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life and light

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life and light

Scrivo questo thread per suscitare riflessioni. Vorrei però anche fare una premessa. Non si parla di seduzione, non si parla di soluzioni, non si parla di certezze.

Il primo punto che volevo affrontare è la questione della società. Quando parliamo di società cosa si intende?

La gran parte dei post scritti in questo forum usa come metro di confronto la società, la massa. Il seduttore, oppure l’uomo vero, non si dovrebbe mischiare con la massa che è priva di consistenza, ma dovrebbe essere una roccia, un uomo dotato di idee proprie, che segue la sua via, indipendente, che sa amare quando deve. Al contrario la massa è soggetta a facili inganni, si lascia traviare, non è coerente, moralista, ecc. La massa d’altro canto è fatta di individui che condividono le stesse opinioni su quali siano gli aspetti veri di un essere umano (quelli elencati sopra). Ora, date queste premesse, ciò che attribuiamo alla massa, sono caratteristiche vere? Oppure sono proiezioni fatte da noi stessi per auto definirsi (loro sono cattivi, per deduzione inconscia io no)?

Se io incontrassi uno di voi per strada, come vi qualificherei? Persone forti? Emarginati? Ciò che voi pensate di voi è lo stesso che penserei io di voi?

Alcuni di voi mi risponderanno, che me frega a me di quello che pensi. Beh avete ragione. Ma quando interagite con una persona comunque interagite anche con le idee che lui si è fatto di voi. E voi siete una agglomerato di pensieri. Si interagisce anche con il fatto che all’altro non frega nulla di quello che penso.

Altro punto che non comprendo è la cosiddetta indipendenza. Cosa è l’indipendenza?

Credo che si faccia riferimento al fatto che è in grado di camminare da solo, di farcela con le proprie forze. Ma l’indipendenza come si concilia con l’ “altro”? Se io parlo con qualcuno, sono condizionato dall’altro. Se uno mi chiede “che ore sono?” gli rispondo “le tre”, non “c’è sereno”. Sono condizionato. Se io cammino per strada e vedo una tipa che mi piace sono condizionato da lei, non sono indipendente, perché il semplice fatto che io provi attrazione per lei, che interagisca con lei, che osservi come si comporta, che la valuti, significa che dipendo da lei. Paradossalmente pure l’affermazione “io non dipendo da te” significa che si dipende dall’ “altro”. Se non dipendessi da te, mica te lo verrei a dire, manco lo penserei. Cosa si intende per indipendenza? Alcuni altri dicono “sapere quello che vuoi”. Ottimo, si diventa dipendenti da “quello che si vuole”. La questione dell’indipendenza mi sembra un concetto proprio strano.

Infine la questione della poligamia/orrore/monogamia/storia disney.

Che il sesso sia importante non ci piove. E’ tutto il resto che non riesco a capire. Quanto è importante la poligamia/orrore/monogamia/disney nel sesso. Credo nulla. Sono idee, che nulla hanno a che vedere con la realtà. Ognuno ha il suo ideale di felicità, di serenità, ma i mezzi sono diversi. Il sesso è un mezzo per la serenità o è la serenità? La mia opinione è nessuno dei due. C’è, da piacere e si fa. E’ un fatto. Ma non lo vedo come indispensabile per il mio benessere. Ci sono alti e bassi. Che poi uno se ne scopi quaranta all'anno, uno nessuna, non mi interessa nulla. Se anche il secondo sta bene non sarò certo io a dire che sbaglia. Naturalmente è una mia opinione, non chiedo a nessuno di voi di condividerla. Quello che però non comprendo è la rigidità (che non nego, su certi aspetti ho anche io, ma ci sto lavorando) della posizione. O uno, o l’altro. La mancanza di sfumature.

Possibile che la via per la serenità, passi solo per una strada?

Io alle domande che mi sono posto sopra, non ho una risposta. Ormai ho il sospetto che non l'avrò mai.

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Seattle7

Scrivo questo thread per suscitare riflessioni. Vorrei però anche fare una premessa. Non si parla di seduzione, non si parla di soluzioni, non si parla di certezze.

Il primo punto che volevo affrontare è la questione della società. Quando parliamo di società cosa si intende?

