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La mia storia


senza nome

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Carlins

Che dire, percorsi peculiari i nostri (almeno per quanto riguarda il rapportarsi con persone, in particolare di sesso femminile), e alla stessa maniera ho completato il mio puzzle, almeno la cornice (da piccolo iniziavo sempre da quella), proprio quando ho smesso di lottare con la mia oneitis, lasciando correre.

Sono contento che tu abbia preso la strada buona, avrai sempre tutto il mio supporto.

 

p.s il 22 novembre torno da un viaggio e sono a Roma, se vuoi farti due chiacchiere ne sarei lieto.

 

 

 

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MF22

Ciao Federico e ciao Carlins.
Ho letto il post qualche giorno fa e mi sono ripromesso di rispondere nel modo migliore possibile. Noi 3 siamo, più o meno, entrati qui nello stesso momento e con le stesse debolezze. 
Io sono davvero rasserenato nell'avvertire la vostra crescita.

È emozionante constatare le stesse sensazioni e, in tutta onestà, posso dire di condividere ogni virgola di quello che hai detto. 

" forse ero talmente innamorato(e qualcuno direbbe rincoglionito con le favole ed inesperto della vita)che,forse,nemmeno volevo farci sesso ". Questa è una considerazione fantastica.

Quel sentirsi dire di essere una delusione, di essere patetici, perchè hai capito come funziona; lei lo sapeva già come funziona perchè, ahinoi, quelle cose ce le hanno scritte nel dna. Forse pensava che tu le volessi bene perchè volevi farlo, non perchè non sapevi come farlo. 

Hai capito su te stesso che l'amare e voler bene ad una tua amica fosse semplicemente una maschera dell'attrazione che provavi per lei, quando l'idea di farci sesso quasi pareva un farle del male. Ora lo hai capito e ti guardi indietro e ti senti ridicolo. Lo so cosa vuol dire, ora che magari vorresti vederla e abbracciarla senza pensare a quelle diavolerie come il freeze, no contact per guardarla negli occhi e dirle che è stata una persona importante per te. Perchè è la verità. 

E la cosa più bella è proprio quella che dici tu: liberarsi dei condizionamenti. Dell'approvazione altrui, del voler piacere a tutti, della paura poter dire ad una ragazza che ha un bel culo perchè saresti un maiale e tu non puoi "perchè sei un bravo ragazzo".

 

Ci sto arrivando anche io. 🙂
Un abbraccio.

Modificato da MF22
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  • 5 settimane dopo...
Kaihō-sha

Leggendo tutto d'un fiato rivivo la mia di one itis e di quanto ha significato..si..con piacevole distacco!! Quello guadagnato in qualche anno di miglioramento personale..o per meglio dire..liberazione del mio vero io!!!

anch'io chiudo con una morale: non smettiamo mai!! Che la fiamma arda sempre!! 

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Resilienza....
Il Tuesday, October 18, 2016 alle 14:51 , senza nome ha scritto:

Premessa per evitare di far perdere tempo ai lettori:questa non è una storia di come sono divenuto pua o ricco,nè il racconto di come mi sono steso 5 hb9,questa è solo una storia personale di un pischello con molti problemi,probabilmente banali,che si stanno risolvendo. La volevo raccontare ai tanti del Forum che mi hanno aiutato,spesso indirettamente(e che ringrazio) e la pubblico con la speranza che qualcuno,anche uno solo,possa trovarci qualcosa di apprezzabile.

Ormai è più di un anno che conosco questo forum e sono partito,come molti altri,dalla sezione one-itis. Stavo qui solo per trovare la chiave giusta per la serratura delle sue gambe e forse ero talmente innamorato(e qualcuno direbbe rincoglionito con le favole ed inesperto della vita)che,forse,nemmeno volevo farci sesso. Nel senso,che.... Cioè... Credo che sia difficile da spiegare,perchè,in fondo,nemmeno io ho mai capito cosa desideravo da questa povera ragazza. Eppure mi impegnavo tantissimo(almeno me la raccontavo così):leggendo ed appliccando le regole del forum e della psicologia spicciola,ma il problema era che l'unico obiettivo,che riuscivo a centarare con lei,era protarre un rapporto insensato,frustrante e disfunzionale.

Alla fine,ho mollato. (Lei,in questo,mi ha dato una mano,perchè,credo,avesse compreso quanto fosse divenuto tetro questo gioco.)

Ho vissuto un periodo bruttissimo in cui ero obnubilato dalla di lei immagine e ciò non mi aiutava ad affrontare le sfide della vita che diventano sempre più impegantive e grandi. Per svariato tempo,il mio unico obiettivo è stata l'autodistruzione,poi sono sprofondato nella nebbia,la completa perdita del mio io e dei confini che lo delimitano,da cui è germogliata la voglia di riscatto,riscatto che,una volta raggiunto,ha generato apatia. In tutto ciò vivevo sporadiche giornate di ipocrita gioia per esser riuscito a sedurre qualche hb o perchè prendevo 30 ad un esame o per cazzate di questo tipo,ma,in fondo,l'insoddisfazione rimaneva. Si,perchè lei-nonostante non riuscissi nemmeno più a parlarle o sentirla nominata senza rabbuiarmi in viso-era divenuta solo una tessara del mosaico che rappresentava la mia delusione nei confronti della vita:mi sentivo morto,anzi ancor peggio,mi sentivo come non fossi mai nato e come non avessi mai vissuto. Forse,per paura di abbandonare questa terra o perchè ancor speranzoso di trovare quell'attimo che vale una vita,compievo azioni,per lo più caotiche e casuali,che,però,mi donavano esperienza,e consapevolezza di cosa desiderassi e di cosa odiassi,e comprensione della mia natura. Non mi accorgevo,o forse nascodevo a me stesso,in maniera incosciamente deliberata,che stavo accumolando strumenti e conoscenze per dirigermi verso la serenità.

