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Frame on Field


superjhonny

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superjhonny

Questo post nasce dall'analisi di uno dei sargiovedì più proficui che mi sia mai capitato da quando la K.O. è nata, quindi diciamo che è una sorta di analisi di un report.

Innanzitutto è bene specificare gli obiettivi: il mio sarge non è finalizzato alla chiusura, quindi anche se si tratta fondamentalmente di un OR, ne traggo spunti su altri aspetti, vista la mia condizione coniugale.

Lo spunto di riflessione nasce dalla costatazione di una sorta di frame di riferimento che ha perdurato lungo tutti i game e che è stato il filo invisibile che ha legato tutte le interazioni positive.

Il frame: molti ancora pensano che essere in frame sia sinonimo di avere il morale alto. Niente di più sbagliato.

Essere in frame è molto differente.

Quando si è in frame si ha più che altro la sensazione di essere invulnerabili, si ha l'impressione che non ci sia rifiuto che ci possa far desistere dai nostri obiettivi, senza peraltro essere euforici o tenere comportamenti falsamente baldanzosi che magari possono essere facilmente piegati da un C&B. Insomma essere in frame vuol dire essere tranquilli e sicuri di sè, anche se si è con le palle girate per tutt'altro motivo.

Il mio frame di riferimento è quindi molto pacato all'apparenza, ma granitico. Questo mi permette di approciare senza l'ansia da C&B (e ce ne sono sempre) e mi da modo di entrare nel set col giusto vigore, con la sensazione ben radicata di essere il premio.

Altro motivo di influenza sul frame è il wing. Non v'è dubbio che wing differenti condizionano il nostro tipo di game, a prescindere dal rapporto di amicizia o complicità che si ha col wing stesso. Ieri ho sargiato per la prima volta con Mad e nonostante le profonde differenze vi è stata armonia e sostanziale equilibrio, cosa che con altri wing non riesco a sentire così in profondità.

In questo caso suggerisco di scegliere il proprio wing in relazione agli obiettivi comuni e allo stile di game che ognuno sviluppa nel proprio percorso di crescita puistica. Con questo non intendo dire che il wing ideale deve essere simile a noi, ma bisogna scegliere il wing che riesce a capire il nostro game e ad inserirsi a tono e nei momenti giusti.

Con il giusto wing il nostro frame verrà amplificato dalla sicurezza di avere una spalla valida al nostro fianco nei momenti vuoti del game. Paradossalmente questa sicurezza sarà sufficiente a darci la spinta per annullare questi momenti vuoti da soli.

Con il frame granitico, una spalla solida e un set nel mirino il game può fluire rapido scivolando sopra l'opener fino al close.

Ieri sera abbiamo aperto molti set, e non ricordo di aver utilizzato due volte lo stesso opener. Il primo dei due set più succulenti è stato aperto da Mad con il JGF in un modo così convincente che ci credevo anch'io, quasi. Il mio compito è stato di isolare la CB che era partita subito con uno ST ("dici che è un tuo amico per dire che sei tu??") e dare campo a Mad con l'HB7(?). Qui ho fatto game di rapport senza pretese, per circa 20 min. Il secondo set, in realtà una lonewolf, è stata aperta da me con un opener in via di sperimentazione e Mad ha proseguito bene wingandomi quando necessario. Il game è stato pregno di NEG (più o meno sottili) tutti in tono C&F, e tutti calibrati a dovere e intervallati a deboli IOI, in una sorta di P&P in cui l'HB non si è mai sentita "sotto accusa". Al momento dell'eject infatti si è prodigata per cercare di trattenerci, rammaricandosi del nostro abbandono.

Per arrivare ad un frame di riferimento che ci permette di condurre due game differenti a seconda dall'HB che ci troviamo di fronte è necessario lavorare molto sulla convinzione di essere il premio e comportarsi adeguatamente. Per me significa mandare quel paese quei set che ti parlano con sufficienza ejectando e facendo loro capire, con garbo, l'indelicatezza del loro atteggiamento senza cercare di forzare a tutti i costi il loro interesse nei nostri confronti, fin quasi a sembrare needy.

Arrivare a possedere un frame adeguato ogni volta che sargiamo non è facile. E non è nemmeno una cosa che arriva in automatico con l'esercizio. Deve essere più una forma mentis, un reale disinteresse dei risultati, in modo da accantonare le ansie che minano la stabiltà del nostro game e ci impediscono di vedere con occhi lucidi le reazioni della HB, ponderando le nostre azioni future.

Con l'augurio di un frame imperituro...

SJ

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MaD.
Il frame: molti ancora pensano che essere in frame sia sinonimo di avere il morale alto. Niente di più sbagliato.  

Essere in frame è molto differente.  

