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robinbreak

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robinbreak
On 11/27/2018 at 10:24 AM, Leopold said:

Le tue motivazioni quali sono?

 

La mia storia e' abbastanza anomala, ma e' quella che mia portato qui quindi di certo non la rinnego...

Fino ai 26-27 anni, probabilmente influenzato dall'ambiente universitario e mediatico, sono sempre stato un idealista di sinistra. Ero pesantemente favorevole ad una forzata redistribuzione della ricchezza, consideravo gli operai oppressi a prescindere dall'ingordo padrone, gli imprenditori erano dei malandrini (a prescindere), lo Stato doveva sempre venire in soccorso e aiutare tutti, evviva il posto pubblico cosi' non fai un cazzo, eccetera eccetera. Insomma, da becero bigotto di sinistra, ero anche convinto che le aziende dovessero assumermi esclusivamente perche' ero laureato in ingegneria. E che le mie prerogative sul lavoro fossero limitate esclusivamente dai muri ben definiti del mio pezzo di carta.

Non oso immaginare dove sarei ora se avessi seguito quella mentalita' nella mia carriera.

Poi venne il periodo 2007-2008. Arrivo' la crisi, un qualcosa di cui non mi capacitavo, e cominciai a studiarne forsennatamente le cause e  gli effetti a lungo termine.

Scoprii, quasi per caso, la Austrian School of Economics. Una dottrina economica alternativa alla vulgata propinata da tutti gli altri ambienti accademici e mediatici.

Mi misi a leggere con avidita' Von Mises, Rothbard, Hayek, gli artioli di Gary North, e cosi' via. Tra l'atro il 99% di queste letture sono freeware e disponibili al pubblico, se volete darci un'occhiata (https://www.goodreads.com/list/show/1653.The_Austrian_School_of_Economics).

Alcuni di questi libri, tipo Human Action di Ludwig Von Mises, o Road to Serfdom di Friedrich Hayek, aprono veramente la mente ad un mondo parallelo.

Non posso entrare nei dettagli perche' servirebbe un papiro per descrivere questa teoria economica, ma il succo del discorso posso cercare di riassumerlo in pochi paragrafi. 

Prima di tutto, bisogna capire che l'economia e' una conseguenza quasi esclusiva dell'Azione Umana collettiva. Nel senso che i governi, le banche centrali, le amministrazioni varie, possono essere considerate quasi un intralcio in economia. Le prerogative del governo dovrebbero limitarsi ESCLUSIVAMENTE alla promulgazione delle leggi, allo stabilire le regole. Quindi il governo di un paese dovrebbe limitarsi al parlamento, alle forze di polizia, ai tribunali, e a specifiche attivita' di supporto per la gente piu' sfortunata (disabili). Il governo non dovrebbe avere nulla a che vedere direttamente con la scuola, gli ospedali, le strade, le compagnie aeree, i treni, la telecomunicazione, l'acqua, le pensioni, i sussidi, eccetera eccetera. Dovrebbe stabilire le regole e farle rispettare ma non essere coinvolto in prima persona. Quindi di fatto... NIENTE TASSE.

L'economia dovrebbe essere lasciata in mano alle persone. All'Azione Umana. Al lavoro, all'etica e alla morale delle persone. In tutto cio' c'e' una categoria di persone che, grazie ai propri meriti lavorativi, e' un gradino sopra gli altri. E sono gli imprenditori.

Gli imprenditori sono coloro che, a partire da un insieme di risorse (umane, immobiliari e di capitale) riescono a mettere insieme una realta' che in ultima istanza ha l'obiettivo di RISOLVERE PROBLEMI. In maniera competitivia, con la qualita' piu' alta possibile, al prezzo piu' basso possibile.

Ora, lungi da me illudermi, e' ovvio che una societa' del genere ad oggi non esiste, forse non esistera' mai. E' un'utopia. Ma un certo grado di liberta' personale/imprenditoriale e' piu' o meno garantita in moltissimi paesi occidentali. E tale liberta' e' comunque in lenta espansione.

Cio' comunque non toglie alcun valore all'imprescindibile Azione Umana, e a tutto cio' che l'Azione Umana, e in particolar modo gli imprenditori/inventori sono riusciti a creare negli ultimi 200 anni di storia.

