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Ad un passo dal suicidio


Bedauern

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-Grey-
12 ore fa, Bedauern ha scritto:

Buonasera a tutti gli utenti del forum. Ho scientemente deciso di aprire siffatta discussione in questa sezione perché, pur non identificandomi né in un ignavo né in un querulo, non la ritengo adatta allo spirito del forum, incline al miglioramento personale. Dopo questa premessa, vi introduco al tema centrale.

Come si desume dal titolo, mi trovo ad un passo dall'uccidermi. Sono sempre stato incline alla malinconia: l'idea del suicidio mi accompagna, senza mai abbandonarmi, se non per le ore notturne, dall'adolescenza, e, fino a qualche settimana fa, continuava ad essere tale, cioè un pensiero, anche utile, paradossalmente, per trascorrere la vita più serenamente; adesso, però, mi ritengo pronto a renderlo in atto. La cagione, ovviamente, non è la medesima della prima volta: svariati anni fa, da giovinetto serafico qual ero, avrei agognato la morte per un'infatuazione non corrisposta, difficoltà nel socializzare od altre amenità, ma adesso... beh, come ho invero scritto nella lettera riservata ai miei intimi, il tedioso gioco dell'esistere, per nulla magro di ottenebranti ambizioni dalla fugace essenza, mi è venuto, ormai, troppo in uggia, e poiché c'è poco o nulla che lo renda quantomeno sopportabile, ed essendo quelle sparute cose figlie di bramosie ancestrali difficilmente realizzabili - almeno per me, visto che non ho più la forza interiore per prodigarmi in alcunché, la morte, assenza di volontà, risulta essere un'opzione assai più auspicabile.

Avrei già predisposto tutto per questo viaggio finale, il cappio, la lettera. Sono pronto a gettare i dadi, a bruciare le ultime navi che mi avrebbero potuto condurre verso un futuro che più avrebbe aiutato a sopportare il taedium vitae, ovvero del denaro che ho da parte, dilapidandolo in puttane, giusto per incrementare il senso di colpa, scongiurare ogni possibilità di ripensamento ed addolcire la morte. 

Vi sarete chiesti qual è lo scopo di questa discussione. Non so perché l'abbia aperta, sinceramente; forse, ho avvertito la necessità di esternare questa storia a qualcuno prima di mettere in atto il tutto, e voi, a parte una persona che non ho ancora contattato, siete gli unici con cui possa farlo. 

Scusandomi per aver insozzato il forum,

vi ringrazio per l'attenzione.

Autore di questo post

è passato tanto, ma ricordo vividamente di essere stato in quel posto che adesso occupi tu

con l'unica differenza forse che non lo sapeva nessuno, me lo sono sempre tenuto per me e ancora oggi pochi lo sanno che ho camminato su quel filo che sta tra la vita e la morte consapevole di poter perdere l'equilibrio

e so quanto sia inutile e suoni ridicolo ogni tentativo di cambiare la tua visione delle cose, e ciò che senti e che provi, come se non fosse una situazione reale

l'ho sempre considerato offensivo, come trattare la disperazione al pari della stupidità

la felicità, la tristezza, la vitalità, la depressione... non sono stati d'animo che possiamo semplicemente decidere di mettere, come dei vestiti, sono l'espressione di qualcosa di concreto che accade nella nostra vita

realizzare degli obbiettivi ci rende felici, non poterlo fare ci rende infelici

cambiare le cose non significa riuscire ad essere felici senza comunque realizzare niente, è impossibile e se anche fosse possibile sarebbe davvero una cosa da malati

invece, per cambiare la visione delle cose a volte basta realizzare qualcosa

o anche solo identificarlo, perchè in molti casi può non essere così chiaro ciò che ci serve e che ci manca

magari basta capire la direzione per essere entusiasti di iniziare il cammino

finchè non sai dove andare, non vedi le strade e tantomeno sai quale sia la tua, ti senti perso, senza riferimenti, è normale che l'istinto non sia di camminare in una direzione a caso, ma sederti

finchè ti sembra impossibile uscirne...

se fossi lì davanti a te, senza sentirmi in dovere di cercare di farti fare o non fare qualcosa, nella tua attesa non ti chiederei le tue emozioni che conosco benissimo, perchè sono state anche le mie a volte nella vita

ti chiederei invece molta concretezza, che cosa ti manca, che cosa hai, di che cosa ti importa, cosa vorresti essere\avere nella vita, dove vorresti arrivare, chi vorresti essere tra 10 anni e come secondo te questo potrebbe succedere, immaginandolo come se dovessi scrivere un libro

vorrei essere lì davanti a te ora

non per cambiarti, per importi una visione distorta o comunque diversa della realtà, ma per parlare con te di queste cose e vedere se ti è sfuggito qualcosa

io non lo so, senza conoscerti o averti parlato, ma può essere che la strada giusta sia lì dietro di te e tu semplicemente non ti sia ancora voltato per vederla

ma sarebbe proprio di fronte a qualcuno che ti guarda in volto

 

 

 

 

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OldPlayer

Buongiorno,

spero che la notte ti abbia portato consiglio e che tra poche ore ci parlerai di te....

