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Mi vieta di uscire da solo con un'amica


thedaddy

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^'V'^

Una volta avevo visto un tuo post con una citazione del Piccolo Principe, che peraltro non avevo nemmeno riconosciuto finché casualmente non sono andato a rileggerlo qualche giorno dopo. Pensavo fosse una citazione messa a piè pagina giusto per sottolineare il concetto in modo intellettuale, ma poi ho avuto un'esperienza personale che mi ha illuminato. In quel momento mi è tornato in mente quello che avevi scritto, e ho capito che era piuttosto il resto del post ad essere una gigantesca spiegazione per introdurre il concetto espresso da quella citazione, che aveva un insegnamento molto più profondo di quanto non apparisse inizialmente.

Immagino sarà lo stesso per quest'altra citazione. Non posso che esserti riconoscente per il gesto nell'attesa che l'esperienza mi sveli quello che esattamente vuoi dirmi.

Non vuole essere una risposta snob o criptica.

Semplicemente, il setting relazionale predatore - preda non è qualcosa che imposto in un modo, ma è qualcosa che sono. E che lei è.

E questo frame è così forte che spazza via ogni convinzione altra.

Ma a parte aver citato la mia frase su predatore - preda, credo che in realtà tu intendessi il setting Master- Slave.

E in questo il femminismo ha fatto un po' di casino.

Perché Master è ciò che sei come uomo e ciò che in te cerca una donna, Slave è ciò che è lei come donna, e ciò che tu cerchi in una donna.

Ora non sto parlando di rapporti con manette e ganci per i capezzoli, che non pratico e non apprezzo nemmeno in video.

E nemmeno di chi lava i piatti.

Parlo di setting relazionale.

Ma non basta essere nato col pisello per mettersi a dire ad una donna fai così, fai cosà.

Molte donne sono combattute in questo. C'è anche il libro...donne forti deboli con uomini forti.

Da una parte il solo leggere questo concetto le fa rabbrividire. Dall'altra appena incontrano un Master vogliono inginocchiarsi davanti a lui e finalmente sentirsi libere di essere se stesse.

Ma essere Master non significa mettersi a dare ordini, quanto piuttosto che il tuo mondo spazza via il suo, fatto di cazzate e iddii di poca forza.

E a lei fa sicuramente più comodo muoversi in un mondo potente di cui tu sei il regnante indiscusso, che muoversi nel suo mondo fatto di cazzate sentite in tv e apprese dagli amici idioti o dalla società, e in cui lei stessa non comanda nulla.

Perché ciò accada, devi prima arrivare a quel livello per cui quando tutti dicono una cosa, tu continui a dire il contrario perché hai ragione e lo sai per esperienza mentre loro riportano solo chiacchiere.

Non discuti nemmeno.

Poi quando si scopre che tu avevi ragione, non esulti, non era una gara, semplicemente loro dicevano cazzate di cui non sanno nulla, tu parlavi di ciò che conosci.

E questo continuamente, continuando a distruggere il suo mondo non con affermazioni e stoccate, ma con domande, maieuticamente.

Soffiando, e soffiando, la sua casa di paglia si sfalderà, così come la sua casa di legno. Solo le case di pietra rimarranno in piedi.

E a quel punto, siccome hai distrutto la sua casa ma non la giudichi per questo, non la deridi, non esulti, ecco che sei autorevole.

Il tuo mondo è solido, il suo era merda.

Per fare questo non basta solo che il tuo mondo sia costruito con la roccia e sia reality-proof, questa è la parte facile.

La parte difficile è che tu devi anche esserne il regnante indiscusso. Chiamiamo questa parte...congruenza.

Nel mio caso, io sono disposto a perdere chiunque non mi accetti come sono, e mi pongo senza troppi filtri per come sono.

E questo ha un prezzo, e anche un premio.

Il prezzo è che perdo (io dico filtro) anche ragazze cui tengo o che mi piacerebbe chiudere.

Il premio è che non c'è una sensazione migliore di essere amati per quello che si è.

E anche chi non mi vuole, non mi trova niente da dire, perché sono stato onesto.

What you see is what you get.

