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Harry non disperarti. C'è qualcuno che coi post riesce a fare ben di peggio!


kirk

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kirk

Vorrei proporre alcune riflessioni (schizoidi) che ho maturato dalla lettura di alcuni post (quello di Harry, per esempio :) ) e libri di psicologia e seduzione. Si tratta ovviamente di opinioni personali, forse giusto un po' impopolari. Il mio augurio è che possano stimolare un po' la discussione o fornire una prospettiva un po' diversa su un problema molto sentito.

Nota1: quando parlo di cose che mi prendono particolarmente, ho la tendenza a diventare assertivo. Allora prima di postare ho aggiunto qualche "secondo me" qua e la, giusto perchè nessuno se ne abbia a male (questo non è molto alpha, lo so, ma abbiate pazienza) :rolleyez:

Nota2: il post è veramente troppo lungo :ehm: ma dalla mia posso dire che intervengo poco, quindi portate doppiamente pazienza...

Lettore avvisato... :rolleyez:

***

Da un po' di tempo mi sto chiedendo cosa REALMENTE signfichi essere un maschio alpha. E come si faccia a diventare alpha. Premetto che io non sto cercando il mezzo per *sembrare* un maschio alpha, o per imitare un maschio alpha... se mai dovessi essere un attore, nella mia vita quotidiana, vorrei almeno che ciò significasse coerenza con ciò che la vita mi ha insegnato sino a questo momento, e non un totale annullamento della mia personale esperienza - per quanto limitata - nell'arte del puing o in qualsiasi altro settore della vita. D'altra parte chi ha letto qualcosa dei grandi maestri di teatro Stanislavskij o Cechov sa che la pura imitazione di modelli senza l'integrazione col proprio background, un'imitazione cioè priva cioè delle tinte personali ed emotive del proprio modo d'essere, è quanto di più triste e patetico possa esistere nell'arte della recitazione - un ridurre la propria arte a cliché, a qualcosa di puramente meccanico... insomma si tratta di svendere la propria merce sottoprezzo, anzichè di valorizzarla.

Dice Cechov: "L'attore deve fuggire il suo peggior nemico, il cliché, con l'osservazione costante ed intelligente delle persone reali, con le loro maniere caratteristiche ed individuali. Deve fare l'abitudine a questo tipo di osservazioni (...). Questo materiale prezioso verrà immagazzinato nell'inconscio dell'attore e, una volta dimenticato, apparirà solo quando sarà necessario, in una maniera trasformata, resa personale (...). Smetterà una volta per tutte di recitare se stesso nelle apparizioni in scena".

La questione risulta ancora più complicata dal fatto che una delle caratteristiche del personaggio rappresentato nell'arte del puing - il maschio alpha - è in contraddizione con le tecniche che vengono solitamente proposte per raggiungere l'obiettivo, che è appunto mostrare alphaness. Questa caratteristica, a mio avviso fondamentale, è racchiusa nella frase: "Fanculo tutti!". Sostanzialmente, il maschio alpha è tale perchè prima di tutto se ne sbatte i coglioni di ciò che la gente pensa di lui (perchè lui sa di essere superiore, non ha bisogno di conferme), per secondo perchè ha delle convinzioni maturate con la propria personale esperienza ed è in grado di valorizzarle, di portarle avanti e reggerle nonostante tutte le pressioni sociali che possano spingere in direzione contraria. Se siamo d'accordo su questo punto, e riteniamo che essere alpha non abbia solo a che fare col camminare diritti e guardare gli altri negli occhi, ma piuttosto (e soprattutto) coll'imporre il proprio essere verso l'esterno, cioè con l'essere DOMINANTI, arriviamo a tre conclusioni:

1. una persona può essere alpha anche con comportamenti "da sfigato" (questa è forse la più dura da digerire, ma la riprendo più avanti);

2. non è possibile diventare alpha semplicemente mimando o imitando comportamenti da alpha;

3. la vera alphaness NON viene irradiata semplicemente imitando modelli: se fosse così semplice trasmettere messaggi coerenti alle persone e risvegliare in loro i sentimenti desiderati, saremmo tutti attori da oscar e non vi sarebbe davvero alcuna differenza tra Robert de Niro e Costantino. Certo qualcuno che non nota la differenza c'è, ma basarsi sul giudizio di questo "qualcuno" significa veramente scadere di brutto.

Essere o non essere....

Se l'essere alpha è dato dall'assumere un certo tipo di atteggiamenti (che per un natural dovrebbero essere il risultato di una naturale evoluzione del comportamento) E dalla tendenza ad imporre il proprio modo d'essere e di vedere le cose (=attitudine dominante di pensieri e azioni), ci troviamo allora di fronte ad un problema di fondo in due casi specifici:

a. quello di chi impone il proprio comportamento da sfigato;

b. quello di chi imita meccanicamente il comportamento di altri, imponendo quindi modi d'essere che non sono propri.

