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Il tranello della conoscenza


Reverie

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Reverie, il tuo post mi ha davvero colpito. Domani proverò a mettere in campo il tuo insegnamento!

:D

Domani c'è la partita.

Facciamo lunedì?

Bel post Reverie.

Dato che siamo in vena di confidenze. Il mio grosso problema è che mi sento spezzato. E' come se non riuscissi a trovare una parte di me. Spesso mi perdo in riflessioni su come possa sanare il taglio, ma mi accorco come non sia altro che un modo per cercare di riempire il taglio. Quando poi mi calmo e fermo la maggior parte dei pensieri, sento chiaramente questa frattura, come se fossi vicinissimo a raggiungerla ma sempre troppo lontano.

Lo studiare alcune cose, leggere alcuni libri mi hanno fatto male.

Dicono che la conoscenza sia potere. Io penso piuttosto che la conoscenza sia potenziale. Perché la conoscenza può essere usata bene, usata male, o non usata.

Cosa intendi quando parli della tua frattura? O meglio, in che modo la identifichi? Quali cose ti hanno fatto male, e perché?

ho il tuo stesso problema e ho fatto la tua stessa esperienza tre anni fa.

Leggendoti, in alcuni passaggi, mi hai fatto tornare in mente quel (bellissimo) periodo.

Mi staccai per un po', 5-6 mesi, e anche io non è che abbia ottenuto chissà che... ma se rimani bloccato per mesi in una bolla di paure, procrastinazione e seghe mentali, poi ogni passo in avanti che fai ti da uno scossone elettrico enorme.

Quello di cui parlo è successo tra la fine del 2011 e per tutto il 2012. E' li che ho iniziato a crescere. Intendiamoci, facevo cose normalissime... attaccavo bottone sull'autobus, in giro. Ho iniziato a uscire con qualche tipa e a farmi qualche sana trombata (dopo un anno di seghe). Ma devo dire che è una cosa che ha fatto bene a tutta la mia vita di relazione, anche quella coi maschi, con i colleghi/e ecc...

Poi ho preso una strada diversa, ho iniziato a lavorare molto più sulla tcp: lavoro, relazioni sociali, social proof.

E devo dire che pure lì la cosa ha funzionato, nel senso che a un certo punto ho iniziato a ricevere sempre più spesso inviti, addirittura approcci espliciti.

Ma col tempo mi sono talmente "seduto" su questa cosa che alcune di queste situazioni me le sono anche bruciate.

Per parafrasare Aivia, ho lavorato troppo sul carisma e poco sul fascino. E il primo non serve a nulla senza il secondo.

La sett. prossima comunque ho un day fissato con una che mi piace assai. Anche stavolta, è stata lei a proporre... vedremo che succede.

Nel frattempo sono tornati fuori vecchi tic, vecchie paure, e io mi sono talmente impigrito che ho iniziato a rimandare di giorno in giorno il momento di prendere di petto questa situazione.

Negli ultimi tempi ho cercato di nuovo di staccarmi dal forum, e infatti ora ci passo un terzo del tempo. Ma probabilmente dovrei dare un taglio molto più netto.

Ti ringrazio per aver condiviso la tua esperienza. È come se stesse dando conferma a quello che ho provato.

Anche io, ripeto, in questo periodo di assenza non è che abbia compiuto chissà quali imprese. Semplicemente sentivo il bisogno di andarmene, di alleggerire la mia mente. Sono arrivato al dedicare tutto il mio tempo e tutte le mie energie psichiche per acquisire nozioni sulla seduzione, e il fatto che vedessi quasi ogni giorno alcune ragazze con cui avevo iniziato un gioco pessimo e rudimentale non faceva che aumentare la mia ossessione. Perché lasciar perdere con loro avrebbe significato riconoscere un'ulteriore sconfitta.

E sai che è successo? Mi sono sentito subito come liberato da un peso, da una respnsabilità. Ho trovato l'energia per curare anche altri aspetti della mia vita. E, ironicamente, verso novembre/dicembre ho casualmente recuperato i contatti con una mia vecchia collega dell'università e in modo molto naturale ho instaurato con lei un ottimo rapporto di amicizia e sesso privo di impegni sentimentali. Quest'esperienza mi sta insegnando molte cose.

