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stm79

Buonasera a tutti,

ho deciso di scrivervi per sottoporre alla Sua attenzione la mia storia, facendo un quadro generale ed onesto della situazione perchè, nonostante io abbia acquistato diversi manuali e, nonostante abbia scoperto questo prezioso forum, mi ritrovo a vivere molto male la separazione dalla mia ex compagna e non vorrei commettere "stupidaggini", facendomi prendere dai sentimenti.

Mettetevi comodi perchè vi illustrerò la mia situazione in modo trasparente e spero mi sappiate "illuminare" su ciò che, per troppo coinvolgimento

ed amore, ancora mi sfugge:

parto dalla fine: io e R. siamo stati insieme per 6 anni e lei, in modo inaspettato, ha deciso di mettere fine alla nostra relazione il 16 gennaio 2014, a 6 mesi dalle nozze già programmate (previste per il 12 Luglio 2014).

Io e R. ci siamo conosciuti in modo "anomalo", ovvero su Internet in un gruppo di discussione. Per qualche mese ci siamo scambiati mail, numero di

telefono e contatti vari, fino a quando, il 27 Dicembre del 2007 (giorno del mio compleanno), lei decide di chiamarmi per farmi gli auguri e per poter,

finalmente, sentire la mia voce. All'epoca eravamo entrambi impegnati in altre relazioni (io con una donna più grande di me di 5 anni, lei con un uomo

di quasi 10 anni più grande) e, pian piano, dopo quella prima telefonata, abbiamo scoperto di sentirci sempre più legati.

Il nostro è diventato dapprima un "amore" telefonico e virtuale, poichè avevamo terrore di far soffrire le altre due persone. Dopo aver messo fine alle relazioni reciproche, ci siamo incontrati di persona l'8 Marzo 2008: da allora, dando riscontro in modo reale alle "fantasie" decidiamo di stare insieme.

Per qualche mese siamo andati avanti con incontri programmati (io vivevo in Sardegna, lei a Roma) sino a quando decidiamo di avvicinarci. Mi trasferisco

io a Roma nell'Agosto del 2008 (lei pareva non riuscire più a vivere senza di me, io pure, e volevamo entrambi la quotidianeità di un rapporto stabile).

Da quando mi son trasferito la situazione non è stata particolarmente brillante: io sempre più innamorato, lei pure (a parole), ma coi fatti dimostrava poco interesse: per lei, nonostante io cercassi case non tanto distanti dalla sua, il vedersi e viversi era circoscritto ai sabati ed alle domeniche. Ho sofferto particolarmente la botta, poichè credevo di poter vivere una relazione decisamente più intensa, non quella di due adolescenti.

Vi dirò, comunque, che non era mia intenzione andare subito a convivere, perchè pure io volevo "godermi" un pò la nuova vita, essendo riuscito finalmente

a staccarmi dal mio mondo (la mia terra, la mia famiglia, gli amici). E' pur vero che pensavo che il vedersi sarebbe stato molto più intenso e, senza

dubbio, credevo che nel giro di pochi mesi, un anno al massimo, saremmo andati a convivere. Tutto ciò non è accaduto e, nel Febbraio del 2010, la lascio

dicendole senza mezzi termini che non ero assolutamente soddisfatto della relazione e che ero stanco di dover elemosinare un pò di amore ed affetto.

Parentesi: R. è una persona molto particolare che vive i sentimenti in modo quasi distaccato. Raramente si lascia andare ad una "pazzia", mentre

ogni cosa deve essere ragionata, studiata e preparata. So per certo che ha avuto una brutta esperienza, durante l'adolescenza, e credo che ciò sia la

motivazione che l'ha sempre portata a non essere mai veramente spensierata, ma sempre molto precisa e spesso scontrosa, lunatica, poco propensa al

lasciarsi andare ed al lasciar correre qualsiasi cosa (non accetta critiche, non riesce mai completamente a capire dove sbaglia, ascolta quel che vuole e

lo rimodifica secondo quanto il suo cervello è convinto di aver capito). Aggiungo che ha sempre avuto paura di compiere passi importanti: quando le

