Vai al contenuto

Laboratorio Mindset


Edmond Dantes

Messaggi raccomandati

Edmond Dantes

Premessa:

Ho utilizzato la funzione " ricerca" fino ai primi sintomi della sindrome del tunnel carpale, trovando contenuti utilissimi su mindset e credenze ma pochissimo su come cambiarli nella pratica spicciola.

Lo scopo che da vita a questo 3d è quello di riportare strumenti PRATICI per il cambio delle credenze.

Cosa intendo per strumenti pratici? Questo è quello che vorrei scoprire.

Quello che so è cosa non intendo: " devi cambiare il tuo mindset" è un consiglio ottimo, ma non ha valenza pratica.

Sarebbe come dire " devi scopare di più". Si, ma come?

Laboratorio Mindset

Dall'ultimo aggiornamento del mio diario sono cambiate un sacco di cose.

Senza l'aiuto di quella grazia divina che, pensandoci adesso, sembravo aspettare.

Mi sono dato da fare. Veramente però, non ho finto di migliorarmi con in mente una riserva di scuse pronte all'uso.

Ho iniziato a uscire per il gusto di farlo, nei posti che voglio frequentare. Da solo o con altre persone, selezionandole e frequentando quelle con cui sto bene e scartando quelle con cui non ho feeling ma che incontravo per una questione di " social proof".

Il lavoro grosso l'ho fatto sulla timidezza: grazie ad un percorso che ho terminato ( e che ho procrastinato per 2 ANNI), ho cambiato atteggiamento con le persone. Scambio battute con persone mai viste prima, guardo negli occhi le persone, esprimo me stesso con molti meno freni e questo mi giova. Quasi quanto fare sesso.

Ho trovato un lavoro: è un ambiente lavorativo con Uomini rudi, il che mi sta giovando per la mia situazione di nice guy.

In questo percorso, ho approcciato una commessa e mi sono piaciuto molto: penso sia stato l'approccio più soddisfacente della mia vita.

E non per il risultato, che è il suo numero di telefono.

Perchè lei mi piace veramente, è molto bella. Non è " non mi piace, ma devo abbattere l' AA, quindi ci vado a parlare", ma " è davvero molto carina rispetto alle poche che ho avuto, ma io voglio lei". Sono fiero di queste grandi piccolezze.

Veniamo al dunque.

Ho capito l'importanza del mindset con il percorso sulla timidezza:

sono giunto alla conclusione che la mia timidezza era legata a doppio filo alla paura del rifiuto, dell'esclusione dal gruppo.

Quindi stavo zitto come un'ameba per non essere escluso.

Minimizzando, direi paradossale.

Con questo ragionamento ho avuto un cambio di mindset ed è superfluo dire che procede molto meglio su questo fronte.

A catena, con della sana auto-osservazione e autocritica, ho individuto molteplici mindset che mi portano innumerevoli svantaggi.

Con la mia esperienza ho capito che razionalizzare attraverso domande specifiche è un buon metodo per cambiare questi benedetti mindset.

Esempio: Sono timido.

- Perchè?

Paura del rifiuto/ Giudizio altrui/ Esclusione dal gruppo.

Pensandoci, la timidezza non risolve in alcun modo il rifiuto.

Semplicemente, subdolamente, attraverso la timidezza, ti escludi personalmente dai rapporti sociali.

- Come ti comporti tu con le persone che si auto-escludono?

Probabilmente, malinterpretando, penserai che tu non gli vada particolarmente a genio e di conseguenza non andrà a genio a te, escludendolo a tua volta.

- Cosa cambia realmente se una persona ti rifiuta?

Tizio/a mi ha rifiutato, mi ha tirato scemo e mi ha fatto fare la figura del coglione.

Questo cosa cambia nella realtà? Nulla.

Potrai avere ancora amicizie? Si. Potrai conoscere ancora persone? Si. Potrai mangiare, bere e dormire? Si. Potrai fare sesso? Si.

Cosa cambia nelle realtà se una persona ti ha mostrato disprezzo? Nulla.

