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Credi, a chi c'è passato! (L'importanza del Freeze!!)


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Matteocorvetto1987
Il 28/10/2015 alle 07:24 , Human ha scritto:

Salve Gente, intervengo nuovamente con un post in questa sezione perchè mi sembra che si stia un po uscendo fuori dai binari.

Vedo troppi commenti a sfavore del Freeze, troppe incertezze, troppe paure quando lei torna, se torna.

Ben vengano le osservazioni proprie, e sia sempre elogiato il pensiero ribelle e disfattista che si getta contro le cose ritenute dogmi imprenscindibili e assoluti.

Ma non è questo il punto delle cose.

Intervengo per dirvi che ci sono dei concetti fondamentali di cui ogni Uomo, a Mio parere, in queste situazioni deve appropriarsi.

Il primo è che l'Amore (Vedi ATTRAZIONE condita con complicità, abitudine e affinità) non ė e non sarà Mai un qualcosa di stabile.

Non è e non sarà Mai un meccanismo che se si rompe allora non si può più riparare, o se si rompe allora non era buona la macchina.

L'Amore (Vedi sopra) ė un fottuto sentimento, e come tale è mutabile, malleabile e non ferma Mai il suo mutarsi e divenire ora qualcosa di forte, ora assenza.

Quindi toglietevi dalla testa frasi come:

Lei è andata via, non mi amerà mai più.

Se lei torna non è mai per Amore.

Ecco: Sono fottute stronzate, per Amore non lo è MAI stato.

Ma non perchè l'Amore non esiste, esiste eccome, ed è un sentimento più forte dell'Attrazione, pur essendone diretto discendente.

Ma vi dico, non lo è Mai stato perchè quando lei vi ha conosciuto, non era la per Amore, ma perchè volenti o nolenti la stavate attraendo.

Quando Lei se ne è andata è perchè volenti o nolenti avete fatto mancare un principio cardine dell'Amore: l'ATTRAZIONE.

Quando Lei tornerà sarà perchè volenti o nolenti avrete fatto ritornare le stesse meccaniche che possono ricreare attrazione.

È tutto qua, semplice e conciso, non è la favoletta Disney, è Vita dura e cruda di cui un uomo dovrebbe conoscere l'essenza e non trincersarsi dietro negatività e attacchi che prendono le sembianze di porte di pietra poste sul proprio cammino.

In secondo luogo, il No contact, Freeze, o come cazzo lo vogliate chiamare è non qualcosa di utile ma è FONDAMENTALE!!

Sia che la rivogliate o meno.

Ci sono storie che si interrompono per motivi futili o per la poca presenza dell'Uomo, sono rare..ma ci sono.

Per via di questi motivi, quando una storia finisce è sempre bene passare una manciata di giorni (massimo una settimana) a cercare di ricucire il rapporto.

Senza lagnarsi, implorare, piangere o attaccare, semplicemente parlarne civilmente e vedere se ci sono possibilità, e se i problemi che hanno portato alla rottura sono risolvibili.

Questi sono casi RARISSIMI; ma vale la pena tentare.. se si riesce, bene, si corregge la rotta e si va avanti, altrimenti..

Altrimenti FREEZE..

..Freeze come acqua fresca e ghiacciata dopo settimane di cammino tra la sabbia rovente ed il sole dannato di un deserto..

..Freeze come una cura che ci distrugge completamente una malattia che ci rovina la vita..

..Freeze come una scopata con più donne dopo mesi di rottura di cazzo con una donna frigida e scassacazzo..

..Freeze come un fottuto vento di Vita, in un grigiore di melmosa nebbia spenta e velenosa..

Il FREEZE è oro puro, oro colato, e solo Io e tutti quelli che ci sono passati sanno quanto sia stato difficile capirlo e quanto poi di siano dati dei coglioni.

In passato ho avuto i vostri stessi dubbi:

-E se Lei poi si scopa l'altro perchè Io non ci sono?

-E se lei non sente la mia presenza e quindi mi dimentica?

-E se lei pensa che non ho le palle di lottare e riconquistarla?

-E se lei.. lei, lei, lei e lei??

Permettetemi di dirvelo, con il cuore in mano.. non è così che si riprende Noi stessi e poi si riprende la propria donna.

Lei ora non vi vuole, voi siete deboli e talmente appestati dalla sua presenza che lei lo sente a km di distanza.

Pensate che questo per una donna sia attraente? No.. non lo è.

Chi pensate sia più attraente per una donna?

Quello che resta a cercarla e a sedurla dopo che lei gli ha dato il bigliettino di solo andata verso il cestino, o quello che con dignità prende e se ne va per i cazzi proprio, sapendo il proprio valore e pensando che a perderci sia Lei!?

Restando, le confermate solo che siete quello che lei pensa e che abbia fatto bene a lasciarvi!!!

È vero, il freeze non sempre te la riporta subito (Anche se spesso succede) non è detto.

(E mi sento anche di dirvi, per fortuna!

Troppi sono i casi di riconquiste senza lavoro su se stessi, con conseguenza di rottura nuova nel breve periodo.)