parlavo di convivenza, tutto felice, mi ritrovavo a dover gestire i cambiamenti d'umore repentini, i musi lunghi, il fastidio generato da tali proposte. Parlare di matrimonio e/o figli era impossibile. La sua relazione ideale era "io ti amo, ci vediamo il sabato e la domenica, viaggiamo, usciamo,

compriamo sciocchezze, ma non mi impegno a progredire". Non vi nego che questo modo di fare mi ha cambiato tanto, incattivendomi e facendomi diventare

irascibile, sempre pronto allo scontro e, peggio, sempre pronto a rinfacciare di tutto pur di farla sentire manchevole rispetto al tanto amore che io

le davo giorno dopo giorno. Ho sempre capito tutto, nel senso che ho atteso le sue tempistiche, i suoi silenzi, il suo poco sentimentalismo, le sono andato incontro in ogni sua esigenza (esempio: nonostante prendesse la pillola, pretendeva che facessimo l'amore con il preservativo poichè era terrorizzata dal fatto che potesse rompersi e rimanere incinta), ma alla fine non ce l'ho fatta più e l'ho lasciata, come le ho già scritto, nel Febbraio del 2010. Per essere onesto il più possibile vi dico che qualche mese prima che la lasciassi, ho trovato conforto in una ragazza che mi ascoltava e che teneva a me. Ovviamente sentendomi sempre mortificato, con R., ho confuso un bisogno con il desiderio estremo d'amore e, nonostante la relazione con questa ragazza sia

cominciata qualche giorno dopo la mia separazione con R., sono consapevole che questa necessità d'amore mi abbia fatto perdere di vista ogni cosa,

"aiutandomi" a lasciare R. subito. Per abbreviare, la relazione con l'altra è durata circa tre mesi, ma il mio interesse è scemato quasi subito. Nel

frattempo, R., chiamava i miei genitori per dire che mi amava da morire, che aveva capito i suoi errori e che voleva potermi dimostrare ogni cosa.

Durante la separazione ci siamo visti due volte, una volta abbiamo fatto l'amore, la seconda volta no. Comunque, dopo tre mesi, sentivo di aver lasciato

in sospeso la situazione e, nonostante negassi a me stesso la realtà, ancora amavo R. A fine Maggio del 2010 torniamo insieme. Ovviamente i primi

tempi sono stati perfetti... ma il passare del tempo ha rimodulato la situazione nello stesso identico modo precedente, con l'aggravante che i genitori di R., per circa 2 anni, non mi hanno più parlato.Quando le chiedevo di progredire, lei adduceva come scusa quella del voler sistemare le cose con i

suoi genitori.

Abbrevio (e mi scuso per la lungaggine): a Marzo 2012 la mamma di R. viene ricoverata ed io, senza dire nulla a nessuno, decido di presentarmi in

ospedale. Baci, abbracci, lacrime: tutto risolto! R., a quel punto, pare davvero trasformarsi e, nel giro di due mesi e mezzo (Giugno 2012) andiamo,

finalmente, a convivere. Quindi avevamo cercato casa, avevamo comprato mobili, cercato oggettistica per la casa, sognato di tutto.

La convivenza andava abbastanza bene, ma determinati atteggiamenti non sono mai spariti del tutto. Un neo era che nel tempo la vita sessuale si era ridotta

drasticamente. Un rimprovero che mi faceva era quello delle ferie estive: "abbiamo tre settimane di ferie, perchè dobbiamo passarle sempre in Sardegna dai tuoi?"... la cosa mi faceva indispettire perchè, nonostante durante l'anno qualche weekend o viaggio lo facessimo, questo pareva non essere mai abbastanza.

Specialmente non capivo perchè mi rinfacciasse una cosa simile, sapendo che, per QUATTRO ANNI, io avevo speso, pur di stare con lei, cifre proibitive e non

potevo permettermi vacanze diverse.

Durante l'ultima vacanza (Luglio 2013), dopo insistenze varie, decidiamo di sposarci e fissiamo la data: 12 Luglio 2014. per quasi un mese non abbiamo detto nulla a nessuno poichè i genitori di R. erano in vacanza. Al loro rientro gli comunichiamo la lieta notizia (considerate che lei era terrorizzata dalla

reazione dei genitori) e si era tutti felici!

