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Come imposti le tue scelte? Coscienza, razionalità o intuito.


Fede89

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Fede89

Quando siamo in confusione, non è una buona cosa. La lucidità è essenziale, in ogni ambito della vita.

Ma quando prendiamo una scelta, essa da quale parte di noi proviene?

Personalmente ritengo che dobbiamo vivere le domande, non vivere le risposte. Lasciarci un po' più trasportare dal qui ed ora.

Sono una persona molto orgogliosa, dó molto valore al mio tempo, sono selettivo e ho ricercato sempre accanto a me amici e donne costruttivi per la mia persona. Soggetti di cui io possa avere stima e da cui possa imparare qualcosa. Devono lasciarmi un po' di loro dentro di me.

Sono razionale. Principalmente riflessivo, tendo a non far trasparire le mie emozioni.

Ci sono periodi però dove siamo confusi: delle nostre scelte passate, delle cose che accadono e delle regole che ci siamo creati dalle nostre esperienze passate, ma a volte proprio di esse rischiamo di diventarne dipendenti.

Così mi rimetto in gioco e mi faccio domande.

In tutto questo quadro, io non riesco a definire i bordi, i miei margini di errore.

Dico da subito che non mi piace tornare su decisioni prese in passato perché le mie scelte sono state ponderate sotto tutti i punti di vista, di cui i motivi ho messo per iscritto per evitare ripensamenti nel momento in cui dimentichiamo le cose brutte e galleggiano nella nostra testa le cose belle. Ma principalmente anche perché tornare a rivedere quelle scelte e cambiarle per me è molto svalutativo.

Esempio perfetto è che ci sono persone, spesso donne, che sorprese dal tuo modo di porti nella vita, ti vedono quasi come irraggiungibile e mi capita di vedere donne che a distanza di tempo, anche per un anno continuativo, cercano riavvicinamenti di ogni tipo, ai limiti dello stalkeraggio. Contatti notevoli e significativi.

Razionalmente valuto questi riavvicinamenti come test sulla coerenza. Un loro vedere se crediamo realmente nelle nostre posizioni. Dó diciamo poca credibilità a queste cose. Uso uno sguardo disinteressato, come se stessi guardando una commedia al cinema. Dó zero credibilità a questi eventi, alle loro intenzioni.

Il problema si pone non con chi non proviamo nulla, ma con chi ci lascia ancora sensazioni dentro, quindi quando proviamo qualcosa di intenso. Con chi è stato o chi è tuttora un obiettivo importante.

È giusto offrire disponibilità ad un confronto? È giusto credere nelle parole che si sentono? O solo sono parole? È giusto credere che una persona abbia capito una lezione e sia a sua volta migliorata?

Non vorrei che il mio recinto di regole sia diventato per me stesso delimitativo e che mi renda ottuso a ciò che la vita offre. Ma non vorrei neanche che il muro che ho sollevato si sgretoli sulle mie mani, anche se la distruzione è la via per la trasformazione e la sofferenza può portare ad un miglioramento notevole per chi é capace a guardare il lato positivo.

Grazie per gli spunti riflessivi. I miei amici hanno esperienze e possono consigliarmi, ma non conoscono le dinamiche delle donne che io per fortuna ho letto, imparato ed interiorizzato.

Modificato da Fede89
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Sbaglio o sono le 3 squadre dei Pokémon?

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black mamba

Fede, perdonami. Ho cercato di leggere e ho intuito che tu ritieni di avere tantissime qualità. Permettimi di sottolineare un punto debole: quando scrivi non si capisce una cippa...

se non ho interpretato male, è tornata una tipa "importante" e non sai se dar retta a quello che ti dice, perché l'immagine che hai di te stesso è quella di un personaggio che non torna mai sui suoi passi...

Se è così non posso che ripeterti quello che qui sopra pare un mantra "bada a quello che fanno e non a quello che dicono". Se non è così, pazienza. Non credo che riusciremo a capirci, anyway....

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NAP

Io parto dall'intuito (di cui ho gran fiducia) per prendere una scelta che deve sempre è cmq razionale, sono le sue idee che costruiscono l'uomo e bisogna seguirle anche a cisto di sacrificare se stessi, alla fine ciò che percepiscono le donne di pancia è solo la capacità di mantenersi lucidi razionali ed in linea con esse, questo ovviamente non significa ottusaggine, non ha niente a che vedere con essa. Detto da uno che si ritrova molto nella tua descrizione

Modificato da NAP
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Erlenmeyer

Guarda, io ho bruciato la mia buona parte di ponti, sia in ambito sentimentale che in caso di amicizie.

In qualche occasione, col passare del tempo è capitato che ci ripensassi. Come hai scritto tu, guardando al passato si tendono a ricordare più gli aspetti belli e piacevoli di un rapporto, fino ad arrivare a chiedersi "ma avrò forse sbagliato ad interrompere quel rapporto?" Salvo poi ricordarsi le motivazioni negative che hanno portato a quella decisione.

Personalmente, non sono mai tornata indietro, in virtù del fatto che si, le persone cambiano, come cambiamo anche noi però. La persona che vuole provare a riavvicinarsi a te magari è cambiata davvero... Però è probabile che anche tu, a tua volta, sia cambiato in qualcosa. E' facile lasciarsi andare a sentimentalismi e volersi cullare nel discorso del "riprovare", ma realisticamente... L'essere cambiati non è di certo garanzia di successo nel caso di un tentativo di riavvicinamento.

Se questo discorso di "riconquiste e riavvicinamento" è poi applicato a donne, non mi sembrerebbe strano che una continui a cercarti e a riproporsi per il semplice fatto che un rifiuto, o comunque un mancato ottenimento dell'oggetto del desiderio, la renda ancora più determinata a combattere per avere un certo senso di rivalsa nei tuoi confronti e per poter dire a sé stessa "si, sono riuscita ancora una volta ad ottenere ciò che voglio"

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Tornano tutti prima o poi

Bisogna capire PERCHÉ tornano, nel 90x100 dei casi è una questione di "zona di comfort". Nel restante 10 ci sono le più svariate possibilità.

Quando conosco una persona nuova mo lascio guidare dall' intuito, ma quando chiudo, cosa rarissima, poi chiudo per sempre e prendo una decisione razionale.

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