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La costante altalena. La storia della mia vita.


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Ho deciso di raccontare i miei primi 25 anni. È' un momento duro della mia vita, spero mi aiuti.

Prima parte :

La mia storia inizia in un quartiere come tanti, dove i sogni si trascinano dietro, spesso senza mai vederli realizzati.

Qui si impara a crescere presto, e presto arrivo' la decisione dei miei genitori di sposarsi.

Mio padre non aveva un lavoro stabile, mia madre da un anno aveva completato gli studi e appena scopri' di essere incinta di me rinunciò ad una importante proposta di lavoro. Avrebbe poi deciso di occuparsi di me a tempo pieno.

Sin dai primi anni sembro avere una marcia in più degli altri, per quella strana coincidenza della vita che vuole che qualcuno incroci quella misteriosa forza che è' il talento.

La mia vita pare premiarmi senza eccessivi sforzi, riesco in tutto e in tutto ciò che faccio emergono straordinarie capacità.

A scuola ho tutti voti alti, guadagnando le lusinghe e gli apprezzamenti degli insegnanti anche a distanza di anni. Gioco a calcio e gioco molto bene, ho tanti interessi, risulto simpatico e provoco una forte empatia nelle persone.

Sono inoltre molto bello e con un fascino del tutto particolare.

Riscuotevo un successo pazzesco.

I panni del predestinato insomma, diceva qualcuno, come se qualcosa volesse che in me si realizzassero il riscatto e le delusioni dei miei.

Però ogni capacità si scontra con un limite che portero' sempre dietro, ed e' tutto il prezzo del mio talento. Sono talvolta svogliato, incostante e molto timido nel mostrare tutto il mio potenziale, quasi come se mi creasse imbarazzo. Sono molto emotivo e questo mi porterà spesso a soccombere alle tante invidie che ricevevo.

Inoltre ho sempre la sensazione di non riuscire mai a concretizzare, come se arrivato a mille metri una forza oscura mi rimandasse giu'.

La mia adolescenza corre via veloce, e' felice e spensierata, cresco in strada tra botte, amicizie a volte sbagliate e quella voglia di crescere presto che caratterizza la mia terra. Faccio le mie esperienze, a scuola sempre tra i migliori, ho tanti amici. Ho una personalità complessa, e un carattere difficile da "bad boy", vivo in contrasto con i miei, ma sarà anche l' età. Ho tante ragazze a cui piaccio, ma coltivo la visione romantica dell' amore e mi interesso a poche.

A 15 anni nel miglior momento smetto di giocare a calcio, per continui problemi muscolari. La prima delusione.

A 16 anni a causa di problemi di salute, sono costretto a prendere farmaci che mi portano a mettere su qualcosa come 10 kg. Un dramma.

Sul finire della mia adolescenza il periodo più duro.

Il momento mi forgerà, le difficoltà mi rafforzano e mi motivano. A 17 anni, riprendo con lo sport, e in 6 mesi perdo svariati kg, riacquisto fiducia.

Mi invaghisco per una tipa, lei bellissima, piena di corteggiatori, forse troppo per me che dentro però non mi sentivo piu' sicuro di me.

Non ci sapevo fare, infatti per rimanere in contatto faccio la scelta peggiore : l' amico.

Un giorno mi racconta che è' cotta di un tipo per altro mio amico. Era quel "fondo" sentimentale che dovevo toccare. Decisi di confessarle i miei sentimenti, poi sparire. Intanto prendo tempo, mi dedico allo sport, lavoro su me stesso, i miei risultati scolastici frenano di brutto ma cresco! In poco tempo cambio atteggiamento, inizio a riavere nuovamente quel seguito di ragazze a cui piaccio, esco con un paio e poi torno dalla tipa che mi piaceva.

Qualche settimana dopo passo uno dei giorni più indimenticabili della mia vita. Sapevo che dormiva da una amica, la andai a prendere e la portai in un terrazzo brutto e sporco ma illuminato di candele e con una visuale fantastica. Facemmo l' amore, fu una notte assurda.

