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Non accetto di perdere l'ottimismo


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Racconto questa mia esperienza, a distanza di 48h e dopo aver smaltito la rabbia.

Inizio e sono nella sezione giusta!

Mi sono trattenuto per 2 giorni in una città del Nord, dove avevo da ultimare le fasi di selezione per un intership (mi piace chiamarlo stage). Mi presentavo più che come laureando magistrale in Ing.Meccanica (ancora qualche esame), come Ingegnere gestionale (la laurea triennale che ho), anno di nascita 1988, quindi 26.

Mi ero candidato per una certa posizione, ho superato la prima fase e poi sono andato avanti.

L'azienda in questione, molto ben strutturata, grossi volumi di lavoro, un numero abbastanza elevato di dipendenti ed è l'ambiente ottimale per iniziare. Retribuzioni non altissime, ma possibilità di crescita notevoli. Oserei dire è il miglior augurio che un laureato possa avere al termine degli studi.

I dipendenti dell'azienda, manager e via dicendo, sembrano personaggi costruiti, ed avendo visto anche altre aziende appare fortissima l'omologazione in fatto di comunicazione. Pura riflessione, nient'altro.

Si perdono spesso in un linguaggio piuttosto forbito di terminologia inglese, iniziando a chiamare ogni cosa in inglese.

Un manager fa "faccio una call (semplice telefonata), poi mi sincronizzo". Sembra un film.

Altri iniziano a dispensare nell'etere termini come : smart, learning by doing, just in time, operation, step by step, misleading. Insomma l'ho trovato eccessivo, tanto vale che parli in inglese.

Chiusa la parentesi.

Tra i candidati, zero empatia, ci mancherebbe. Sembra che ognuno si odi con l'altro, in un clima che va oltre la competizione e sfiora quasi la guerra. Il momento della zuffa è quando ci mettono attorno ad un tavolo a simulare una possibile situazione lavorativa, ognuno tira fuori il personaggio in modo anche clamoroso, l'azienda cerca un leader e tutti vogliono esserlo.

Un caos generale, la selezionatrice HR (human resources!) fa quasi da piacere e detta la fine della rissa collettiva.

In questo clima di prove su prove in stile talent show, finalmente si arriva face to face (sto diventando come loro!) con la selezionatrice che dovrà capire quanto dannatamente ci tieni ad entrare in azienda, mostrando iper capacità, livelli di determinazione e rabbia come se t'avessero ammazzato famiglia.

E' il momento che preferisco, è come prendere una sconosciuta e portarla dal locale a casa, se la porti a letto hai vinto, se non ci riesci hai perso la serata ma almeno hai imparato qualcosa.

Bene, tutto gira a meraviglia. La selezionatrice mi fa domande informali, parte quasi una simpatica chiacchierata. Mi dice che ho un'ottima personalità, un buon modo di fare, le trasmetto positività mi dice.

Mal che vada, penso nella mia mente, farò il porta fortuna in azienda.

Quindi arrivato in finale, all'ultimo calcio di rigore, mi scarta. Più che scartarmi però mi fa capire che il mio profilo non verrà scelto. E' come se abbordo una tipa, la bacio e poi "tanto a letto non ci vengo".

A parte le analogie, mi dice che sono fuori, fuori dall'età, e che dati i candidati verrò al 99% scartato con motivazione età.

Tiro quindi fuori la personalità, non che non l'avessi fatto o non che non accettassi il rifiuto, tutt'altro.

Volevo solo comprendere come mai m'avessero fatto fare la trafila delle selezioni per poi scartarmi. Chiedo spiegazioni, ottenendo motivazioni poco valide, se non che questa scelta era giunta successivamente alle prime scremature dei candidati.

Accetto quindi il responso con un sorriso, ma non accetto che la comunicazione mi dovesse arrivare dopo che avevo investito tempo e soldi in questa selezione.

Tutto rimane molto pacato nonostante tutto, finchè la selezionatrice aggiunge "l'età è molto discriminante".

Insomma 26 anni, è come aver assassinato la famiglia, o avere una malattia con poche possibilità di sopravvivere!

Trattengo il fiato, e "Ultima domanda, mi permetta?", le chiedo, "Certo, mi dica".

Le chiedo se per il futuro mi consiglia di falsificare i documenti, in modo che possa rinascere puro e felice.

Mi dice che lei esegue solo una policy (ci risiamo, politica!) comune a tantissime aziende, e mi fa capire chiaramente che è già un miracolo che io sia stato chiamato alle selezioni, visto che data l'abbondanza (direi fiume di gente che si candida) il filtro che loro appongono seleziona solo 23-24enni (magistrali).

Saluto la selezionatrice, che intanto mi congeda con un "mi sento solo di farle un grande in bocca al lupo".

Mi sono sentito come il mio bisnonno che partiva al fronte!

A parte l'ambaradan che spero di aver raccontato con la giusta ironia, e senza troppo il magone di un dispiacere che vi assicuro è stato per me cocente, ho pensato alle soluzioni.

Prima di tutto le conclusioni.

Ho fatto delle scelte in passato non giuste, le sto pagando e non vedo altra soluzione se non concentrarmi sul presente.