Mi piacerebbe sentire qualcosa di più sulla tua storia, se ti va :)

quando mi sono iscritto qui, un paio di anni fa, ero estasiato dalla mole di informazioni e da questo mondo nuovo e da scoprire. ero felice di aver trovato delle persone con le quali scambiare esperienze di questo tipo, perchè "nel mondo reale" è molto difficile riuscire ad incrociare altre persone che stanno sul tuo stesso livello. se avete molti amici afc o anche solamente "normali" capirete bene queste parole.

quindi mi sono messo a leggere, a studiare, ho letto moltissime discussioni partecipando solo in alcune per non "appesantire" troppo il forum con la mia -se raffrontata agli utenti più in voga qui- limitata esperienza.

però non riuscivo a concludere niente. ci sono mie discussioni che lamentano di questo fatto, le troppe nozioni, i troppi libri, troppi concetti, troppi "stili" diversi di seduzione, mi riempivo la testa e provavo cose a caso cercando di ottenere dei risultati ma senza avanzare di nessun passo. andavo letteralmente a casaccio.

poi ho cominciato a lavorare da solo. ma solo dopo parecchio tempo passato a cercare di fare qualcosa e a non ottenere nulla.

ho assimilato i concetti base, quelli che dovremmo avere tutti in mente (non essere mai bisognosi, "guidare" sempre, mai lasciare il timone delle cose, essere divertenti, spensierati e leggeri, interfacciarsi con le emozioni anzichè con le parole, discorsi seri dopo il sesso e sano egoismo (nel senso di mettersi al centro del proprio mondo) sostanzialmente), e adesso? sei donne diverse in nove mesi, a occhio e croce.

sono soddisfatto di quello che ho fatto e so di poter fare meglio e ancora, e addirittura mi sono messo a pensare: ma non è che tutta questa storia della seduzione si può applicare anche ad altri ambiti della vita? che so, lavoro, passioni. le donne sono diventate una cosa quasi "scontata" e accessoria, nel senso che sento di essere io il protagonista della mia vita seppur ancora abbia qualche freno da sganciare.

un'altra cosa che mi sono chiesto: sono finito in una relazione (non dichiarata) nella quale sto abbastanza bene ma che soprattutto mi permette di viaggiare. il sesso è molto abbondante e al momento non ho necessità di avere altre persone intorno (comunque basterebbe alzare il telefono), non è che fermandomi un po' arrugginirò?

Ti seguo perfettamente.

Non voglio sollevare un dibattito sulla questione delle nozioni troppo numerose o troppo eterogenee. Il forum ne brulica già. Secondo il mio modesto parere ignorante, si dovrebbe cercare di cogliere la quintessenza di ciò che si va a studiare (che si tratti di seduzione o di quello che ti pare). Capire il concetto base e assimilarlo, come tu stesso hai giustamente fatto notare, e rendersi conto che il 99% delle nozioni non sono che una contestualizzazione di questi concetti base, buona parte dei quali soggettivi e discutibili.

"Less is more", quindi? Piuttosto, acquisire il "less" per poter capire veramente il "more", metterlo in discussione o perfino ricrearlo.

Per quanto riguarda le tue domande, io credo che se hai assimilato i concetti quelli restano, come la capacità di andare in bicicletta. Un concetto davvero interiorizzato diventa parte della persona e trova il modo di manifestarsi in qualunque ambito, in modo del tutto spontaneo. Per farti il primo esempio che mi viene in mente, se sei abituato ad avere il controllo di un'interazione con una donna per guidarla, è naturale che puoi utilizzare questa padronanza della situazione in altri ambiti della tua vita, ad esempio nel lavoro può aiutarti ad emergere e fare carriera. Questo risponde anche alla seconda domanda, dal momento che se sfrutti ciò che sei in ogni ambito possibile non esiste che tu ti "arrugginisca".

Ma questa è tutta teoria di un tizio qualunque che batte su una tastiera.

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AnswerOfSeduction

Post illuminante. Mi ci ritrovo perfettamente. Sto seriamente prendendo in considerazione l'idea di abbandonare per un po' il forum.

A presto, ragazzi.

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comeback

Un anno fa quando entrai in questo forum, avevo 25 anni. Il più grande errore fu credere di poter ricostruire i pezzi mancanti della mia vita, razionalizzando e utilizzando un pò di attrezzature e strumenti della seduzione. Stavo curando un braccio rotto con una aspirina, insomma ero nel mezzo di un grosso equivoco.

L'aspetto che maggiormente mi incuriosisce quando leggo le storie e le esperienze di utenti, se siano più interessati alla crescita personale, al miglioramento o alla seduzione, perchè sarebbero obiettivi non necessariamente vicini.

Torno a me.