Avevo realizzato il "salto" di livello che desideravo, un successo assurdo!

Pochi mesi dopo fini' la scuola, non ero ancora 18enne, eppure con un buon voto e tra l' apprezzamento generale di famiglia, amici, professori e conoscenti per la persona che ero diventata, avevo ancora una volta bruciato le tappe!

Siamo a 7 anni fa. È' estate, l' estate dopo gli esami, i miei amici partono in vacanza all' estero, e io non chiedo ai miei di andarci perché non potevo permettermelo.

Il caso volle che per 2 settimane rimasi solo. Un giorno però la mia famiglia decise di fare un weekend in una casa di amici. Ero titubante se andare con loro ma poi accettai.

Tra le tante cose di cui ero bravo, era nuotare e fare apnea.

Passai una fantastica giornata con mio padre a fare piccole immersioni. Stesso quel giorno conoscemmo una famiglia in vacanza. Persone molto simpatiche e la sera successiva mio padre decise di invitarli in pizzeria.

Il signore appena conosciuto era una persona molto brillante, simpatico e alla mano. Il giorno successivo in spiaggia, nell' ultimo giorno in cui eravamo in vacanza io e il mio nuovo amico giocammo in riva al mare con le racchette. Mi chiese come andava la scuola e che sogni avevo per il mio futuro. Risposi che la scuola l' avevo terminata e che avrei dovuto scegliere se continuare con l' universita' o lavorare.

Scoprii che era un manager di una azienda importante e mi chiese se fossi interessato a fare un colloquio.

La mia vita stava per cambiare.

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Salii su quel treno mettendo in valigia più sogni che potevo, così almeno mi fu consigliato nei tanti in bocca al lupo che anticiparono la mia partenza. La realtà e' che ero poco più che uno "sbarbatello" a cui era stata consegnata una grande occasione. A parte il mio entusiasmo, non ci capivo nulla.

L' indomani avrei dovuto sostenere il colloquio di lavoro. Non preparai nulla perché a 18 anni, parti così sapendo che di tempo per gli errori ce ne sarebbe stato ancora.

Fui selezionato, avevo pochi giorni per dare conferma e nelle settimane successive avrei iniziato un corso stesso li' a Roma.

La sera stessa andai da solo in giro per Roma, mi sembrava tutto così strano. Le ragazze in giro erano bellissime e mi guardavano, la gente mi sembrava diversa ai miei occhi di 18 enne, la citta' valeva la pena d' essere vissuta..come potevo rifiutare?

Tornai a casa, informai tutti che avrei accettato, rividi gli amici e iniziai già a sentirmi un po' distante.

Rividi anche lei, la ragazza con cui avevo fatto l' amore sul terrazzo, era sempre più bella. Faceva concorsi di bellezza ed era all' ultimo anno di scuola ma la cosa più bella e' che fosse innamorata persa di me.

Erano quasi 2 mesi che non ci vedevamo, ma quella sera, forse anche dovuto al fatto che una partenza da sempre una magica sensazione, decisi di complicarmi la vita. L' idea evidentemente mi piaceva!

"Ti amo" mi disse, e risposi "anche io". Il giorno dopo mi sarei trasferito a Roma.

In breve eravamo fidanzati e a distanza.

Dopo qualche settimana firmai un contratto a tempo determinato per una importante azienda, mi occupavo in ufficio delle vendite.

A 18 anni ero a Roma, guadagnavo uno stipendio buono, lavoravo per una azienda importante, avevo una ragazza bellissima e il fine settimana, o almeno uno su due, tornavo a casa.

Le notti a Roma, non me le godevo per niente, non vivevo in centro, non avevo ancora preso la patente, e vivevo già una vita da adulto nonostante sembrava avessi l' eta' da scuola.

Non mi inserì benissimo a Roma, anzi mi trovavo male nel complesso.

A parte il lavoro ero spesso solo.

Il fatto che fossi fidanzato mi limitava ogni volta che qualcuna mi guardava, perché ero un bel ragazzo.

