Vai al contenuto

Il supereroe non esiste


comeback

Messaggi raccomandati

comeback

Ho investito parte degli ultimi anni interessandomi di crescita personale e marginalmente di seduzione negli ultimi due. Ad affascinarmi erano le "dinamiche sociali", la comprensione delle relazioni umane e di quel che io definisco (o definivo) impietosamente "successo". Ho iniziato questo percorso di introspezione e di ricerca, prima dei libri, prima che qualche fottuto manuale mi dettasse in un certo senso le regole, prima del o dei forum. Ho iniziato a scavarmi dentro a volte con rabbia, altre solo con sospetto, volevo solo riuscire a guardarmi al di "fuori" per capire la mia direzione e utilizzare le esperienze per migliorare la mia persona. Fin li tutto bene, fin quando tutto questo è rimasto un percorso per certi versi “distaccato” o dovrei dire naturale, e i risultati in particolare 3 anni fa, furono ampiamente positivi. Superata quella dimensione direi "normale" o un livello conscio, tutto iniziava a presentarsi il suo rovescio, ed essere qualcosa di morboso, non equilibrato. Col passare del tempo quando ho iniziato a riempire la testa di informazioni, nozioni, concetti che non venivano dalla mia vita, dalle mie esperienze ma dall'esterno (forum, manuali ..) ho iniziato pian piano ad estraniarmi, e la mia vita è peggiorata di netto (chiaramente risultati compresi).

Da circa 1 mese ho vissuto una condizione di rigetto, il corpo “ammalato” ha rinunciato autonomamente allo “studio” che per me era paradossalmente la cura, alle mie inefficienze strutturali, interne, emotive. Condizioni normalissime in ogni uomo, ma per me atrocità da combattere. Successivamente al mio ritorno dalla Germania, a margine di una esperienza fantastica ma che avevo vissuto sempre con la solita estraneazione, il solito kit di regole del cazzo, il solito approccio blando con i soliti risultati che non nascondo di commentare come lontani dalle mie aspettative. Ho avuto difficoltà nel riguadagnare la mia prospettiva e ho abbonamento "definitivamente" l' approccio "didattico" (intendo lo studio attraverso la lettura di forum, manuali, libri, coinvolgimento mentale..) a favore della esperienza diretta.

Ero stanco come se non ne avessi più dentro, io ero diventato una cavia da laboratorio, la mia vita in vitro, la mia esistenza vissuta nei tratti di irrealtà del laboratorio, quella vita mi lanciava l’SOS. Avevo accettato esperimenti, avevo deciso in uno slancio di follia di impacchettare la mia bella vita (perché era bella) in nome di un cambiamento di cui non avevo bisogno, capace di alternare il mio equilibrio e quindi le reazioni del mio corpo. Quello che doveva sollevarmi, mi ha sotterrato lentamente, il mio corpo era saturo di una dottrina troppo pesante, quasi imposta da un libro, da un manuale o da qualsiasi altro ordine e "terapia" che non sapesse nulla di me, della mia vita, della mia storia. Tutto quel mondo mi aveva creato un irrigidimento, morale e intellettivo, io ero prigioniero non tanto delle tecniche (di comportamento con le donne o di socialità ) ma prigioniero di non poter essere me stesso. Il presunto cambiamento al prezzo della mia libertà.

Modificato da comeback
  • Mi piace! 6
Link al commento
Condividi su altri siti

comeback

Mi rendo conto che l'obiezione di qualcuno sarà la solita, quella di credermi l'ennesimo "sfigato" miscredente, che si rifiuta per pigrizia o per debolezza di accedere alla grande gloria del cambiamento e del "sogno alpha/pua". Non è cosi’, e non avrei alcun problema di svelare una identità diversa, specie se in una condizione di anonimato come il forum. Non ho mai patito la "fame", non ho mai patito l'indifferenza del mondo e di me stesso, e ho avuto cibo prima che un libro o un utente illuminato mi "istruisse". Nel corso della mia vita (27 anni..) ho vissuto delusioni e scivoloni (talvolta clamorosi e inattesi) come giusto che sia, è vita, ma tantissimi momenti all'apice, momenti di felicità pura e di delirio assoluto.

