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Quando Non Sei, Sei. CONSIGLI PER LA LETTURA.


Lilian

Messaggi raccomandati

Vi copio due note dal mio profilo facebook. Sono recensioni ed estratti da due libri che ho letto ultimamente, e che ho trovato estremamente interessanti.

 

REVIEW #1


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"Sto finendo di leggere “I Confini del Mondo” di Igor Sibaldi. Una serie di reinterpretazioni delle fiabe e dei racconti della nostra cultura in chiave iniziatica. È un libro interessantissimo che consiglio a tutti coloro inclini a cercare sé stessi. Il libro si concentra sull’individuare i punti cardine dell’iniziazione di ogni persona a sé stesso, e che si ritrovano nella narrativa nostrana, come uno specchio che ci riflette.
 
Devo finirlo, sono a circa 2\3, ma non ho resistito dal riportare alcune delle riflessioni più interessanti so far…
 
1) La Bibbia ed i Vangeli, i libri su cui si basa gran parte della nostra morale occidentale, sono spesso tradotti MALE.
 
Intrisi di moralismo e sensi di colpa, quando questo non volevano essere. La maggior parte delle volte sono TRADUZIONI SBAGLIATE DI TERMINI. Molte parole utilizzate nei racconti originali sono AMBIGUE, volutamente. Le bibbie classiche nostrane hanno scelto il termine che faceva loro comodo, ignorando totalmente l’altra interpretazione, spesso più alta, metaforica, ed interessante.
 
In originale sono MONDI che si aprono questi scritti, trattati PROFONDISSIMI sulla psicologia umana, altro che Paradisi ed Inferni ! (che tra parentesi, non è manco mai nominato una volta nella Bibbia)
 
2) Esistono due aspetti di Dio nominati nella Bibbia, uno come Dio dei Limiti (YHWE) ed uno come Energia Creativa di Infinite Possibilità (Elohyim).
 
Il Dio dei limiti è il Dio dell’ ‘Adam (per chi ha letto la mia precedente nota [la seconda recensione\estratto, la trovate più sotto]), ovvero delle norme sociali (o divine… limiti imposti da società o “Dei”, o D’Io, Io). E’ come se ci fosse una divinità, un Io, che ha interesse a tenerci chiusi in etichette e stereotipi. Non per cattiveria, ma come SPECCHI di NOI.
 
I NOSTRI LIMITI ATTUALI, SIAMO NOI ATTUALMENTE.
 
A noi prenderne coscienza, ed infrangerli; raccoglierne i frammenti, e farli nostri in una nuova luce. Quando pronti.
 
Poi c’è l’Energia Creativa(Elohyim), che è fuori dai limiti. Il Dio Al Di Là dei limiti.
 
Ci viene ripetuto spesso che se sei un bravo cittadino e segui tutte le regole (limiti) tanto amore. In realtà se si riflette anche solo sulla Bibbia, ad esempio nel Nuovo Testamento, quello che dovrebbe essere il modello di “bene” e “perfezione” suprema, il Cristo, è un SIGNOR RIBELLE. Mette in discussione tutto lo status quo del suo tempo, entra nei templi e butta giù i mercati, fa battute sul denaro, molla la famiglia, prende per il **** i sacerdoti e sapientoni del tempo, si sceglie puttane come seguaci, &tc. Stessa cosa ADAMO ED EVA, due RIBELLI, persone che SUPERANO LIMITI, SUPERANO TRADIZIONI, per questo trascendono. STESSA COSA CAINO, ma anche ABRAMO, GIUSEPPE, MOSE’ e mille altri.
 
La chiesa ha fatto passare quest’ultimi in particolare come peccatori, o prima peccatori e poi “redenti”. MA DI NUOVO, SONO MORALISMI SOCIALI PER TENERE QUANTE PIU’ PERSONE NEI LIMITI, ASINI, gregge, “PECORA”.
 
TUTTE LE FIGURE che ROMPONO tradizioni, sono PREMIATE per il loro NON SEGUIRE REGOLE.
 
Per questo sono nella Bibbia. QUELLO E’ IL MODO DI TRASCENDERE.
 
INFRANGENDO LIMITI, SENZA ALCUNA PAURA DI MORIRE O SBAGLIARE.
 
