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Pyramid
Inviato

Apro questa discussione per sottolineare un aspetto della seduzione che in poco più di un anno di permanenza sul forum sembra essere venuto a galla. Seduzione non è usare tecniche per piegare l'altra persona al nostro volere, ma è prima di tutto un lavoro su sè stessi. Mi sento super sicuro, ho un social proof enorme, sono fidanzato da quasi 8 mesi e continuo ad essere apprezzato dalle altre ragazze.

Il problema sopraggiunge quando si diventa così sicuri di sé che si è disposti a voler buttare via tutto in virtù del ragionamento "E' l'altra persona a perderci". Mi capita molto spesso di rendermi conto che alcune volte tratto molto male la mia ragazza; ieri, ad esempio, scherzando mi ha detto che per risolvere i problemi di lavoro dovremmo partire insieme (è capoanimatrice), ma io, che disprezzo l'ambiente dei villaggi turistici (semplicemente sulla base di ciò che ho sentito) le ho risposto "Nonono, assolutamente, per fare l'animatore non partirò MAI", detto con un forte tono dispregiativo e che lei ha subito avvertito. Tanto che mi ha risposto che non è giusto discriminare il suo lavoro e il suo ambiente perchè è lì che è diventata la persona che è ora. Ed è vero, perchè io adoro la persona che è ora.

Non abbiamo litigato, le ho semplicemente spiegato le mie ragioni e siamo pacificamente arrivati a parlare del suo lavoro, che ha pure suscitato un interesse in me. Però mi sento in colpa perchè io, il suo ragazzo, ossia la persona che dovrebbe apprezzare e spingerla di più e che dovrebbe essere contenta dei successi della propria metà, in realtà l'ho trattata con sufficienza, quasi come se gli anni e gli sforzi che ha dovuto fare non siano serviti a niente.

Prima di conoscere questo forum non ero la persona che sono adesso, ma alcune volte mi sento ingiustamente superiore a tutti, ed è ovvio che il problema parte da me. E' che ogni volta mi sento quasi in diritto di considerare le ragazze, anche la mia fidanzata, come se fossero un gradino sotto di me. La mentalità dell'abbondanza mi sta rovinando.

Anche se la situazione dell'esempio è stata chiarita, in me rimane un forte senso di colpa, perchè lei ormai è convinta che io disprezzi il suo lavoro. C'è qualcuno che ha esperienze simili da raccontare?

caporex
Inviato

Cosa pensi di quel tipo di lavoro, sulla base delle conoscenze che hai ora? Forse razionalizzi una paura.

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BackToLife
Inviato

Il cambiamento richiede tempo.

L'equilibrio tra le due polarità : ciò che eri e ciò che sei è un processo continuo, lungo e graduale.

Normalissimo scivolare ogni tanto in atteggiamenti troppo duri, ciò che realmente conta è il saperli riconoscere come eccessivi e calibrarsi di conseguenza.

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