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Dee
Inviato

Ciao a tutti, in questa sezione del forum ho visto spesso parlare dell`argomento oneitis su ciò che bisogna fare "DENTRO" per capirsi e superarla, su ciò che si sente, si prova stando in quello stato.

Ora, mi spiego meglio, voi come vi siete rapportati con il mondo esterno stando in quello stato? con le vostre amicizie, con la vostra famiglia, con il vostro lavoro, con i vostri hobby...ect..??

un abbraccio,

Dee

peeny
Inviato

dipende c e chi si crogiola nel dolore e sugli altri, altri lo nascondono.

Ultimante vado per la seconda, a peeny va sempre bene. Risultato sei il numero uno, nel lavoro con gli amici con le donne.

Il brutto? Porti una maschera, se lo fai per molto tempo dimentichi anche il tuo volto.

Le oneitis non somo altro che un tuo bisogno esistenziale che una donna ti porta fuori, poi chi sia la donna non importa.

Non importa in che modo ti relazioni con la oneitis, quando ti ci scontri puoi fare tutte le cose giuste, ma che alla fine non ti portano a niente.

  • Mi piace! 2
Inviato

Dee già scoprire che esiste un mondo esterno e uno interno è un miracolo.

Senza farsi troppe seghe neurali, così dovresti accorgerti che sei un filtro che vivi con dei filtri.

Parlo di scoprire, non crederlo perché lo dice un fallito come me o per partito preso.

Amon
Inviato

E' un argomentone.

Ognuno la vive a suo modo, credo. Personalmente associo la mie vecchie one-itis a un senso di depressione, demotivazione e, sostanzialmente, un calo della stima in me stesso (penso sia lo stesso per tutti).

Tutto ciò è assurdo e razionalmente lo capivo benissimo anche durante il periodo di one-itis: nessuno può dire che persona io sia, nessuno può avere potere sui miei stati d'animo... sono io che FACCIO la mia vita.

Ma poi nella realtà, lo sappiamo benissimo, le cose sono diverse. E non potrebbe essere altrimenti, dato che se le HB non avessero nessun potere su di noi, non sperimenteremmo nemmeno l'amore.

Penso che il punto centrale del discorso sia imparare a costruirsi un'immagine forte di noi stessi, una forte individualità. Bisogna imparare ad amarsi davvero. E' necessario avere una vita piena, interessante e divertente... sia per poter offrire qualcosa a chi entra nella nostra esistenza, sia per essere semplicemente felici, sia per avere un porto sicuro in caso di one-itis.

  • Mi piace! 3
Dee
Inviato

personalmente posso dire che l`unica cosa che mi tiene in quello stato di inquietudine nella mia oneitis è il fatto di non essere soddisfatto a mandarla a fare in culo come vorrei dicendo ciò che penso sulla persona, ma ho fatto la promessa di aspettare e aspettare tutto il tempo che serve per servire le parole non dette. Ma allo stesso modo, ho capito che devo pensare al mio innergame, se voglio anche farmi per dire una sua amica- nemica (la ex del quel che fu il suo tipo). La palestra, il weekend con gli amici, non mi bastano più. I primi giorni, mi son sentito impreparato, non sapevo cosa fare e pensare, ha influito sul modo di rapportarmi con il mondo esterno e ho sentito il bisogno di parlarne. Ma è il solito problema, credo di vivere una disintossicazione da una dipendenza, proprio come i tossici, una illusione creata da me. Non è qualcosa di costante ma va tra alti e bassi, basta una sosia, una frase di mia madre sulla vicenda in modo improprio e si va giù, la si risogna...ma per seguire il bane-pensiero, dissacrare il sogno con i propri fluidi, ti libera.

Dee
Inviato

Dee già scoprire che esiste un mondo esterno e uno interno è un miracolo.

Senza farsi troppe seghe neurali, così dovresti accorgerti che sei un filtro che vivi con dei filtri.