Un abbraccio,

OldPlayer

 

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saekonogami

Hai scritto qui, hai scritto a noi. Per cui per fortuna la volontà di andartene non è ancora così forte. Desideri di farlo... è diverso

L’abbiamo sognato tutti. Abbiamo immaginato il nostro funerale. Che avrebbero detto. Chi avrebbe pianto e chi no.Chi avrebbe letto Bukowski sulla nostra tomba

L’idea di andarsene permette di non impazzire. Permette di tenere aperta quella via di fuga ed in qualche modo non ti abbandonerà mai e sai una cosa?

Ti permetterà di avanzare dove altri si fermano

Ma se sei davvero pronto a mollare tutto, se niente ti trattiene, allora….. allora , sei nel momento giusto per ricominciare

Per fare tutto, per fare quello che vuoi. per farlo meglio, o farlo peggio.

Prima del tuo gesto, fa qualcosa che gli somigli. Qualcosa di estremo. Un lancio in paracadute, un viaggio lontano in solitaria, parlare con quella ragazza che fissi da distante, ubriacarti fino a star male,  fa tutto quello che non avevi il coraggio di fare, perchè ora non ha più nulla da perdere..

Accadono miracoli nella vita, ogni giorno.

 

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19 ore fa, Bedauern ha scritto:

Buonasera a tutti gli utenti del forum. Ho scientemente deciso di aprire siffatta discussione in questa sezione perché, pur non identificandomi né in un ignavo né in un querulo, non la ritengo adatta allo spirito del forum, incline al miglioramento personale. Dopo questa premessa, vi introduco al tema centrale.

Come si desume dal titolo, mi trovo ad un passo dall'uccidermi. Sono sempre stato incline alla malinconia: l'idea del suicidio mi accompagna, senza mai abbandonarmi, se non per le ore notturne, dall'adolescenza, e, fino a qualche settimana fa, continuava ad essere tale, cioè un pensiero, anche utile, paradossalmente, per trascorrere la vita più serenamente; adesso, però, mi ritengo pronto a renderlo in atto. La cagione, ovviamente, non è la medesima della prima volta: svariati anni fa, da giovinetto serafico qual ero, avrei agognato la morte per un'infatuazione non corrisposta, difficoltà nel socializzare od altre amenità, ma adesso... beh, come ho invero scritto nella lettera riservata ai miei intimi, il tedioso gioco dell'esistere, per nulla magro di ottenebranti ambizioni dalla fugace essenza, mi è venuto, ormai, troppo in uggia, e poiché c'è poco o nulla che lo renda quantomeno sopportabile, ed essendo quelle sparute cose figlie di bramosie ancestrali difficilmente realizzabili - almeno per me, visto che non ho più la forza interiore per prodigarmi in alcunché, la morte, assenza di volontà, risulta essere un'opzione assai più auspicabile.

Avrei già predisposto tutto per questo viaggio finale, il cappio, la lettera. Sono pronto a gettare i dadi, a bruciare le ultime navi che mi avrebbero potuto condurre verso un futuro che più avrebbe aiutato a sopportare il taedium vitae, ovvero del denaro che ho da parte, dilapidandolo in puttane, giusto per incrementare il senso di colpa, scongiurare ogni possibilità di ripensamento ed addolcire la morte. 

Vi sarete chiesti qual è lo scopo di questa discussione. Non so perché l'abbia aperta, sinceramente; forse, ho avvertito la necessità di esternare questa storia a qualcuno prima di mettere in atto il tutto, e voi, a parte una persona che non ho ancora contattato, siete gli unici con cui possa farlo. 

Scusandomi per aver insozzato il forum,

vi ringrazio per l'attenzione.

Ci passiamo tutti,

in special modo gli idealisti, i più schiacciati dalla realtà volgare in cui siamo catapultati e forzati a rientrare.

