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GUIDA ALLA MEDITAZIONE [WORKING PROGRESS]


cabeleira

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Excelsior

Forza di gravità e leggi fisiche varie > meditazione. Mi spiace ma non imparerai mai a volare...

Io comunque provai meditazione vipassana per qualche settimana, da autodidatta dopo aver letto una guida. Credo sia passato un anno o più da quando ho smesso, avevo smesso perchè non sentivo nessun impatto reale sulla mia vita. Finché meditavo cadevo sempre in uno stato molto rilassato, soprattutto sentivo una strana sensazione, non la provo da tempo quindi non so spiegarla, però finito di meditare continuavo a vivere allo stesso modo, non mi sentivo più sereno, ero ansioso uguale ed i pensieri negativi c'erano in ugual modo. Non ho letto il post iniziale perché al momento ho poco tempo, ma quando ho un po' di tempo gli dò una letta e se mi convince riprovo a cimentarmi.

questo succede perché la meditazione, per tradizione, si tramanda da discepolo a maestro e solo così ha effetti che non siano il mero rilassamento psicofisico.

Può sembrare strano ma è così che funziona.

Meditare è come imparare una lingua. Si possono fare molti progressi da soli ma alla fin fine la impari veramente e riesci a parlare in modo fluente solo stando a contatto con i madrelingua. Egualmente, la meditazione la impari con qualcuno che medita da molto tempo, che sa cosa significa veramente meditare (e non è cosa da poco, in quanto prevede che si sia quantomeno sperimentato lo stato di samadhi, di assoluta non-mente) e che ti trasmette un insegnamento che tu, allievo, segui scrupolosamente.

Il resto sono deviazioni moderniste e new age che possono comportare a risultati intermedi, spesso provvisori, e AL MASSIMO a stati di intenso benessere e beatitudine fisica (eh sì, sembra strano ma questo non è il traguardo ultimo della meditazione, ma bensì meta molto blanda)

Modificato da Excelsior
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cabeleira

MEDITAZIONE : AGGIORNAMENTO

Prima di aggiornare questo post faccio una premessa : la meditazione è un esercizio spirituale, le sensazioni, le scoperte le rivelazioni sono personali. Non si apprendono tramite con la conoscenza ( esperienza empirica) ma con l'esperienza diretta ( esperienza fenomenica).

Iniziando un percorso di meditazione iniziamo indirizzandoci verso l'esperienza e non verso la prova.

Lo spazio di libertà che cerchiamo non lo troveremo nel pensiero, nell'idea illuminante. Di questi pensieri ne abbiamo tutti i giorni, il più ignorante di noi ne ha migliaia, quello più colto ancora di più, eppure la sua vita di entrambi non è ne più felice ne più ricca di prima.

L'interiore non si arricchisce se non germoglia. Se ogni qualvolta germoglia in noi il seme di un pensiero lo gettiamo agli altri prima che sia germogliato, ci limitiamo a buttare un seme che non abbiamo lasciato germogliare.

Il nostro spazio di libertà vive nell' istante che passa tra un pensiero e l'altro. Li troveremo calma e costanza per proseguire la meditazione, per godercela e per risvegliarci, portando avanti anche i progetti che magari avevamo accantonato.

E' vero che queste sensazioni possono essere espresse concettualmente, ma le sensazioni sono personali, condivisibili solo da cuore a cuore.

Tre sono i metodi di meditazione che ho conosciuto.

Della meditazione Yogica non parlo, perché la sto portando avanti in un corso e sarebbe troppo complesso delineare dipingere un quadro tenendo in mano due o tre minuscoli frammenti.

Tre sono gli esercizi più semplici per meditare.

Per tutti gli esercizi cercate un luogo silenzioso. Almeno all'inizio è difficile rimanere soli con se stessi senza il silenzio.

Quando vi sentirete meglio e sentirete il silenzio dentro di voi potrete portarla fuori con voi, come un bagaglio di esperienza che condividerete con gli altri.

Allora non avrete bisogno di parlarne, saranno gli altri a volervi stare vicino, a chiedersi il perché del vostro stato di imperturbabilità.

