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Influenza paterna ed energia maschile.


Steph

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Steph

Buonasera ragazzi.

Vi espongo il mio problema.

Ho 24 anni, e da altrettanto tempo sono in lotta con mio padre.

I "nostri" problemi sono cominciati da prima che la mia memoria prendesse forma (mia madre mi racconta di certi episodi che vi risparmio volentieri), e nel corso degli anni mi sono trovato a dover fare i conti con un genitore che ha sempre tenuto un atteggiamento distaccato nei miei confronti.

Mai un abbraccio, una parola di conforto, una carezza, un "ti voglio bene".

Mai. E non uso le parole a caso.

Quello che ho vissuto, è stato un genitore a larghi tratti assente, ma che non mi ha mai fatto mancare prepotenze, minacce, ricatti emotivi, insulti e giudizi. Tutto questo, nonostante sia stato bilanciato da una madre sempre aperta e comprensiva (ma può un genitore compensare le mancanze dell'altro? Dubito) ha influito molto su ciò che sono ora.

Già, chi sono? Sono un ragazzo abbastanza insicuro, fragile, alla costante ricerca di un modo per riaddrizzare il rapporto con un padre che non mi ha mai trasmesso un grammo di amore.

La mia identità di uomo, la mia energia maschile, risentono di questo vuoto lasciato da mio padre.

Non sono mai stato una frana totale con le ragazze. Neanche un Casanova, questo no, ma negli ultimi 7-8 anni ho avuto rapporti sessuali con una trentina di ragazze diverse. La mia vita sessuale non mi ha mai creato troppo stress.

Ad oggi, però, non riesco a trovare un equilibrio. Come ho già detto, la mia identità traballa, il mio stato mentale cambia drasticamente a seconda della situazione con mio padre.

Vi faccio un esempio.

A volte, mi capita di parlare con lui. Niente di eccezionale, intendiamoci, nessun segno di affetto o cose del genere, MA il fatto di poter stare vicino a lui e godere di una mezz'ora di conversazione, ha un effetto sulla mia psiche che faccio fatica a descrivere. E' come se in quei momenti il vuoto lasciato da mio padre si riempisse piano piano, quasi come mi stesse dimostrando di volermi bene. Mi sento amato, in un certo senso completato.

Non chiedetemi quale meccanismo ci sia dietro (in realtà vorrei chiederlo io a voi :) ), non lo so. So solo che nei momenti in cui il nostro rapporto è stabile (e per "stabile" intendo che non mi insulti e/o minacci senza motivo), la mia personalità cambia. Di colpo, dentro di me nasce quell'energia maschile che sembra quasi nutrirmi, che mi fa sentire felice.

In quei momenti, quei rari momenti, sono me stesso. Entro in contatto con il mio io, e i risultati non tardano ad arrivare: ogni singola scopata che mi sono fatto è avvenuta in coincidenza di questi momenti, e con relativa facilità.

Poi però, magari dopo un giorno o due, una settimana al massimo, ecco che il lunatismo di mio padre torna a colpire. Qualsiasi pretesto è valido per insultarmi, gridarmi conto, minacciarmi. La situazione crolla, e con essa il mio stato emotivo. E' come se quell'affetto di cui ho tanto bisogno venisse violentemente strappato via, portando con se quelle meravigliose sensazioni di benessere.

Inutile girarci intorno: quando ciò accade, non mi sento uomo tanto quanto lo sono in altre situazioni.

Non è un caso che io stia scrivendo di questo proprio oggi. La scorsa settimana, le cose sono andate alla grande. Lo scorso lunedì mio padre ha addirittura accettato di andare a giocare a biliardo per un'oretta, ed ecco che nuovamente quelle sensazioni sono tornate prepotenti.

E come da copione, solamente venerdì mi trovavo nel letto della mia ex, a fare programmi sul futuro e ad amarci appassionatamente, con un sorriso indelebile stampato in faccia e quella meravigliosa e genuina sensazione di mascolità che provo quando lei si addormenta rannicchiata al mio fianco.

Ed oggi, eccomi qui, stanco e depresso, martoriato emotivamente dopo l'ennesima scenata di mio padre, che ha passato mezz'ora a prendersela con me per sforgarsi di chissà quali problemi. Ed ecco che tornano le routine autodistruttive: giornate passate al pc tra un video porno ed una serie TV, senza mai uscire di casa se non per scambiare quattro chiacchere con qualche amico (che in queste situazioni non mi va neanche tanto di vedere).

Ho deciso che mi farò seguire da un terapista, uno bravo, che possa risolvere questa situazione. Non posso cedere il controllo della mia vita a mio padre, e a quasi 25 anni sento che la mia giovinezza sta passando senza che mi abbia regalato le soddisfazioni che merito.

Oggi però, vorrei solamente un vostro consiglio sul da farsi.

Qualcuno di voi ha vissuto un'esperienza simile? Avete risolto? Come?