Tutto cio' che ci circonda e' stato creato, inventato, costruito, passo dopo passo, dagli imprenditori. Senza nulla togliere agli operai e gli impiegati, ma se non ci fossero stati imprenditori che avessero messo a disposizione il proprio capitale, l'automobile non sarebbe mai stata creata, ne' le risonanze magnetiche, i farmaci, gli aerei, i palazzi, il telefonino, eccetera eccetera.

La totalita' del progresso e' l'esclusiva conseguenza dell'Azione Umana.

La realizzazione di tutto cio' mi ha portato all consapevolezza che, come responsabilita' di essere umano, la missione di vita piu' soddifacente e' quella di RISOLVERE PROBLEMI.

A partire dal mio piccolo.

Ogni giorno.

Per i posteri.

Perche' sono un uomo.

Modificato da robinbreak
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Leggerò molto volentieri ciò che hai menzionato nel tuo post. Grazie mille per il feedback. 

Io sono un dipendente statale di recente assunzione. Però, ho intenzione in futuro di fare degli investimenti per incrementare le mie entrate e migliorare la qualità di vita. Il settore energetico e di riciclaggio mi affascinano, ma non ho idea dei costi e delle tecnologie specifiche del settore. Sto studiando il trading con impegno, sperando che possa diventare una piccola ma costante seconda entrata. 

Spero di poter tirare fuori qualcosa di utile. 

Modificato da enzq
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Leopold

Grazie per la risposta Robin.

Leggendo mi sono venute in mente alcune osservazioni che non vogliono contraddirti, ma solo fornire ulteriori spunti.

  1. "Risolvere problemi" più che una finalità sembrerebbe un mezzo. Del tipo che per ottenere stima, apprezzamento, soldi o altro, focalizzarsi sul risolvere problemi è sicuramente un buon metodo. Immagino poi che ripetendola questa azione possa essere confusa con l'obiettivo. Un po' come quelli che vanno in palestra per l'autostima, per apparire migliori agli occhi degli altri, ma alla lunga identificano il processo con l'allenamento e si appassionano effettivamente all'allenamento stesso facendo passare in secondo piano l'obiettivo originario;
  2. "Tutto ciò che ci circonda è stato costruito dagli imprenditori". Sono stati necessari, così come lo sono stati gli operai/dipendenti/schiavi, altrimenti piramidi e grattacieli non vengono su da soli. Più in generale il ruolo privilegiato degli imprenditori credo sia soggettivo e aggiungo da valutare in base a che tipo di imprenditore o dipendente sei. Chiaro che tra Steve Jobs e l'operaio che avvita il bullone scelgo il primo, ma tra l'imprenditore che vende un cavatappi perchè riesce a renderlo accattivante grazie alla colorazione particolare vs un dipendente di Google Brain scelgo sempre il secondo. Anche il fatto che gli imprenditori ambiscano a risolvere problemi non è così evidente attualmente, credo che i più siano mossi dal profitto. Questo vuol dire potenzialmente anche creare delle esigenze, far finta di risolvere delle esigenze, puntare buona parte degli sforzi sul marketing.
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senza nome
20 ore fa, enzq ha scritto:

Leggerò molto volentieri ciò che hai menzionato nel tuo post. Grazie mille per il feedback. 

Io sono un dipendente statale di recente assunzione. Però, ho intenzione in futuro di fare degli investimenti per incrementare le mie entrate e migliorare la qualità di vita. Il settore energetico e di riciclaggio mi affascinano, ma non ho idea dei costi e delle tecnologie specifiche del settore. Sto studiando il trading con impegno, sperando che possa diventare una piccola ma costante seconda entrata. 

Spero di poter tirare fuori qualcosa di utile. 

Il trading se non hai grossi capitali, non ti porterà mai a farci soldi.

100k ti rendono il 10% annuo(e sei bravo), cioè 10k, bene togli a quei 10k alcuni k tra corsi, piattaforme, libri, tassazione....

Pensa poi che per farci quei 10k, ti ci vuole almeno un anno di studio e pratica, dove non guadagni nulla, se non addirittura vai sotto.

Pensa che mi sembra il 95%(forse più o meno)perdono il proprio capitale iniziale quando si affacciano al trading.

