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La scuola


F.P

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La scuola provoca dolore. La scuola, così com'è strutturata, genera sofferenza.

Dopo innumerevoli esperienze, sono giunto a questa conclusione.

Ci sono eccezioni, ma la regola è questa: più ci si impegna, più si investono tempo ed energie, più si soffre.

Io sto male. Molto.

Gli insegnanti sono, nella maggior parte dei casi, svogliati. I loro occhi non brillano di amore per quello che insegnano, non c'è passione, e senza quella non c'è niente.

E' totalmente assenza la volontà di trasmettere le proprie conoscenze. La scuola non è un ambiente culturale attivo, non c'è dialogo, discussione costruttiva. E' un ambiente (non posso dire che è culturale, perchè mi vergognerei di me stesso) in cui si va per subire in maniera totalmente passiva.

Il modo in cui vengono insegnate le materie è folle. Ci si è dimenticati che materie come la matematica, la fisica, la biologia sono nate per spiegare problemi reali, per rispondere a domande concrete.

Io non posso accettare di studiare A MEMORIA teoremi di matematica senza applicarli, senza capire a che cosa servono.

Non posso accettare di studiare definizioni in fisica, solo ed esclusivamente definizioni, una dopo l'altra. E poi ancora. Per anni.

NON POSSO.

Quasi nessuno di voi mi capirà. Ma io piango dalla rabbia.

Piango.

Vi racconto la mia storia. E' una storia di tristezza, dolore e rabbia. Tanta rabbia. Davvero tanta.

A causa di una chiusura in me stesso, sin dal primo anno mi sono buttato nello studio, sempre di più. Io frequento il liceo classico, ormai sono all'ultimo anno. Imparare era il mio unico scopo, in quel periodo non avevo altro.

E sin da allora sono cominciate le pressioni sociali: gli insegnanti, i genitori. I genitori che erano molto molto soddisfatti dei voti. Loro che se prendevo un voto leggermente inferiore allo standard mi dicevano che andava bene così, ma concludevano sempre con una domanda: "perchè?".

Una domanda che mi faceva sprofondare nello sconforto.

Gli insegnanti, fieri del loro alunno modello, in alcune materie unico. Gli insegnanti, che diedero a me il loro primo dieci della carriera. Gli insegnanti che durante l'anno mi elogiavano, ma allo stesso tempo mi mettevano sempre più sotto pressione per mantenere i miei livelli.

Arrivai alla fine del primo anno con una media altissima, ma a metà maggio mi esaurii. Le forze erano finite completamente, e nemmeno la forza di volontà poteva far qualcosa, ormai. Cominciai a mancare sempre di più e lì incontrai l'insegnante più buona e comprensibile che abbia mai conosciuto. L'Insegnante, che mi ha trattato come una persona, non come un numero. Lei capì, e i miei nove rimasero tali anche in pagella, in latino e greco. In altre materie non furono così comprensibili, ma alla fine conclusi con una media dell' 8.75.

Quei mesi di studio furono così stancanti che non posso definirli a parole, ero retto da una volontà incrollabile, e mi permisero di amare latino e greco. Amare. Mi diedero la possibilità di capire, di essere grande.

Il secondo anno lo cominciai ancora con più grinta del precedente, e cominciai ad andare così bene come mai nessun altro. Presi così tanti dieci da perdere il conto. Amavo latino e greco, non erano un dovere, erano una passione. Fu faticoso, molto. Ma, anche se subii delle ingiustizie, finii l'anno con una media del 9.7.

Ero il più bravo della scuola. Ero il migliore.

Entrai quindi al liceo, gli ultimi tre anni del classico, professori nuovi e inizio dell'acquisizione dei crediti. La stanchezza accumulata negli anni precedenti si sentiva, non ero più così lucido e pieno di energia, anche perchè non avevo vita sociale, mi sentivo inadeguato da quel punto di vista, ma avevo la forza di volontà. Studiai, studiai. Prendevo tanti di quei voti fantastici che riuscivo ogni giorno a trovare la forza per studiare, per aprire i libri e girare una pagina, e un'altra ancora. Arrivò la fine dell'anno, la mia media doveva essere come quella dell'anno precedente ma qualcosa andò storto. Ma.