Il mio problema è che cambiando mindset attraverso il "solo ragionamento", esso risulta ballerino: per 3 giorni è al suo posto, il 4° si sfasa. Devo quindi tornare a razionalizzare il tutto per renderlo di nuovo efficace.

Sono convinto che servano esperienza a supporto dei mindset per renderli più forti e su questo punto l'unica è viverne il più possibile.

Quali sono gli strumenti, le modalità, i mezzi, gli esercizi utili per cambiare le nostre credenze?

Qual è stato il vostro modus operandi per abbandonare le vostre credenze e instaurarne di nuove?

Modificato da Edmond Dantes
  • Mi piace! 4
Link al commento
Condividi su altri siti

Asap.

E' proprio quello di cui sono alla ricerca pure io da un po' di tempo.

Applicavo il tuo stesso metodo, analizzavo mie paure in modo razionale, cercando una visione da diverse prospettive e non soltanto dalla mia, profondamente influenzata.

Quello che facevo io era cercare di correggermi sul momento, quelle volte che riuscivo a cogliermi sul fatto...

I risultati, se così possiamo chiamarli tali, c'erano... ci sono... ma l'abitudine è una brutta bestia.

Solo finchè non li fai tuoi, e forse neanche allora, riesci ad avere pace

Quello di cui sono convinto ora è che ci si deve correggere sul momento, ma un infinità di volte.

Questo è come sto provando ad agire ora.

Funziona? Si e no

Si perchè al momento ne sei veramente convinto. Magari per un po', come dici te, ti rimane

No perchè è facile credere di aver fatto un passo avanti, quando in realtà il mindset "corretto" sta già abbandonando la tua mente rimpiazzato dal precedente o da quello imposto dalla società. Abbassi la guardia e sei praticamente a punto e a capo... Quel che ti rimane è pochissimo

O forse sono io che sbaglio qualcosa...

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Edmond Dantes
Inviato (modificato)

Sai, ho provato anche io a dare delle direttive al mio pensiero " in corso d'opera".

Io personalmente, quando mi trovo in una data situazione e metto in atto un comportamento a me sgradito, che reputo controproducente, poco efficace, " poco voluto".. E provo a mutare il mio comportamento.. BOOM.

Parte un carnevale di pensieri. Un vortice da cui, una volta entrato, fatico ad uscire e tornare nel "quieora".

I possibili scenari sono questi:

- 7 volte su 10: continuo a tenere il mio comportamento sgradito, con l'aggiunta di stress dovuto ai pensieri ansiogeni ( " non sono riuscito neanche questa volta" " Devo migliorare" " Sono una merda")

- 3 volte su 10: Hai presente quando pensi per più di 10 secondi a cosa dire? Quando hai una battuta che nella tua testa è geniale, prendi coraggio e la butti fuori.. E passa la palla di fieno stile far west? Sembro esattamente uno di quegli stronzi attori italiani su rai1.

Lavorando sulle mie credenze relative alla timidezza, nei " tre giorni buoni" ho notato un particolare affascinante: sparita. PUFF.

In alcune situazioni è stato come se mai in vita mia fossi stato timido. Ho razionalizzato solo una volta uscito dalla situazione, proprio perchè mentre ero dentro non mi hanno sfiorato i pensieri che mi torturano " il quarto giorno". Zero blocchi, libertà.

Credo di aver intuito il potere dei mindset.

Ma ho l'impressione di essere in autostrada con una Vespa, non so se mi spiego.

Modificato da Edmond Dantes
Link al commento
Condividi su altri siti

dickinson1

io ultimamente sto dando meno peso ad alcune cose...

su cui non ho particolare responsabilita'.

O meglio,su cui non voce in capitolo.

Se altri hanno la responsabilita' e il diritto di decidere,allora lo lascio fare.

Soprattutto se si tratta di roba loro...

e sto parlando dell'ambito lavorativo.

Se va bene a chi sta sopra,allora si fa cosi'.

Inutile alle volte farsi troppe domande ( troppe,non neanche una) ...

Link al commento
Condividi su altri siti

Edmond Dantes

Grazie Dickinson per il tuo punto di vista. Credo però di essermi espresso male.