Mettiamo in moto la "macchina organizzativa": chiesa prenotata, andiamo a vedere diverse ville per ricevimenti e decidiamo di fermarne una. Qua inizia il

"dramma". Poichè i miei genitori vivono lontani, le nostre madri si erano sentite per telefono, rimanendo d'accordo che la mamma di R. sarebbe stata

presente durante le nostre visite e possibili scelte. Domenica 1 Settembre 2013, decidiamo di fermare una villa e là mia madre, inspiegabilmente, la prende malissimo, dicendo che non la stavo coinvolgendo e che la villa non fosse di suo gradimento. Il mio errore è stato parlarne con R. (ma se lei doveva diventare mia moglie... perchè nasconderle qualcosa?) che l'ha presa malissimo. Considerate che i miei genitori, dal momento stesso che l'hanno conosciuta, l'hanno sempre trattata come fosse un'altra figlia e, spesso, stavano più dalla sua parte che dalla mia. Nonostante mia madre non fosse d'accordo, visto che il matrimonio era il nostro, quel giorno stesso andiamo a fermare la villa. Da la è cambiato tutto, ovvero R. si è incattivita con i miei, trattandoli con molta freddezza e, nonostante i miei tentativi di chiederle di chiudere un occhio come io già avevo fatto con i suoi genitori, la situazione è precipitata. Io, ovviamente, mi sono impuntato sul fatto che avessi soprasseduto su tutto, ma stavolta mi venisse difficile vedere che lei, R., non riuscisse a superare una situazione per amor mio, invece continuando a peggiorare le cose.

Ad Ottobre del 2013 i miei genitori vengono a trovarci e la situazione è stata decisamente negativa: freddezza di R., quando li abbiamo portati a vedere

la villa lei restava con la madre, quasi disinteressandosi di mia madre e continuando a non voler sentire ragioni su suggerimenti circa il matrimonio. La

frase che ha ripetuto tante volte è: "il matrimonio è il mio!"

E' subentrato un periodo di incomprensioni intense, fra me e lei, dove io non avevo intenzione di arretrare di un passo. Fra me e me pensavo: "Ma come è possibile che non riesca a mettere da parte il suo orgoglio? Io per lei ho fatto tanto, anche con i genitori, e lei, per me, non riesce a fare nemmeno questo? Dobbiamo sposarci. Perchè?"

Nel periodo natalizio, come ogni anno (visto che per due volte ho rinunciato a tornare a casa, senza che lei nemmeno mi chiedesse di andare in Sardegna), parto e passo le festività a casa mia e lei con i suoi genitori. Sono convinto che in quei giorni (dal 18 al 29 Dicembre, giorno del mio rientro a Roma) sia

successo qualcosa, inteso come R. deve essersi sfogata con i genitori di tutto il malumore del periodo. Cosa importante: negli anni, qualsiasi discussione,

veniva gestita male, nel senso che diventava un mio monologo e lei subiva quasi passivamente replicando poco o nulla.

Il 29 Dicembre, mentre ero in aeroporto in attesa del volo di rientro, vedo arrivare, a sorpresa, i miei genitori: si erano messi d'accordo con lei per

venire a passare Capodanno con noi (là, ovviamente, mi si è accesa la speranza che avessero risolto ogni cosa). Purtroppo quei giorni son stati di difficile

gestione. Lei sempre fredda e loro che cercavano di sopportare la situazione. La sera del 31 Dicembre abbiamo passato il Capodanno a casa dei genitori

di R., ma nell'aria c'era molta freddezza, mascherata da convenevoli inutili. Il giorno dopo, 1 Gennaio 2014, il padre di R. chiama per avvertirci che,

di li a poco, sarebbero passati per un caffè e per discutere del matrimonio (finalmente! Considerate che per mesi c'è stato silenzio totale, fra le famiglie).

La discussione è diventata tesa quasi subito e, ad un certo punto, il padre, sentendone di tutti i colori, si esprime in questi termini: "se non te la senti di sposarti, devi dirlo adesso!"