Io credo che la vita sia fatta di contrazioni ed espansioni,

Magari adesso sei nella tua fase di contrazione, rannicchiamento interiore.

Ti parlo da persona che ha passato diverse fasi di questo tipo, dopo, quando torni ad espanderti, è sempre meglio.

Devi trovare una ragione per vivere.

Nuovi significati, nuovi occhi con cui osservare la realtà.

La morte metaforica è un periodo in cui tutto si spegne per rinascere sotto una diversa luce.

Se passi questa fase, sono sicuro che accadrà anche a te.

Hai detto che hai dei soldi da parte, mai pensato di investire su di te ? (non che andare a puttane non lo sia, anzi)

Però dico sincero, ricercare qualcosa, o qualcuno, su cui investire per aiutarti a trovare una direzione, una nuova prospettiva sulla realtà.

Ti senti richiamato da qualcosa, o qualcuno ?  (A parte la dama pallida ?)

O c'é qualcosa che avresti sempre voluto fare e non hai mai fatto ?

Investi, fallo, cerca nuovi significati, aggiungi esperienze alla tua realtà. Allarga il tuo "mandala".

Magari è ciò che ti aiuterà a trovare una nuova prospettiva.

Il mondo va in lutto per qualsiasi perdita. Anche se puoi non pensarlo, sei importante. Anche se puoi non pensarlo, hai potere sulla realtà.

Guarda ora, scrivi, e richiami noi a rispondere. Prova a pensare se applicassi questo principio ad altro.

 

Detto questo, non starò nemmeno io qui a dirti se farlo o non farlo o boh.

E' una decisione intima e personale, che posso solo rispettare.

Ti dico  però che io, e ne ho avuti di periodi bui, ho scelto di combattere.

Non contro la Morte, ma contro la morte della Vita che vedo attorno a me.

Perché è proprio quando sei sereno sul pensiero di morire, quando non hai paura di baciare la pallida mano di quella Dama, che sei all'apice del tuo Potere. Allora per la prima volta Puoi davvero. Hai abbattuto il Drago che incatena milioni di persone ad una vita di schiavitù. Tu puoi essere Libero adesso, nella Vita, se lo vuoi.

...

Che questo mondo sia  "una giostra al massacro" (come l'ha definito qualcuno), non c'é dubbio. Che vedere una figa a cui sei stato dietro mesi, ascoltandola e standole vicina nella sua fase più buia,  dare il suo triangolino al primo coglione che si atteggia a chissà quale intellettuale sparando etimologie a caso ( e pure sbagliate) per cercare di fare breccia nella sua sensibilità, riuscendoci, fa salire un po' quel "ma chi cazzo me lo fa fare" , di nuovo, ci sta.

Ma poi magari ripensi al tutto una seconda volta, e ti metti a ridere.

Ed a volte è più il pensiero di vivere, che il Vivere.

Ed a volte, è semplicemente il focus verso la parte sbagliata a farci credere di non avere potere sulla Vita.

E spessissimo è proprio spostando quel focus, che la tua realtà collassa verso altri Mondi in cui sei sempre Tu, ma la Realtà che hai attorno è cambiata.

E d'improvviso, sfanculi la tipa, non hai più nulla da perdere; e proprio da quel momento lei comincia a cercarti ogni giorno. Dopo tre giorni le rispondi. Vuole che vai da lei, è palese cosa vuole, cosa  ti vuole offrire. Acconsenti.

La notte va bene. Post-sex si apre con te.

Anche lei ha sogni, e progetti, cose a cui vorrebe credere e che vorrebbe portare avanti. Ti mitraglia tutto addosso senza sosta, sembra quasi stia cercando di convincere sé stessa; sembra quasi che dal tuo parere dipenda tutto il suo Mondo. Sorridi. Ti rendi conto che in fondo, siamo tutti sulla stessa malconcia barca alla deriva. Ti verrebbe voglia di bruciare anche la sua. Ma poi la guardi negli occhi, noti la passione, la tristezza, la ricerca di un permesso, il permesso di poter Desiderare, Sognare, Creare, anche lei. Tutto questo in quelle due fragili biglie che si muovono come spiritate, a volte guardando te, a volte guardando il vuoto. Ti chiedi quanto sia buffo che stia condividendo tutto ciò proprio con te. Adesso. Che non credi più in nulla. Eppure, ti passa un pensiero, rapido come un lampo. Ti dici che forse, forse, puoi ancora fare qualcosa di buono in questa Vita. Le sorridi, "andrà tutto bene, sono sicuro ci riuscirai", i suoi occhi vibrano. E' imbarazzata, sembra quasi tu le abbia dato nuova vita, si stringe a te, fate di nuovo l'amore.
 