A fine maggio non riuscii più a leggere una riga, di nuovo non ce la facevo più. Andava oltre le mie forze, non ci riuscivo. Non andai a scuola per circa una settimana, saltando un paio di compiti in classe su un paio di argomenti spiegati in modo sbrigativo e frettoloso nelle ultime due settimane. Ma ormai era giugno, gli insegnanti mi conoscevano. Come potevo non prendere dieci in chimica? Avevo preso solo dieci meno meno, dieci meno, dieci, dieci, un solo nove e mezzo in tutto l'anno e per giunta nel primo quadrimestre. Come poteva privarmi di un voto che era mio? Il penultimo giorno di scuola mi chiamarono a casa e mi dissero che avevano contato le assenze (che erano comunque meno della metà di quelle possibili) e che per mettermi dieci in condotta avevano bisogno di un certificato medico che giustificasse le mie assenze di giugno, in modo da poterle non conteggiare. Feci uno sforzo immane, andai dal medico e l'ultimo giorno di scuola glielo portai.

"Hai fatto bene, bravo". Così mi dissero.

Dopo qualche giorno tornai in quel luogo oscuro, ormai non riesco a pensarlo e definirlo in altri termini. I voti, dovevo andare a vederli.

Guardai. Ed ebbi un colpo al cuore. Numero dopo numero si accumulavano ingiustizie su ingiusitizie, valutazione dopo valutazione vedevo i miei voti distrutti, gli sforzi di un anno intero buttati al vento. Gli sforzi della mia VITA. Perchè allora non avevo altro. Ebbi la media dell' 8.9, a un solo decimo dalla media del 9, necessaria per avere il massimo dei crediti. Mi furono abbassati i voti di latino, greco, chimica e italiano, i primi tre diventati 9, l'altro 8. Ma non solo, nonostante tutte queste ingiustizie ce l'avrei fatta, però il voto di condotta era 8. Io leggevo 8 e non mi capacitavo. Ricontrollavo per essere sicuro di non aver sbagliato riga, eppure era così. Otto.

Dentro di me esplose una rabbia ancestrale, totalizzante.

Qualche giorno dopo andai a parlare con gli insegnanti, mi dissero di non avemi mai detto che mi avrebbero messo 10 in condotta e mi dissero che non dovevo criticare i loro giudizi.

Avevo le lacrime agli occhi, non riuscivo a parlare dalla rabbia, alla fine riuscii solo a dire

"Avete perso"

"Chi?", mi chiesero

"Me". Girai le spalle e me ne andai.

La più grande ingiustizia scolastica e io non potevo farci niente.

Loro danno l'esempio, ma poi hanno il coraggio, il CORAGGIO, di venire a lamentarsi se la gente diventa sfiduciata, svogliata e con la voglia di non fare un cazzo.

L'anno seguente, il quarto, cominciai il mio percorso di crescita, cominciai ad aprirmi e lentamente migliorai, fino ad uscire regolarmente e a diventare sempre più abile a socializzare. Oggi anche a sedurre.

La delusione era così grande da spingermi a cambiare, non potevo continuare così, non potevo. E cambiai.

Cominciai a studiare meno, ma viste le basi e il tanto di tempo che comunque dedicavo allo studio, i voti quasi non cambiarono. Arrivai alla fine dell'anno con una media che sarebbe dovuta essere di circa 9.5. Però le cose non potevano andarmi bene. No.

Verso la fine dell'anno tornò dopo una lunga malattia l'insegnante di latino e greco che cominciò a restringere di molto i voti, finendo per abbassarmi la media e per mettermi 8 in entrambe le materie. Anche altri insegnanti restrinsero i voti verso la fine dell'anno, chi stressato per motivi personali, chi per antipatia. Esemplare una volta in cui presi otto e mezzo in biologia. Era un compito da dieci, ma lei mi aveva corretto una risposta giusta e così andai a farglielo notare. La risposta che mi venne data fu "sì, hai ragione, ma il voto è già abbastanza alto, non te lo cambio". E nonostante io, incredulo, protestai non ci fu niente da fare.

Arrivai alla fine dell'anno con una media dell' 8.9, ancora una volta con voti abbassati. Ancora una volta con un 0.1 dal massimo dei crediti.

Ma la legge è uguale per tutti, no? No. Perchè ci sono persone, figlie di amici dei professori, come una mia compagna. Perchè ci sono insegnanti che non trattano tutti allo stesso modo. Perchè ci sono insegnanti che pur di metterle il massimo dei crediti hanno sollevato degli 8 a 10. Perchè ci sono insegnanti che hanno sollevato dei 7-- a 8 e degli 8 a 9. E così un'altra beffa. Un'altra.

