Sì, mio figlio è primario del reparto chirurgia bla bla bla".

In parte questa situazione si ha anche perché alla fine una persona comune secondo me ragiona così:

-"Non ho miei obbiettivi, voglio semplicemente fare quello che fanno tutti: laurea e lavoro scontati giusto per farmi uno stipendio, dopo la laurea metto la testa a posto e mi faccio una moglie e due mutui a 25 anni."

Dunque sceglie un indirizzo in base al reddito futuro e a ciò che fanno tutti.

...E se vi dicessi che io non sono interessato a fare 20.000€ al mese? Che non voglio studiare per 5 anni di università una materia che non mi piace solo per poter andare a campare nel formicaio insieme a tutti gli altri? Che preferisco anche uno stipendio non al top ma fare qualcosa che ho scelto? E' davvero eresia come me la fan sembrare tutti?

Da sempre sono stato uno studente modello, sono stato abituato ad esserlo. Ma la biologia, la chimica e la matematica (le materie FONDAMENTALI) le studio con una difficoltà abissale, e per prendere un buon voto devo faticare molto più di altri, perché non mi attirano per niente, non si "incastrano" col mio cervello. Però lo faccio lo stesso.

E se ora già mi sta antipatico, come potrò sopportare 5 anni di matematica e fisica avanzatissime in Ingegneria? O studiare ogni reazione chimica all'interno del corpo umano?

Non mi ci vedo a fare il medico, non mi ci vedo a trattare dei pazienti ecc...però mi pagherebbero. Dunque? Ecco il dilemma.

Come ho già detto in un thread precedente, ho la passione per il disegno, la grafica, ma il fumettista o l'animatore sono lavori fuori dal comune, è difficile persino acquisire informazioni a riguardo. Il settore della grafica pubblicitaria e marketing è anche intrigante, ma...

"Il grafico poi è un lavoro inadatto alla tua intelligenza. Il talento lo puoi avere come hobby, ma con i tuoi voti devi ambire a qualcosa di più", ecco cosa mi hanno detto i miei. Dovrei fare come dicono loro? Eppure, a che costo?

Se, come dicono, la vita è sacrificio assoluto, è fare la maggior parte delle cose controvoglia, se è vero che si vive solo per lavorare, allora so di non voler vivere così.

O forse sono io arrogante, presuntuoso, e in questo tempo di crisi dovrei lasciare da parte questo gran pippone mentale e pensare a studiare ciò che più mi conviene, con la coda tra le gambe? Non ci capisco davvero più nulla.

Modificato da Desmos
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Winton

Uno a 17 anni non sa ancora cosa vuole fare non che a 25/26 sia meglio, le esperienze future ti orientano sul cosa ti piacera. Da fuori qualcosa ti potra sembrare molto interessante quando ci entri lo trovi noioso ecc

Hai elecanto universita diametralmente diverse e con sbocchi diverse ad es medicina è tosta come mole di studio e come costanza 6 anni per la laurea se sei perfetto con i tempi conta 7 almeno e poi dai +2 ai +6 di specialistica a seconda della media, deve piacerti l'ambiente e un po devi esserci portato, veder sangue, situazioni al limite ecc.Medicina spazia in diversi ambiti dalla chirurgia, al medico di base al cardiologo, endocrinologo ecc. Puoi orientarti verso la libera professione dentista ecc

La scelta dell università è qualcosa di personale e dovresti cercare un connubio tra cosa ti piacerebbe fare con gli sbocchi futuri a cui punti. Sconsiglierei ambiti quali lettere, ecc. Se sei orientato verso le aziende ingegneria, o facolta scientifiche sono molto spendibili, fisici e matematici sono anche inseriti nelle banche come trader o nel risk!! Ho letto di un trader qua sopra che ha fatto fisica. Qualora odiassi l'ambito tecnico, con un master ti apri le porte e con un percorso tecnico scientifico passare verso ambiti economici è facile magari un po dispendioso ed avrai una visione globale. Se vuoi la vita facile scegli economia ma cerca di portare un voto medio alto rispettando i tempi.