Anzi,
 
E’ PROPRIO LASCIANDO MORIRE L’ “IO”, le varie proiezioni (Famigliari, di ruoli, etichette, moralismi, etc.) CHE QUEI PROTAGONISTI SONO FINALMENTE LIBERI DI RICONOSCERSI, E QUINDI TRASCENDERE IN QUELLE GRANDI FIGURE IN STRETTO CONTATTO CON LA DIVINITA’ !
 
3) Oggi siamo educati a RIFUGGIRE LA MORTE ED IL DOLORE, ed INSEGUIRE IL PIACERE.
 
Questo, ignorando TOTALMENTE che senza il dolore non ci può essere il piacere, perché sono la stessa cosa. Rifuggendo dalle prove e gli ostacoli della vita, è IMPOSSIBILE evolvere.
Tutti i protagonisti di tutti i racconti AFFRONTANO e quindi superano prove. Altrimenti sei fermo ad una vita di un “qualcosa” che non cambia.
 
E una vita da NON EVOLUTO è molto diversa da quella di una persona CONSAPEVOLE di sé. I primi sono GLI ZOMBIE. ZOMBIE PERCHE’ NON SI LASCIANO MORIRE, MA PREFERISCONO TRASCINARSI IN NON-VITE DA “BRAINWASHED”
 
I secondi sono Divinità.
 
La paura della morte è un altro di quegli spauracchi che ci fanno rimanere IMBECILLI.
 
Ignorando che è :
 
“Dando che si riceve,
Perdonando che si è perdonati,
MORENDO che si rinasce a Vita Eterna
 
E’ solo lasciando morire LE NOSTRE IDENTITA’, le nostre PROIEZIONI (Sono maschio, sono figlio, sono un operaio, &tc ) che possiamo DIVENTARE DAVVERO NOI, NASCERE DAVVERO. ESISTERE.
 
L’alternativa a chi è troppo attaccato alla “vita”, ovvero identità ricamate da altri, proiezioni proprie , o di altri su di sé, è la ZOMBIELIFE.
 
4) Da Dante, a Pinocchio, da Cappuccetto Rosso, ad Aladino...
 
Si è sempre interpretato come se l’OMOLOGAZIONE, l’ADATTARSI ALLA SOCIETA’, fosse il bene.... trascendi, c’é il “Lupo”, occhio...
 
....Ma guarda caso, anche questi son tutti protagonisti che nei loro racconti HANNO TRASGREDITO. Solo TRASGREDENDO, si raggiunge NUOVI ORIZZONTI di CONSAPEVOLEZZA. Questo stesso mondo su un’OTTAVA PIU’ ALTA.
 
SOLO SUPERANDO IL CONFINE-MONTAGNA, PUOI VEDERE COSA C’E’ AL DI LA’ (Di te), e quindi cominciare a vivere anche LI’, anche con quella consapevolezza.
 
Pinocchio diventa DI CICCIA solo quando ha ROTTO OGNI LIMITE E TRADIZIONE, affrontato e superato (e quindi acquisito) ogni cosa considerata “errore”
 
5) Ciò che non è , ciò che è non è
 
Fintanto che resti una proiezione, tua, della tua società, dei tuoi genitori, della tua ragazza, non vedrai mai chi sei veramente.
 
Se non trasgredisci ogni tanto,
Se non superi limiti,
Se non metti in discussione,
Se non affronti,
SE NON SEI APERTO ALLA MORTE di queste proiezioni,
Ma anzi ti attacchi ad esse come un disperato...
 
...Well...
 
... mi spiace dirtelo, ma molto probabilmente NON SEI. Non esisti.
 
....Zombielife :D
 
...
 
“I Confini del Mondo : Storie e Dinamiche dell’Iniziazione Personale”, libro consigliato di di Igor Sibaldi. :D
 
---
---
 
 

Del secondo libro vi lascio invece un estratto, lo consiglio come lettura prima di quello sopra in realtà, se decideste di leggerli entrambi. Questo molto più complicato di quello sopra. (per intenderci, le prime 60-70 pagine sono filosofia pura, stile le Critiche di Kant)

http://www.mursia.com/index.php/it/filosofia/tracce/io-ti-immagino-detail

 

PREMESSA :

Quick Legenda (semplificata) :

‘aDaM = Coscienza Collettiva

‘aDaMaH = Ciò che è oltre la Coscienza Collettiva, da esploare

(°) = Ciò che è oltre la Coscienza Collettiva, che siamo, da esplorare,

 

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ESTRATTO

 

 

"Il fatto sociale che chiamo “io” è costituito dai seguenti elementi : il mio nome, il mio cognome, la mia professione, i miei legami di parentela, la mia storia passata, e il mio sesso. O almeno, in Occidente, il mio io, in quanto fatto sociale, è costituito da tutto ciò nel modo dell’essere: per gli altri, per la civiltà, e in altissima misura anche per se stesso, il mio io è il mio nome, il mio cognome, la mia professione, i miei legami di parentela, la mia storia passata, e il mio sesso.