Io ero vivo anche prima.

Staccandomi da tutto questo, ho iniziato a giudicare meglio il quadro che dipingevo faticosamente per molte ore al giorno. Le macchie di colore su tela, non erano capolavori come pensavo, ma solo toni di grigio che non vedevo e a volte nemmeno di colore, solo vuoto.

Il risveglio mi ha fatto male, un dolore interiore in ogni modo sopportabile, ma avvilente e giorno dopo giorno riuscivo a conoscermi meglio, a vedere il cammino e la “reale” direzione percorsa.

Ero anestetizzato, ossessionato dalla ricerca della perfezione, dalla ricerca di una strada che in fondo non esisteva se non nella mia mente, dal dover apparire comportamentale sempre in un certo modo, dall'idea di voler essere seduttore ad ogni costo e ovunque, senza condividere i miei spazi serenamente. Le mie relazioni sociali, la mia considerazione di esse, erano diventate totalmente sfasate, nevrotiche, irreali. A parte situazioni in cui sono stato giustamente duro nel chiudere alcuni rapporti di amicizia (e non), o momenti in cui in modo più o meno ragionevole ero eccessivamente rigido con tutti : le mie regole erano irremovibili e punitive, l'alpha doveva dominare e mal digeriva divergenze o probabili colpi personali che in realtà sarebbero dovuti essere vissuti solo con un pizzico di menefreghismo e null'altro (buon viso a cattivo gioco).

Ho iniziato a dividere le persone per categorie, non era la mia cattiveria a farlo, ma la mia "missione alpha".

Ho iniziato ad allontanare tutti gli afc o pseudo tali, perchè pur volendomi bene mi "rovinavano". Non erano all'altezza, non di me (non ero cosi’ presuntuoso) ma del mio progetto e della mia visione.

Tutto questo mentre la vita premiava e ricompensava gli “altri”, in tutti i sensi e con abbondanti grazie e successo verso quelle che per me erano solo “persone normali”, che io definivo come anonime. Era quella che io chiamavo la "rivincita dei normali", non comprendevo alla luce delle mie regole perché loro vincevano con strategie elementari e persino senza, mentre per me era solo un percorso in salita.

  • Mi piace! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

comeback
Inviato (modificato)

Ho accantonato le persone con queste giustificazioni sommarie, futili, bizzarre, rinunciando a tante persone che a dispetto di tutto mi volevano bene davvero e mi stimavano. Sappiamo quanto questo è difficile. Ho distrutto network potenti e ampi costruiti in anni e anni di fatica e lavoro sul campo, trovandomi in molti casi anche da solo.

Ho fatto tutto questo senza cattiveria, ero vittima di una idea malsana, quasi immaginaria che mi diceva "tu non hai bisogno di nessuno". Ho ignorato le persone, dando per scontato che dovessero darmi retta solo perchè io vivevo nella mia mente la condizione di "aspirante" alpha.

Credo di aver perso qualcosa come 100 contatti distribuiti in tutta Italia e all'estero. A conti fatti se ognuno di loro ad un nostro incontro avesse portato 3 amici, la stima arriva a 400 persone.

Ho perso donne, perchè corteggiarle per me era quasi un modo di sentirmi uno zerbino e perché provarci con maggiore intensità era un qualcosa che solo oggi è rientrato nella mia testa come un processo normale. L'alpha doveva entrare in scena e chiudere in poco, spaccare la partita, altrimenti un bel next. Ho provato frustrazione per i "non so", per i rifiuti (sempre avuti anche quando ero al top) e per tutte le situazioni nelle quali non riuscivo a prevedere l'andamento di un set. Ho provato gioia smisurata per le volte in cui chiudevo, cosa più che normale nella vita umana.

Ho preso opportunità uniche per cercare a tutti i costi di essere una persona che in fondo non volevo, rinunciando alla bella persona che ero e che per anni mi ha permesso di avere una vita semplice ma che mi dava tutto.

Sono tornato in Calabria a metà di Giugno, sono diventato per la prima volta zio, vedendomi prima trasparente e poi proiettato nell'ombra di me stesso, in uno slancio di involuzione (e di non-felicità) ho fatto la scoperta più interessante e ho compreso finalmente chi avevo di fronte, chi fossi davvero.

