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Un vuoto dentro?


Joe Vicenza

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Joe Vicenza

Cari lettori e lettrici,

vi racconto una parte della mia personalita', vorrei sapere secondo voi se si puo' migliorare o meno.

Allora, io provengo da una famiglia mediamente benestante, madre insegnante e padre operatore finanziario.

Da piccolo, dall'asilo fino ai tempi delle medie, sono sempre stato vivace, tanto, Un po' alla Bart Simpson, facevo molti casini ma anche le prendevo. Spesso finivo in castigo, o spedito dalla preside. Ho mandato un paio di coetanei all'ospedale, tanto per darvi un'idea.

A casa invece ero molto calmo, dato che per ogni virgola fuori posto venivo preso a sberle senza risparmio. Ogni boiata era una scusa per menarmi. Inoltre quando tornavo da scuola con un castigo o una nota, minimo un quarto d'ora di sberle, ciabatte o anche pugni in testa. Quasi ogni giorno.

Sommate a questo anche minimo mezz'ora di scenate, prediche e scleri, ogni santissimo giorno. Ogni giorno. Anche ai tempi dell'asilo. Le sberle, insieme alle macchinine e qualche gita in montagna, sono tra i miei primi ricordi.

Tutto cio' da parte di mia madre, mio papa' era sempre al lavoro, tornava per cenare e per litigare con mia mamma, appunto.

Rapporto con mio padre limitato alla cena, in cui mi chiedeva come era andata a scuola. Basta.

Giunto in terza media, dopo anni di combattimenti domestici, la rabbia aumenta, e per caso comincio ad interessarmi sulla Seconda Guerra Mondiale, carri armati, nazisti, Stukas, SS e compagnia bella.

Trasmetto la mia passione ad alcuni amici, provenienti anche loro da famiglie con problematiche simili alla mia, con le stesse frustrazioni.

Iniziamo a salutiarci con bracci destri tesi, Heil Hitler, disegnamo svastiche sui banchi, nelle cartine geografiche appese in aula, ovunque.

La frustrazione sale.

I rapporti con molti compagni di classe peggiorano, ma per fortuna restano i vecchi amici.

Giunta l'adolescenza si sentono i risultati di almeno 10 anni di scleri, scenate e violenze fisiche domestiche.

Scopro che mio padre fa parte anche lui delle persone che hanno sempre ragione, soprattutto se si parla di politica. E non solo a parole.

Una sera, mia madre, giustamente rovistando tra le tasche del giubbotto, perche' il controllo su qualsiasi cosa mia non deve mancare, mi trova un calendario formato tessera con l'immagine di Mussolini.

Lo mostra a mio padre il quale prontamente sberla con tanto di occhiali storzati. Bene.

Insomma, vivo con l'ansia di essere battuto e controllato in ogni mio movimento. Orari di ritorno a casa strettissimi, umilianti. Uscire il sabato sera diventa una guerra tra me e i miei. Inizio a fumare sigarette, a bere, ecc. Bacio qualche ragazza in seguito...

A 15 anni inizio ad ascoltare seriamente la musica, decido di imparare a suonare la chitarra, divento molto bravo, faccio concerti, suono in giro, e questo dura tutt'ora.

Comunque sia, gia' a partire dalla prima superiore la mia autostima sta quasi a terra, faccio un quarto delle cose che vorrei fare, ho sempre paura che qualcuno si "arrabbi", cerco approvazione, sono sempre piu' docile e piano piano anche indifeso, permaloso, porto il muso. Sono ancora abbastanza estroverso, ma uso solo 20% del potenziale.

Essendo di bell'aspetto, molte ragazze, compagne di classe comprese, ci provano, in tutti i modi, io non so come reagire, riesco alla fine a baciarne 2, ma dopo anni. Ho buttato di quelle occasioni che se ci penso mi si ferma il cuore ahahahaha.

Vabbe', poi c'e' stata l'universita', depressione totale, unica consolazione avevo sempre un giro di amici e compagni/e di studi, prendevo bei voti.

Contemporaneamente ho le prime esperienze sessuali, poi e' arrivata pure una psycho che giustamente non poteva mancare :D

Nel 2011 parto da solo e vado in Australia, ho un'esperienza, finalmente, bellissima, vera liberta' e avventure galattiche, di tutti i tipi.

Torno a gennaio 2014.

Ora che vi ho raccontato la storia della mia vita, vi spiego il punto del thread.