Essenzialmente la meditazione si esercita con l'ascolto e l'osservazione, con i sensi, senza giudizi di valore, quindi senza pensiero.

Quindi lo sforzo va indirizzato verso l'ascolto e l'osservazione del pensiero.

Esercizio 1

Assumendo la posizione del loto

Lasciando che il respiro si esprima liberamente dopo averlo assestato per due o tre volte in modo da renderci coscienti del nostro respirare, lo seguiamo con questo mantra ham ( inspiro) sa (espiro).

Ham sa o 'so ham in sanscirto significa : quello io sono.

Respirando affermate la vostra identità ogni momento, quello che siete, quello in cui vi identificate, quello che volete essere.

Seguite il respiro pronunciando mentalmente o a voce l'il mantra Ham sa e non il contrario.

Questo esercizio permette al pensiero di scorrere liberamente.

Ogni pensiero osservato è suono , immagine o sensazione così l'osserviamo e lo lasciamo andare.

Osservandolo nel suo sorgere, crescere e tramontare, ci rendiamo conto che è indipendente dalla vostra volontà cosciente e concettuale.

E sufficiente che mentre lo osserviamo ci accogiamo della sua "sostanza" d' immagine, suono o sensazione.

Così ci metteremo più facilmente nella posizione del testimone.

Questa è la posizione di chi osserva scorrere il fiume e non affoga, sa qual'è il punto più adatto e vi si immerge, per poi tornare sulla riva.

Esercizio 2 L' ascolto

L' Ohm corrisponde al suono primordiale.

Per sentirlo si suggerisce un esercizio semplice :

Usiamo i pollici per chiudere gli orecchi, con lgi indici gli occhi, le narici con i medi e le labbra fra gli anulari ed i mignoli.

In questo stato di deprivazione sensoriale sentiamo più chiaramente il suono identificato come Ohm....

L' Ohm può essere usato come manta, nell'eseguirlo portate la nostra attenzione agli spazi di vuoto : ai momenti che precedono e seguono la pronuncia della sillaba a voce o mentalmente.

La vibrazione dell'Ohm risuona nella casa toracica e nel cranio producendo una sensazione piacevole di liberazione.

3 Esercizio La visione

L'esercizio va eseguito sempre nella posizione del loto.

Concentriamo gli occhi verso il naso o al centro della fronte, oppure verso un punto specifico.

Abbiamo cura di mantenere lo sguardo fisso, l'agitazione li farà muovere, un retto sforzo da parte nostra li terrà fermi e vigili

L'esercizio può essere eseguito anche ad occhi chiusi mantenendo lo sguardo verso un punto luminoso (bindu) espressione dell'energia primordiale.

Perchè si può eseguire un esercizio di osservazione ad occhi chiusi ?

non importa quel che vediamo, quello che passa, ma la prospettiva che assumiamo rispetto all'immagine, quella del testimone, terzo osservatore cosciente di se di quel che è altro da se e del legame che li unisce.

Questo è il discorso che più mi ha colpito sulla meditazione, questo è anche il modo in cui si deve parlare alle persone, donne o uomini che siano per esprimersi veramente.

Ce ne sono tanti altri, ma il mio fine è quello .

Ciao !!!!

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  • 3 settimane dopo...

Alcuni accenni su Vipassana.

Ad oggii la New Age insieme a certi psicologi da salotto fa un po' una accozzaglia di tutto in maniera semplicistica e positiva, secondo me questo è un danno. Se vai alla fonte degli insegnamenti la meditazione e le scuole Yogiche, Sufiche, Buddiste partono da un presupposto. Che l'uomo è una NULLITA, che vive in uno stato di sonno ipnotico e nell'ignoranza. (ti consiglio la lettura di Frammenti di un insegnamento sconosciuto di P.D.Ouspesky)

Per esempio in Vipassana esistono tappe fondamentali.