Proverò invece a intendere questo mio essere in forma interrogativa, ponendomi le seguenti domande :
 
Io sono il mio nome oppure ho il mio nome ?
 
Io sono il mio cognome oppure ho il mio cognome ?
 
Io sono un figlio, o una madre, o un padre, o una moglie, o un marito, o un qualsiasi altro grado di parentela con qualcuno, oppure io ho questi gradi di parentela ?
 
Io sono il lavoro che svolgo, oppure ho quel lavoro ?
 
Io sono la mia storia passata, oppure ho la mia storia passata ?
 
Io sono il mio sesso, oppure ho un sesso ?
 
Ciò che nelle attuali lingue europee è chiamato “io”, tenderà a rispondere “sì, io lo sono” alla maggior parte di queste domande. Penserà infatti : “Io sono il mio nome perché da quando ho imparato a parlare io dico che io sono Antonio. Io sono molto il mio cognome perché ne sento tutta l’importanza, e tale importanza si è vista nella mia vita, in una quantità di mie decisioni che sono dipese non tanto da me quanto piuttosto dalla famiglia a cui il mio cognome mi fa appartenere. Per analoghe ragioni io sono sicuramente un figlio e un fratello, e avverto profondamente tutte le responsabilità che ciò comporta. Io sono anche un ingegnere, dato che tutti gli ingegneri che ho conosciuto dicono “io sono un ingegnere”, e così dico anch’io, e , se tutti lo diciamo, questo deve pur avere un significato. Inoltre, io sono certamente la mia storia passata, perché ogni volta che qualcuno mi chiede con particolare interesse “tu chi sei?”, io gli racconto qualcosa della mia vita, e sia io sia quel qualcuno riteniamo che questa sia la risposta giusta alla domanda “chi sei?” . Infine, quanto al sesso potrei avere qualche dubbio: io sono certamente un maschio, ma se per “sesso” si intende la mia attività sessuale, il mio impulso sessuale, il mio modo di prendere piacere, allora devo dire che io li ho , e ciò mi suona meglio del dire che io li sia, anche se non ho mai riflettuto accuratamente su questa questione.”
 
Se invece ponessi queste stesse domande riguardo a (°), dovrei rispondere il contrario.
 
(°) è il mio nome, oppure ha il mio nome ?
 
(°) non è il mio nome, perché il mio nome è il primo legame stabilito tra il mio io e gli ‘aDaM. Il mio nome, infatti, è stato dato da altri , per una legge civile e religiosa (cioè per volere dell’ ’aDaM dello Stato e dell’ ’aDaM della religione) che impone di dare il nome poco dopo la nascita; e il nome che mi è stato dato è un nome in uso in alcuni ‘aDaM, e che esprime perciò le loro predilezioni, alle quali il mio io, in quanto fatto sociale, ha dovuto adeguarsi. Se dunque vi è un qualche rapporto tra il mio nome e (°), tale rapporto è nel modo dell’avere. (°) ha il nome che io porto nel senso che ha a che fare con questo nome, perché è tutta la vita che lo porto. Ma (°) non è il mio nome, perché questo nome non mi dice nulla di (°).
 
(°) è oppure ha il mio cognome ?
 
A maggior ragione, (°) non è il mio cognome, né i gradi di parentela che legano il mio io all’ ‘aDaM della mia famiglia. (°) ha quel cognome e quei gradi di parentela, così come si può avere un contrattempo, poiché le mie numerose scelte che sono state determinate dai miei legami famigliari hanno prodotto condizioni nelle quali (°) ha avuto o si è visto negare la possibilità di agire in me. Ma il mio cognome e i miei gradi di parentela non mi dicono nulla di (°).
 
(°) è o ha la mia professione ?
 
(°) non è un ingegnere. La mia professione d’ingegnere è un modo di essere utile agli ‘aDaM che gli ‘aDaM mi hanno messo a disposizione insieme a vari altri modi, e che io ho scelto. Nella misura in cui sono un ingegnere, io sono utile : io sono un utensile nel mondo; e tale misura, a giudicare dalle ore che mi occupa da anni, è grande. Ma (°) non è un utensile utile agli ‘aDaM, dato che nessun ‘aDaM, neppure il mio ‘aDaM individuale, sa chi e che cosa sia (°). Perciò neppure la mia professione può dirmi nulla di (°), il quale la ha, ancor sempre, si può avere un ostacolo o, in rari casi, un vantaggio.
 
