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Mi ci metto da sola


PURPLE BLACK

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PURPLE BLACK

 

Perché mi viene da piangere ed è tipico dei deboli.

Perché mi viene da piangere e lo faccio di nascosto. ed è tipico di quelli ancora più deboli.

Perché sto dando i numeri, non lavoro più bene, non faccio più nulla bene, sto solo a pensare quanto sono imbecille. Ed è tipico dei deboli.

Perché sto qui a sfogarmi su una tastiera a vomitare pensieri che fregano il cazzo a nessuno, solo per liberarmi un po e non esplodere....

Perché non avrò mai ne la forza ne il coraggio di dirlo veramente al uomo che mi sta vicino che sto male, che mi fanno stare male. Che lo vedo come un egoista che mi stanno portando verso l'oblio.

 

 

Modificato da PURPLE BLACK
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PURPLE BLACK
10 minuti fa, poiuyto ha scritto:

Hai ragione.

... ma non mi avevi messo in "ingnore" ancora secoli fa? 🤔

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Che queste cose siano "da deboli" , è un tuo pregiudizio.

Ti stanno portando, perché ti ci stai facendo portare, magari anche con i tuoi silenzi-assensi :)))

Non conosco la tua situazione nello specifico, alla peggio se ti va, anche solo per sfogo, mandami un pm, ti ascolto.

Tanti maschietti qui su forum lo fanno, fuori da forum anche femminucce, ed a me in generale interessa perché sto studiando per diventare counselor (se parte la triennale prossimo anno)

Se vorresti cambiare, ma non ce la fai, per tue resistenze magari contro te stessa che non riesci a superare, considera l'idea di chiedere aiuto ad un counselor, possibilmente capace. Quelli legati anche a psicogenealogia e costellazioni familiari sistemiche solitamente lo sono di più.

Non sono persone che ti stanno dietro perché "sei malata", come gli psicologici, più delle sorti di ostetriche che dovrebbero aiutarti a portare fuori le tue risorse verso tuoi obiettivi, che però magari hai paura a portare avanti in quanto metterebbero in discussione il sistema in cui hai vissuto finora, e questo, come ogni ignoto, fa paura a tutti :)))

 

Modificato da Lilian
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  • 3 settimane dopo...
freefall
Il 26/11/2016 alle 15:46 , PURPLE BLACK ha scritto:

 

 

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Perché mi viene da piangere ed è tipico dei deboli.

Perché mi viene da piangere e lo faccio di nascosto. ed è tipico di quelli ancora più deboli.

Perché sto dando i numeri, non lavoro più bene, non faccio più nulla bene, sto solo a pensare quanto sono imbecille. Ed è tipico dei deboli.

Perché sto qui a sfogarmi su una tastiera a vomitare pensieri che fregano il cazzo a nessuno, solo per liberarmi un po e non esplodere....

Perché non avrò mai ne la forza ne il coraggio di dirlo veramente al uomo che mi sta vicino che sto male, che mi fanno stare male. Che lo vedo come un egoista che mi stanno portando verso l'oblio.

 

 

 

Piangere tipico dei deboli?

Mah...

Forse, tipico degli umani.

Quando mi congedai, alla vigilia di una "missione" in cui partivano i nostri fra' più giovani, io e i miei vecchi fra' abbiamo pianto. Avevo odiato quel posto e quel "lavoro" ogni giorno. Ma quando finalmente me ne stavo andando, pensando che non avrei più vissuto quei giorni con i miei "fratelli" (era un "addio" per sempre), vedere loro con gli stessi occhi rossi e quella smorfia... 

Credo che solo i morti non piangano più.

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Connor

Infatti sta storia dell'accoppiare pianto a debolezza è una cazzata.

 

Ma io ripartirei da un altro punto.

 

Rileggi quello che hai scritto ed rielabora il tutto in fase costruttiva, assumendoti le responsabilità e formulando propositi.

 

No non dico in senso filosofico. FALLO. Scrivilo, qui, adesso, dopo il mio post.

comincia da:

 mi viene da piangere, e siccome sono forte lo faccio e poi mi asciugo le lacrime e continuo a scrivere e a vivere.

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PURPLE BLACK

Non ho avuto una vita facile. Ma sono sempre andata avanti. Ho sempre pensato che lottando per ciò che credevo, un giorno sarei finalmente stata serena. Senza più dover nascondere la rabbia e la delusione.

Probabilmente sto invecchiando perché non mi sento più questa forza.

Vedo la mia vita in un punto di stallo. Non mi immagino più il futuro. Soprattutto non vedo più margini di miglioramento.

Eppure ci deve essere una via di uscita.

Qualcosa che io possa fare per ricominciare a vedere sempre il lato bello delle cose.

Quel anima da eterna fanciulla un po' folle che mi ha sempre contraddistinta.

