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Il tranello della conoscenza


Reverie

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battersea

Complimenti Reverie, bellissimo post, credo tu abbia centrato il problema fondamentale di molti del forum. Bentornato :)

p.s.

All'inizio avevo letto per sbaglio "il travello della conoscenza" e pensavo che il topic parlasse del discutibile travestimento di Aivia allo scorso web in air. :D

Ok, basta con la squallidità, complimenti ancora.

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ilmarinaio

Che topic ragazzi, spunti di riflessione infiniti. Ma ancora più spunti di azione.

Mi sono sentito come quando senti una canzone e ti colpisce perché parla di te. Pensi: "Ehi ma come fa questo qui a conoscermi così bene?"

E poi ti rendi conto che forse, semplicemente, ci sono tante altre persone con vissuti simili.

Ci sono giorni in cui mi sento incartato. Altri in cui mi sento indomabile. Ma i giorni da incartato mi fanno capire che l'indomabilità è un fuoco di paglia.

Fortunatamente non perdo mai la voglia di spronare me stesso a cambiare. Il fantino c'è, è pieno di energie e capace di spronare il cavallo. Ora tocca alla bestia lasciarsi andare. Cavallo e fantino sono una cosa sola, il fantino ha fatto la sua parte, l'animale deve fare la sua.

Modificato da ilmarinaio
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dickinson1

Fortunatamente non perdo mai la voglia di spronare me stesso a cambiare. Il fantino c'è, è pieno di energie e capace di spronare il cavallo. Ora tocca alla bestia lasciarsi andare. Cavallo e fantino sono una cosa sola, il fantino ha fatto la sua parte, l'animale deve fare la sua.

Bella come immagine,mi piace.

Devi considerare che si puo' vedere cavallo e fantino come una cosa sola,mente e corpo in azione.

La testa vuole agire e deve trasmettere tutta la sua volonta' al corpo.

Il corpo ha bisogno di tutte le sue energie a disposizione per centrare l'obbiettivo.

Uno dipende dall'altra.

E se non c'e' la giusta armonia non si andra' da nessuna parte

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Innanzitutto ringrazio le vecchie conoscenze che mi hanno dato il bentornato' fa davvero piacere avere di nuovo occasione di parlare con voi :)

Un anno fa quando entrai in questo forum, avevo 25 anni. Il più grande errore fu credere di poter ricostruire i pezzi mancanti della mia vita, razionalizzando e utilizzando un pò di attrezzature e strumenti della seduzione. Stavo curando un braccio rotto con una aspirina, insomma ero nel mezzo di un grosso equivoco.

L'aspetto che maggiormente mi incuriosisce quando leggo le storie e le esperienze di utenti, se siano più interessati alla crescita personale, al miglioramento o alla seduzione, perchè sarebbero obiettivi non necessariamente vicini.

Torno a me.

I mesi a seguire furono un tripudio di razionalizzazione, svisceravo e analizzavo tutto (e tutti) con estremo dettaglio, che fosse una interazione con una ragazza o persino la conoscenza di una nuova persona. A fine serata, nella mia testa giravano discorsi con me stesso del tipo "male M., molto male, oggi avresti dovuto fare cosi...hai sbagliato, segna lo sbaglio e non ripeterlo mai più". Poi con le ragazze, un rifiuto diventava un qualcosa di pesante, non che non ci dormissi la notte, ma la vivevo male. In passato ne avevo beccati di no, anche quando di ragazze ne avevo, ma era normalità. E' come svegliarsi col sole o con la pioggia, possono capitare.

Dall'altra parte studiavo, leggevo, appuntavo, mi informavo, io ero diventato il topo da laboratorio di me stesso. L'obiettivo era di iniettare nel topo un over-flow di informazioni, allo scopo di stimolarlo, riattivarlo, renderlo vivace ed iper-attivo. Più iniettavo sostanze nel topo, più il topo era dormiente, più vivacchiava.

Ma come? Io volevo una certa reazione dal topo e avevo totalmente l'effetto opposto. Davvero strano.

Perseguii il mio intento, il topo un giorno si sarebbe risvegliato e mi avrebbe stupito. Quindi studio e ancora studio, interesse verso la crescita personale. Dedicavo non molto tempo, 30-60 minuti al giorno, ma incosciamente studiavo tutto il giorno, passando allo screening tutti coloro che mi capitassero a tiro. Tutti : perchè si finisce anche per distinguire le persone in afc, alpha, beta ecc..

Arrivò qualche risultato, ero galvanizzato, avevo salvato il topo, si era risvegliato e aveva la forza di un leone.

Iniziai quindi a vivere una cosa normale (come il successo con una ragazza) come uno straordinario risultato, avevo mentalmente alzato il tiro delle cose, sovradimensionato il normale in eccezionale. Vivevo in una dimensione ormai sfasata, come se il mondo vivesse il giorno, io vivevo le 5 del mattino.

