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Io, lei, paura e delirio (post lunghissimo)


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Cari,

torno a scrivere dopo mesi passando dalla sezione “Seduzione” a questa, e mi sembra evidente il perché. Sono in LTR da 8 mesi, e ho deciso di provare nonostante stessi iniziando a carburare con le donne dopo un vissuto piuttosto scarso.

Ma voglio spiegarvi chi sono io, chi è lei e dove stanno i problemi del titolo.

IO

36 anni, del nord da cui non mi sono mai mosso, nemmeno da casa dei miei, esperienza con le donne scarsissima. Niente in adolescenza, prima volta ben dopo i 20, timidezza associata ad atteggiamenti negativi, apocalittici e distruttivi. Una LTR a 27 anni, finita dopo 7 mesi causa esasperazione sua e dalla quale ho messo 2 anni per riprendermi. Poi una svolta: mi sveglio, cambio giri, conosco gente. Ho nuovi modelli di riferimento e prendo fiducia in me. Le cose migliorano, inizio a passare dalla trombata annuale in vacanza a qualcosa in più. Tipo due donne l’anno, niente di clamoroso. In questi rapporti però non imparo quasi niente, perché li vivo come cliente/prostituta in pratica, senza soldi ovviamente. Le conosco, ci esco, poi da che si scopa la prima volta non vado oltre. Vado a casa loro, ceno magari, scopo e me ne vado. Niente uscite, niente scambio, solo ginnastica a letto. L’ho fatto perché “non volevo impegnarmi”, ma ho scoperto col tempo che tra trattarle da prostitute a una LTR ci sono tutta una serie di sfumature e tipologie di relazione molto più divertenti e appaganti.

LEI

Più grande di qualche anno, al nord da otto anni, ci è venuta non per lavoro, che aveva, ma per indipendenza e fare la sua vita, dopo una LTR da dieci anni. In questi anni, la vita che definirei da “Sex and the city”. Locali, notti, drink, n uomini che passano tra le sue lenzuola per una notte (pochi), per un periodo, per qualche mese a volte. Giudicate pure, non mi offendo. E’ maschile nel suo modo di ragionare: non come molte donne che tirano la corda perché lo impone il ruolo, lei segue cuore e ormoni. Ma non è una superficiale o una calcolatrice. In questi anni, ha anche tante difficoltà da superare, anche economiche, e spesso da sola. Si costruisce un vissuto pieno, una personalità forte e in grado di badare a sé stessa.

LA LTR

Inizia prima dell’estate, io all’inizio non ci voglio entrare più di tanto, anche se non mi comporto come con le “prostitute”. Dopo un mese e mezzo circa, c’è l’occasione per chiudere: una bella litigata (a freddo, non siamo urlatori) proprio relativa al coinvolgimento. Ci penso, ma questa persona mi piace e provo ad andare avanti. La relazione cresce, conosciamo i rispettivi amici, ci presentiamo insieme, imparo a fermarmi a dormire da lei (sì, imparo, perché una cosa simile, venendo dal mio vissuto, mi sembrava desse un’importanza enorme alla relazione…), siamo ora coppia a tutti gli effetti. Facciamo progetti di weekend al mare per l’estate, ad esempio.

I PROBLEMI

Penso siano tutti riassumibili nelle parole “ansia” e “gelosia”. Non riesco a gestire molte situazioni, ed è come se facessi apposta a dimostrarlo spesso, e sempre negli stessi modi.

All’inizio, difficoltà estrema ad andare nei locali, specie dove lei è andata per anni. Tanti che la salutano, e io penso siano tutti ex. Impazzisco a immaginarli in quel letto dove ora sono io. Le sue amiche, sgasatissime compagne di merende, non fanno che peggiorare il mio punto di vista immaginandole per anni a “far danni”, come se fossero uomini. Solo ora sto imparando a gestire la cosa.