Partiamo da un esempio: il mio mindset sul buio.

Fino all'età di 15 anni ho avuto dei problemi ad addormentarmi al buio. Mi addormentavo con una fonte luminosa, grande o piccola, SEMPRE.

Dai tempi delle elementari fino a 12 anni, ne ero praticamente terrorizzato:

complice sicuramente la visione di film horror in età precoce ( uno su tutti " L'esorcista"), storie sull'uomo nero e forse anche una propensione naturale a temere l'assenza di luce.

Crescendo, approssimativamente dai 12 ai 15 era rimasto più che altro il "timore": dormivo sempre con una lucina accesa, ma nei casi in cui ciò non era possibile, ne facevo a meno. Mi addormentavo con più fatica, ma riuscivo.

Poi:

- l'età avanzava e risultava sempre più strano, per me e per gli altri, dormire con la lucina accesa.

- Ho iniziato a dormire a casa di amici, di parenti o in albergo durante le gite: per orgoglio, sapendo che non era "normale", mi forzavo a nascondere questa mia paura. L'unico modo per tenerla per me era dormire con la luce spenta.

- Conseguenza dell'esperienza, ho iniziato a convincermi che nessun demone si impossessava del mio corpo, alcuna mano martoriata e in decomposizione spuntava all'improvviso da sotto il letto e nessun uomo veniva a prendermi, sequestrandomi addirittura un anno intero.

Quanto tempo è trascorso dal momento in cui ho iniziato a dubitare del mio mindset allo switch effettivo? Tipo una decade.

Esempio #2: alcool.

Avevo l'atteggiamento medio della massa: bevo per non pensare, per disinibirmi.

Sul forum avevo letto molte opinioni al riguardo, ma ho fatto " orecchie da mercante": come un fumatore che legge sul suo prezioso pacchetto che il fumo uccide.

Lo sa, ma ne è davvero consapevole?

Quando ho iniziato a ESSERE CONSAPEVOLE che mi ubriacavo per non affrontare le mie paure, per attutire i rifiuti delle ragazze, perchè " fa cool", perchè allevia la pressione sociale, perchè deresponsabilizza e ancora mille altri perchè.. Ho iniziato a ragionare in modo diverso.

Quindi non bevo più? No, bevo ancora. Ma è cambiata la mentalità: bevo quando e nelle quantità che decido io. Per piacere, non per necessità.

Quanto tempo è trascorso dal momento in cui ho iniziato a dubitare del mio mindset allo switch effettivo? Tipo un lustro.

Secondo la mia personale visione della questione, questi sono cambi di mindset "naturali": tramite esperienze e rielaborazione delle stesse, si arriva al cambiamento.

Questo è perfetto, dagli sbagli si impara!

Però. C'è un però. Ci vuole tempo. Troppo tempo.

Contando che ho 23 anni, è partendo da un'aspettativa di vita di circa 75 anni, mi rimangono 52 anni di vita.

Contando che possiedo parecchi mindset errati, se " lascio che il destino faccia il suo corso", mi aspettano 52 anni di innumerevoli mindset errati.

Probabilmene 52 anni di frustrazione, intrappolato dai miei stessi pensieri infruttuosi.

Senza indagare sulle cause che mi hanno portato ad avere questi mindset, voglio cambiarli CON L'INTENTO.

Attraverso strumenti, modalità, mezzi, esercizi .

Ho la convinzione che esistano dei modi per farlo in tempi ragionevoli. Attenzione: ho detto ragionevoli, niente AB rocket style.

Per sviluppare i muscoli, bisogna seguire un regime alimentare, svolgere determinati esercizi e ripetere il tutto con costanza.

Anche lavorare sollevando grossi carichi porta ad uno sviluppo muscolare, ma con risultati inferiori e in un lasso di tempo maggiore.

La domanda è: come si sviluppano e potenziano i mindset?

Se lascio tutto al suo posto, probabilmente avrò un "mindset generale accettabile" tra 15 anni. A 38 anni. Come posso accellerare i tempi, mettendocene 5?