Ma avrete sempre la possibilità di riaffacciarvi voi e rigiocarvela senza essere puzzolenti e marci di Lei, e senza avere vivida nella sua memoria la vostra debolezza negli ultimi momenti della storia, insieme a tutte le cazzate che avreste potuto fare per riprendervela.

E male che vada, se lo stesso non ne vorrà più sapere.. avete dalla vostra di esservi ricostruiti e accettare molto meglio la cosa.

Ma.. non cadete nell'Illusione che se foste rimasti sarebbe tornata, perchè sarebbe stato solo un macello delle vostre carni e della vostra dignità, fino a che la sua essenza di donna non vi avrebbe fagocitato e rigurgitato, come il più schifoso degli uomini, sulla strada bagnata e inerme della disperazione.

E credetemi, non mi pongo dall'alto con questo post, ma come un fratello, uno di Voi, che ci è passato e che sa quello che sta scrivendo, e che tutt'ora sta passando una situazione simile..

Non si è MAI e poi MAI immuni dalle one-itis, il piacere è strettamente legato alla sofferenza..

Soffrire per una perdita vuole dire aver goduto pienamente e in maniera massimale una presenza..

Viceversa, non si soffre.. ma si gode poco, veramente poco!

Ma la differenza comunque c'è..

La sofferenza c'è sempre.. solo..

.. solo si è più duri, più forti e veloci nel processo di recupero, e più saggi nel sapere come funzionano e stanno le cose.

Per questo vi dico, non sono uno di quelli che vi dice di lasciar perdere, scoparvene altre mille e lasciar perdere quella che volete; e se avete letto bene capirete anche perchè.

Ma non sono neanche uno di quelli che vi dice

di andare dritto a riprendervela e che lasciarla perdere sia una cazzata, e se avete letto bene, capirete anche il perchè di questo.

Solo solo un "Nessuno" che vi dice:

Fate quello che cazzo volete, e inseguite quello che desiderate!!

Perchè per uno il massimo è scoparsene una dietro l'altra, e per un altro sarà avere una compagna di vita, che magari è proprio quella che si è perso perchè non si conoscevano tanto cose.

Ma sono qua anche a dirvi, che se volete percorrere una strada, sia essa riprendervela, o fottervene e andare verso la mltr con settanta ragazze da 10 dietro il culo, bene, fatelo! Ma fatelo bene!

E per farlo bene, dopo una rottura, le strade necessitano sempre di una componente FONDAMENTALE: il FREEZE.

Spero di aver tolto ogni dubbio su di esso, o almeno aver scalfito un po la vostra resistenza nel mettere da parte questa benedetta ragazza per un po di tempo!

Un saluto, Gente! ;)

Grazie di cuore per questo post!

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Squaddush
Il 21/12/2018 alle 16:16 , Improve Your Skill ha scritto:

212 pagine e  quasi nessuno che rilegga bene il primo post...

Questo fa capire quanto l'unica cosa che conti non è il freeze o il non freeze. Conta il percorso, tanto in questi momenti leggi/ascolti solo quello che vuoi vedere/sentire.

Io compreso.

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Matteocorvetto1987
7 minuti fa, Human ha scritto:

A Voi.

A Volte basta una foto, qualcosa di ritrovato tra le trame di cose accumulate per casa, un profumo, una foto che di sfuggita scappa tra le notifiche, una parola di un amico che la nomina...
Delle Feste... come queste.
E Lei è là, ritorna come un male silenzioso che prepotentemente si insinua dentro ai pensieri rattrappendo la ragione e accartocciando quel poco di stomaco che rimane. Di colpo riaffiorano i "Perché?", i ricordi, i momenti in cui la tenevi tra le braccia convinti di avere trovato del pulito in questo maledetto mondo. Ritornano le illusioni, la voglia di quelle labbra, dei suoi orgasmi o semplicemente di un attimo, occhi negli occhi a non dirsi un cazzo, ma non serviva altro. Le illusioni urlano, ti chiamano con una voce suadente a cui è difficile resistere, e spesso ci si getta in mare, senza speranza, alla ricerca di un maledetto attimo di respiro in quell'Inferno.

E ci si perde, forse con nessuna intenzione di ritrovarsi, ma di lasciarsi andare a quelle onde di agonia e benevolenza, che cullano quell'idilliaca speranza che un messaggio, un gesto un rantolo di pietà possa essere accettato per le vostre carni.
Ma così non è. Siete uomini, e per quanto vi sia detto di crescere, maturare e scolpire il vostro corpo e mente come inumane carcasse disprezzanti di ogni sentimento, la realtà è un'altra.
la realtà è che amate, amate, e alcuni sono condannati ad amarne più di una. Che nonostante vi sia richiesta l'imperturbabilità davanti a quelle labbra, a quegli occhi, la verità è che se lo foste, non sareste vivi.
Vivi di sentire quel dolore, pure dopo averne fatte altre dieci, perché siete uomini, non quelle dolci graziose creature che sviluppano visioni a tunnel di infinito uno per volta. Che potete godere di una, un'altra e ancora un'altra, e pure sentirvi morire perdendone una di quelle dieci. Figurarsi se eravate in monogamia con una di loro.