---

Spoiler

F. Pessoa, Tabaccheria.

Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso voler essere niente.
A parte questo, ho dentro me tutti i sogni del mondo.

Finestre della mia stanza,
della stanza di uno dei milioni al mondo che nessuno sa chi è
(e se sapessero chi è, cosa saprebbero?),
vi affacciate sul mistero di una via costantemente attraversata da gente,
su una via inaccessibile a tutti i pensieri,
reale, impossibilmente reale, certa, sconosciutamente certa,
con il mistero delle cose sotto le pietre e gli esseri,
con la morte che porta umidità nelle pareti e capelli bianchi negli uomini,
con il Destino che guida la carretta di tutto sulla via del nulla.

Oggi sono sconfitto, come se conoscessi la verità.
Oggi sono lucido, come se stessi per morire,
e non avessi altra fratellanza con le cose
che un commiato, e questa casa e questo lato della via diventassero
la fila di vagoni di un treno, e una partenza fischiata
da dentro la mia testa,
e una scossa dei miei nervi e uno scricchiolio di ossa nell'avvio.

Oggi sono perplesso come chi ha pensato, trovato e dimenticato.
Oggi sono diviso tra la lealtà che devo
alla Tabaccheria dall'altra parte della strada, come cosa reale dal di fuori,
e alla sensazione che tutto è sogno, come cosa reale dal di dentro.

Sono fallito in tutto.
Ma visto che non avevo nessun proposito, forse tutto è stato niente.
Dall'insegnamento che mi hanno impartito,
sono sceso attraverso la finestra sul retro della casa.
Sono andato in campagna pieno di grandi propositi.
Ma là ho incontrato solo erba e alberi,
e quando c'era, la gente era uguale all'altra.
Mi scosto dalla finestra, siedo su una poltrona. A che devo pensare?
Che so di cosa sarò, io che non so cosa sono?
Essere quel che penso? Ma penso di essere tante cose!
E in tanti pensano di essere la stessa cosa che non possono essercene così tanti!
Genio? In questo momento
centomila cervelli si concepiscono in sogno geni come me,
e la storia non ne rivelerà, chissà?, nemmeno uno,
non ci sarà altro che letame di tante conquiste future.
No, non credo in me.
In tutti i manicomi ci sono pazzi deliranti con tante certezze!
lo, che non possiedo nessuna certezza, sono più sano o meno sano?
No, neppure in me...
in quante mansarde e non-mansarde del mondo
non staranno sognando a quest'ora geni-per-se-stessi?
Quante aspirazioni alte, nobili e lucide -,
sì, veramente alte, nobili e lucide -,
e forse realizzabili,
non verranno mai alla luce del sole reale nè troveranno ascolto?

Il mondo è di chi nasce per conquistarlo
e non di chi sogna di poterlo conquistare, anche se ha ragione.

Ho sognato di più di quanto Napoleone abbia realizzato.
Ho stretto al petto ipotetico più umanità di Cristo.
Ho creato in segreto filosofie che nessun Kant ha scritto.
Ma sono, e forse sarò sempre, quello della mansarda,
anche se non ci abito;
sarò sempre quello che non è nato per questo;
sarò sempre soltanto quello che possedeva delle qualità;
sarò sempre quello che ha atteso che gli aprissero la porta davanti a una parete senza porta,
e ha cantato la canzone dell'Infinito in un pollaio,
e sentito la voce di Dio in un pozzo chiuso.
Credere in me? No, nè in niente.

Che la Natura sparga sulla mia testa scottante
il suo sole, la sua pioggia, il vento che trova i miei capelli,
e il resto venga pure se verrà o dovrà venire, altrimenti non venga.
Schiavi cardiaci delle stelle,
abbiamo conquistato tutto il mondo prima di alzarci dal letto;
ma ci siamo svegliati ed esso è opaco,
ci siamo alzati ed esso è estraneo,
siamo usciti di casa ed esso è la terra intera,
più il sistema solare, la Via Lattea e l'Indefinito.

