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IL FASCINO DISCRETO DELLA ONE-ITIS


GeorgeKaplan

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GeorgeKaplan

Il fascino discreto della one-itis

sottotitolo: il ritorno di George Kaplan

non partecipo attivamente al forum da parecchio tempo.

Potrei millantare giustificazioni legate al trend eccessivamente bimbominkia che ormai ha via via contagiato tutte le varie sezioni.

Potrei boffonchiare supponenti risentimenti contro improvvisati maitre a penser che ingolfano il sito con post di boriosi insegnamenti più o meno raffazzonati...

Potrei rispolverare il mio atavico sciovinismo maschilista che mi obbliga ad assumere antistaminici ogni volta che vedo quello che era un fiero postribolo di impenitenti trasformarsi via via in un gineceo assecondante linee di pensiero così bisexually correct...

Insomma potrei inventarmi che ho avuto male al dente e non ho potuto studiare perchè il "gomito mi faceva contatto con il piede" ma non lo farò.

Ero volgarmente, languidamente, puerilmente, masochisticamente assorbito nella più classica delle ONE ITIS.

Capiamoci, la mia vita,(spesso ringrazio il cielo per avermela fatta assomigliare per tanto a lungo ad una commedia brillante hollywoodiana degli anni cinquanta), non prevede one itis propriamente dette... adesso non immaginatevi uno zerbino che piange davanti ad un telefono che non squilla o che asseconda qualsiasi imposizione del nemico, pur di avere ancora la remota speranza di godere del tepore corporeo dell'amata per un po'... per carità nulla di tutto ciò.

George ha sempre i propri tasselli, per chi conosce le mie parafrasi, ho sempre ben allineata la mia schiera di piattini da far roteare sopra i bastoncini e, freddo, sistematico, quasi scientifico nel mio incedere, do la carica ad ogni elemento della fila riprendendo poi da capo non appena vedo che il primo ad aver avuto la "spinta" comincia a vacillare in modo anomalo, e così via...

Ho già più volte ribadito di non pretendere di ergere il mio esempio a modello per nessuno.

Le mie scelte non so neppure quanto io stesso le abbia volute o quanto inconsciamente mi siano state imposte da educazione, esperienze, caso, destino, meriti reali, botte di culo, etc...

Ammiro chi ama e riesce a non impazzire accanto ad un unica donna.

Ammiro chi mette se stesso in secondo piano per amore delle creature che ha messo al mondo.

Ammiro anche chi sa ritagliarsi momenti di felicità ottenendoli magari evitando infelicità altrui...

Sono il paradigma dell'eterna dicotomia che separa Don Giovanni e Casanova: io le amo tutte, sono perfino geloso, soffro e, ahimè, talvolta mi compiaccio troppo in tale patimento...

In uno di questi macabri riti di autocommiserazione mi sono lasciato assorbire un po' più del dovuto, perdendo via via interesse analitico, spinte rigenerative e fantasia in genere: insomma mi ero incaponito come il più imberbe degli adolescenti e pur continuando pedissequamente ad assecondare l'ineluttabile rito dei piattini, intimamente soffrivo (forse ancora un po' soffro anche adesso) e le mie vere energie mentali erano assorbite, orientate, oltremodo distratte...

Più volte altri e più competenti esperti intervenuti sulla materia hanno sviscerato i meccanismi di ossessione e che alimentano se stessi in una sorta di continuo inesorabile feed back positivo e che noi con una sintesi asettica apostrofiamo come ONE ITIS. Tutto da manuale anche qua,

Risultato? Sono dimagrito, dormo meno, lavoro con più fatica, riesco ad affascinare meno chi, comunque, prova a starmi attorno...

la soluzione di "relativizzare" per me dovrebbe quasi venire da se...

non ho mai una sola ma più alternative li pronte con varie e differenti peculiarità a ricordarmi quanto in realtà possa essere o comunque sentirmi bravo, bello, furbo, etc...

ma sappiamo tutti benissimo come la lusinga di calarsi nei panni di un eroe bohemien sia fascinosa e suggestiva...

il dolore da dignità a ciò che proviamo...

e di cosa in fin dei conti può avere bisogno un furfante che sotto altri punti di vista riesce grossomodo a concedersi tutto ciò che è abitualmente ambito da qualsiasi comune mortale? della dignità appunto...

ovviamente trattasi solo di una parvenza di catarsi...

il dolore come espiazione, l'accanimento come fiera accettazione del proprio ruolo di vittima di un sentimento non compreso fino in fondo...

suggestioni per carità, non sono così sprovveduto da non potermene accorgere da solo...

eppure il tarlo, il bisogno, il riempire quell'aura di santità che in fondo ci manca è una fascinazione troppo subdola per non cedervi con convinzione....

allora ecco tutti i meccanismi cardine del processo comune: sopravvalutazione del nemico, attribuzione di pregi magari inesistenti, ed anche qui incrementando i propri convincimenti errati (appunto perché nati da un assunto errato) fino all'idolatria...

ne ha sofferto il mio spirito, ne ha patito la mia mente, ho iniziato a pensare di prendermi metaforicamente a sberle quando mi sono reso conto che ne stava risentendo anche il mio corpo...

sarei ipocrita se vi dicessi che ne sono fuori... ma essere qui a rendervi partecipi del mio travaglio è già per me un segnale di un incipiente riassetto ormonale se non ancora neuropsichico...

ringrazio chi ha continuato a mettere "like" in fondo ai miei post ormai obsoleti. Mi impegno a tediarvi meno e a riproporre semmai pugnaci field reports quanto prima. Mando comunque un bacio affettuoso e sincero a chi, suo malgrado, è riuscita a farmi tornare fuori gli addominali meglio di qualsiasi dieta e palestra... colpito ma non affondato, vostro GK

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  • 2 settimane dopo...
Michelangelo

ti comprendo,

prenditi tutto il tempo necessario e....

:sorry:

.......torna più forte di prima!

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