E non è debolezza, non è essere checche, è essere umani, sentire il cuore fermarsi per qualche attimo, durante queste feste, davanti a qualcosa che ve la ricorda..
Chiamati a combattere un'altra maledetta battaglia.

Che siamo stronzi, figli di puttana, bastardi, perché ad un uomo non è stata mai data pietà, e non la chiedete, non vi sarà data.
Anche questi giorni non avrete stuoli di ragazze pronte a consolarvi, e anche se l'avreste, non vi capiranno, saranno solo attimi di piacere che non potranno mai capire la vostra condizione, non avrete la comprensione di qualcuno, a voi è richiesta la forza di rialzarvi e combattere. Non perché ve ne freghi, non perché non sentiate il dolore della carne, del sangue e delle ferite fresche nel corpo, ma perché non potete indietreggiare, non potete.
Non verrà nessuno a salvarvi, Nessuno, figurarsi lei.

Dovete combattere contro quell'impulso di ricerca di quella pillola di zucchero dolce, che possa alleviare quell'amarezza e quel dolore.
Non funziona così, non servirà a nulla ricercarla lì, ancora una volta, dove l'avete persa, dove la potrete riperdere. 
Riparerete una falla nella roccia con della carta velina... forgerete creature claudicanti e fragili, e vi scolpirete sorretti da una dolce creatura che vi avrà in pugno.
So che sentite la nostalgia, che quel dolore vi spezza la gola, che vorreste nuovamente le sue carni sotto i vostri denti per sbranarla da mattina a sera, anche solo fosse per un'ultima volta.
Ma scriverle, sentirla, ricontattarla, ricercarla ora, non vi ridirà questo.
Che sì, magari qualcuno di voi riotterrà le sue labbra, la sua fica sotto la sua lingua e suoi orgasmi, ma si condannerà da solo. Si sarà solo fatto mettere l'ennesimo tampone a quella ferita copiosa e profonda, che sta urlando e vi sta dicendo che qualcosa non va, non va.
Non va perché non potete affidare la vostra felicità ad una creatura così dolce e instabile, le cui emozioni vacillano come foglie al vento.
Vi state consegnando nelle mani di una bimba e le state chiedendo di salvarvi da quel dolore.

Quel dolore, quel fottuto dolore che non finirà mai.
Non finirà Mai perché fa parte della vita, delle cose, del continuo muoversi in questa tempesta che dovete imparare ad amare ed affrontare da soli.
Solo così, sarete in grado di poterla abbracciare, perdonarla, perdonarvi e dirgli grazie per quel dolore.

Quel dolore appartiene ad ognuno di noi, ognuno, e non potete tamponarlo con una bimba, con dieci, cento, non potete. Non potete consegnarvi così.
Quel dolore non finirà, e si ripresenterà a voi con il conto, come di una ferita ignorata che si infetta giorno per giorno, sino alla cancrena.
Accettate che la vita non è perfetta, che è un fottuto casino, e giocate con lei, sfidatela e fateci a botte sino a richiederle il sangue. Cadrete, ancora e ancora, a volte vincerete e l'obbiettivo è strappargli quanti più sorrisi potete, quanti più momenti da conservare, senza cercare panacee che non esistono, ma ben sapendo che quel dolore fa parte del gioco e che nessuno verrà a salvarvi.

Ora pensate a questa nostalgia, e figuratevi quell'attimo in cui premerete invio o cercherete un'altra volta il suo sguardo. Non vi sto dicendo che sia sbagliato, che non sia umano sentire quello che sentite, vi sto dicendo di figurarvelo. Sentite le vostre dita che digitano quel messaggio, le vostre dita che premono quel campanello o la vostra voce che la chiama. Ora pensate a lei, che vi risponde, e torna da voi, a guarire le vostre ferite, a lenire quel dolore.
le sue labbra, lei tra le vostre braccia, quello sguardo, la sua piccolezza e i suoi orgasmi sotto le coperte.
Sentite quel benessere, quella piacevole sensazione di calore e di pausa da questa lotta che affrontate giorno per giorno.
Bene.

Tutto questo sembrerebbe la migliore delle ipotesi, ciò a cui tutti anelate in qualche modo.
Ora pensate a cosa è quell'abbraccio, quell'amore sotto le coperte. Cosa avete richiesto e cosa avete consegnato a quella bimba se non la vostra felicità, eleggendola a panacea di tutti i vostri mali. Schiavi di quel nettare che può togliervi o ridarvi piacere, felicità. Nettare che lei custodisce e su cui voi non avete potere, parola, nulla.
Un guinzaglio al vostro collo che avete donato a lei, che non sa di cosa farsene, perché persa esattamente come voi.E presto vi farete male, condannerete entrambi a quel supplizio che porterà lei a farvi e farsi del male.
ma è una scelta, potete farlo...

Oppure...
Oppure potreste resistere a quell'impulso, a quella panacea, accettando quel dolore, accettando che la vita non va quasi mai come cazzo vogliamo e che bisogna combattere. 
Che ognuno di noi ha delle salite da compiere, delle traversate. Spesso in mezzo al deserto, con il sole che batte e i rovi che tagliano le carni, senza un attimo per respirare.
Traversate che portano a scorci sublimi, da guadagnarsi a fatica, maledicendo i giorni, gli attimi, fino a guadagnarsi quegli attimi di respiro, quei momenti sublimi che valgono davvero e che non sono tamponi momentanei per quelle ferite, ma valore da acquisire, che vi sussurra di avercela fatta.

