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Depressione e rapporto di coppia


sotterfugio

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Iam Noone
Il 15/12/2016 alle 11:10 , sotterfugio ha scritto:

Ciao Iam, grazie per il commento.

Come ho detto a gold, spero che questa "regola" non valga anche per me ma onestamente non so più che pensare... una parte di me mi sta dicendo che non c'è via di uscita, non così almeno, ma mi sento in colpa e si, vorrei starle vicino, anche se sembra non bastarle mai e ciò mi "spegne" alla lunga (non saprei come diminuirle, le attenzioni). Un circolo sociale vero e proprio non ce l'ha; in passato, parlando di amicizie, ha avuto brutte esperienze e ora dice che ha solo me. Io d'altro canto esco solo con lei, visto che quelle pochissime volte in cui ho cercato di portarla con il mio gruppo ha fatto scenate dal momento che "non riesce" e non vuole stare con altra gente. Io l'ho assecondata (sbagliando) e ora esco solo con lei. 

Di recente comunque mi ha spiegato che vorrebbe parlare con lo psicologo, dicendogli che pensa di avere dei problemi e che vorrebbe risolverli. Posso solo sperare che la aiuti, magari è un buon punto di partenza.

Incoraggiala a parlare con lo psicologo, tentando di far tirar fuori a lei le motivazioni senza farle pressione. Se riesci, forniscile uno o più numeri.

Per quanto riguarda il circolo sociale cerca di portarla in contesti dove si conoscono persone (sport, balli da sala, corsi di cucina, qualsiasi cosa le possa piacere) e cerca di far comunella assieme a lei con gente che è aperta alla socializzazione dato che ha bisogno di crearsi un circolo sociale in quel contesto. Ancora meglio sarebbe spingerla a trovare attività sociali da fare singolarmente ma dalla situazione che descrivi temo sia utopistico. Il tuo circolo sociale (come quasi tutti quelli consolidati) sarà sostanzialmente chiuso all'esterno, sarebbe relativamente difficile farsi accettare come membro effettivo e non come "ragazza di" persino per qualcuno non in fase depressiva e privo di ansia sociale. 

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sotterfugio
Inviato (modificato)
20 ore fa, Iam Noone ha scritto:

Incoraggiala a parlare con lo psicologo, tentando di far tirar fuori a lei le motivazioni senza farle pressione. Se riesci, forniscile uno o più numeri.

Per quanto riguarda il circolo sociale cerca di portarla in contesti dove si conoscono persone (sport, balli da sala, corsi di cucina, qualsiasi cosa le possa piacere) e cerca di far comunella assieme a lei con gente che è aperta alla socializzazione dato che ha bisogno di crearsi un circolo sociale in quel contesto. Ancora meglio sarebbe spingerla a trovare attività sociali da fare singolarmente ma dalla situazione che descrivi temo sia utopistico. Il tuo circolo sociale (come quasi tutti quelli consolidati) sarà sostanzialmente chiuso all'esterno, sarebbe relativamente difficile farsi accettare come membro effettivo e non come "ragazza di" persino per qualcuno non in fase depressiva e privo di ansia sociale. 

Iam, la situazione purtroppo è un po' più... complicata. Per intenderci, quello che dici tu è giusto, senza dubbio. Ma lei penso non se lo voglia nemmeno fare un circolo sociale e non parlo solo dei miei amici, non li vedo nemmeno più e ho rinunciato a provare a farla uscire con loro mooooolto tempo fa. E ormai va bene così. E' solo che dovrebbe risolvere altri problemi prima, non le interessa uscire, fare comunella, ecc...

Sta male e lo capisco, eppure anche con lo psicologo non mi sembra riesca ad ottenere granché. Non riesce ad andarci frequentemente, soprattutto per via di problemi economici. A ciò aggiungiamo problemi famigliari e la frittata è fatta. Quelli sono scogli enormi.

Ormai litighiamo ogni giorno: lei che mi accusa di non starle mai vicino anche se è depressa e io che non so più come risponderle. Voglio dire, avrà anche ragione ma in questi ultimi mesi è come se mi stessi progressivamente spegnendo. Basta il fatto che io mi trovi a casa mia invece che andare da lei a farla scoppiare, con annesso litigio.

Da fuori sembra sicuramente una situazione malata, me ne rendo conto, e voi state già facendo molto con i vostri consigli.

Grazie ancora Iam.

Modificato da sotterfugio
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sotterfugio
Adesso, sotterfugio ha scritto:

Iam, la situazione purtroppo è un po' più... complicata. Per intenderci, quello che dici tu è giusto, senza dubbio. Ma lei penso non se lo voglia nemmeno fare un circolo sociale e non parlo solo dei miei amici, non li vedo nemmeno più e ho rinunciato a provare a farla uscire con loro mooooolto tempo fa. E ormai va bene così. E' solo che dovrebbe risolvere altri problemi prima, non le interessa uscire, fare comunella, ecc...