Se hai possibilita muoviti verso facolta prestigiose, laurearti in qualche remota universita piuttosto che sparo nomi a caso Cattolica, o al Polimi ecc fa una certa differenza sia come preparazione sia come livello di docenti. Informati qual'è la migliore e vacci

Nella vita si puo aver successo e fare $$ senza aver un diploma, lo si vede anche al lavoro certi commerciali guadagnano molto di piu di certi tecnici con lodi e phd.O centri imprenditori, o imprese edili e nell immobiliare. Ma il percorso accademico ti aiuta ad entrare in certi ambienti aziendali, che col solo diploma difficilmente entri, italiani ed esteri. Ora molte aziende per assumerti come junior manco ti considerano se disponi solo di una triennale !!!..

Come dice qualcuno perche dovrei insegnare ad un gallo ad arrampicarsi sugli alberi quando potrei prendere uno scoiattolo!!

Pensa ad un settore o ruolo che ti piacerebbe fare, e scopri il percorso di studi e non che dovresti fare per raggiungerlo, cercando se possibile di tenerti una via di uscita

Modificato da Winton
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  • 2 settimane dopo...
FabryLove

Trovo un 50% di veridicità in quel che dici tu e in quel che dicono i tuoi.

Per quanto riguarda te Desmos dovresti stare attento a quello che ti piace e non ti piace, difficile da stabilirsi ora. Facile anche che studi grafica, ma successivamente il lavoro che svolgerai sarà poco appagante, poco remunerativo e insoddisfacente. O peggio ancora non troverai proprio lavoro nel campo. Devi essere versatile, fossi in te sceglierei una qualsiasi laurea (tanto sono tutte sputtanate ormai) ma accetterei qualsiasi posto di lavoro "buono" anche diverso da ciò che ho studiato.

Per i tuoi, quel modello mentale del "devi ambire di piu" è ormai piu che superato. Per avere successo ci vuole culo, furbizia e tante altre variabili che lo studio da solo non basta. Siamo strapieni di medici, infermieri, avvocati, economisti, psicologi. L'ITALIA NON SA PIU CHE FARSENE.

Poi se sei raccomandato e saresti inserito facilmente in qualche modo nel mondo del lavoro, questo è un altro discorso :)

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Denn

Infatti dovresti fare ciò che ami, non ciò che altri vogliono tu faccia. Fossi in te diventerei un esperto di programmi come photoshop, sony vegas etc, pagano veramente tanto (ovviamente se si è bravi), e rientra nella tua passione per la grafica

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Desmos

Per rispondere a Fabry, non è quello che intendo fare precisamente come lavoro, ma non ha più importanza.

Riguardo il settore che avevo detto prima, ho capito che non è la via che voglio percorrere, mercificare una passione, uno svago, lo vedo limitante, e poi non rappresenterebbe una sfida intellettuale abbastanza alta.

Ultimamente mi sono confrontato con un po' di persone colte e inserite in alti contesti lavorativi, e tutti hanno concordato su questi punti:

1) Alla base di tutto c'è l'analisi del mercato, per identificare la richiesta.

2) La richiesta non è attuale, ma deve guardare al futuro, in un raggio che va dai 10 fino ai 20 anni e oltre. Ad esempio, la medicina incomincia ora a perdere la sua convenienza, in quanto in futuro molto sarà automatizzato, la medicina più potente e semplice ecc..

3) L'importanza dunque di non immettersi in mercati saturi a meno che tu non abbia tutte le carte giuste per spiccare.

4) Conciliare il lavoro in base a quello che ti piace, che in fin dei conti equivale a quello che sai fare meglio, ovvero quello che puoi meglio offrire.