I mesi a seguire furono un tripudio di razionalizzazione, svisceravo e analizzavo tutto (e tutti) con estremo dettaglio, che fosse una interazione con una ragazza o persino la conoscenza di una nuova persona. A fine serata, nella mia testa giravano discorsi con me stesso del tipo "male M., molto male, oggi avresti dovuto fare cosi...hai sbagliato, segna lo sbaglio e non ripeterlo mai più". Poi con le ragazze, un rifiuto diventava un qualcosa di pesante, non che non ci dormissi la notte, ma la vivevo male. In passato ne avevo beccati di no, anche quando di ragazze ne avevo, ma era normalità. E' come svegliarsi col sole o con la pioggia, possono capitare.

Dall'altra parte studiavo, leggevo, appuntavo, mi informavo, io ero diventato il topo da laboratorio di me stesso. L'obiettivo era di iniettare nel topo un over-flow di informazioni, allo scopo di stimolarlo, riattivarlo, renderlo vivace ed iper-attivo. Più iniettavo sostanze nel topo, più il topo era dormiente, più vivacchiava.

Ma come? Io volevo una certa reazione dal topo e avevo totalmente l'effetto opposto. Davvero strano.

Perseguii il mio intento, il topo un giorno si sarebbe risvegliato e mi avrebbe stupito. Quindi studio e ancora studio, interesse verso la crescita personale. Dedicavo non molto tempo, 30-60 minuti al giorno, ma incosciamente studiavo tutto il giorno, passando allo screening tutti coloro che mi capitassero a tiro. Tutti : perchè si finisce anche per distinguire le persone in afc, alpha, beta ecc..

Arrivò qualche risultato, ero galvanizzato, avevo salvato il topo, si era risvegliato e aveva la forza di un leone.

Iniziai quindi a vivere una cosa normale (come il successo con una ragazza) come uno straordinario risultato, avevo mentalmente alzato il tiro delle cose, sovradimensionato il normale in eccezionale. Vivevo in una dimensione ormai sfasata, come se il mondo vivesse il giorno, io vivevo le 5 del mattino.

Poco tempo dopo, iniziai ad essere piuttosto rigido, lo studio e la consapevolezza che dovessi migliorare, crescere come persona e come seduttore, mi aveva irrigidito tantissimo quella che potrei chiamare struttura mentale.

Iniziavo a vedere le cose in modo dicotomico, si/no, buono/sbagliato, ottimo/pessimo, bianco/nero, e estendevo questa pratica in tutto : un approccio, una ragazza, il rapporto con un amico, una situazione di vita, un esame all'università.

La mia vita inoltre era condizionata anche dal non vivere più pause, volevo gestire tutto e tutto al meglio. Uno spreco inaudito di energie.

Ero arrivato ormai ad una dimensione totalmente irreale : la ricerca costante di un piano perfetto, di una programmazione senza difetti.

Tutto freddo senza individualismo, tutto da automa.

Tutto ciò che si incanalava in un binario perfetto lo accoglievo con esaltazione, viceversa era una sconfitta cocente.

I rapporti peggiorarono con tutti. Ero diventato abbastanza artificiale dal punto di vista relazionale, recitavo ciò che mi ero imposto di imparare e che nel frattempo mi aveva sedotto, domato, e ammaestrato. La mia rigidità non era più un attuare un modello, la mia rigidità mi stava allontanando dal mondo.

Mi iniziai ad allontanare da molte persone, perchè non erano funzionali al piano, perchè mi abbassavano il frame, mi depotenziavano.

D'accordo erano valutazioni che facevo anche in passato, quando non sapevo neanche cosa fosse la crescita personale, ma in quel momento non erano 1-2 o 3 persone da cui mi allontanavo ma erano blocchi di persone.

Il 31 Dicembre dello scorso anno, dopo aver faticato per mesi e mesi attorno al progetto di crescita personale, e dopo aver ottenuto anche qualche piccolo successo, mi trovai solo a vivere il capodanno con nonni e parenti. Non avevo nessuno, ma non perchè gli altri m'avessero cacciato ma perchè io avevo pian piano fatto terra bruciata attorno a me.

Dovevo crescere, la mia personalità doveva svilupparsi, avrei dovuto spaccare il globo in due, ma niente di tutto ciò.

Il punto più basso.

Girai il calendario, ripresi la corsa e tornai ancora una volta a iniettare sostanze al topo.

Iniziai pian piano a valutare che quello che doveva far rivitalizzare il topo, era veleno, almeno per me.

Ho impiegato ancora del tempo per capire che ciò per cui stavo lavorando mi si stava ritorcendo contro.

Era la vita che volevo? Sicuramente no.

Pian piano specie da un mese a questa parte ma anche prima, ho iniziato a vivere le cose con una percezione diversa.