Nota: sto parlando con una ragazza di questo. Mi ha detto che all'inizio quando riportava ai suoi colleghi le mie spiegazioni su come funziona il mondo, e lo strano tipo di relazione non convenzionale che impostavo con lei, loro erano increduli, non si capacitavano proprio e consideravano pazzo me e diventata pazza pure lei.

Poi...

Vedendola per mesi sempre felice, serena, tranquilla, rilassata, mai stata così bene, arrivando anche a dire la profanità: meglio aver incontrato ^'V'^ che vincere al superenalotto (sta dicendo che lo scrive col sangue se necessario), i suoi colleghi si sono cominciati a chiedere se non fosse il loro mondo, quello assurdo, e ora le stanno chiedendo da settimane che mi chieda libri da consigliar loro e lei quando parla con loro (che ormai la considerano un riferimento cui chiedere consigli) sembra un discepolo perché inizia i discorsi con ^'V'^ dice...

Quindi in un certo senso il setting Master-Slave si è trasposto indirettamente anche ai suoi colleghi, ma questo come vedi non significa che io mi metta a dare ordini ai suoi colleghi, ma soltanto che loro chiedono a lei di chiedere a me cosa pensare.

E non esulto per questo, ne mi sento di aver vinto nulla.

Semplicemente il mio mondo era reale, e solido, il loro era di paglia. E questo lo sapevo anche quando mi consideravano pazzo. E non li biasimo per averlo fatto.

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Reverie

Perché ciò accada, devi prima arrivare a quel livello per cui quando tutti dicono una cosa, tu continui a dire il contrario perché hai ragione e lo sai per esperienza mentre loro riportano solo chiacchiere.

Non discuti nemmeno.

Poi quando si scopre che tu avevi ragione, non esulti, non era una gara, semplicemente loro dicevano cazzate di cui non sanno nulla, tu parlavi di ciò che conosci.

E questo continuamente, continuando a distruggere il suo mondo non con affermazioni e stoccate, ma con domande, maieuticamente.

Soffiando, e soffiando, la sua casa di paglia si sfalderà, così come la sua casa di legno. Solo le case di pietra rimarranno in piedi.

Dietro queste frasi apparentemente semplici si celano un sacco di implicazioni.

1) Assoluta convinzione dell'autorevolezza della propria realtà, cosa tutt'altro che comune in un mondo in cui le informazioni saltano fuori da ogni dove come se piovesse e le opinioni sulla realtà vanno e vengono a seconda delle frasi sentite dai pareri che la massa di appartenenza ritiene autorevoli (tu in questo forum sei un perfetto esempio). Per creare una propria realtà solida, fatta di mattoni, bisogna affinare le capacità di selezionare le informazioni in base ad un proprio personale criterio di validità e solidità, e prima ancora bisogna crearselo questo criterio di giudizio. Il che, di per sè, non è affatto semplice.

2) Avere la capacità comunicativa necessaria per non far travisare la propria visione della realtà, avere polmoni abbastanza potenti da distruggere una casa di paglia. Altrimenti puoi essere convinto di quello che vuoi, nessuno ti prenderà sul serio.

Bene, ora so da dove iniziare a lavorarci su. Grazie :D

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^'V'^

Esempio di comune discorso della mattina

https://dl.dropbox.com/u/21733791/Display%20Rules.wav

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HaphaHapha

Non vuole essere una risposta snob o criptica.

Semplicemente, il setting relazionale predatore - preda non è qualcosa che imposto in un modo, ma è qualcosa che sono. E che lei è.

E questo frame è così forte che spazza via ogni convinzione altra.

Ma a parte aver citato la mia frase su predatore - preda, credo che in realtà tu intendessi il setting Master- Slave.

E in questo il femminismo ha fatto un po' di casino.

Perché Master è ciò che sei come uomo e ciò che in te cerca una donna, Slave è ciò che è lei come donna, e ciò che tu cerchi in una donna.

Ora non sto parlando di rapporti con manette e ganci per i capezzoli, che non pratico e non apprezzo nemmeno in video.

E nemmeno di chi lava i piatti.

Parlo di setting relazionale.

Ma non basta essere nato col pisello per mettersi a dire ad una donna fai così, fai cosà.