Quello che continua a non andare è la gestione del "resto del mondo". A ottobre la attacco dicendo che mi sento accessorio, e scivolo nel patetico dicendo che non mi sento all’altezza degli uomini indipendenti che ha sempre frequentato, più simili a lei. Mi fa ragionare e mi calma, ma una settimana dopo faccio di peggio. Compleanno di un amico, si balla. L’amico di altro amico, in visita per il weekend, le fa fare UN giro ballando, niente di che. Lo guardo male e vado via a testa bassa. Lei mi viene a cercare, dico che ho perso la testa perché io non sono capace di ballare così, e in più quello è un figo e bla bla ancora il perdente. Di nuovo, mi fa capire. Torniamo dagli altri e appena lo vedo inizio a insultarlo a voce alta perché mi senta, e lo attacco. Ci separa il buttafuori, una scena veramente imbarazzante.

La cosa si ripete in altre occasioni. Una volta balliamo, lei di spalle a me e “appoggiata”. Viene avanti uno camminando per andare verso l’uscita, alle nostre spalle, e tutto il tempo del tragitto la fissa. Quando mi passa accanto mi parte la gomitata, e cerco di dissimularla col ballo. Ma lui capisce e per fortuna mi dice solo di star calmo.

L’ultima, la peggiore per me: usciamo in quattro, con un mio collega e suo amico, da poco single. La mia ragazza e lui chiacchierano, ma niente di che. Io al solito la prendo male perché nuovamente penso che sia meglio di me, quindi decido di non conversare più e rosico. Si va in altro locale, più animato. L’agitazione per questa cosa mi sale. Siamo in pista, c’è poco spazio e ho paura che mi rovescino qualcosa addosso. Una ragazza mi urta di continuo e appena è a tiro la spingo forte con il petto, facendola quasi cade. Ripeto, UNA RAGAZZA. Il suo amico capisce e attacca, quasi facciamo a botte. Esco dalla pista incazzato senza dire niente, finchè lei e l’amico del collega mi raggiungono.

Questi gli episodi legati alla gelosia, ma ce ne sono altri legati all’ansia. Problemi di lavoro ingigantiti e riflessi su di lei, piccoli incidenti quotidiani come dimenticarsi qualcosa a casa puniti con mezz’ore di silenzio “perché sono incazzato”. Nel famoso locale che frequentava sempre, mi urtano il bicchiere passando e mi rovescio tutto il vino addosso. Uno può allargare le braccia, o scoppiare a ridere, o anche moderatamente arrabbiarsi…io invece ho iniziato a bestemmiare a voce alta, mettendola molto in imbarazzo credo. Altra: in coda all’aeroporto, un signore si lamenta con due ragazze che scavalcano la fila. Le ha beccate e le vuole ricacciare indietro. Tutta la fila tace. Io, che ero seduto con lei al margine, mi sento in dovere di alzarmi, andare dalle ragazze e dire “vergognatevi, fate schifo”. Ovviamente torno a sedere e lo racconto a lei.

Obiettivamente penso che lei ormai abbia tanti dubbi su di me: in questi mesi sono cresciuto per certi versi (andrò ad abitare da solo a breve, e in questo è stata fondamentale), sto imparando le dinamiche di coppia, come si sta con un’altra persona, ma per altri mi sono dimostrato insicuro, nevrotico, con atteggiamenti da perdente (e sappiamo quanto questo allontani una donna), isterico e tendenzialmente manesco. Lei preferisce i "pirati" ai perfettini, ma a tutto penso ci sia un limite.

Io mi domando seriamente cosa la faccia stare ancora con me. L’ottimo sesso? La voglia di sistemarsi come hanno fatto le sue amiche? Di darsi una calmata all’alba dei 40, intendo. La consapevolezza che il tempo passa e alla sua età sono gli ultimi treni quelli che passano se si vuole un figlio? (cosa che ignoro, per altro…). Ha la sindrome da crocerossina? Vista la sua indipendenza penso di poter dire di no! Insomma, non so perché una come lei che non ha alcuna difficoltà ad avere un Uomo con la maiuscola resta con me che sono molto immaturo. Dice che è una scopritrice di talenti, che ha visto dall’inizio il potenziale in me…potenziale di o per cosa non lo so!