La mia esperienza con genitori duri ed autoritari, persecutori (mia madre soprattutto) e la conseguente mancanza di liberta' espressiva, la costante paura ed il terrore di prenderle in qualsiasi situazione, hanno creato nella mia mente un bisogno, una sensazione che non so se me la posso togliere o tenermela fino all'ultimo dei miei giorni.

Cioe' una voglia di rivalsa, il mio sentirmi infinitamente superiore agli altri, un insieme di aspettative grandissime. Mi aspetto di essere una rock star mondiale, mi aspetto di diventare miliardario. Aspettarsi grandi cose e' giusto, per carita', ma per me si arriva all'ossessione. Inoltre, un'ossessione pure per i soldi, i schei.

Credo che sia il tentativo della mia psiche di riempire con cose materiali, il vuoto di affetto non ricevuto in eta' giovanissima.

Non sono mai contento, appena raggiungo un risultato positivo, invece di godermelo, cerco di raggiungere il prossimo. In maniera ansiosa.

Un senso di impotenza infinito. Se dovessi localizzare questo sentimento, sta nella parte sinistra del cervello, al centro.

Le ragazze e il sesso ovviamente non hanno mai colmato questa cosa, forse un po' gli spinelli, che ora non fumo mai,

Per chi se ne intende di psicologia, per chi ha un'esperienza simile alla mia, per chi ha qualche anno piu' di me:

e' possibile uscire da questa situazione? Come si puo' fare? oppure devo conviverci, consapevolmente, per sempre?

grazie

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lennon

Non vorrei esagerare, ma voi veneti siete gli americani d'Italia, avete un'ossessione micidiale per il danaro...

Capisco che eravate una regione di pezzenti incredibili e siete diventati una potenza mondiale ma siete esagerati con gli schei...

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Joe Vicenza

Hai perfettamente ragione :)

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Joe Vicenza

Uffi uffi.. ancora nessuna risposta al mio quesito :( Caro utente IS, voglio un tuo parere! si, proprio il tuo! se sai di cosa sto parlando, non esitare a dare il tuo contributo!

Grazie ancora ;)

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lime09

Io credo che cerchi solamente l' indipendenza economica, e come tutti del resto cerchi di ottenerla facendo quello che ti piace con un grande guadagno.

Alla fine da bambini non volevamo fare tutti i calciatori, gli astronauti ecc ecc? poi crescendo abbiamo abbassato l tiro, probabilmente se vai a chiedere ad una persona con la passione per l'edilizia di 20-24 anni che lavoro si immagina di fare tra 2anni non ti dirà mai il muratore, lo spazino o il cameriere ma il medico, l'ingegnere o l'avvocato, asseconda delle passioni che crescendo a sviluppato.

Poi c'è chi continua gli studi e riesce veramente, poi c'è chi non c'è la fa vuoi per motivi economici o per la poca voglia di studiare e abbassa ancora un po' il tiro.

Il fatto è che il tuo è un sogno molto adolescenziale per i tuoi 26anni. Insomma è inutile stare ad aspettare un treno che non passa, devi prenderne un altro.Non hai altre passioni che ti faccia sentire comunque questo senso di rivalsa verso gli altri? che università hai frequentato?

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BackToLife

Prima di entrare in discorsi psicologici (ma difficilmente con qualche post arriveremo al punto) voglio capire se la tua attuale situazione ti porta ad essere ancora legato alla tua famiglia di origine.

- Con chi vivi ?

- Lavori ?

- Sei economicamente indipendente al 100 % ?

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Joe Vicenza

Beccato in pieno! rispondo in ordine

1 sono d'accordo, e' un sogno da sedicenni, e spero che l'ossessione per esso se ne vada il prima possibile;

2 Uni. di Padova, Dams (corso di musica)

1. vivo con mio papa', la sua compagna e la relativa figlia

2. sono in cerca di un lavoro

3. non ho un soldo...

ormai e' da mesi che va avanti cosi, boh, non so piu' a cosa pensare..

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BackToLife

Hai in mano la scaletta delle cose da "sistemare", partirei da queste.

in ordine :

trovare un lavoro, andare a vivere da solo.

Fatto questo il tuo problema interiorore probabilmente subirà una bella ridimensionata, se così non fosse allora se ne può parlare.

Diciamo che parlare ora del problema interiore non andando a modificare la realtà oggettiva della tua vita avrebbe poco senso, finchè non ti stacchi non puoi sperimentare nuovi

modi di vivere e di considerare te stesso

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Joe Vicenza

Grazie per la risposta, sono d'accordo, iniziare un lavoro e abitare da solo potranno farmi sentire meglio.

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