Vai al contenuto

Emigrare, si, ma dove?


Whitesun

Messaggi raccomandati

comeback

In Italia un dottorando prende 1000€/mese, un postdoc poco di più, per arrivare a prendere stipendi di rilievo devi arrivare almeno a prof. associato e ci vogliono anni (anche qualche decennio).

Puoi vivere per qualche decennio con queste cifre? O fai anche altro, o sei fottuto.

Ma i tempi di crescita e di carriera, nelle università, comunque richiedono anni dovunque.

Vero, ma più esatto dire che sono dei borsisti. La cifra suddivisa per mesi è poco più di 1000. Puoi anche non avere la borsa.

Conosco molti dottorandi capaci, ma anche delle capre assurde (impegnati su progetti che non so come portano avanti) e alcuni che non fanno assolutamente nulla (in questo caso è una free lunch). Va anche detto che certi dottorandi e certe linee della ricerca sono assolutamente degli sprechi, e forse in passato l'Italia ha destinato risorse a pioggia per la ricerca "improduttiva", togliendo oggi soldi a chi effettivamente ne ha bisogno.

Non comprendo poi cosa intendi per post-doc, credo tu ti stia riferendo alla carriera da "assegnista". Li' siamo su cifre sempre basse.

Riguardo l'estero, la situazione varia da Paese a Paese, veramente è dura generalizzare senza andare nel caso specifico.

In genere i dottorandi che conosco io e che sono andati all'estero, percepiscono decisamente di più, ma vi sono Paesi dove l' "education" è più investita (in maniera anche più efficiente = risultati). Allo stesso modo anche gli insegnanti sono meglio pagati.

Alcuni italiani hanno persino iniziato il dottorato a più di 30 e con una banale application, e io ritengo che fatta eccezione di chi veramente vuol fare ricerca, molti stranieri preferiscano lavorare in ambito privato piuttosto che proseguire in ambito accademico (esempio : ingegneria, economia, possono essere spese meglio presso privati che nelle università).

Credo che il PHD quindi in altri stati sia meno 'appetibile' come 'lavoro', quando nel settore privato puoi crescere di più e guadagnare meglio.

Poi va anche detto che alcuni Paesi hanno carenze di laureati in determinati ambiti.

Imho.

Infine per ciò che attiene alla difficoltà di stabilizzazione nelle università, lo vedo anche come un fatto 'normale'. I pensionamenti si sono allungati con riduzione del turnover, e decenni fa nascevano università (o si sono allargate università già esistenti) in molte città italiane e ciò metteva a disposizione più posti.

Link al commento
Condividi su altri siti

Jumpy

Vero, ma più esatto dire che sono dei borsisti. La cifra suddivisa per mesi è poco più di 1000. Puoi anche non avere la borsa.

Conosco molti dottorandi capaci, ma anche delle capre assurde (impegnati su progetti che non so come portano avanti) e alcuni che non fanno assolutamente nulla (in questo caso è una free lunch). Va anche detto che certi dottorandi e certe linee della ricerca sono assolutamente degli sprechi, e forse in passato l'Italia ha destinato risorse a pioggia per la ricerca "improduttiva", togliendo oggi soldi a chi effettivamente ne ha bisogno.

Non comprendo poi cosa intendi per post-doc, credo tu ti stia riferendo alla carriera da "assegnista". Li' siamo su cifre sempre basse.

Riguardo l'estero, la situazione varia da Paese a Paese, veramente è dura generalizzare senza andare nel caso specifico.

In genere i dottorandi che conosco io e che sono andati all'estero, percepiscono decisamente di più, ma vi sono Paesi dove l' "education" è più investita (in maniera anche più efficiente = risultati). Allo stesso modo anche gli insegnanti sono meglio pagati.

Alcuni italiani hanno persino iniziato il dottorato a più di 30 e con una banale application, e io ritengo che fatta eccezione di chi veramente vuol fare ricerca, molti stranieri preferiscano lavorare in ambito privato piuttosto che proseguire in ambito accademico (esempio : ingegneria, economia, possono essere spese meglio presso privati che nelle università).

Credo che il PHD quindi in altri stati sia meno 'appetibile' come 'lavoro', quando nel settore privato puoi crescere di più e guadagnare meglio.

Poi va anche detto che alcuni Paesi hanno carenze di laureati in determinati ambiti.

Imho.