Insomma, da quel giorno c'è stata molta freddezza mascherata, da parte di R., con una gentilezza estrema (come se, dopo le parole del padre, si sentisse

finalmente "libera" da un peso) verso i miei genitori. I miei son ripartiti il 6 Gennaio e, lo stesso giorno, io e lei siamo andati a pranzo dai suoi

genitori. Tutto tranquillo, si parlava di tutto e pure del matrimonio con molta affabilità. Cosa importante: poichè vivevamo in un paese non collegato bene

con i mezzi pubblici, lei dal 7 gennaio, avendo dovuto portare la macchina dal meccanico, decide di andare per qualche giorno a casa dei suoi genitori

(io ero d'accordo, visto che vivono a pochi minuti dall'ufficio dove lei lavora). Il venerdì sera (10 Gennaio 2014), ci siamo sentiti al telefono e,

chiedendole per quale motivo, nonostante la macchina non fosse ancora pronta, non fosse venuta a casa nostra, lei risponde con un "amore, domani mattina

prendo la macchina di mamma e vengo a casa". A quel punto, sentendo che l'aria fosse sempre più pesante, le dico di avere necessità di parlarne e di non

voler arrivare al matrimonio in quel modo e con quei presupposti. Lei, subito d'accordo, dice di voler chiarire tante cose e di amarmi, ma di non volermi far

soffrire. Il giorno dopo viene a casa e passiamo parte della mattinata a discutere. Il matrimonio lo annulliamo, ma nonostante lei dica di essersi resa conto di non aver mai parlato abbastanza, negli anni, anche quella discussione diventa quasi un monologo da parte mia. Le uniche cose che mi ha detto sono frasi del tipo: "io non mi sento più il centro del tuo mondo"... "mi metti in secondo piano"... "mi rinfacci ogni cosa"... a quel punto mi sono arrabbiato e abbiamo smesso di parlare. Mi sentivo sfinito e decido di andare a riposare. Lei viene a letto e facciamo l'amore. Nel mentre piange, dicendo che non riesce più ad essere positiva e a vedere le cose in modo altrettanto positivo. Io le dico tante belle frasi "stai con me. Non posso vivere senza i tuoi occhi", etc.

la cosa pare quasi superata, ma i giorni successivi diventano una sorta di battaglia via sms... sino a che la sera di Giovedì 16 Gennaio viene a casa... io penso che voglia risolvere, stare insieme e superare tutto, ma la vedo concitata... va in camera... prepara valigie... parliamo per ore, ma le sue frasi sono queste: "si è rotto qualcosa"... "ho bisogno di recuperare la mia serenità"... momenti dove vacilla e dice che non andrà via, ma poi continua a mettere la roba dentro le valigie. A quel punto le dico "per te ho sopportato tutto: sono stato accondiscendente su tutto ciò che erano le tue tempistiche e tutti i tuoi problemi.Ora non ti aspetterò più. Se vai via la storia è finita, anche perchè se una coppia ha dei problemi come sostieni (oggi, dopo anni parli al plurale), i problemi li si affronta insieme. Non può esistere che tu vai a casa tua, con i tuoi, ed io qua da solo come un cane. A parte che hai sempre sostenuto che non credi nelle pause di riflessione, ma a parte questo... come credi di trovarmi, qualora tu ti ripresentassi? Tu sicuramente serena... ma io sarò avvelenato! Mi stai abbandonando e questo è incomprensibile, oltre che ingiusto. Se non mi ami più dillo! Non mi prendere in giro con frasi fatte. E meno male che sino all'altro giorno mi dicevi "Amore mio non mi lasciare mai, io senza di te morirei. Mi toglierei la vita piuttosto che vivere senza di te, di noi"... lei nulla, diceva in tutta risposta che "a volte le cose cambiano, ma tu sei una bellissima persona, io ti amo ma questo è il percorso che ho bisogno di seguire"

Va via ed io non provo neppure a fermarla. Credevo, comunque, non sarebbe stato possibile vivere lontani l'uno dall'altra. In cuor mio credevo che nel giro di due giorni al massimo, sarebbe tornata a casa, invece nulla. Silenzio totale. il giorno dopo (venerdì 17 Gennaio) si sente con una mia amica e le dice "so che gli ho fatto tanto male, stavolta, ma spero che potrò ancora parlargli e risolvere tutto" ma, da la, sparisce completamente. Io non la cerco sino al lunedì sera (20 gennaio)mandandole un messaggio dove le dicevo qualcosa del tipo: "a quanto pare chi dei due riesce a vivere benissimo senza l'altro sei proprio tu. Se non mi amavi più potevi dirlo"... lei risponde che "mi amava da morire, ma quello era il percorso che doveva fare. Non vedeva più un futuro insieme e non riusciva più a credere in noi"... mi manda un altro messaggio dicendo che quello stesso fine settimana sarebbe passata a ritirare tutte le sue cose e là, io, ho agito d'impulso, scrivendole che volevo i soldi di affitto, bollette ed esprimendomi solo di cose materiali.