Molte donne sono combattute in questo. C'è anche il libro...donne forti deboli con uomini forti.

Da una parte il solo leggere questo concetto le fa rabbrividire. Dall'altra appena incontrano un Master vogliono inginocchiarsi davanti a lui e finalmente sentirsi libere di essere se stesse.

Ma essere Master non significa mettersi a dare ordini, quanto piuttosto che il tuo mondo spazza via il suo, fatto di cazzate e iddii di poca forza.

E a lei fa sicuramente più comodo muoversi in un mondo potente di cui tu sei il regnante indiscusso, che muoversi nel suo mondo fatto di cazzate sentite in tv e apprese dagli amici idioti o dalla società, e in cui lei stessa non comanda nulla.

Perché ciò accada, devi prima arrivare a quel livello per cui quando tutti dicono una cosa, tu continui a dire il contrario perché hai ragione e lo sai per esperienza mentre loro riportano solo chiacchiere.

Non discuti nemmeno.

Poi quando si scopre che tu avevi ragione, non esulti, non era una gara, semplicemente loro dicevano cazzate di cui non sanno nulla, tu parlavi di ciò che conosci.

E questo continuamente, continuando a distruggere il suo mondo non con affermazioni e stoccate, ma con domande, maieuticamente.

Soffiando, e soffiando, la sua casa di paglia si sfalderà, così come la sua casa di legno. Solo le case di pietra rimarranno in piedi.

E a quel punto, siccome hai distrutto la sua casa ma non la giudichi per questo, non la deridi, non esulti, ecco che sei autorevole.

Il tuo mondo è solido, il suo era merda.

Per fare questo non basta solo che il tuo mondo sia costruito con la roccia e sia reality-proof, questa è la parte facile.

La parte difficile è che tu devi anche esserne il regnante indiscusso. Chiamiamo questa parte...congruenza.

Nel mio caso, io sono disposto a perdere chiunque non mi accetti come sono, e mi pongo senza troppi filtri per come sono.

E questo ha un prezzo, e anche un premio.

Il prezzo è che perdo (io dico filtro) anche ragazze cui tengo o che mi piacerebbe chiudere.

Il premio è che non c'è una sensazione migliore di essere amati per quello che si è.

E anche chi non mi vuole, non mi trova niente da dire, perché sono stato onesto.

What you see is what you get.

Nota: sto parlando con una ragazza di questo. Mi ha detto che all'inizio quando riportava ai suoi colleghi le mie spiegazioni su come funziona il mondo, e lo strano tipo di relazione non convenzionale che impostavo con lei, loro erano increduli, non si capacitavano proprio e consideravano pazzo me e diventata pazza pure lei.

Poi...

Vedendola per mesi sempre felice, serena, tranquilla, rilassata, mai stata così bene, arrivando anche a dire la profanità: meglio aver incontrato ^'V'^ che vincere al superenalotto (sta dicendo che lo scrive col sangue se necessario), i suoi colleghi si sono cominciati a chiedere se non fosse il loro mondo, quello assurdo, e ora le stanno chiedendo da settimane che mi chieda libri da consigliar loro e lei quando parla con loro (che ormai la considerano un riferimento cui chiedere consigli) sembra un discepolo perché inizia i discorsi con ^'V'^ dice...

Quindi in un certo senso il setting Master-Slave si è trasposto indirettamente anche ai suoi colleghi, ma questo come vedi non significa che io mi metta a dare ordini ai suoi colleghi, ma soltanto che loro chiedono a lei di chiedere a me cosa pensare.

E non esulto per questo, ne mi sento di aver vinto nulla.

Semplicemente il mio mondo era reale, e solido, il loro era di paglia. E questo lo sapevo anche quando mi consideravano pazzo. E non li biasimo per averlo fatto.

Una domanda: esiste una realtà oggettiva a cui attingere e su cui modellarsi oppure siamo noi che creiamo la nostra realtà e la imponiamo sugli altri?

In poche parole: c'è una verità da ricercare o più semplicemente ognuno di noi crea le proprie verità e le rinforza?

Credo che in fondo entrambe le risposte siano vere.