Prima di tutto è importante raggiungere "SILA" che significa una certa moralità: Non mentire, non usare un linguaggio dannoso e non usare un atteggiamento sessuale scorretto. (già solo questo fa capire quanto è paradossale che ne stiamo parlando in un forum di seduzione) :-)

Dopo si deve passare attraverso: ANICCA,l'impermanenza di tutti i fenomeni. DUCCA, sofferenza dell'esistenza. ANATTA, non sé, non io.

Ho scritto dopo, perché cercare di mantenere una certa moralità è fondamentale per lo sviluppo della pratica. Ed è qui che il libro di Giacobbe (bel furbacchione) trova il suo limite, anche se ben esposto.

La moralità è fondamentale in Vipassana.

Perché?

Perché la moralità crea attrito interiore, se ti sei mosso sempre verso levante devi iniziare ad andare a ponente per renderti conto che eri condizionato ad andare a levante.

L'impermanenza è che ogni stato vissuto è già passato, Ducca è che la mente al momento che quell'attimo è passato ancora non l'ha compreso ed è già attaccata ad esso con desiderio o con avversità , Anatta è che non vi è un entità che prende il controllo della situazione, ma soltanto aggregati psichici che o si ribellano o vanno in estasi, in soldoni, non sei un individuo,ma solo accozzaglia di condizionamenti ed insegnamenti presi per scontato. Sentirti un unità è solamente un' illusione.

Finchè non cessa l'ignoranza, ovvero la mancanza di comprensione di questi fenomeni un uomo può accettare questa verità? assolutamente no. Chi è disposto ad ammettere a se stesso che non è un individuo? che vive nell'ignoranza? e che la sua vita anche se a lui piace in realtà è sofferenza ed ha strutturato un confort ed un piacere illusorio proprio per NON sentire questa sofferenza?

Uscire da un certo attaccamento alla vita è dolorosissimo. Personalmente la sofferenza più atroce lo vissuta in stati meditativi. Quando scopri un condizionamento, o ti accorgi di certe tue caratteristiche vergognose, avviene un'esplosione all'interno di te.

E come stappare il vaso di Pandora.

Visto che siamo in Italian seduction se scopri la ragazza che tanto amavi e rispettavi essere una che mentiva e ti cornificava continuamente, quella reazione, quel malessere interiore che provi, quella disperazione, quella delusione.... la differenza sta solo che quelle cose le vedi in te, ma hai l'illusione di essere speciale, amorevole, una persona degna di attenzioni degli altri ecc ecc.

Però nello stesso tempo c'è anche una forza interiore che si manifesta, una certa capacita di resilienza e di contenimento per il fatto che si sta avanzando e al momento che è passata un onda dolorosa si è più vicini alla comprensione e alla saggezza. Più che una fede si tratta di una grossa fiducia.

In ultimo, la cosa forse più importante è che ci vuole la presenza di una MAESTRO. Senza di esso un uomo da solo non può fare nulla.

Tutto questo non ha a che fare con deprivazione sensoriale, perché il fine è lo sviluppare della consapevolezza e di una forma di intelligenza che appare raramente.

Comprendere la propria nullità rende il lavoro e la meditazione molto più emozionale.

La beatitudine e gli stati estatici esistono solamente perché a volte la mente gode nell'esser concentrata in un oggetto unico, sono effetti della concentrazione profonda, cioè Samatha ma non bisogna perdersi in essi.

Scrivo questo solamente per disilludere tanti stereotipi sulla meditazione che raggiungi il contatto con l'amore universale, dio e beatitudine. In quanto illusori, perché impermanenti, privi di sostanza ed anche perché la mente vi si attacca. Quella è una tappa, forse l'ultima, ma prima di arrivare al traguardo ci sono una marea di insidie. Meditare per il verso giusto è prendere coscienza di queste insidie e guardarle in faccia per quello che sono.

Vipassana significa: Guardare la realtà per ciò che è.

Uscire da una realtà concettuale per viverne una reale. Sono pochissime le persone che sono riuscite in questo traguardo, e non è a buon mercato. La conoscenza è dolorosissima.

Vi faccio i più grandi auguri, sperando che qualsiasi percorso decidiate di prendere vi dia immensa saggezza, vi lascio a queste poche righe, un abbraccio

"Esci una sera sotto un vasto cielo

Stellato, alza gli occhi a quei milioni

di mondi sopra la tua testa.