In che modo pensate che il rapporto con vostro padre abbia influito sulle persone che siete ora?

Vi ringrazio anticipatamente.

Buona serata :)

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gianlucaaa

Neanche io ho ricevuto parole d'affetto da parte dei miei genitori, però in compenso non mi han fatto mancare nulla nel limite delle loro possibilità.

Questo ha influito su di me, nel senso che non so dire ad una persona ti voglio bene, non l'ho mai detto ad un amico, mai ad un'amica.

Ma in ogni caso cerco di dimostrarlo con i fatti quello che sento.

Detto questo, non credo che il carattere di tuo padre possa cambiare, io ti consiglierei se hai un lavoro di andare a vivere da solo o ancora meglio ricominciare una vita andando all'estero.

P.S. io eviterei lo psichiatra perchè il problema non sei tu, ma è il carattere di tuo padre che porta ad essere così, scappa via di casa se ne hai la possibilità, fidati

Modificato da gianlucaaa
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Steph
P.S. io eviterei lo psichiatra perchè il problema non sei tu, ma è il carattere di tuo padre che porta ad essere così, scappa via di casa se ne hai la possibilità, fidati

Forse è vero, ma io questo vuoto devo colmarlo, e visto che da solo non ci riesco...

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gelsomino

Buonasera ragazzi.

Qualcuno di voi ha vissuto un'esperienza simile? Avete risolto? Come?

Non mi piace molto parlare troppo del mio passato, pero' in questo caso faro' un eccezione,io ho vissuto una esperienza simile ,e quante botte ho preso ,per le scuse piu' banali,per le frustrazioni piu' umane,ero un giocattolo ,ho subito di tutto, ho visto di tutto, non avevo mia madre a proteggermi,anzi ,essendo lei una pazza seria A,molte volte lo istigava ancora di piu'.

Quando tornava a casa capivo subito l'antifona,mi bastava guardare il suo viso per qualche secondo,se era tranquillo ,se era felice,se era incazzato col mondo e in quel caso dovevo stare attento ,perche' era violento sia verbalmente ma neanche con le mani scherzava ed avevo sempre paura che potesse uccidermi.

La vita e' una merda ,quando chi ti dovrebeb proteggere ti tratta come uno sparring partner emotivo e tu sei solo .

Il consiglio che posos darti e' quello di distaccarti emotivamente dall'idea padre/figlio che hai in testa,e "rimodulare il rapporto con tuo padre come se tu avessi a che fare con un ubriaco,con cui puoi "dialogare" solo quando e' sobrio,e' difficile da fare,perche hai quell'istinto filiale che ti "gratta" dentro e quello non lo elimini,tu lo ami tuo padre,tu ami l'idea del padre che vorresti avere,che vorresti avere avuto,ma quello non e' un padre ,e solo un ragazzino troppo cresciuto che ha avuto un figlio ,che non sa come gestire,forse non gliene frega nemmeno un cazzo di saperlo!

Il consiglio che posso darti e' ..NON PERMETTERE A QUELLA PERSONA DI DISTRUGGERTI COL TUO AMORE,NON PERMETTERGLIELO,NON GIUSTIFICARLO,COMPRENDILO,MA NON GIUSTIFICARLO!

Con affetto

ps..difendi il tuo AMORE..difendi te stesso..

https://www.youtube.com/watch?v=KV10uV-xx-A

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Steph

Arrivato a questo punto, riallacciare il rapporto con mio padre mi interessa non tanto per il legame padre/figlio quanto per quella meravigliosa sensazione di completezza che provo quando non passa le giornate a mortificarmi. Se un professionista riusciusse a darmi una chiave di lettura con la quale colmare quel vuoto di cui ho parlato, escludendo quindi mio padre dell'equazione della mia pace interiore, mi andrebbe benissimo.

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Sungroove

Ciao Steph, se oggi hai tempo fai un salto in libreria e guarda se c'è questo titolo: "Alla ricerca delle coccole perdute"

L' autore è Giulio Cesare Giacobbe.

È un libro che parla dello sviluppo dell' essere umano, da quando è un bambino, fino a quando la sua personalitá non diventa genitoriale.

Parla inoltre delle difficoltá e degli ostacoli che possono interrompere la crescita dell' individuo, e di come questi ostacoli possano bloccare lo sviluppo della personalitá impedendogli di diventare adulto.

Nel libro ti viene poi spiegato come superare quelle difficoltá, per riallineare la tua personalitá all' etá adulta.

Modificato da Sungroove
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_Daniel_

Ciao, io ho avuto il problema diametralmente opposto, ovvero un padre troppo affettivo, cosí tanto da soffocarmi e reprimere la mia individualitá.

La sua "energia maschile" troppo forte unita al suo affetto un po' appiccicoso non mi hanno mai permesso di esprimermi, poiché ogni azione significava o critiche, o tentativi di sabotaggio, o competizione addirittura...