Passavo il mio tempo libero ad allenarmi o a vedere film o a spendere quasi tutto quel che guadagnavo. Uscivo e spendevo, senza avere cognizione.

Era forse anche normale.

Solo due mesi dopo le cose non andavano bene. Lei era titubante sul nostro rapporto, io non amavo le mezze misure e così la mollai prima che lo facesse lei.

Fini' così il mio primo amore ma non me la presi chissà quanto. Ricordo che ci piansi una notte, il giorno dopo arrivai scavato in viso ma mi passò.

A lavoro ero già in stato di alienazione ma non mi dispiaceva, mi piaceva e ci stavo bene.

Ero ambizioso e iniziavo a capire che possibilità di carriera con il mio ruolo, senza laurea erano prossime allo zero. Covavo già l' idea di mollare tutto per l' universita' ma non volevo dare un dispiacere ai miei.

Un giorno mentre giravo solo per Roma con l' ennesimo acquisto, mi fermò una ragazza carina e mi invito' il giorno successivo a prendere un caffè . Eravamo ancora nell' era pre-facebook, quindi ci organizzammo per sms.

Qualche settimana dopo, ci fidanzammo. Brutta la solitudine e poi pensavo ancora alla mia ex.

La storia duro' solo 2 mesi.

Mentre pensavo in tutti i modi a come lasciarla, un giorno fu lei a farlo al telefono.

"Sei troppo per me". Chiesi per decenza cosa significasse e mi disse che ero "troppo gentile e troppo perfetto".

Le donne a volte sanno essere fantasiose.

Ad ogni modo, non me ne importava.

Io pensavo ancora a lei e mi sentivo solo.

Intanto erano passati un bel po' di mesi a Roma, mi feci qualche amico, le cose andavano un po' meglio ma avevo nostalgia di casa.

Avevo già deciso che alla fine del contratto, sarei tornato a casa.

In azienda, già si parlava di riorganizzazione e il mio posto non sarebbe stato confermato.

Attesi la fine dei mesi e intanto tornavo sempre più spesso a casa.

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Appena tornato da Roma, il rapporto con i miei si era incrinato.

Era delusi da me, dal fatto che non avessi fatto l' impossibile pur di rimanere in azienda.

A me non importava, non volevo passare la vita a protocollare fatture. Ero giovane, molto capace, sregolato e un pizzico ingenuo.

Feci una coda lunghissima per il test a ingegneria, non ero per nulla preparato. Non aprivo un libro da un anno. Andai con un amico, lui non lo superò mentre io si.

Iniziai l' universita' e in un viaggio in treno andando a lezione, giocavo con lo sguardo con una tipa. Non appena ci toccò scendere dal treno, lei mi saluto' chiamandomi per nome.

Avevo dimenticato chi fosse ma ci conoscemmo a una festa forse 3 anni prima. Entrambi eravamo molto cambiati, lei trasmetteva una sensualità incredibile.

Era fidanzata, da 1 anno. Meglio lasciar star. Fatto sta che spesso su "msn" (un vecchio social!) mi cercava.

Da uomo non volevo fare da amante ma lei mi descrisse il suo ragazzo come un tipo che la opprimeva e la faceva star male. Capii che non voleva nient' altro di avventure.

Tempo 1 mese ci vedevamo di notte e di nascosto dal suo ragazzo.

Facevo una vita assurda. Tornavo a casa alle 3/4 di notte e alle 6,30 ero sul treno per andare a lezione.

Non avevo orari, avevo pochi amici ma il giusto e stavo bene, tanti conoscenti e avevo una vita emozionate.

Persi di vista la studio di ingegneria, dormivo infatti nei pomeriggi in cui potevo e a breve avrei iniziato la prima sessione d' esami.

Volevo troncare con lei ma erano notti fantastiche con lei, per 2 settimane non ci vedemmo ma la passione torno' più forte di prima.

Mi presentai al primo esame e fui bocciato forse neanche 60 secondi più tardi del momento in cui mi ero seduto. Un record.

Il semestre passo' e non feci neanche un esame.