La gran parte dei post scritti in questo forum usa come metro di confronto la società, la massa. Il seduttore, oppure l’uomo vero, non si dovrebbe mischiare con la massa che è priva di consistenza, ma dovrebbe essere una roccia, un uomo dotato di idee proprie, che segue la sua via, indipendente, che sa amare quando deve. Al contrario la massa è soggetta a facili inganni, si lascia traviare, non è coerente, moralista, ecc. La massa d’altro canto è fatta di individui che condividono le stesse opinioni su quali siano gli aspetti veri di un essere umano (quelli elencati sopra). Ora, date queste premesse, ciò che attribuiamo alla massa, sono caratteristiche vere? Oppure sono proiezioni fatte da noi stessi per auto definirsi (loro sono cattivi, per deduzione inconscia io no)?

Se io incontrassi uno di voi per strada, come vi qualificherei? Persone forti? Emarginati? Ciò che voi pensate di voi è lo stesso che penserei io di voi?

Alcuni di voi mi risponderanno, che me frega a me di quello che pensi. Beh avete ragione. Ma quando interagite con una persona comunque interagite anche con le idee che lui si è fatto di voi. E voi siete una agglomerato di pensieri. Si interagisce anche con il fatto che all’altro non frega nulla di quello che penso.

Altro punto che non comprendo è la cosiddetta indipendenza. Cosa è l’indipendenza?

Credo che si faccia riferimento al fatto che è in grado di camminare da solo, di farcela con le proprie forze. Ma l’indipendenza come si concilia con l’ “altro”? Se io parlo con qualcuno, sono condizionato dall’altro. Se uno mi chiede “che ore sono?” gli rispondo “le tre”, non “c’è sereno”. Sono condizionato. Se io cammino per strada e vedo una tipa che mi piace sono condizionato da lei, non sono indipendente, perché il semplice fatto che io provi attrazione per lei, che interagisca con lei, che osservi come si comporta, che la valuti, significa che dipendo da lei. Paradossalmente pure l’affermazione “io non dipendo da te” significa che si dipende dall’ “altro”. Se non dipendessi da te, mica te lo verrei a dire, manco lo penserei. Cosa si intende per indipendenza? Alcuni altri dicono “sapere quello che vuoi”. Ottimo, si diventa dipendenti da “quello che si vuole”. La questione dell’indipendenza mi sembra un concetto proprio strano.

Infine la questione della poligamia/orrore/monogamia/storia disney.

Che il sesso sia importante non ci piove. E’ tutto il resto che non riesco a capire. Quanto è importante la poligamia/orrore/monogamia/disney nel sesso. Credo nulla. Sono idee, che nulla hanno a che vedere con la realtà. Ognuno ha il suo ideale di felicità, di serenità, ma i mezzi sono diversi. Il sesso è un mezzo per la serenità o è la serenità? La mia opinione è nessuno dei due. C’è, da piacere e si fa. E’ un fatto. Ma non lo vedo come indispensabile per il mio benessere. Ci sono alti e bassi. Che poi uno se ne scopi quaranta all'anno, uno nessuna, non mi interessa nulla. Se anche il secondo sta bene non sarò certo io a dire che sbaglia. Naturalmente è una mia opinione, non chiedo a nessuno di voi di condividerla. Quello che però non comprendo è la rigidità (che non nego, su certi aspetti ho anche io, ma ci sto lavorando) della posizione. O uno, o l’altro. La mancanza di sfumature.

Possibile che la via per la serenità, passi solo per una strada?

Io alle domande che mi sono posto sopra, non ho una risposta. Ormai ho il sospetto che non l'avrò mai.

Potrei aver scritto tutto io, esattamente le stesse parole.

E ti dico un pensiero che nella mia vita mi ha sfiorato diverse volte, anche prima di imbattermi in questo 'mondo'(trattasi di mondo perchè ha decisamente delle proprietà che come dicevi tu sono diverse dal mondo 'reale'): sono sempre più convinto che a parte i cosiddetti natural, che a mio parere sono in realtà pochissimi, proprio perchè ci deve essere una combinazione di fattori molto difficile da replicare (bellezza, intelligenza, furbizia, benessere socio-economico e via dicendo), i seduttori 'costruiti' lo siano diventati davanti a una delusione ricevuta.

Per evitare di essere ferito ancora non solo mi metto una corazza, ma sparo a vista a chiunque si avvicini. Lo dico perchè sono pensieri che io ho stesso ho provato, e fatico tutt'ora a fidarmi completamente, non solo delle donne, ma del genere umano in generale. Però è stupido non provare per paura di rimanere scottati, è un controsenso anche interno allo stesso mondo dei PUA.

Anche a me è venuto più volte di pensare che siccome una volta mi è andata male allora tutte le ragazze sono stronze, tro*e e via dicendo.