Non 5 mesi, 5 ANNI.

PS: Ho dato per scontato che tu abbia avuto questo cambiamento tramite il " naturale corso degli eventi. Mi scuso sin da ora se ho dedotto erroneamente.

Volevo comunque sviluppare meglio l'argomento.

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Edmond Dantes

Quindi nel forum tutti a dire: "cambia mindset" ," devi avere la giusta mentalità "," sbagli mindset, quello giusto è... " e poi nessuno sa come lavorarci su? Che delusione.

Link al commento
Condividi su altri siti

Bad-boy

LA PSICOCIBERNETICA

Uno dei segreti principali alla base del benessere e del successo consiste nell'allineamento dei propri obiettivi e desideri alla propria immagine interiore di noi stessi. Molte condizioni quotidiane di malessere, infatti, nascono dall'impossibilità di cambiare la realtà e richiedono un cambiamento personale che non può limitarsi solo all'aria dei comportamenti ma che deve coinvolgere piuttosto l'intera concezione di sé stessi. La Psicocibernetica è un approccio di aiuto alla mente nato a partire dagli studi di M. Maxwell relativi a concetti e ad approcci psicologici utili per affrontare le problematiche dellidentità che egli ha riscontrato in alcuni casi in seguito alle operazioni da lui praticate come chirurgo plastico.

Questo metodo, basandosi sull'applicazione dei principi della cibernetica al cervello umano, offre strumenti di cambiamento basati sulla programmazione mentale di nuovi modelli di pensiero e di azione e sulla stimolazione di nuovi apprendimenti volti a orientare verso nuove e positive immagini di se stessi.

Immagine dell'Io, benessere e successo

Un importante pilastro concettuale della psicocibernetica e delle sue chiavi di cambiamento è il concetto psicologico di immagine dellIo.

Ogni persona porta con sé quotidianamente una immagine-guida che dirige le proprie azioni, i propri sentimenti e l'intero comportamento. Essa è un ritratto interiore, un profilo personale che contiene delle credenze su se stessi, più o meno definite e più o meno consapevoli, che strutturano quella che viene denominata "immagine dell'Io.

Tale auto-immagine rappresenta il metro di valutazione di se stessi, un manuale interiore che contiene ciò che si ritiene di essere e di valere e che comprende, di conseguenza, anche ciò che ci si può aspettare da se stessi e ciò che ci si merita e a cui una persona può aspirare.

L'origine di questa fotografia profonda di se stessi si rintraccia nel passato di ogni persona, nelle sue esperienze di successo e di fallimento, nelle frustrazioni, nelle esperienze di gioia e di vergogna, nelle reazioni degli altri nei propri confronti, e corrisponde ad una costruzione dell' Io percepito che inizia a strutturarsi nella prima infanzia, ma che viene integrato nel corso di tutta la vita.

Conseguentemente, tutti i sentimenti sperimentati su se stessi, come la sicurezza o lincapacità vissute in relazione alle esperienze che compongono la propria storia personale, derivano dall immagine dell'Io, che spinge ad agire come se si fosse la persona che si ritiene di essere.

Di conseguenza, quando un'idea su se stessi entra a far parte di questa immagine diventa "vera" per la persona, la quale comincia ad agire basandosi su di essa e a comportarsi "come se" essa fosse vera, attivando facilmente quello che viene definita "profezia che si auto-avvera che è in grado di rafforzare, sua volta, l'immagine iniziale, generando un circolo vizioso o virtuoso a seconda dei casi.

La presenza di questo nucleo profondo che guida il comportamento spiega anche la difficoltà frequente nel cambiare alcuni abitudini e modi di vivere attraverso un'azione e metodi diretti solo ad aspetti dellinvolucro individuale esterno, ma che spesso entrano in contrasto con ciò che la persona pensa di poter essere nel cuore dellIo.

L'auto-immagine, tuttavia, è una struttura plastica che può essere modificata attraverso lapproccio della Psicocibenetica: essa è il prodotto di un meccanismo creativo che filtra la realtà e le esperienze attraverso le "immagini mentali" che compongono l'immagine-chiave che si tende a mostrare nella vita reale, quella che stabilisce ciò che si può fare, ciò che si può essere, descrivendo quella che è stata definita come "la zona del possibile" di ogni persona.

