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One Otis e dipendenza affettiva


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vol-à-voile

Bè tutto giusto, nulla da eccepire.
Spesso la dipendenza diventa anche fisica, almeno nel mio caso ho una vera e propria mancanza di lei in quanto "figa" che mi ha fatto impazzire.
Per il resto sottoscrivo ogni singola parola: è giusto chiudere tutto quando ci vediamo davanti allo specchio e capiamo di non essere più noi.
Servono delle volte delle botte morali (molto più destabilizzanti di due schiaffi) e sicuramente tempo (non so quanto), ma mostrarsi forti significa soprattutto cancellare ciò che abbiamo subito come se nulla fosse FACENDONE PERO' tesoro per il futuro, perché il vecchio me non tornerà più (così come la vecchia lei non tornerà più).

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diablo86

Sono stato un fottuto needy per anni ed il risultato e' stato proprio quello da te descritto. Incapace di capire la manipolazione femminile perché offuscato da una figura idealmente unica, mi sono ritrovato sottomesso da una donna priva di sentimenti ma piena di ego ed emozioni altalenanti. Con il passare degli anni l'amor proprio e' praticamente svanito, dando il via ad una fine certa. Faccio mea culpa e prenderò atto di tutte le mie scelte e comportamenti sbagliati.

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diablo86
26 minuti fa, vol-à-voile ha scritto:

Bè tutto giusto, nulla da eccepire.
Spesso la dipendenza diventa anche fisica, almeno nel mio caso ho una vera e propria mancanza di lei in quanto "figa" che mi ha fatto impazzire.
Per il resto sottoscrivo ogni singola parola: è giusto chiudere tutto quando ci vediamo davanti allo specchio e capiamo di non essere più noi.
Servono delle volte delle botte morali (molto più destabilizzanti di due schiaffi) e sicuramente tempo (non so quanto), ma mostrarsi forti significa soprattutto cancellare ciò che abbiamo subito come se nulla fosse FACENDONE PERO' tesoro per il futuro, perché il vecchio me non tornerà più (così come la vecchia lei non tornerà più).

condivido, anche per me l'assenza più marcata resta quella fisica, quando mi guardo intorno non riesco a trovare nessuna donna di paragonabile bellezza. Per il resto so che ho perso una donna che raramente mi faceva star bene ma con la quale cmq avrei voluto affrontare il resto della vita con tutti i problemi del caso. E' stato un bene che mia abbia mollato ? Sicuramente si ! Ma questo lo capirò più in la...

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vol-à-voile
3 minuti fa, diablo86 ha scritto:

E' stato un bene che mia abbia mollato ? Sicuramente si ! Ma questo lo capirò più in la...

Sicuramente lo capirai più in la: quando troverai quella che ti fa battere nuovamente il cuore.
Io c'ho messo la bellezza di 4 anni per trovarne una che mi facesse venire le palpitazioni.. ma nel mentre ho trombato a destra e sinistra, per cui: si, è questione di tempo. E nel mezzo ci trovi tante sfumature di relazioni da farci una scorpacciata

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GhostQiNa
1 ora fa, gold86 ha scritto:

Ho pensato molto prima di scrivere questo post.

Ho cercato di riversarci tutto ció che ho compreso finora e, spero, possa aiutarvi.

Tutti quelli che si affacciano in questa sezione sono accomunati dallo stesso problema, ossia il fatto di essere stati lasciati/scaricati dopo una storia piú o meno breve.

Disperati, nel vero senso della parola, e senza la minima idea di cosa fare per cercare di recuperare un rapporto moribondo o giá finito.

Disperati a tal punto da cercare nel web una soluzione, un appiglio, un qualcuno che dica loro come procedere per cercare di ribaltare la situazione.

Io ero uno di quei disperati.

Arrivato qui per puro caso ed alla ricerca della "pozione magica" per far tornare la mia bella. 

Sappiate che di pozioni magiche non ce ne sono, né esistono tecniche miracolose.

Ed ovviamente, il rispondere dopo 5 minuti o dopo 4 ore non cambia nulla ai vostri fini.

Riflettendo su ciò che ho letto, e sui consigli che venivano dati (freeze compreso), non potevo tuttavia fare a meno di notare in tutto ció un filo conduttore.

Banalmente, tutto ció che viene consigliato da terzi, non è altro che la cosa giusta da fare, che poi é ció che farebbe chi ha un minimo di autostima ed amor proprio (da non confondere con l'orgoglio, che non porta mai a nulla):

- Non cercare chi non ci cerca;

- Non dare troppo peso a chi non ci considera;

- Non offrire i nostri sentimenti a chi non li corrisponde.