Pensai di adeguarmi a stili di vita più sobri per il secondo semestre e ci riuscì, concludendo l' anno con almeno 3 esami.

Passai un' estate tranquilla, un po' anonima.

Alcuni nuovi amici facevano allusioni sui miei capelli.

Iniziai a notare di perdere un po' i capelli, li portavo a media lunghezza e decisi d'ora in avanti di tenerli spesso corti.

Non fu un gran periodo per me, lavoravo in estate per pagarmi l' universita' e uscivo non spesso.

Intanto il mio numero di ammiratrici non calava.

Sul finire dell' estate un amico, notavo sempre che una tipa con la sua amica seguiva me e il mio amico.

Un giorno chiese ad un amico in comune di presentarci, ci scambiammo il numero e iniziammo a sentirci.

Non mi piaceva moltissimo dal lato estetico, ma era molto dolce.

Le chiesi di uscire, accetto', ci baciammo e dopo il bacio mi disse che era single solo dal giorno prima.

Le chiesi spiegazioni e mi disse che non appena si era invaghita di me, aveva troncato un fidanzamento di 3 anni!

Era Settembre 2008, e mi fidanzai nuovamente.

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Settembre 2008.

Iniziava il secondo anno di universita', la mia redenzione partiva da una fidanzata che non mi entusiasmava chissà quanto, ma che mi dava ordine e tranquillità.

I primi tempi insieme non furono semplici. Lei, orgogliosissima del nostro fidanzamento, non perse occasione per presentarmi a parenti credo fino al terzo grado.

Era molto oppressiva come ragazza, io apparentemente buono e gentile ma col caos dentro e vatti a fidare di tipi come noi.

Soffrivo le pressioni di lei, mi sentivo inchiodato quasi ad un fidanzamento che stava decollando troppo per lei e nulla per lei.

Intanto lei riceveva spesso chiamate del suo ex. Lei, nonostante fosse una bella persona, liquidava quelle telefonate alla peggior maniera.

A volte era gentile e lo invitava a non esagerare e a rispettare la sua scelta, mentre in altre occasioni diceva apertamente "sto con lui..come devo farti capire che è' finita".

Capii a 20 anni quanto sia facile essere sostituiti anche dopo anni di fidanzamento!

Neanche a farlo apposta, l' ultima persona che mi fece conoscere fu il fratello. Mi disse "mio fratello era molto affezionato al mio ex, non sarà facile per lui vedermi con un altro!"

La sera successiva era un sabato e lo invito', con la ragazza, a mangiare una pizza insieme.

A fine serata oltre alla sorella anche lui mi amava, non so davvero come riuscissi a creare quel tipo di empatia con le persone.

Ricordo che la sorella (la mia ex) di fronte al fatto che lui continuava a raccontarmi storie, e a riempirmi di domande gli urlo' contro "lo lasci stare!".

Menomale che soffriva del fatto che la sorella avesse cambiato fidanzato!

Lui era felicissimo che la sorella stesse con me, la sorella lo era ancor di più ...tornai a casa quella sera con la convinzione che non fossi nel posto giusto, con la persona giusta e che avrei dovuto uscirne al più presto.

No, no era facile venir fuori da quella storia, avevo conquistato senza far nulla tutta la sua famiglia, lei e aveva chiuso anche per causa mia col suo ex.

In più si era fatta risentire la ragazza bellissima con cui avevo fatto 2 anni prima l' "amore" sul terrazzo! L' unico amore per me fin ora.

Pensai in tutti i modi a come lasciarla ma, quando hai una cosa giusta da fare ma brutta, qualsiasi scelta sarà dolorosa per chi la dovrà subirla'.

La lasciai per telefono, oggi non lo rifarei ma al tempo forse di fronte a un pianto di lei non avrei opposto resistenza e avrei finito per non lasciarla.

Quel lavoro sporco andava fatto e alla scelta.

Fu brutto ma necessario e così dopo 3 mesi ero single.

Neanche 24 h dopo ero con la ragazza bellissima, passammo una bella serata. Ci baciammo ma non facemmo l' amore.

