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Autostima e risultati


Anciaki

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Questo topic vuole essere una riflessione personale che, da quello che ho letto, parte da un incipit sostanzialmente diverso dagli altri che portano un nome simile.

Parlo di Autostima e risultati nel senso di come questi ultimi possano essere influenzati dalla prima.

Tutto è partito quando nello studiare un pezzo che devo portare ad un esame (eh si studio il conservatorio! :) ) sono arrivato a suonarlo davvero bene fino a quando a 2 battute dalla fine, dopo un'esecuzione pressappoco perfetta, mi inizio a pippare il cervello con strani pensieri e sbaglio.

Per fortuna ho avuto un barlume di consapevolezza in questo e mi sono accorto che i pensieri semiconsci mi dicevano in sostanza "Non è giusto che sei arrivato fino a questo punto così bene!". (che solo adesso mi è così chiaro)

A quel punto ho mollato lo strumento e mi sono messo a riflettere... era un'occasione come poche per sondare la mia mente!

Anche perchè si tratta della stessa cosa che mi succede quando sargio, ma proprio in generale in quello che faccio.

All'inizio ho pensato fosse il fatto che mi spaventasse il successo come se fosse una cosa che non avrei saputo controllare perchè non ci ho mai avuto davvero a che fare... e mi ricordava come Tyler nel libro di The Game sargiasse ma fino ad un certo punto, si fermasse sempre prima di chiudere, un po' perchè si trovava agli inizi e come cosa nuova un po' perchè non lo sapeva nemmeno lui. hahaha

Ma sentivo che questa spegazione non mi soddisfaceva, al che mi sono rivolto ad un mio amico master coach in PNL e ne abbiamo parlato un po'.

Mi ha detto "Potrebbe essere come se non sentissi di meritare certe cose".

Mi ha aperto un mondo.

Ho approfondito e ho fatto un po di introspezione per capire meglio... è un problema così semplice eppure sfugge agli occhi di molti, mi accorgo è una delle cose più diffuse.

Facciamo un piccolo ragionamento:

<<autostima>>, osservando la parola, si capisce significa "stima di se stessi". ok.

Stimare cosa significa se non attribuire un valore a qualcosa?

Gli oggetti, gli immobili, le azioni vengono tutti stimati con una cifra.. e in questa società malata anche le persone, ma oggi meno di ieri (prima ti facevano la guerra, diventavi schiavo e ti vendevano ad un certo prezzo perchè eri sano o giovane o avevi i coglioni quadrati ecc...).

L'ideale sarebbe non stimarsi proprio, non darsi alcun limite, DISIDENTIFICARCI e vivere completamente il mondo presente senza condizionamento alcuno accettando profondamente la realtà che ci circonda... ma vabbè il nostro inconscio a partire dalla nostra infanzia è stato programmato diversamente quindi procediamo per piccoli passi possibili (PPP).

Per lo stesso motivo ci si sente "inadeguati a" oppure "non abbastanza" per quello o per quell'altro o per quella figa là. Perché ci si stima con un valore inferiore alla figa con cui si ha a che fare!

A chi sente di avere di questo problema si chieda in via del tutto ipotetica di essere un osservatore bisex esterno e di avere di fronte se stessi e la gnocca in questione: chi vi risulterebbe più attraente? a chi dareste soldi o chi pagereste di più per scopare alla grande?

Oppure facciamo un esempio un po' più soft... siete dei datori di lavoro, dovete assumere personale e vi ritrovate sempre con voi stessi e un'altra persona che conoscete che può competere con voi (per gli studi conseguiti, esperienze ecc...): chi assumereste? chi sareste disposti a pagare di più per il suo lavoro?

Ecco che vengono fuori le insicurezze.

Tornando a noi bisognerebbe sentirsi di un valore sufficiente per sentirsi di meritare di avere, condividere, fare certe cose o di essere in un certo modo.

Io personalmente vivo la così la cosa:

(detto molto in generale ed esagerando per rendere bene) sento di non meritarmi che le persone mi trattino con rispetto o mi diano il loro amore gratuitamente, addirittura certi oggetti costosi sento siano troppo per la mia persona, anche se posso meritarmeli come se fossi una cattiva persona che ha fatto cattive cose e che deve scontare la sua pena.