(Mangia cioccolatini, piccina; mangia cioccolatini!
Guarda che non c'è al mondo altra metafisica che i cioccolatini.
Guarda che tutte le religioni non insegnano altro che la pasticceria.
Mangia, bambina sporca, mangia!
Potessi io mangiare cioccolatini con la stessa concretezza con cui li mangi tu!
Ma io penso e, togliendo la carta argentata, che poi è di stagnola,
butto tutto per terra, come ho buttato la vita.
Ma almeno rimane dell'amarezza di ciò che mai sarà
la calligrafia rapida di questi versi,
portico crollato sull'Impossibile.
Ma almeno consacro a me stesso un disprezzo privo di lacrime,
nobile almeno nell'ampio gesto con cui scaravento
i panni sporchi che io sono, senza lista, nel corso delle cose,
e resto in casa senza camicia.

(Tu, che consoli, che non esisti e perciò consoli,
Dea greca, concepita come una statua viva,
o patrizia romana, impossibilmente nobile e nefasta,
o principessa di trovatori, gentilissima e colorita,
o marchesa del Settecento, scollata e distante,
o celebre cocotte dell'epoca dei nostri padri,
o non so che di moderno - non capisco bene cosa -,
tutto questo, qualsiasi cosa tu sia, se può ispirare che ispiri!
Il mio cuore è un secchio svuotato.
Come quelli che invocano spiriti invoco
me stesso ma non trovo niente.

Mi avvicino alla finestra e vedo la strada con assoluta nitidezza.
Vedo le botteghe, vedo i marciapiedi, vedo le vetture passare,
vedo gli esseri vivi vestiti che s'incrociano,
vedo i cani che anche loro esistono,
e tutto questo mi pesa come una condanna all'esilio,
e tutto questo è straniero, come ogni cosa.
Ho vissuto, studiato, amato, e persino creduto,
e oggi non c'è mendicante che io non invidi solo perchè non è me.
Di ciascuno guardo i cenci e le piaghe e la menzogna,
e penso: magari non ho mai vissuto, nè studiato, nè amato, nè creduto
(perchè si può creare la realtà di tutto questo senza fare nulla di tutto questo);
magari sei solo esistito, come una lucertola cui tagliano la coda
e che è irrequietamente coda al di qua della lucertola.

Ho fatto di me ciò che non ho saputo,
e ciò che avrei potuto fare di me non l'ho fatto.
Il domino che ho indossato era sbagliato.
Mi hanno riconosciuto subito per quello che non ero e non ho smentito, e mi sono perso.
Quando ho voluto togliermi la maschera,
era incollata alla faccia.
Quando l'ho tolta e mi sono guardato allo specchio,
ero già invecchiato.
Ero ubriaco, non sapevo più indossare il domino che non mi ero tolto.
Ho gettato la maschera e dormito nel guardaroba
come un cane tollerato dall'amministrazione
perchè inoffensivo
e scrivo questa storia per dimostrare di essere sublime.
Essenza musicale dei miei versi inutili,
magari potessi incontrarmi come una cosa fatta da me,
e non stessi sempre di fronte alla Tabaccheria qui di fronte,
calpestando la coscienza di esistere,
come un tappeto in cui un ubriaco inciampa
o uno stoino rubato dagli zingari che non valeva niente.

Ma il padrone della Tabaccheria s'è affacciato sulla porta e vi è rimasto.
Lo guardo con il fastidio della testa piegata male
e con il disagio dell'anima che sta intuendo.
Lui morirà ed io morirò.
Lui lascerà l'insegna, io lascerò dei versi.
A un certo momento morirà anche l'insegna, e anche i versi.
Dopo un po' morirà la strada dove fu stata l'insegna,
E la lingua in cui furono scritti i versi.
Morirà poi il pianeta che gira in cui tutto ciò accadde.
In altri satelliti di altri sistemi qualcosa di simile alla gente
continuerà a fare cose simili a versi vivendo sotto cose simili a insegne,
sempre una cosa di fronte all'altra,
sempre una cosa inutile quanto l'altra,
sempre l'impossibile, stupido come il reale,
sempre il mistero del profondo certo come il sonno del mistero della superficie,
sempre questo o sempre qualche altra cosa o nè una cosa nè l'altra.

Ma un uomo è entrato nella Tabaccheria (per comprare tabacco?),
e la realtà plausibile improvvisamente mi crolla addosso.
Mi rialzo energico, convinto, umano,
con l'intenzione di scrivere questi versi per dire il contrario.
Accendo una sigaretta mentre penso di scriverli
e assaporo nella sigaretta la liberazione da ogni pensiero.
Seguo il fumo come se avesse una propria rotta,
e mi godo, in un momento sensitivo e competente
la liberazione da tutte le speculazioni
e la consapevolezza che la metafisica è una conseguenza dell'essere indisposti.