Squarci, che potrete poi condividere, padroni di quella felicità che vi sapete guadagnare da soli.
Felicità che sarà accompagnata dal sangue e dal dolore, come tutto, ma che avrete guadagnato voi, senza che nessuno venga a salvarvi per qualche attimo, per poi farvi ripiombare nell'Inferno.
A quel punto, pensate di tornare da quella bimba, prenderla per mano e dirle di seguirvi che volete farle vedere quella felicità.

Pensate a questo e a questa maledetta differenza.
la differenza che intercorre tra chiedere ad una bimba di salvarvi, al salvarla.
Tra elemosinare un attimo di respiro da lei, a donarglielo voi stessi dipingendole un sorriso sul volto.

Questa è la scelta che siete chiamati a fare ogni volta, ed anche oggi, in questi giorni, in cui preme quella voglia di una boccata d'aria da questo inferno.
Potete respirare per un attimo, forse, e cercarla, come pretendendo da quella piccola e dolce creatura una salvezza, oppure affrontare questo maledetto dolore, stringere i denti e continuare, anche con le ferite che non vi danno pace, ancora e ancora, sino a salvarvi da soli. tornando poi a lei, o a qualsiasi altra bimba, abbracciarla e dipingerle un sorriso sul volto, ora che sapete...
Ora che sapete come affrontare questa vita, senza bisogno di nessuna e nessuno.
Ora che potrete condividere quei dolci momenti, donando, senza la pretesa d'essere salvati, offrendo valore e non elemosinando.

Come sempre, la scelta, è vostra.
Vi posso lasciare solo questo scritto, e questa immagine, che forse parla più di mille parole.
Forse l'istinto vi aiuterà, nel comprendere la giusta via, tra un Lupo che si fa salvare e guidare da quella dolce bimba, o un lupo che la va a salvare, stringendola e proteggendola, nonostante le sue ferite siano il doppio più numerose e profonde delle sue.
che la stringe, e gioca con la vita, nonostante quel dolore, nonostante il sangue...
Nonostante tutto.

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Te riesci a scrivere il maledetto dolore che ho dentro, stamattina ho deciso...nessun augurio, nessuna chiamata, mi ha messo in una trincea a vedere se fossi in grado di lottare e istintivamente lotto, sono stremato, ferito forse quasi morente e non lo so.

Ma continuerò a lottare non dev'essere lei a salvarmi da questa trincea, devo essere io che ne esco da solo, da solo, contro ogni aspettativa e allora si che brillerò.

Grazie @Human ai miei occhi il tuo modo di scrivere ed esprimere questo mostro che ci divora è fantastico e mi aiuta.

Buona feste di trincea

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32 minuti fa, Human ha scritto:

A Voi.

A Volte basta una foto, qualcosa di ritrovato tra le trame di cose accumulate per casa, un profumo, una foto che di sfuggita scappa tra le notifiche, una parola di un amico che la nomina...
Delle Feste... come queste.
E Lei è là, ritorna come un male silenzioso che prepotentemente si insinua dentro ai pensieri rattrappendo la ragione e accartocciando quel poco di stomaco che rimane. Di colpo riaffiorano i "Perché?", i ricordi, i momenti in cui la tenevi tra le braccia convinti di avere trovato del pulito in questo maledetto mondo. Ritornano le illusioni, la voglia di quelle labbra, dei suoi orgasmi o semplicemente di un attimo, occhi negli occhi a non dirsi un cazzo, ma non serviva altro. Le illusioni urlano, ti chiamano con una voce suadente a cui è difficile resistere, e spesso ci si getta in mare, senza speranza, alla ricerca di un maledetto attimo di respiro in quell'Inferno.

E ci si perde, forse con nessuna intenzione di ritrovarsi, ma di lasciarsi andare a quelle onde di agonia e benevolenza, che cullano quell'idilliaca speranza che un messaggio, un gesto, un rantolo di pietà, possa essere accettato per le vostre carni.
Ma così non è. Siete uomini, e per quanto vi sia detto di crescere, maturare e scolpire il vostro corpo e mente come inumane carcasse disprezzanti di ogni sentimento, la realtà è un'altra.
la realtà è che amate, amate, e alcuni sono condannati ad amarne più di una. Che nonostante vi sia richiesta l'imperturbabilità davanti a quelle labbra, a quegli occhi, la verità è che se lo foste, non sareste vivi.
Vivi di sentire quel dolore, pure dopo averne fatte altre dieci, perché siete uomini, non quelle dolci graziose creature che sviluppano visioni a tunnel di infinito uno per volta. Che potete godere di una, un'altra e ancora un'altra, e pure sentirvi morire perdendone una di quelle dieci. Figurarsi se eravate in monogamia con una di loro.

E non è debolezza, non è essere checche, è essere umani, sentire il cuore fermarsi per qualche attimo, durante queste feste, davanti a qualcosa che ve la ricorda..
Chiamati a combattere un'altra maledetta battaglia.

