Vai al contenuto

Aldus' keys - l'arte del sacrificio


Aldus

Messaggi raccomandati

Aldus

Fiumi di parole si possono spendere e spargere per provare a definire quale sia la forma di rapporto ideale tra due (o più) persone.

Ciò che spesso si dimentica, invece, è che su qualsiasi forma di rapporto si presenta prima o poi l'influenza del dio Saturno, dio crudele e tremendo, amante di sacrifici umani.
La sua immagine spesso era rappresentata con i compedes (lacci) di lana ai piedi, condizione propria degli schiavi (da cui le feste dei Saturnalia).

Questo grande dio divoratore dei suoi stessi figli ci ricorda, quale che sia la nostra condizione, la necessità del sacrificio e della schiavitù.

------

Esistono infinite sfumature delle modalità in cui si può stare insieme ad una persona (o più persone), e pensandoci un po' possiamo più o meno identificare dei casi generici.

Di queste sfumature, ora proverò a darvi alcuni (i miei) punti di vista:

------

1) La coppia monogama

Nessuno dei due ha mai tradito l'altro. Ci sono progetti a lungo termine. La presenza dell'altro è una garanzia di presenza e conforto in momenti difficili. Il rapporto si può evolvere in profondità, scoprendosi nell'interezza e nella complessità. Sul piano sessuale si possono raggiungere feeling intensi, profondi e particolari. Bellezza e orgoglio dell'esclusività.

Il sacrificio: manca l'adrenalina del "nuovo" e dell'avventura. Possibilità di dipendenza affettiva che prolunga situazioni anche spiacevoli e insoddisfacenti. Limite alla propria libertà personale data da vincoli e contratti. Possibilità di divorzi e successivi mantenimenti difficoltosi.

Lo vive bene chi: non è ossessionato dall'idea di fuga e dall'avventura sessuale. Ha in generale molti interessi trasversali. Condivide progetti brillanti ed emozionanti con il partner. Tendenzialmente è poco geloso. Riesce a sostenere emotivamente, economicamente e sessualmente i bisogni dell'altro. Ama l'idea della famiglia tradizionale.


2) La coppia monogama in cui uno dei due tradisce occasionalmente e l'altro non lo sa

Si godono i vantaggi della coppia monogama concedendosi comunque scappatelle e avventure, di solito di breve durata.

Il sacrificio: possibilità di essere scoperti con gravi ripercussioni sui propri piani e progetti. Senso di artificio. Senso di colpa che può diventare ossessivo. Peso del "dover tenere un segreto" e obbligo alla menzogna a vita. Complicazioni con la terza persona coinvolta.

Lo vive bene chi: sa essere perfetto nei propri incontri "extra", sa perdonare sé stesso e alleggerire i pesi della propria coscienza, continuando a garantire al partner ufficiale benessere e soddisfazione.


3) La coppia monogama in cui uno dei due tradisce e l'altro lo sa e (forse) lo accetta

Presente in ogni luogo ed ogni epoca. Uno dei due (nelle civiltà maschiliste, di solito, l'uomo) si concede deliberatamente esperienze multiple, pur mantenendo la coppia come riferimento. Il partner asseconda, e almeno formalmente accetta di buon grado.

Il sacrificio: instabilità nel tempo. Rancori e sofferenze nascoste. Svilimento della coppia. Diffidenza da parte del contesto socio-culturale e familiare. Debilitazione inconscia.

Lo vive bene chi: ha un forte "drive" sessuale ma distingue fermamente l'amore dal sesso. Sa essere molto sincero con sé stesso e con l'altro. Rema decisamente contro le regole e il contesto socio-culturale.


4) La coppia poligama o poliamorosa

Esperimento moderno di coppie assolutamente libere dal punto di vista sessuale, o vincolate ad un numero di persone comunque maggiore di uno, in cui lo "stare insieme" è legato ad altri valori e circostanze.

Il sacrificio: regole implicite spesso non chiare o non rispettate. Flagellazione sociale. Problemi di riconoscimento di paternità e maternità. Piaceri diversi da quelli di un amore "tradizionale".

Lo vive bene chi: non ha l'esclusività del rapporto tra i suoi piaceri personali (inconsci). Non teme il giudizio sociale. Necessita di libertà sessuale e vicinanza affettiva al contempo. Non sa cosa sia la gelosia.


5) Il single

Colui o colei che per scelta o necessità non si trova in un rapporto di coppia. Possibilità illimitata di incontri amorosi e sessuali, libertà incondizionata d'azione e di movimento. Maggiori disponibilità economiche (salvo casi speciali) e campo libero per i propri investimenti.