Poi mi allungo sulla sedia
e continuo a fumare.
Finche il Destino me lo concederà, continuerò a fumare.
(Se sposassi la figlia della mia lavandaia
magari sarei felice.)
Considerato questo, mi alzo dalla sedia.
Vado alla finestra.
L'uomo è uscito dalla Tabaccheria (infilando il resto nella tasca dei pantaloni?).
Ah, lo conosco: è Esteves senza metafisica.
(Il padrone della Tabaccheria s'è affacciato all'entrata.)
Come per un istinto divino Esteves s'è voltato e mi ha visto.
Mi ha salutato con un cenno, gli ho gridato Arrivederci Esteves!, e l'universo
mi si è ricostruito senza ideale ne speranza, e il padrone della Tabaccheria ha sorriso

 

Considera questo papiro di suoni e poesie un omaggio alle tue scelte, qualsiasi esse siano.

Modificato da Lilian
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Maurito9

Ciao,

ovviamente mi auguro che tu desista dal tuo obiettivo.

Però quello che hai scritto è tutto un pò nebuloso... posso capire da dove parte questo malessere. Innanzitutto quanti anni hai?

E' un problema di aspettative deluse sulla vita? Carriera fallita? Amori finiti o una situazione sentimentale difficile? Rimpianti, rimorsi?

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Bedauern

Avrei voluto ringraziare e rispondere singolarmente a ciascuno di voi, ma, dati gli innumerevoli post, lo farò in un unico messaggio. Mi scuso se non l'ho fatto prima, tuttavia, giacché ho dovuto fingere di aver ancora una vita da condurre, non ne ho avuto il tempo.

Ho vent'anni e sono uno studente. La mia arte di vivere è sempre stata alquanto precaria: prima parte dell'adolescenza vissuta involontariamente, per problemi di ansia e troppa introversione, da anacoreta (da qui, come ho sottolineato nel messaggio di apertura, i prodromi di quello che poi è andato a formare, nel corso degli anni, il sostrato dell'idea del suicidio), seconda metà caratterizzata da una maturazione individuale ed intellettuale che mi hanno condotto da una parte ad una lieve emancipazione sociale, ma dall'altra al pernicioso disincanto. Avrei già voluto uccidermi in questo periodo, ma, giacché si trattava più che altro di un esito filosofico e poiché le sollecitazioni ambientali erano grosso modo tollerabili, non ho avuto l'ardire necessario, e ho abbracciato, dunque, la Sopportazione. Da qui, per forza di cose, si è susseguito un altro periodo d'isolamento, stavolta deliberato, perdurato fino alla metà dello scorso anno, quando le esigenze della vita mi hanno obbligato ad uscire da tale stadio (ne ho parlato in una mia vecchia discussione).  Con l'ausilio di questo forum e con una terapia di psicofarmaci, che sto ancora assumendo, ho debellato tutti i problemi d'insicurezza che avevo, riuscendo a reggere il sociale.

Qual è il problema, dunque? Nel messaggio precedente ho fatto cenno ad un depauperamento spirituale, un vuoto che ha aperto le porte ad una bramosia di ogni cosa che risulti per me ancora godibile e che lenisca il tedio - in particolare, dunque,  i piaceri più bassi ed immediati, che hanno un proprio prezzo (mi riferisco al mero costo economico). Le velleità angustiano, ma al contempo sostengono, donando il vigore per affrontare le avversità, ma quando la loro essenza di illusioni o pulsioni dell'istinto alla vita è nota... beh,  ti dilaniano soltanto, perché non ci si può avvalere dell'abnegazione necessaria per perseguirle. Non riesco a prodigarmi in alcun progetto a lungo termine, mi appare tutto arduo.

In poche parole, il motivo è l'incapacità di aderire vitalmente all'esistenza, anche negli aspetti più banali, e pertanto l'impossibilità di procurarsi denaro; quest'ultimo potrà apparire puerile, ma purtroppo è così. I soldi equivalgono a possibilità per costruirsi un'esistenza più soffribile; per questo voglio dilapidare quelli che ho, per non avere più niente che possa distogliermi dal mio intento; non voglio illudermi.

Sono stato seguito qualche anno fa da uno psicoterapeuta, ma mi è stato di poco aiuto. Trovo che queste figure professionali siano efficaci per chi soffre di un trauma contingente, come ad esempio la morte di una persona cara.

Credo di stabilire domani pomeriggio la decisione definitiva.

Ringrazio tutti per il sostegno dimostratomi sia qui che in pvt. Non credevo foste stati così in tanti.