Poco tempo dopo, iniziai ad essere piuttosto rigido, lo studio e la consapevolezza che dovessi migliorare, crescere come persona e come seduttore, mi aveva irrigidito tantissimo quella che potrei chiamare struttura mentale.

Iniziavo a vedere le cose in modo dicotomico, si/no, buono/sbagliato, ottimo/pessimo, bianco/nero, e estendevo questa pratica in tutto : un approccio, una ragazza, il rapporto con un amico, una situazione di vita, un esame all'università.

La mia vita inoltre era condizionata anche dal non vivere più pause, volevo gestire tutto e tutto al meglio. Uno spreco inaudito di energie.

Ero arrivato ormai ad una dimensione totalmente irreale : la ricerca costante di un piano perfetto, di una programmazione senza difetti.

Tutto freddo senza individualismo, tutto da automa.

Tutto ciò che si incanalava in un binario perfetto lo accoglievo con esaltazione, viceversa era una sconfitta cocente.

I rapporti peggiorarono con tutti. Ero diventato abbastanza artificiale dal punto di vista relazionale, recitavo ciò che mi ero imposto di imparare e che nel frattempo mi aveva sedotto, domato, e ammaestrato. La mia rigidità non era più un attuare un modello, la mia rigidità mi stava allontanando dal mondo.

Mi iniziai ad allontanare da molte persone, perchè non erano funzionali al piano, perchè mi abbassavano il frame, mi depotenziavano.

D'accordo erano valutazioni che facevo anche in passato, quando non sapevo neanche cosa fosse la crescita personale, ma in quel momento non erano 1-2 o 3 persone da cui mi allontanavo ma erano blocchi di persone.

Il 31 Dicembre dello scorso anno, dopo aver faticato per mesi e mesi attorno al progetto di crescita personale, e dopo aver ottenuto anche qualche piccolo successo, mi trovai solo a vivere il capodanno con nonni e parenti. Non avevo nessuno, ma non perchè gli altri m'avessero cacciato ma perchè io avevo pian piano fatto terra bruciata attorno a me.

Dovevo crescere, la mia personalità doveva svilupparsi, avrei dovuto spaccare il globo in due, ma niente di tutto ciò.

Il punto più basso.

Girai il calendario, ripresi la corsa e tornai ancora una volta a iniettare sostanze al topo.

Iniziai pian piano a valutare che quello che doveva far rivitalizzare il topo, era veleno, almeno per me.

Ho impiegato ancora del tempo per capire che ciò per cui stavo lavorando mi si stava ritorcendo contro.

Era la vita che volevo? Sicuramente no.

Pian piano specie da un mese a questa parte ma anche prima, ho iniziato a vivere le cose con una percezione diversa.

Non studio più, talvolta ancora leggo qualcosa specie di crescita personale e lo faccio con grande interesse ma senza esserne dominato.

Imparo dalla vita, da ciò che mi accade, imparo facendo (learning by doing), cerco di cogliere gli aspetti negativi con maggiore serenità, comprendendo che sono una persona normale, che come tale sbaglia, e il mondo è dominato da persone normali e non da super uomini in cerca della perfezione.

Sorrido, sto imparando a sorridere, guardando le persone negli occhi, parlandole, conoscendole, senza sentirmi in competizione che sia una ragazza o un amico, cerco di vivere tutto in modo più sereno e leggero.

Il topo ormai è morto, è rimasto però un grande palazzo che invece sto demolendo per far posto al vero me stesso.

Questo post è veramente bello, mi sono preso il tempo di leggerlo un paio di volte per coglierlo a fondo.

Nella prima parte, hai descritto molto bene alcune caratteristiche del "novellino inziato" preso dall'ebbrezza delle nuove nozioni, in cui mi sono ritrovato anche io. Ma a parte questo, la tua esperienza ha sottolineato un altro aspetto importante. Leggendo, credo di aver colto la tua discesa verso il dogmatismo intellettuale che alla fine non ha portato altro che danni nella tua vita.

Vedi, questo è un argomento che mi sta molto a cuore. Nel corso della mia vita ho avuto moltissimi cambi di paradigma ed ho accettato molte "visioni della vita" per poi giungere a un'esperienza che mi ha costretto a rivalutarla totalmente, demolirla e ricostruirla da zero. E questo mi ha reso una persona che non si fida più di nulla. Il che rende problematica ogni acquisizione di nuova conoscenza, dato che ormai non riesco più ad attingere da una fonte senza tentare di filtrare tutte le eventuali fallacità. Vai a vedere quanto ho rotto le palle ad Aivia nel thread del secondo webinar, ad esempio.

E questo perché? Perché ho il terrore che accettando una "verità" la finisca a vivere quello che hai vissuto tu. Ne ho davvero paura.