Che non è immaturità o leggerezza come volevano farmi credere fino a convincermi.

Era la mia difesa personale agli scossoni della vita.

La forza che mi portava sorridere sempre e comunque.

Bisogna essere convinti di quello che si fa per essere felici.

Vedremo di trovare questa convinzione.

 

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vol-à-voile
Il 20/12/2016 alle 08:08 , PURPLE BLACK ha scritto:

Probabilmente sto invecchiando perché non mi sento più questa forza.

Vedo la mia vita in un punto di stallo. Non mi immagino più il futuro. Soprattutto non vedo più margini di miglioramento.

Non so nello specifico e non voglio né chiederti cosa sia successo ma mi ha colpito (e molto) questo passaggio.
Non andrò neanche io sullo specifico ma è come mi ritrovo attualmente: mi sento debole, come se non avessi una forza che primo non avevo neanche bisogno di utilizzare.
Il futuro? Un punto interrogativo. Zero sogni, zero voglia.
Soldi, soldi e ancora soldi: è il mio primo pensiero alla mattina e diventa poi l'ultimo alla sera.

Spero comunque per te che si risolva tutto

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  • 2 settimane dopo...
Phoenix10
Il 26/11/2016 alle 15:46 , PURPLE BLACK ha scritto:

 

 

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Perché mi viene da piangere ed è tipico dei deboli.

Perché mi viene da piangere e lo faccio di nascosto. ed è tipico di quelli ancora più deboli.

Perché sto dando i numeri, non lavoro più bene, non faccio più nulla bene, sto solo a pensare quanto sono imbecille. Ed è tipico dei deboli.

Perché sto qui a sfogarmi su una tastiera a vomitare pensieri che fregano il cazzo a nessuno, solo per liberarmi un po e non esplodere....

Perché non avrò mai ne la forza ne il coraggio di dirlo veramente al uomo che mi sta vicino che sto male, che mi fanno stare male. Che lo vedo come un egoista che mi stanno portando verso l'oblio.

 

 

 

 

Il 20/12/2016 alle 08:08 , PURPLE BLACK ha scritto:

Non ho avuto una vita facile. Ma sono sempre andata avanti. Ho sempre pensato che lottando per ciò che credevo, un giorno sarei finalmente stata serena. Senza più dover nascondere la rabbia e la delusione.

Probabilmente sto invecchiando perché non mi sento più questa forza.

Vedo la mia vita in un punto di stallo. Non mi immagino più il futuro. Soprattutto non vedo più margini di miglioramento.

Eppure ci deve essere una via di uscita.

Qualcosa che io possa fare per ricominciare a vedere sempre il lato bello delle cose.

Quel anima da eterna fanciulla un po' folle che mi ha sempre contraddistinta.

Che non è immaturità o leggerezza come volevano farmi credere fino a convincermi.

Era la mia difesa personale agli scossoni della vita.

La forza che mi portava sorridere sempre e comunque.

Bisogna essere convinti di quello che si fa per essere felici.

Vedremo di trovare questa convinzione.

 

 

Cara Purple, di vie di uscita ce ne sono molte.  Solo che in questo momento ti appaiono invisibili.

Ti credo quando racconti che hai lottato.

C'è però una netta distinzione tra:

  • lottare convivendo coi problemi ----- lottare per raggiungere i propri obiettivi, risolvendo automaticamente i problemi
  • vivere di speranza ----- vivere con dei desideri da realizzare con forza di volontà, tenacia e capacità di rialzarsi a ogni caduta
  • impegnarsi per tirare avanti ----- impegnarsi per costruire qualcosa di grande
  • aspettarsi qualcosa in cambio per l'appartenenza al "lato chiaro della forza" ----- essere sereni e forti per l'appartenenza al "lato chiaro della forza" senza aspettarsi nulla in cambio

 

Ti racconto una breve storia.

I miei genitori, che col mio supporto stanno attraversando un percorso di automiglioramento (e seppur lentamente i risultati si vedono), hanno vissuto per tantissimi anni lottando molto, soffrendo, in una connivenza di problemi di vario tipo (familiari e non). Ma non hanno mai lottato per raggiungere degli obiettivi (la focalizzazione sugli obiettivi e l'impegno a raggiungerli, hanno il beneficio di consentire la risoluzione diretta o indiretta dei problemi di cui ci si lamenta).

Hanno vissuto di speranza, ma non hanno mai dato forza ai loro desideri con la tenacia, la volontà e la capacità di rialzarsi alle cadute

Si sono fatti un mazzo così per tirare avanti, quando con gli stessi sforzi (se non addirittura meno) avrebbero potuto costruire qualcosa di grande

Si sono sempre aspettati che qualcuno si accorgesse del loro animo puro, premiandoli con qualcosa, venendo puntualmente delusi.