Che siamo stronzi, figli di puttana, bastardi, perché ad un uomo non è stata mai data pietà, e non la chiedete, non vi sarà data.
Anche questi giorni non avrete stuoli di ragazze pronte a consolarvi, e anche se le avrete, non vi capiranno, saranno solo attimi di piacere che non potranno mai capire la vostra condizione, non avrete la comprensione di qualcuno, a voi è richiesta la forza di rialzarvi e combattere. Non perché non ve ne freghi, non perché non sentiate il dolore della carne, del sangue e delle ferite fresche nel corpo, ma perché non potete indietreggiare, non potete.
Non verrà nessuno a salvarvi, Nessuno, figurarsi lei.

Dovete combattere contro quell'impulso di ricerca di quella pillola di zucchero dolce, che possa alleviare quell'amarezza e quel dolore.
Non funziona così, non servirà a nulla ricercarla lì, ancora una volta, dove l'avete persa, dove la potrete riperdere. 
Riparerete una falla nella roccia con della carta velina... forgerete creature claudicanti e fragili, e vi scolpirete sorretti da una dolce creatura che vi avrà in pugno.
So che sentite la nostalgia, che quel dolore vi spezza la gola, che vorreste nuovamente le sue carni sotto i vostri denti per sbranarla da mattina a sera, anche solo fosse per un'ultima volta.
Ma scriverle, sentirla, ricontattarla, ricercarla ora, non vi ridirà questo.
Che sì, magari qualcuno di voi riotterrà le sue labbra, la sua fica sotto la sua lingua e suoi orgasmi, ma si condannerà da solo. Si sarà solo fatto mettere l'ennesimo tampone a quella ferita copiosa e profonda, che sta urlando e vi sta dicendo che qualcosa non va, non va.
Non va perché non potete affidare la vostra felicità ad una creatura così dolce e instabile, le cui emozioni vacillano come foglie al vento.
Vi state consegnando nelle mani di una bimba e le state chiedendo di salvarvi da quel dolore.

Quel dolore, quel fottuto dolore che non finirà mai.
Non finirà Mai perché fa parte della vita, delle cose, del continuo muoversi in questa tempesta che dovete imparare ad amare ed affrontare da soli.
Solo così, sarete in grado di poterla abbracciare, perdonarla, perdonarvi e dirgli grazie per quel dolore.

Quel dolore appartiene ad ognuno di noi, ognuno, e non potete tamponarlo con una bimba, con dieci, cento, non potete. Non potete consegnarvi così.
Quel dolore non finirà, e si ripresenterà a voi con il conto, come di una ferita ignorata che si infetta giorno per giorno, sino alla cancrena.
Accettate che la vita non è perfetta, che è un fottuto casino, e giocate con lei, sfidatela e fateci a botte sino a richiederle il sangue. Cadrete, ancora e ancora, a volte vincerete e l'obbiettivo è strappargli quanti più sorrisi potete, quanti più momenti da conservare, senza cercare panacee che non esistono, ma ben sapendo che quel dolore fa parte del gioco e che nessuno verrà a salvarvi.

Ora pensate a questa nostalgia, e figuratevi quell'attimo in cui premerete invio o cercherete un'altra volta il suo sguardo. Non vi sto dicendo che sia sbagliato, che non sia umano sentire quello che sentite, vi sto dicendo di figurarvelo. Sentite le vostre dita che digitano quel messaggio, le vostre dita che premono quel campanello o la vostra voce che la chiama. Ora pensate a lei, che vi risponde, e torna da voi, a guarire le vostre ferite, a lenire quel dolore.
le sue labbra, lei tra le vostre braccia, quello sguardo, la sua piccolezza e i suoi orgasmi sotto le coperte.
Sentite quel benessere, quella piacevole sensazione di calore e di pausa da questa lotta che affrontate giorno per giorno.
Bene.

Tutto questo sembrerebbe la migliore delle ipotesi, ciò a cui tutti anelate in qualche modo.
Ora pensate a cosa è quell'abbraccio, quell'amore sotto le coperte. Cosa avete richiesto e cosa avete consegnato a quella bimba se non la vostra felicità, eleggendola a panacea di tutti i vostri mali. Schiavi di quel nettare che può togliervi o ridarvi piacere, felicità. Nettare che lei custodisce e su cui voi non avete potere, parola, nulla.
Un guinzaglio al vostro collo che avete donato a lei, che non sa di cosa farsene, perché persa esattamente come voi. E presto vi farete male, condannerete entrambi a quel supplizio che porterà lei a farvi e farsi del male.
Ma è una scelta, potete farlo...

Oppure...
Oppure potreste resistere a quell'impulso, a quella panacea, accettando quel dolore, accettando che la vita non va quasi mai come cazzo vogliamo e che bisogna combattere. 
Che ognuno di noi ha delle salite da compiere, delle traversate. Spesso in mezzo al deserto, con il sole che batte e i rovi che tagliano le carni, senza un attimo per respirare.
Traversate che portano a scorci sublimi, da guadagnarsi a fatica, maledicendo i giorni, gli attimi, fino a guadagnarsi quegli attimi di respiro, quei momenti sublimi che valgono davvero e che non sono tamponi momentanei per quelle ferite, ma valore da acquisire, che vi sussurra di avercela fatta.