Il sabato successivo (25 gennaio) lei è effettivamente venuta a casa a riprendersi la sua roba (non ha preso null'altro che le sue cose), ma lasciando tutte le cose anche del matrimonio in bella vista. Io non ero presente e le ho lasciato una lettera, dove la pregavo di ripensarci e che l'amavo da morire. Lei mi lascia una lettera, dove sostitene sempre di amarmi, ma solita pappardella... ha bisogno di ritrovare se stessa e la sua serenità...

io, quel sabato, ero ospite a casa di amici e son tornato a casa mia solo la domenica sera... il giorno prima, comunque, verso le 18.30 mi manda un messaggio molto freddo dove mi comunica di aver terminato di ritirare ogni sua cosa. Le chiedo di poterla sentire, acconsente, e la chiamata dura circa un'ora e trenta...

dice che è incazzata con me perchè non ho insistito... perchè non l'ho fermata... perchè le ho solo parlato di bollette... perchè le ho fatto vivere un incubo, negli ultimi tre mesi... di non sentirsi più il centro del mio mondo e di non credere più in noi... dice che qualcosa si è rotto e col tempo torneremmo ad essere gli stessi di prima... Il giorno dopo ho scritto un messaggio alla madre.

La settimana successiva le ho mandato un messaggio... e lei sempre più convinta della bontà della decisione. Da allora (02 Febbraio 2014) sono letteralmente

sparito. Non la cerco in nessun modo e vedo che lei non ha il minimo intereresse a cercarmi: sparita nel nulla.

Il problema è che non abbiamo amici in comune, se non su Facebook, e mi rendo conto che, spesso, sembro un maniaco compulsivo... guardo il suo profilo per capire qualcosa, ma vedo che se la passa benissimo. Cerco di lavorare su me stesso, infatti ho comprato dei manuali e, dopo un periodo dove mi pareva di cominciare a riprendermi, mi sento nuovamente abbattuto. Mi manca tantissimo e mi fa stare male il suo totale distacco e disinteresse nei miei confronti. Io, comunque, non la cerco per davvero da oltre un mese e mezzo, ma nonostante ciò sto malissimo. Vivere nella casa dove abbiamo scelto mobili e sognato fa male... a volte mi pare di impazzire.

Le cose che penso sono tre, fondamentalmente: C'è un altro - Non mi ama più ma non lo ha voluto ammettere - Come al solito è fuggita da un impegno grosso

Vi chiedo scusa per la lungaggine, ma è la prima volta che riesco a "parlare" di tutto e so che analizzerete molto meglio di me la situazione.

Vi ringrazio per la pazienza e la comprensione.

In attesa di un Vostro cortese riscontro saluto tutti cordialmente.

Stefano

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sedotto_abbandonato

Ti sono vicino amico... per quel poco che conta la mia opinione: ora lei ti vede come un limite alla sua felicità... passerà del tempo, nessuno sa quanto, e lei si accorgerà che il più grosso limite alla sua felicità è proprio se stessa. Che dirti, forse sei stato troppo paterno, anch'io nella mia ultima relazione durata 9 anni parlavo molto, dal dialogo si passò al monologo. Questo non è un bene. I parenti, poi, peggiorano sempre le cose... E' dura, inizia a far qualcosa che ti renda orgoglioso di te, qualunque cosa sia. Il dolore ci forgia, ci rende persone migliori.

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gs2

Per come la vedo io devi fare solo esclusivamente una cosa: ESULTA!.

non te la prendere stefa91 eh , ma forse questo intervento in questo momemnto potevi evitarlo

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gs2

quello che penso io caro stm79 e che devi avere un po di pazienza , devi cercare di staccare un attimino , ci vuole il suo tempo , qualsiasi cosa debba succedere ..