Il loro comportamento ha radici ben precise. Comportarsi diversamente avrebbe significato per loro assumersi responsabilità che non si sono mai voluti prendere.  Avrebbero affrontato le proprie paure. Avrebbero smesso di incolpare gli altri (a prescindere da colpe vere, ingigantite o insussistenti) per incolpare sé stessi. Avrebbero lasciato la comfort zone per scoprire l'ignoto dell'avventura. Avrebbero abbandonato il loro orgoglio, rinunciato all'egocentrismo, per fare autocritica.

Tutte barriere che un individuo fatica a sfondare. Ci vuole forza, costanza, voglia di mettersi in gioco, e un risoluto colpo di spada per fare a pezzi il proprio autocompiacimento e la propria autocommiserazione.

 

I miei genitori stanno per trovare sé stessi, e si stanno reinventando, all'età di 60 anni.

C'è molta gente che si reinventa e si riscopre a 50 anni, 60 anni e oltre.

Di certo Purple lo puoi fare anche tu che sei più giovane.

Esci dalla routine e cambia vita.

 

Modificato da Phoenix10
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PURPLE BLACK
Il ‎02‎/‎01‎/‎2017 alle 23:15 , Phoenix10 ha scritto:

 

 

Cara Purple, di vie di uscita ce ne sono molte.  Solo che in questo momento ti appaiono invisibili.

Ti credo quando racconti che hai lottato.

C'è però una netta distinzione tra:

  • lottare convivendo coi problemi ----- lottare per raggiungere i propri obiettivi, risolvendo automaticamente i problemi
  • vivere di speranza ----- vivere con dei desideri da realizzare con forza di volontà, tenacia e capacità di rialzarsi a ogni caduta
  • impegnarsi per tirare avanti ----- impegnarsi per costruire qualcosa di grande
  • aspettarsi qualcosa in cambio per l'appartenenza al "lato chiaro della forza" ----- essere sereni e forti per l'appartenenza al "lato chiaro della forza" senza aspettarsi nulla in cambio

 

Ti racconto una breve storia.

I miei genitori, che col mio supporto stanno attraversando un percorso di automiglioramento (e seppur lentamente i risultati si vedono), hanno vissuto per tantissimi anni lottando molto, soffrendo, in una connivenza di problemi di vario tipo (familiari e non). Ma non hanno mai lottato per raggiungere degli obiettivi (la focalizzazione sugli obiettivi e l'impegno a raggiungerli, hanno il beneficio di consentire la risoluzione diretta o indiretta dei problemi di cui ci si lamenta).

Hanno vissuto di speranza, ma non hanno mai dato forza ai loro desideri con la tenacia, la volontà e la capacità di rialzarsi alle cadute

Si sono fatti un mazzo così per tirare avanti, quando con gli stessi sforzi (se non addirittura meno) avrebbero potuto costruire qualcosa di grande

Si sono sempre aspettati che qualcuno si accorgesse del loro animo puro, premiandoli con qualcosa, venendo puntualmente delusi.

Il loro comportamento ha radici ben precise. Comportarsi diversamente avrebbe significato per loro assumersi responsabilità che non si sono mai voluti prendere.  Avrebbero affrontato le proprie paure. Avrebbero smesso di incolpare gli altri (a prescindere da colpe vere, ingigantite o insussistenti) per incolpare sé stessi. Avrebbero lasciato la comfort zone per scoprire l'ignoto dell'avventura. Avrebbero abbandonato il loro orgoglio, rinunciato all'egocentrismo, per fare autocritica.

Tutte barriere che un individuo fatica a sfondare. Ci vuole forza, costanza, voglia di mettersi in gioco, e un risoluto colpo di spada per fare a pezzi il proprio autocompiacimento e la propria autocommiserazione.

 

I miei genitori stanno per trovare sé stessi, e si stanno reinventando, all'età di 60 anni.

C'è molta gente che si reinventa e si riscopre a 50 anni, 60 anni e oltre.

Di certo Purple lo puoi fare anche tu che sei più giovane.

Esci dalla routine e cambia vita.

 

Abbattere certi muri non è semplice. Specialmente se i muri li hai costruiti tu.

Perché l'auto isolamento affettivo era l'unico modo per tener fede a quel patto in cui tanto credevi. Era l'unico modo per crescere in una famiglia ( hahahahahaha ) i tuoi cuccioli.

Ridursi al ombra. Sopprimere ogni luce ogni desiderio convincendosi sempre di più che si è sostituibile in qualsiasi momento se non si sarà ubbidiente e sottomessa.

E per quanto una parte di me, si ribelli fortemente a questo status l'altra ne tiene ancora le redini portandola in direzioni che non vorrebbe seguire.

 

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