Ma fortunatamente ho provato a mettermi nei panni di uno spettatore esterno, e sarebbe da stupidi pensare che la soluzione sia quella di farla pagare a tutte le altre, e negarmi qualcosa che voglio solo perchè ho paura che non esista. 'Tì fotto prima io perchè tanto so che mi fotterai tu' è qualcosa di assurdo, che porta alle nevrosi. (e ne so qualcosa)

E' un pò come ragionare per induzione, quando in realtà un simile metodo è impossibile da applicare alla varietà del genere umano. Questo si che mi preoccupa, il fatto che siamo sempre tutti portati a essere uguali uno all'altro, a diventare dei fac-simile e perdere quella che è stata la forza motrice dell'occidente, ovvero l'individualismo.

Per tornare IT, la vedo esattamente come te: il sesso è fantastico ma non può essere la mia ragione di vita, perchè sennò mi sentirei un fallito.

Se l'uomo nella sua storia si fosse preoccupato solo di scopare, penso che saremmo estinti già da un pezzo.

Ed è qui che secondo me caschiamo in un circolo vizioso: le ragazze che mediamente trova e riesce a sedurre un PUA sono ragazze che sono fortemente insicure, per via della società o di mille altri motivi. Per questo poi sono più propense a tradire, a generare orrore, perchè la sicurezza non l'hanno dentro di sè, ma si nutrono di ciò che ricevono.

Viceversa, per essere chiaro, 'una donna con le palle', che sa quello che vuole ed è soddisfatta e sicura di sè stessa (ovvero ha accettato i suoi limiti, che tutti abbiamo per definizione) difficilmente tradirà, proprio perchè non vive il sesso come un'ossessione, ma come un sogno.

Modificato da Seattle7
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Mars

Ad entrambi suggerisco di leggere qualcosa sulla biologia, nel particolare le teorie evoluzionistiche.

Scrivo questo thread per suscitare riflessioni. Vorrei però anche fare una premessa. Non si parla di seduzione, non si parla di soluzioni, non si parla di certezze. Il primo punto che volevo affrontare è la questione della società. Quando parliamo di società cosa si intende?


insieme di individui (persone o animali) che condividono alcuni fini e comportamenti e si relazionano congiuntamente in vista della realizzazione di scopi comuni.

La gran parte dei post scritti in questo forum usa come metro di confronto la società, la massa. Il seduttore, oppure l’uomo vero, non si dovrebbe mischiare con la massa che è priva di consistenza, ma dovrebbe essere una roccia, un uomo dotato di idee proprie, che segue la sua via, indipendente, che sa amare quando deve. Al contrario la massa è soggetta a facili inganni, si lascia traviare, non è coerente, moralista, ecc. La massa d’altro canto è fatta di individui che condividono le stesse opinioni su quali siano gli aspetti veri di un essere umano (quelli elencati sopra). Ora, date queste premesse, ciò che attribuiamo alla massa, sono caratteristiche vere? Oppure sono proiezioni fatte da noi stessi per auto definirsi (loro sono cattivi, per deduzione inconscia io no)?


Questo è un discorso più complesso, servirebbe un antropologo per dare una risposta corretta.

Se io incontrassi uno di voi per strada, come vi qualificherei? Persone forti? Emarginati? Ciò che voi pensate di voi è lo stesso che penserei io di voi?


Puoi considerare un'aquila emarginata? Difficile visto che è un Superpredatore

Una pecora senza gregge invece si che è emarginata.

La differenza sta nella catena alimentare. Visto che l'uomo è il superpredatore per eccellenza, perché dovrebbe fare la pecora più del dovuto?

Alcuni di voi mi risponderanno, che me frega a me di quello che pensi. Beh avete ragione. Ma quando interagite con una persona comunque interagite anche con le idee che lui si è fatto di voi. E voi siete una agglomerato di pensieri. Si interagisce anche con il fatto che all’altro non frega nulla di quello che penso.


Corretto

Altro punto che non comprendo è la cosiddetta indipendenza. Cosa è l’indipendenza?


E' non subire l'ambiente circostante, ma esserne parte o meglio controllarlo come predatore.

Credo che si faccia riferimento al fatto che è in grado di camminare da solo, di farcela con le proprie forze. Ma l’indipendenza come si concilia con l’ “altro”? Se io parlo con qualcuno, sono condizionato dall’altro. Se uno mi chiede “che ore sono?” gli rispondo “le tre”, non “c’è sereno”. Sono condizionato. Se io cammino per strada e vedo una tipa che mi piace sono condizionato da lei, non sono indipendente, perché il semplice fatto che io provi attrazione per lei, che interagisca con lei, che osservi come si comporta, che la valuti, significa che dipendo da lei. Paradossalmente pure l’affermazione “io non dipendo da te” significa che si dipende dall’ “altro”. Se non dipendessi da te, mica te lo verrei a dire, manco lo penserei. Cosa si intende per indipendenza? Alcuni altri dicono “sapere quello che vuoi”. Ottimo, si diventa dipendenti da “quello che si vuole”. La questione dell’indipendenza mi sembra un concetto proprio strano.


