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Curare la dialettica


Drugo94

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Taka

Incorniciati il post di Taka

Io intanto mi incornicio il tuo. ;)

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JonnySniper

Non ho mediamente problemi di grammatica o sintassi, e penso di avere un vocabolario adeguato alla media. Ma non sono il tipo cui interessa mantenere il livello della massa ^^

Scherzi a parte mi interessa principalmente per la scrittura, mi piace scrivere ma troppo spesso per cercare la parola giusta devo aiutarmi con internet, inoltre una migliore parlata non guasterebbe,

non parlo del tono della voce o del ritmo, parlo di proprietà di linguaggio e perché no, retorica.

Grazie a tutti delle risposte, siete stati utili ;)

Il vocabolario si allarga anche così, molto tranquillamente ahah basta stare attenti ad usare il registro giusto al momento giusto.

Io amo la retorica, perchè non solo puoi dare un tocco poetico e "colto" al tuo parlare, ma puoi anche essere il doppio più incisivo in ogni contesto, sia che tu debba insultare solo superficialmente qualcuno, sia che tu debba fare colpo su un gruppo di persone.

Comunque io non darei troppo peso al linguaggio, ricorda che restano sempre più importanti il BL e il paraverbale :)

Il lessico è da sempre un'etichetta che serve a distinguere individui di estrazione sociale diversa, e basta. La vera arte, ed è forse ciò che intendevi tu con "migliorare il linguaggio", è saper incastrare con maestria le parole le une con le altre, al momento e nel posto giusto. Quello sì che affascina, secondo me.

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Cassandra

So che può sembrare strano, ma a me hanno aiutato a conoscere parole nuove e di un significato sottile gli aforismi..

Logicamente si devono cercare gli aforismi in base all’autore e al suo campo di conoscenza che ti interessa, può essere anche un poeta, e quindi imparare dalle poesie.

Dopo che noti che dallo stesso autore ricevi più parole “rare” hai voglia di leggere i suoi aforismi o frasi da libri, ovviamente poi sei tu che incuriosito ti vai a cercare il significato vero e gli usi della parola, ma essendo un aforisma e non un libro, sei quasi costretto se vuoi capire l’aforisma.

Mi è servito per parole che sono profonde e allo stesso tempo sintetizzano concetti difficili. Spesso per dire qualcosa si fanno giri di parole proprio perché non si conoscono queste parole intense che racchiudono tutta una frase al loro interno.

Un’altra cosa per scrivere è sostituire i sostantivi con verbi, rende il discorso più sciolto usare un verbo e quindi una nuova frase anziché un sostantivo, perché se vuoi spiegarti bene, colpire chi ascolta, usare dettagli, coinvolgere emotivamente ecc, al sostantivo sei costretto a legare aggettivi e complementi ma sei limitato perché se esageri diventa pesante, invece con la frase dai un peso nuovo al nuovo concetto.

“Ieri ho scoperto un aspetto interessante riguardo i rapporti tra individui di nazionalità differenti..” e già ti sei incartato perché o metti : o . e cominci una nuova frase ma così spezzi il discorso.

“Ieri ho scoperto che individui di nazionalità differenti possono trarre vantaggi..” e cominci a spiegare già nel dettaglio cosa hai scoperto.

Ovviamente dipende da cosa vuoi, se volevi mettere l’accento sul fatto andava bene il sostantivo, se il fatto è centrale di tutto il discorso per es va bene dedicargli una sola frase, ma per i fatti ad esso collegati di minore importanza è meglio essere fluidi e spiegarli con verbi secondo me, perché guidi chi ascolta senza troppe interruzioni. Queste sono cose che ho notato io parlando…

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  • 1 anno dopo...
greg.house

Ragazzi, leggere aiuta molto ma è come imparare a scacchi giocando contro qualcuno alle prime armi, contro qualcuno bravo e studiando con attenzione un manuale ben fatto.

Non c'è confronto..