L'ennesima.

Quattro anni in cui non ho preso nemmeno un voto sotto il 6. E sono ben lontano dal massimo dei crediti.

Dopo delle arrabbiature sconcertanti, dopo crisi d'ansia che mi hanno portato in psicoterapia, ora sono all'ultimo anno.

Non ho più voglia di fare niente. Non mi interessa più. Forse è un meccanismo di autodifesa, per evitare di farmi male ancora.

Ormai non studio più bene neppure latino e greco e si vede. La mia media scolastica è comunque discreta, intorno al 7.5.

Io so quello che valgo e quello che posso fare, sono il migliore. Ma ho bisogno di una pausa. E dopo tutto quello che mi hanno fatto, gli insegnanti mi continuano a ripetere, giorno dopo giorno "ma non ti riconosciamo più! Non è possibile che non stia più attento, che chiacchieri come fanno gli altri! Basta, smettila!". Poi ci si chiede perchè provo odio, rabbia.

Ora però non tollero più nulla, non ce la faccio più. Ogni ingiustizia, per quanto piccola, mi è insopportabile.

Ma non è solo questo, non sopporto il modo in cui è strutturata la scuola italiana. Io a 18 anni devo ancora studiare materie che non mi interessano minimamente e che non mi servono a nulla. Non posso scegliere che cosa studiare, non posso seguire le mie passioni.

Non sono libero di ritrovare le motivazioni.

Perchè io ormai non ho più stimoli, non mi importa più di nulla. Faccio una fatica enorme a studiare, mi distraggo e finisco per farlo di notte il giorno prima dell'interrogazione, in modo da essere costretto a impegnarmi.

Se però la scuola fosse diversa, se ci fossero insegnanti desiderosi di trasmettermi conoscenza, se ci fosse un ambiente ricco, aperto allo scambio di idee e di opinioni, utile per la crescita sarebbe diverso. Se ci fossero insegnanti che anzichè godere nel provocare terrore negli studenti, nel guardare le loro gambe tremare all'interrogazione, fossero aperti, comprensivi e disposti ad entrare in empatia con gli alunni sarebbe diverso. Tutto cambierebbe.

Perchè io voglio imparare. Io amo la conoscenza. Ma non posso più sopportare i continui giudizi, le continue critiche.

Io ho bisogno di una scuola diversa, migliore.

Questo, come dice Alessandro d'Avenia è il primo giorno (di scuola) che vorrei:

Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se tornassi studente?

Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi studiare? Sarà difficile? Bisognerà impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so. Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei doveri non ci sento. Ditemi qualcosa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno un po’ voglia di cominciarlo quest’anno scolastico. Dall’orecchio della passione ci sento benissimo.

Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Ditemi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua. Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi. Dimostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Voglio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro. Non potete mentirmi. Se non ci credete voi, perché dovrei farlo io? E non mi parlate dei vostri stipendi, del sindacato, della Gelmini, delle vostre beghe familiari e sentimentali, dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni. No. Parlatemi di quanto amate la forza del sole che brucia da 5 miliardi di anni e trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia. Ditemi come accade questo miracolo che durerà almeno altri 5 miliardi di anni. Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa faccia e insegnatemi a interrogarla come il pastore errante di Leopardi. Ditemi come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuore è un muscolo che batte involontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagini.

Ci sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce.

E ditemi il mistero dell’uomo, ditemi come hanno fatto i Greci a costruire i loro templi che ti sembra di essere a colloquio con gli dei, e come hanno fatto i Romani a unire bellezza e utilità come nessun altro. E ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla. Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha fatto Dante, come ha fatto Magellano. Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di Mozart. Se lo sapete ditemelo.

Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri? Ditemi come fare a trovare la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno? Ditemi per cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità. Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come farò a credervi? E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano…

Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele su un registro, oltre a quei voti che poi rimangono sempre gli stessi. Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma allo stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli diventare progetti.

Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato. Aiutatemi a essere libero. Ricordatemi l’unità del sapere e non mi raccontate l’unità d’Italia, ma siate uniti voi dello stesso consiglio di classe: non parlate male l’uno dell’altro, vi prego. E ricordatemelo quanto è bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami. Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi.