L’altro giorno in un momento intimo mi diceva che lei è una che quando lascia non ritorna più, non c’è verso. Non era un tono minaccioso, ma ha anche detto che sopporta tanto prima di lasciare però, ripeto, quando lascia chiude per sempre.

Eppure c’è, ci siamo sentiti, ha voglia di vedermi, di stare con me. Vedo grandi progressi nel suo esternare le emozioni, lei è che a tratti “freddina”.

I DUBBI

Non so se sono i dubbi su questa storia a crearmi problemi di cui sopra, fatto sta che ne ho.

1. L’età. Per me LTR vuol dire, a tendere, famiglia, figli…lei ha 40 anni, non c’è tutto questo tempo. E allora che si fa, si va a convivere tra pochi mesi? Si pensa a sposarsi? Io non sono pronto a tutto ciò.

2. Il fatto stesso di stare in LTR. Conoscere lei, le sue amiche, le storie di cui sono state protagoniste, mi ha fatto pensare che questo mondo ora potrebbe essere anche il mio, specie andando a vivere da solo. Non vorrei soffocare questo desiderio di libertà e di “Sex and the city” per questa LTR

3. Sono paranoico. Continuo a immaginare sotterfugi da parte sua, come se il suo passato, la sua furbizia, la sua indipendenza la portassero a farmela sotto il naso, cosa per cui non ho nessun elemento oggettivo. Come ho letto può essere la proiezione di me: infatti io sì che l’ho tradita, all’inizio solo con un bacio e in vacanza con un pompino.

Oggi, per dirvi, ho contattato due agenzie investigative per conoscere i costi di un pedinamento. In internet ho studiato il suo profilo FB e i post passati per filo e per segno, cercando anche modi per craccare quello e la posta (mai fatto però).

Questo è quanto. Non capisco perché non riesco a vivere serenamente una storia come questa.

Perché non sono abituato alle relazioni ma a stare da solo?

Perché lei forse non è la più adatta dato il passato e tutto l’insieme?

Perché non voglio ancora stare in LTR?

Mi fa riflettere il fatto che stia facendo esattamente gli stessi errori dell’unica altra LTR avuta anni fa: ansia, ossessione, gelosia. Solo che ho ridotto gli episodi e capito che a tirar troppo la corda si spezza, ma quando arrivano non riesco a trattenermi.

Seguirò il consiglio di una cara amica, e cioè dedicarmi anche a qualcosa che mi piace extra-storia o al di là di lei, uno sport, o qualche uscita con gli amici, o un hobby, perché se no rischio di sfogare tutto lì all’interno e su di lei. Lei, che è molto sportiva, alla notizia che quest’anno voglio fare sport ha esultato.

Infine, quando stiamo insieme va benone. Sto bene, episodi di isteria e ansia a parte; ridiamo, parliamo, sesso alla grande. Quando non stiamo insieme vado in paranoia.

Se siete arrivati fin qui, come vedete il tutto?

Grazie per le vostre opinioni!

Totem

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Perché non sono abituato alle relazioni ma a stare da solo?

Perché lei forse non è la più adatta dato il passato e tutto l’insieme?

Perché non voglio ancora stare in LTR?

Per me, stai sabotando il rapporto.. come hai già intuito.

Non ti senti pronto per una storia seria; di riflesso, crei casini sperando di mandare tutto all'aria e tornartene nella tua vecchia vita da single.. Forse, da single eri più infelice, insoddisfatto ma, avevi il controllo della situazione, eri "nel tuo mondo".

