gelsomino [Partecipante] 6791 Inviato 11 Agosto 2014 Condividi Inviato 11 Agosto 2014 Poesia di Antonio MachadoNotte d'estateE' una notte bellissima d'estate.Nelle alte case stanno spalancati i balconidel vecchio borgo sulla vasta piazza. In quell'ampio rettangolo deserto,panchine di pietra, evonimi, acaciedisegnano in simmetriale nere ombre sulla bianca arena. Allo zenit, la luna, e sulla torrecol quadrante alla luce l'orologio.In questo vecchio borgo vado a zonzosolo, come un fantasma. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
gelsomino [Partecipante] 6791 Inviato 12 Agosto 2014 Condividi Inviato 12 Agosto 2014 (modificato) Se - Lettera al Figlio - Poesia di Kipling https://www.youtube.com/watch?v=aV7hwafB5VQ#t=158 Modificato 12 Agosto 2014 da gelsomino Markos76 ha reagito a questo 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Farfall1 [Partecipante] 242 Inviato 24 Agosto 2014 Condividi Inviato 24 Agosto 2014 Quello che vi va, io prediligevo cose scritte da noi noi nel caso (su su, non ci credo di essere l'unico ad aver messo per scritto "roba" ad esempio dopo o durante una storia XXD) Ma si può anche andare di cose non nostre suppongo (XD) E più che per il significato che hanno dietro, per quello che trasmettono a noi noi soggettivamente, Se condividiamo roba scritta da noi poi non la possiamo più usare con le tipe, perchè se fanno una ricerca con google... Di solito utilizzi le cose che scrivi durante una relazione? Le fai leggere a lei? Io sono nuovo in questo mondo, non conosco le "tecniche", ma da quello che leggo qui in giro, in genere si consiglia di non mostrare quello che tu chiami "il nostro lato femminile". Non dico che non vada fato, è solo per capire. Sono qui per imparare. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
gongolo [Élite] 3176 Inviato 24 Agosto 2014 Condividi Inviato 24 Agosto 2014 ho visto che si posta un po'di tutto. una volta "scrivevo". racconti. esercizi di stile. perlopiù boiate. Marciare e morire, marcire marciando, marciare per non marcire e morire: andar avanti vale tornar indietro e se non s’ha di che tornare, allora, tanto vale marciare. La gorgera è gelida, ne soffro, ma a soffrire scordi di marcire e segui a marciare. Questo a fianco è spalla, quell’altro davanti schiena; i miei compari non hanno volto: li conosco a pezzi, li ho veduti a pezzi. Fottuta gorgera! È un attimo: il battaglione arretra, presto rotto; non mi riesce d’oppormi e tra tutti che urlano, io grido la mia rabbia. Finalmente la cavalleria spazza il fronte; mi caccio sulla sua scia: che altro fare? Poco ci manca che i nostri salvatori c’infilzino come polli. Spalla e schiena son là, con altri cento: ci tocca crepare per smetter di marciare. Ho rimediato una nuova gorgera. Di nuovo compatti, puntiamo alla guarnigione successiva. Montare la guardia è insopportabile; un paio tentan di fuggire: l’indomani li vediamo penzolare colle brache zuppe di piscio. È tregua: i nemici son amici e gli amici mai abbastanza ; ci sistemiamo alla fattoria incendiata questa mattina. Si borbotta del raccolto, delle tasse, della donna; s’evocano banchetti di porco e rape. Ecco il tesoriere, pesante e sempre imboscato; una moneta per ogni dito delle mani, s’era detto: credevo d’avere più dita. Annuncia che la guerra è finita, che siamo eroi: siamo dei poveracci, salvi e distrutti. La pace è la norma, il reduce l’eccezione: mi tiro addosso stizza e compassione. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
dickinson1 [Partecipante] 2640 Inviato 5 Ottobre 2014 Condividi Inviato 5 Ottobre 2014 Ecco qua Teofilo Folengo,allora poeta del mio capoluogo di provincia “E non mi stiano a soffiare negli orecchi i loro carmi né Melpomene né quella minchiona di Talia né Febo che se ne sta grattando tutto il giorno la sua chitarrina; perché quando penso al budellame della mia pancia, non fa per me, per la mia piva, la chiacchiera del Parnaso. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
black mamba [Partecipante] 2408 Inviato 8 Ottobre 2014 Condividi Inviato 8 Ottobre 2014 (modificato) "Perché reggono l'intero peso. Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi. Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare. Perché portano via. Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato. E chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta. Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono ali. Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica. Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare. Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura. Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Pushkin. Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante. Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio. Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo. Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango, il croccante tip-tap, la ruffiana tarantella. Perché non sanno accusare e non impugnano armi. Perché sono stati crocefissi. Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere di qualcuno, viene scrupolo che il bersaglio non meriti l'appoggio. Perché, come le capre, amano il sale. Perché non hanno fretta di nascere, però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte." (erri de luca) Modificato 8 Ottobre 2014 da black mamba Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
dickinson1 [Partecipante] 2640 Inviato 27 Ottobre 2014 Condividi Inviato 27 Ottobre 2014 (modificato) La poetessa Angelica Piras ha decretato che le migliori poesie di sempre siano queste: (15) “Dai il meglio di te” di Madre Teresa di Calcutta (1910/1997) (14) “A Silvia” di Giacomo Leopardi (1798/1837), (13) “I figli” di Kablin Gibran (1883/1931) (12) “Eterna presenza” di Pedro Salinas (1891/1951) (11) “Lettere” di Alda Merini (1931/2009) (10) “Ode al giorno felice” di Pablo Neruda (1904/1973) (9) “Potessero le mie mani sfogliare” di Garcia Lorca (1898/1936) (8) “Bellezza” di Antonia Pozzi (1912/1938) (7) “Profumo esotico” di Charles Baudelaire (1821/1867) (6) “Sonetto 24” di William Shakespeare (1564/1616) (5) “Veglia” di Giuseppe Ungaretti (1888/1970) (4) "Alle fronde dei salici” di Salvatore Quasimodo (1901/1968) (3) “I ragazzi che si amano” di Jacques Prevert (1900/1977) (2) “Il passato” di Emily Dickinson (1830/1886) (1) “Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale” di Eugenio Montale (1896/1981) Modificato 27 Ottobre 2014 da dickinson1 abik93 ha reagito a questo 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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