Infine per ciò che attiene alla difficoltà di stabilizzazione nelle università, lo vedo anche come un fatto 'normale'. I pensionamenti si sono allungati con riduzione del turnover, e decenni fa nascevano università (o si sono allargate università già esistenti) in molte città italiane e ciò metteva a disposizione più posti.

Si, è una borsa di studio, fino al 2006 era di circa 800€ passò a 1000€ dopo mesi di lotte.

Ci sono anche i dottorandi senza borsa, fanno ricerca praticamente gratis (o in cambio di qualche incarico di docenza, nel corso del dottorato), giustamente vengono indirizzati su linee di ricerca più soft e meno impegnative.

Il post doc è quel limbo in cui hai finito il dottorato, ma non sei ancora ricercatore confermato e quindi, appunto, vai avanti passando di assegno in assegno con magari qualche incarico di docenza, vivacchiando in attesa di salire di livello.

Ricordo chi è rimasto in questo limbo per oltre 10 anni, prima di capire l'antifona e scappare verso altre mete... ricordo nel 2008-20010 un fuggi fuggi di ricercatori per via dei tagli su tagli a seguito dell'acuirsi della crisi.

All'estero... già... ricordo una ragazza svedese che venne qui per un periodo di ricerca che parlava di borse che viaggiavano sui 2500-3000€/mese contro un costo della vita paragonabile all'Italia :o

Sempre all'estero ho poi notato che c'è un contatto più diretto e ravvicinato tra aziende private e ricerca universitaria, cosa che permette anche più facilmente di passare dal pubblico al privato.

Senza neanche allontanarsi tanto, basta farsi un giro sul sito dell'EMPA per vedere un approccio alla ricerca più costruttivo:

https://www.empa.ch/web/empa/cooperations

In Italia a volte si investono soldi pubblici su ricerche discutibili e che neanche hanno sponsor o cofinanziatori.

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

uao!

In questi giorni sto provando ad avviare un progetto. Sto contattando delle persone, persone di cui mi fido e con cui vorrei lavorare.

Sono tutti impegnati a fare gli schiavi.

Cosa che garantirà loro di fare gli schiavi da altre parti in futuro.

Contenti loro...

non puoi certo pretendere che altri siano motivati su un tuo progetto quanto te (o quantomeno è tua responsabilità e capacità motivarli in tal senso) però noto pure io per esperienza diretta una mancanza di "fame" e molto accontentarsi da parte ad esempio di under 30 con il sedere relativamente al caldo (es. abitano in un appartamento regalato dai genitori) ma con un futuro tutt'altro che garantito o comunque mediocre e un lavoro insoddisfacente, mah

il tutto alla faccia dell'inflazione dell'ego che avrebbe dovuto stimolare la filastrocca del "sei speciale e puoi ottenere tutto ciò che vuoi, basta volerlo"

Link al commento
Condividi su altri siti

Dani89

non puoi certo pretendere che altri siano motivati su un tuo progetto quanto te (o quantomeno è tua responsabilità e capacità motivarli in tal senso) però noto pure io per esperienza diretta una mancanza di "fame" e molto accontentarsi da parte ad esempio di under 30 con il sedere relativamente al caldo (es. abitano in un appartamento regalato dai genitori) ma con un futuro tutt'altro che garantito o comunque mediocre e un lavoro insoddisfacente, mah

Non è il mio progetto.

Mia è l'idea, l'input, e non è per niente cattiva, a detta loro. (e nemmeno troppo originale, a detta mia)

È un lavoro di squadra. Sarebbe il nostro progetto.

Io ho il progetto di una barca veloce, si manovra in pochi, ho il legno, non abbastanza, ma se ognuno porta il suo va bene, e so dove reperire le vele e la ferramenta.

Ma loro preferiscono continuare a stare incatenati ai banchi di una galea che non è la loro, diretti verso un destino che non possono minimamente influenzare.

E la cosa tragica è che lo sanno.

Non mi incazzo perché non mi ascoltano.

Mi incazzo perché sanno che stanno facendo la cosa sbagliata solo per non rischiare.

Io non posso (ma soprattutto non voglio) dar loro le motivazioni che loro non hanno.

Se le prendessero con facilità le perderebbero con facilità. Sarebbe inutile.

Dovrebbero essere già dentro di loro per essere efficaci.

Altrimenti alla prima difficoltà... sarebbe tutta colpa mia...

Non posso addossare il rischio di una mia scommessa ad altri. Deve essere una scommessa condivisa.

il tutto alla faccia dell'inflazione dell'ego che avrebbe dovuto stimolare la filastrocca del "sei speciale e puoi ottenere tutto ciò che vuoi, basta volerlo"

Hai centrato un punto importante.