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stm79

Grazie per le risposte fin'ora datemi. Io non mi aspetto nulla. Ci sto male, innegabilmente, ma non la cerco né faccio in modo di "fare pena". Non so neppure quanto mi andrebbe di rivederla, ora come ora. Di certo, come tutte le donne, probabilmente pensava (ed era certa) che mi sarei zerbinato. Invece preferisco soffrire, star male e disperarmi in completa solitudine, ma non svendendo la mia dignità. Quella non la restituisce nessuno, una volta persa. Lei ha deciso...ed io su cosa dovrei pregarla? Mi spiace, ma far pena a qualcuno non fa per me. Chi mi vuole veramente deve anche meritarla, la mia presenza, e che diamine!

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Sun Tzu

Mi sento di risponderti perchè, anche se in mezzo alla mia storia non c'era il matrimonio e l'età penso sia diversa, le motivazioni sono state esattamente le stesse.

Purtroppo non potrai mai sapere se c'è un altro, se vuole realmente stare da sola o so ha cambiato tendenze. So che è dura ma devi ricostruire la tua vita.

Devi però ricostruirla senza lei nè in funzione di lei, deve essere una realtà in cui lei non deve entrare fino a quando non avrai chiarito le tue idee.

La penserai ogni giorno per molto tempo, la controllerai su facebook per molto tempo e penserai che lei era la tua unica speranza di salvezza.

E' naturale pensarci ma devi andare avanti col pensiero, devi conviverci e portarlo con te.

Alla fine la vita e il tempo ti verranno a ripescare e ti daranno un'altra chance.

Sarà uno dei periodi più oscuri della tua vita, il dolore ti mangerà ma poi ripartirai.

Quando sarai ripartito vedrai le cose in modo diverso e sarai fiero di te stesso e di ciò che sei riuscito a superare.

In bocca al lupo amico.

Ps: Non credere a nessuna delle sue motivazioni, lei non ti ama più da un pezzo. Se ti amasse starebbe come stai tu in questo momento.

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Stefa91

Analizzala. Sei stato lucido da descrivere con precisione i fatti, sii anche da rifletterci su e trarne le evidenti conclusioni. Non ti ama, probabilmente non lo ha mai fatto. È inutile che la giustifichi e che cerchi di immedesimarti nei suoi panni. Ti fai solo del male. Lei ti rispetta? No. Ti saresti comportato cosi nei suoi confronti? No. Nessun trauma infantile autorizza nessuno a trattare l'altro come se fosse ai nostri comodi, se poi noi glielo si permette è un altro conto. Capisco che fa male ma devo dirtelo, torna uomo, subito!. Lo capisci che è una persona immatura, incapace di gestire un rapporto in modo trasparente e comunicare cio che vuole davvero? Vuoi una persona così nella tua vita? E per di più la vuoi per sempre? Come si dice qui a Roma er signore t ha messo na mano in fronte. Fa tesoro di tutto ciò. Il tuo percorso inizia ora. In bocca al lupo

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marlboro848

non te la prendere stefa91 eh , ma forse questo intervento in questo momemnto potevi evitarlo

Non te la prendere tu.

Ormai il forum è principalmente formato da superuomini che non devono chiedere mai.

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marlboro848

Ciao stefano,

Preparati ad un lunghissimo silenzio.

Mettila come vuoi, ma i sacrifici fatti, a loro non frega un cazzo.

Ti dico così perché le dinamiche sono simile alle mie.

Stessa uscita di scena e nemmeno un grazie per essermi sbattuto.

In un giorno diventai un perfetto estraneo.

Ma ora, a distanza di 8 mesi, posso dirti tranquillamente che,malgrado qualche rara ricaduta,sono sereno.

O meglio, tranquillo.

Eppure come te i primi mesi li ho passati un inferno.

Sai che leggendo la tua storia,mi è partita di getto una riflessione?

Guarda che razza di coincidenze, quasi fatte da piccoli ingranaggi, che basta una virgola per far saltare tutto, per incontrarsi..

Mentre per far crollare tutto bastano due parole.

La vita purtroppo è anche questa.

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