Dal momento che ciò che uno pensa di sé non deriva dalla volontà, ma dalla composizione in un mosaico di vissuti legati alle proprie esperienze, il cambiamento dell'immagine personale registrata, secondo le osservazioni della Psicocibernetica, può seguire lo stesso percorso senza implicare uno sforzo di volontà o anche in mancanza di quest'ultima, come accade in presenza di problematiche depressive.

Ogni comportamento problematico, alla luce di questa prospettiva di studio, nasce attraverso immagini mentali e attraverso queste ultime può essere modificato, dal momento che il nostro cervello tende ad avvalersi dei dati presenti nella propria memoria sotto forma di immagini, allo scopo di risolvere problemi e di agire in determinate situazioni. L'apprendimento e l'allenamento di esperienze nuove, di nuovi modi di pensare, di immaginare e di agire, anche se semplicemente immaginato, mostra di poter modificare gli schemi tipici di reazione mentale e comportamentale, generando una sensazione di maggiore padronanza che viene assorbita ed entra gradualmente a far parte dell'immagine percepita dellIo.

Il cervello come servo-meccanismo

La Psicocibernetica, inoltre, spiega il comportamento umano applicando ad esso i principi e le conoscenze della cibernetica, una scienza che studia i meccanismi di autoregolazione di comunicazione confrontando le similitudini tra macchine ed organismi naturali, con particolare attenzione alla teleologia e allo studio di ciò che accade e di ciò che è necessario per il raggiungimento di un determinato scopo nei sistemi meccanici.

Secondo la prospettiva psicocibernetica ogni persona possiede un servo-meccanismo, ossia una macchina che può essere usata per migliorare la propria vita, anche se in alcuni casi tale dispositivo può funzionare come un vincolo negativo da riprogrammare.

Tale meccanismo, in realtà, è un importante potenziale di successo e di benessere posseduto grazie al naturale funzionamento del cervello e del sistema nervoso che assolvono a funzioni simili a quelli di una calcolatrice elettronica e di un sistema meccanico che si muove per il raggiungimento di uno scopo.

Più precisamente, le due funzioni innate del sistema nervoso umano, similmente a ciò che si osserva in sistemi cibernetici, sono rispettivamente:

quella di un "cervello elettronico" che tende spontaneamente alla risoluzione di problemi, alla ricerca di risposte ad interrogativi e alla produzione di idee nuove;

quella di "sistema-guida", dal momento che esso conduce nella direzione giusta per il raggiungimento di un certo scopo spingendo, per tal fine, a reagire correttamente all'ambiente.

È possibile affermare, dunque, in modo generalizzato che il cervello umano può operare secondo entrambe le modalità che connotano i servo-meccanismi meccanici. Esso, infatti, si attiva:

1) nei casi in cui il bersaglio o la risposta da dare non sono manifesti e in cui il compito è proprio quello di individuarli;

2) nelle condizioni in cui lo scopo-bersaglio da raggiungere o la risposta da fornire sono noti e l'obiettivo è rappresentato dallindividuazione di queste mete.

Il cervello agisce come un sistema-guida, ad esempio, quando si sta cercando un oggetto all'interno di una borsa senza guardare, esplorando e procedendo per tentativi fino a riconoscere al contatto qualche caratteristica di ciò che si sta cercando.

Un esempio in cui il funzionamento del servo-meccanismo cerebrale è simile a quello di una calcolatrice elettronica è offerto invece dal gesto di prendere un bicchiere dacqua per bere. In questo caso grazie ad un meccanismo automatico, dopo aver scelto lo scopo (bere), il cervello attiva e mantiene azioni, più o meno perfezionate e coordinate a seconda dell'età, volte al raggiungimento di tale obiettivo. In questa prima tipologia di funzionamento meccanico il cervello mostra di essere naturalmente predisposto a ricercare il successo dal momento che tende a ricordare gli esiti positivi e a dimenticare i fallimenti, ripetendo automaticamente le azioni che hanno portato al raggiungimento di uno scopo e diminuendo il numero di tentativi inutili e infruttuosi in esperienze simili successive.