Il dilemma non è molto diverso da quello cui si trova di fronte l'attore che debba recitare una parte: essere me stesso (caso "a") o essere completamente l'altro-da-me (caso "b")? La soluzione viene percepita come dicotomica: o posso essere me stesso o non posso esserlo. In realtà, l'arte della recitazione sta proprio nella capacità di mediare tra questi due estremi, mantenendosi in equilibrio sulla zona di confine. Cito da Cechov: "L'attore che veneri Shakespeare e che riproduca i suoi personaggi in maniera esatta, senza deviazioni personali, rischia di diventare come il musicista che idolatrava Beethoven al punto di smettere alla fine di suonare la sua musica per paura di non riprodurre esattamente le idee del compositore. L'attore esprime in maniera più adeguata la propria ammirazione per Shakespeare se permetterà alla scintilla del proprio personale fuoco di essere accesa dalla fiamma di Shakespeare, invece di 'obbedirgli' in maniera adulatoria e fredda con una recitazione impersonale del testo di Shakespeare sulla scena".

Detto questo, giungo subito alla parte forse più controversa di tutto il post. E cioè: se è vero che la condizione ideale passa a metà strada tra le due alternative, io penso che tuttavia la vera attitudine alpha non possa che passare attraverso lo stadio di AFC-alpha. Cioè da quella di sfigato (o inesperto sociale) che però impone questo proprio modo d'essere agli altri, che non si cura e non si abbatte dei commenti ironici provenienti dall'esterno. Tutti a qualche età siamo stati inesperti sociali, ma la differenza è che solo alcuni di noi sono stati, in qualche momento della propria vita, inesperti-alpha.

La condizione fondamentale per il passaggio allo stadio successivo - quello di vero alpha con *comportamenti* da alpha (e non solo l'attitudine mentale) - è tuttavia la flessibilità. Ovvero, la capacità di imparare dall'esperienza e correggere i propri comportamenti e i propri atteggiamenti non perchè tu risulti sfigato agli altri, ma perchè ti rendi conto che non ottieni i risultati desiderati. Perchè ti accorgi che le ragazze rispondono meglio ad un certo tipo di camminata e di approccio etc., oppure perchè ti accorgi osservando qualcun'altro che il suo modo di fare "paga" di più. QUESTA è imitazione naturale: significa assorbire e integrare le esperienze e non ricalcare qualcosa con la carta velina, o stravolgere il proprio modo d'essere per frustrazione su come ci percepiamo. In questo modo, io credo, un AFC-alpha si trasforma in un VERO ALPHA. Ora io penso che la differenza tra un natural e un non-natural non sia genetica come molti ritengono, ma che stia semplicemente nel fatto che il primo ha già attraversato in età precoce la fase di AFC-alpha, superandola, mentre il non-natural o non ci è ancora arrivato - per esempio perchè nell'età giusta gli è mancato il coraggio di reggere le figure di merda, ed ha proseguito con la coda tra le gambe convinto di poter giungere allo stadio successivo senza passare attraverso questo, che in realtà ne è la base, l'iniziazione: l'accettazione totale del sé.

Così il vero alpha non rinnega quello che è stato, perchè sa che lui in fondo è sempre andato bene... anche quando era fondamentalmente un AFC (non frustrato, ma pur sempre AFC). Sa che può fare quello che vuole senza paura (anche comportarsi da sfigato) e nessuno avrà niente da dire che possa realmente scalfirlo. Lo sa perchè lo ha sperimentato quando era AFC. Ed è con questa serenità, e non con la frustrazione, che alla fine opta per i comportamenti e gli atteggiamenti più vincenti. Con una semplice motivazione: perchè funzionano meglio.

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harryhaller

Non so perché ma leggendo il tuo post mi è venuto in mente Gianfranco Funari…

Secondo me lui è un maschio alfa

A suo tempo è stato anche un gran seduttore

Ripensando ai sui ultimi programmi mi viene in mente che conduce in maniera naturale,senza scaletta…

Sua moglie è innamorata veramente di lui(si vede da come lo guarda) e non solo per convenienza(maria de filippi ad esempio o la corvaglia che sta con iacchetti…)

Si sente il suo potere,la sua dominanza,con tutti gli ospiti,anche quelli forti tipo Pannella (ma anche quando è lui è ospite di altri programmi,domina sul presentatore)

Ma lui…

Non si vergogna di piangere se parla dei suoi genitori

Di commuoversi di fronte ad altrui storie dolorose

Di ripetere le stesse cose,aneddoti, per la centesima volta

Di tossire come un dannato

di ruttare (il rutto è uno sfogo dell’anima)

Di dire sono vecchio e stanco

Di restare in mutande con la pancia molle e schifosa senza nessun imbarazzo

Di arrabbiarsi gridando

Ha sempre lo stesso potere

Qualsiasi cosa faccia

Lui non ha paura di dire cazzate(e secondo me ne dice anche tante)

Non paura di non capire e dire non ho capito ripeti

non paura di aver sbagliato,o meglio se ne frega se sbaglia,resta sempre in piedi…

Molti di questi compartanti vanno contro l’essere alfa di cui si parla spesso(piangere,incazzarsi)

In poche parole non si vergogna di essere se stesso

E la sua autostima ne esce intatta,al di là di quello che possono pensare gli altri

E siccome hai citato Cechov

Io concludo con Nietzsche: “Diventa ciò che sei!”