5) Mai fermarsi. "Se rimani fin da giovane in un'azienda per 5-6 anni, senza aumenti, promozioni, senza desiderio di andartene, per l'azienda sarai solo questo: nient'altro che un uomo seduto"

6) L'inglese deve essere scontato, impara a parlare mediamente in una terza lingua.

Condividete questi argomenti?

Una vecchia amica, che nei suoi 50 anni ha lavorato in alti contesti girando il mondo intero, parlando di tutto ciò mi ha consigliato il Marketing Management. In effetti l'inglese non è un problema, e non aveva torto nel dire che sono portato per la materia: si tratta di capire/creare i bisogni della gente/mercato, e pianificare il modo migliore per vendere e diffondere valore.

Come università d'eccellenza in questo settore mi è stata consigliata la Bocconi.

Che dire, avendo genitori commercianti e avendoli sempre ammirati all'opera, mi intriga davvero tanto.

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patrizio

Per rispondere a Fabry, non è quello che intendo fare precisamente come lavoro, ma non ha più importanza.

Riguardo il settore che avevo detto prima, ho capito che non è la via che voglio percorrere, mercificare una passione, uno svago, lo vedo limitante, e poi non rappresenterebbe una sfida intellettuale abbastanza alta.

Ultimamente mi sono confrontato con un po' di persone colte e inserite in alti contesti lavorativi, e tutti hanno concordato su questi punti:

1) Alla base di tutto c'è l'analisi del mercato, per identificare la richiesta.

2) La richiesta non è attuale, ma deve guardare al futuro, in un raggio che va dai 10 fino ai 20 anni e oltre. Ad esempio, la medicina incomincia ora a perdere la sua convenienza, in quanto in futuro molto sarà automatizzato, la medicina più potente e semplice ecc..

3) L'importanza dunque di non immettersi in mercati saturi a meno che tu non abbia tutte le carte giuste per spiccare.

4) Conciliare il lavoro in base a quello che ti piace, che in fin dei conti equivale a quello che sai fare meglio, ovvero quello che puoi meglio offrire.

5) Mai fermarsi. "Se rimani fin da giovane in un'azienda per 5-6 anni, senza aumenti, promozioni, senza desiderio di andartene, per l'azienda sarai solo questo: nient'altro che un uomo seduto"

6) L'inglese deve essere scontato, impara a parlare mediamente in una terza lingua.

Condividete questi argomenti?

Una vecchia amica, che nei suoi 50 anni ha lavorato in alti contesti girando il mondo intero, parlando di tutto ciò mi ha consigliato il Marketing Management. In effetti l'inglese non è un problema, e non aveva torto nel dire che sono portato per la materia: si tratta di capire/creare i bisogni della gente/mercato, e pianificare il modo migliore per vendere e diffondere valore.

Come università d'eccellenza in questo settore mi è stata consigliata la Bocconi.

Che dire, avendo genitori commercianti e avendoli sempre ammirati all'opera, mi intriga davvero tanto.

Complimenti messaggio molto interessante.

Non pensi che nell'analisi dei trend futuri ci sia una forte componente ineliminabile di fortuna?

Immagina due commercianti nel 1995,uno vuole investire in un negozio di telefonini e servizi di società telefoniche mobili,l'altro con una videoteca...

Entrambi potevano avere ragione solo che l'ultimo ha prima visto la concorrenza di Blockbuster e poi la concorrenza che ha distrutto il suo settore,cioè Internet ed i film online che ha fatto fallire da un pò anche Blockbuster...

Il primo invece oltre ad aver fatto gran soldi probabilmente tira a campare con alterne fortune ancora oggi...

Facile a posteriori dire che quello coi telefonini era più bravo/previdente di quello con la videoteca...

Modificato da patrizio
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Desmos

Bha io non credo che la fortuna vada tenuta in conto nei nostri progetti. E' un elemento che c'è, è presente, e agisce sempre con alterni risultati, spesso può distruggere tutto quello che fai. E allora? Per paura del caso non agisci? Machiavelli diceva che la fortuna è come un fiume in piena, e che l'uomo veramente grande è chi sa porre gli argini alla fortuna con un giusto mix di cultura, intuito e coraggio. La fortuna la devi sfidare, solo così si va avanti.