Grazie, davvero.

Modificato da Bedauern
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Giuseppe Antonio

FORZA

Tu di questa tremenda e colorita parola non ne hai .

Ci sono passato un mese fa , nel tuo stesso identico pensiero che non ho avuto voglia di scrivere, perchè io la leggo come una tua richiesta di attenzione/aiuto.

La vita non ha senso , siamo animali , viviamo alla ricerca della sopravvivenza e della riproduzione .

Potresti avere di fronte a te strade vuote , in apparenza le uniche , che tu hai virtualmente percorso immaginandole .

Ora , se non trovi un senso alla tua vita , se non vedi cosa puoi rappresentare tu nel mondo e noti il ritorno costante della malinconia , il suicidio è una possibilità.

Ci potrebbe essere la possibilità che non vedi le cose con chiarezza . Magari non sei lucido .

Ci hai pensato ?

Magari non sei rincorso dalla Tristezza e dalla Sventura come credi di essere , magari sei solo una persona comune , come tutte le altre , delle quali prima o poi ci si scorda.

Per vivere hai da fare delle scelte , puoi essere tutto o puoi essere niente .

Se scegli di azzerare il passato , nascere come Nuovo e adottare convinzioni positive , generare esperienze positive e divertirsi e fottersene del mondo , arrivi a sensazioni di felicità effimera o semi-permanente.

Se scegli di credere di essere in gamba,fortissimo,intelliggentissimo Super Sayan ecc , ma che la vita non ti ha dato tanto , che a volte ti basterebbe un abbraccio , una parola sincera di incoraggiamento , di sentirti amato e unico . Ma se pensi da animale questi problemi non te li poni , come un cane non si pone il problema quando lo abbandonano .

Sono 3 scelte : tagliare la corda subito , mordicchiarla ogni tanto, maledirla e trascinarsela fin quando qualche vicissitudine ce la spezzerà , accettare che si spezzerà prima o poi ma almeno hai provato emozioni , sei stato amato , ti sei sentito grandioso , sei stato ammirato , puoi ricordare con dolcezza i momenti della vita e sorridere pensando ad essi . 

Io dinanzi al quesito un mese fa ho scelto la terza, per adesso , perchè nutro fiducia in me , perchè cresco ogni giorno di più ed è bello raccoglierne i frutti . Magari è solo un'illusione per credere di scalare una montagna che neanche volevo scalare , però questo viaggio mi fa stare bene sai ?!

 

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-Grey-
59 minuti fa, Bedauern ha scritto:

In poche parole, il motivo è l'incapacità di aderire vitalmente all'esistenza, anche negli aspetti più banali, e pertanto l'impossibilità di procurarsi denaro; quest'ultimo potrà apparire puerile, ma purtroppo è così. I soldi equivalgono a possibilità per costruirsi un'esistenza più soffribile; per questo voglio dilapidare quelli che ho, per non avere più niente che possa distogliermi dal mio intento; non voglio illudermi.

se il tuo problema sono le finanze, per dilapidare le tue risorse tanto per farlo, con niente da perdere puoi tentare un modo costruttivo

niente da perdere, appunto

ferito e indebolito può bastare comprarsi un'armatura per tornare un guerriero

la differenza tra la disperazione e la prosperità la può fare semplicemente amministrare con criterio ciò che hai, può essere più facile di quel che pensi

niente da perdere è una posizione estrema, ma estremamente potente, e se te ne devi andare che almeno sia in un'esplosione di gloria, azzannando fino alla fine

che cadano almeno altri 100 nemici dopo averti già creduto spacciato e si racconti di te alle generazioni future

dilapidare può essere buttare carta nel fuoco o può essere buttare semi in un campo, costa la stessa fatica e mal che vada ti trovi lo stesso con niente, non di meno

ma se va bene...

tempo fa feci un viaggio con 300 euro

avevo messo in conto di spenderli tutti

sono stato il doppio del tempo in viaggio e sono tornato con più di 500

e c'è stato un momento in cui ne ho avuti meno di 100

forse un altro o io stesso con meno attenzione o strategia o semplicemente meno volontà di cogliere il momento propizio, avrebbe finito per spendere tutto

e in ogni caso niente di grave, era il piano fin dall'inizio

io non ero partito con l'idea di fare soldi, ma di spenderli

e sicuramente non potevo avere certezza del risultato

ma il punto è che, spesi per spesi, tanto valeva tentare

quindi se vuoi trovarti comunque con 0 sempre meglio iniziare il viaggio anche con quell'idea lì

se torni con 0, non succede niente, tutto secondo i piani

oppure...