Credo ci sia una realtà oggettiva, fatta di poche cose: sesso, cibo, amore, sopravvivenza.

Poi ci sono tutte quelle realtà oggettive chiamate nevrosi che ci allontanano dalla realtà effettiva che in realtà sarebbe molto più semplice da perseguire. Ognuno si piega intorno le sbarre della propria prigione, non so se mi spiego.

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^'V'^

Una domanda: esiste una realtà oggettiva a cui attingere e su cui modellarsi oppure siamo noi che creiamo la nostra realtà e la imponiamo sugli altri?

In poche parole: c'è una verità da ricercare o più semplicemente ognuno di noi crea le proprie verità e le rinforza?

Credo che in fondo entrambe le risposte siano vere.

Credo ci sia una realtà oggettiva, fatta di poche cose: sesso, cibo, amore, sopravvivenza.

Poi ci sono tutte quelle realtà oggettive chiamate nevrosi che ci allontanano dalla realtà effettiva che in realtà sarebbe molto più semplice da perseguire. Ognuno si piega intorno le sbarre della propria prigione, non so se mi spiego.

Quando si tocca l'argomento realtà, si rischia facilmente di entrare nel campo della Verità con la V maiuscola.

Essa non ci appartiene come esseri umani, abbiamo percezioni limitate a ciò che ci serve per sopravvivere, prosperare e riprodurci e capacità cognitive inadatte a comprendere la Verità.

Conservando quindi la giusta dose di umiltà, sembra comunque che chi considera la luna fatta di pietra abbia ragione su chi la considera fatta di formaggio.

Se l'esempio del formaggio fa ridere, chi potrebbe credere che la luna sia di formaggio, ricordo che la maggior parte delle convinzioni che la gente nemmeno mette in dubbio hanno lo stesso spessore scientifico.

Ci sono cose che possono essere vere con la v minuscola anche senza scomodare la consapevolezza divina.

Quando una femminista scrive un libro in cui spiega che solo gli umani praticano lo stupro, per fare un esempio, la realtà documentata è che vi sono almeno 300 altre specie che lo praticano in barba alla legge, e che il novero delle specie stupranti è in continuo aumento.

Possono sembrare semplici nozioni, e queste due lo sono.

Ma vi sono, negli umani, moltissime convinzioni che determinano moltissimi atteggiamenti che determinano moltissimi comportamenti, i quali dalla radice, cioè dalle convinzioni, sono fondati su errori e informazioni sbagliate.

Quindi un mondo solido, un modello del mondo, è un mondo che cozzando con la realtà dei fatti si fa qualche graffio ma tiene botta.

Al di là di questa adesione alla realtà oggettiva che abbiamo detto non essere la Verità, ma possiamo affermare che le mele cadono verso la terra e non cadono verso il cielo, vi è il concetto di funzionale e disfunzionale.

Un modello del mondo può pure essere arbitrario, dopo tutto ognuno si crea la sua realtà e la realtà che si crea determina lui, ma questa può essergli funzionale o disfunzionale.

Benigni ne "la vita è bella" crea per suo figlio un modello di realtà scollato, ma funzionale.

Sono in un campo di concentramento e lui gli racconta le cose che accadono come fossero una favola e qualcosa di bello. Questo è funzionale per la salute mentale del figlio.

E va benissimo.

Il problema è che il più delle volte le persone vagabondano per mondi irreali e per giunta disfunzionali.

Pur padroneggiando un numero di nozioni superiore alla media su alcuni argomenti, non ho la pretesa che il mio modello del mondo sia la Verità.

Tuttavia, è certamente più funzionale e più realistico di quello della maggior parte delle donne che incontro, e questo non è motivo di sfida, per cui io vinco perché ho il mondo più lungo, ma motivo per cui loro lasciano cadere a pezzi il proprio e iniziano a danzare nel mio.

E dire che...l'ho ricostruito tutto da un'unica goccia di Fantasia che mi affidò l'Imperatrice Bambina...

...tutto da uno stupido petalo che ho portato via intatto dall'inferno...

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Reverie

E dire che...l'ho ricostruito tutto da un'unica goccia di Fantasia che mi affidò l'Imperatrice Bambina...