Guarda la via Lattea.

In quell'infinità, la terra si dissolve,

sparisce e con essa sparisci anche tu.

Dove sei? Chi sei? Cosa vuoi?

Dove vuoi andare?

Ti attende un viaggio lungo e difficile

e non sai se ti potrai riposare.

Ricordati dove sei e perché sei lì.

Non avere troppa cura di te,

e rammenta che nessuno sforzo

viene mai fatto invano.

E adesso puoi metterti in cammino".

G.I.Gurdjeff

Su Vipassana ti consiglio queste letture:

La consapevolezza del respiro - Buddhadasa.

IO e MIO - Buddhadasa.

La Pratica della consapevolezza - Henepola Gunaratama.

Il tempo della meditazione vipassana è arrivato - Uban Kin

Tutti Ubaldini editori.

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Excelsior

Alcuni accenni su Vipassana.

Ad oggii la New Age insieme a certi psicologi da salotto fa un po' una accozzaglia di tutto in maniera semplicistica e positiva, secondo me questo è un danno. Se vai alla fonte degli insegnamenti la meditazione e le scuole Yogiche, Sufiche, Buddiste partono da un presupposto. Che l'uomo è una NULLITA, che vive in uno stato di sonno ipnotico e nell'ignoranza. (ti consiglio la lettura di Frammenti di un insegnamento sconosciuto di P.D.Ouspesky)

Per esempio in Vipassana esistono tappe fondamentali.

Prima di tutto è importante raggiungere "SILA" che significa una certa moralità: Non mentire, non usare un linguaggio dannoso e non usare un atteggiamento sessuale scorretto. (già solo questo fa capire quanto è paradossale che ne stiamo parlando in un forum di seduzione) :-)

Dopo si deve passare attraverso: ANICCA,l'impermanenza di tutti i fenomeni. DUCCA, sofferenza dell'esistenza. ANATTA, non sé, non io.

Ho scritto dopo, perché cercare di mantenere una certa moralità è fondamentale per lo sviluppo della pratica. Ed è qui che il libro di Giacobbe (bel furbacchione) trova il suo limite, anche se ben esposto.

La moralità è fondamentale in Vipassana.

Perché?

Perché la moralità crea attrito interiore, se ti sei mosso sempre verso levante devi iniziare ad andare a ponente per renderti conto che eri condizionato ad andare a levante.

L'impermanenza è che ogni stato vissuto è già passato, Ducca è che la mente al momento che quell'attimo è passato ancora non l'ha compreso ed è già attaccata ad esso con desiderio o con avversità , Anatta è che non vi è un entità che prende il controllo della situazione, ma soltanto aggregati psichici che o si ribellano o vanno in estasi, in soldoni, non sei un individuo,ma solo accozzaglia di condizionamenti ed insegnamenti presi per scontato. Sentirti un unità è solamente un' illusione.

Finchè non cessa l'ignoranza, ovvero la mancanza di comprensione di questi fenomeni un uomo può accettare questa verità? assolutamente no. Chi è disposto ad ammettere a se stesso che non è un individuo? che vive nell'ignoranza? e che la sua vita anche se a lui piace in realtà è sofferenza ed ha strutturato un confort ed un piacere illusorio proprio per NON sentire questa sofferenza?

Uscire da un certo attaccamento alla vita è dolorosissimo. Personalmente la sofferenza più atroce lo vissuta in stati meditativi. Quando scopri un condizionamento, o ti accorgi di certe tue caratteristiche vergognose, avviene un'esplosione all'interno di te.

E come stappare il vaso di Pandora.

Visto che siamo in Italian seduction se scopri la ragazza che tanto amavi e rispettavi essere una che mentiva e ti cornificava continuamente, quella reazione, quel malessere interiore che provi, quella disperazione, quella delusione.... la differenza sta solo che quelle cose le vedi in te, ma hai l'illusione di essere speciale, amorevole, una persona degna di attenzioni degli altri ecc ecc.