Parlo di scoprire, non crederlo perché lo dice un fallito come me o per partito preso.

ciao underdog, spiegati meglio, in che senso filtro?
Inviato

Volentieri.

Parlo secondo esperienze puramente personali.

Con questo non voglio fare del proselitismo.

Sono convinto che all'uomo non gli è stato concesso di vedere la realtà per ciò che è.

Perché?

saro ipersintetico.

E proprio il fatto che si struttura nella crescita la percezione di un "IO" separato dal resto.

Io sono questo io sono così..

Quello e mio, questo e tuo..

Ora che accade?

Dal mondo esterno arrivano continuamente impressioni che entrano dentro di noi.

Queste impressioni entrano attraverso delle porte in noi che sono i SENSI, l'apparato sensoriale.

Ma l'impressione della vita esterna entrando in noi cosa fa?

NIente.

L'impressione entra è basta, siamo noi che una volta percepita l'impressione che entra la definiamo.

Che intendo definirla?

Vedi un oggetto rosso e tu sai distinguerlo perchè conosci il rosso, giusto?

Se nessuno ti avesse insegnato a distinguere il rosso, l'impressione del rosso, neanche l'avresti notata.

Allora a secondo di ciò che tu hai di definito dentro di te percepisci l'impressione dell'esterno.

La tua attenzione poserà sempre su ciò che conosci, quello che non conosci non entrerà.

Perdonami, ma per scriverlo come si deve, dovrei fare un libro.

A questo punto posso consigliartene uno se vuoi approfondire la questione.

alcorvega
Inviato

bhe davvero interessante la risposta di underdog sarebbe da approfondire ed applicare

per quanto mi riguarda l approccio col mondo esterno è duro ma ho trovato fortunatamente amici che mi danno una mano

cerco di concentrarmi sul mio lavoro e purtroppo data la crisi ho perso anche quello ,ma reagisco tentando di trovarne un altro

all inizio la prima settimana non riuscivo nemmeno a lavorare mi sono autoimposto di fare quanto più cose possibili e di leggere quanti più testi di motivazione possibile

infondo il tempo passa e una sola cosa possiamo tenere sottocontrollo il nostro miglioramento personale sia anche piccoli passetti

vestiti nuovi nuova palestra nuovi hobby ecc ecc ma infondo sè un domani dovesse tornare o per caso dovessi incontrarla vedrà un uomo nuovo migliorato

Dee
Inviato

Volentieri.

Parlo secondo esperienze puramente personali.

Con questo non voglio fare del proselitismo.

Sono convinto che all'uomo non gli è stato concesso di vedere la realtà per ciò che è.

Perché?

saro ipersintetico.

E proprio il fatto che si struttura nella crescita la percezione di un "IO" separato dal resto.

Io sono questo io sono così..

Quello e mio, questo e tuo..

Ora che accade?

Dal mondo esterno arrivano continuamente impressioni che entrano dentro di noi.

Queste impressioni entrano attraverso delle porte in noi che sono i SENSI, l'apparato sensoriale.

Ma l'impressione della vita esterna entrando in noi cosa fa?

NIente.

L'impressione entra è basta, siamo noi che una volta percepita l'impressione che entra la definiamo.

Che intendo definirla?

Vedi un oggetto rosso e tu sai distinguerlo perchè conosci il rosso, giusto?

Se nessuno ti avesse insegnato a distinguere il rosso, l'impressione del rosso, neanche l'avresti notata.

Allora a secondo di ciò che tu hai di definito dentro di te percepisci l'impressione dell'esterno.

La tua attenzione poserà sempre su ciò che conosci, quello che non conosci non entrerà.

Perdonami, ma per scriverlo come si deve, dovrei fare un libro.

A questo punto posso consigliartene uno se vuoi approfondire la questione.

Ciao underdog, se hai dei libri che ne parlano, volentieri :)

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