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Il percorso di crescita verso lo status di PUA


Montparnasse

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Montparnasse

Carissimi, questo post vuol essere una specie di autoanalisi di quello che è stato il mio percorso fino a questo momento, una piccola cronistoria degli obiettivi che ho raggiunto e una confessione dei buoni propositi su quelli ancora da raggiungere.

IL PASSATO

Da circa due anni a questa parte sono riuscito a dare una svolta significativa alla mia vita. Il problema alla base era un’evidente difficoltà a rapportarmi con l’altro sesso e a interagire con esso in maniera non conflittuale. Ovviamente, arrivato a ventinove anni, avevo già avuto molte esperienze con le ragazze, iniziate a partire dai 15 anni circa: alcune LTR, molte storie e storielle più o meno importanti, ma anche cocenti delusioni e amarezze. Un bagaglio importante, che però non riusciva a evitarmi improvvisi cali di umore quando le cose non andavano come volevo e ripercussioni anche pesanti sulla mia vita professionale e sociale. In sostanza, l’incapacità di gestire in maniera equilibrata il mio rapporto con le donne aveva conseguenze negative sulla mia vita. Stavo male, e volevo che questa cosa finisse.

Credo sia soprattutto questo il motivo che mi ha spinto a interessarmi di seduzione. Imparare a controllare i miei stati d’animo e non permettere che le relazioni sentimentali rovinassero gli altri ambiti della mia vita, ma viverle con leggerezza e trasporto sinceri, come un gioco in pratica. F-chiudere più donne, o più spesso, è stato certamente un obiettivo secondario: sapevo benissimo che se non fossi riuscito a cambiare il mio modo di rapportarmi con l’universo femminile non sarebbe certo stata qualche scopata in più a risolvere la situazione.

IL PRESENTE

Oggi posso affermare con orgoglio che, riflettendo su com’ero anche solo due anni fa, mi vengono i brividi se penso a quanto sono cambiato. A quanto sono migliorato.

Da quando ho iniziato a lavorare su me stesso mi sono tolto delle soddisfazioni che non avrei creduto possibili. Ho fatto cose che reputavo inimmaginabili, semplicemente buttandomi in situazioni ignote, mettendo a rischio il mio quieto conforto per immergermi in qualcosa di nuovo. Spesso ho vinto; a volte ho anche perso, è chiaro, ma non sono mai uscito sconfitto: da ogni esperienza ho imparato qualcosa di importante che mi è poi servito in futuro.

Il mio rapporto con l’altro sesso è migliorato esponenzialmente mese dopo mese, è diventato più sereno e consapevole. In passato, quando qualcuna mi piaceva, sospendevo il giudizio su me stesso per affidarlo al suo modo di vedere le cose (noi diciamo, cadevo nel suo frame), soffrendo come un cane quando non soddisfacevo i suoi gusti e venivo rifiutato. Adesso la sicurezza che ho maturato mi preserva da questa spiacevole eventualità; una sicurezza che progressivamente è cresciuta fino a diventare quasi sfrontatezza e incutermi addirittura un certo timore sull’impatto che ha sugli altri. Ma ho imparato a controllare i miei flussi emotivi, a indirizzarli verso le situazioni che veramente meritano. Ho imparato come suscitare interesse in una donna, come portarla nel mio mondo e farle scoprire quanto è emozionante entrarci e conoscerlo. Ho imparato a creare una confidenza istantanea con una sconosciuta e a farla sentire a suo agio come se ci conoscessimo da una vita. Ho imparato a riconoscere i segni dell’attrazione, prima dissimulati, poi più evidenti, e li ho visti trasformarsi in eccitazione e a volte (non sempre) in una complicità prima fisica e poi sessuale.

Sono stato definito di volta in volta “marpione”, “rimorchione”, “sciupafemmine”, “casanova”, e mi è piaciuto da pazzi sentirmelo dire. In molti ambienti che ho frequentato sono stato definito “uno che ci sa fare con le ragazze”, in altri solo “uno che ci prova con le ragazze” :look:, e ho goduto di questo. Sono diventato il punto di riferimento di alcuni miei amici, cui offro consigli “sentimentali” e su come muoversi per districarsi nelle molteplici sfaccettature dei rapporti con le donne.

Negli ultimi due anni ho avuto quasi sempre almeno un paio di intrallazzi da gestire contemporaneamente ogni mese, quando prima il numero era limitato a due-tre all’anno, se andava bene.

Oggi posso dire di essere molto più sereno, più consapevole di me stesso e delle mie potenzialità. Anche la mia vita sociale ha tratto indubbio giovamento da questi cambiamenti: sono diventato più socievole, più carismatico e trascinatore. Ho un ruolo importante nella vita di molte persone. In due parole: vivo meglio.

IL FUTURO

Ma tutto questo, che rappresenta un traguardo fantastico e impossibile da prevedere anche solo due anni fa, non mi basta più. Ora è venuto il momento di dare un ulteriore giro di vite al mio percorso di crescita e miglioramento personale. So benissimo di essere diventato un buon player, con un valore e un’abilità superiori alla media delle persone che frequento e incontro, ma con la stessa certezza posso dire di non essere ancora un vero PUA.

Cosa mi manca, dunque?

A questa domanda posso rispondere dicendo che mi mancano (non del tutto, ma devo affinarle) la capacità di pormi degli obiettivi precisi e la determinazione a perseguirli.

Quante volte ho perso delle buone occasioni di chiudere perché non sapevo cosa volevo da un game in un preciso momento e/o non avevo la convinzione a portarlo avanti?

Quante volte ho detto “ma no, dài, lasciamo perdere”, e non perché la ragazza non mi interessasse ma perché non avevo le palle per insistere?

Quante volte ho rinunciato a chiudere per la “paura di vincere”, giustificando poi la mia negligenza con la pretesa, falsa, che la ragazza non mi interessava abbastanza?

Quante volte ho lasciato colpevolmente che un buon Day1/Day2 si affievolisse in un LTG privo di contenuti emotivi, complicando inutilmente le cose e portando il tutto al fallimento?

Molte volte, troppe.

E ora non posso che fare ammenda e recitare il mea culpa, e insieme impormi di non commettere più gli stessi errori. So dove ho sbagliato e so come porvi rimedio, sarebbe un vero delitto rinunciare a farlo, vero?

Devo solo imparare ad affondare i colpi, a raccogliere quanto di buono ho seminato…

Spesso l’ultimo, piccolo passettino richiede più forza ed energia di tutti quelli enormi compiuti in precedenza. Quando ci si avvicina alla meta anche i migliori tremano e hanno paura di non riuscire. E a volte non ci riescono davvero. Ma se finora ho fatto tutto questo, io so che posso farcela.

Sì, io posso farcela.

Statemi vicini, fratelli seduttori, con il vostro conforto e la vostra partecipazione.

A new way is beginning…

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