Però nello stesso tempo c'è anche una forza interiore che si manifesta, una certa capacita di resilienza e di contenimento per il fatto che si sta avanzando e al momento che è passata un onda dolorosa si è più vicini alla comprensione e alla saggezza. Più che una fede si tratta di una grossa fiducia.

In ultimo, la cosa forse più importante è che ci vuole la presenza di una MAESTRO. Senza di esso un uomo da solo non può fare nulla.

Tutto questo non ha a che fare con deprivazione sensoriale, perché il fine è lo sviluppare della consapevolezza e di una forma di intelligenza che appare raramente.

Comprendere la propria nullità rende il lavoro e la meditazione molto più emozionale.

La beatitudine e gli stati estatici esistono solamente perché a volte la mente gode nell'esser concentrata in un oggetto unico, sono effetti della concentrazione profonda, cioè Samatha ma non bisogna perdersi in essi.

Scrivo questo solamente per disilludere tanti stereotipi sulla meditazione che raggiungi il contatto con l'amore universale, dio e beatitudine. In quanto illusori, perché impermanenti, privi di sostanza ed anche perché la mente vi si attacca. Quella è una tappa, forse l'ultima, ma prima di arrivare al traguardo ci sono una marea di insidie. Meditare per il verso giusto è prendere coscienza di queste insidie e guardarle in faccia per quello che sono.

Vipassana significa: Guardare la realtà per ciò che è.

Uscire da una realtà concettuale per viverne una reale. Sono pochissime le persone che sono riuscite in questo traguardo, e non è a buon mercato. La conoscenza è dolorosissima.

Vi faccio i più grandi auguri, sperando che qualsiasi percorso decidiate di prendere vi dia immensa saggezza, vi lascio a queste poche righe, un abbraccio

"Esci una sera sotto un vasto cielo

Stellato, alza gli occhi a quei milioni

di mondi sopra la tua testa.

Guarda la via Lattea.

In quell'infinità, la terra si dissolve,

sparisce e con essa sparisci anche tu.

Dove sei? Chi sei? Cosa vuoi?

Dove vuoi andare?

Ti attende un viaggio lungo e difficile

e non sai se ti potrai riposare.

Ricordati dove sei e perché sei lì.

Non avere troppa cura di te,

e rammenta che nessuno sforzo

viene mai fatto invano.

E adesso puoi metterti in cammino".

G.I.Gurdjeff

Su Vipassana ti consiglio queste letture:

La consapevolezza del respiro - Buddhadasa.

IO e MIO - Buddhadasa.

La Pratica della consapevolezza - Henepola Gunaratama.

Il tempo della meditazione vipassana è arrivato - Uban Kin

Tutti Ubaldini editori.

impressionante questo intervento..

Signori, leggere e comprendere fino in fondo ciò che ha scritto underdog significa essere più fortunati di Dan Bilzerian, senza esagerare.

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haahhahaha Dan Bilzerian ..

Grazie Excelsior, ore e ore su giorni e giorni di Vipassana e stati di attenzione divisa qualcosa hanno prodotto, ma la strada è lunghissima e gli sforzi sono sempre maggiori. Purtroppo più vai avanti e meno puoi rilassarti, spero che un esperienza diretta vi sia di aiuto.

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Inserisco un piccolo video...

Ascoltate attentamente cosa dice questo monaco a chi gli fa una domanda sulla meditazione Vipassana.

https://www.youtube.com/watch?v=XKuFBmtji1Y

Tendenzialmente cerchiamo la meditazione per cercare la calma e il non riuscirci ci può dare frustrazione.

La calma, o meglio la mente lucida si struttura al momento che ci si rende conto che non riusciamo a calmarla e ci arrendiamo(non nel senso nichilistico ma riconosciamo la nullità nel controllare)! Smettendo di violentarla in qualsiasi stato negativo la riportiamo all'oggetto della meditazione.

Il contatto delle narici, il tocco dell'aria che etra nelle narici.

Sono negativo, mi sento frustrato, la mia mente vuole andare in compulsività, voglio telefonare a quella persona, litigare, affrontare, al lavoro mi hanno umiliato, la mia ragazza tenta di fottermi....