Squarci, che potrete poi condividere, padroni di quella felicità che vi sapete guadagnare da soli.
Felicità che sarà accompagnata dal sangue e dal dolore, come tutto, ma che avrete guadagnato voi, senza che nessuno venga a salvarvi per qualche attimo, per poi farvi ripiombare nell'Inferno.
A quel punto, pensate di tornare da quella bimba, prenderla per mano e dirle di seguirvi, che volete farle vedere quella felicità.

Pensate a questo e a questa maledetta differenza.
La differenza che intercorre tra chiedere ad una bimba di salvarvi, al salvarla.
Tra elemosinare un attimo di respiro da lei, a donarglielo voi stessi dipingendole un sorriso sul volto.

Questa è la scelta che siete chiamati a fare ogni volta, ed anche oggi, in questi giorni, in cui preme quella voglia di una boccata d'aria da questo inferno.
Potete respirare per un attimo, forse, e cercarla, come pretendendo da quella piccola e dolce creatura una salvezza, oppure affrontare questo maledetto dolore, stringere i denti e continuare, anche con le ferite che non vi danno pace, ancora e ancora, sino a salvarvi da soli. Tornando poi a lei, o a qualsiasi altra bimba, abbracciarla e dipingerle un sorriso sul volto, ora che sapete...
Ora che sapete come affrontare questa vita, senza bisogno di nessuna e nessuno.
Ora che potrete condividere quei dolci momenti, donando, senza la pretesa d'essere salvati, offrendo valore e non elemosinando.

Come sempre, la scelta, è vostra.
Vi posso lasciare solo questo scritto, e questa immagine, che forse parla più di mille parole.
Forse l'istinto vi aiuterà, nel comprendere la giusta via, tra un Lupo che si fa salvare e guidare da quella dolce bimba, o un lupo che la va a salvare, stringendola e proteggendola, nonostante le sue ferite siano il doppio più numerose e profonde delle sue.
Che la stringe, e gioca con la vita, nonostante quel dolore, nonostante il sangue...
Nonostante tutto.

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Che questo magnifico post sia di motivazione, leggetelo prima ripostare l'ennesimo "l'ho ricontattata, lei mi ha scacato ma forse ci sta".

Soffrite, condividete la sofferenza sul forum, anche se poi sarà solo vostra.

Ma cacciate (cacciamo) le palle.

  • Grazie! 3
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xyz-
1 ora fa, Human ha scritto:

A Voi.

A Volte basta una foto, qualcosa di ritrovato tra le trame di cose accumulate per casa, un profumo, una foto che di sfuggita scappa tra le notifiche, una parola di un amico che la nomina...
Delle Feste... come queste.
E Lei è là, ritorna come un male silenzioso che prepotentemente si insinua dentro ai pensieri rattrappendo la ragione e accartocciando quel poco di stomaco che rimane. Di colpo riaffiorano i "Perché?", i ricordi, i momenti in cui la tenevi tra le braccia convinti di avere trovato del pulito in questo maledetto mondo. Ritornano le illusioni, la voglia di quelle labbra, dei suoi orgasmi o semplicemente di un attimo, occhi negli occhi a non dirsi un cazzo, ma non serviva altro. Le illusioni urlano, ti chiamano con una voce suadente a cui è difficile resistere, e spesso ci si getta in mare, senza speranza, alla ricerca di un maledetto attimo di respiro in quell'Inferno.

E ci si perde, forse con nessuna intenzione di ritrovarsi, ma di lasciarsi andare a quelle onde di agonia e benevolenza, che cullano quell'idilliaca speranza che un messaggio, un gesto, un rantolo di pietà, possa essere accettato per le vostre carni.
Ma così non è. Siete uomini, e per quanto vi sia detto di crescere, maturare e scolpire il vostro corpo e mente come inumane carcasse disprezzanti di ogni sentimento, la realtà è un'altra.
la realtà è che amate, amate, e alcuni sono condannati ad amarne più di una. Che nonostante vi sia richiesta l'imperturbabilità davanti a quelle labbra, a quegli occhi, la verità è che se lo foste, non sareste vivi.
Vivi di sentire quel dolore, pure dopo averne fatte altre dieci, perché siete uomini, non quelle dolci graziose creature che sviluppano visioni a tunnel di infinito uno per volta. Che potete godere di una, un'altra e ancora un'altra, e pure sentirvi morire perdendone una di quelle dieci. Figurarsi se eravate in monogamia con una di loro.

E non è debolezza, non è essere checche, è essere umani, sentire il cuore fermarsi per qualche attimo, durante queste feste, davanti a qualcosa che ve la ricorda..
Chiamati a combattere un'altra maledetta battaglia.