...tutto da uno stupido petalo che ho portato via intatto dall'inferno...

Eccolo che, puntuale, decide di prendere il proprio post di per sé completo per modificarlo ed aggiungerci una piccola frase che dice tutto e nulla, messa giusto per far capire a chi legge che c'è dell'altro che vorrebbe comunicare oltre quello che già ha scritto. Indubbiamente c'è dell'eleganza in questa tecnica, e ora che sto iniziando a mettere sotto il mio microscopio il modo in cui scrivi oltre che il mero contenuto, inizio a cogliere com'è che riesci a far capire che la tua casa è veramente fatta di mattoni.

In ogni caso non ci avresti messo quest'esca se non avessi voluto che qualcuno abboccasse chiedendoti cosa intendi dire. Quindi su, non farti pregare.

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Nemesi

Mystery definisce come Anti-Slut Defense quel processo mentale per cui una donna riformula in termini socialmente e culturalmente accettabili un proprio desiderio di natura sessuale. Vi è quindi uno scollamento tra ciò che vuole e quello che pensa/dice agli altri, ma soprattutto a se stessa, in modo da non sentirsi/essere giudicata come una 'troia'. Questo stato, se ho ben capito, tu lo definiresti come una nevrosi. L'esempio più classico è quello della donna che va a casa del proprio uomo per farsi scopare, ma prende la scusa di andare a vederci un film, a cenare, a vedere la sua chitarra, etc... Il consiglio che dà Mystery (e generalmente condiviso) è quello di assecondare questo pensiero, fornendo delle credibili giustificazioni alla donna. Ma così - assumendo la tua prospettiva - si finirebbe con l'alimentare la sua stessa nevrosi. Tu proponi invece di scardinare, distruggere questa sua ASD. Ciò che nella donna rimarrebbe a livello subconscio, del desiderio, deve emergere in maniera consapevole e pure verbale. Riprendendo l'esempio precedente, tu non inviteresti una donna a casa tua dicendole di venire a vedere la tua biblioteca (a meno che questo non sia effettivamente ciò che desideri), ma le diresti "vieni a casa mia a farti scopare". Ho in qualche modo compreso correttamente almeno una parte del tuo pensiero o sono sulla strada sbagliata?

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^'V'^

Sono d'accordissimo con Mystery ed è proprio ciò che accade nella sua testa.

Dirle di salire a vedere quel video di cui avete parlato funziona.

Ma funziona perché tu stai camminando nel suo mondo. E ti ci sai muovere bene. Questo è ottimo.

Ma non la aiuta.

Quel mondo è fatto di due grandi forze: il giudizio degli altri col conseguente timore di essere bollata come troia e la totale disconnessione femminile tra pancia e cervello.

A loro piace dire che sono aperte nei chackra alti ed elevati e che hanno un blocco nei chackra bassi e materiali, carnali.

Tendono a fare ginnastiche psicomotorie e altre amenità per ovviare a quest'inconveniente. E a farsi inseminare dall'istruttore.

Operare come dice Mystery funziona benissimo. E lo uso sempre e volentieri per chiudere delle prede.

Ma lascia le donne schiave e incatenate nel loro mondo di niente.

Il suo sistema va benissimo per chi odia le donne e vuole scoparle come trofei. O per chi non ha tempo da perdere su una donna particolare.

O anche per chi semplicemente vuole capire come entrare nel loro mondo per muovercisi agilmente.

Io voglio soffiare e soffiare fino a distruggere la loro catapecchia di fango.

E preferisco farne tre dove un altro ne farebbe cinque, ma liberarle dalla gabbia.

Devono sentire chiaramente che:

- non c'è alcun giudizio sul loro essere troie. Non devono aver paura di sembrarlo, al massimo sentirsi da poco se non lo sono.

- E' ora di armonizzare cervello e pancia.

Il mio modo, se portato ad accelerazioni forti, può essere molto utile anche per far scappare quelle che non servono a niente.

E' un filtro.