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Psicofarmaci di merda.

Essere introversi non è una malattia.

Le persone di media sono uno schifo, è normale avere un po' di ansia a rapportarsi con loro.

La parte del quadro che ti sfugge è che sono, siamo, tutti come  te. Anche coloro da cui sei "spaventato", anche quelli che appaiono più sicuri.

Viviamo in un periodo socio-ecomomico di merda, ed abbiamo mille pressioni sociali, la tua è una reazione normale. In giappone, società rigidissima, il fenomeno è noto da anni:


https://it.wikipedia.org/wiki/Hikikomori

 

Ed anche in Italia si sta cercando di sensibilizzare a proposito visto che le stime crescono,

 

http://www.hikikomoriitalia.it/


Non sei strano tu, è normale.

Sei spaventato dalla vita, lo siamo tutti, ti ripeto, viviamo in un periodo socio-economico-spirituale di merda. Siamo alienati tra noi, oggettificanti al quadrato, le donne non se la sono mai tirata nella storia quanto oggi, arrivando ad una manipolazione da vomito pur di non smollarla, compreso a tipi che le attizzano, causando in noi maschi problemi che non possono neanche immaginare.

La tua è una reazione normale a questo schifo.

Ma dall'altra parte c'é un altro mondo che tu ora non vedi. Che è migliore e ben al di là di "pura istintualità e volgarità", di "automi".

C'é chi combatte per il cambiamento, anche qui, su forum, per farlo venire fuori, e le cose cambieranno.

Se tra dieci anni questo mondo diventa un posto migliore, ma tagli prima, non lo vedrai.

Il sesso è molto più Sacro di quello che fanno passare. Non è volgare, non è istinti senza senso. E se vivrai a lungo da trovare una persona sulla tua stessa sintonia, lo capirai.

C'é qualcuno in questa vita che è qui per te, e tu per lei.

C'é tanto altro sotto gli strati di narrazione volgare da cui siamo quotidianamente bombardati e acceccati. Cercano di celarlo per far prosperare la mediocrità, ma c'é.

Se resisti, se scegli di vivere (tanto puoi farla finita quando ti va), il tuo corpo, la tua mente, superata la fase down, evolverà di conseguenza.

Ti rinnovo il mio consiglio, vai a puttane un paio di volte, casa loro, con calma.

Poi a palle vuote e umore up, cerca di capire come potresti Vivere. Cosa vorresti fare. Ma davvero. Senza limitazioni.

Attore porno ?
Bibliotecario ?
Aprire un sexy shop ?
Part-time e studiare e puttane mentre cerchi di capirne di più sul mondo PUA e lavori su inner game ?

Puoi tutto.

Il mio consiglio finale è : Vivi. Scopri. Evolvi. Combatti.

Ti ripeto, a mio parere la fase in cui sei adesso (fase del nero in alchimia), può essere una grande occasione per te.

Poi... su forum si sa il mio pensiero... ma fatti levare quegli psicofarmaci. Essere introversi non è una malattia.

E se sei ansioso per qualcosa, non ti devono dare droghe mandandoti in corto il cervello, ma devi trovare qualcuno con cui poterti aprire sui reali motivi di ciò, la causa prima, e che ti aiutino a razionalizzare, accettare, e quindi superare ciò che ti causa le sensazioni di ansia.

Trova uno psicologo serio, giovane, che faccia parte della rosa della medicina integrata se ce la fai.

Ne puoi uscire. Specialmente se i tuoi almeno un minimo di supporto economico te lo passano, quindi un minimo di base economica la hai. Se ti serve un anno sabbatico, privo di pressioni, per ricaricare, per trovarti, prenditelo.

Prenditi del tempo per tornare a stare bene, per te. Trovati.

Ti ripeto, non sei sbagliato, è normale sentirti come ti senti tu. Lo proviamo tutti. Magari noi siamo semplicemente un minimo più resilenti, ma ci siamo tutti, ti capiamo bene.

Non è facile essere gente pensante, gente in grado di sentire,  in un mondo di wannabe e maschere.

Ma c'é chi si muove verso direzioni diverse :
 


Qui trovi tutta la playlist di queste conferenze, targate Aprile 2016. Qualche mese fa.

Qualcosa si muove.
 


Guardati almeno il video che ti ho lasciato prima di decidere.

Poi vedi tu.

A prescindere, un grande abbraccio.

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