E per favore, un ultimo favore, tenete ben chiuso il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite.

Per questo, un giorno, vi ricorderò.

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brisingr

Non capisco come ti senti, anche perchè a me queste cose sono capitate davvero raramente, però mi spiace che tu abbia sofferto così tanto per queste cose..

Forse io avevo già la consapevolezza che su certe cose non ci si poteva fare niente ma questo è un altro discorso..

Per dirti la mia, io ho amato il periodo trascorso a scuola, sono stato il primo della classe (una classe di persone mediocri) e poi sono un po sprofondato, vuoi per mancanza di stimoli / voglia (soprattutto stimoli) , vuoi perchè la scuola per me era prima di tutto un divertimento.. Si, non è una cosa bella a dirsi ma è la verità..

Ti cito questa parte:

"Se però la scuola fosse diversa, se ci fossero insegnanti desiderosi di trasmettermi conoscenza, se ci fosse un ambiente ricco, aperto allo scambio di idee e di opinioni, utile per la crescita sarebbe diverso. "

Per la prima parte ti dico che molti insegnanti che ho avuto ti facevano proprio cascare le palle, vedevi che non avevano voglia di insegnare.. Come se scrivere lavagne e lavagne di roba per farle ricopiare potessero stimolarmi e farmi capire di cosa si parlava... sembravano rassegnati.. magari anche colpa nostra..

Comunque ho incontrato anche qualche insegnante che quando veniva la sua ora ti si apriva il cuore, entrava sorridente e sprizzante di gioia, era un piacere seguirlo.. Ti faceva appassionare a quello che facevi..

Altra parte che volevo discutere:

"Se ci fossero insegnanti che anzichè godere nel provocare terrore negli studenti, nel guardare le loro gambe tremare all'interrogazione, fossero aperti, comprensivi e disposti ad entrare in empatia con gli alunni sarebbe diverso. Tutto cambierebbe."

Non tutti gli insegnanti riescono a farsi rispettare con le "buone".. Diciamoci la verità, spesso se l'insegnante non ci terrorizza ci si mette mezzo secondo a mangiarselo vivo.. Sono pochi quelli che riescono a farsi rispettare ed essere aperti, comprensivi, etc etc..

Ps: Non è solo la scuola ad essere "malata" in Italia, se hai l'opportunità di andartene, fallo!

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Silence

Avevo una ex ragazza e vari amici che avevano il tuo stesso problema (anche se da quello che leggo tu lo esasperi piu' di loro):

non realizzi che son solo numeri.

i voti non vogliono dire letteralmente nulla.

sai a cosa mi e' servito il mio voto di maturita'? a sfottere i miei compagni che avevan studiato per 5 anni come disperati e avevan preso meno di me che avevo aperto un libro di scuola per la prima volta una settimana prima della terza prova.

punto.

mai menzionato in universita', figurati in un colloquio di lavoro.

per carita', si, ci sono borse di studio o alcune universita' che potrebbero essere schizzinose, ma te lo dico subito: nessuna universita' si merita la tua salute.

ti sei gia' bruciato degli anni cosi, non continuare oltre.

studia, per carita', ma come passione, come dicevi all'inizio. fai quanto necessario per rimanere in pari, ma ricordati una cosa: il 6 vuol dire che hai una preparazione sufficiente per capire quanto e' stato spiegato. non serve spaccarsi in 4 per un 10, perche' il gioco non vale la candela.

ripeto: se ti piace, se ti interessa l'argomento, per carita', studia! ma non sacrificare la tua serenita' per prendere un voto assurdo solo per.. per cosa? per avere il numerino piu' alto su un pezzo di carta ( che come dicevo prima, vive e muore al liceo, non ha piu' valore del tuo punteggio a Angry Birds).

fottitene dei professori.

Sono SOLO PERSONE.

e come tali trovi le teste di cazzo e i geni, quelli che barano e gli onesti. non aspettarti che siano superiori in nessun campo.

a te non deve importare quello che i professori fanno, ma quello che tu fai. finche' passi (e diciamocelo, se ti bloccassero puoi fare ricorsi e simili percorsi burocratici.. anche se il primo passo e' sicuramente parlarne con i tuoi genitori), lasciali fare i loro giochini da burattinai, che han solo quello.

da quello che ho letto lo studio e la scuola occupano la stragrande maggioranza del tuo tempo..

questa e' da cambiare. pensa a qualcosa di nuovo, di piacevole (possibilmente, ma prova anche cose che potrebbero sorprenderti), e prenditi dei giorni liberi, senza pensieri, e fai quello che vuoi. non hai bisogno di sentirti in colpa, ti assolvo io.