Sta male e lo capisco, eppure anche con lo psicologo non mi sembra riesca ad ottenere granché. Non riesce ad andarci frequentemente, soprattutto per via di problemi economici. A ciò aggiungiamo problemi famigliari e la frittata è fatta. Quelli sono scogli enormi.

Ormai litighiamo ogni giorno: lei che mi accusa di non starle mai vicino anche se è depressa e io che non so più come risponderle. Voglio dire, avrà anche ragione ma in questi ultimi mesi è come se mi stessi progressivamente spegnendo. Basta il fatto che io mi trovi a casa mia invece che andare da lei a farla scoppiare, con annesso litigio.

Da fuori sembra sicuramente una situazione malata, me ne rendo conto, e voi state già facendo molto con i vostri consigli.

Grazie ancora Iam.

 

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sotterfugio

Chiedo scusa per il doppio post, mi sono "auto-citato".

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gold86
6 ore fa, sotterfugio ha scritto:

Iam, la situazione purtroppo è un po' più... complicata. Per intenderci, quello che dici tu è giusto, senza dubbio. Ma lei penso non se lo voglia nemmeno fare un circolo sociale e non parlo solo dei miei amici, non li vedo nemmeno più e ho rinunciato a provare a farla uscire con loro mooooolto tempo fa. E ormai va bene così. E' solo che dovrebbe risolvere altri problemi prima, non le interessa uscire, fare comunella, ecc...

Sta male e lo capisco, eppure anche con lo psicologo non mi sembra riesca ad ottenere granché. Non riesce ad andarci frequentemente, soprattutto per via di problemi economici. A ciò aggiungiamo problemi famigliari e la frittata è fatta. Quelli sono scogli enormi.

Ormai litighiamo ogni giorno: lei che mi accusa di non starle mai vicino anche se è depressa e io che non so più come risponderle. Voglio dire, avrà anche ragione ma in questi ultimi mesi è come se mi stessi progressivamente spegnendo. Basta il fatto che io mi trovi a casa mia invece che andare da lei a farla scoppiare, con annesso litigio.

Da fuori sembra sicuramente una situazione malata, me ne rendo conto, e voi state già facendo molto con i vostri consigli.

Grazie ancora Iam.

Rivedo in te il me stesso di 5 anni fa'...

Comprendo perfettamente come ti senti, e purtroppo so come andrá a finire.

So che vorresti aiutarla con tutto te stesso, ma non vedi via d'uscita.

La via d'uscita non la vedi perché non c'é... O meglio... Ci sarebbe se lei lo volesse davvero.

Invece preferisce crogiolarsi nel suo malessere ed investire te della risoluzione di tutte le sue problematiche.

Per come la vedo io, memore di ció che é stato, hai un'unica possibilità per provare ad invertire questa tendenza che distruggerá il vostro rapporto in ogni caso, ed é provare ad avere un DIALOGO VERO con lei.

Ma questo da solo non basta se lei non fa altrettanto e, soprattutto, non decide di far fronte ai suoi problemi da sola.

Perché tu ci sei per lei, ma non puoi (e non devi) combattere le sue battaglie per lei.

Modificato da gold86
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sotterfugio
17 ore fa, gold86 ha scritto:

Rivedo in te il me stesso di 5 anni fa'...

Comprendo perfettamente come ti senti, e purtroppo so come andrá a finire.

So che vorresti aiutarla con tutto te stesso, ma non vedi via d'uscita.

La via d'uscita non la vedi perché non c'é... O meglio... Ci sarebbe se lei lo volesse davvero.

Invece preferisce crogiolarsi nel suo malessere ed investire te della risoluzione di tutte le sue problematiche.

Per come la vedo io, memore di ció che é stato, hai un'unica possibilità per provare ad invertire questa tendenza che distruggerá il vostro rapporto in ogni caso, ed é provare ad avere un DIALOGO VERO con lei.

Ma questo da solo non basta se lei non fa altrettanto e, soprattutto, non decide di far fronte ai suoi problemi da sola.

Perché tu ci sei per lei, ma non puoi (e non devi) combattere le sue battaglie per lei.

Grazie per il supporto Gold...

ieri sera abbiamo provato ad avere un "dialogo", litigando, e... ha detto che la depressione è dovuta anche a come sta andando il rapporto, che in parte sono io la causa. Non voglio fare la vittima, sia chiaro, ma non so più come comportarmi, dice che dovrei solo pensare a starle vicino però così la situazione è pesante.

