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studiare in italia conviene ancora?


dariomibtel

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^X^

Concordo come sempre con comeback.

Non è tanto la qualità dell'insegnamento che differenzia le università (sono sicuro che in media la qualità è elevata quasi ovunque, anche nelle piccole sedi italiane).

Tuttavia è un dato di fatto che nelle università top incontri persone che in media saranno top, per motivi nobili e meno nobili.

Se non fossi stato iscritto alla mia università, non avrei mai incontrato i soci che mi convinsero ad aprire la mia prima startup, e non avrei conosciuto chi girò il mio CV alle risorse umane della mia prima società di consulenza...

E badate bene: non si parla di raccomandazioni. Ma solamente venire a sapere in palestra che una certa azienda sta cercando un certo profilo, e mandare un cv mirato può fare tutta la differenza del mondo (poi devi essere preparato e farti prendere, ovviamente).

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skyluke

mi ricordo negli anni 90,quando erano in pochi ad aver il privilegio di andare all'università e una volta terminato il ciclo di studio,la carriera da libero professionista era praticamente assicurata (ingegneri,architetti,commercialisti,avvocati)

Ora vedo tanta disoccupazione e fame qui in italia e mi sono fatto questa domanda : Ma Laurearsi in Italia,economicamente conviene ancora?

Sia chiaro,che culturalmente l'università ti forma,ma dal lato economico siamo sicuri che conviene ancora?

Leggendo dei dati istat,quindi fonti attendibili,risulta che gli stipendi tra laureati e diplomati si discostano di molto poco e il tasso di occupazione complessivo anche,questo a patto di avere una laurea spendibile sul mercato es: ingegneria,economia,medicina,ecc.. ormai lauree come giurisprudenza,si sa sfornano disoccupati.

Una mia amica si è laureata in Architettura e dopo aver fatto ben 3 anni di tirocinio da un Architetto,ora lavora come commessa all''IKEA,Questo mi ha fatto riflettere molto.

Se potessi tornare indietro,dopo la 3 media sarei andato a lavorare imparando un mestiere

a meno che tu non abbia possibilità di andare in un università di fama mondiale tipo, tanto perchè in italia facciamo cosi schifo la normale di pisa, la luiss o la bocconi oppure yale etc allora direi che non ti dovresti porre il problema, scegliti un università seria dove la laurea te la danno perchè hai studiato e sostenuto degli esami degni di tale nome... per il resto la tua carriera lavorativa te la dovrai costruire da solo che tu faccia l'uni a milano, berlino o barcellona.

Puoi scegliere due strade

1. ti lamenti dell'italia e dai colpa al ''sistema'' del fatto che non trovi lavoro o non ne hai uno di un certo livello. Discorso che non sta ne in cielo ne in terra perchè l'università non è in nessun modo un passaporto che ti da accesso in modo automatico a lavori di spicco, ma sicuramente è un buon espediente usato dal 99% della popolazione universitaria per giustificare i suoi limiti.

2. ti laurei e poi invece di lamentarti cerchi di capire cosa fare per accedere a ruoli di un certo livello e ti rimbocchi le maniche.

Vuoi andare a studiare all'estero??? vai.... tanto il discorso non cambia.... come si suol dire ''in economia non esistono pasti gratis'' :)

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comeback

X efficace come sempre.

Tra l'altro, riguardo la possibilità di studiare all'estero. Non escludiamo, che attraverso l'Erasmus hai la possibilità di passare sia in triennale che in Magistrale, dei periodi in molti casi anche lunghi all'estero.

Il punto è che spesso usciti da scuola non si è informati.

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olly27

Oggi una laurea non si nega a nessuno

Fateci caso, siamo tutti dottori di sta m..

Scusate lo sfogo :D

Detto ciò, ritengo che non sia una questione se conviene studiare in Italia o no. Dipende, ovvio se avessi avuto disponibilità economiche diverse, sarei andata all'estero.

Nel caso di possibilità economiche basse occorre laurearsi in breve tempo e con un buon voto.

Il problema dell'università italiana è: tanta teoria, zero pratica. Quindi, usciti dall'università sai fare poco e niente.

Le aziende vogliono ragazzi giovani e che imparino in fretta. Consiglio un master e, soprattutto, tanta ma tanta passione per quello che si vuole fare.

Spesso uno si laurea ma non sa cosa farci con quel pezzo di carta. Sono dottore e allora? Quali sono i miei punti deboli, i miei punti forti e come utilizzarli per lavorare? Più sei bravo a venderti sul mercato, meglio è.

Durante il mio percorso di laurea, ho deciso di fare una esperienza di qualche mese (senza essere pagata, ovviamente) in un settore che poco aveva a che fare con quello di cui mi occupo ora ma molto utile: il settore della comunicazione. Bhe, comunicare di essere vincente (anche se non lo sei) ti farà apparire agli altri come vincente. Occorre sapersi vendere, quando accanto a te ci saranno altri 100 dottori, con la tua stessa laurea, probabilmente con una votazione molto più alta della tua, qualche anno in più chissà. Ma se non si ha la cazzimma, puoi avere tutti i 110 e lode di questo mondo. Non vai da nessuna parte.