Principi-chiave di psicocibernetica

Esistono alcuni principi fondamentali che hanno portato allo sviluppo di numerosi esercizi di Psicocibernetica e che guidano ogni pratica messa a punto nel contesto di questo approccio.

Uno degli assunti fondamentali su cui si basano i metodi di aiuto realizzati dalla Psicocibernetica in relazione a diverse problematiche psicologiche e comportamentali è, come accennato, l'importanza dell'immaginazione che è in grado di stimolare il servo-meccanismo cerebrale a seguire schemi positivi di pensiero e di azione. Il segreto dell'uso delle immagini mentali come stimolo per i meccanismi automatici di successo risiede nella loro capacità di rendere chiaro l'obiettivo che si desidera raggiungere. Le virtù attribuite all'immaginazione, intesa come un metodo di riproduzione dei vissuti sensoriali, motori e cognitivo-emozionali, derivano dalle scoperte relative alla sostanziale uguaglianza operata dal cervello tra la "realtà vissuta" e la "realtà immaginata", sempre che ciò avvenga attraverso pratiche multimodali di visualizzazione. Il cervello, infatti, nel corso di appropriati e vividi esercizi di visualizzazione allena lapprendimento e l'assimilazione di nuovi schemi nello stesso modo in cui avviene nella realtà. Inoltre, numerosi studi hanno dimostrato che ciò che viene vissuto intensamente a livello immaginativo è in grado di produrre conseguenze psico-fisiche reali, sia a breve che a lungo termine, producendo una graduale ristrutturazione del proprio io interiore. Sulla base di innumerevoli dimostrazioni di questi aspetti, sono stati progettati esercizi di allenamento immaginativo del servo-meccanismo cerebrale per guidare il miglioramento di capacità comportamentali quotidiane, di abilità atletiche, di capacità di comunicazione e di vendita, fino a sviluppare pratiche di miglioramento di aspetti di personalità.

Un secondo principio fondamentale che guida gli esercizi di Psicocibernetica è la cosiddetta "legge di Couè" che sostiene che nello scontro tra volontà e immaginazione, prevale la seconda. Ciò determina la constatazione che non è possibile, attraverso uno sforzo di volontà, modificare comportamenti e abitudini che si sono consolidati nel tempo in seguito ad azioni che derivano dalle proprie immagini interiori, dal momento che sarebbe come parlare due linguaggi differenti. La conseguenza è strettamente connessa al principio precedente: ciò che nasce dalle immagini interiori va modificato con nuove immagini interiori. In Psicocibernetica la vittoria delle immagini sulla volontà favorisce il successo dei percorsi personali di cambiamento anche in assenza di una volontà forte (es. stati di scoraggiamento), purché ci sia una costanza nell'esercizio che generalmente deriva dalla fiducia nel metodo.

Quest'ultima va assicurata rispettando le prescrizioni temporali cicliche che garantiscono il consolidamento di nuovi programmi mentali e quindi il cambiamento comportamentale. Generalmente ogni programma richiede un allenamento di 30 minuti al giorno seguendo un ciclo continuativo di 21 giorni di seguito o, nei casi più complessi, di periodi più lunghi che possono giungere fino a tre mesi comprendendo due o tre ripetizioni di ogni ciclo di base, intervallato da una settimana di riposo.

Infine, la programmazione del servo-meccanismo mentale richiede di limitare gli sforzi consapevoli di cambiamento che possono rappresentare un blocco per il meccanismo creativo automatico: una volta stabilito e immaginato adeguatamente l'obiettivo occorre alleggerire la macchina intellettuale lasciandola agire passivamente e meccanicamente nei contesti in cui si vuole applicare il cambiamento.

Dalla teoria alla pratica: le possibilità della psicocibernetica

Gli obiettivi che è possibile raggiungere attraverso percorsi guidati dall'approccio psicocibernetico sono numerosi come mostra l'esperienza di applicazione in diversi campi.

