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Inviato

Hehe, conosco perfettamente questa sensazione! Solo se ripenso alla mia ex collega che prendeva l'autobus con me e che mi guardava con occhioni da cerbiatta...ed io allora ero fidanzato...

Certe occasioni non ricapitano più, bisogna approfittarne SUBITO.

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Inviato

agire e rimediare un NO ti fa dormire tranquillo, non agire ti disturba nel sonno a distanza di anni..

mi ha colpito molto questa frase perchè purtroppo ci sono e ci sto passando enon è veramente piacevole.

Stai immobile a pensare a tutte i momenti di felicità che avresti potuto vivere, magari anche cose improbabili che non sarebbero mai successe ma siccome non ti sei mosso, non lo potrai mai sapere.

E' questo il punto, vivere e prendere ogni cosa che ti capita.

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Syndrome
Inviato

Che nostalgia quando ho letto questo post.

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BananaNike
Inviato

Minchia mi costringi ad una notte insonne :)

Scherzo.

Però quanti ricordi hai smosso.

E nel mio caso c'è anche l'aggravante..perchè credo di aver fatto degli errori da codice penale.

Ma roba da ritirarmi la patente. Che asino cazzo! E l'aggravante sta anche nel fatto che si trattava sempre di grandissime fighe.

Perchè io se non son grandissime fighe non riesco neanche a mettermi in azione ( non per razzismo o vanteria sia ben chiaro). Non ne ho avute tante, ma erano tutte delle gnocche da paura.

E sarebbero state almeno il quadruplo se una volta che ce le avevo sotto mano non mi fossi cagato addosso invece di agire.

Che asino (bis).

Per fortuna tutto ciò fa parte dei tempi andati.

E vivere con qualche rimpianto è nella natura stessa dell'uomo, per definizione.

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Hikikomori
Inviato
Quanti di voi hanno davvero imparato dai rimpianti?


Io ammetto che ancora oggi mi lascio sfuggire tante opportunità, rimanendo immobile, con il conseguente rimpianto.


In quel momento viene sempre un sentimento di paura che mi blocca e che non si schioda da dentro. E più ricordo a me stesso di agire per non avere rimpianti, più mi rendo conto che mi comporto sempre nella stessa maniera.


Allora vorrei fare con voi una riflessione:


Ti si presenta un'occasione e hai una paura, che ti blocca.

Questa paura è un sentimento che ti fa rimanere immobile.

Di conseguenza perdi l'occasione che si era presentata e la rimpiangi.

Dici a te stesso che se solo potessi tornare indietro ti comporteresti in modo diverso.


Questo per me è una specie di ciclo che si ripresenta quasi ogni volta.

E mi sono accorto che, se ho quella determinata paura, non riesco ad agire. Mi blocco. Anche se so che poi subentrerà il rimpianto.


Così ho accettato l'idea che il fatto di agire, di buttarsi, di cogliere le opportunità, dipendono sempre dallo stato d'animo in cui ti trovi in quel momento. Se non superi la tua paura, che inevitabilmente entrerà in gioco, tornerai sempre a casa con un pugno di mosche. Ogni volta.


Bisogna quindi rimuovere quella paura, ma ti accorgi che non ne hai il controllo. La PNL insegna che i sentimenti sono condizionati sia dalla realtà che da i pensieri. I pensieri possono dunque cambiare quella paura.


Credo che l'unica libertà che abbiamo è sempre questa: siamo liberi di scegliere i nostri pensieri in qualsiasi momento. Non c'è altra libertà: i pensieri condizionano i sentimenti che condizionano i comportamenti.


Quindi credo che la soluzione definitiva all'argomento di questo topic sia riuscire a capire quali pensieri ti fanno entrare in un preciso stato d'animo, quali pensieri ti fanno trovare il coraggio di agire. Bisogna trovarli e metterli in atto. Se non li cerchi, se non ti chiedi quali essi siano, cadrai sempre nell'abitudine nociva dettata dalla paura.