Quando si è in frame si ha più che altro la sensazione di essere invulnerabili, si ha  l'impressione che non ci sia rifiuto che ci possa far desistere dai nostri obiettivi, senza peraltro essere euforici o tenere comportamenti falsamente baldanzosi che magari possono essere facilmente piegati da un C&B. Insomma essere in frame vuol dire essere tranquilli e sicuri di sè, anche se si è con le palle girate per tutt'altro motivo.

Il mio frame di riferimento è quindi molto pacato all'apparenza, ma granitico. Questo mi permette di approciare senza l'ansia da C&B (e ce ne sono sempre) e mi da modo di entrare nel set col giusto vigore, con la sensazione ben radicata di essere il premio.

niente di più vero.

i due ingredienti per un frame cristallino sono:

mente riposata e sana.

se si è riposati e lucidi mentalmente (quindi senza troppo alcol in circolo che peggiorerebbe le cose) si hanno le energie necessarie per cogliere le occasioni al volo ed interagire in modo determinato, ad alta energia, che nello street serve molto.

tranquillità e relax

più si riesce ad essere tranquilli ed a proprio agio mantenendo alto il livello di spensieratezza, più questo mix si trasmetterà alle HB che durante l'interazione tenderanno ad assumere esse stesse, inconsciamente.

importante dunque -soprattuto per lo street- è vestirsi in modo da sentirsi liberi e sargiare con lo spirito del puro divertimento, con la voglia di conoscere nuove persone, di lasciar loro un segno, un piccolo ricordo di noi.

Altro motivo di influenza sul frame è il wing. Non v'è dubbio che wing differenti condizionano il nostro tipo di game, a prescindere dal rapporto di amicizia o complicità che si ha col wing stesso. Ieri ho sargiato per la prima volta con Mad e nonostante le profonde differenze vi è stata armonia e sostanziale equilibrio, cosa che con altri wing non riesco a sentire così in profondità.

In questo caso suggerisco di scegliere il proprio wing in relazione agli obiettivi comuni e allo stile di game che ognuno sviluppa nel proprio percorso di crescita puistica. Con questo non intendo dire che il wing ideale deve essere simile a noi, ma bisogna scegliere il wing che riesce a capire il nostro game e ad inserirsi a tono e nei momenti giusti.

Con il giusto wing il nostro frame verrà amplificato dalla sicurezza di avere una spalla valida al nostro fianco nei momenti vuoti del game. Paradossalmente questa sicurezza sarà sufficiente a darci la spinta per annullare questi momenti vuoti da soli.

ieri ne è stata la prova.

ci trasmettevamo pacatezza e sicurezza l'un l'altro.

è stata una delle poche volte in cui mi sono sentito genuino fino in fondo con HB socnosciute, ero spontaneo, naturale.

sono dell'idea che le tecniche siano come paletti che utilizziamo per rialzare la nostra autostima, per acquisire sicurezza, e, una volta acquisita, riusciamo a far uscire il nostro vero io, a comportarci come realmente desideriamo.

questo processo di evoluzione può ovviamente ripetersi ogni volta che si inizia a sargiare, attraverso il riscaldamento con i primi set riacquistiamo quella sicurezza che magari si è adagiata per motivi esterni (stress ecc.) e torniamo ad alto livello.

e personalmente ripeterò questo finchè non riuscirò a rendere il processo il più naturale ed automatico possibile.

Con il frame granitico, una spalla solida e un set nel mirino il game può fluire rapido scivolando sopra l'opener fino al close.  

Ieri sera abbiamo aperto molti set, e non ricordo di aver utilizzato due volte lo stesso opener. Il primo dei due set più succulenti è stato aperto da Mad con il JGF in un modo così convincente che ci credevo anch'io, quasi. Il mio compito è stato di isolare la CB che era partita subito con uno ST ("dici che è un tuo amico per dire che sei tu??") e dare campo a Mad con l'HB7(?). Qui ho fatto game di rapport senza pretese, per circa 20 min. Il secondo set, in realtà una lonewolf, è stata aperta da me con un opener in via di sperimentazione e Mad ha proseguito bene wingandomi quando necessario. Il game è stato pregno di NEG (più o meno sottili) tutti in tono C&F, e tutti calibrati a dovere e intervallati a deboli IOI, in una sorta di P&P in cui l'HB non si è mai sentita "sotto accusa". Al momento dell'eject infatti si è prodigata per cercare di trattenerci, rammaricandosi del nostro abbandono.

nel primo mi sono rimasto stupito io stesso dalla facilità con cui ho aperto l'interazione. ottimo l'isolamento tempestivo del CB da parte di SJ.

nel secondo è stato esilarante il modo in cui SJ ha mandato l'HB a farmi uno scherzetto, un chiaro esempio di frame dominante.

grazie a tutti per la splendida serata.

alla prossima :D

MaD.

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