Vai al contenuto

Empatia


Reverie

Messaggi raccomandati

I pilastri portanti di questo forum sono l'inner game e le tecniche. Per i non iniziati, la loro importanza è innegabile. Con l'inner game si crea una psicologia adatta allo scopo che ci si pone dal momento in cui si sceglie questo percorso, si distruggono le mentalità limitanti e si crea terreno fertile per sviluppare quelle vincenti. Con le tecniche si imparano le azioni particolari che dobbiamo attuare per realizzare il nostro scopo. Qualcuno non ha bisogno di passare per il sentiero dell'inner game poiché, per un motivo o per un altro, ha già costriuto una psicologia giusta nel corso della vita; qualcun altro non ha bisogno di imparare tecniche perché conosce già di suo i princìpi base che vi stanno dietro, apprendendoli indirettamente nel corso della vita. I più rari sono le combinazioni fra queste due tipologie di persone, comunemente li chiamiamo "natural". Questa mia parsonale (ma non tanto) interpretazione spiega perché in giro per il forum ci sono ancora persone che reputano inutile l'inner game, altre che dicono che le tecniche non servono a nulla ma che bisogna essere naturali eccetera eccetera.

Ormai da tempo trovo ovunque parallelismi fra arti marziali e seduzione, infatti credo proprio che quando avrò un pò più d'esperienza scriverò i miei pensieri in proposito. In questo caso, posso dire che l'inner game corrisponde allo sviluppo di una mentalità combattiva: sviluppo della competitività e della volontà di progredire, l'abbattimento delle varie paure come la paura del dolore del pugno dell'avversario (di questa, di come spesso non vengano mai veramente superate e del correlato "paradosso dell'artista marziale" legato all'orgoglio costruito sopra l'immagine si è già discusso precedentemente in un altro thread), la paura della fatica, la paura di far male all'avversario e via discorrendo. Condizioni necessarie ma non sufficienti per iniziare ad apprendere come si combatte. Poi, fra le tecniche di seduzione e le tecniche delle arti marziali è facile trovare un parallelismo.

Ora, tutto questo discorso era nient'altro che una premessa. Sto per arrivare al nocciolo del discorso.

Acquisire la psicologia e apprendere le tecniche è solo l'inizio. Esiste un terzo fattore che fa la differenza fra chi è un dilettante e chi eccelle: l'empatia. La psicologia è inutile se non si è capace di coinvogliarla, le tecniche sono inutili se le si spara a caso. Bisogna trovare i momenti giusti per agire e sapere quale tecnica utilizzare all'occorrenza, e questo si può fare imparando a leggere le persone.

Studiare le caratteristiche fisiche e psicologiche del nostro avversario, adattare la nostra strategia in base a queste, capire suo il pattern d'attacco, sfruttarlo a proprio favore, portarlo a fare ciò che vogliamo per contrattaccare, è dannatamente uguale a studiare le caratteristiche del nostro target, adattare il nostro comportamento a lei, comprendere i suoi schemi mentali, sfruttarli a proprio favore, e portarla a fare ciò che vogliamo per colpirla profondamente al cuore.

Ora, la mia domanda.

Come posso sviluppare l'empatia? Sono sempre stato un tipo molto introspettivo, per cui non riesco a leggere i comportamenti altrui, e mi sono reso conto che il 99% dei miei dubbi e delle mie paure derivano dalla mia scarsa capacità di tradurre i comportamenti di chi ho di fronte. Sto cercando di migliorare studiando il linguaggio del corpo, provando ad indovinare i rapporti che intercorrono fra persone che interagiscono osservandole, imitando le loro posture e i loro gesti per immedesimarmici e cose del genere, ma con scarsi risultati. Mi piacerebbe creare un laboratorio in cui si discute e si sviluppano idee per migliorare questa capacità per me fondamentale. Quindi, chi ha idee/riflessioni/esercizi da proporre?

  • Mi piace! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

dickinson1

In genere bisognerebbe chiedere al mondo femminile.

Le donne sono piu' abili in certe cose.

Sia nel ruolo di madri che di mogli.

L' empatia e' la capacità personale di "mettersi nei panni" degli altri, di calarsi nella loro realtà per comprenderne punti di vista, pensieri, sentimenti, emozioni .

Chi meglio di loro?