Non studio più, talvolta ancora leggo qualcosa specie di crescita personale e lo faccio con grande interesse ma senza esserne dominato.

Imparo dalla vita, da ciò che mi accade, imparo facendo (learning by doing), cerco di cogliere gli aspetti negativi con maggiore serenità, comprendendo che sono una persona normale, che come tale sbaglia, e il mondo è dominato da persone normali e non da super uomini in cerca della perfezione.

Sorrido, sto imparando a sorridere, guardando le persone negli occhi, parlandole, conoscendole, senza sentirmi in competizione che sia una ragazza o un amico, cerco di vivere tutto in modo più sereno e leggero.

Il topo ormai è morto, è rimasto però un grande palazzo che invece sto demolendo per far posto al vero me stesso.

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life and light

Dicono che la conoscenza sia potere. Io penso piuttosto che la conoscenza sia potenziale. Perché la conoscenza può essere usata bene, usata male, o non usata.

Cosa intendi quando parli della tua frattura? O meglio, in che modo la identifichi? Quali cose ti hanno fatto male, e perché?

Parlarti della mia sensazione è difficile. Più che altro perchè sto cercando di capirlo. E' come se arrivassi ad un punto e sbattessi contro qualcosa. Come dire, è come se tentassi di rompere qualcosa, ma non so cosa ed è faticoso. O come se ci fosse una sorta di fossato che devo scavalcare, ma non so cosa ci sia di là e non so neanche come saltare. Boh.

La conoscenza è un bene se arriva al momento giusto. Imparare le cose troppo presto o troppo tardi fa male. Come una persona non allenata che vuole fare la maratona. Se lo fa, arriva a pezzi. Io ho fatto uguale. Ho desiderato conoscere tante cose per le capacità che avevo, ho appreso prima che fossi capace di elaborarle. E così è stato dannoso. Poi, recuperare è difficile.

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life and light

Edit

Ho desidrato conoscere non "tante cose" ma troppe cose per le mie capacità.

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Grazie Reverie questo post è molto bello e mi ispira a fare di più grazie!

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gelsomino

Edit

Ho desidrato conoscere non "tante cose" ma troppe cose per le mie capacità.

Voler conoscere tante cose e come non volerne conescere alcuna,,

:p

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Old Norse Wolf

Io ne ho diversi, di demoni, ma in generale, il maggiore è la codardia.

Bentornato Rev.

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PadrePlotino

Bene. Innanzitutto, da dove cominciare?

Avete presente quei cartoni in cui una piccola palla di neve viene fatta rotolare lungo un pendio, e man mano che va giù diventa sempre più grande e rotola sempre più velocemente?

Quando rimandiamo un compito che ci siamo preimposti, sia esso una semplice azione come riordinare la stanza o un impegno più sostanzioso come può essere prepararsi un programma di allenamento da svolgere quotidianamente, attiviamo un circolo.

La prima volta che rimandiamo, stiamo compiendo una semplice scelta. Innocua, di per sé. Che sarà mai iniziare la dieta lunedì anziché oggi, seduta stante? Il pericolo non sta nella semplice scelta di un momento, dettata dalla pigrizia, ma dall'effetto dell'inerzia che ci porterà a rimandare la dieta di un altro lunedì, perché quella settimana ci hanno invitato al ristorante giapponese e tanto vale iniziare la dieta il giorno dopo. Anzi, il lunedì successivo, che le diete si iniziano sempre di lunedì. Si sa.

Da quella piccola, innocua scusa gettiamo le basi per rendere più potenti, più difficili da superare le scuse successive. La palla di neve diventa sempre più grande, ed è sempre più difficile fermarla.

Chi mi conosce (ho fatto un giro nel forum prima di aprire questo thread, e ho notato con piacere alcune facce conosciute ancora vive e attive) penserà che sto parlando del mio ritorno nel forum o qualcosa di inerente. No, sono tornato nel forum per pura nostalgia, venutami per via del webinar di Aivia. Sapesse cosa ho fatto, per poter partecipare a quella videoconferenza. Cose turpi e ignobili. Tipo aprire un conto paypal.

Al contrario, la metafora della palla di neve intendeva rappresentare il mio allontanamento dal forum, avvenuto quasi un anno fa. Perché vedete, è difficile riconoscere e identificare i propri demoni, ma una volta compiuto questo passo si richia di cadere nel più pericoloso dei loro tranelli. Si rischia di nutrirli nel tentativo di combatterli.

