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"State", o essere dell'umore.


Lilian

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Nel campo delle dinamiche sociali, si sente spesso parlare di essere nello "state", dell'umore. Noi siamo dell'umore, non siamo dell'umore, alziamo il nostro umore, o il nostro umore si abbassa, e così via.
Ma che cos'é questo "umore" ?
Che cos'é questo "state" ?
Lavorando fuori di casa su alcuni esercizi legati a questo genere di dinamiche, penso di aver percepito per la prima volta nella mia vita questo "state", questo "Top Umore", in maniera quasi tangibile. Poi sono tornato a casa, mi sono addormentato, ed il giorno dopo era svanito da qualche parte in mezzo a sogni che neanche ricordo. Mi ricordavo di essere arrivato a quel tipo di flusso libero mentale, eppure non sapevo riproporlo nel momento.
Sarà successo sicuramente anche ad altri, questo fluire da umore a umore, ricercando sempre quello in cui "stiamo bene", e che però anche se raggiunto, il giorno dopo, sembra sempre esserci sfuggito di mano.
Ultimamente questo umore positivo per me è molto legato alla socializzazione con le altre persone, ma non credo sia strettamente necessario ciò. Quando ero più legato al campo artistico, con scrittura, musica, teatro, penso di aver comunque raggiunto questo stato di "bliss" della mente.
Era la sensazione di essere al posto giusto nel momento giusto facendo proprio ciò che dovevo fare. Nessun dubbio sulla strada.
Fisicamente era legato ad una sensazione di leggerezza della mente, - aria - , tutto quanto era più leggero (interessante qui che in inglese "leggero" (light) e luce (light) si scriva allo stesso modo), non c'era alcun peso, tutto scorreva magnificamente con grazia.
A quel tempo ero anche in contatto con personalità artistiche uniche e di grande ispirazione per me. Ripensando con gli occhi di adesso a quei giorni, con la nostra magnifica ricerca estetica, forse, tutto ciò che stavamo cercando di fare era ricreare su tela, in una composizione, un libro, tra le parole... quel genere di libertà espressa, lontana da giudizi e fraintendimenti, vicino al mondo senza filtri tra noi ed esso. Forse ricreare una sorta di catalizzatore, un'Opera, in grado di custodire in sé questo stato di "bliss", in grado di ricordarci ciò da cui spesso "cadiamo".
Forse ogni artista ha provato in ogni spazio ed ogni tempo con tecniche e forme di espressioni possibili ed impossibili a "ricucire questa caduta dalla grazia".
Se si è caduti, si è provato, esiste, eppure sembriamo inseguirlo senza fine senza mai raggiungerlo.
E qui il paradosso : Più cerchi di raggiungerlo, più sfugge.
Come è possibile perdere qualcosa che già si ha ?
Forse non si può. È sempre con noi, ma si può dimenticare. Oscurare con altro.
Uno dei miei guru è solito ripetere che la causa maggiore di ciò è il condizionamento sociale. Siamo programmati a "cadere" da questo "state".
Vuoi per ragioni economiche, creare gente insoddisfatta, vuoi per ignoranza.
Ed a dirla tutta, sono piuttosto d'accordo con lui.
Ma di nuovo, poiché ogni parola ha un significato differente per ogni persona, che cosa significa "condizionamento sociale" ? Perché detta così può essere tutto e niente.
Non è una domanda banale.
Se dovessi descriverlo secondo il mio punto di vista, è una forza tremenda da cui ci sentiamo costantemente giudicati, un'ombra che ci porta in uno stato difensivo di sfiducia nei confronti del mondo al di fuori di noi, altre persone comprese, portandoci a creare separazione tra noi e gli altri ed il mondo, ed a vedere tutto ciò che "è esterno" a noi in maniera competitiva e con barriere, piuttosto che come unica unione, amore e naturale fiducia. La manifestazione più palese di ciò è la così detta "Battaglia tra i sessi".
Qual'é la causa di questa battaglia se non un'incomprensione di fondo dovuta al fatto che in realtà, entrambi i sessi, hanno difficoltà ad esprimere sé stessi per quello che davvero percepiscono di essere ? E dal fraintendimento che ne deriva, sfiducia gli uni nei confronti degli altri.
Non a caso la cosa più preziosa che può crearsi tra persone ad oggi è il riuscire a comprendersi su livelli oltre la superficie. Al di sotto della punta dell'iceberg, è lì che inizia il vero iceberg. Siamo educati a dimenticarlo, a rimanere su quello strato superficiale visibile per "rispetto nei confronti del prossimo". E di nuovo è paradossale e divertente che per amore nei confronti del prossimo ci facciamo la guerra.