Poi,l'epifania! Trovo curioso come sia avvenuta,difatti quando sono riuscito a mettere nel posto adeguato un pezzo(la mia one-itis),mi sono riuscito a rendere conto che tutto il resto del puzzle,che stavo costruendo,alla fin fine non era così sbagliato,certo ha ancora una grande parte mancante e qualche tessera potrebbe essere disposta con più cura,ma il disegno è così chiaro da rendermi soddisfatto.

 

Quando apprendo che la mia one-itis si è fidanzata,mi balena in mente la speranza che quel "bravo ragazzo" sia davvero bravo con lei,quel pensiero mi fa sorridere affettusosamente,ma ben presto quel sorriso diviene auto-ironico perchè rifletto sul fatto che,per quanto pessimo,non possa essere mai peggiore di come sono stato io. Il sorriso lascia lo spazio al riso ascoltando le invettive di una ragazza verso l'esplicità sessuale di molte sue coetanee,così intervengo a difesa delle troie. Un paio di scoccate e già posso ritenermi vicente,ma la mia avversaria si arrocca sulle sue posizioni,così,dopo aver ribadito il mio pensiero,chiudo la bocca in un sorrisetto beffardo,che accompagna la mia soddisfazione data dal fatto che non sento più il bisogno di "salvare" i miei interlocutori o la voglia di distruggerli(dialetticamente parlando),senza contare che non cadono nella trappola dell'esibizione per impressionare nè in quella del completo silenzio con il fine di essere parte della massa. Invece,rido di gioia quando vado da solo in un locale e presto incontro molti conoscenti e tanti volti nuovi,che presto diventano familiari,qualcuno quasi amicale,rido di gusto sul fatto che riesco ad interagire con tutti loro,senza particolari ansie sociali e senza essere massicciamente ubriaco. Quella fragorosa gioia si tramuta in un sorriso compiaciuto nel vedere le occhiate che mi tira una graziosa moretta sulla porta del pub,e poi muta in un sorriso,quasi stampato,a 32 denti,accompaganto da un "ciao,sono ....",fino a quando diviene una specie di ghigno,quando vengo letteramete strappato da questa interazione,da un mio amico di vecchia data(che voleva farsi una bevuta insieme),ma non prima di averle prese il numero. Questa volta un mezzo sorriso compassionevole si abbozza sul mio viso,quando vedo un ragazzo che viene ingabbiato,da una che gli piace(ma con cui ha solo un rapporto di "amicizia",)tra le sbarre del "lui è diverso e non le fa queste cose";allora penso di come non mi sento più "troppo nice" per poter dire,pensare o fare determinate cose,anche davanti(o meglio con una)che mi piace. Ripenso anche a quando mi hanno detto che ero stato una delusione,perchè,se pur avevo seguito il mio istinto,io sembravo uno "diverso" e di come,forse conseguenzialmente,io non mi senta più dire frasi del genere nè tantomeno che sono troppo bravo per....

Ora sto vedendo la mia oneitis ferma,davanti a me,nella folla,ed io ho piacere di andarle a parlare,di sapere come se la passi e magari anche congratularmi con lei per il fidanzamento,ma non provo costrizione o tristezza,ma autentica voglia di farlo,perchè,in fondo,nonostante gli alti e i molti bassi,è stata una persona importantissima di un mio periodo di vita. Mentre mi diriggo da lei vengo fermato da una ragazza che conosco,lei inzia a scherzare,a fare caciara ed a toccarmi,così mi faccio avvolgere dal flusso di quello spensierato momento finendo per dimenticare quello che dovevo fare,ma,dopo un poco,mi ricordo. Così ricerco con lo sguardo la mia ex one-itis:non ci sta più. Scoppio in una risata,perchè mi rendo conto che non ho più bisogno di fuggire da lei,ma nemmeno sento quella brucinate voglia di parlarle o l'amaro di quando perdi un'occasione di stare insieme ad una persona che ti fa accelerare il battito e comprendo anche di quante volte,ultimamente,riesco a vivermi il momento.

Anche mentre scrivo,vedo un calmo mezzo sorriso,specchio di quello che provo mentre racconto di me stesso ad un altro;mi accorgo di non aver più paura ad aprirmi o timore di non essere capito o peggio ancora non nutro più il bisogno di esser,sempre e comuque,compreso ed accettato.

 

Ho deciso di raccontare le mie conquiste attraverso il filo conduttore del sorriso,perchè il ridere(abbondantemente)è stata sempre una mia peculiarità,tuttavia,troppo spesso,in quest'ultimo(lungo) periodo,lo ho usato come maschera per celare la vuotezza del mio sentire o come sfogo-un sostituto del pianto-,e,quando,dopo molto tempo,sono riuscito a sorridere in modo genuino e sereno ed a (ri)trasmettere,in modo chiaro,le mie emozioni tramite tale gesto,ho capito che il cielo uggioso che faceva da sfondo alla mia vita,sta diventando terso,ed ogni nuova "vera" risata è come una folata di vento che spazza via un'altra nuvola.

Solitamente,questi scritti,almeno su questo Forum,si concludono con una morale(che puntualmente e forse giustamente non viene ascoltata) ed anche io voglio cadere in questo clichè:vivete ogni esperienza possibile,immergetivi a 360° nella realtà che vi circonda,abbandonatevi ad ogni emozione che percepite,cercate di conoscere voi stessi e, soprattutto,non provate a modificare la vostra essenza,se volete essere davvero sereni.

Senza nome,ah per questa volta voglio fare uno strappo alla regola,

Federico

Grazie....

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