In un rapporto a due devi accettare situazioni su cui non puoi aver controllo; puoi solo aver fiducia nella tua morosa (con l'ovvio rischio di restar fregato).

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Secondo me ti frega il fatto che lei semplicemente ti accetta per come sei e tu questo non te ne capaciti

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TheDorkKnight

A mio parere adesso come adesso non sei adatto per stare in coppia.

Avrai pure "studiato" le dinamiche della coppia, ma -sempre secondo me- dovresti imparare le dinamiche del vivere sociale.

Può darsi tu abbia molti -e sottolineo molti- problemi insoluti dentro di te, che dovresti risolvere personalmente.

A costo di prendere batoste, come questa ulteriore delusione amorosa che può darsi si stia già profilando all'orizzonte. Non te la sto gufando eh, ma certi tuoi atteggiamenti davvero mi fanno rabbrividire.

Cosa sono queste crisi di rabbia? E di ansia? E di gelosia?

Ti consiglierei di parlarne con un professionista -non prenderla a male, è un consiglio sincero e spassionato che ti do perché lo trovo davvero utile-, o innanzitutto a mente lucida con lei, non per farti compatire, né per farti aiutare, ma per mettere in tavola che tu sai che reagisci in un certo modo a certi eventi, e stai cercando di lavorarci sopra.

Certo, questo significa esporsi ulteriormente alla donna in questione, ma dipende sempre dal modo in cui lo dici.

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Totem

Tre risposte molto interessanti e utili, che si integrano e sintetizzano in quella di Knight: ho capito che le relazioni di coppia rivelano molto di chi siamo, e se non siamo in pace con noi stessi, se nodi profondi non vengono sciolti ciò prima o poi emerge.

Vi aggiungo un altro frutto di ansia e gelosia: stalking, parola forse grossa ma rende l'idea.

Lunedì scorso l'altro dopo aperitivo con amica storica penso di farle una sorpresa, già che la fine dell'aperitivo coincide con la fine del suo corso in palestra e la zona è quasi la stessa. Mi piazzo dunque fuori dalla palestra, defilato, aspettando che esca. Ma non la vedo uscire. La chiamo e non risponde subito, suona libero (può essere che stia telefonando, il suo telefono non dà occupato). Mi richiama, dice che è appena arrivata a casa. Mi porto sotto casa mentre parliamo, e mi paleso dicendo che sono vicino. Salgo, la trovo in tenuta da palestra. In sintesi, resto lì due ore e va tutto bene, anche se noto incongruenze che vi risparmio e il non averla vista uscire mi getta nel panico.

Notte quasi insonne...

La settimana poi procede bene, usciamo il giovedì per "anniversario", bellissima serata, lei felicissima. Penso che fare sport mi aiuterà a distrarmi e a non essere paranoico. L'amica in questione mi suggerisce di farlo e trovare qualcosa d'altro nella vita oltre al lavoro e alla relazione con lei, pensare anche un po' a me. E così voglio fare, le dico che lunedì giocherò a pallone e lei è contenta della notizia.

Passiamo insieme il weekend via, anche con amici. Tutto benone fino al dialogo seguente:

Lei: "Allora domani sera giochi a calcetto"

Io: "Non lo so, il mio amico aveva mandato la convocazione ai soliti poco prima che mi proponessi, quindi non so se c'è posto...."

L: "Beh ma...al campo vai lo stesso, no?"

I: "No, se mi dice che non c'è posto non vado..."

L: "ah...ma non fate i cambi?"

A questo punto vado in ansia per queste domande che mi suonano come "voglio essere sicura che sei là per farmi i fatti miei". Tengo i nervi saldi e penso dentro di me che non andrò alla partita facendole credere il contrario e chiudo con "ma vedrai che il posto ci sarà, non sono mai in 10".

Alla sera arriva manco a farlo apposta sms del mio amico, dice che sono convocato. Rispondo ok.