Detto questo (si, scrivo tanto tanto), consiglio un master post laurea purché insegni a livello PRATICO un mestiere e soprattutto abbia buone convenzioni con imprese e aziende. O è inutile. Io ho fatto un master, ottimo a livello pratico ma che non aveva convenzioni. Di conseguenza, ha rilevanza sul cv ma ho dovuto sgambettare per cercare lavoro.

Ah, per chi volesse sapere, sono laureata in giurisprudenza.

Modificato da olly27
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Se decidessi di rimanere a studiare in italia, io ti consiglierei di scegliere un'università con corsi di studio in lingua inglese, e raggiungere il livello C1 nel più breve tempo possibile.

Poi, in base alle tue scelte future (eventuale trasferimento all'estero per lavoro) e al tipo di laurea e specializzazione conseguita, dovresti investire del tempo per imparare una seconda lingua straniera, ovviamente mantenendo il livello C1 in Inglese.

Esperienze come l'Erasmus, Erasmus Placement e Erasmus + ti aiuteranno per accumulare esperienza internazionale e apprendere le lingue straniere, cercando di non utilizzarle per devastarti il fegato con l'alcool (meglio spendere i soldi in preservativi :D ).

Riguardo le università estere e la scelta di trasferirsi fuori dall'Italia, dipenderà dal tipo di facoltà che hai intenzione di scegliere, la quantità di soldi che hai e la disponibilità all'apprendimento di alcune lingue straniere.

Se per esempio volessi andare a studiare in Danimarca, dovresti avere un C1 in Inglese solo per l'accesso ai corsi di studio (per medicina e odontoiatria vogliono che tu conosca il Danese) e non pagheresti le tasse universitarie perchè le università sono gratis.

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Chamark

Oggi una laurea non si nega a nessuno

Fateci caso, siamo tutti dottori di sta m..

Sono tutti dottori solo in Italia, l'Italia è l'unico posto dove il dopo la "magistrale" e addirittura dopo il "bachelor" puoi dirti dottore. I titoli valgono in base allo sforzo necessario per acquisirli e alla diffusione, per cui si, è vero, in Italia il titolo dottore non vale nulla, a meno che tu non sia dottore in medicina, ma in quel caso non lo diventi dpo 3 o 5 anni.

La laurea basta per trovare lavoro? No! Perchè? Perchè non può essere usata come metro di giudizio delle capacità in maniera obiettiva. Una laurea quando va bene dura 5 anni, per molti 6-7. Il voto dipende in larga parte dai voti accumulati in questi anni, per cui non è una valutazione della persona che ho di fronte, ma una media su tale persona.

Posso esporre uno scenario in cui è positivo che la laurea e il voto non siano vincolanti per trovare lavoro. "tizio" arriva in una città universitaria come Pisa per la laurea, ha passato la sua vita in una scuola superiore di una cittadina di 20000 abitanti, dove era piuttosto bravo. In una realtà come, diciamo ingegneria, è impossibile che riesca a mantenere gli standard di voti precedenti. Questo perchè l'ambiente è diverso, se tiene duro impiegherà forse un anno in più per laurearsi adattandosi ad un ambiente competitivo e di livello nazionale. Sicuramente l'ultimo anno avrà una mentalità diversa e delle capacità superiori che all'inizio. Ma io assumo la persona dopo la laurea, assumo la persona che ho di fronte, non la persona che ha avuto problemi con analisi 2 circa 5 anni fa. Dovrebbe bastare prendere un 110 e lode con tutti 30 per passare il resto della vita a campare di rendita? Fortunatamente no, altrimenti la mobilità sociale non esisterebbe.

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Leopold

Se i posti disponibili sono sempre gli stessi ottimizzare l'educazione e finalizzarla al lavoro cambia poco (almeno che non crei nuovi posti di lavoro).

Alla fine non mi sembra che in Italia per i posti che richiedono alte qualifiche si debba fare ricorso a stranieri. Se ci fate caso gli stranieri nelle aziende italiane (anche multinazionali) sono una percentuale trascurabile. Se il problema fosse la formazione saremmo pieni di stranieri che verrebbero a sopperire la carenza di competenze, invece è vero proprio l'inverso (italiani laureati che vanno all'estero).

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Elmander

Dipende tutto da che facoltà decidi di intraprendere. Comunque a prescindere da questo, dovresti sempre considerare di poter fare un semestre o una specialistica all'estero e poi di specializzarti con un dottorato(PHD), perché all'estero è più considerato della laurea stessa!

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dariomibtel
Inviato (modificato)

Io ho deciso di finire la triennale in Italia e poi andare in Florida da mio cugino come viaggio post-universitario e da li vedrò se rimanere la

Modificato da dariomibtel
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Paolo1986

Il problema dell'univerisità in Italia è che c'è troppa teoria ed è completamente slegata dal mondo del lavoro. Esami pesantissimi, teorici, lunghi. Sembra fatta di proposito per far perdere tempo. Inoltre è completamente slegata dal mondo lavorativo. Te ne esci che sai tutto e non sai fare niente. Ho sentito nei paesi anglosassoni c'è uno stretto legame tra università ed aziende, e le stesse università ti "aiutano" a proporti da un punto di vista lavorativo. Addirittura ho sentito che ti fanno fare le simulazioni dei colloqui lavorativi. Da noi è rimasta questa mentalità del laureato iperdotto zeppo di cultura e nozionismo, ma che alla fin fine non sa nemmeno lui cosa sa fare

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