Eravamo diversi, eravamo entrambi cambiati, lei era sempre bellissima ma non me la vedevo più come prima.

Fu il nostro ultimo bacio, ma prima ci aspettava ancora un' avventura.

Provai a mettere in moto l' auto quando scopri che c'era un qualche problema.

Era sabato notte, l' auto era di mio padre, il nostro rapporto già vacillava, chiamarlo nel cuore della notte con questa notizia sarebbe stata dura.

Chiesi a lei se voleva essere riportata a casa, magari a piedi e poi avrei trovato una soluzione.

Lei nego' "no, sto con te".

Passammo la notte insieme, vedendo l' alba e trovando un meccanico solo dopo molte ore.

L' auto funzionava.

Lei era a casa.

La storia più bella che avevo mai vissuto era con lei, ed era finita e non ci eravamo fatti mancare nel nostro straordinario album di ricordi anche un finale insolito.

Fini tutto col sorriso.

Mancavano intanto poche settimane al Natale, mi sentivo strano, avevo una voglia pazzesca di innamorarmi e mi sentivo inoltre molto solo.

C' erano due ragazze a cui piacevo, le vedevo spesso in piazza che mi fissavano.

Io avevo 20 anni, loro due avevano 17 e 18.

Mi consideravo già grande per le mie esperienze e le reputavo piccole.

Le conobbi, sapevo che si conoscevano ma non erano amiche e uscii con entrambe.

Furono due uscite molto interessanti.

Di li' a poco il 31 dicembre, decisi di non uscire per festeggiare il nuovo anno.

Mi misi a letto dopo il cenone in famiglia e iniziai a pensare.

Mi sentivo solo.

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Il 2009 iniziò con un atteggiamento diverso.

Non che quello che avessi avuto prima fosse sbagliato, tutt'altro. Avevo solo bisogno di essere più risoluto, e di puntare con maggiore decisione ai miei obiettivi.

Ero sempre stato uno abbastanza incostante, la classica persona da cui ti aspetteresti tutto e il peggio di tutto, ribelle e sregolato. Dovevo fare ordine.

Iniziai a concentrarmi solo su tre cose : l' università, lo sport e me stesso.

Lo sport mi aiutava a stare bene, a curare il fisico e la mente. L' università la stavo conducendo male, male rispetto al flusso di intelligenza che credevo da sempre di avere e che stavo sfruttando male. Mancavano le motivazioni, come se un anno e mezzo di un quasi nulla di fatto non mi avesse ancora dato l' input per dare di più.

Pensare a me stesso, mi aiutava a sentirmi più interessante. Evitai di passare troppo tempo al pc, e feci vita più regolare.

Fu come rimettere ordine e in pochi mesi iniziai ad avere risultati eccezionali.

La prima sessione d' esame fu molto positiva senza studiare eccessivamente ma riportando la concentrazione.

Lo sport procedeva molto bene, alternavo la palestra al calcetto, e il fisico rispondeva alla grandissima.

Stavo bene, benissimo.

Notai che un benessere interiore, e un atteggiamento più maturo, più energico, più positivo fungeva come attrazione per gli altri.

Di natura creavo per mia fortuna spesso empatia con gli altri, ma in quell' anno era diverso.

Le persone iniziavano a parlarmi per chiedermi di tutto, da consigli per l' università, a consigli per la palestra, a consigli su una storia sentimentale che avevano vissuto. Seguivano spesso complimenti, attestati di stima, ed erano tante le volte in cui le persone lodavano il mio modo di essere, di pensare.

Ero diventato nel mio piccolo un riferimento. Ciò non vuol dire essere un "mito" o in qualche modo "menarsela", era semplicemente il fatto che ci sono alcuni periodi della vita in cui le persone tendono a ritrovare in altre le caratteristiche che vorrebbero sviluppare in se stessi.

A quel giro, toccava a me essere quel che chiamo appunto "riferimento".

Con le ragazze, erano un paio di mesi che non uscivo con nessuna. Non mi sentivo in difetto per questo, ero solo in attesa del mio momento.