Ora, voglio esprimere quello che provo qui, nel silenzio della mia stanza, ad osservare lo schermo del mio computer che per la prima volta dopo mesi si fa porta di un mondo in cui ho esposto l'essenza stessa del mio essere, dipingendo le mie frustrazioni, le mie aspirazioni e la mia filosofia. Un mondo che ha plasmato attivamente il mio essere, un mondo da cui ho attinto avido alla ricerca della chiave d'oro.

Mi sembra di sentir riecheggiare, come un canto proveniente da tempi lontani, tutti i miei pensieri di allora. Si fanno di nuovo vivi. Riesco a riconoscere l'ambizione bruciante di chi ha passato una vita a desiderare ciò che era irraggiungibile e che sente di aver trovato i mezzi per ottenerlo. Riesco a sentire la fame dello studente con cui assimilavo i post di Aivia e di tanti altri. Riesco a sentire il bisogno di proiettare su innumerevoli post la mia "esperienza intellettuale", con cui davo sfogo a...

(oh, per l'amor di Dio, abbi il coraggio di scriverlo)

...alle delusioni a cui stavo dando nutrimento, alle seghe mentali che mi facevo nei riguardi di ambigue interazioni che dentro di me svisceravo e analizzavo nei minimi dettagli, ma che non stavano portando a nulla di concreto. Perché, vedete, parlare nel forum delle mie ambizioni, attingere dalle idee e rielaborarle, mi faceva sentire come se mi stessi preparando per diventare una persona in grado di ottenere qualunque cosa, donne in primis. Un giorno sarei stato pronto, ma quando? Non ero mai pronto.

È facile riconoscere il demone. Il vuoto, la mancanza, l'ambizione, la frustrazione. E, nel tentativo di combatterlo, è facile finire con il nutrirlo. È facile convincersi di stare progredendo in una crescita interiore che porterà a diventare capace di ottenere ciò a cui si ambisce. È facile continuare ad affilare la spada e a lucidare l'armatura per andare a dar battaglia al demone, una battaglia che non avrà mai luogo.

Molto prima di decidere di lasciare il forum avevo capito che non stavo andando da nessuna parte. Finché un bel giorno, di punto in bianco ho deciso di darci un taglio per smettere di nutrire questi demoni, e in sostanza per smettere di pensare alla seduzione.

Ora, chi è arrivato a leggere fino a questo punto si chiederà se smettere di pensare alla seduzione abbia fatto bene alla seduzione. Anche se va al di là di quello che intendevo comunicare con questo thread, dirò, come segno di ringraziamento per chi si è preso la briga di leggere, che qualcosina l'ho imparata.

Ho imparato a tentare il primo passo con una ragazza anche se non ci si sente "pronti".

Ho imparato che un rifiuto non è poi così male, in confronto alla frustrazione di un gioco cominciato per metà e lasciato nel limbo dell'analisi e della pianificazione.

Ho imparato che uno, dieci, perfino cento errori non sono letali, e che il coraggio di farli è molto più prezioso della capacità di non commetterli. Ho imparato a non vedere le ragazze con cui parlo come avversarie, contro cui devo pensare a chissà quali mosse e strategie per fare scacco.

Ho imparato a lasciare che facciano tutto da sole, ad essere uno specchio in cui possono semplicemente vedere sé stesse, nude e sincere, e che il meglio che posso fare è tendere loro la mano e guidarle verso il mondo che loro stesse creano, perché in fondo tutto ciò che vogliono è qualcuno che dia loro il coraggio di accettare ciò che vogliono.

E, se proprio dobbiamo dirlo, ho imparato che le vegane non hanno problemi ad ingoiare sperma.

Quindi sarei tornato nel forum da vincente, con la mia esperienza bella che maturata e pronto a condividere chissà quali racconti di vita vissuta? Macché. In realtà non è cambiato molto da quando me ne sono andato. Anche il postare qui, in "storie di successo", è stato un piccolo inganno.

Ho solo una piccola pillola da condividere. Magari i più la troveranno ovvia, o banale. Non importa. Anzi, lo spero: una parte di me sa che molti di quelli che bazzicano nei forum sono come me, che attendono la loro occasione di riscatto preparandosi all'infinito senza agire veramente, ma un'altra parte, più ottimista, si augura che coglioni come il sottoscritto siano in pochi.

Qualunque cosa vogliate fare, fatelo immediatamente. Se davvero, come me, avete voglia di divorare il mondo per saziare le vostre ambizioni, non aspettate di avere gli strumenti necessari. Non li avrete mai. Iniziate a fare il primo passo, e troverete gli strumenti lungo il sentiero. Avete un piano di merda? Va benissimo, lo migliorerete strada facendo.

è bellissimo questo post! O_O

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