Sono sempre insieme fra amiche,si abbracciano,si capiscono al volo.

E pure con i figli piccoli,sanno come comportarsi.

Noi maschietti ci dobbiamo sforzare di osservare tutto cio' che ci circonda,la gestura delle persone,il tono della voce.

E non solo.

Dobbiamo anche interpretare le cose,andare oltre.

E' meno difficile di come lo si pensa

Link al commento
Condividi su altri siti

Cocky 'n' Funky

mia idea personale, in attesa di pareri di persone più esperte:
1- parlando con gli altri, inevitabilmente esce fuori cos'hanno in testa, cosa stanno comunicando senza dirtelo magari inconsciamente; dedicare quindi un pò del nostro tempo giornaliero/settimanale a "stare con gli altri", facendo così in modo da trovarsi spesso in conversazioni e sentire tanti punti di vista
2- [conseguenza del primo] interessarsi un pò agli altri, "cosa hanno fatto oggi", "come va l'uni", cazzate del genere che però portano poi ad approfondire e a capire cos'ha in testa la persona in quel momento
3- riflettendoci
4- studiando: i nostri cari manuali come il Franco descrivono meccanismi psicologici e situazioni sociali comuni ma controintuitive --> torniamo sempre all'acculturarsi su "cos'ha in testa la persona".

Detto ciò, ne abbiamo davvero bisogno?
Se ascoltiamo gli altri, analizziamo ciò che "comunicano senza dirtelo" e in generale ci interessiamo a ciò
non siamo già abbastanza empatici?
Potrebbe essere più proficuo interessarsi ad influenzare lo stato altrui, più che capirlo...
Anche perché se sei una persona introspettiva, avrai sguazzato tanto tempo nei tuoi "stati interni" e magari già capisci meglio degli altri, a occhio, come si sente una persona.

Modificato da Cocky 'n' Funky
Link al commento
Condividi su altri siti

Cocky 'n' Funky

Esempio concreto.
Il punto "di forza" di tanti miei amici è proprio che hanno un'empatia pari a zero:
quasi quasi, manco ti ascoltano quando parli.
Loro sono lì, parlanoparlanoparlano di quello che hanno in testa, sorridono, hanno un'allegria contagiosa
le energie le mettono per stare allegri e parlare, non le "sprecano" ad interpretare e psicanalizzare gli altri.
Capita di essere giù, passare un pò di tempo con loro "che tanto non capiscono un cazzo" e ritrovarsi sereni/ divertiti.
E questo è quello di cui molte persone magari hanno bisogno: avere qualcuno che le rallegri/ che le faccia divertire, invece che capirle.
Capirle significherebbe entrare nel loro mondo, mondo dal quale non desiderano altro che uscire per riprendere un pò di fiato.
Perdonate se sono andato in OT :)

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

1- parlando con gli altri, inevitabilmente esce fuori cos'hanno in testa, cosa stanno comunicando senza dirtelo magari inconsciamente; dedicare quindi un pò del nostro tempo giornaliero/settimanale a "stare con gli altri", facendo così in modo da trovarsi spesso in conversazioni e sentire tanti punti di vista

2- [conseguenza del primo] interessarsi un pò agli altri, "cosa hanno fatto oggi", "come va l'uni", cazzate del genere che però portano poi ad approfondire e a capire cos'ha in testa la persona in quel momento

Ok, questo è abbastanza ovvio ma è comunque un ottimo inizio. Quello su cui vorrei puntare i riflettori è il modo giusto per capire gli stati d'animo e i pensieri dei nostri interlocutori, dal momento che spesso le parole sono ingannevoli.

Potrebbe essere più proficuo interessarsi ad influenzare lo stato altrui, più che capirlo...

Beh, questo è il fine ultimo.

Link al commento
Condividi su altri siti

ξรô†ïcø

Fatti tanti amici e amiche e frequentali spesso, impara a provare affetto e l'empatia ne verrà di conseguenza.

Non sperimentare tecniche con le amiche, sii semplicemente assertivo, non ti dico di non provarci ma fallo con grandissima sincerità e assertività (se te le vuoi solo scopare non raccontar loro che sei innamorato folle), tenendo saldo il tuo frame e la convinzione che qualsiasi cosa che stai dicendo/facendo ha senso ed è lecita, così anche in caso di rifiuto non perderai l'amicizia.