Sento già qualcuno che direbbe: anche se hai paura buttati, fai lo sforzo di superarla e come va va. Ma non è anche questo un pensiero che può farti trovare il coraggio? Per alcuni funziona, per altri no. Per alcuni può essere più utile cantarsi una canzone rock in testa, per altri ricordare un evento piacevole del passato. Non importa cosa. Bisogna trovare quei pensieri, quelle immagini e quei ricordi che ti spingano, da dentro, ad agire. Ognuno deve trovare i suoi. Credo che stia tutto lì.
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blueeyes
Inviato

Ottimo questo spunto di conversazione. Io personalmente mi ritrovo ancora in questa situazione di non agire e sai quando lo faccio? quando mi sento fuori posto... Magari perchè mi sento nella situazione sbagliata (in mezzo ad adulti professionisti per esempio) o mi sento inadatto io (camicia troppo larga, colri abbinati male.. o solo incompetente verso la situazione in atto) ecco in quei momenti mi blocco un pò... Capita che mi muovo lo stesso, memore di vecchi rimpianti o spino dalla gioia e leggerezza che proverò dopo averlo fatto (o via da o verso a.. sempre quelle le forze motrici ora della fine), ma capita anche che la paura del rifiuto sia più forte della motivazione o che finchè abbatto i pensieri negativi perdo il momento (ragazza in movimento per es)

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arcadefire86
Inviato

Io credo che la miglior difesa sia l'attacco. Quella sensazione di paura/impossibilità la ricordo ancora. E mi ci sto pian piano rapportando. Come? Semplice. Ogni qualvolta sento che è possibile osare, oso. Appena si apre uno spiraglio per fare qualcosa di diverso da ciò che ho sempre fatto, mi ci ficco. In precedenza ero una persona che subiva la realtà. Le occasioni mi si presentavano davanti e non avevo le armi per coglierle. Non so quante situazioni con HB avrò perso nel tempo. Troppe. Ma tutto è servito a farmi capire che bisogna sfidare il potenziale disagio. Non ci sarà tua madre ad imboccarti col cucchiaino. Ci sei solo tu che devi procurarti ciò di cui hai bisogno, e per farlo devi necessariamente dominare te stesso e la realtà. Ma prima te stesso. Devi punirti quando sbagli, e perdonarti per le volte in cui non avevi l'esperienza per poter fare le cose giuste. Non ha troppo senso stare a guardare i passi falsi, e pensare "ma se io avessi fatto x anzichè y, sarebbe nata la storia d'amore più bella del secolo". Ha senso pensare: "Ho fatto x. E'andata male. C'è qualcosa che posso imparare da quest'errore? Ok, imparo. Mi perdono perchè non ero pronto a fare la cosa giusta e cerco di capire quali sono i miei punti deboli, e dò tutto me stesso per rafforzarli."

E non è questione di donne. E'questione di inner game. Mi viene in mente il concerto a cui sono stato ieri. Me lo stavo godendo alla grande. Quando io godo, inizio ad andare in trance , e mi muovo anche in maniera un po'ridicola. Appena mi sono posto il problema che qualcuno potesse notare il modo in cui io ballavo, ho iniziato ad essere più "normale", e contemporaneamente ho smesso di godere. Ma poi mi son detto tra me e me:"ha senso aver paura che qualcuno mi trovi ridicolo?"; "ha senso smettere di godere di quelle sensazioni perchè qualcuno mi possa star guardando mentre mi muovo?". No. Ho ripreso a muovermi e a godere. Sono uscito dal concerto estasiato, emozionato, felice. Tutto questo perchè ho scelto di non cedere a nessuno il potere di condizionarmi la serata. Anzi, ho pensato che potessi avere io il potere di condizionare positivamente la serata a qualcuno. Per cui: chiacchiere piacevoli con la barista (che ho scoperto che di giorno lavora in un altro bar vicino casa mia, buono a sapersi); chiacchiere piacevoli con il proprietario del locale (ho scoperto quanto costa adibire un edificio a locale per fare concerti, che bisogna chiedere il cambio d'utilizzo al comune, e altre varie cose); chiacchiere piacevoli con i membri del gruppo che aveva suonato. Ho aperto persone (anche un'HB) che conoscevo di vista, dicendo "ma cavoli, tu sei l'amico di x, ti ho visto che eri alla serata y!".

Questo vale per tutto. Per ogni piccola cosa. La realtà va vista con occhi nuovi, se vuoi che ti dia ciò di cui hai bisogno. Per cui non fustigarti di aver perso la grande occasione. Fustigati per non cogliere i milioni di piccoli segnali che la realtà ti manda affinchè tu possa diventare una persona viva.