Noi dipendiamo dall'ambiente e da altri individui per sopravvivere e riprodurci. E' un dato di fatto, acquisito e immutabile. La differenza sta a che livello vogliamo essere in questa piramide sociale?

Infine la questione della poligamia/orrore/monogamia/storia disney.

Che il sesso sia importante non ci piove. E’ tutto il resto che non riesco a capire. Quanto è importante la poligamia/orrore/monogamia/disney nel sesso. Credo nulla. Sono idee, che nulla hanno a che vedere con la realtà. Ognuno ha il suo ideale di felicità, di serenità, ma i mezzi sono diversi. Il sesso è un mezzo per la serenità o è la serenità? La mia opinione è nessuno dei due. C’è, da piacere e si fa. E’ un fatto. Ma non lo vedo come indispensabile per il mio benessere. Ci sono alti e bassi. Che poi uno se ne scopi quaranta all'anno, uno nessuna, non mi interessa nulla. Se anche il secondo sta bene non sarò certo io a dire che sbaglia. Naturalmente è una mia opinione, non chiedo a nessuno di voi di condividerla. Quello che però non comprendo è la rigidità (che non nego, su certi aspetti ho anche io, ma ci sto lavorando) della posizione. O uno, o l’altro. La mancanza di sfumature.


E' fondamentale capirlo, se per dire tu sei monogamo e sei fidanzato con una poligama, ma lo scopri dopo 1 anno di relazione. La cosa ti urterebbe un pochino.. Perché appunto hai investito le tue risorse preziose e limitate in un utero condiviso.

Possibile che la via per la serenità, passi solo per una strada?


E' importante capire bene chi siamo e che cosa vogliamo. Non c'è un sistema infallibile. Poligamia, monogamia, orrore, disney sono tutte teorie fallimentari sul lungo termine. Quindi non essendoci una soluzione, tanto vale viversela per come ci sentiamo di farlo. Con la consapevolezza che il mondo ha più ombre che luci.

Io alle domande che mi sono posto sopra, non ho una risposta. Ormai ho il sospetto che non l'avrò mai.


Penso che qualche anno di studio, tra biologia, antropologia e psicologia ti darà la maggior parte delle risposte.

Modificato da Mars
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Seattle7

Ad entrambi suggerisco di leggere qualcosa sulla biologia, nel particolare le teorie evoluzionistiche.

insieme di individui (persone o animali) che condividono alcuni fini e comportamenti e si relazionano congiuntamente in vista della realizzazione di scopi comuni.

Questo è un discorso più complesso, servirebbe un antropologo per dare una risposta corretta.

Puoi considerare un'aquila emarginata? Difficile visto che è un Superpredatore

Una pecora senza gregge invece si che è emarginata.

La differenza sta nella catena alimentare. Visto che l'uomo è il superpredatore per eccellenza, perché dovrebbe fare la pecora più del dovuto?

Corretto

E' non subire l'ambiente circostante, ma esserne parte o meglio controllarlo come predatore.

Noi dipendiamo dall'ambiente e da altri individui per sopravvivere e riprodurci. E' un dato di fatto, acquisito e immutabile. La differenza sta a che livello vogliamo essere in questa piramide sociale?

E' fondamentale capirlo, se per dire tu sei monogamo e sei fidanzato con una poligama, ma lo scopri dopo 1 anno di relazione. La cosa ti urterebbe un pochino.. Perché appunto hai investito le tue risorse preziose e limitate in un utero condiviso.

E' importante capire bene chi siamo e che cosa vogliamo. Non c'è un sistema infallibile. Poligamia, monogamia, orrore, disney sono tutte teorie fallimentari sul lungo termine. Quindi non essendoci una soluzione, tanto vale viversela per come ci sentiamo di farlo. Con la consapevolezza che il mondo ha più ombre che luci.

Penso che qualche anno di studio, tra biologia, antropologia e psicologia ti darà la maggior parte delle risposte.

Mi sono rovinato con la biologia credo :) (fino ad arrivare alla teoria di Lipton, che trovo condivisibile), per quanto riguarda la psicologia penso che sia molto difficile trovare qualcosa di veramente oggettivo, proprio perchè le persone che ne trattano sono uomini a loro volta, non esseri separati.