I più noti esercizi di Psicocibernetica trovano applicazione per favorire:

il rilassamento e l'abbassamento dei vissuti di ansia;

il miglioramento della qualità del sonno;

la capacità di rispondere agli eventi stressanti con azioni positive e di compensazione;

il miglioramento dei vissuti negativi generati dalla presenza di difetti fisici o di malattie;

lo sviluppo di un atteggiamento positivo di ricerca di soluzioni ai problemi basato su luso dellimmaginazione creativa come chiave del funzionamento del servo-meccanismo di successo;

la ristrutturazione dell'immagine di sé e la sua riprogrammazione per il successo e per il benessere;

il miglioramento dell'accettazione di sé e dell'autostima;

il riconoscimento anticipato di situazioni di pericolo o di fallimento;

la destrutturazione di auto-valutazioni negative sbloccando i servo-meccanismi orientati al fallimento e al pessimismo e ricucendo alcune cicatrici emotive;

il controllo delle emozioni eccessive (timitezza, rabbia di aggressività) che possono causare delle difficoltà nelle relazioni interpersonali o dei problemi di somatizzazioni.

Più in generale, l'adozione di semplici esercizi di Psicocibernetica aiuta a programmare cambiamenti positivi in rapporto a numerose abitudini comportamentali, favorendo lo sviluppo di uno stile di vita positivo (alimentazione, attività fisica, relazioni sociali, abitudini lavorative) e l'abbandono di quotidiane dipendenze e vissuti negativi di sé.

Modificato da Bad-boy
  • Mi piace! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

vanhalen

il mindset non si cambia aggratis !

non cambi leggendo un libro , magari ottieni qualche consiglio , e per 2 giorni ti sforzi e tieni il comportamento desiderato , ma poi appena succede qualcosa una piccola brutta notizia o un piccolo inconveniente ed ecco che senza neanche accorgertene sei al punto di prima ,o te ne accorgi solo dopo una cosa come una settimana e ti dici " hei io mi ero promesso di fare questo comportamento invece di questo la settimana scorsa !"

come cambiano le credenze ?

con l'esperienza fisica e vera e propria .

volete un esempio ?

provate a prendere ad esempio un ragazzo a 0 esperienze sessuali e provate spiegargli che le donne amano scopare almeno quanto noi maschi.

magari vi darà ragione perché lui sa bene di saperbe meno di voi ,ma come si comportetà ?

si comporterà come farebbe ovvero crederà che magari la ragazza di turno viene con lui a letto facendo un sacrificio o controvoglia, e il tutto accade perché quando nasciamo non abbiamo riferimenti per il nostro mondo quindi o ce li da la società o ce li creiamo noi facendo esperienza.

provate invece a convincere un pua del fatto che alle donne scopare sia un peso e vi risponderà con un " cazzi tuoi sei libero di pensarlo , ma la mia esperienza mi mostra il contrario e se c'è qualcuno che si stanca fra me e la donna per primo a letto .. spesso e volentieri sono io "

quindi per favore smettiamola con le americanate come mindset ecc...

se uno vuole ottenere un comportamento vincente deve fare l'esperienza cinestetica e reale neccessaria affinche la cambi.

per prima cosa bisogna sempre capire dove sta e qual'è la credenza da cambiare , come seconda cosa bisogna farsi alcune domande da persone intelligenti invece di andare a cercare la formula magica sul manuale sperduto in mezzo ai mille mila pdf.

uno deve chiedersi una sola cosa :

Quali sono le esperienze reali di cui ho bisogno per cambiare i miei riferimenti interni del mondo per cambiare il mio modo di agire e renderlo realtà per me ?

se uno si fa questa domanda significa che per primo ha capito il problema , e in seconda analisi invece di buttarsi fra manuali e psicologi di ogni sorta ha scelto d'intraprendere la strada più efficace in assoluto, ovvero cambiare i propri riferimenti interni del mondo attraverso l'esperienza reale provata sulla propria pelle.