Riporto gentilmente, dolcemente l'attenzione al respiro..

L'attenzione viene rapita dal pensiero, dall'emozione del pensiero. Me ne accorgo e la riporto pazientemente, dolcemente al punto dove l'aria che entra tocca le narici.

Un punto piccolo,piccolissimo. Più l'attenzione si fa chiara e più quel punto piccolo diventa evidente e soffice.

continuo, continuo, continuo...

Ci vorranno minuti, ore , giorni. Ad un tratto ..BAM..la mente sente quel tocco, e chiarissimo. Il respiro si fa improvvisamente leggero, il corpo si scioglie e scopri che tre 3/4 della tua muscolatura era rigida e nemmeno la sentivi e che probabilmente è in quello stato da anni, decine di anni.

In quell'istante comprendi che si apre una NUOVA possibilità e si acquisisce fiducia nella meditazione.

Ricordo in ritiro di 10 giorni che meditavamo dalle 10 alle 12 ore al giorno, vi è stato un momento che sentivo il corpo in fiamme e la mente che saltava da pensiero ad un altro come un grillo impaurito. Stavo per mollare, si adesso mi alzo e me ne vado. Con il corpo gi quasi in piedi pronto a tornare a casa mi sono detto ancora un minuto.

Quel minuto è stato un miracolo. Avevo la mente affilata come un bisturi, una lucidità ed una capacità di dirigere la mia attenzione impressionante.

Da quel giorno sono passati cinque anni.

Una delle esperienze peggiori ma rivoluzionarie che ho vissuto. qualcosa di veramente paragonabile ad uno dei migliori orgasmi (non nel senso del piacere ma dal gusto di viver un determinato momento con una determinata pienezza interiore)

Ad Maiora. :)

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maldiluna

Questa discussione diventa sempre più interessante :)

Ho già provato ad esercitarmi, ma in maniera saltuaria e senza impegno. Adesso vorrei provare a fare le cose in maniera più disciplinata e avrei un paio di domandine da neofita totale.

- quanto tempo minimo devo dedicare alla seduta di meditazione?

- la meditazione dev'essere un'esperienza quotidiana oppure è più come l'allenamento sportivo, per cui è necessario prendersi dei tempi di recupero?

- dopo quanto tempo avete iniziato a percepire dei benefici nella vita quotidiana?

Sto cercando di capire se è meglio impostare una routine da 15 minuti tutti i giorni, o una da 1 ora ogni 3 giorni, sempre che questa cosa abbia senso... Non ne ho idea!

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cabeleira

Sono negativo, mi sento frustrato, la mia mente vuole andare in compulsività, voglio telefonare a quella persona, litigare, affrontare, al lavoro mi hanno umiliato, la mia ragazza tenta di fottermi....

Riporto gentilmente, dolcemente l'attenzione al respiro..

L'attenzione viene rapita dal pensiero, dall'emozione del pensiero. Me ne accorgo e la riporto pazientemente, dolcemente al punto dove l'aria che entra tocca le narici.

Un punto piccolo,piccolissimo. Più l'attenzione si fa chiara e più quel punto piccolo diventa evidente e soffice.

continuo, continuo, continuo...

Ci sono giorni in cui la mia mente è distratta continuamente più che dai pensieri, dalle sensazioni. Allora non riesco a combinare quasi nulla. Arriva tutto all'improvviso, magari già al mattino e continua così fino alla sera.

Spesso è il mio stato fisico ad influenzare pesantemente questi stati mentali, in cui so di pensare diversamente da quel che voglio. so di avere pensieri che non mi porteranno da nessuna parte.

Prima di cominciare la meditazione mi accadeva spesso, praticamente sempre. Erano pochissimi i momenti in cui mi sentivo lucido. E grande era lo sforzo per mantenermi attivo.

Anche quando scrivevo finivo per scrivere quel che non volevo

Poi con la meditazione mi sono rilassato moltissimo.