In ogni caso, si va avanti.

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gold86
14 minuti fa, sotterfugio ha scritto:

Grazie per il supporto Gold...

ieri sera abbiamo provato ad avere un "dialogo", litigando, e... ha detto che la depressione è dovuta anche a come sta andando il rapporto, che in parte sono io la causa. Non voglio fare la vittima, sia chiaro, ma non so più come comportarmi, dice che dovrei solo pensare a starle vicino però così la situazione è pesante.

In ogni caso, si va avanti.

Il dialogo che intendevo io era un'altra cosa...

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sotterfugio
2 ore fa, gold86 ha scritto:

Il dialogo che intendevo io era un'altra cosa...

Eh lo so gold, lo so... ma è andata così.

Io ho provato a spiegarle che tutti i litigi mi hanno logorato mentre lei mi ha detto che dovevo starle più vicino, che sta male anche per causa mia, eccetera, eccetera.

Fine della storia.

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Iam Noone
Il 7/1/2017 alle 17:18 , gold86 ha scritto:

Per come la vedo io, memore di ció che é stato, hai un'unica possibilità per provare ad invertire questa tendenza che distruggerá il vostro rapporto in ogni caso, ed é provare ad avere un DIALOGO VERO con lei.

Ma questo da solo non basta se lei non fa altrettanto e, soprattutto, non decide di far fronte ai suoi problemi da sola.

Perché tu ci sei per lei, ma non puoi (e non devi) combattere le sue battaglie per lei.

E' il principio del "combatto con te, ma non posso combattere al posto tuo". Di fatto, per poter combattere "con lei", lei dovrebbe quantomeno provare a prendere una spada in mano per vedere che effetto fa.

Il 8/1/2017 alle 10:58 , sotterfugio ha scritto:

ieri sera abbiamo provato ad avere un "dialogo", litigando, e... ha detto che la depressione è dovuta anche a come sta andando il rapporto, che in parte sono io la causa. Non voglio fare la vittima, sia chiaro, ma non so più come comportarmi, dice che dovrei solo pensare a starle vicino però così la situazione è pesante.

Per avere un dialogo vero servono delle premesse, non facili da creare: che esista un problema e che il problema vada risolto. Tali premesse non devono essere accettate a livello conscio ma a livello inconscio, richiedono discorso indiretto, tempo, pazienza e possibilmente un atteggiamento il più neutrale possibile. Le litigate non sono ammesse. Se vuole può urlare o rompere oggetti ma non può aggredire te. Se lo fa, tu devi essere invulnerabile e imperturbabile e non reagire alla provocazione.

Il 8/1/2017 alle 13:48 , sotterfugio ha scritto:

Io ho provato a spiegarle che tutti i litigi mi hanno logorato mentre lei mi ha detto che dovevo starle più vicino, che sta male anche per causa mia, eccetera, eccetera.

Colpevolizzarla per atteggiamenti che non riesce a controllare può farla solo sentire in colpa e abbassarle l'autostima. Non c'è bisogno di dire che tali effetti nella sua situazione possono essere solo dannosi.

Se tu non riesci a mantenerti stabile fai meno danni a te e a lei andandotene e lasciandola da sola a risolversi i suoi problemi, ad un certo punto uscirà dal tunnel. O troverà qualcun altro da dissanguare.

Metto uno spoiler che fa riferimento al modello "lutto" - negazione - patteggiamento - rabbia - depressione [il suo stato attuale] - accettazione - riorganizzazione - rinascita e alla scala dei bisogni di Maslow. Con particolare attenzione al fatto che questi non sono "vasi non comunicanti" ma piuttosto i check point di un percorso labirintico (nel primo caso) o elementi a interazioni multiple (nel secondo). 

Quello che scrivo non va detto a lei o peggio usato in una discussione, TE LO DEVI TENERE PER TE. E' un micro modello interpretativo. Diversamente vengo a tagliarti la lingua personalmente 👹

Spoiler

La rinascita [quindi il percorso accettazione - riorganizzazione - rinascita] incomincia riempiendo il primo "step" della piramide dei bisogni in cui ci sono carenze. 

Nel suo caso la carenza è nella categoria "amore/appartenenza". Persa la madre e persi i peer femminili (e maschili, ma son meno rilevanti) lei si trova, fatto 100 il suo bisogno di amore e appartenenza, ad averne 15-20 (facciamo al massimo 25) punti soddisfatti da Sotterfugio che si svena per lei. Per altro si percepirà pure abbandonata e svalutata dall'atteggiamento della madre, quindi i "punti virtuali" da soddisfare potrebbero essere 150 oppure 200 in virtù del trauma subito [causano rabbia - depressione].