Vi riporto un articolo interessante e vi chiedo un aiuto per cercare qualcosa di simile:

http://www.filodiritto.com/articoli/2013/03/comunicazione-efficace-retorica-dialettica-i-tre-mondi-dellavvocato/

http://www.filodiritto.com/_index.html?_id1=110&_id4=190&_id5=1671&_id6=db_autori

Lo scopo principale della retorica era persuadere l’interlocutore. Il discorso, pertanto, secondo gli insegnamenti aristotelici, poi ripresi da Cicerone, si preparava seguendo passaggi che si sviluppavano dalla inventio alla dispositio, alla elocutio, alla memoria, fino alla pronuntiatio. Il risultato sarà un contenuto caratterizzato da una struttura con un esordio (exordium), l’esposizione (narratio), le argomentazioni (argumentatio) a sostegno e contro, la conclusione (peroratio) in un crescendo di intensità emotiva. In tutto questo, accanto alla cura della linguistica, delle parole, grande rilievo occupava il paraverbale (come vengono dette le cose) e il non verbale (la gestualità, in particolare). Tutto contribuiva a coinvolgere gli interlocutori e trasmettere pathos.
Dalla retorica va tenuta distinta la dialettica, che invece è l’arte “dell’uscire vittoriosi” da un confronto dimostrando le proprie teorie e il fondamento della propria opinione. Aver ragione, in sostanza, è l’obiettivo. Da Aristotele a Socrate a Platone il file rouge sarà rappresentato dall’abilità nel sapersi districare tra le contraddizioni altrui e la logicità delle nostre argomentazioni in modo da averla vinta sull’avversario.
I professionisti forensi, chi più chi meno, si trovano quotidianamente nella propria attività ad applicare tali principi, oralmente o per iscritto, in atti, udienze, attività della propria professione.
L’avvocato, si sa, è normalmente un buon oratore, ha una spiccata capacità dialettica e un buon uso del linguaggio. Eppure spesso nelle relazioni con i collaboratori di Studio, con i colleghi e con i clienti la sensazione è che la comunicazione sia ancora poco efficace, se intendiamo con “comunicazione” il “mettere in comune” un contenuto tra due interlocutori in modo che lo possano condividere. Comunicare, infatti, vuol dire principalmente ciò, mettere in comune.

Questo è il sito del tipo: http://mariocatarozzo.it/

Ma lui fa counseling e io preferirei trovare LIBRI!

Aggrediamo questo argomento e usciamone vittoriosi!

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Drugo94

È passato un po' di tempo da quando ho aperto questo topic, ma è rimasto tra i miei interessi..

Leggere aiuta sicuramente ma il metodo migliore secondo me per i fissati è il dizionario.

Una palla mortale ma è efficace.

Invece proprio due giorni fa stavo pensando che forse esistono delle App per il telefono,

se esistono per imparare una nuova lingua magari si trova qualcosa di simile per migliorare l'italiano.

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SamO

È passato del tempo, ma sento di poter dire la mia.

Io ho un'ottima conoscenza del lessico e dell'ortografia dovuta al fatto che da bambina leggevo moltissimo.

Magari non ti rendi conto, ma leggere amplia moltissimo il tuo vocabolario.

In particolare, leggere i classici ha questo effetto. Calvino, ad esempio, presta molta attenzione al lessico.

Inoltre, mi associo a chi dice di avere un vocabolario diverso tra lo scritto e il parlato. Nel parlato sono molto sboccata, uno scaricatore di porto, e inoltre uso moltissime espressioni dialettali. Nello scritto ho invece uno stile mio, poco disprezzabile.

Drugo, dici che il metodo migliore è il vocabolario: vi sono due rischi, a mio parere.

In primis, vai in overdose di nuovi termini, dei quali ricorderai solo l'1%.

Oltre a ciò, il vocabolario ti insegna sì nuovi termini, ma non il modo di contestualizzarli.

La contestualizzazione è più importante di quanto si è soliti pensare, ha il potere di mostrare sotto nuove luci termini comuni, senza grossi sforzi mnemonici.