Ero abbastanza sicuro di me, interagivo senza problemi anche con ragazze più grandi, mi sentivo bene e a mio agio anche con le persone che solitamente non mi stavano molto a genio. Ero in fiducia.

Le ragazze con cui sarei potuto uscire non mi mancavano, ma attendevo serenamente che mi trovassi di fronte una che mi suscitasse delle emozioni. Le avrei poi chiesto di uscire, accettando qualsiasi replica. Ero però cosi sicuro di non incassare dei no in quel periodo.

L' atteggiamento, l' energia, il dinamismo, i modi, quella serenità, erano nel complesso quei pezzi che determinano che una persona sia maggiormente attrattiva di altre.

D' accordo, non ero per nulla un brutto ragazzo, avevo un bel fisico, ma non spendevo grosse cifre in vestiti, non avevo una grande auto, non avevo il taglio di capelli giusto, non avevo nulla che mi facesse migliore se non semplicemente ciò che ero.

Tutto andava a meraviglia.

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Non vedevo Paolo da molto tempo.

Io e Paolo ci conoscemmo diversi anni prima durante la mia adolescenza. Era il fidanzato della sorella di una mia cara amica. La classica coppia "duratura" che correva spedita verso il matrimonio.

Rividi Paolo quella sera, in palestra. Non era di certo uno di quegli sportivi costanti.

La nostra era una amicizia piuttosto superficiale, ci conoscevamo, si parlava ma non tanto da confidarci, ma Paolo quella sera mi' stupi.

"Sai, mi ha lasciato!", mi disse. Risposi con la più classica delle banalità "ah, mi dispiace", poi aggiunse "mi ha tradito con un uomo divorziato, è un periodo bruttissimo, sai sto davvero male".

Rimasi in silenzio, non riuscivo proprio a cogliere la sua sofferenza e il suo dolore, per me erano concetti estranei, assolutamente assenti dalle mie esperienze. Non credevo fosse possibile soffrire per una donna, per giunta la storia di Paolo mi giungeva nel periodo migliore della mia vita. Ero in un periodo positivo, nel pieno della mia forza, come avrebbe potuto buttarmi giù una donna?

La verità è che ero solo un ragazzino sui 20, pieno di se, che non aveva ancora incontrato l' amore. Altrimenti avrei compreso la sofferenza di Paolo, oltre le parole stesse, in una dimensione più "emozionale".

Paolo aveva circa 30 anni, era un contabile, era metodico, pacato e risalire sarebbe stata davvero facile.

Augurai a Paolo di riprendersi, e proseguii con l' allenamento.

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Le cose a casa non andavano bene.

I miei genitori in quel periodo litigavano spesso, e ai normali litigi di una coppia non seguivano più normali riconciliazioni.

Il clima era pessimo, e l' aria pesante quasi invivibile. Sembra che sotto ci fosse qualcosa di ben più grave, ma mi limitai alla sensazione che ormai la loro storia fosse giunta ai titoli di coda, ma forse era troppo dura ammetterlo.

Sembrava nuovamente il copione della mia vita, quando tutto andava bene ero costretto a fermarmi.

Quell'anno però era diverso, il mio atteggiamento e la mia maturazione mi davano sicurezza e forza, qualsiasi cosa mi sembrava superabile. Beata innocenza, beati 20 anni.

Intanto continuavo a puntare solo sulle tre cose che mi ero imposto : università, sport e pensare a me stesso.

In quei periodi compresi cosa vuol dire l' attrazione, ho sempre pensato fosse un qualcosa che andasse oltre un paio di ragazze conquistate o una fiducia ritrovata. L' attrazione era conoscenza di me stesso, era stimarmi, era lavorare ogni giorni non sulle intenzioni ma sugli aspetti di me stesso su cui dovevo migliorare. L' attrazione è una sorta di tuo apprezzamento davanti allo specchio, solo cosi' si riesce poi a risultare interessanti verso gli altri.

Fin ad allora mi era andata bene con un paio di ragazze negli anni scorsi, ma quel salto di personalità che mi mancava arrivò solo con i 20 anni.

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