Seguo un corso di yoga. E' un ora ricca di esperienze anche dolorose. La prima volta ho sentito un calore fortissimo vicino ai lombi.

Pian piano continuando quando possibile la meditazione ( che per me rimane contemplazione), a casa è mgliiorato il mio benessere.

Penso meglio, ma a volte torna lo stato di malessere che si diffonde come una tensione muta che devia i pensieri dal corso che mi è più consono.

Così finisco per deviare anche le mie parole e i miei gesti che non sono più il frutto di una scelta consapevole, ma di una tensione che non riesco ad accettare.

Che cerco di cacciare.

avresti qualche consiglio in proposito ?

C'è anche per molti una questione di spazio e convivenza. non sempre si rimane immersi nel silenzio. Allora, quando non si riesce a rimanere "fuori" dagli impegni ne dalla "convivenza" che fare? Dove trovare un momento di pace.

Io ad esempio medito spesso nel cuore della notte, quando gli altri dormono, con gli occhi chiusi o socchiusi.

Hai qualche suggerimento da darci per una meditazione "civile" che rispetti la convivenza e ci aiuti a trovare i "tempi" giusti per meditare in modo naturale ?

Modificato da cabeleira
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Assolutamente si...questo metodo è chiamato "ricordare se stessi"

In qualsiasi momento puoi essere consapevole di un oggetto esterno e contemporaneamente di te stesso che sta eseguendo l'osservazione.

Ma sopratutto sono totalmente sicuro che nessuna meditazione/contemplazione o ricordo di se sia utile se non si voglia vedere la reale condizione nostra.

Dobbiamo essere spietatamente sinceri con noi stessi.

Chi decide di fare un lavoro su se stesso, sulle emozioni,sensazioni,pensiero,istinto e intelligenza motoria va incontro ad atroci sofferenze perché si rende conto che non è mai stato un uomo con una unità.

E questa sensazione di nullità è importante perché ci va vedere la nostra condizione, ma nello stesso tempo abbiamo deciso di cambiare, togliendo strutture e sovrastotture e per questo dobbiamo pagare.

Questo pagamento e in anticipo. (Non in moneta)

Devi sacrificare se vuoi ottenere, sacrificare la tua meccanicità. La tua immaginazione, l'amor proprio, la vanità.

questo processo è dolorosissimo.

A noi piace mettere le frasi di Buddha, ma nessuno vuole fare la vita di Siddartha.

Avete letto nel libro di Herman Hesse che cosa ha fatto Siddartha per diventare Buddha?

Devi contemplare nel momento peggiore. E sentire quanto non sei capace di fare ed arrenderti a questo. Poi il resto devi scoprirlo.

Modificato da Underdog
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cabeleira
Assolutamente si...questo metodo è chiamato "ricordare se stessi"

Vero. questo metodo l'ho sempre applicato in modo spontaneo. Sovente provoca sofferenza. L'ho usato per rivedere momento dopo momento gli errori compiuti oppure per "analizzare certi sguardi o certe pose.

Penso sia l'attivazione del pensiero razionale a provocare la sensazione di sofferenza, perché se milimito a osservare senza giudicare vedo la verità senza soffrirla.

A proposito. Un sito , blog o forum che tratti di meditazione e possa essere d'aiuto nella "ricerca" qualcuno di voi lo conosce ?

MEDITAZIONE ALLO SPECCHIO

Sedetevi nella posizione del loto di fronte ad uno specchio. Osservatevi e concentrate la vostra attenzione sul corpo fisico. Osservate come l'immagine di voi appare distante dalla percezione del vostro corpo.

L'immagine riflessa come vi appare ?

A me appare come il riflesso della mia mente. Se è cristallino mi percepisco bene, altrimenti faccio fatica ad osservarmi ed accettarmi per quello che sono. Lasciate andare il respiro, fino a che non riuscite ad osservarlo.

@underdog. : Hai ragione, mi accorgo che quando mi concentro sul respiro cerco di controllarlo. dovrei cercare di lasciarlo andare, per un attimo accade, ma poi la tentazione è forte e riprende l'attaccamento.

Ciao !

Modificato da cabeleira
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