So che non mi crederai, ma il fatto e' che a ogni momento della nostra vita siamo cosi coinvolti che ci sembra come se tutti i problemi e le questioni siano la fine del mondo.

io ti GARANTISCO che non e' cosi.

alla tua eta' ero anchio un bravo studente. per carita', non studiavo un cazzo, ma sono piuttosto intelligente, per cui i voti c'erano, e non saltavo mai classi, cercavo sempre di fare la cosa "giusta" secondo le direttive dei prof e della scuola.

Potessi tornare indietro non farei nulla di tutto questo.

perche' davvero, il liceo non conta.

cosi come adesso tu vedi le scuole medie e le elementari come un periodo in cui ti preoccupavi per cose ridiole e che i nrealta' era un nulla di che, lo stesso ti succedera' con il liceo.

ho perso un po il filo del mio stesso discorso ora xD (e' tardi qui dove sono io xD) ma giusto per ribadirlo ancora una volta:

note, voti in condotta, voti veri e propri, sono solo inchiostro su pezzi di carta che nessuno leggera mai il secondo in cui hai preso il diploma.

ignorali e non darci peso, cerca qualcosa di divertente e piacevole da fare, e considera la scuola come uno strumento per migliorare la tua cultura, non come un obiettivo o un qualcosa di catastroficamente importante.

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Non capisco come ti senti, anche perchè a me queste cose sono capitate davvero raramente, però mi spiace che tu abbia sofferto così tanto per queste cose..

Forse io avevo già la consapevolezza che su certe cose non ci si poteva fare niente ma questo è un altro discorso..

Per dirti la mia, io ho amato il periodo trascorso a scuola, sono stato il primo della classe (una classe di persone mediocri) e poi sono un po sprofondato, vuoi per mancanza di stimoli / voglia (soprattutto stimoli) , vuoi perchè la scuola per me era prima di tutto un divertimento.. Si, non è una cosa bella a dirsi ma è la verità..

Non sono sicuro che sia negativo prendere la scuola come un divertimento. Quest'anno per me è così e sinceramente è tutta un'altra cosa!

Andare a scuola perchè so che mi divertirò con i miei amici, conoscerò nuove ragazze e ragazzi secondo me è fantastico.

Ti cito questa parte:

"Se però la scuola fosse diversa, se ci fossero insegnanti desiderosi di trasmettermi conoscenza, se ci fosse un ambiente ricco, aperto allo scambio di idee e di opinioni, utile per la crescita sarebbe diverso. "

Per la prima parte ti dico che molti insegnanti che ho avuto ti facevano proprio cascare le palle, vedevi che non avevano voglia di insegnare.. Come se scrivere lavagne e lavagne di roba per farle ricopiare potessero stimolarmi e farmi capire di cosa si parlava... sembravano rassegnati.. magari anche colpa nostra..

Comunque ho incontrato anche qualche insegnante che quando veniva la sua ora ti si apriva il cuore, entrava sorridente e sprizzante di gioia, era un piacere seguirlo.. Ti faceva appassionare a quello che facevi..

Lo so, anche io ne ho avuto un paio così ed è bellissimo avere insegnanti del genere. E' vero che la distruzione della scuola pubblica colpo dopo colpo non incoraggia i docenti a impegnarsi di più ed è sicuramente vero che mettere insufficienze a due terzi della classe non è esattamente entusiasmante. Molti sono rassegnati, ma se loro trasmettono all'esterno questo loro sentire, condizionano anche quei pochi alunni che invece meritano un altro tipo di lezione trattamento.

Credo comunque che molti sarebbero superficiali anche se la scuola funzionasse.

Altra parte che volevo discutere:

"Se ci fossero insegnanti che anzichè godere nel provocare terrore negli studenti, nel guardare le loro gambe tremare all'interrogazione, fossero aperti, comprensivi e disposti ad entrare in empatia con gli alunni sarebbe diverso. Tutto cambierebbe."