Aborro totalmente Freud, anche se a furia di parlarne la società si è quasi convinta che avesse ragione; molto meglio con jung. Attualmente è un mondo abbastanza confuso comunque.

Per questo sono tornato nella mia amata filosofia, dove si dice che l'etica così come le altre scienze 'pratiche' può dare un risultato generico, mai assoluto. (almeno non a questo punto della storia)

se hai qualche lettura da consigliarmi sono felice di imparare!

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Stefi1975

A mio personalissimo parere...la sfumatura la da il semplice fatto che ogni individuo è ,rimane e sarà sempre un essere unico ... non siamo fatti con lo stampino ,come cloni ...

Siamo esseri viventi gregari ....che costruiscono il proprio futuro utilizzando volontariamente o meno i propri pensieri e le proprie credenze ... radicati in uno storico assolutamente soggettivo... siamo il risultato di questi pensieri e convinzioni.. insomma siamo ciò che pensiamo (cit.)

Schematizzare e codificare i comportamenti in manuali dà una base indicativa di un meccanismo comportamentale ...che nelle mani di ogni singolo fruitore assume una interpretazione personale...

la bravura sta nel calibrare a seconda della situazione che ti si pone di fronte... e questo ,per quanto tu possa studiare un manuale alla perfezione,te la da solo la centratura in te stesso ... ed è qui che entra in gioco un elemento base ... che tanto è trattato in questo forum...cioè che ...

Se non ti ami(il famoso sano egoismo ^_^ ) non sarai mai in grado di donare a qualcun altro ...in maniera costruttiva (in qualsiasi tipo di rapporto ) ..sentirai sempre una sorta di dipendenza nei confronti del tuo/a partner,un bisogno di stare con lui/lei ,di sapere ciò che fa,di controllare le sue azioni...nell'illusione di avere la situazione sotto controllo.

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BaldOfAwesome

Ad entrambi suggerisco di leggere qualcosa sulla biologia, nel particolare le teorie evoluzionistiche.

insieme di individui (persone o animali) che condividono alcuni fini e comportamenti e si relazionano congiuntamente in vista della realizzazione di scopi comuni.

Una definizione identica la fornisce Wikipedia...non è un po' riduttivo rispondere in questo modo? C'è gente che scrive manuali sulla parola "società". Non bisognerebbe magari fare qualche cenno all'aspetto psicologico del costruire una rete di relazioni? Sociologico, anche. Perchè capisco e condivido l'interesse verso biologia, etologia e teorie evoluzionistiche che divampa nel forum...ma non c'è solo quello. E, soprattutto, non ci sono risposte semplici a domande complesse.

Puoi considerare un'aquila emarginata? Difficile visto che è un Superpredatore

Una pecora senza gregge invece si che è emarginata.

La differenza sta nella catena alimentare. Visto che l'uomo è il superpredatore per eccellenza, perché dovrebbe fare la pecora più del dovuto?

Ho un mezzo ricordo di una citazione di Game of Thrones di J.R.R. Martin che prendeva in giro la tendenza degli uomini a considerarsi animali nobili. Leoni, lupi, draghi, aquile...la realtà è che noi esseri umani siamo primati. Scimmie. Animali "da branco", sociali. Tutti gli animali di questo tipo, specialmente le scimmie, hanno "emarginati" all'interno dei loro gruppi.

Anche qui, capisco e condivido il sentirsi "lupi". Predatori, sociali, con un pizzico di misticismo e sang bleu che non guasta mai...ma non prendiamo le metafore in maniera troppo letterale. Gli emarginati ci sono, ci sono eccome. E non sono loro a decidere se esserlo oppure no: sono gli altri a relegarli in quel ruolo. La domanda di Life and Light è interessante e, ancora una volta, complessa. C'è una specie di distorsione della mente nella società moderna: sii motivato, e riuscirai in quello che desideri. Credici tanto e forte, e avrai quello che ti serve. Temo sia una esagerazione bella e buona.

Per carità, credere di non essere "X" ma "Y" è importante. Ma a meno di non vivere su una colonna come uno stilita bisogna confrontarsi anche con quello che crede la gente attorno a te, e con i loro comportamenti. Non a caso sul forum non si parla solo di motivazione al cambiamento, ma anche di come concretizzare i cambiamenti e come comunicarli efficacemente.