Poi quando qualcuno mi tratta bene e ho qualche risultato nel game mi brillano gli occhi come se quel malfattore ormai ridotto a fare l'elemosina fosse stato oggetto immeritevole della carità di qualche buon samaritano.

Ed il rapporto con me stesso è "mi concedo cose di poco valore, perchè so che posso farcela lo stesso con poco, non ho grandi pretese in fondo" e questo mi porta ad attuare un parsimonia del cavolo (cito questo termine per come lo intende lui da Erich Fromm) che mi fa rinunciare, a volte, a innocui piccoli piaceri.

Es stupido: Leggo un libro, anzi me lo divoro in poco tempo e dopo un po' mi dico "no non posso finirlo così presto, devo conservarmelo con calma senza troppa fretta perchè non me ne merito un'altro subito dopo!".

* (questo lo accenno appena perchè ne voglio parlare bene in un'altro post o chissà in un futuro diario... ;) ) : Un'altro aspetto è che nella mia testa per potermi meritare qualcosa ho stabilito il compromesso di dovermi concedere completamente ad essa, cioè di faticare come un cane con ore ed ore di pratica sopra.

Es. Dopo ore su questo forum, dopo ore di sarge e tanto effettivo apprendimento ecco che i risultati vengono, ma se poco poco mi concentro in altro nella mia vita ecco che sfuma tutto.

Es. 2 Da musicista se studio un pezzo abbestia e dopo mi viene bene ok, ma se un pezzo non lo ho suonato giorno e notte "non è giusto" che mi venga veramente bene anche alla prima o alla seconda botta di oggi, anche se sono al livello giusto!

Questo se ancora non lo avete riconosciuto è l'ideale-mito romantico del Faust, dove lui vende la sua anima al Diavolo per fare cose che nessun uomo può nemmeno immaginarsi... e qua c'è di mezzo l'Ego, o meglio un'immagine dell'io completamente distorta.

E' tutto collegato... anche con l'argomento di prima.

LO STESSO NEL SARGE.

Detto questo, dopo questa lettura sappiate che sono una persona normalissima e perfettamente in salute, non ho nessun problema psichiatrico, niente ansia, depressione o simili.

Ho semplicemente stanato alcuni "demoni che mi vivono dentro", cosa che proprio per paura di considerarsi pazzi molti non fanno.

Vi invito a voi utenti di IS di dire la vostra a riguardo e casomai di proporre qualche soluzione interessante per stare davvero bene con se stessi a questa situazione che accompagna non poche persone. :)

Grazie della lettura!

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TheSeducer

Hai centrato bene il punto del non sentire di meritarsi le cose, tutta questione di autostima e ciò porta inconsciamente a sabotare se stessi

l'autostima sostanzialmente ha due componenti, strettamente legate tra loro

1) Senso di efficacia: la competenza che sentiamo di avere. Non in questo o in quell'argomento, ma nell'affrontare le sfide fondamentali della vita.

esempio: sono bravissimo nel mio lavoro, così bravo che mi promuovono ad un incarico superiore. il problema è che questo incarico superiore richiede cose completamente diverse da prima, mi sento ancora efficace in ciò che faccio? o basavo la mia sicurezza solo nelle cose che sapevo già fare?

quindi il senso di efficacia è la fiducia nella mia capacità di pensare, arrivare a capire e raggiungere i risultati che desidero. è la fiducia nei miei processi mentali, in ciò che mi ha reso possibile diventare "bravo" diciamo.

2) Rispetto di sé: la certezza del proprio valore come individuo, che porta con sé l'aspettativa naturale del rispetto da parte degli altri, dell'amicizia, dell'amore, del successo come appropriato per noi e per ciò che siamo e così via, in una parola: l'intima convinzione di meritarmi la felicità.

esempio: divento una persona di successo, stimata da tutti, ma dentro di me credo di non meritarmelo tutto ciò, mi sento un impostore sul punto di essere smascherato "sotto sotto so che questo successo non mi spetta" e inconsciamente inizio a sabotare me stesso mandando all'aria tutto (autodistruzione).