  • Mi piace! 3
Link al commento
Condividi su altri siti

Bad-boy

il mindset non si cambia aggratis !

non cambi leggendo un libro , magari ottieni qualche consiglio , e per 2 giorni ti sforzi e tieni il comportamento desiderato , ma poi appena succede qualcosa una piccola brutta notizia o un piccolo inconveniente ed ecco che senza neanche accorgertene sei al punto di prima ,o te ne accorgi solo dopo una cosa come una settimana e ti dici " hei io mi ero promesso di fare questo comportamento invece di questo la settimana scorsa !"

come cambiano le credenze ?

con l'esperienza fisica e vera e propria .

volete un esempio ?

provate a prendere ad esempio un ragazzo a 0 esperienze sessuali e provate spiegargli che le donne amano scopare almeno quanto noi maschi.

magari vi darà ragione perché lui sa bene di saperbe meno di voi ,ma come si comportetà ?

si comporterà come farebbe ovvero crederà che magari la ragazza di turno viene con lui a letto facendo un sacrificio o controvoglia, e il tutto accade perché quando nasciamo non abbiamo riferimenti per il nostro mondo quindi o ce li da la società o ce li creiamo noi facendo esperienza.

provate invece a convincere un pua del fatto che alle donne scopare sia un peso e vi risponderà con un " cazzi tuoi sei libero di pensarlo , ma la mia esperienza mi mostra il contrario e se c'è qualcuno che si stanca fra me e la donna per primo a letto .. spesso e volentieri sono io "

quindi per favore smettiamola con le americanate come mindset ecc...

se uno vuole ottenere un comportamento vincente deve fare l'esperienza cinestetica e reale neccessaria affinche la cambi.

per prima cosa bisogna sempre capire dove sta e qual'è la credenza da cambiare , come seconda cosa bisogna farsi alcune domande da persone intelligenti invece di andare a cercare la formula magica sul manuale sperduto in mezzo ai mille mila pdf.

uno deve chiedersi una sola cosa :

Quali sono le esperienze reali di cui ho bisogno per cambiare i miei riferimenti interni del mondo per cambiare il mio modo di agire e renderlo realtà per me ?

se uno si fa questa domanda significa che per primo ha capito il problema , e in seconda analisi invece di buttarsi fra manuali e psicologi di ogni sorta ha scelto d'intraprendere la strada più efficace in assoluto, ovvero cambiare i propri riferimenti interni del mondo attraverso l'esperienza reale provata sulla propria pelle.

Belle parole,

Ma la domande del tipico è "come?"

Ho pubblicato qualcosa sulla psicocibernetica che avevo trovato su internet, vi consiglio di approfondire questa conoscenza..

Come dice il collega, cambiare mindset non è un processo che si fa dall'oggi al domani. E avvolte può capitare anche di perderli.

Vi faccio un esempio personale, ieri ero uscito da solo, il mio mindset era "approcciare e venire respinto è farsi umiliare.. Io di di valere molto, non posso farmi abbassare il mio valore da una donna che è pure meno bella di me, sono orgoglioso" mindset sbagliatissimo.

Ma come è che avevo quel mindset quella sera se io jo sempre avuto questo mindset "sono una persona molto socievole, e questo lo sanno tutti, conosco un sacco di gente e mi piace socializzare e conoscere nuova agente, ...."

Perché invece ieri mi sentivo diverso?

Ci sono molti fattori che possono influenzare i nostri mindset. Averli non vuol dire che saranno per sempre uguali e immutabili (sia nel bene che nel male).

Ma si può lavorare per esserne CANSAPEVOLI

e per questo i libri e gli psicologi possono esserti di grand aiuto, snettiamola di dire il contrario. Giustamente non ci si può dedicare solo alla lettura ma bisogna anche sperimentare quello che apprendiamo. Mi pare più che scontato.

Ultimamente ho letto il libro di Roberto re "leader di te stesso" molto utile. Ti insegna a cambiare credenza "che sarebbero quelle che noi chiamiamo mindset" con delle tecniche ispirate alla psicocibernetica, all'autoipnosi, ecc vi consiglio di addentrarvi in questo sapere,

  • Mi piace! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...