Da un lato è necessario ridurre l'impatto del trauma sulla percezione del soggetto, quindi ridurre il numero di attenzioni richieste per poter vivere in pace con sé stessi [accettazione] e dall'altro è necessario ricercare fonti di soddisfazione del bisogno [riorganizzazione]: può essere un riavvicinamento alla madre e/o la costituzione di qualche rapporto (anche superficiale).

Lavorare su elementi di autostima e self-confidence potrebbe essere propedeutico e meno "terrorizzante" del tentare direttamente rapporti sociali col "mondo esterno". Maggiore è la tua autostima, minore è la profezia autoavverante interiorizzata del "non valgo nulla, nessuno mi vuole NEMMENO MIA MADRE".

 

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sotterfugio
Il ‎10‎/‎01‎/‎2017 alle 16:22 , Iam Noone ha scritto:

E' il principio del "combatto con te, ma non posso combattere al posto tuo". Di fatto, per poter combattere "con lei", lei dovrebbe quantomeno provare a prendere una spada in mano per vedere che effetto fa.

Per avere un dialogo vero servono delle premesse, non facili da creare: che esista un problema e che il problema vada risolto. Tali premesse non devono essere accettate a livello conscio ma a livello inconscio, richiedono discorso indiretto, tempo, pazienza e possibilmente un atteggiamento il più neutrale possibile. Le litigate non sono ammesse. Se vuole può urlare o rompere oggetti ma non può aggredire te. Se lo fa, tu devi essere invulnerabile e imperturbabile e non reagire alla provocazione.

Colpevolizzarla per atteggiamenti che non riesce a controllare può farla solo sentire in colpa e abbassarle l'autostima. Non c'è bisogno di dire che tali effetti nella sua situazione possono essere solo dannosi.

Se tu non riesci a mantenerti stabile fai meno danni a te e a lei andandotene e lasciandola da sola a risolversi i suoi problemi, ad un certo punto uscirà dal tunnel. O troverà qualcun altro da dissanguare.

Metto uno spoiler che fa riferimento al modello "lutto" - negazione - patteggiamento - rabbia - depressione [il suo stato attuale] - accettazione - riorganizzazione - rinascita e alla scala dei bisogni di Maslow. Con particolare attenzione al fatto che questi non sono "vasi non comunicanti" ma piuttosto i check point di un percorso labirintico (nel primo caso) o elementi a interazioni multiple (nel secondo). 

Quello che scrivo non va detto a lei o peggio usato in una discussione, TE LO DEVI TENERE PER TE. E' un micro modello interpretativo. Diversamente vengo a tagliarti la lingua personalmente 1f479.png

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La rinascita [quindi il percorso accettazione - riorganizzazione - rinascita] incomincia riempiendo il primo "step" della piramide dei bisogni in cui ci sono carenze. 

Nel suo caso la carenza è nella categoria "amore/appartenenza". Persa la madre e persi i peer femminili (e maschili, ma son meno rilevanti) lei si trova, fatto 100 il suo bisogno di amore e appartenenza, ad averne 15-20 (facciamo al massimo 25) punti soddisfatti da Sotterfugio che si svena per lei. Per altro si percepirà pure abbandonata e svalutata dall'atteggiamento della madre, quindi i "punti virtuali" da soddisfare potrebbero essere 150 oppure 200 in virtù del trauma subito [causano rabbia - depressione].

Da un lato è necessario ridurre l'impatto del trauma sulla percezione del soggetto, quindi ridurre il numero di attenzioni richieste per poter vivere in pace con sé stessi [accettazione] e dall'altro è necessario ricercare fonti di soddisfazione del bisogno [riorganizzazione]: può essere un riavvicinamento alla madre e/o la costituzione di qualche rapporto (anche superficiale).

Lavorare su elementi di autostima e self-confidence potrebbe essere propedeutico e meno "terrorizzante" del tentare direttamente rapporti sociali col "mondo esterno". Maggiore è la tua autostima, minore è la profezia autoavverante interiorizzata del "non valgo nulla, nessuno mi vuole NEMMENO MIA MADRE".

 

Wow Iam, questa è roba forte. Cercherò di assorbire tutto quanto, soprattutto il modello sulla rinascita (anche se istintivamente, e forse in modo più "basilare", certe cose le avevo intuite). I problemi principali sono due, la mancanza di autostima e il vuoto da riempire con le attenzioni, proprio come hai sottolineato tu. Oltre a quello che provo a fare io, deve metterci del suo e spero che anche lo psicologo possa darle una mano.

Comunque terrò la bocca chiusa, ci tengo alla lingua.

Grazie per il tuo tempo e per l'aiuto.

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