Ti do un consiglio: vai in libreria e compra "i sei pilastri dell'autostima", io l'ho fatto e ho buttato via tutti gli altri libri sulla crescita personale.

ho pure smesso di leggermi i manuali di seduzione, è vero mi hanno aiutato a raggiungere risultati che mai mi sarei immaginato, ma quando dentro di te c'è qualcosa che non va i risultati non ti soddisfano mai completamente e il ciclo ricomincia.

Sto facendo un programma contenuto all'interno del libro dalla durata di 31 settimane, e sto avendo dei riscontri, ci vuole tempo e molto impegno ma è sicuramente qualcosa che vale la pena di fare.

;)

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dickinson1

per star bene con se stessi occorre,principalmente,liberare la mente.

Un po' da tutte le cose che ci limitano.

Non si tratta di diventare dei fuorilegge ed andare contro cio' che e' legale.

Ma semplicemente di togliersi tante paranoie,tante idee contorte.

Viviamo una volta sola...e solitamente tendiamo a privarci di soddisfazioni.

E parlo,ovviamente,anche per me.

troppe paranoie.

Cio' che abbiamo ce lo dobbiamo godere.

Noi dobbiamo godere di quello che siamo.

Il tempo per noi stessi lo dobbiamo trovare,perche' prima veniamo noi e poi tutto il resto.

Non dobbiamo sempre rendere conto agli altri.

Non siamo costretti sempre a fare cose controvoglia.

Ovvio,certe cose le si devono fare anche se non piacciono,ma e' normale.

Se siamo a lavoro ,e' di sicuro un esempio.

Se abbiamo una bolletta da pagare,e' un altro.

Ma alla fine ,il succo del discorso,e' che ogni momento va vissuto al massimo.

Perche' ce lo meritiamo,perche' abbiamo un valore.

Ed e' un concetto che deve diventare parte di noi...

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KevinPrince88

Hai avuto un'ottima capacità di auto analisi e grande umiltà nell'ammettere queste tue debolezze, e ciò costituisce comunque una prova di forza. Ti conosco come ragazzo che ama mettersi in gioco e migliorarsi come persona, e penso con tutta onestà che questi pensieri negativi siano solo figli di un po troppo perfezionismo. Non ti manca l'autostima secondo me, anche perchè altrimenti non ti butteresti in certe challenge, situazioni. Avevo adocchiato anch'io il libro consigliato da The Seducer, credo che sarà uno dei prossimi che leggerò. :)

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BlueScript

Visto che nel thread è stata chiesta l'opinione degli utenti del forum, io dico la mia.

Innanzitutto, come è stato detto, un'alta autostima è sicuramente un fattore positivo ma spesse volte sopravvalutato. Mi spiego meglio. L'autostima, a mio parere, è come un palazzo, senza fondamenta, che appare comodo ed esteticamente piacevole... almeno fin quando tutto va bene. Non appena si fallisce in qualcosa il palazzo crolla e va ricostruito.

Ciò che va migliorato, quindi, non è la percezione del proprio io ma l'io stesso. So che è un po' complicato sia da spiegare (almeno lo è per me) che da comprendere. Possiamo dire che l'io è ciò che rimane quando il palazzo (l'autostima) crolla oppure possiamo identificarlo come le fondamenta. Se abbiamo un buon io le fondamenta rimangono intatte ed a volte addirittura esse sono talmente robuste che il palazzo non crolla ma al massimo subisce soltanto qualche guasto.

Come migliorare ed irrobustire l'io? Per esperienza personale, credo che la miglior cosa da fare sia "taking action" cioè compiere azioni, prendere l'iniziativa. Se hai ansia d'approccio basta che approcci, in questo modo migliori. Se hai la paura di sbagliare una nota quando suoni al piano durante un esame al conservatorio, allenati di più in modo da rendere te stesso ("te stesso" va sottolineato 3 volte) talmente bravo da suonare quel pezzo ad occhi chiusi.

Ciò che va cambiato dunque non è la percezione di sè ma sè stessi. Se credi di essere bravo a suonare il piano ma non lo sei, le note le sbagli comunque. Se sei un abile pianista, lo sei. Detto ciò, una buona autostima è comunque un fattore positivo ma, a mio avviso, non il più importante.

Ovviamente, tutto ciò che ho appena esposto è solo un mio pensiero, una mia opinione e va presa come tale. Sono aperto a qualsiasi tipo di critica costruttiva.

Saluti.

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