Il sacrificio: mancanza di un porto sicuro in cui consolarsi, di un fuoco al quale riscaldarsi. Dubbi nella possibilità di costruire una famiglia. Impossibilità di vivere gioie e sofferenze della costruzione di un amore. A lungo andare, possibili rimorsi e rimpianti. Rischio di ricadere in visione cinica della vita e delle relazioni.

Lo vive bene chi: ha molti amici e molti affetti. E' sessualmente attivo. Conduce una vita appagante e interessante. Non ha (e non avrà) velleità familiari o matrimoniali. Ha sufficiente tempo libero e non dipende economicamente da altri.


----

Ora, non è importante che questi casi (o sfumature di essi) siano veri o verosimili. Si tratta, per l'appunto, del mio punto di vista e ognuno è libero di costruire le proprie categorie, o di non farlo affatto.

Ciò che va compreso è che il senso di insoddisfazione e inappagamento, più o meno sottile, non mancherà mai.

Qualsiasi cosa tu scelga di fare o essere nella vita, dovrai sempre sacrificare qualcos'altro.

Il bello della vita, però, è che è lunga.

E che in diversi momenti della nostra vita, possiamo scegliere (o magari ci "ritroviamo"...) la soluzione in cui il sacrificio pesa meno, influisce meno rispetto al godimento dei vantaggi.

Possiamo vivere e sperimentare il bello della propria situazione del momento, senza per forza sconfortarsi nel sentire che "manca qualcosa" o che "si vorrebbe qualcosa di diverso, qualcosa in più".
E' una condizione inevitabile, in ogni caso!

A cosa serve passare da un'insoddisfazione all'altra, quando in ogni momento si può godere del proprio status, sia esso di libertà, d'amore, di sicurezza o di adrenalina?

Credo che la cosa più importante sia comprendere sin dall'inizio questo principio base, e sapere che - quale che sia il tuo percorso - non sarà mai tutto "rose e fiori".
Ci saranno sempre cose che non vanno. E ci saranno anche delle conseguenze, che a volte ti seguiranno per tutta la vita.
Si potrà rimanere invischiati nei nostri rimorsi, nei nostri divorzi, nelle nostre difficoltà e nelle nostre dipendenze, tra mogli, figli e amanti, gelosie invidie, perfidie e difficoltà economiche.

Questo fa parte dei giochi, sempre e comunque, e non è vero che l'erba del vicino è sempre la più verde. E' il vicino che ce lo fa credere per sentirsi meglio.

Potremmo essere tutti un po' più leggeri con noi stessi se ci prendessimo fin da subito le nostre responsabilità, riconoscendo e accettando con consapevolezza il sacrificio passato, presente e futuro, invece di avere sempre e solo riferimenti esterni e piangere sul latte versato...

Augh.

Modificato da Aldus
  • Mi piace! 8
Link al commento
Condividi su altri siti

bruschetta

Post indubbiamente interessante :)

A breath of fresh air :DD


3) La coppia monogama in cui uno dei due tradisce e l'altro lo sa e (forse) lo accetta

Presente in ogni luogo ed ogni epoca. Uno dei due (nelle civiltà maschiliste, di solito, l'uomo) si concede deliberatamente esperienze multiple, pur mantenendo la coppia come riferimento. Il partner asseconda, e almeno formalmente accetta di buon grado.

Il sacrificio: instabilità nel tempo. Rancori e sofferenze nascoste. Svilimento della coppia. Diffidenza da parte del contesto socio-culturale e familiare. Debilitazione inconscia.

Lo vive bene chi: ha un forte "drive" sessuale ma distingue fermamente l'amore dal sesso. Sa essere molto sincero con sé stesso e con l'altro. Rema decisamente contro le regole e il contesto socio-culturale.

D'accordo su questo punto ma bisogna distinguere tra "il traditore" e il "tradito". Per forza di cose il primo trarrà dalla situazione indubbiamente più vantaggi rispetto al secondo.


Ciò che va compreso è che il senso di insoddisfazione e inappagamento, più o meno sottile, non mancherà mai.

Qualsiasi cosa tu scelga di fare o essere nella vita, dovrai sempre sacrificare qualcos'altro.

Assolutamente d'accordo. Mi pare un concetto talmente chiaro e cristallino che spesso mi sorprendo di come a tanti sfugga. Ne parlavo l'altro giorno in pvt con un utente del forum: qualcosa nel piatto lo devi sempre lasciare, sta a te decidere cosa. La decisione è tua, così come le inevitabili conseguenze (positive o negative) che ne derivano.

Questo fa parte dei giochi, sempre e comunque, e non è vero che l'erba del vicino è sempre la più verde. E' il vicino che ce lo fa credere per sentirsi meglio.