Da un punto di vista collezionistico-pickuppartistico puro, è una blasfemia, filtrare. Se una ti piace, devi trovare la sua chiave per chiuderla, ma dal mio punto di vista, ogni minuto perso dietro una sfigata disconnessa dalla sua sessualità e le conseguenti brutte chiavate, è un minuto perso che avresti potuto dedicare ad una donna migliore.

La safeword permette a me di guidare e a loro di lasciarsi guidare nella consapevolezza che se lasciano fare si vede che a loro va bene, ad un qualche livello, ma lasciando loro la scappatoia mentale, illusoria, che sia io il responsabile di ciò che accade.

Questo finché non capiscono, con un guizzo negli occhi, che qualsiasi cosa ho fatto o detto l'hanno desiderata ed accettata implicitamente non pronunciando la safeword.

Prima di usare la safeword, ma anche in seguito, applicavo questo identico concetto con la gestione della spinta.

Spiego:

Prendi la testa di una con cui stai parlando in macchina e te la porti con una spinta media, verso il cazzo.

Ora, se veramente volesse liberarsi, potrebbe farlo. Non stai tirando i suoi capelli con una forza tale da sovrastare la sua.

Lei oppone una resistenza, che io definisco simbolica.

E va bene, la spinta deve essere appena superiore alla resistenza simbolica.

Se si spinge troppo lievemente, lei si sentirà troia se non reagisce tirandosi indietro.

Ma se si spinge appena più forte, lei potrebbe liberarsi facilmente se davvero non volesse, ma può raccontarti e raccontarsi che sei tu il colpevole.

In cosa questo è diverso dall'andare a vedere la collezione di farfalle?

Quando sale da te per vedere le farfalle, lei crede che poi gli eventi vi abbiano portati al sesso. (e grazie alla dissonanza cognitiva, siccome avete scopato, allora sei un tipo che le piace ed è giusto così). E questo va benissimo e lo uso come tutti noi.

La safeword e la spinta media, hanno una caratteristica in più.

Se da una parte ti rendono ai suoi occhi il responsabile, il carnefice, per ciò che accade, e questo inizialmente fa loro da lascia passare morale, dall'altra la consapevolezza che le vere responsabili siano loro perché avrebbero potuto dire rosso oppure tirare indietro la testa, affiora prepotentemente dal loro subconscio e diventa materia conscia pulsante.

E questo conflitto interiore, le porta a crescere come persone.

L'importante è che durante la loro battaglia interna tu sia lì a tranquillizzarle sul fatto che non vi è nulla di male ad essere una squallida sgualdrinella. E che possono avere l'amore anche essendo diverse da come i loro finocchi di genitori e la società malata e purulenta inneggiante a iddii di poca forza le avevano volute costringere ad essere bloccando con ridicole dighe da castoro lo scorrere di milioni di anni di sangue fluito attraverso guerre, seduzioni, inganni, amori, omicidi, poesia, e tutto ciò che di più umano e bestiale scorre nelle loro vene da quando la capostipite delle sacerdotesse tutte scelse la mela della conoscenza, scelse la curiosità della consapevolezza sfuggendo alle grinfie del cattivo schiavista pecoraro che le voleva sedate e ignoranti nel giardino dei coglioni.

Viva la sofferenza che nasce dalla conoscenza.

Viva la curiosità e sia spazzato via il mondo di fango col quale vorrebbero arginare come stupidi castori industriosi la potenza che abbiamo portato in dono al mondo. E i nostri educatori non la volevano. Volevano solo una brava bambina che sedesse composta.

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Kobol

Sono d'accordissimo con Mystery ed è proprio ciò che accade nella sua testa.

Dirle di salire a vedere quel video di cui avete parlato funziona.

Ma funziona perché tu stai camminando nel suo mondo. E ti ci sai muovere bene. Questo è ottimo.

Ma non la aiuta.

Quel mondo è fatto di due grandi forze: il giudizio degli altri col conseguente timore di essere bollata come troia e la totale disconnessione femminile tra pancia e cervello.

A loro piace dire che sono aperte nei chackra alti ed elevati e che hanno un blocco nei chackra bassi e materiali, carnali.

Tendono a fare ginnastiche psicomotorie e altre amenità per ovviare a quest'inconveniente. E a farsi inseminare dall'istruttore.