Ad esempio, nel libro che sto leggendo - un classico italiano, per l'appunto - , viene usata la parola "orgasmo". Stupendo, si parla di atti sessuali!

E invece il protagonista è solo, ma si realizza una speranza che pregustava da tempo. In questo caso il termine orgasmo è totalmente decontestualizzato, ma rende efficacemente lo stato d'animo.

Meditaci. ;)

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Stupendo, si parla di atti sessuali!

stavo per chiederti il titolo.

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SamO

stavo per chiederti il titolo.

Mi dispiace, in questo libro il protagonista è un AFC.

Se proprio leggiti "L'amante di Lady Chatterley!" ;)

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Drugo94

È passato del tempo, ma sento di poter dire la mia.

Io ho un'ottima conoscenza del lessico e dell'ortografia dovuta al fatto che da bambina leggevo moltissimo.

Magari non ti rendi conto, ma leggere amplia moltissimo il tuo vocabolario.

In particolare, leggere i classici ha questo effetto. Calvino, ad esempio, presta molta attenzione al lessico.

Inoltre, mi associo a chi dice di avere un vocabolario diverso tra lo scritto e il parlato. Nel parlato sono molto sboccata, uno scaricatore di porto, e inoltre uso moltissime espressioni dialettali. Nello scritto ho invece uno stile mio, poco disprezzabile.

Drugo, dici che il metodo migliore è il vocabolario: vi sono due rischi, a mio parere.

In primis, vai in overdose di nuovi termini, dei quali ricorderai solo l'1%.

Oltre a ciò, il vocabolario ti insegna sì nuovi termini, ma non il modo di contestualizzarli.

La contestualizzazione è più importante di quanto si è soliti pensare, ha il potere di mostrare sotto nuove luci termini comuni, senza grossi sforzi mnemonici.

Ad esempio, nel libro che sto leggendo - un classico italiano, per l'appunto - , viene usata la parola "orgasmo". Stupendo, si parla di atti sessuali!

E invece il protagonista è solo, ma si realizza una speranza che pregustava da tempo. In questo caso il termine orgasmo è totalmente decontestualizzato, ma rende efficacemente lo stato d'animo.

Meditaci. ;)

Qui non si parla di arrivare ad un livello medio di competenza linguistica, ma appunto di elevarsi un pizzico sopra.

Calvino quest'anno l'ho letto quasi tutto, ma rifletti su questa cosa:

Quante parole vi sono nuove o usate in un nuovo contesto nei libri di Calvino?

Di queste quante ne memorizzi?

Sono convinto che memorizzando un 5% delle parole che studi su un vocabolario acquisisci più termini che

memorizzando il 50% di quelli su un classico.

Riguardo il contesto d'uso di una parola invece, mi sento di darti totalmente torto (le suddette cose sono opinioni questa no):

quasi tutti i vocabolari riportano esempi se non spiegazioni per l'uso di quel particolare termine in molteplici contesti linguistici.

Devo aggiungere comunque che studiarsi parole del vocabolario è una rottura di palle, mentre leggere i classici è ben più piacevole.

Vuoi mettere un racconto delle Cosmicomiche con 50 parole analizzate e spiegate di un vacabolario? :fool:

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Bacardi

Leggi,leggi e leggi!

Io prima di 2 anni fa non avevo praticamente quasi letto nulla nella mia vita! ora ho preso la buona abitudine di leggere di tutto!

Romanzi,manuali,quotidiani,riviste,libri di studio,enciclopedie! e la mia dialettica e il mio lessico hanno subito salti di qualità affascinanti!

Non hai nulla da fare? prendi il vocabolario aprilo in una pagina a caso e leggi qualche termine! bastano 3 minuti al giorno!

Impara un nuovo termine al giorno e cerca di usarlo il più possibile in quella giornata ( in contesti adeguati s'intende )

ti garantisco che in qualche settimana noterai già i primi risultati!

Modificato da Bacardi
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