Porto dentro il dolore e il rimorso per tutto questo, per non essere riuscito a vedere che in fondo avevo già tutto, provo rabbia per non essermi goduto al meglio quello che la vita mi ha passato davanti, i posti e le città che ho visto, e chi ho incontrato.

Non intendo incolpare il forum o i libri di tutto questo, ma questa non e' la mia prospettiva, io rifiuto questa pericolosa proiezione di me stesso, la mia indole snaturata mi è costata molto, oggi spero di trovare l'energia giusta per ripartire daccapo. Spero la vita mi dia una nuova opportunità.

Continua..

Modificato da comeback
  • Mi piace! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

comeback

E' il passo più importante : raccontarmi.

Chi sono realmente.

Non sono mai stato un "afc", e nemmeno una qualche proiezione "perdente", fatto eccezione forse intorno ai 16. Parliamo di adolescenza, dunque di molti anni fa, periodi lontani dai miei 27.

Procedendo all'indietro, ero una persona che risultava interessante, tendevo molto ad attrarre le persone, quindi anche le ragazze. Ero un ragazzo carino, piacevo, ma credo che ci fosse in me una energia quasi magnetica. Di carattere e di interessi, ero molto dinamico, facevo sport, leggevo, scrivevo, un periodo provai persino a suonare, ascoltavo molta musica, avevo buone e cattive frequentazioni, ero imprevedibile, ero una bella personalità, ma non costruita.

L'evento che mi ha cambiato la vita fu il fidanzamento, nel 2009, sui 21 anni di iniziare una storia più seria. Lei aveva appena due anni e mezzo in meno. Fu una storia importante, la "seconda", ma idealmente rappresento' una svolta emotiva, emozionale senza precedenti. Non è' mia intenzione tediarvi su questa storia, e su mille dinamiche che la resero più impervia, ma chi vi scrive ci stava dentro ed era ben innamorato. Progettavano molto nel lungo termine, e quando arrivammo io a 23 e lei a 21, tra due giovani rampanti partirono anche promesse di impegni futuri. Chiaro che oggi tutto questo ha un senso diverso.

Un pomeriggio di primavera di ben 4 lunghi anni fa, io e lei ci accordammo di raggiungere l'agenzia di viaggio e decidere di partire per il nostro primo viaggio all'estero (per me sarebbe stata la prima volta).

Eravamo stati due o tre mesi prima in Toscana, e quello fu ufficialmente il nostro primo viaggio "lontano", la politica fatta di restrizioni dei suoi genitori era molto aggressiva ma accettavo abbastanza pacificamente.

Le cose tra me e lei andavano male, ero io a rincorrerla, io a cercarla, io a parlare di noi e questa "spiacevole" novità andava avanti da circa 3 settimane. Cercavo di non pensarci, non ero certo duro come adesso, nella mia mente mi ponevo delle attenuanti e speravo che passato il periodo tutto sarebbe tornato come prima. Un giorno mi vide un nuovo bracciale al polso e una nuova T-shirt, mi chiese dove avessi comprato il bracciale, per poi soffermarsi a dire che le piaceva. Qualche giorno dopo mi rifece la stessa domanda. Le risposi allo stesso modo credendo fosse un gioco, era seria.

Torniamo a noi.

Avevamo preso un appuntamento per quel pomeriggio, salita in auto aveva gli occhi spenti e non mi guardava negli occhi. Usciti dall'agenzia di viaggio, non decidemmo nulla, ma dopo 10 minuti con una scusa del non sentirsi bene (esami universitari) mi chiese di riportarla a casa. Erano appena le 19.50. Di solito non saremmo rientrati prima delle 23.

Tornato a casa, mia madre si sorprese nel vedermi già di ritorno. Entrai in stanza, alle 20.40 mi arrivò una sua telefonata, risposi.

Mi disse che si sentiva diversa, che la storia era finita, non mi amava o non ne era più come prima e che era meglio così.