Non tutti gli insegnanti riescono a farsi rispettare con le "buone".. Diciamoci la verità, spesso se l'insegnante non ci terrorizza ci si mette mezzo secondo a mangiarselo vivo.. Sono pochi quelli che riescono a farsi rispettare ed essere aperti, comprensivi, etc etc..

Ps: Non è solo la scuola ad essere "malata" in Italia, se hai l'opportunità di andartene, fallo!

Anche qui hai ragione, sono gli alunni stessi molto spesso a mangiarsi gli insegnanti, ma secondo me c'è comunque differenza tra l'incutere terrore e il farsi rispettare. Ci sono insegnanti che parlano nel chiasso e sembrano far finta di non vedere che nessuno li ascolta, io non riesco a capire come facciano, ci sono quelli che si fanno rispettare senza bisogno di incutere un eccessivo timore, e ci sono quelli che davvero godono nel mettere paura e nel rimarcare la loro "perfezione e infallibilità". Forse non hanno altro nella vita, ma non è ugualmente ammissibile. Ti assicuro che ci sono degli insegnanti che fanno tremare all'interrogazione anche dei compagni a cui non gliene importa davvero nulla e che non studiano minimamente.

Ora però non fa tremare me. Ormai sono calmo, rilassato, perchè ho riassegnato il valore corretto alla scuola

Stai sicuro che ora che sto molto meglio non mi lascerò sfuggire nessuna opportunità, sia essa in Italia o all'estero... grazie!

...

Silence, grazie per le bellissime parole... davvero!

Rileggendolo ora, credo che non si evinca bene che ora sono uscito da quella schiavitù che contribuivo io stesso ad alimentare.

Ora ho una montagna di amici, esco regolarmente e non ho più alcun problema a relazionarmi e a stare bene con le ragazze, ormai vado davvero bene! Un anno e mezzo di intenso lavoro su me stesso mi hanno cambiato (o ri-cambiato, facendomi tornare com'ero prima della terza media) profondamente. Ho delle passioni e non dedico tutto il mio tempo allo studio, però è indubbio che la rabbia e la delusione di quegli anni abbiano lasciato una grossa traccia. Ho scritto questo post sull'onda del fastidio che ho provato dopo aver avuto una discussione su questi temi e avevo un po' bisogno di sfogarmi.

So, e anche allora lo sapevo, che in realtà i voti delle superiori non conteranno più nulla, una volta che ne uscirò, ma sapevo questo su un piano strettamente razionale. Non l'avevo interiorizzato.

Quando una persona sta molto male come sono stato io, quando non ha vita sociale e si sente inadeguato, allora butta tutte le energie su qualcosa e davvero non vede e non capisce certe evidenze, o fa finta di non capirle.

Davvero, grazie di cuore!

...

A me invece fa davvero ridere la gente che non capisce e che ride della gente che stava male. Davvero, il tuo commento mi ha fatto ridere di gusto!

Io non ho mai detto di essere migliore degli altri in senso assoluto perchè prendevo voti più alti, ero più bravo in quel campo, è diverso.

"Il tuo amore per il sapere è una farsa". Wow... non mi conosci minimamente e fai un'affermazione così forte? Peccato che sia però totalmente errata. Io ho sempre studiato anche materie che odiavo profondamente, per insicurezza e bisogno di approvazione (qui hai ragione), ma ti assicuro che so capire quando una materia la amo.

Io non ho pianto per l'8.9 in sè, ma hai letto il mio post? Non mi sembra. Se io avessi dovuto avere la media dell' 8.1 o anche dell' 8.9 e alla fine l'avessi avuta dell'8.9 credi che avrei pianto?

Ho pianto perchè in quegli anni non ho fatto altro che studiare. Tutte le mie energie le ho usate per la scuola. Tutte. E ho subito un'ingiustizia enorme. Non stavo bene, avevo delle enormi mancanze in alcuni ambiti della mia vita, in quel momento vivevo per la scuola. E mi hanno tolto l'unica cosa che avevo, l'unica! Avrei dovuto riderci secondo te? Questo lo può fare una persona che sta bene, certamente non lo potevo fare io.

E per finire io non ho detto che la scuola fa schifo perchè ho avuto la media dell'8.9, ma perchè le persone che ci lavorano sono svogliate, senza alcuna voglia di fare.