L'empatia la impari provando affetto.

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Thirsty

L'argomento mi riguarda da vicino, mi ritengo una persona con una empatia sopra la media, per cui penso di conoscerne sia pregi che difetti.

Con le donne concordo con Cocky n Funky, l'empatia funziona come un ingresso vip per la friend zone, nella fase di seduzione di certo non ti servirà.

Funziona come un'arma a doppio taglio, può aiutarti a renderti interessante agli occhi degli altri, ma non ti rende sessualmente appetibile.

Se cerchi un modo per connetterti emotivamente ad una donna percorri una strada tutta in salita, dovresti essere così bravo da leggere le persone mentre stai parlando e nel frattempo mantenere un certo distacco, rischi altrimenti di entrare in un cerchio altrui invece di invitare gli altri nel tuo.

Se ci pensi bene qualsiasi stereotipo del seduttore è basato sulla proiezione di un uomo sicuro di se, il famoso "uomo che non deve chiedere mai" della pubblicità, qualcuno che mostra se stesso in modo naturale senza dover scendere a compromessi, niente seghe mentali, non si preoccupa della timidezza, del temperamento, del carattere altrui.

Con gli amici accade qualcosa di simile, ci si relaziona difficilmente con qualcuno che ha poca empatia, si può certamente condividere momenti e passioni comuni, ma certi argomenti come le confidenze personali è meglio tenerli per chi ha la capacità di comprendere i sentimenti degli altri, altrimenti rischi di impersonare "l'incompreso", quello che confessa di vivere un momento difficile ad una persona che vede il tuo dramma come una cosa di poco conto.

Ho un amico che è così, tutto sembra scivolargli addosso (e lo invidio per questo), lo comprendo e rispetto questa sua impronta anche se a volte la percepisco come un difetto.

Di norma (almeno a me succede così), negli ambienti più familiari, con le persone a noi più vicine, si riesce a leggere gli stati d'animo con più facilità, c'è una sintonia più semplice con le persone.

Per questo mi viene naturare consigliarti di frequentare posti nuovi e parlare con gente diversa, tutto sarà più difficile, ma come nelle altre cose, dove più si fatica più si guadagna.

Altrimenti prova a osservare tuoi amici e conoscenti in situazioni nuove, ti sorprenderà trovare lati del tutto inaspettati in quelle persone che pensavi di conoscere così bene.

.

  • Mi piace! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

MasterOfDisaster

Esempio concreto.

Il punto "di forza" di tanti miei amici è proprio che hanno un'empatia pari a zero:

quasi quasi, manco ti ascoltano quando parli.

Loro sono lì, parlanoparlanoparlano di quello che hanno in testa, sorridono, hanno un'allegria contagiosa

le energie le mettono per stare allegri e parlare, non le "sprecano" ad interpretare e psicanalizzare gli altri.

Capita di essere giù, passare un pò di tempo con loro "che tanto non capiscono un cazzo" e ritrovarsi sereni/ divertiti.

E questo è quello di cui molte persone magari hanno bisogno: avere qualcuno che le rallegri/ che le faccia divertire, invece che capirle.

Capirle significherebbe entrare nel loro mondo, mondo dal quale non desiderano altro che uscire per riprendere un pò di fiato.

Perdonate se sono andato in OT :)

L'argomento mi riguarda da vicino, mi ritengo una persona con una empatia sopra la media, per cui penso di conoscerne sia pregi che difetti.

Con le donne concordo con Cocky n Funky, l'empatia funziona come un ingresso vip per la friend zone, nella fase di seduzione di certo non ti servirà.

Funziona come un'arma a doppio taglio, può aiutarti a renderti interessante agli occhi degli altri, ma non ti rende sessualmente appetibile.

Se cerchi un modo per connetterti emotivamente ad una donna percorri una strada tutta in salita, dovresti essere così bravo da leggere le persone mentre stai parlando e nel frattempo mantenere un certo distacco, rischi altrimenti di entrare in un cerchio altrui invece di invitare gli altri nel tuo.

Se ci pensi bene qualsiasi stereotipo del seduttore è basato sulla proiezione di un uomo sicuro di se, il famoso "uomo che non deve chiedere mai" della pubblicità, qualcuno che mostra se stesso in modo naturale senza dover scendere a compromessi, niente seghe mentali, non si preoccupa della timidezza, del temperamento, del carattere altrui.