Il risultato é stato che non ho mai concluso nulla, dopo poco che iniziavo qualcosa venivo scoraggiato e quindi lasciavo perdere...

Ed oggi, eccomi qui, stanco e depresso, martoriato emotivamente dopo l'ennesima scenata di mio padre, che ha passato mezz'ora a prendersela con me per sforgarsi di chissà quali problemi. Ed ecco che tornano le routine autodistruttive: giornate passate al pc tra un video porno ed una serie TV, senza mai uscire di casa se non per scambiare quattro chiacchere con qualche amico (che in queste situazioni non mi va neanche tanto di vedere).

Descrizione perfetta degli effetti...

Come ne sto uscendo?

  1. Prendendone consapevolezza ed escogitando una reazione, piano piano puoi iniziare ad affrontare queste situazioni e rafforzarti
  2. Andandomene di casa (ma nel mio caso ha senso perché il problema é il contrario del tuo, non so se a te potrebbe essere utile)
Modificato da GuerrieroFluido
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Steph

Ciao Steph, se oggi hai tempo fai un salto in libreria e guarda se c'è questo titolo: "Alla ricerca delle coccole perdute"

L' autore è Giulio Cesare Giacobbe.

È un libro che parla dello sviluppo dell' essere umano, da quando è un bambino, fino a quando la sua personalitá non diventa genitoriale.

Parla inoltre delle difficoltá e degli ostacoli che possono interrompere la crescita dell' individuo, e di come questi ostacoli possano bloccare lo sviluppo della personalitá impedendogli di diventare adulto.

Nel libro ti viene poi spiegato come superare quelle difficoltá, per riallineare la tua personalitá all' etá adulta.

Lo farò, grazie mille per la dritta :)

Come ne sto uscendo?

  1. Prendendone consapevolezza ed escogitando una reazione, piano piano puoi iniziare ad affrontare queste situazioni e rafforzarti
  2. Andandomene di casa (ma nel mio caso ha senso perché il problema é il contrario del tuo, non so se a te potrebbe essere utile)

Da parecchio tempo sto valutando di andarmene di casa. Non appena avrò messo da parte qualcosa, passerò sicuramente qualche mese fuori.

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KGF

Non mi va di entrare nei dettagli ma per molti aspetti ho vissuto una situazione simile alla tua, con l'unica differenza che è da quando sono piccolino che mio padre lo vedo sporadicamente, anche se ci sentiamo spesso.

Provavo anche io quella sensazione di vuoto che provi tu e la sfogavo innervosendomi con il mondo, gli altri mi giustificavano sempre per la mia situazione ed io ne approfittavo. Continuavo a cercare in mio padre ciò che avrei voluto fosse stato per me e litigavo spesso con lui.

Poi ho iniziato a vedere la situazione come un mio punto a favore, questa cosa mi ha fatto maturare molto e mi ha insegnato i comportamenti che vorrò tenere con mio figlio e che ora tengo con mio fratello più piccolo.

Tuo padre non è perfetto ma è sempre tuo padre. Poniti con lui in maniera diversa, non cercare la protezione che ti è mancata da piccolo, trattalo come un uomo adulto che ti vuole bene ma che spesso non sa dimostrarlo, sia a te che agli altri.

Voglio lasciarti uno scritto che mi ha aiutato molto:

"Ora ti dirò una cosa scontata: guarda che il mondo non è tutto rose e fiori, è davvero un postaccio misero e sporco e per quanto forte tu possa essere, se glielo permetti, ti mette in ginocchio e ti lascia senza niente per sempre. Né io, né tu, nessuno, può colpire duro come fa la vita. Perciò, andando avanti, non è importante come colpisci, l'importante è come sai resistere ai colpi, come incassi, e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti. Così sei un vincente! E se credi di essere forte, lo devi dimostrare che sei forte. Perchè un uomo vince solo se sa resistere. Non se ne va in giro a puntare il dito contro chi non c'entra accusando prima questo o poi quell'altro di quanto sbaglia."

In gamba

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Uroboro

Non posso dire di aver avuto un padre assente, ma probabilmente molto carente per alcuni aspetti che avrebbero dovuto "stimolare" la mia mascolinità nella crescita.

Un po' come quando sei nella pancia della mamma: quello che esce fuori dipende dalla potenza di quelle due iniezioni di testosterone durante la formazione.

Il risultato è stato che ho dovuto (e lo sto facendo tuttora) lavorare un bel po' per tirare fuori da solo il sole (nel senso di archetipo maschile) che dormiva oscurato dalle tenebre della luna.

La via, l'illuminazione, il modo lo devi trovare tu, ma ce l'hai dentro, non hai bisogno del tuo padre biologico per essere maschio. e non hai bisogno di tua madre per essere femmina.

Però ti assicuro che si può fare. E arrivarci da solo è anche una bella soddisfazione.

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