Ho detto che la scuola fa schifo perchè gli occhi degli insegnanti non brillano di passione per la materia che insegnano, e questo lo vedo.

Ho detto che fa schifo perchè i docenti sono superficiali e non valutano minimamente le condizioni degli alunni, dal punto di vista emotivo e psicologico. Se ne fregano delle conseguenze dei loro comportamenti.

Ho detto che la scuola fa schifo perchè il modo in cui è strutturata è insensato. Perchè le materie sono spiegate semplicemente con una serie interminabile di nozioni teoriche, di definizioni, senza alcuna spiegazione sulla loro utilità e senza alcuna applicazione.

Ah già, ma tanto ho detto che la scuola fa schifo perchè ho avuto la media dell'8.9, vero?

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w00z

La tua situazione non è unica! succede a moltissime persone! paradossalmente la tua situazione è migliore adesso che prima.. Secondo me sei più felice adesso che ti dedichi anche ad altro rispetto a prima.. Quest'anno studicchia e vivi un pò di rendita e prenditi una piccola pausa.. Poi il prossimo anno in università ricomincia come prima ma dai peso anche ad altre cose o diventi matto!

Dimenticavo.. come fai ad avere una motivazione del genere?

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dr.feelgood
A me invece fa davvero ridere la gente che non capisce e che ride della gente che stava male. Davvero, il tuo commento mi ha fatto ridere di gusto!

Io non ho mai detto di essere migliore degli altri in senso assoluto perchè prendevo voti più alti, ero più bravo in quel campo, è diverso.

"Il tuo amore per il sapere è una farsa". Wow... non mi conosci minimamente e fai un'affermazione così forte? Peccato che sia però totalmente errata. Io ho sempre studiato anche materie che odiavo profondamente, per insicurezza e bisogno di approvazione (qui hai ragione), ma ti assicuro che so capire quando una materia la amo.

Io non ho pianto per l'8.9 in sè, ma hai letto il mio post? Non mi sembra. Se io avessi dovuto avere la media dell' 8.1 o anche dell' 8.9 e alla fine l'avessi avuta dell'8.9 credi che avrei pianto?

Ho pianto perchè in quegli anni non ho fatto altro che studiare. Tutte le mie energie le ho usate per la scuola. Tutte. E ho subito un'ingiustizia enorme. Non stavo bene, avevo delle enormi mancanze in alcuni ambiti della mia vita, in quel momento vivevo per la scuola. E mi hanno tolto l'unica cosa che avevo, l'unica! Avrei dovuto riderci secondo te? Questo lo può fare una persona che sta bene, certamente non lo potevo fare io.

E per finire io non ho detto che la scuola fa schifo perchè ho avuto la media dell'8.9, ma perchè le persone che ci lavorano sono svogliate, senza alcuna voglia di fare.

Ho detto che la scuola fa schifo perchè gli occhi degli insegnanti non brillano di passione per la materia che insegnano, e questo lo vedo.

Ho detto che fa schifo perchè i docenti sono superficiali e non valutano minimamente le condizioni degli alunni, dal punto di vista emotivo e psicologico. Se ne fregano delle conseguenze dei loro comportamenti.

Ho detto che la scuola fa schifo perchè il modo in cui è strutturata è insensato. Perchè le materie sono spiegate semplicemente con una serie interminabile di nozioni teoriche, di definizioni, senza alcuna spiegazione sulla loro utilità e senza alcuna applicazione.

Ah già, ma tanto ho detto che la scuola fa schifo perchè ho avuto la media dell'8.9, vero?

Vedi se non fossi stato deluso dalla scuola non ti saresti accorto che la scuola è deludente. Hai ripiegato sul fatto che fa schifo come una giustificazione ad un tuo fallimento, è solo un tuo meccanismo di autodifesa che ti ha fatto capire qualcosa di lampante.

Quindi sì: hai detto che la scuola fa schifo perché hai preso 8.9, se avessi preso di più non l'avresti detto.

Tu non ami il sapere, ami andare bene a scuola. Ti sei convinto di amare il sapere solo per sopportare meglio lo studio scolastico. Infatti scrivi che sai riconoscere quando ami una materia. Non so te ma io quando parlo di materie mi riferisco sempre a quelle scolastiche e di rado se non mai mi riferisco al concetto più vasto e generale a cui rimanda questa parola. Cos'hai studiato al di fuori dell'ambito scolastico?