Le chiesi spiegazioni, ma conoscevo lei abbastanza, così dopo 20 minuti, decisi di chiudere. Chiamai una amica e due amici, la mia amica era fuori sede, gli "amici" invece erano troppo impegnati per me. Presi l'auto e iniziai a muovermi senza una meta, finché accostato lungo una stradina iniziai a piangere senza fermarmi.

I giorni successivi li passai in casa, non ho molti ricordi ma il cambiamento sia emotivo che nelle abitudini era palese. Il primo sabato sera a casa, fu orrendo. Intanto tutti o la maggior parte dei presunti amici si era dileguata dalla mia vita, alcuni si erano totalmente assorbiti nei loro rapporti con le rispettive ragazze che si sentivano infastiditi se li cercavi. Non potevo poi frequentare più nemmeno parte del gruppo di lei, li conoscevo in verità poco (sbagliando), ed erano ben compatti e so che ancora oggi hanno mantenuto quei rapporti.

In un attimo ero rimasto di fatto totalmente solo, ed era la prima volta che percepivo tutto questo.

Link al commento
Condividi su altri siti

comeback

Dopo non molti giorni nei quali non la cercai, mi chiamo' con una scusa piuttosto grossolana. I miei occhi si illuminarono, ora ero io a poter "comandare", ma tempo 2 minuti l'euforia passo' di fronte ad una nuova verità. Voleva solo sentirmi e non tornare con me. Chiudemmo la telefonata, ora era davvero finita.

Il giorno dopo chiesi spiegazioni per quella telefonata, senza però venirne al dunque.

Qualche giorno più avanti, dopo averla cancellata da Facebook (tra l'altro non mettevamo mai foto), uscì per raggiungere un amico. Decisi di muovermi in anticipo, così per 15 minuti fui costretto a girare solo in auto. Mi trovai nei pressi di casa di lei, quando la vidi con un tipo, si presero per mano e tornarono in auto. Fu un colpo durissimo, stavo male ma reagì bene e raggiunsi il mio amico. Smisi di parlare completamente, finché gli raccontai l'accaduto, il mio amico dopo nemmeno 45 minuti dal nostro incontro mi disse che doveva tornare perché doveva vedere la ragazza. Ho sempre avuto mio malgrado "amici" avevano una idea evidentemente alterata dell'amicizia.

Quella sera sarei dovuto rimanere a casa ma mi mossi in anticipo, e rimediai un appuntamento. Tra l'altro rimediato su Facebook, con una chat alle 2 di notte, tornato a casa ubriaco. Magari vi posto lo screen, dovrei averlo.

Lei era molto graziosa, io avevo 23 anni e lei 19. Uscì per perdere tempo e raggiungemmo un posto sulla costa a qualche km da casa. Passai tutta la serata a sorbirmi i discorsi di lei che aveva appena finito il liceo, era appena stata in vacanza e mi raccontava dei suoi giorni da ubriaca, e poi non ricordo nemmeno cos'altro. Ero provato e lei nemmeno mi interessava. La serata però non stava andando male, c'era una festa in una piazza, l'aria era divertente quando la mia ex continuo' a cercarmi, in modo così insistente che risposi. Disse che mi aveva visto passare nel pomeriggio in auto, e che non dovevo farmi strani pensieri. Certo.

Chiudi la telefonata e rimasi con la bionda che nel frattempo si era fatta già l'idea di chi mi avesse chiamato. In quegli attimi si è' poco razionali, ma le dissi che non era importante.

Non successe nulla e a dire il vero non ricordo nemmeno dove la riaccompagnai, mi disse che ci saremmo magari risentiti dopo la sua seconda vacanza.

Dalla vacanza torno', e torno' pure fidanzata. Intanto scoprii che era la ex di un mio amico di famiglia (più piccolo di 3 anni, 20 enne all'epoca) che smisi di parlarmi.

Link al commento
Condividi su altri siti

comeback
Inviato (modificato)

Non ricordo come ma arrivo' l'estate e passo' persino in fretta. Lei la passo ' con lui, il lui per il quale mi aveva lasciato. Tradito e umiliato, gettato come un panno vecchio, mi barcamenavo in una vita strana, dai tratti distratti, preda della confusione : un giorno ero a casa, l'altro pure e l'altro ancora rientravo alle 5 del mattino aggiungendomi ai primi nuovi amici che mi capitavano. Il tempo passo', uscii con delle ragazze, mi concessi l'attesa e presi le più interessanti, arrivo' Settembre.