E' fondamentale capirlo, se per dire tu sei monogamo e sei fidanzato con una poligama, ma lo scopri dopo 1 anno di relazione. La cosa ti urterebbe un pochino.. Perché appunto hai investito le tue risorse preziose e limitate in un utero condiviso.

Credo che Life and Light stesse chiedendo più che altro se è davvero necessario lavorare su assoluti, o quasi.

O sei un cinico testimone dell'orrore di evidenziatori nell'ano, oppure sei un ingenuo protagonista di un film Disney sull'amore eterno. O sei uno scopatore seriale da venti chiusure a giorno, oppure sei un AFC senza speranza. O sei "alpha" oppure sei la "prison bitch" dell'universo.

La domanda ha del merito, ma è mal posta. E' ovvio che, ad una domanda del genere, si risponda "NO"...non è necessario guardare il mondo in termini di bianco o nero. Ma è anche vero che nel mondo, oltre ad innumerevoli sfumature di grigio, ci sono anche gli estremi...gli aneddoti descritti nel thread sull'orrore di Bane non sono frutto dell'immaginazione; la bella LTR che Old Norse Wolf ogni tanto descrive non è frutto della sua fantasia. Gli esseri umani sono portati, biologicamente e psicologicamente, a semplificare le questioni complesse: diventa più facile gestirle ed eventualmente trovare una soluzione. Sta al nostro buonsenso non semplificarle troppo.

Penso che qualche anno di studio, tra biologia, antropologia e psicologia ti darà la maggior parte delle risposte.

Su questo siamo daccordo: qualche anno di studio non farebbero male a molti qui sul forum. Me compreso.

Modificato da BaldOfAwesome
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Mars

Una definizione identica la fornisce Wikipedia...non è un po' riduttivo rispondere in questo modo? C'è gente che scrive manuali sulla parola "società". Non bisognerebbe magari fare qualche cenno all'aspetto psicologico del costruire una rete di relazioni? Sociologico, anche. Perchè capisco e condivido l'interesse verso biologia, etologia e teorie evoluzionistiche che divampa nel forum...ma non c'è solo quello. E, soprattutto, non ci sono risposte semplici a domande complesse.

iniziamo dalle cose semplici, partiamo dal dizionario e dall'enciclopedia. Poi si approfondisce l'aspetto che interessa.

Preferisci la Treccani?

Società Insieme di individui o parti uniti da rapporti di varia natura, tra cui si instaurano forme di cooperazione, collaborazione e divisione dei compiti, che assicurano la sopravvivenza e la riproduzione dell’insieme stesso e dei suoi membri.

Ho un mezzo ricordo di una citazione di Game of Thrones di J.R.R. Martin che prendeva in giro la tendenza degli uomini a considerarsi animali nobili. Leoni, lupi, draghi, aquile...la realtà è che noi esseri umani siamo primati. Scimmie. Animali "da branco", sociali. Tutti gli animali di questo tipo, specialmente le scimmie, hanno "emarginati" all'interno dei loro gruppi.

http://it.wikipedia.org/wiki/Superpredatore

Anche qui, capisco e condivido il sentirsi "lupi". Predatori, sociali, con un pizzico di misticismo e sang bleu che non guasta mai...ma non prendiamo le metafore in maniera troppo letterale. Gli emarginati ci sono, ci sono eccome. E non sono loro a decidere se esserlo oppure no: sono gli altri a relegarli in quel ruolo. La domanda di Life and Light è interessante e, ancora una volta, complessa. C'è una specie di distorsione della mente nella società moderna: sii motivato, e riuscirai in quello che desideri. Credici tanto e forte, e avrai quello che ti serve. Temo sia una esagerazione bella e buona.

Per carità, credere di non essere "X" ma "Y" è importante. Ma a meno di non vivere su una colonna come uno stilita bisogna confrontarsi anche con quello che crede la gente attorno a te, e con i loro comportamenti. Non a caso sul forum non si parla solo di motivazione al cambiamento, ma anche di come concretizzare i cambiamenti e come comunicarli efficacemente.

Io non ci vedo niente di complesso, mai detto che non esistano gli emarginati. Ci sono e sono quelli che subiscono l'ambiente, il ruolo degli altri individui. Che non equivale ad essere solitari, perché appunto a differenza dei predatori possono essere solitari ma controllano la situazione. In una posizione di potere.

Credo che Life and Light stesse chiedendo più che altro se è davvero necessario lavorare su assoluti, o quasi.

O sei un cinico testimone dell'orrore di evidenziatori nell'ano, oppure sei un ingenuo protagonista di un film Disney sull'amore eterno. O sei uno scopatore seriale da venti chiusure a giorno, oppure sei un AFC senza speranza. O sei "alpha" oppure sei la "prison bitch" dell'universo.