Il mattino dopo dico a lei che è arrivata conferma e tutto contento giocherò. Al mio amico dico che non posso causa problema con lei. Ci sentiamo come sempre verso le 18.30, chiude la telefonata chiedendomi a che ora gioco e se mangio prima o dopo. Mi sembrano domande inutili, la seconda soprattutto, a meno di non avere bisogno di queste informazioni per organizzarsi di conseguenza.

Arriva la sera. Esco dall'ufficio in tempo utile e vado nella sua zona. 19.30 più o meno. Attendo il suo autobus. Incontro due volte un suo amico, che abita nella stessa via e che mi ha già presentato. Mi guarda, credo mi riconosca ma non parliamo. Penserà che devo vederla, prego non si incontrino e lui non dica che mi ha visto.

19.50, eccola, scende e va verso casa. Gli orari sono giusti. Attendo in posizione strategica che esca per il corso delle 20.30.

20.25 eccola passa in tuta e borsa verso la palestra. Mi sposto e attendo uscita. Fine corso 21.30, si fanno le .40, .50, le 22. La chiamo 22.05, sta uscendo e l'audio è debole perchè la palestra è sotterranea. Ci accordiamo per risentirci dopo. Esce dopo un minuto e va verso casa. La chiamo 22.15 e parliamo fino 22.30, poi va a letto. Attendo guardando portone fino alle 23 per vedere che non esca o che non si fermino macchine per aspettarla.

Penso che è andato tutto bene e sono sollevato. Però mi chiedo: perchè tutta questa insistenza nel voler sincerarsi che io fossi là davvero? La mia amica, con cui ero in contatto diretto ieri, mi ha detto che potrebbe pure essere che sia lei ad aver "paura" che io menta sul calcetto e dove vado in realtà. Beh, non ci avevo mica pensato.

Oggi, causa sua presenza costante in facebook mi immagino che stia chattando per organizzare la serata. La sento via mail un po' vaga. Vedo che va offline, poi dopo una mia mail di accordi per la serata (su quando sentirci in pratica...) torna online: penso che debba accordarsi meglio con chissà chi alla luce della mia mail. Mi dice che non sa se andrà in palestra perchè non si sente molto bene, e questo è stranissimo perchè ci va anche con 40 di febbre.

Ho un appuntamento dopo il lavoro, che si conclude 19.45. La chiamo, il suo altro corso in palestra inizia oggi alle 20. LA chiamo e sta rientrando in casa dice, poi andrà in palestra. La linea è disturbata, ci accordiamo per sentirci alle 21.30.

Fatto 30, facciamo 31 penso. Alle 21 sono di nuovo a far la posta all'uscita della palestra, e alle 21.25 la vedo uscire. Sono contento, vedo che va a casa. E infatti dal cellulare vedo che è online su fb dopo pochi minuti. Torno a casa e attendo le 22 per chiamare, penso che se chiamo prima può concludere con me e uscire dopo, invece le 22 sono un orario ideale per un appuntamento e il limite alto per uscire in settimana. Totale mi chiama lei 21.55, bellissima telefonata di mezz'ora.

Ora, sono sollevato da queste verifiche ma mi sento anche messo davvero male. Fino a poche settimane fa non era così...scherzavo tranquillamente sulla mia indipenza vs la sua, su cosa faccio quando non c'è o cosa fa lei. Ma da un po' questi pensieri mi danno ansia, tachicardia, necessità di controllare. Poi questa mania di controllo temo non si esaurisca mai. Lo sapete cosa ho pensato stasera? Che forse è andato tutto liscio perchè qualcuno che mi conosce, tipo quell'amico di ieri, le ha detto di avermi visto e lei ha cambiato i piani facendo come se niente fosse e sapendo che ero lì a vederla. E' assurdo, ma non posso escluderlo. Mi rendo però conto che è come se dovessi a tutti costi trovarle questa colpa: forse non voglio stare con lei e cerco un qualcosa di oggettivo per chiudere, non avendo le palle di farlo io "normalmente":

Mi rendo conto che il mio comportamento è l'antitesi dell'amore, o se non vogliamo usare parole grosse è anche l'antitesi di una storia normale, non c'è fiducia, non c'è tranquillità, non c'è abbandono. Forse non ho davvero voglia di una relazione seria, o forse per un paranoico come me una che è tendenzialmente libera e indipendente come lei non è proprio facile da gestire.