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La tua situazione non è unica! succede a moltissime persone! paradossalmente la tua situazione è migliore adesso che prima.. Secondo me sei più felice adesso che ti dedichi anche ad altro rispetto a prima.. Quest'anno studicchia e vivi un pò di rendita e prenditi una piccola pausa.. Poi il prossimo anno in università ricomincia come prima ma dai peso anche ad altre cose o diventi matto!

Dimenticavo.. come fai ad avere una motivazione del genere?

Sì, infatti è così... adesso sono più felice :) Penso proprio di fare come dici tu, userò quest'anno per ricaricare le pile e poi potrò ricominciare più carico di prima!

Guarda, sarò sincero, non lo so...

Vedi se non fossi stato deluso dalla scuola non ti saresti accorto che la scuola è deludente. Hai ripiegato sul fatto che fa schifo come una giustificazione ad un tuo fallimento, è solo un tuo meccanismo di autodifesa che ti ha fatto capire qualcosa di lampante.

Quindi sì: hai detto che la scuola fa schifo perché hai preso 8.9, se avessi preso di più non l'avresti detto.

Tu non ami il sapere, ami andare bene a scuola. Ti sei convinto di amare il sapere solo per sopportare meglio lo studio scolastico. Infatti scrivi che sai riconoscere quando ami una materia. Non so te ma io quando parlo di materie mi riferisco sempre a quelle scolastiche e di rado se non mai mi riferisco al concetto più vasto e generale a cui rimanda questa parola. Cos'hai studiato al di fuori dell'ambito scolastico?

No, io ho sempre detto, durante i vari anni, che i professori sono svogliati, che le materie sono insegnate in un modo assurdo etc. quindi non è che l'ho scoperto dopo essere rimasto deluso. Dopo essere rimasto deluso, però, ho scoperto che la scuola è anche ingiusta, come conseguenza della superficialità degli insegnanti.

Prima potevo dire tutto il resto, ma non questo.

Io amo il sapere. Ti ho parlato di materie che amo perchè tu mi hai detto che non amavo il sapere ma i voti, quindi ho continuato anche io a riferirmi all'ambito scolastico.

Cos'ho studiato al di fuori della scuola? Ho studiato i testi di Ciro Imparato per migliorare la voce, o meglio, il suo utilizzo, e mi sono impegnato fortemente nello sviluppo personale. Ho studiato e studio il gioco del poker, perchè nonostante la gente ignorante in materia dica che è un gioco di fortuna, chi si è applicato un minimo sa che non è così. E chi studia vince.

Ma molto più in generale, sin da quando ero bambino, dal primo momento in cui ho cominciato a saper associare le parole scritte a dei significati, ho iniziato a leggere, di tutto. Fantasy, gialli, romanzi, classici, saggi e libri sull'esoterismo e le religioni, perchè io amo la conoscenza.

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dickinson1

Quando finirai la scuola la ricorderai con un po' di rimpianto.

Io non tornerei indietro nel tempo,pero'.

La tengo come ricordo.

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sexyjonny

Sfrutta la scuola come mezzo e non come fine.

Mezzo per conoscere persone, imparare dinamiche sociali, scoprire aneddoti particolari, imparare a ragionare in modo particolare...

a volte è più istruttivo leggere le note a margine dei libri che l'argomento principale.

Ricorda: le ingiustizie fanno parte della tua vita, ci saranno sempre in ogni cosa.

La vera maturità non si vede facendo l'esame, ma si vede sapendo risolvere le faccende SERIE della vita. Non sarà lo sbagliare lo studio di funzione a renderti "meno maturo". Non so se mi segui.

Hai una motivazione fortissima, che hai incanalato per lo studio. Adesso, sfruttala per costruire la tua vita. Dedicati ad uno sport, ad una passione, coltiva te stesso. La scuola deve essere un momento anche per affinare l'ingegno.

Ovviamente, tutti ti diranno che i voti sono importanti, che un bel voto serve ecc ecc. Nessun genitore vuole un figlio con una media bassa, è ovvio.

Il problema è a monte, è il loro dare importanza eccessiva alla scuola e alle varie "quisquille".

In ogni caso divertiti assolutamente più che puoi, perchè all'esame dell'ultimo anno, nulla ti verrà riconosciuto e sarai ancora più amareggiato.

Ricordati queste parole.

Un abbraccio.

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