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^X^

Ciao Kirk,

hai visto che buffo? Stamattina abbiamo scritto due messaggi quasi in contemporanea che parlano dello stesso argomento, anche se da sfaccettature diverse.

A mio avviso il thread meritava un titolo più consono... peccato perchè così rischia di passare inosservato!

ps Harry: la citazione "diventa ciò che sei" è semplicemente fantastica. Questo Nice ha anticipato di 200 anni i nostri guru :)

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kirk
Ciao Kirk,

hai visto che buffo? Stamattina abbiamo scritto due messaggi quasi in contemporanea che parlano dello stesso argomento, anche se da sfaccettature diverse.

A mio avviso il thread meritava un titolo più consono... peccato perchè così rischia di passare inosservato!

ps Harry: la citazione "diventa ciò che sei" è semplicemente fantastica. Questo Nice ha anticipato di 200 anni i nostri guru :)

Sì è vero infatti me n'ero accorto anch'io. Cioè... intendo dell'una e dell'altra cosa ;) Bé allora facciamo che per la prima cosa mi fa solo piacere :), per la seconda non so... se si può modificare il titolo del thread lo faccio :rolleyez:

Ciao!

PS: da "Nice" a Superuomo... non male come cambiamento eh?

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mad4hb
Non so perché ma leggendo il tuo post mi è venuto in mente Gianfranco Funari… [cut]

“Diventa ciò che sei!”

In effetti credo che il mondo dello spettacolo pulluli di maschi e femmine alpha, per diverse ragioni: per fare un lavoro del genere è assolutamente sconsigliabile avere timore di esprimere sè stessi, o quantomeno la voglia di apparire deve essere più forte della paura di far figuracce. In definitiva se non sei alpha natural finisci per diventarlo: con le esperienze sul "palco" si impara a gestire tante di quelle situazioni, le critiche di mille persone (per primo i registi e/o autori), si conoscono un sacco di persone, si impara a simulare empozioni e quindi a dominare quelle proprie genuine... insomma una vera plestra per PUing.

Con questo voglio dire che si diventi PUA facendo un corso di recitazione, così come un perfetto body builder magari non è bravo quanto un facchino nel suo lavoro, ma probailmente può essere utile, soprattutto se lo si fa in una tale ottica. Che ne pensate?

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kirk
In effetti credo che il mondo dello spettacolo pulluli di maschi e femmine alpha, per diverse ragioni: per fare un lavoro del genere è assolutamente sconsigliabile avere timore di esprimere sè stessi, o quantomeno la voglia di apparire deve essere più forte della paura di far figuracce. In definitiva se non sei alpha natural finisci per diventarlo: con le esperienze sul "palco" si impara a gestire tante di quelle situazioni, le critiche di mille persone (per primo i registi e/o autori), si conoscono un sacco di persone, si impara a simulare empozioni e quindi a dominare quelle proprie genuine... insomma una vera plestra per PUing.

Con questo voglio dire che si diventi PUA facendo un corso di recitazione, così come un perfetto body builder magari non è bravo quanto un facchino nel suo lavoro, ma probailmente può essere utile, soprattutto se lo si fa in una tale ottica. Che ne pensate?

Io che sono assolutamente d'accordo. Un corso di recitazione ti da la possibilità di provare nuovi comportamenti, nuovi atteggiamenti e nuovi stati d'animo inizialmente in ambiente protetto, quindi evitando il rischio dell'incoerenza di arachno. Ti eserciti in questa palestra, internalizzi gesti, voce, atmosfera etc. integrandole in modo coerente e poi sei pronto per la rappresentazione. Nel cui contesto ti abitui ad assumere il comando della conversazione, ad iniziarla, a finirla e a portarla avanti mentre hai gli occhi puntati addosso. Che è la IV caratteristica del maschio alpha. Inoltre a gestire le pause ("pausa pausa pausa" di DeAngelo), a lavorare sul creare aspettative nel pubblico e via dicendo. A non scadere nei cliché. Ad accendere le sensazioni giuste nel momento opportuno. L'elenco sarebbe infinito.

In sostanza, non è che un corso di recitazione ti insegni a fingere. Tutto il contrario: ti insegna ad ESSERE.

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