Modificato da Totem
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Boe

Posso chiederti, per curiosità, se scoprissi che ti tradisse, che faresti?

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Totem

Posso chiederti, per curiosità, se scoprissi che ti tradisse, che faresti?

è una bella domanda, ne ho parlato ieri con l'amica. Ho proprio detto: "io mica so cosa farei se la beccassi..."

Allora ci ho pensato, ho immaginato la scena...le chiederei perchè...ammetterei che i miei comportamenti non hanno aiutato la relazione...e poi probabilmente la lascerei, non senza sofferenza. Questa persona mi sta insegnando molto semplicemente essendo come è, se poi io non voglio vedere o vivere serenamente una storia che pure mi può dare tanto, con tutti i limiti del caso, non posso darle la colpa.

Modificato da Totem
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TheDorkKnight

Ti consiglio vivamente una figura professionista.

Sei adulto, sei indipendente, potrai permetterti qualche seduta. Fallo per te stesso, e per la tua stessa pace mentale.

Altrimenti come fai a vivere in modo sano questa situazione? Ma soprattutto: come riesci ad andare avanti a viverla se soffri ogni volta?

Indaga dentro di te, cerca di capire, leggi, leggi e leggi. E confrontati con altri.

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caporex

Sei mai stato tradito?

Pensi qualche volta a tradire tu stesso?

E l'unica donna in questo momento?

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Boe

è una bella domanda, ne ho parlato ieri con l'amica. Ho proprio detto: "io mica so cosa farei se la beccassi..."

Allora ci ho pensato, ho immaginato la scena...le chiederei perchè...ammetterei che i miei comportamenti non hanno aiutato la relazione...e poi probabilmente la lascerei, non senza sofferenza. Questa persona mi sta insegnando molto semplicemente essendo come è, se poi io non voglio vedere o vivere serenamente una storia che pure mi può dare tanto, con tutti i limiti del caso, non posso darle la colpa.

Vedi, quello che volevo dirti è che la risposta a tutto è già dentro di te. Non è in lei, o in quello che fa. E' in queste tue parole. Se dovesse essere vero, ne parlereste, probabilmente la lasceresti, soffriresti certo, MA NULLA DI PIU'. E' un gioco che hai scelto di giocare, è una responsabilità che ti sei preso. Dal momento che sei entrato in campo sapevi già i rischi, sai anche che lei durante la sua vecchia relazione qualche volta ha tradito il suo compagno, ma fa parte del gioco. Hai presente quando da bambino ti regalano una cosa troppo bella, e per paura di romperla non la usi mai, e poi quando sei grande nemmeno ti interessa più? A me è successo con un sacco di cose. Ecco questo è lo stesso discorso. Goditi quello che hai, il massimo che ti potrà succedere già lo sai, non può succedere altro. Vivi la tua vita, fai sport, leggi, lavora, fatti tanti amici, o ancora meglio amiche, se ti va approccia ragazze anche senza dar seguito al tutto. Lei è un bell'investimento, ci credo, e se dovesse andar male giustamente soffriresti, ma non puoi fare nulla per impedirlo. Purtroppo molte donne tradiscono, ma non è giusto rimanere soli, o farsi mangiare dalla paura E allora goditela tutta e cerca di farla essere felice e di esserlo tu stesso. E ricordati che l'unico modo per uscirne è non puntare tutta la tua vita su di lei. Piuttosto condividirla, con lei.

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