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studiare in italia conviene ancora?


dariomibtel

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dariomibtel

mi ricordo negli anni 90,quando erano in pochi ad aver il privilegio di andare all'università e una volta terminato il ciclo di studio,la carriera da libero professionista era praticamente assicurata (ingegneri,architetti,commercialisti,avvocati)

Ora vedo tanta disoccupazione e fame qui in italia e mi sono fatto questa domanda : Ma Laurearsi in Italia,economicamente conviene ancora?

Sia chiaro,che culturalmente l'università ti forma,ma dal lato economico siamo sicuri che conviene ancora?

Leggendo dei dati istat,quindi fonti attendibili,risulta che gli stipendi tra laureati e diplomati si discostano di molto poco e il tasso di occupazione complessivo anche,questo a patto di avere una laurea spendibile sul mercato es: ingegneria,economia,medicina,ecc.. ormai lauree come giurisprudenza,si sa sfornano disoccupati.

Una mia amica si è laureata in Architettura e dopo aver fatto ben 3 anni di tirocinio da un Architetto,ora lavora come commessa all''IKEA,Questo mi ha fatto riflettere molto.

Se potessi tornare indietro,dopo la 3 media sarei andato a lavorare imparando un mestiere

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dariomibtel

aggiungo anche che le università in Italia sono tra le più costose in Europa e tra le peggiori,visto che abbiamo una soglia di Laureati ridicola rispetto a paesi più virtuosi come Norvegia,Regno Unito,Svizzera,Germania,Francia

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Ti dico la mia opinione, maturata sulla base di alcune esperienze lavorative e degli studi che sto finendo.

Lauree come ingegneria, medicina e (forse) alcuni rami di economia danno ancora buone prospettive a livello di occupazione. Non pensare però che siano ancora tempi in cui una laurea equivale a uno stipendio abbondante. Molte volte un ingegnere al suo primo impiego guadagna come un operaio senza esperienza (e quindi potenzialmente 5-8 anni più giovane).

Parlando nello specifico di ingegneria (che è il mio campo) mi sento comunque di consigliarla, a patto che uno sia disposto a portarla a termine in modo per lo meno dignitoso, cosa non proibitiva ma impegnativa. Questo ovviamente presupponendo la possibilità materiale di studiare e un minimo di interesse. Quello che vorrei consigliare è principalmente di abbinare al percorso accademico altre attivà formative o pseudo-tali, onde non ritrovarsi a 25 anni con un pezzo di carta in mano e il senso pratico di un nobile francese prerivoluzionario.

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S.Barney

ormai lauree come giurisprudenza,si sa sfornano disoccupati.

Anni fa mi mi capitò di leggere dei dati che riguardavano questo settore.

Si registava un numero spropositato di avvocati senza lavoro, che dopo laurea e tirocinio (si chiama così anche in questo ambito?) si ritrovavano sostanzialmente a scaldare la poltrona o a dover fare altri lavori per tirare avanti.

Nonostante ciò, ogni anno ci sono valanghe di neolaureati che, seguendo lo stesso identico percorso formativo di altri colleghi (che fanno la fame pur avendo più esperienza e una laurea presa con il massimo dei voti), sperano pretendono di sbarcare il lunario nello stesso settore. E questo vale per tante altre occupazioni.

E' una situazione figlia delle condizione economiche di oggi, bene.

Ma non dimentichiamoci che la crisi è uno stato delle cose, un contesto dentro il quale siamo chiamati a muoverci (fosse anche solamente per allontanarcene), ed è semplicemente da incoscienti pensare di farlo nella stessa maniera dei nostri padri. .

E' un periodo storico diverso, particolare se vogliamo. Di conseguenza dobbiamo pensare ed agire in modo diverso.

Oggi il mercato ti chiede apportare un valore mediamente superiore a quanto richiesto 10 anni fa, per un compenso tendenzialmente uguale (e proprio in termini di valore assoluto, non di potere d'acquisto).

E' comprensibile quindi che oggi questi ragazzi facciano la fame: si stanno affacciando in un mercato con una concorrenza spietata, e lo fanno con un bagaglio di esperienze e conoscenze del tutto nella media

Modificato da S.Barney
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dariomibtel

Anni fa mi mi capitò di leggere dei dati che riguardavano questo settore.

Si registava un numero spropositato di avvocati senza lavoro, che dopo laurea e tirocinio (si chiama così anche in questo ambito?) si ritrovavano sostanzialmente a scaldare la poltrona o a dover fare altri lavori per tirare avanti.

Nonostante ciò, ogni anno ci sono valanghe di neolaureati che, seguendo lo stesso identico percorso formativo di altri colleghi (che fanno la fame pur avendo più esperienza e una laurea presa con il massimo dei voti), sperano pretendono di sbarcare il lunario nello stesso settore. E questo vale per tante altre occupazioni.

E' una situazione figlia delle condizione economiche di oggi, bene.

Ma non dimentichiamoci che la crisi è uno stato delle cose, un contesto dentro il quale siamo chiamati a muoverci (fosse anche solamente per allontanarcene), ed è semplicemente da incoscienti pensare di farlo nella stessa maniera dei nostri padri. .

E' un periodo storico diverso, particolare se vogliamo. Di conseguenza dobbiamo pensare ed agire in modo diverso.