Secondo me questa è una delle cose che ha più rovinato la mia generazione. Intendo quelli che hanno poco più di trent'anni e poco meno di 25.

Siamo i figli della generazione più ottimista e idealista (e forse tutto sommato fortunata) della storia della civiltà occidentale, I nati negli anni '50, gli svezzati nel boom economico.

Siamo cresciuti con dei miti.

Uno di questi era appunto "sei speciale. Puoi fare tutto se ti impegni.". L'unica cosa recepita è stata la prima, la meno importante. Che in effetti di per sé annulla la seconda.

Se dici "Dio è con me" puoi fare tutto. Se dici "sono speciale" non hai bisogno di fare niente.

Ma non è colpa loro, è colpa nostra.

Abbiamo preferito la favola all'evidenza.

Prima ci si libera di questa convinzione di "essere speciali" è meglio è.

E non è facile perché è un meccanismo che sfruttano tutti, chiunque voglia venderti qualcosa, in diverse forme.

In un mondo di nevrotici cronici insicuri è la strategia vincente.

Link al commento
Condividi su altri siti

Desmond_Hume

Ciao Dani89, ti faccio solo un'osservazione.

Sei sicuro che non ricevi tutti questi rifiuti solo perché in mano non hai effettivamente granché?

Mi spiego meglio: negli ultimi 2-3 anni ho incontrato qualche decina di coetanei appena usciti dall'università convinti di avere in testa l'idea del secolo convinti che una sola bozza potesse attirare decine di sviluppatori, finanziatori, venditori e imprenditori...

Link al commento
Condividi su altri siti

Sappi che scrivendo

"Statisticamente Aivia ha ragione" hai appena creato un meme mostro.

Ho qui due persone che lo stanno ripetendo tipo "il suo nome è Robert Paulsen".

Sto provando a spiegare che era sarcastico, ma è una frase troppo orwelliana nella sua potenza.

Sono fritto.

Fight club te lo sei visto centimetro per centimetro, eh?

Link al commento
Condividi su altri siti

Dani89

Ciao Dani89, ti faccio solo un'osservazione.

Sei sicuro che non ricevi tutti questi rifiuti solo perché in mano non hai effettivamente granché?

Mi spiego meglio: negli ultimi 2-3 anni ho incontrato qualche decina di coetanei appena usciti dall'università convinti di avere in testa l'idea del secolo convinti che una sola bozza potesse attirare decine di sviluppatori, finanziatori, venditori e imprenditori...

Se leggi bene ho scritto che non è un'idea originale ma che gli stessi interpellati l'hanno definita buona.

Ed è la paura di perdere quel non granché che (loro di sicuro) hanno -per non parlare delle prospettive- che di fatto non li porta nemmeno a considerare l'idea di mettersi in proprio.

Alcuni me lo hanno proprio detto (ovviamente con una perifrasi)

Link al commento
Condividi su altri siti

Desmond_Hume

Ok allora ti spiego meglio la mia obiezione.

Secondo me, il solo fatto di voler portare avanti un'idea, per quanto buona, non ti rende appetibile nella ricerca di nuovi soci.

Se veramente credi in questo progetto, la cosa migliore sarebbe che tu arrivassi da solo ad uno stadio più avanzato del progetto (a seconda di che prodotto/attività hai in mente, potrebbe trattarsi di un business plan dettagliato, di un prototipo funzionante, di qualche contratto iniziale, etc).

  • Mi piace! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

Dani89

Ok allora ti spiego meglio la mia obiezione.

Secondo me, il solo fatto di voler portare avanti un'idea, per quanto buona, non ti rende appetibile nella ricerca di nuovi soci.

Se veramente credi in questo progetto, la cosa migliore sarebbe che tu arrivassi da solo ad uno stadio più avanzato del progetto (a seconda di che prodotto/attività hai in mente, potrebbe trattarsi di un business plan dettagliato, di un prototipo funzionante, di qualche contratto iniziale, etc).

Infatti è quello che sto facendo :)

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 3 anni dopo...

Personalmente, in posti come l'inghilterra non riuscirei proprio a viverci, persino a Roma ho freddo d'inverno, a marzo rinasco.

Quanto è grande il peso in termini di salute dell'assenza del sole, di un clima umano e via dicendo? Fosse per me, che mi sto laureando in ambito finanziario/assicurativo, sarebbe un sogno lavorare come consulente per le aziende, da remoto in qualche posto caldo.

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...