La domanda ha del merito, ma è mal posta. E' ovvio che, ad una domanda del genere, si risponda "NO"...non è necessario guardare il mondo in termini di bianco o nero. Ma è anche vero che nel mondo, oltre ad innumerevoli sfumature di grigio, ci sono anche gli estremi...gli aneddoti descritti nel thread sull'orrore di Bane non sono frutto dell'immaginazione; la bella LTR che Old Norse Wolf ogni tanto descrive non è frutto della sua fantasia. Gli esseri umani sono portati, biologicamente e psicologicamente, a semplificare le questioni complesse: diventa più facile gestirle ed eventualmente trovare una soluzione. Sta al nostro buonsenso non semplificarle troppo.

Sono d'accordo, ma il risultato non cambia. Tutti quelli che hai citato e anche molti altri che non hai citato, vendono certe ricette come soluzioni e poi XX mesi dopo li rileggi sul forum in one-itis a fare sproloqui.

Non è una critica, ma è la dimostrazione che qualsiasi modello si adotti, nel tempo non dura.

Questa è la grande verità.

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life and light

Anzitutto ringrazion tutti per le risposte, mi date di che riflettere.

Mars, sfortunatamente io non ho tempo di studiare tutte le materie. Anche perchè è 15 anni che ne studio per lavoro e per necessità solo una e sono ben lontano dal averne anche solo una parziale conoscienza.

Se dovessi iniziare a studiare biologia, sociologia, materia, scienze dei sistemi, comunicazione e impiegassi 15 anni per ciascuna sono messo male :)

Alchè vorrei porti domande sulle affermazioni che poni.

iniziamo dalle cose semplici, partiamo dal dizionario e dall'enciclopedia. Poi si approfondisce l'aspetto che interessa.

Preferisci la Treccani?

Società Insieme di individui o parti uniti da rapporti di varia natura, tra cui si instaurano forme di cooperazione, collaborazione e divisione dei compiti, che assicurano la sopravvivenza e la riproduzione dell’insieme stesso e dei suoi membri.

Quali sono i rapporti di varia natura? Dici collaborazione, cooperazione, divisione dei compiti. Non leggo competizione. Come si concilia questo con il fatto che la società quindi venga presa come opposizione? La risposta sarebbe che non siamo parte della società. Ma la società a cui ci opponiamo qui dentro è proprio quella a cui attribuiamo comportamenti egoistici, che ciecamente si oppone al benessere dell'individuo. Definizione contraria a quella data dalla treccani. Quindi continuo a domandarmi che diamine è la società a cui ci opponiamo? Esiste? o è la nostra mente traviata da anni di discorsi a farcela vedere?

Questa risposta mi lascia un po' stranito. Superpredatore. Credo che un leone non si consideri un superpredatore ma banalmente un leone. Io mi considero un essere umano, mica un superpredatore. A parte questo, hai spostato l'attenzione della mia domanda. La mia domanda non era rivolta ai rapporti tra specie, ma per l'appunto ai rapporti nella stessa specie. Come si legge infatti nella definizione, il superpredatore teme non altri predatori ma quelli della sua stessa specie (ti chiederei di conciliare questo aspetto con la definizione di società detta sopra dove vige la cooperazione però, perchè a sto punto sembrerebbe che tra i superpredatori non valga la definizione di società).

Un emarginato, anche se si considera un superpredatore, credo che campi male. In questo forum, l'essere superpredatore non viene preso in considerazione verso altre specie animali, ma in relazione ai simili della sua stessa specie. C'è qualche spiegazione razionale per questo?

Io non ci vedo niente di complesso, mai detto che non esistano gli emarginati. Ci sono e sono quelli che subiscono l'ambiente, il ruolo degli altri individui. Che non equivale ad essere solitari, perché appunto a differenza dei predatori possono essere solitari ma controllano la situazione. In una posizione di potere.

Credo che tu stia parlando di gerarchia nelle specie, ma non riesco a conciliare il punto di vista del predatore verso i propri simili, del dominio dell'ambiente, con i fini di collaborazione e benessere collettivo della società.

Sono d'accordo, ma il risultato non cambia. Tutti quelli che hai citato e anche molti altri che non hai citato, vendono certe ricette come soluzioni e poi XX mesi dopo li rileggi sul forum in one-itis a fare sproloqui.

Affermazioni molto forti! Ti sfrutterò per avere maggiori informazioni allora :)... perchè sto forum mi butta li tante di quelle affermazioni senza spiegazioni che mi si impappa il cervello.