Che siamo stronzi, figli di puttana, bastardi, perché ad un uomo non è stata mai data pietà, e non la chiedete, non vi sarà data.
Anche questi giorni non avrete stuoli di ragazze pronte a consolarvi, e anche se le avrete, non vi capiranno, saranno solo attimi di piacere che non potranno mai capire la vostra condizione, non avrete la comprensione di qualcuno, a voi è richiesta la forza di rialzarvi e combattere. Non perché non ve ne freghi, non perché non sentiate il dolore della carne, del sangue e delle ferite fresche nel corpo, ma perché non potete indietreggiare, non potete.
Non verrà nessuno a salvarvi, Nessuno, figurarsi lei.

Dovete combattere contro quell'impulso di ricerca di quella pillola di zucchero dolce, che possa alleviare quell'amarezza e quel dolore.
Non funziona così, non servirà a nulla ricercarla lì, ancora una volta, dove l'avete persa, dove la potrete riperdere. 
Riparerete una falla nella roccia con della carta velina... forgerete creature claudicanti e fragili, e vi scolpirete sorretti da una dolce creatura che vi avrà in pugno.
So che sentite la nostalgia, che quel dolore vi spezza la gola, che vorreste nuovamente le sue carni sotto i vostri denti per sbranarla da mattina a sera, anche solo fosse per un'ultima volta.
Ma scriverle, sentirla, ricontattarla, ricercarla ora, non vi ridirà questo.
Che sì, magari qualcuno di voi riotterrà le sue labbra, la sua fica sotto la sua lingua e suoi orgasmi, ma si condannerà da solo. Si sarà solo fatto mettere l'ennesimo tampone a quella ferita copiosa e profonda, che sta urlando e vi sta dicendo che qualcosa non va, non va.
Non va perché non potete affidare la vostra felicità ad una creatura così dolce e instabile, le cui emozioni vacillano come foglie al vento.
Vi state consegnando nelle mani di una bimba e le state chiedendo di salvarvi da quel dolore.

Quel dolore, quel fottuto dolore che non finirà mai.
Non finirà Mai perché fa parte della vita, delle cose, del continuo muoversi in questa tempesta che dovete imparare ad amare ed affrontare da soli.
Solo così, sarete in grado di poterla abbracciare, perdonarla, perdonarvi e dirgli grazie per quel dolore.

Quel dolore appartiene ad ognuno di noi, ognuno, e non potete tamponarlo con una bimba, con dieci, cento, non potete. Non potete consegnarvi così.
Quel dolore non finirà, e si ripresenterà a voi con il conto, come di una ferita ignorata che si infetta giorno per giorno, sino alla cancrena.
Accettate che la vita non è perfetta, che è un fottuto casino, e giocate con lei, sfidatela e fateci a botte sino a richiederle il sangue. Cadrete, ancora e ancora, a volte vincerete e l'obbiettivo è strappargli quanti più sorrisi potete, quanti più momenti da conservare, senza cercare panacee che non esistono, ma ben sapendo che quel dolore fa parte del gioco e che nessuno verrà a salvarvi.

Ora pensate a questa nostalgia, e figuratevi quell'attimo in cui premerete invio o cercherete un'altra volta il suo sguardo. Non vi sto dicendo che sia sbagliato, che non sia umano sentire quello che sentite, vi sto dicendo di figurarvelo. Sentite le vostre dita che digitano quel messaggio, le vostre dita che premono quel campanello o la vostra voce che la chiama. Ora pensate a lei, che vi risponde, e torna da voi, a guarire le vostre ferite, a lenire quel dolore.
le sue labbra, lei tra le vostre braccia, quello sguardo, la sua piccolezza e i suoi orgasmi sotto le coperte.
Sentite quel benessere, quella piacevole sensazione di calore e di pausa da questa lotta che affrontate giorno per giorno.
Bene.

Tutto questo sembrerebbe la migliore delle ipotesi, ciò a cui tutti anelate in qualche modo.
Ora pensate a cosa è quell'abbraccio, quell'amore sotto le coperte. Cosa avete richiesto e cosa avete consegnato a quella bimba se non la vostra felicità, eleggendola a panacea di tutti i vostri mali. Schiavi di quel nettare che può togliervi o ridarvi piacere, felicità. Nettare che lei custodisce e su cui voi non avete potere, parola, nulla.
Un guinzaglio al vostro collo che avete donato a lei, che non sa di cosa farsene, perché persa esattamente come voi. E presto vi farete male, condannerete entrambi a quel supplizio che porterà lei a farvi e farsi del male.
Ma è una scelta, potete farlo...

Oppure...
Oppure potreste resistere a quell'impulso, a quella panacea, accettando quel dolore, accettando che la vita non va quasi mai come cazzo vogliamo e che bisogna combattere. 
Che ognuno di noi ha delle salite da compiere, delle traversate. Spesso in mezzo al deserto, con il sole che batte e i rovi che tagliano le carni, senza un attimo per respirare.
Traversate che portano a scorci sublimi, da guadagnarsi a fatica, maledicendo i giorni, gli attimi, fino a guadagnarsi quegli attimi di respiro, quei momenti sublimi che valgono davvero e che non sono tamponi momentanei per quelle ferite, ma valore da acquisire, che vi sussurra di avercela fatta.