Operare come dice Mystery funziona benissimo. E lo uso sempre e volentieri per chiudere delle prede.

Ma lascia le donne schiave e incatenate nel loro mondo di niente.

Il suo sistema va benissimo per chi odia le donne e vuole scoparle come trofei. O per chi non ha tempo da perdere su una donna particolare.

O anche per chi semplicemente vuole capire come entrare nel loro mondo per muovercisi agilmente.

Io voglio soffiare e soffiare fino a distruggere la loro catapecchia di fango.

E preferisco farne tre dove un altro ne farebbe cinque, ma liberarle dalla gabbia.

Devono sentire chiaramente che:

- non c'è alcun giudizio sul loro essere troie. Non devono aver paura di sembrarlo, al massimo sentirsi da poco se non lo sono.

- E' ora di armonizzare cervello e pancia.

Il mio modo, se portato ad accelerazioni forti, può essere molto utile anche per far scappare quelle che non servono a niente.

E' un filtro.

Da un punto di vista collezionistico-pickuppartistico puro, è una blasfemia, filtrare. Se una ti piace, devi trovare la sua chiave per chiuderla, ma dal mio punto di vista, ogni minuto perso dietro una sfigata disconnessa dalla sua sessualità e le conseguenti brutte chiavate, è un minuto perso che avresti potuto dedicare ad una donna migliore.

La safeword permette a me di guidare e a loro di lasciarsi guidare nella consapevolezza che se lasciano fare si vede che a loro va bene, ad un qualche livello, ma lasciando loro la scappatoia mentale, illusoria, che sia io il responsabile di ciò che accade.

Questo finché non capiscono, con un guizzo negli occhi, che qualsiasi cosa ho fatto o detto l'hanno desiderata ed accettata implicitamente non pronunciando la safeword.

Prima di usare la safeword, ma anche in seguito, applicavo questo identico concetto con la gestione della spinta.

Spiego:

Prendi la testa di una con cui stai parlando in macchina e te la porti con una spinta media, verso il cazzo.

Ora, se veramente volesse liberarsi, potrebbe farlo. Non stai tirando i suoi capelli con una forza tale da sovrastare la sua.

Lei oppone una resistenza, che io definisco simbolica.

E va bene, la spinta deve essere appena superiore alla resistenza simbolica.

Se si spinge troppo lievemente, lei si sentirà troia se non reagisce tirandosi indietro.

Ma se si spinge appena più forte, lei potrebbe liberarsi facilmente se davvero non volesse, ma può raccontarti e raccontarsi che sei tu il colpevole.

In cosa questo è diverso dall'andare a vedere la collezione di farfalle?

Quando sale da te per vedere le farfalle, lei crede che poi gli eventi vi abbiano portati al sesso. (e grazie alla dissonanza cognitiva, siccome avete scopato, allora sei un tipo che le piace ed è giusto così). E questo va benissimo e lo uso come tutti noi.

La safeword e la spinta media, hanno una caratteristica in più.

Se da una parte ti rendono ai suoi occhi il responsabile, il carnefice, per ciò che accade, e questo inizialmente fa loro da lascia passare morale, dall'altra la consapevolezza che le vere responsabili siano loro perché avrebbero potuto dire rosso oppure tirare indietro la testa, affiora prepotentemente dal loro subconscio e diventa materia conscia pulsante.

E questo conflitto interiore, le porta a crescere come persone.

L'importante è che durante la loro battaglia interna tu sia lì a tranquillizzarle sul fatto che non vi è nulla di male ad essere una squallida sgualdrinella. E che possono avere l'amore anche essendo diverse da come i loro finocchi di genitori e la società malata e purulenta inneggiante a iddii di poca forza le avevano volute costringere ad essere bloccando con ridicole dighe da castoro lo scorrere di milioni di anni di sangue fluito attraverso guerre, seduzioni, inganni, amori, omicidi, poesia, e tutto ciò che di più umano e bestiale scorre nelle loro vene da quando la capostipite delle sacerdotesse tutte scelse la mela della conoscenza, scelse la curiosità della consapevolezza sfuggendo alle grinfie del cattivo schiavista pecoraro che le voleva sedate e ignoranti nel giardino dei coglioni.