Pensa al rischio che devi sopportare, ora tutto ciò, per avere 500 euro(non sicuri, anzi, magari sei scarso è vai in rimessa pesante anche dopo 2 anni), vale la pena?

Se è per i soldi no, assolutamente, se è per altro, anche sfizio, sono conti tuoi.

Tra real e virtual lo ho fatto più di un anno(delle ore al giorno tra studio e\o pratica), sono uscito in positivo alla fine(fortunamente), ma dato il capitale molto basso non ci ho pagato nemmeno i libri sul trading(ahahahah).

Ho lasciato perdere che facevo più soldi, avevo meno stress e rotture di palle, a fare praticamente qualsiasi altra attività.

Poi ripeto, se non lo fai direttamente e soprattutto per i soldi, vale anche la pena, magari.

In ogni caso, prova, era solo per dirti di non farti troppe speranze in merito

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robinbreak
1 hour ago, Leopold said:

Grazie per la risposta Robin.

Leggendo mi sono venute in mente alcune osservazioni che non vogliono contraddirti, ma solo fornire ulteriori spunti.

  1. "Risolvere problemi" più che una finalità sembrerebbe un mezzo. Del tipo che per ottenere stima, apprezzamento, soldi o altro, focalizzarsi sul risolvere problemi è sicuramente un buon metodo. Immagino poi che ripetendola questa azione possa essere confusa con l'obiettivo. Un po' come quelli che vanno in palestra per l'autostima, per apparire migliori agli occhi degli altri, ma alla lunga identificano il processo con l'allenamento e si appassionano effettivamente all'allenamento stesso facendo passare in secondo piano l'obiettivo originario;
  2. "Tutto ciò che ci circonda è stato costruito dagli imprenditori". Sono stati necessari, così come lo sono stati gli operai/dipendenti/schiavi, altrimenti piramidi e grattacieli non vengono su da soli. Più in generale il ruolo privilegiato degli imprenditori credo sia soggettivo e aggiungo da valutare in base a che tipo di imprenditore o dipendente sei. Chiaro che tra Steve Jobs e l'operaio che avvita il bullone scelgo il primo, ma tra l'imprenditore che vende un cavatappi perchè riesce a renderlo accattivante grazie alla colorazione particolare vs un dipendente di Google Brain scelgo sempre il secondo. Anche il fatto che gli imprenditori ambiscano a risolvere problemi non è così evidente attualmente, credo che i più siano mossi dal profitto. Questo vuol dire potenzialmente anche creare delle esigenze, far finta di risolvere delle esigenze, puntare buona parte degli sforzi sul marketing.

Sul "risolvere problemi"... si potrebbe dire che il fine ultimo sia il benessere generale, e non si andrebbe molto lontano dall'obiettivo reale e concreto. Pero' va anche notato che il "risolvere problemi" e' spesso una via esistenziale, che poi diventa un circolo vizioso, e che secondo me ha anche profonde radici biologiche che ci distinguono dagli altri animali.

Io la vedo proprio come una caratteristica evolutiva umana, ci sono alcune persone che sono spinte dal desiderio di contribuire al benessere comune proprio per istinto. Questo e' squisitamente umano.

Gli imprenditori sono quella categoria di persone che organizzano il capitale umano, immobiliare e finanziario per raggiungere il fine ultimo di presentare alla popolazione un prodotto migliore, a prezzo piu' basso e di piu' alta qualita'. 

Non voglio togliere nulla ai meriti della forza lavoro, ma sono gli imprenditori quelli che mettono sul piatto il capitale, e quelli che se le cose vanno male perdono tutto.

Ovviamente non voglio fare di tutta l'erba un fascio, esistono anche imprenditori ladri e imprenditori che lavorano in campi dove hanno un impatto molto limitato sulla collettivita'.

Ed esiste una parte della forza lavoro che ha un impatto enorme sull'azienda.

Il profitto non puo' essere il fine ultimo. Il profitto e' una conseguenza della bonta' del proprio prodotto, ed e' il mezzo con il quale si finanziano le espansioni e quindi da' la possibilita' di raggiungere piu' persone, o di avere un prodotto in futuro ancora migliore di quello attuale.

Apple fa profitti perche' fanno degli ottimi smartphone. Se facessero un prodotto di merda, possono anche spingere al massimo col marketing, ma in ultima istanza finiscono col fallire.