Non so quanto sia il vicino a farci credere che la sua erba sia più verde o quanto siamo noi a vedere la sua erba verdissima senza sapere cosa c'è dietro....

Secondo me noi pensiamo che gli altri siano più felici di quanto sono in realtà perchè non ne conosciamo le tribolazioni ...

Spesso commettiamo l'errore di pensare che ricchezza=felicità, bellezza=felicità, lavoro prestigioso=felicità e via discorrendo.

Prendiamo le cose "per come le vediamo" ed è normale che sia così, perchè non possiamo per ogni singola situazione conoscerne i retroscena e avere quindi gli strumenti per valutarla con obiettività.

Mi fermo qui. Il discorso, se pur affascinante, sarebbe lunghissimo .... :)

Buon sabato,

Brus

  • Mi piace! 4
Link al commento
Condividi su altri siti

Dani89

Mi è venuto in mente John Lennon quando diceva (chissà se lo diceva davvero) che ci sarà sempre un scarpa vecchia per un piede storto. Solo non ci hanno detto che esistono molte più menti “storte” che piedi.

Un custode di chiavi conosce evidentemente diversi cancelli e diverse strade.

Grazie di questo contributo.

  • Mi piace! 3
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 mesi dopo...
OldPlayer

non so perchè mi ero perso questo topic.

Davvero molto bello ;-)

 

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

BrianBoru

Queste compartimentazioni stagne sono del tutto irreali.

Ci sono momenti nella vita in cui va meglio uno oppure l'altro.

E "il sacrificio" e il "lo vive bene chi" sono troppo categorie troppo circoscritte, soggettive nella spiegazione dello scrivente che, oltretutto, non tiene presente la loro liquidità.

 

Link al commento
Condividi su altri siti

Aldus
1 ora fa, BrianBoru ha scritto:

Queste compartimentazioni stagne sono del tutto irreali.

Ci sono momenti nella vita in cui va meglio uno oppure l'altro.

E "il sacrificio" e il "lo vive bene chi" sono troppo categorie troppo circoscritte, soggettive nella spiegazione dello scrivente che, oltretutto, non tiene presente la loro liquidità.

 

Sulla questione dei concetti a "compartimento stagno" non ci sono dubbi.

Tutte le parole, in sé, non sono equivalenti alla realtà che vogliono contenere. E' il Linguaggio stesso ad avere questo limite.

E' esistito, forse esiste ancora, un linguaggio sacro in cui ogni parola si sovrapponga al suo concetto (l'Arca di Noè - dove gli animali entravano a coppie - la parola e il suo corrispettivo reale - per salvarsi dal "diluvio" della confusione e dell'irrappresentabilità).

Ma non è di certo il caso della nostra lingua romanza.

 

Quanto alle categorie (che credo abbiano tutti, a livello inconscio) sono solo strumenti di pensiero; l'oggetto del topic è l'arte del sacrificio e non quello che io penso siano i modi di stare in coppia, usati solo a livello soggettivo-esemplificativo, come premesso nel topic stesso:

 

Il 2/7/2016 alle 11:52 , Aldus ha scritto:

------
[...]
Esistono infinite sfumature delle modalità in cui si può stare insieme ad una persona (o più persone), e pensandoci un po' possiamo più o meno identificare dei casi generici.
Di queste sfumature, ora proverò a darvi alcuni (i miei) punti di vista:
[...]
Ora, non è importante che questi casi (o sfumature di essi) siano veri o verosimili. Si tratta, per l'appunto, del mio punto di vista e ognuno è libero di costruire le proprie categorie, o di non farlo affatto.
[...]
Ciò che va compreso è che il senso di insoddisfazione e inappagamento, più o meno sottile, non mancherà mai.
[...]
 

...non posso accettare quindi la tua seconda critica, Brian.

Di quale liquidità si parla? Del fatto che ti possano in ogni momento liquidare?  (Ah no, quella è liquidabilità ... )

Modificato da Aldus
Link al commento
Condividi su altri siti

BrianBoru
26 minuti fa, Aldus ha scritto:

Sulla questione dei concetti a "compartimento stagno" non ci sono dubbi.

Tutte le parole, in sé, non sono equivalenti alla realtà che vogliono contenere. E' il Linguaggio stesso ad avere questo limite.

E' esistito, forse esiste ancora, un linguaggio sacro in cui ogni parola si sovrapponga al suo concetto (l'Arca di Noè - dove gli animali entravano a coppie - la parola e il suo corrispettivo reale - per salvarsi dal "diluvio" della confusione e dell'irrappresentabilità).

Ma non è di certo il caso della nostra lingua romanza.

La nostra lingua, sarà pure limitata, ma ti consente di descrivere i relativismi.

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...