Parlarti della mia sensazione è difficile. Più che altro perchè sto cercando di capirlo. E' come se arrivassi ad un punto e sbattessi contro qualcosa. Come dire, è come se tentassi di rompere qualcosa, ma non so cosa ed è faticoso. O come se ci fosse una sorta di fossato che devo scavalcare, ma non so cosa ci sia di là e non so neanche come saltare. Boh.

La conoscenza è un bene se arriva al momento giusto. Imparare le cose troppo presto o troppo tardi fa male. Come una persona non allenata che vuole fare la maratona. Se lo fa, arriva a pezzi. Io ho fatto uguale. Ho desiderato conoscere tante cose per le capacità che avevo, ho appreso prima che fossi capace di elaborarle. E così è stato dannoso. Poi, recuperare è difficile.

Prova a dirmelo senza mezzi termini, paragoni e metafore varie. Perché ho la netta sensazione che sia tu stesso a renderti il problema nebuloso e indistinto descrivendolo come un qualcosa a cui non riesci a dare forma. Secondo me non sai ancora esattamente cosa vuoi, per questo non riesci a raggiungerlo.

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comeback

Reverie,

grazie per i complimenti al post.

La questione è che lo studio di certe dinamiche sociali (seduzione compresa) in certi ambienti è stata portata all'esasperazione. In altre parole, conoscere troppo, sapere troppo, induce persino il più delle volte in un dolce far nulla. Vorresti spaccare il mondo, ma rimani sul tuo divano fermo e immobile imbrigliato nella tua elevata dose di razionalità e magari anche nella ricerca del momento perfetto.

La realtà è che le dimaniche sociali sono vecchie quanto il mondo, cambiano le situazioni di contesto, ma son sempre le stesse, ripeto : seduzione compresa.

Il maschio alpha era anche nostro nonno che faceva ammattire le donne, il classico "Don Giovanni" esisteva prima che si coniasse l'acronimo di PUA, la differenza sostanziale è che noi in questo forum siamo più legati ad una conoscenza che ci viene trasferita, loro invece acquisivano conoscenza con l'esperienza.

Ci sono poi un set ampio di conoscenze che sono tacite, delle quali non puoi scrivere un libro, un report, un manuale, nulla di nulla ma che impari solo con l'esperienza e muovendo il culo dal divano alla real life.

Nel caso in cui il tempo lo consideriamo come una risorsa da investire, pensare troppo, iper analizzare troppo, programmare troppo, riduce di gran lunga le energie che ci restano per fare le cose nel concreto.

A mio giudizio occorre mediare, una sorta di compromesso tra il sapere e il conoscere certe dinamiche, e il volerle persino ignorare. D'altra parte non impari a giocare a calcio, leggendo un libro di tattica, ma un buon allenatore può insegnare molto, ma è il campo a determinare il tuo valore.

Lo stesso discorso è con le donne e nelle relazioni in genere.

Gli elementi, sempre IMHO, su cui lavorare solo la stima in se stessi, la motivazione, e in genere l'essere svegli in modo da stringere i tempi tra la consapevolezza di un errore e il susseguente processo di correzione. Tutto senza ingigantire troppo successi e insuccessi, che sono all'ordine del giorno e della vita di tutti.

Modificato da comeback
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auar

La conoscenza è un bene se arriva al momento giusto. Imparare le cose troppo presto o troppo tardi fa male.

Non è così l&l.

Per imparare nn è mai troppo tardi.

A.

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il padrino

Fa piacere anche a me, ciao padrino :)

Ho aperto un thread con l'intento di parlare di procrastinazione e azione, ed è andata a finire che si sta parlando di demoni e combattimenti e bambini inquietanti.

Più che inquietanti direi che sono autentici ;)

Con il rischio poi che, con tutte queste metafore, rischiamo di prenderle troppo alla lettera e di inciampare sul loro significato.

Giusto, però attraverso una metafora puoi spiegare più facilmente un concetto :) l'inizio del mio post sembrava l'inizio di un racconto horror, delle volte esagero con la teatralità!:)

Il combattimento è una metafora, e le metafore servono ad arricchire un concetto, non a sostituirlo. Ciò che è reale è il superamento di un proprio limite. Come lo smettere di farsi seghe mentali e mettersi alla prova, come il riconoscere di voler essere diversi e trovare la forza di impegnarsi per cambiare, come l'accettare che siamo esseri umani e eh abbiamo bisogno d'aiuto.

Quello che conta è trovare la forza di agire (così torno anche in topic), fare il primo passo per evolvere. E se si deve sacrificare qualcosa, ben venga.