Dovevo rimboccarmi le maniche, pensare in grande, niente più alibi. Niente più scuse. Compresi che nessuno mi avrebbe aiutato a venirne fuori, il mio "team" storico di amici mi aveva mollato in buona sostanza, il loro apporto per la mia risalita era nullo, a loro non interessava nulla se non loro stessi. Volevo uscire, conoscere nuove persone, vivere, a loro non importava, vivevano nel loro mondo con le loro relazioni sentimentali simbiotiche. La maggior parte delle persone conosciute nella mia vita sono stati quei classici amici che non appena prendono una, mollano gli amici. Però poi tornano.
In più notavo che da parte di qualcuno del "team", c'era quasi una forma di sadismo nei miei confronti come se quella mia sofferenza provocava piacere. Purtroppo era così, a qualcuno rodeva così tanto il culo evidentemente per situazioni pregresse (invidie etc..) che aveva atteso anni pur di sperare che "fanculo a M. prima o poi dovrà girare male..". Eppure ero sempre stato loro amico. Per la cronaca : ora so che del team nessuno più si parla fra loro, e parliamo di persone che in alcuni casi si conoscevano dai primi anni di vita.
Chiusa parentesi.

Riguardo me era tempo di reagire in modo "concreto", senza lasciarsi tritare nei ricordi, nelle canzoni che mi riaffioravano ricordi non tanto di lei ma di giorni felici. Niente più proclami ma azioni.
Sono un istintivo, non amo le mezze misure e non preservo mio malgrado le apparenze, così arrivato ad un punto di rottura emotiva col team, sparii nel nulla.
Non avevo più nessuno, così iniziai a uscire solo con il cane. Giuro. O talvolta andavo in giro con lo scooter o cose di questo tipo.
Passai svariati weekend a casa in quel Settembre.
Mollai il nuoto che associavo alla mia ex, e decisi di cambiare sport iniziando a fare più palestra, poi iniziai a provare altre attività come il tennis, canoa, e soprattutto correvo.
La corsa mi diede molto, negli ultimi mesi da un fisico sportivo ero ingrassato di diversi kg.
La prima sera che corsi (all'aperto) feci 3/4 km, poi pian piano incrementai e aumentai di intensità.
Era settembre, a volte mentre correvo tra il sudore, piangevo, stavo liberando il dolore.

Modificato da comeback
  • Mi piace! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

comeback

Ripartire, era questo l'obiettivo.

Settembre fu la svolta, ma dovevo ancora pagare qualcosa. La mia ex tornava a farsi sentire, come nel più classico dei classici, la sua nuova scelta persi i caratteri della novità e penso' bene di rispolverare il passato.

Non accettai, venne persino più volte sotto casa, cerco' mia sorella e mia cugina (erano amiche) ma nulla, imposi un muro. Non ero però ancora maturo, ragionavo da "uomo ferito", quando avrei dovuto semplicemente pensare che era giusto così perché io meritavo molto di più.

Di carattere sono un "incassatore", interiorizzavo quel disgustoso epilogo. Non potendo arrivare a me, rimase con lui, prendendo una piega "psycho" : credendo di essere il piccolo petalo ferito sotto la mia scarpa e inventando cose assurde.

Nel frattempo subentrarono diversi problemi nella mia sfera personalissima, a livello familiare e anche di salute. Il quadro ora era nero, mentre guidavo la mia riscossa andando verso il nemico, ero stato colto alle spalle. Non mi dilungo, ma fu durissima.

Finalmente per fine anno riuscì a crearmi una parvenza lontana di vita, ma riuscì se non altro nel primo obiettivo : sentirmi sicuro di me stesso o sentirmi su un percorso di crescita.

Passai il giorno di Natale con i miei e le restanti festività pure, fu un collasso emotivo perché mi immaginavo altro ma non era ancora arrivato il mio momento.

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

comeback

L'anno successivo fu quello giusto.

Gli allenamenti mi avevano restituito una condizione fisica ottima, i problemi di salute erano superati e avevo ritrovato la fiducia.