Entrambi hanno fatto la scelta che pareva loro più giusta. Ovviamente se le cose ti vanno male, devi avere il fiuto di accorgertene prima del fallimento dell'attività e provare a muoverti verso alternative più proficue, per quanto possa essere difficoltoso.

Per farti un esempio terra terra, una paninoteca vicino casa mia non stava andando granché bene, così il proprietario ha levato le tende, venduto l'attività e si è aperto una pizzeria nelle isole Canarie, l'altra volta è tornato qui dai parenti e mi dice che gli affari ora gli vanno bene.

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patrizio

Bha io non credo che la fortuna vada tenuta in conto nei nostri progetti. E' un elemento che c'è, è presente, e agisce sempre con alterni risultati, spesso può distruggere tutto quello che fai. E allora? Per paura del caso non agisci? Machiavelli diceva che la fortuna è come un fiume in piena, e che l'uomo veramente grande è chi sa porre gli argini alla fortuna con un giusto mix di cultura, intuito e coraggio. La fortuna la devi sfidare, solo così si va avanti.

Entrambi hanno fatto la scelta che pareva loro più giusta. Ovviamente se le cose ti vanno male, devi avere il fiuto di accorgertene prima del fallimento dell'attività e provare a muoverti verso alternative più proficue, per quanto possa essere difficoltoso.

Per farti un esempio terra terra, una paninoteca vicino casa mia non stava andando granché bene, così il proprietario ha levato le tende, venduto l'attività e si è aperto una pizzeria nelle isole Canarie, l'altra volta è tornato qui dai parenti e mi dice che gli affari ora gli vanno bene.

E' qui che volevo arrivare.

E' un pò il concetto di stop-loss in borsa,taglia le perdite ed indirizzati verso altro.

"1) Alla base di tutto c'è l'analisi del mercato, per identificare la richiesta.

2) La richiesta non è attuale, ma deve guardare al futuro, in un raggio che va dai 10 fino ai 20 anni e oltre. Ad esempio, la medicina incomincia ora a perdere la sua convenienza, in quanto in futuro molto sarà automatizzato, la medicina più potente e semplice ecc.."

Io ti contestavo il guardare al futuro,in un'ottica addirittura ventennale.

Vai a guardarti i report di previsioni economiche del 2011 per il 2012 e confrontalo con quello che è successo.

Ti accorgerai che quasi nulla si è verificato,a confermare la fallacità delle previsioni annuali,figurarti di più anni.

Perciò è quello che scrivi dopo che per me è fondamentale,cioè in un mondo così veloce e mutevole,è una caratteristica fondamentale la flessibilità e la capacità di re-inventarsi.

Poi ci sono altri fattori,è da vedere se il tuo amico è padre di famiglia,dubito sarebbe stato così semplice lasciare il tutto e trasferirsi...

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Desmos

Ho capito il tuo punto, la fortuna c'è e l'ho anche detto, e poi prevedere i trend futuri a 18 anni la vedo dura (purtroppo).

Flessibilità è la parola d'ordine, concordo.

PS: Sì il mio amico è padre di famiglia, il figlio è piccolo ma lo ha fatto anche per dargli un futuro migliore.

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Winton

Al momento quali sono le tuee idee?

le analisi di mercato hanno peso maggiore da che settore ti trovi, sbagliare o andar contro tendenza nel settore hitech rischi il fallimento, vedi nokia, polaroid, kodak ecc

Un analisi sbagliata nell' alimentare o nella chimica di base non è mai morto nessuno.

La prossima batosta sara sui libri stampati vediamo in quanto penetrano in italia.

Altro che vent'anni veder lontano di 5 anni è gia tanto!!!

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