La procrastinazione è paura di agire o mania di essere perfetti(per paura di agire xD ) quasi ogni credenza negativa che ci condiziona deriva da qualcos'altro, dalla paura di qualcosa o dal bisogno di qualche altra cosa. Ti ho raccontato il sogno, perché il combattimento onirico era espressione di un conflitto interiore che mi ero creato da solo, per motivi indipendenti da me. Per quanto non potessi cambiare lo stato di malessere(e fidatevi che mi sono girato tutta una serie di specialisti e luminari), avrei dovuto farmi un analisi della mia vita e risolvere il risolvibile, invece di far finta di niente; questo si ricollega al 3d,perché se invece di procrastinare avessi agito subito,avrei risolto un 70% dei casini. Non è che il sogno ha risolto i miei problemi, è stato tutto il lavoraccio dopo che ha fatto la differenza, ho letto molto e ho cercato sempre di applicare subito quello che mi era utile.

Togliendo metafore e storie, il punto è questo, la conoscenza è utile se possiamo usarla,come hai detto tu, la conoscenza applicata è potere, altrimenti è solo cultura generale,un potere potenziale. Imparare un manuale di outer game a memoria, senza mai uscire non serve a niente, lavorare sull'inner game,impostando credenze senza uscire per confermare quelle credenze è inutile(porta alla dissonanza cognitiva, il tuo cervello ti dice:pensi di essere un figo ma non hai risultati,sei uno sfigato!''),così come lo è agire, uscire sul campo avendo credenze errate che ti portano a continuare a sbagliare.

L'importante è avere un minimo di strategia,un buon mindset ed essere flessibili e cambiare piano se le cose non vanno. Impari una cosa,la provi,se funziona bene,altrimenti si cambia sistema. Fare una cosa imperfetta, è meglio di non farne una perfetta, la seconda è ideale e astratta, la prima ti da qualcosa su cui lavorare, migliorandola e focalizzandosi sulle soluzioni e andando sul campo a verificarne l'efficienza. Per quanto mi riguarda, dal forum,prendo idee, ne razionalizzo altre, elaboro concetti in base alla mia esperienza e alle cose che leggo, ma quando stacco, metto in pratica il tutto,poi ritorno qui,razionalizzo,vedo ciò che non va, e si ricomincia il giro da capo. Nei periodi lontano dal forum,vado ancora meglio, quell'ora che impiego a rispondere qui la uso per sargiare, leggere, o fare altro che mi piace e mi evito tutta la serie di seghe mentali degli ignavi xD in quei periodi penso pochissimo, agisco molto e testo nuove idee che ho elaborato prima. Da domani per due mesi, qui non mi vedrete, ho già programmato tutto, sarà un estate epica :) secondo me proprio staccare da ogni forma di tecnologia(a parte il tel per fissare i day2) non solo è utile ma proprio terapeutico.

Buone vacanze e buon gioco a tutti :)

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Foxx

Bellissimo post. Capita spessissimo anche a me di rimandare perchè non mi sento pronto, perchè non ho studiato ancora tutto, perchè "e poi cosa faccio?"..

Devo riuscire a superare questo gradino, ma come?!

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life and light

Prova a dirmelo senza mezzi termini, paragoni e metafore varie. Perché ho la netta sensazione che sia tu stesso a renderti il problema nebuloso e indistinto descrivendolo come un qualcosa a cui non riesci a dare forma. Secondo me non sai ancora esattamente cosa vuoi, per questo non riesci a raggiungerlo.

Ti ringrazio, involontariamente mi hai dato uno spunto per risolvere la questione. Grazie di cuore.

Voler conoscere tante cose e come non volerne conescere alcuna,,

:p

Con il senno di poi si fanno miracoli. Se riuscissi ad imparare senza sbagliare...

Non è così l&l.

Per imparare nn è mai troppo tardi.

A.

Il punto non è imparare, ma cosa si impara. Le idee sono esseri informi che si infilano nella testa senza che tu te ne accorda e ti stravolgono la vita in maniera decisiva. Alcune idee fanno male e spesso non ci si accorge.

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dickinson1

Bellissimo post. Capita spessissimo anche a me di rimandare perchè non mi sento pronto, perchè non ho studiato ancora tutto, perchè "e poi cosa faccio?"..

Devo riuscire a superare questo gradino, ma come?!

fai quello che ha delle priorita'.

SE il giorno dopo hai qualcosa di veramente importante...concentrati su quello,preparati mentalmente l'obbiettivo

che vuoi raggiungere.

Rimandare e' solo la classica scusa per non mettersi in gioco.

Anche perche',prima o poi,quella benedetta "cosa" bisognera' farla.

Fatti uno specie di schema:

prendi in considerazione i tuoi obbiettivi per quanto riguarda i settori della tua vita ,che ne so...

relazioni interpersonali,sport,studio o altro.

Per ognuno l'obbiettivo che vuoi raggiungere .

Ogni obbiettivo indica dei sottobbiettivi da raggiungere indicando il tempo che vuoi impiegarci.

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