Questo condizionamento a mio parere comincia con l'arrivo in questo mondo, dove invece di avere un caloroso benvenuto e rispetto di fondo come esseri umani, siamo già visti in relazione e separati ad altri esseri umani. Più belli più brutti più vivaci più più più meno meno meno. Questa dinamica diviene ancora più marcata durante le scuole. In questo magnifico posto il nostro valore come persone è associato ad un numero arbitrariamente deciso da altri in base a quanto siamo in grado di soddisfare le loro aspettative. Non siamo noi il centro, l'espressione di noi, ma il soddisfacimento delle condizioni dettate da altri. Pena la squalifica sociale, ed attacchi continui alla nostra autostima. Sempre nei nostri primi anni in un contesto sociale siamo quindi "educati" a credere che : Non sappiamo nulla. Ci sono persone che ne sanno più di noi. Che questo è un mondo pericoloso. Che non ci si può fidare di nessuno. Che dobbiamo acquisire patterns di comportamenti conformi all'idea di società condivisa per sopravvivere.
Ed una volta finiti i numeri a scuola, inizieranno quelli a lavoro. Qui diventeranno più grossi, e questa volta potremmo "ottenerli". E quelli che otteranno un numero maggiore saranno considerate persone migliori. Siamo in questo modo portati a crescere in un ambiente altamente competitivo, anziché collaborativo, per dimostrare costantemente "qualcosa" a "qualcuno".
Siamo in questo modo vittime delle nostre attuali tradizioni.
Eppure ci si chiede, che cosa siamo senza le nostre tradizioni, senza radici ?
La mia risposta a questa domanda è una nuova domanda : Perché è così importante rispondere logicamente a ciò ? Perché mettere in parole ciò che già È a prescindere da esse ? È tanto importante ?
Penso che anche questo bisogno di definire tutto a parole, sia un ricordino dal nostro strano sistema educativo. E questo mi porta a ciò che considero la mia definizione di "state" :
L'umore TOP, o "state", è "non-mente", "non-parole", "non-alcuna-cosa".
E'. Pura azione. Un moto.
Perchè è nell'azione che la mente con tutti i suoi dubbi, i suoi paragoni, si spegne.
Per questo il sesso ha tanto successo : )))
Quando proviamo a dirigerlo, lo perdiamo
Quando proviamo a controllarlo, lo perdiamo.
Quando ci limitiamo nell'esprimerlo, lo perdiamo.
Se non ci focalizziamo al 100% in ciò che facciamo, lo perdiamo.
Alimentiamo la paura con il nostro dono, la nostra vita.
Quando accettiamo di diventare schiavi delle nostre paure, perdiamo noi stessi.
E se non possiamo fidarci di noi stessi, cadiamo in uno stato di trance.
Questo è il modo in cui lo perdiamo la maggior parte delle volte.
Ma come lo si guadagna ?
Qui è più difficile da definire. Se qualcuno volesse contribuire, senza limiti o giudizi, libero di farlo. Io, ad ora, non ho una risposta a 360 gradi soddisfacente.
Nella mia mente questo "stato" appare come una ruota che ha difficoltà a girare. Senza olio (inner game = idee chiare su sé stessi internamente, i propri principi, e la nostra visione delle cose) non può ruotare. Senza la sua forma (outer game = Il nostro modo di esprimerci e relazionarci al mondo) non può ruotare. Il cerchio è probabilmente la forma migliore per farla funzionare. Non ci sono angoli, non c'é migliore o peggiore, tutto è armonicamente equidistante dal centro. Se una forza esterna non le dà un impulso iniziale, rimane fermo. Quando questa forza agisce per ruotarla, diviene parte di questa ruota e del suo moto, che può andare avanti per cinque minuti o cinque ore. Ciò dipende dalla spinta iniziale, e dalle spinte successive. Il ritmo nell'atto. Questa forza (Sapere chi siamo e ciò che vogliamo chiaramente, essere diretti nel raggiungerlo senza dubbio alcuno) è il carburante di questo moto. Ogni ruota pur essendo diversa come estetica o ritmo di movimento, dal momento in cui viene espressa senza blocchi, è uno spettacolo meraviglioso da osservare "per sé".
Possiamo raggiungerlo tramite imitazione.
Possiamo supportarci gli uni con gli altri per raggiungerlo. Condividendoci ed ascoltandoci, mischiandoci gli uni con gli altri senza giudizi o paure.
Possiamo trovarlo in noi. Nei nostri valori. Nel nostro "Centro". E lasciarlo fuoriuscire dall'interno.
Credo che questo umore "TOP", questo "state", è la chiave del successo in OGNI campo, in OGNI interazione con questa realtà. Una realtà che a mia opinione non è una scoperta, ma creazione. Una creazione che siamo qui per condividere e creare come gruppo.
Regards,
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