E' la seconda volta che vengo scartato per una azienda importante, con questa motivazione, e senza voler essere fatalista continueranno a tagliarmi anche in altre selezioni, perchè certi criteri sono applicati da molti.

Le domande sono tante, i posti pochi e quindi i criteri divengono più restrittivi. Come un imbuto.

Chiaro che se il prossimo anno per assurdo facessimo +6% di Pil (invento sia chiaro), servirebbero più braccia e inizierebbero ad attingere tutta la forza lavoro che oggi è in esubero, data la contingenza economica.

Ad oggi non è cosi, purtroppo.

Soluzioni :

- Ho sempre come paracadute il fatto che ho nella mia città un negozietto aperto con soldi presi da me a prestito, ma per me sarebbe frustrante aver fatto sacrifici economici importanti, privandomi di tanto per poi non riuscire a spendere il mio titolo di studio. Ho in ogni caso detto ai miei che non dovessi trovare sbocchi io non ho problemi. Sarebbe nei fatti complesso, perchè toglierei reddito a loro.

- Estero : l'uni ha, ma devo rivedere meglio, delle possibilità con l'estero.

Io li' a parte dei soggiorni fatti per settimane massimo un mese, non ho idea di come venga valutata l'età.

- autoassumermi/ci : Iniziare un progetto imprenditoriale nuovo. Questa è una ipotesi che mi stimola tantissimo. Fare imprenditoria in Italia è una missione eroica, ma è reagire al disfattismo generale e al rischio di autocommiserazione collettiva. lo lo vivo in prima persona col negozio e in Ita è difficile tanto, e dico riuscire a rimanere aperti. I motivi sono tanti e non sto qui a tediarvi.

L'idea che mi piacerebbe è quella di coinvolgere in un progetto tanti laureati/laureandi e giovani che conosco, che sono brillanti e hanno fame, e che sarebbero disposti a retribuzioni da fame pur di non assumersi nessun rischio.

Ho preso parte a diversi eventi come giornate dedicate a presentazione di imprese o di orientamento, e se non ho visto capacità di queste aziende di assorbire, ho notato che le potenzialità in termini di risorse umane presenti in Italia sono assolutamente di alto livello.

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^X^

Coraggio! Mi dispiace per il rifiuto che hai preso, ma in tutta sincerità ti ci vedi a lavorare felicemente in un'azienda così?

Modificato da ^X^
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caporex

Concordo con 'X'.

In un paese dove i pezzi grossi sono tutti over 60, tu vieni scartato perché hai "già" 26 anni. Sembra una barzelletta giuro.

Un abbraccio.

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rubix_

Ho un amico, compagno di studi, che è stato scartato perchè ha 23 anni. Troppo vecchio.

Parlandone prima di una lezione, con una professoressa li vicino che sentiva, ci ha detto che è vero, molte aziende cercano ragazzi molto giovani, perchè possono pagarli poco e loro non fanno storie. Sono aziende che cercano più che altro "schiavi che lavorino a poco". Chi invece ha una maggior considerazione delle persone che assume, non guarda a quello. Ovviamente i primi stipendi saranno comunque bassi, ma poi, se sei un magistrale, aumenteranno col tempo.

Non so quanto sia vero. Non ho esperienza diretta. Ma secondo me non è completamente sbagliato.

Chi assume in base all'età e non alle competenze, che tipo di persona/azienda è? Punta alla qualità dei propri prodotti/servizi, avendo personale competente, oppure punta a guadagnare il più possibile sul lavoro altrui? Hai voglia di dedicare il tuo tempo a lavorare per loro?

Che poi si parla di 26 anni al posto di 24. 2 anni. Fanno così tanto la differenza? Posso capire se fossi 55enne.... ma non è questo il caso.

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comeback

Sono felice di aver condiviso con voi questa esperienza.

Tengo a precisare, e lo ribadisco con una certa enfasi, che non voglio sminuire il merito di coloro che sono riusciti a laurearsi in tempi strettissimi, come non intendo giudicare troppo queste politiche di tali aziende.

Detto questo inizio a dubitare seriamente se sia utile stare dentro un sistema come quello italiano che a 26 anni, e per la seconda volta, mi bolla per vecchio, mi ringrazia e declina la mia voglia di lavorare.

Mi è' stato detto da una responsabile delle risorse umane, che la mia età e' "abbastanza" discriminante, come se fossi un delinquente, come se la mia vita, il mio valore, ciò che sono fossero valide solo a fronte di un paramentro : l'età. Mi è' stato detto che anche se si chiudesse un occhio, all'interno l'età mi condizionerebbe, perché loro vogliono che a 30 sei già questo, a 32 quest'altro e poi altro ancora. Così, le persone ordinate come libri su uno scaffale.

L'azienda per cui mi sono candidato e' una azienda molto importante, mi sono candidato non per lo stipendio, prenderei una miseria e dico miseria, ma perché volevo lavorare per loro.

Evidentemente il fatto che il loro asset più forte siano le persone e' una menzogna, perché per quello che mi è' stato detto, per come mi sono sentito discriminato, loro non vogliono persone.