Viva la sofferenza che nasce dalla conoscenza.

Viva la curiosità e sia spazzato via il mondo di fango col quale vorrebbero arginare come stupidi castori industriosi la potenza che abbiamo portato in dono al mondo. E i nostri educatori non la volevano. Volevano solo una brava bambina che sedesse composta.

V

Stavo pensando alle denunce di stupro grazie a quella spintarella :/

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^'V'^

Eccolo che, puntuale, decide di prendere il proprio post di per sé completo per modificarlo ed aggiungerci una piccola frase che dice tutto e nulla, messa giusto per far capire a chi legge che c'è dell'altro che vorrebbe comunicare oltre quello che già ha scritto. Indubbiamente c'è dell'eleganza in questa tecnica, e ora che sto iniziando a mettere sotto il mio microscopio il modo in cui scrivi oltre che il mero contenuto, inizio a cogliere com'è che riesci a far capire che la tua casa è veramente fatta di mattoni.

In ogni caso non ci avresti messo quest'esca se non avessi voluto che qualcuno abboccasse chiedendoti cosa intendi dire. Quindi su, non farti pregare.

In un campo di prigionia, dopo mesi in cui ti rovesciano addosso piscia di maiale e dormi in mezzo a topi, coperto solo di uno straccio che devi sostenere con le mani quando ti alzi in piedi. Almeno, quando le gambe ti reggevano in piedi...nudo, umiliato, bastonato, violentato, senti di non avere il controllo su nulla. E la strada per il nulla è libera.

Ma... anche se possono ricoprirti di merda suina, anche se possono bastonarti, anche se possono tenerti in gabbia, c'è una piccola piastrella.

E tu puoi. Tu puoi usare il tuo straccio per tenerla pulita.

Possono sporcare tutto, ma tu puoi pulire ogni volta quella piastrella.

L'ultima goccia di Fantàsia. L'ultimo petalo che puoi portare con te dall'inferno.

E allora, su un qualcosa hai il controllo.

Sei alla loro mercé, e sei in balia di forze esterne che ti sovrastano.

Ma se puoi tener pulita quella piastrella, col tuo stupido straccio, allora tu hai il potere.

Una briciola.

Ma è da quella briciola che ricostruirai il tuo mondo.

Non possono averla.

Possono prenderti a calci e smanganellarti ma la terrai stretta in pugno e la terrai pulita.

A volte, una piastrella, una briciola, un petalo, è tutto ciò che ti rimane.

E poter mantenere la lucidità grazie ad essa, ti permette di vedere l'opportunità di fuga che altrimenti non avresti visto.

Non lasciare che avvelenino l'ultima goccia di dolcezza che ti resta.

All'inferno con me c'era una rosa.

Ed era come quella piastrella, per me.

Quando riuscii a scappare la portai con me.

Le avevo promesso che l'avrei portata in salvo.

Ma non ci sono riuscito.

Riuscii a tenerne stretto in pugno solo un petalo.

E quando camminai tra i vivi mi sentii un fallito, per averne portato via solo un piccolo petalo stretto nel pugno.

Poi...

Qualcuno mi notò che quasi nessuno era mai riuscito a portare con se intatto un petalo dall'inferno.

Che quasi nessuno era riuscito a rimanere umano e a non lasciare che avvelenassero la sua ultima goccia di dolcezza.

E mentre continuavo a sentirmi un fallito nei confronti della mia rosa, loro iniziarono a chiamarmi il principe delle tenebre, che regna sui morti.

E non è buffo, stupido, che il mio mondo, così più solido di molti altri, più reale e funzionale, sia stato costruito su quel piccolo petalo, su quella piccola goccia di dolcezza che sono riuscito a tenere in pugno nonostante tutto....

Doveva essere un mondo di fantasia... e non è buffo che la scienza ad ogni piè sospinto mi dia ragione...?

E non è interessante chiedersi come mai le rose continuino a fabbricare le spine da migliaia di anni, nonostante le pecore mangino ugualmente le rose da migliaia di anni?

L'essenziale è invisibile agli occhi.

Modificato da ^'V'^
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