Con gli amici accade qualcosa di simile, ci si relaziona difficilmente con qualcuno che ha poca empatia, si può certamente condividere momenti e passioni comuni, ma certi argomenti come le confidenze personali è meglio tenerli per chi ha la capacità di comprendere i sentimenti degli altri, altrimenti rischi di impersonare "l'incompreso", quello che confessa di vivere un momento difficile ad una persona che vede il tuo dramma come una cosa di poco conto.

Ho un amico che è così, tutto sembra scivolargli addosso (e lo invidio per questo), lo comprendo e rispetto questa sua impronta anche se a volte la percepisco come un difetto.

Di norma (almeno a me succede così), negli ambienti più familiari, con le persone a noi più vicine, si riesce a leggere gli stati d'animo con più facilità, c'è una sintonia più semplice con le persone.

Per questo mi viene naturare consigliarti di frequentare posti nuovi e parlare con gente diversa, tutto sarà più difficile, ma come nelle altre cose, dove più si fatica più si guadagna.

Altrimenti prova a osservare tuoi amici e conoscenti in situazioni nuove, ti sorprenderà trovare lati del tutto inaspettati in quelle persone che pensavi di conoscere così bene.

Bravissimi tutti e due! Diventare lo psicologo della donna non serve a un cazzo, sicuramente non a scopare.

Eppure, ho letto interventi di persone su questo forum che affermano il contrario, cioè che mostrano empatia e parlano tanto con le loro donne, addirittura riuscendo a trasformare un'amicizia consolidata in altro.

Allora mi chiedo: qual è il discriminante? Qual è il punto di non ritorno oltre il quale si acquisisce il diploma di psicologo e non la qualifica di amante???

Link al commento
Condividi su altri siti

Thirsty

Bravissimi tutti e due! Diventare lo psicologo della donna non serve a un cazzo, sicuramente non a scopare.

Eppure, ho letto interventi di persone su questo forum che affermano il contrario, cioè che mostrano empatia e parlano tanto con le loro donne, addirittura riuscendo a trasformare un'amicizia consolidata in altro.

Allora mi chiedo: qual è il discriminante? Qual è il punto di non ritorno oltre il quale si acquisisce il diploma di psicologo e non la qualifica di amante???

Difficile dirlo, ad ogni modo tutte le rappresentazioni del perfetto seduttore, cantante, pugile, e così via, sono determinate da un'analisi in grande scala delle caratteristiche che funzionano maggiormente, la così detta legge dei grandi numeri o ciò che la dottrina accademica usa per definire un metodo giusto o sbagliato.

In mezzo a questi troviamo delle voci fuori dal coro, coloro che si possono definire in molti modi, c'è chi li chiama fuoriclasse o chi addirittura pensa siano beneficiari di qualche tocco divino: pensiamo a Muhammad Ali nella boxe, dove pur adottando uno stile inusuale e con una impostazione di guardia tecnicamente scorretta è riuscito a diventare un'icona nella storia di questo sport.

Pensiamo a Usain Bolt, definito troppo alto e strutturalmente inadatto ad essere un velocista, e tanti altri.

Dove voglio arrivare?

Voglio dire che pur trovando persone in grado di sedurre una donna parlandole dell'approccio quantistico al ruolo dei quasar nell'universo o allo spurgo dei pozzi neri, la casistica ci dice che queste persone sono una minoranza, e che l'approccio più favorevole è quello di evitare di mostrarsi connessi a livello caratteriale.

Insomma, per me è una questione di numeri, la matematica ha sempre ragione.

E forse se ti stai chiedendo quale sia il punto di non ritorno, probabilmente non ti conviene sfidare la legge dei grandi numeri :p

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Ringrazio tutti per gli interventi, ma temo che non abbiate capito il motivo della mia domanda. Non certo farle da psicologo o cose del genere, ma capire che tipo di persona è per adattare, in modo subdolo se vogliamo, la mia strategia seduttiva al tipo di persona che ho davanti.

Questo è fondamentale. Ogni donna è un mondo a parte, e non possiamo usare le stesse strategie con ognuna. La mentalità e le tecniche rimangono sempre le stesse, ma quando usarle? Fino a che punto spingersi? Questo fa la differenza. È calibrazione.

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...