Loro vogliono carne da macellare e la vogliono che sia giovane, molto giovane. Il resto non è' importante.

Il periodo storico glielo permette, tanta gente pronta a tutto pur di entrare.

Dubito che le persone che le interessano siano leader o personalità forti, a loro interessano pezzi nell'ingranaggio altrimenti mi avrebbero rispettato di più come persona, evitandomi tutta la trafila.

A me sta bene la loro policy, sta meno bene che si impadroniscono di discorsi sull'etica, ma questi sono solo discorsi campati in aria.

Ciò che mi preme e' la mia vicenda personale, non ho voglia di girare l'Italia, beccandomi dei no, solo perché ho 26 anni ..poi 27..poi un giorno 30 o 40.

Inizio a dubitare sulla opportunità di un sistema che se difficilmente ti assorbe, e il momento lo conosciamo tutti, unitamente in alcuni casi ti discrimina.

Non è' mia intenzione sopravvivere a questo sistema ignobile, dove io sono vecchio, ma la classe dirigente forte che domina ha il doppio e il triplo dei miei anni.

Qualcuno disse che questo e' un paese per vecchi, e forse e' proprio così .

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-13-

Io ricevo tanti cv e faccio diversi colloqui, partecipo anche alle giornate di informa-giovani nelle università e nelle superiori e ti posso garantire che le aziende grosse puntano a chi si laurea nei tempi stabiliti. Se sfori i termini significa che qualcosa è andato storto, quindi non è l'età anagrafica che conta, ma sono gli anni in + che ci hai messo a finire gli studi.

Da come scrivi, ti posso consigliare di rivolgerti a piccole e medie aziende

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comeback

Si vede che non merito certe possibilità.

Dietro ogni persona c'è una storia, e se l'evoluzione umana e il livello di dignità dato alle persone oggi e' inserire un cv in una application per poi essere filtrato solo a fronte di un parametro, allora me ne tiro fuori da certi network.

Ciò che mi lascia sconcerto e' che non mi venga data la possibilità di mostrare il mio valore.

Lascio il posto a chi lo merita, ed e' stato evidentemente più bravo di me non nel valore, ma nelle scelte, riuscendole a fare bene e nei tempi giusti.

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dumbdumber

Comeback...tu meriti tutte le possibilità del mondo...

Certe aziende assumono "monelli" semplicemente perché possono controllarli, gestirli, formarli, schiavizzarli meglio rispetto a persone più adulte e quindi meno manipolabili.

E i manager hanno 70 anni.

E il paese affonda.

Tante aziende sono diventate semplici centri di potere, non sono più imprese atte a stare sul mercato.

E' il sistema che è marcio...

Modificato da dumbdumber
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comeback

Ti ringrazio per la stima e per le parole.

Ho molto rispetto di chi è' stato selezionato al mio posto, avrei da dire che molti escono o sono laureandi di atenei privati, dove che se ne dica certe lungaggini non esistono. Non perché siano più bravi. ( avevamo come premier un rettore di una universita' privata e non mi pare abbia fatto sfracelli).

Oggi certe grosse aziende hanno un potere contrattuale elevatissimo, credo senza precedenti.

Queste aziende hanno così tanta disponibilità di lavoratori (credetemi che i giovani vogliono lavorare!) che possono svegliersi il candidato come vogliono. E' come se io avessi la possibilità di 50 donne al giorno, risulterei molto selettivo.

Sono aziende private, loro possono.

Ciò che deve far riflettere e quante risorse umane stiamo perdendo in periodi del genere.

Mi trovo spesso ai career day, ho preso parte a numerose presentazioni di aziende...e vedi ragazzi e ragazze dai 22 fino ai 30, che parlano almeno 2 lingue, che usano il pc anche ad occhi chiusi, che sono svegli...dover elemosinare uno stage di 400/500 euro e sentirsi dire che sono anche fortunati se lo beccano.

Alcuni si trovano ad accettare di lavorare a 0, in città costose, con la speranza che dopo la trafila dello stage, qualcuno gli dica "ottima amico, ti faccio un bel apprendistato a 1000 euro".

Sarebbe bello smettere di essere presi per il culo, unire le forze e fare un progetto imprenditoriale giovane.

Una idea buona può portare una impresa, una idea può creare un indotto.

Il lavoro in Italia c'è, non è' per tutti, non è' vero che ci sia sempre, ma alcuni settori tirano e tirano parecchio. Il riferimento ad esempio e' alla consulenza .

Il problema e' l'accentramento del lavoro in alcuni network e per alcuni professionisti, una sorta di fenomeno corporativo, che ridistribuisce ricchezza portandola dai ricchi ai ricchi, e la classe media si impoverisce.

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Sungroove

Vedo un sacco di persone che si lamentano.

Cosa vi distingue dagli altri candidati che prendono il vostro posto? Siete sicuri che è solo una raccomandazione, o magari "gli altri" sono usciti dagli esami con voti piú alti?

Cosa vi fa credere che per aver conseguito una laurea, un' impresa sia tenuta a darvi una paga mensile?

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