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Hikikomori
Inviato
Penso che tu abbia fatto un bellissimo esempio pratico del mio specchietto:

Appena mi sono posto il problema che qualcuno potesse notare il modo in cui io ballavo, ho iniziato ad essere più "normale", e contemporaneamente ho smesso di godere.

Pensiero limitante -> Stato d'animo -> Comportamento. E di nuovo:

Ma poi mi son detto tra me e me:"ha senso aver paura che qualcuno mi trovi ridicolo?"; "ha senso smettere di godere di quelle sensazioni perchè qualcuno mi possa star guardando mentre mi muovo?". No. Ho ripreso a muovermi e a godere.

Pensiero positivo -> Stato d'animo -> Comportamento.

Anzi, ho pensato che potessi avere io il potere di condizionare positivamente la serata a qualcuno. Per cui: chiacchiere piacevoli con la barista (che ho scoperto che di giorno lavora in un altro bar vicino casa mia, buono a sapersi); chiacchiere piacevoli con il proprietario del locale (ho scoperto quanto costa adibire un edificio a locale per fare concerti, che bisogna chiedere il cambio d'utilizzo al comune, e altre varie cose); chiacchiere piacevoli con i membri del gruppo che aveva suonato. Ho aperto persone (anche un'HB) che conoscevo di vista, dicendo "ma cavoli, tu sei l'amico di x, ti ho visto che eri alla serata y!"

Correggimi se sbaglio, Arcade, ma le esperienze piacevoli che hai fatto al concerto sono dipese da TE. Dal tuo "inner game". Dunque tanto di cappello. Penso che dire "inner game" sia un altro modo per dire "pensieri e stati d'animo che riesci ad avere in quel momento". Più sono positivi, meglio è. E per il resto, la realtà continuerà a mandarci piccoli segnali che noi possiamo cogliere per sentirci vivi, e questo dipende da noi.
Leggendo la parola trance. Non so a voi, ma a me viene in mente che, quando dormo, a volte mi capita di incontrare delle ragazze in sogno. Durante il sogno so che tutto quello che vedo non è reale, perciò mi lancio all'approccio con uno stato d'animo prodigioso. :)
Non c'è nessuna paura, nessuna serietà. Senza voler scendere nel filosofico... probabilmente pensare alla vita come un sogno che dura più o meno cent'anni potrebbe essere motivante. E penso che, alla fine... di cosa aver paura? Tanto vale goderselo questo tempo che abbiamo a disposizione, qui, e osare, prima di svegliarsi altrove.
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arcadefire86
Inviato (modificato)

Sì, certo. I passaggi son quelli. C'è da dire che il pensiero limitante in quella situazione era nato da sè, in maniera spontanea, mentre quello positivo è invece nato per mia volontà. E'la volontà ciò che ha determinato tutto. E'tutto un equilibrio tra il padroneggiare se stessi ed il lasciarsi andare, ed allo stesso tempo andare sempre oltre. Osando fai errori, e sbagliando impari. Considerando che le conseguenze di quegli errori di solito sono minime o nulle, non si vede perchè non agire sempre e comunque. Per me si tratta proprio di fare scelte diverse, per ottenere risultati per forza diversi. Ciò lo fai a partire dal piccolo. Se sei abituato a comprare il chupa chups alla fragola perchè ti piace quello, cambiamento è lo scegliere di non comprare più quello alla fragola ma di provare quello al limone, ed il giorno dopo quello alla ciliegia, etc. Se prendi il solito Baileys la sera perchè ti sei affezionato a quel gusto, scegli di non prendere più il Baileys ma di provare un Martini o un Americano. Addirittura mi è capitato di dover tornare a casa la sera ed aver scelto di imboccare nuove vie, perchè c'era la possibilità che rendessero il tragitto più corto, anzichè prendere la solita strada lunga che conoscevo a memoria. Bisogna tuffarsi in ciò che non si conosce e rifuggire l'abitudine. Una volta che lo fai con tutto, lo fai automaticamente anche nel tuo modo di rapportarti all'altro sesso. Butti via il vecchio comportamento e ne provi altri. E pian piano le cose iniziano a girare (sia chiaro che per me la strada è ancora lunga, ma almeno sento di aver iniziato a camminare mentre prima ero fermo).

Modificato da arcadefire86
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