In quei giorni acquistai il mio primo libro di crescita personale : le 48 leggi del potere di Greene. Non avevo mai considerato l'idea di imparare da un manuale, non aveva senso raccattare qualcosa altrove, meglio imparare da se, quindi pur acquistando mi limitai solo a poche pagine e lo chiusi.

Intanto trovai i giusti network e risalii rapidamente. In due mesi scarsi, credo di aver conosciuto circa 300 persone, finii persino a far parte di varie associazioni.

Avevo compreso le regole e le chiavi del gioco : astuzia, ipocrisia (varia da persona m quasi tutti lo sono), falsità, opportunismo, strategia.

Furono dei mesi molto interessanti, avevo costantemente impegni e uscite, e nella stessa serata avevo più opportunità. Non fui fortunatissimo con le donne, avevo le mie situazioni aperte, ma non trovavo quella giusta o non si creava la condizione giusta. Questa poca fortuna rimase una costante per molto tempo.

In quel periodo divenni molto amico di un ragazzo conosciuto in associazione, facemmo "gruppo" per mesi, sembrava che lui subisse forte la mia influenza nonostante non fosse uno sprovveduto. Io ero l'unico che lui per certi versi "subiva", ma per me era un amico molto caro e se ero diventato un abile giocatore con gli altri, con lui mostravo solo il mio lato più vero.

Questa crescita in ambito sociale duro' per diversi mesi, circa da gennaio a aprile, ormai avevo una base solida e la mia scelta di rinnovare tutte le amicizie storiche aveva pagato.

Da aprile iniziai a frequentare più un gruppo di ragazzi che erano per me degli afc, o forse solo dei ragazzi con poca iniziativa. Loro li sentivo amici e io avevo bisogno degli amici. A margine di diversi episodi, compresi che il trade-off era tra amicizia che ricevevo ma anche annullamento della mia persona, erano davvero spenti.

Intanto iniziai a non trovare più motivazioni nuove, ormai ero entrato in una sorta di grande routine e non riuscivo ad uscirne. In verità ad oggi avrei dovuto spingere più per una Ltr, visto che era ciò che desideravo.

Dovevo trovare qualcosa di nuovo.

Link al commento
Condividi su altri siti

comeback

Era strano che dopo aver lavorato duramente per avere certi livelli di socialità, sentissi di fatto una assenza o scarsità di motivazioni. In verità le faccenda era più chiara, dovevo solo guadarmi dentro e comprendere i miei obiettivi (volevo cosa?). Volevo una Ltr, era per di più questo il mio desiderio ma prima di tutto era volere una ragazza come desideravo.

Intanto iniziai a leggere quel libro che tenevo relegato su una mensola : le 48 leggi del potere di Greene.

Quel libro era la teoria di tutto quello che avevo fatto in pratica. Era incredibile, sembrava di leggermi.

Ad oggi lo reputo un capolavoro, una coscienziosa ricostruzione della società moderna e delle persone, una sorta di estensione del più famoso libro di Tzu.

Il libro di Greene è' un libro ipocrita, induce a pensieri frutto del calcolo, della strategia, e ha poco cuore, ma è' un libro che insegna la vita e a starci dentro.

Intanto partii per Milano dove lavorai per poco meno di 2 mesi (circa 7 settimane), fu una delle diverse città in cui ho vissuto lontano dalla Calabria. Non mi adattai molto bene, non per la città che mi piaceva seppur cara, ma non ebbi troppo tempo in più un alloggio periferico in condivisione, né riuscì a trovare il network giusto se non uscite normali.

Nel frattempo siamo ormai a fine Giugno, avevo un amico in Olanda, anche lui calabrese ma aveva fatto università altrove ed era in Erasmus con l'idea di trattenersi.

Avevamo storie vicine, ed eravamo abbastanza amici. Mi invitò a trovarlo.

Così partii per l'Olanda.

Link al commento
Condividi su altri siti

gianlucaaa

Incredibile, per alcuni versi sembra di leggere la storia della mia vita anche io 27enne.

Seguo con molto piacere e spinto dalla curiosità leggerò anche io il libro di Greene.

Modificato da gianlucaaa
  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...