E anche quello di forzare le esigenze col marketing, e' una strategia temporanea che puo' mettere una pezza, ma se il prodotto e' fondamentalmente inutile, ha un tempo di efficacia limitato.

Naturalmente su questi temi sto generalizzando ed idealizzando, ogni singola situazione va pesata diversamente.

Pero' di base questa teoria economica la considero un principio generalmente valido.

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  • 4 mesi dopo...
leavingmyheart
Il 30/11/2018 alle 14:05 , senza nome ha scritto:

Il trading se non hai grossi capitali, non ti porterà mai a farci soldi.

 

non è verooooooo 😏

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robinbreak
Inviato (modificato)

E' un po' off topic qui, ma magari qualcuno apre uno spinoff se interessa.

Nel corso di una decade, sono stato uno sporadico sperimentatore di schedulazioni del sonno.

Ho provato le piu' famose, tra le quali vedi sotto

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Purtroppo senza successo. Dopo qualche giorno o al massimo un paio di settimane, crollavo esausto.

Ora posso dire di aver trovato la schedulazione del sonno perfetta, quasi per caso.

Ovviamente non e' nella tabella sopra.

Sono tre mesi che dormo per 12 ore di fila ogni due giorni.

Sembra una stronzata, perche' in totale sarebbe come dormire 6 ore a notte, che e' un ritmo serrato ma conosco molte persone normali che vanno avanti una vita con 6 ore di sonno a notte.

La produttivita' di questa schedulazione si manifesta durante la nottata del primo giorno di veglia. 

Nessuno caca il cazzo. Posso lavorare tutta la notte. Il giorno dopo non sono fresco, ma non sono neanche addormentato. E il lavoro pancia a terra che ho fatto di notte mi permette di concentrarmi su faccende piu' mondane del business, che non richiedono molta concentrazione, ma che tuttavia vanno fatte per forza di cose.

Non so se qualcuno vuole provarla.

Io suggerirei di si' anche perche' non stravolge il ritmo giornaliero. Cioe' nelle schedulazioni di cui l'immagine sopra non puoi sgarrare, devi fare delle ore di sonno durante la giornata, e magari hai un pranzo di lavoro o un meeting o sei reperibile o cose del genere.

Invece con la schedulazione "dormo 12 ore di fila ogni due giorni", c'e' il giorno della dormita in cui magari vai a dormire alle 6 come le galline, ma tutto sommato non compromette la vita sociale. Certo se una tipa vuole fare cena mi deve prenotare nel giorno di veglia, ma oltre a questo nessuna altra controindicazione finora.

P.S. sono imprenditore in Canada, ed ci hanno legalizzato la cannabis sei mesi fa.

 

Modificato da robinbreak
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Magic Mike
3 ore fa, robinbreak ha scritto:

Sono tre mesi che dormo per 12 ore di fila ogni due giorni.

 

Interessante. Ho una domanda.

Come ti regoli con l'alimentazione nella notte di veglia?

Mangi o digiuni?

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robinbreak
Inviato (modificato)
2 hours ago, Magic Mike said:

Interessante. Ho una domanda.

Come ti regoli con l'alimentazione nella notte di veglia?

Mangi o digiuni?

Domanda interessante, non ci avevo fatto caso, ma ora che mi ci fai pensare, effettivamente sto mangiando di più rispetto a quando avevo un ritmo normale.

Nella notte di veglia faccio una cena abbondante verso le 8 di sera, e cucino/ordino tanto in modo che ci siano avanzi, che provvederò a ingurgitare durante la notate, e poi colazione verso le 5 del mattino.

A stare sveglio l'energia la bruci, e devo dire che in tutto ciò ho anche perso qualche kg, nonostante mangi come uno squalo.

Faccio una dieta Paleo ma non strict (verdure, frutti, carne, noccioline di vario tipo, poco grano e quasi niente zucchero).

Fino ad un mesetto fa andavo dai 4 agli 8 caffè nel giorno di veglia, ora solo 2 caffè al giorno ma tanto the'.

La speranza è di eliminare il caffè quasi totalmente, ma forse è impossibile, con meno di due caffè al giorno non credo di riuscire a stare in piedi per 36 ore a botta

Modificato da robinbreak
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