Oggi il mercato ti chiede apportare un valore mediamente superiore a quanto richiesto 10 anni fa, per un compenso tendenzialmente uguale (e proprio in termini di valore assoluto, non di potere d'acquisto).

Possiamo accettare questa situazione, oppure andarcene.

il settore giuridico e la professione di avvocato,in italia è sempre stato considerato qualcosa di molto prestigioso,basti pensare che le libere professioni sono soggette ad un trattamento giuridico molto favorevole da parte del legislatore. si è creata una sorta di casta negli anni tra notai,commercialisti,avvocati,architetti. In cui se hai uno studio già ben avviato dai tuoi genitori hai belle prospettive e palate di soldi,viceversa diventare liberi professionista da zero e come buttarsi giu da un ponte

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Il mondo del lavoro è cambiato.

L'istruzione convenzionale funziona ancora per un mondo che non c'è più.

Only the brave.

L'unico consiglio buono per chi ha finito le superiori è di farsi una mentalità in proprio, leggendo libri, in modo da eliminare il lavaggio del cervello subito nei precedenti anni di scuola.

La scuola e l'istruzione convenzionale sono fatte per schiavizzare, non per rendere liberi, sono solo bugie...

Modificato da Arkad
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S.Barney
La scuola e l'istruzione convenzionale sono fatte per schiavizzare, non per rendere liberi, sono solo bugie...

Schiavizzare è un parolone, diciamo che sono indietro di 20 anni buoni, senza contare che molti programmi sono proprio fuori da ogni logica.

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Schiavizzare è un parolone, diciamo che sono indietro di 20 anni buoni, senza contare che molti programmi sono proprio fuori da ogni logica.

Io dico schiavizzare, l'arretratezza e la stupidità arrivano fino ad un certo punto, dopo quel punto deve essere una cosa programmata.

Ci insegnano una storia falsa, sia quella antica, sia quella moderna, concetti di scienza di 40\50 anni fa ormai superati, studiamo su libri scritti da idioti per futuri idioti che sono utili solo per fare del profitto a qualche privato.

Ci insegnano puttanate tipo che garibaldi era un eroe o altre cagate simili (era solo un bandito e un mercenario assoldato dai savoia che avevano bisogno di ripianare i loro debiti, e per farlo hanno distrutto il sud italia e rotto i coglioni al nord est che stava meglio con l'austria, per dire...).

Ci insegnano che viviamo in un mondo fatto di materia, quando in realtà è già stato scoperto che la materia non esiste, è questa può sembrare una cazzata, ma cambia profondamente il modo di essere di una persona, soprattutto se insegnato in giovane età.

Ci preparano come soldatini a prendere ordini da idioti che hanno realizzato ben poco nella vita e che distruggono lo spirito dei ragazzi proprio quando andrebbe incoraggiato.

Poi io dico che non è un caso, ma su questo si può discutere.

Io non voglio assecondare questa mèrda, non voglio neanche entrare nel merito dei lati positivi, se ci sono, sono troppo schifato, mi rifiuto di accettare che un sistema del càzzo del genere possa essere difeso in alcun modo.

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Winton

....per il costo delle rette le universita italiane danno un ottima formazione...parlo di polimi e polito è puoi spenderla ovunque nel mondo con ottimi risultati....a pari livello in uk o negli usa dovresti spendere cifre assurde....Terminata l'università fatti un esperienza fuori dal contesto europa, qualche bel paese emergente

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comeback

Ho espresso il mio parere più volte.

Scrivo col famoso "senno di poi..", quello che purtroppo vivi sulla tua pelle per poi capire molto ma solo alla fine del viaggio.

L'Università ha senso solo nelle top (esistono anche ottime università pubbliche). Ho un parere in generale positivo della formazione universitaria in Italia, seppur è troppo nozionistica e troppo pesante, ma fare l'Università nell'ambiente giusto aiuta a ridurre i tempi, ad avere già durante il corso di studi un buon network (sia studenti che professori) che saranno fondamentali nel futuro, a circondarsi di studenti molto competitivi (con stranieri..), e ad avere ottime possibilità di placement dopo il conseguimento del titolo. Le Università migliori creano gran parte dei dirigenti del futuro, è un dato di fatto.

La motivazione a mio parere sta nel network.

Riguardo la domanda in generale : studiare è sempre un plus, sempre.

Riguardo il discorso Italia, io penso che l'Italia abbia una fortissima presenza di corporazioni, ciò a mio parere va a penalizzare la dinamicità sociale e la mobilità sociale, quindi chi vuol salire.

Tuttavia se sei bravo il lavoro lo trovi anche in Italia, che non è sicuramente un Paese arretrato da un punto di vista economico specie dalla Romagna in su. Ho moltissimi esempi a riguardo di persone brave che lavorano, e riescono anche a cambiar lavoro. Ciò di cui si può discutere sono i redditi che sono ancora troppo bassi rispetti alla media di altri paesi europei, e in particolare la forbice tra dirigenti e neo-assunti (o giovani) è troppo ampia.

Quindi in sintesi :

- università top o ottima pubblica

- prospettiva europea/internazionale già dai primi anni, considerando ovviamente l'Italia.

Modificato da comeback
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