Squarci, che potrete poi condividere, padroni di quella felicità che vi sapete guadagnare da soli.
Felicità che sarà accompagnata dal sangue e dal dolore, come tutto, ma che avrete guadagnato voi, senza che nessuno venga a salvarvi per qualche attimo, per poi farvi ripiombare nell'Inferno.
A quel punto, pensate di tornare da quella bimba, prenderla per mano e dirle di seguirvi, che volete farle vedere quella felicità.

Pensate a questo e a questa maledetta differenza.
La differenza che intercorre tra chiedere ad una bimba di salvarvi, al salvarla.
Tra elemosinare un attimo di respiro da lei, a donarglielo voi stessi dipingendole un sorriso sul volto.

Questa è la scelta che siete chiamati a fare ogni volta, ed anche oggi, in questi giorni, in cui preme quella voglia di una boccata d'aria da questo inferno.
Potete respirare per un attimo, forse, e cercarla, come pretendendo da quella piccola e dolce creatura una salvezza, oppure affrontare questo maledetto dolore, stringere i denti e continuare, anche con le ferite che non vi danno pace, ancora e ancora, sino a salvarvi da soli. Tornando poi a lei, o a qualsiasi altra bimba, abbracciarla e dipingerle un sorriso sul volto, ora che sapete...
Ora che sapete come affrontare questa vita, senza bisogno di nessuna e nessuno.
Ora che potrete condividere quei dolci momenti, donando, senza la pretesa d'essere salvati, offrendo valore e non elemosinando.

Come sempre, la scelta, è vostra.
Vi posso lasciare solo questo scritto, e questa immagine, che forse parla più di mille parole.
Forse l'istinto vi aiuterà, nel comprendere la giusta via, tra un Lupo che si fa salvare e guidare da quella dolce bimba, o un lupo che la va a salvare, stringendola e proteggendola, nonostante le sue ferite siano il doppio più numerose e profonde delle sue.
Che la stringe, e gioca con la vita, nonostante quel dolore, nonostante il sangue...
Nonostante tutto.

 

Come vedi due cose ho evidenziato del tuo post che mi hanno colpito e sintetizzano quello che penso in questi giorni... tra l'altro non avrei alcun motivo a contattare qualcuno che di me se ne frega, che mi ha lasciato lì solo nella foresta coi lupi...per riprendere il tuo discorso che lei non ci salva di certo. Sarebbe una sconfitta per me altrimenti.

Per dire l'ho incrociata ieri per strada,  appena l'ho vista prima ancora che mi vedesse il primo pensiero è stato: "porca paletta ora la devo pure salutare!"  e così ho fatto, non con quella indifferenza che avrei voluto e che bramo da tanto tempo, quella benedetta santa indifferenza che viene dal cuore e non dalla testa, ma con quel dolore che dici tu qui sopra, un ciao senza un sorriso, una formalità forzata.

Modificato da xyz-
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3 ore fa, Human ha scritto:

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Questa è l'immagine del mio sfondo cellulare...

Grazie come sempre Human.

Modificato da Orph
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Soulrider

Grazie human, grazie a tutti, per ora leggo e schiumo dolore come tutti voi. Un giorno forse racconterò la mia vicenda. Complicata come tante altre, unica come per ciascuno di noi. 

Buon natale in trincea lupi. 

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kasper
14 minuti fa, F-Knight ha scritto:

Ormai il post natalizio di @Human è diventato un classico. 

Quasi lo attendevo per vedere che reazione Avrei avuto.

l’anno scorso stavo male a quest’ora, molto male. Avevo appena visto con questi occhi, nemmeno 10 giorni prima, quanto può essere bugiarda egoista e merda una donna quando deve proteggere se stessa e la propria immagine... avevo appena imparato quanto poco contassero le parole rispetto alle azioni.

ora ho letto questo nuovo post. La mia mente è volata ad un anno fa, al me di allora; e ho provato pietà per lui.

Pietà per il mio predecessore in questo corpo.

Perché si, è vero che per rinascere prima si deve morire.

E quel giorno di dicembre del 2018 io sono morto e un altro io è rinato dentro questo corpo ormai segnato dalle cicatrici delle battaglie perse.

ma a parte la pietà per quella persona morta, non ho provato altro. Ormai ho raggiunto una dimensione superiore e, dall’alto, guardò il dimenarsi a fatica, lo struggle, di chi, come il me di allora, oggi sta male si dispera e soffre, guardando il telefono in attesa di qualcosa che non accadrà.

A quelle persone dico, dal profondo del cuore: abbiate pazienza e fede, morirete; morirete questo è certo. 

Ma ciò che rinascerà sarà più forte più duro e più consapevole di ciò che c’era prima. 

Ma prima bisogna morire. 

Quindi buona morte

F

In queste Parole mi ci ritrovo pienamente. Ricordo benissimo una delle mie ex...  solo dopo aver scoperto ciò che non avrei mai voluto scoprire... Solo a quel punto ho iniziato a stare meglio.

Stavolta sono passati 4 mesi. Pochissimo. Speravo di essere in condizioni migliori, ma queste feste hanno dimostrato il contrario. Sono al punto di partenza. Sono al 10% della mia condizione ottimale. Psicologicamente e fisicamente a pezzi. Posso solo aspettare (attivamente). Vorrei solo proiettarmi al prossimo Natale, in serenità ... Ma e' lunga

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