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Mars

Anzitutto ringrazion tutti per le risposte, mi date di che riflettere.

Mars, sfortunatamente io non ho tempo di studiare tutte le materie. Anche perchè è 15 anni che ne studio per lavoro e per necessità solo una e sono ben lontano dal averne anche solo una parziale conoscienza.

Se dovessi iniziare a studiare biologia, sociologia, materia, scienze dei sistemi, comunicazione e impiegassi 15 anni per ciascuna sono messo male :)

Alchè vorrei porti domande sulle affermazioni che poni.

Non sto dicendo che sono un tuttologo, ma da qualche anno studio per passione tutto quello che mi è capitato su seduzione, comunicazione, psicologia, biologia in particolare le teorie evoluzionistiche.

Io le trovo molto sensate, perché ho dei riscontri oggettivi quotidianamente.

Quali sono i rapporti di varia natura? Dici collaborazione, cooperazione, divisione dei compiti. Non leggo competizione. Come si concilia questo con il fatto che la società quindi venga presa come opposizione? La risposta sarebbe che non siamo parte della società. Ma la società a cui ci opponiamo qui dentro è proprio quella a cui attribuiamo comportamenti egoistici, che ciecamente si oppone al benessere dell'individuo. Definizione contraria a quella data dalla treccani. Quindi continuo a domandarmi che diamine è la società a cui ci opponiamo? Esiste? o è la nostra mente traviata da anni di discorsi a farcela vedere?

Ti rigiro la domanda, esiste in quale campo? Filosofico, economico, politico, biologico ecc...

In tutti questi campi ci sono delle risposte, ma noi quale aspetto interessa?

E sopratutto ti interessa per fare una tesi teorica o per qualcosa di pragmatico che può essere per esempio la seduzione?

Io mi concentro su cose pragmatiche che possono avere un influenza tangibile nella mia vita.

Dal punto di vista biologico la società è composta da gruppi in numero variabile (dipende dall'ambiente e altri milioni di fattori) in competizione o in cooperazione tra loro.

Non credo esista una definizione statica e ben circoscritta di società, perché non è evoluzionisticamente stabile la staticità. L'adattamento e la variabilità sono fondamentali.

L'obbiezione dal punto di vista filosofico è corretta. Stiamo parlando di qualcosa così tanto vasto che diventa inconsistente.

Da questo punto di vista non esiste, è come se fosse l'universo. Sapere quante stelle ci sono con esattezza, che cosa cambia nella vita di tutti i giorni?

Questa risposta mi lascia un po' stranito. Superpredatore. Credo che un leone non si consideri un superpredatore ma banalmente un leone. Io mi considero un essere umano, mica un superpredatore. A parte questo, hai spostato l'attenzione della mia domanda. La mia domanda non era rivolta ai rapporti tra specie, ma per l'appunto ai rapporti nella stessa specie. Come si legge infatti nella definizione, il superpredatore teme non altri predatori ma quelli della sua stessa specie (ti chiederei di conciliare questo aspetto con la definizione di società detta sopra dove vige la cooperazione però, perchè a sto punto sembrerebbe che tra i superpredatori non valga la definizione di società).

Un emarginato, anche se si considera un superpredatore, credo che campi male. In questo forum, l'essere superpredatore non viene preso in considerazione verso altre specie animali, ma in relazione ai simili della sua stessa specie. C'è qualche spiegazione razionale per questo?

Non credo di aver capito bene la domanda, ma certo che c'è una correlazione nella stessa specie. Il maschio Alpha per esempio, è quello che ha il ruolo gerarchico più alto all'interno di un gruppo della stessa specie.

Credo che tu stia parlando di gerarchia nelle specie, ma non riesco a conciliare il punto di vista del predatore verso i propri simili, del dominio dell'ambiente, con i fini di collaborazione e benessere collettivo della società.

Esatto, parti da lì e poi ampli

Il fine è il benessere suo e del suo gruppo, quindi esteso alla prosperità della specie e in fine alla società.

Affermazioni molto forti! Ti sfrutterò per avere maggiori informazioni allora :)... perchè sto forum mi butta li tante di quelle affermazioni senza spiegazioni che mi si impappa il cervello.

Il problema è che sono spesso giuste, bisogna studiare parecchio per avere chiaro il quadro totale e dove collocarle.

Non dico che ci sono arrivato, ma modestamente ho gran parte delle informazioni che mi servono per raggiungere le mie ambizioni seduttive e di crescita personale.

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