(°) è oppure ha la mia storia passata ?
 
(°) non è la mia storia passata, perché la storia del mio io non è la storia di (°): lo conoscerei, se no – e invece la mia storia è la storia di come sono riuscito a non conoscerlo finora. (°), semmai, avrà d’ora in poi qualche parte della mia storia se riuscirò a conoscerlo meglio, e allora potrà avere la mia storia passata, sempre nella modalità dell “aver a che fare con”, in quanto le conseguenze di determinati episodi della mia storia gli apriranno o gli precluderanno la possibilità di agire in me.
 
(°) è oppure ha il mio sesso ?
 
Quanto alla sessualità, invece, ci sono buone probabilità che (°) la sia, invece di averla: che, cioè, la mia sessualità – soprattutto nel senso di impulso al piacere – sia espressione di (°) e mi permetta di conoscerlo meglio. Le connessioni tra la mia sessualità e (°) mi appaiono tanto più numerose quanto più vi rifletto. Noto innanzitutto che il mio impulso al piacere e il mio impulso a conoscere (°) sono due fenomeni del medesimo ordine, poiché il mio impulso al piacere è una forma del mio desiderio, cioè la percezione di un mio vuoto da colmare; e (°), per me, ora, è soltanto un vuoto nella mia coscienza, che suscita in me il desiderio di conoscerlo. In più, il mio impulso al piacere è qualcosa che non posso dire d’aver capito, tanto più che neppure la psicologia, dopo le oltre cent’anni di tentativi, spesso esasperati, è arrivata a capirne abbastanza : non solo non saprei dire precisamente in che cosa consista tale mio impulso, ma, quando parlo di sesso, la mia lingua europea non mi mette a disposizione parole che non siano maldestre, o perché goffamente dotte (“coito” “vagina” “pene” “fallo” ecc) o perché triviali e umilianti; dunque neanche della mia lingua si può dire che sappia abbastanza di sesso, da non avere resistenze al riguardo; dunque, anche ciò che io desidero nel sesso, viene a trovarsi in una ‘aDaMaH, proprio come (°). Consideriamo ancor più attentamente questo aspetto della questione : sia per me , sia per tutte le persone che ho incontrato (anche per te immagino) vi è nella sessualità qualcosa che intensamente attrae e intensamente respinge, e che va al di là del bisogno fisico che se ne ha: trascende tale bisogno, non meno di quanto trascenda la possibilità delle parole europee di esprimerlo. Anche questo carattere trascendente del sesso lo apparenta a (°), il quale a suo volta trascende la conoscenza che io ho di quel che avviene nella mia psiche. D’altronde, trovo anche nei comandamenti l’esortazione a “non considerare il tuo impulso sessuale come un oggetto” (Esodo, 20,14: L’o TiNe0aF, evasivamente tradotto con “non commettere atti impuri”) ; cioè non rassegnarti a pensare che il sesso sia una cosa che hai, e che puoi dare : Non puoi, perché è qualcosa che sei. E i comandamenti nella teologia ebraica, sono altrettante indicazione per scoprire e far agire ciò che qui stiamo indicando con il segno (°), e che nella Genesi e nell’Esodo, è chiamato, spesso, YiSRa’eL, “Israele”. Possiamo stabilire una connesione stretta tra (°) e ciò che nella teologia ebraica è YiSRa’eL, nome che compare per la prima volta nella Genesi 32,29, e indica colui che riesce a reggere “di contro a ‘Elohiym e di contro agli uomini” – ovvero : che è una modalità dell’essere diversa sia da quella dell’ ‘aDaMaH divina, sia da quella degli ‘aDaM; il che si adatta bene al nostro (°). All’epoca dell’Esodo, dunque, vi era già l’intuizione di una correlazione tra il nostro atteggiamento verso il sesso e il nostro atteggiamento verso YiSRa’eL (°), per la quale la mia capacità di essere la mia sessualità favorisce le mie possibilità di avvicinarmi ad essere (°), mentre la mia idea occidentale di avere la mia sessualità, e di poterne fare uso come di un qualunque mio possesso, va di pari passo con la mia convinzione di qualche tempo fa, di avere (°) come un talento ancora da scoprire, un’aspirazione da precisare, una nostalgia di non si sa cosa, e di essere indipendente da (°).

 

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8 ore fa, Lilian ha scritto:
4) Da Dante, a Pinocchio, da Cappuccetto Rosso, ad Aladino...
 
Si è sempre interpretato come se l’OMOLOGAZIONE, l’ADATTARSI ALLA SOCIETA’, fosse il bene.... trascendi, c’é il “Lupo”, occhio...
 
....Ma guarda caso, anche questi son tutti protagonisti che nei loro racconti HANNO TRASGREDITO. Solo TRASGREDENDO, si raggiunge NUOVI ORIZZONTI di CONSAPEVOLEZZA. Questo stesso mondo su un’OTTAVA PIU’ ALTA.
 
SOLO SUPERANDO IL CONFINE-MONTAGNA, PUOI VEDERE COSA C’E’ AL DI LA’ (Di te), e quindi cominciare a vivere anche LI’, anche con quella consapevolezza.
 
Pinocchio diventa DI CICCIA solo quando ha ROTTO OGNI LIMITE E TRADIZIONE, affrontato e superato (e quindi acquisito) ogni cosa considerata “errore”

Concetti molto molto interessanti a mio avviso. Cercavo da tempo libri che potessero reinterpretare queste fiabe, grazie della condivisione. Per caso ne hai altri da consigliare?

 

8 ore fa, Lilian ha scritto:
5) Ciò che non è , ciò che è non è
 
Fintanto che resti una proiezione, tua, della tua società, dei tuoi genitori, della tua ragazza, non vedrai mai chi sei veramente.
 
Se non trasgredisci ogni tanto,
Se non superi limiti,
Se non metti in discussione,
Se non affronti,
SE NON SEI APERTO ALLA MORTE di queste proiezioni,
Ma anzi ti attacchi ad esse come un disperato...
 
...Well...
 
... mi spiace dirtelo, ma molto probabilmente NON SEI. Non esisti.

Sono d'accordo in parte. Riconosco il concetto di trasgredire e di non essere una pecora belante della massa ma non sempre viene visto allo stesso modo da tutti.

Conosco persone che trasgrediscono per farsi vedere dagli altri, per affermare un'identità che altri cercano in te. Per trasgredire e per mettersi in discussione non credi che si debba avere prima chiaro la propria identità?

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2 ore fa, asblindi ha scritto:

Concetti molto molto interessanti a mio avviso. Cercavo da tempo libri che potessero reinterpretare queste fiabe, grazie della condivisione. Per caso ne hai altri da consigliare?

 

Era anche una mia passione, ma finora quello è il migliore che mi è capitato :)))

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"Sono d'accordo in parte. Riconosco il concetto di trasgredire e di non essere una pecora belante della massa ma non sempre viene visto allo stesso modo da tutti.

Conosco persone che trasgrediscono per farsi vedere dagli altri, per affermare un'identità che altri cercano in te. Per trasgredire e per mettersi in discussione non credi che si debba avere prima chiaro la propria identità?"

...

Se lo stai facendo per farti vedere, sei ancora chiuso nel mondo degli " 'aDaM", dove pensi che apparire sia qualcosa di utile, dove pensi che "apparire" ti faccia "essere" più degli altri, che più ti danno attenzioni più "esisti" (non rendendoti  conto che questa dipendenza è proprio ciò che non ti fa esistere, se non come proiezione loro. Nel "non detto", sai di non essere, allora hai bisogno di conferme da altri, costanti, per illuderti :)) )

Il punto del trasgredire non è acquisire o sottostare a nuove catene(il dover trasgredire ad ogni costo), ma rompere quelle che abbiamo, le proiezioni che altri (famiglia, società, donna) hanno su di noi :))). Allora, rotte le loro proiezioni, cominci ad Essere, a vederti Al Di Là di categorie esterne :DDD

Sul discorso identità...

Il punto è che finché non sfidi e superi i tuoi limiti,  non puoi sapere chi sei. Finché resti nel "recinto" che altri hanno inscritto in te (un figlio, un padre, un fidanzato, un imprenditore, "Guglielmo", etc...), non ti puoi proprio conoscere, vedere, perché quelle etichette si frappongono tra te e chi sei.

Sono come gli occhiali rosa di Kant, per la realtà,

Solo per quanto concerne te :D

 

Modificato da Lilian
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