Ideali che si traducono nel famoso freeze (su cui regna confusione totale), nel ritardo nelle risposte, nel non dare troppo peso a ciò che succede e che lei fa, nel riacquisto del c.d. "social proof" facendosi vedere sempre impegnati o felici e contenti a sorridere e a bere con la tizia di turno.

Il problema vero, in tutto ció, é che anche se esistesse qualcuno di davvero disciplinato nel seguire i consigli che gli vengono dati, nonostante lo stato mentale di disperazione in cui versa, e che sarebbe di per sé un fatto rarissimo, il problema a monte resterebbe.

Questo soggetto, in pratica, anche mettendo in pratica tutte le tecniche apprese, non risolverebbe il vero problema a monte, darebbe un'immagine di sé non coerente con ció che é davvero e, inevitabilmente, prima o poi cade il palco.

Perché l'autostima non si simula.

E prima o poi capiterá una situazione in cui dovrete improvvisare, perché i casi della vita sono i piú disparati.

Quindi, perché non risolvere alla radice il problema vero? 

La famosa "One Itis" non é un concetto avulso e misterioso, ha un nome ed un cognome, che non é quello della vostra bella ma DIPENDENZA AFFETTIVA.

La dipendenza affettiva non é altro che una condizione di bisogno e dipendenza da un altra persona, che viene idealizzata, adorata e glorificata ben oltre i suoi effettivi meriti e capacità. Il dipendente, bisognoso (il termine "needy" vi dice nulla?), vive nella costante paura dell'abbandono, di non essere all'altezza, di essere tradito.

Nel corso della relazione egli fa di tutto per compiacere l'oggetto del suo desiderio anche di fronte alle richieste piú strampalate, pur di non incorrere in un litigio o in un abbandono.

E cosí abbiamo esempi di uomini che rinunciano alle proprie passioni, che rinunciano alle uscite con gli amici, alla palestra, a fronte di richieste di tempo ed attenzioni sempre piú insistenti, annullando se stessi.

Parimenti abbiamo esempi di uomini che si svendono per ottenere l'approvazione di una donna, parimenti annullandosi ed ottenendo l'effetto inverso, perché gli zerbini non piacciono a nessuno.

Il necessario punto di partenza per uscire da questo circolo vizioso é il classico uovo di Colombo.

Ed é la banale considerazione che abbiamo un valore e che abbiamo l'obbligo morale di preservarlo e difenderlo di fronte ad ogni offesa, con ogni fibra del nostro essere. Perché é quello che siamo

Non possiamo pretendere che l'altro ci rispetti e ci ami se non siamo i primi a farlo.

Non possiamo delegare all'altro ció che é il primo compito nostro: AMARCI.

Amarsi é non avere paura del conflitto, dell'abbandono, del dire di no a cose che non tolleriamo.

Amarsi é comprendere che non possiamo delegare il nostro benessere ad un'altra persona, che non possiamo snaturarci e sacrificare sull'altare di una relazione ció che siamo davvero. Perché se é vero che abbiamo l'obbligo di migliorarci, é vero anche che non possiamo essere diversi da ció che é la nostra essenza.

Amarsi é non perdere tempo con persone che non apportano nulla alla nostra vita.

Amarsi é pretendere un rapporto alla pari con gli altri, in cui si é felici di condividere, di dare e prendere, perché in un rapporto bilanciato entrambi danno e prendono ma entrambi si sentono piú ricchi.

Amarsi é riuscire a stare da soli, godere, da soli, di un buon sigaro, un buon rhum e del fondente davanti al camino.

Amarsi é non accontentarsi di qualcuno, chiudendo gli occhi di fronte all'evidenza pur di riempire il nostro vuoto.

Amarsi é scoprirsi, fare conoscenza con sé stessi ed ascoltare il nostro corpo quando ci parla, anche se quello che ha da dirci non ci piace.

Amarsi é essere liberi dai sensi di colpa e dalle manipolazioni che ci vengono imposte, perché solo liberandosi dalle catene di "ció che dovremmo essere" e di "ció che dovremmo fare" riusciremo ad essere ció che vogliamo ed a fare ció che ci fa stare bene.

Amarsi é essere coerenti con sé stessi e con quello che si sente e si prova.

Amatevi e non sarete mai piú dipendenti.

Abbiate il coraggio di amarvi e sarete felici.

 

Bellissimo. Cose che ho sempre pensato. Le tecniche di seduzione se si ha una psiche profondamente ferita da eventi avvenuti in passato e inerenti al legame avuto con i genitori, non servono proprio a nulla. Possono mettere una pezza in alcune fasi dell'interazione ma prima o poi la maschera cade. Per eliminare certi nodi biosgna ricorrere all'aiuto di professionisti che attraverso terapie cognitivo comportamentali vanno a sciogliere piano piano quei nodi che talvolta sono molto profondi dentro di noi. Prima o poi, da una singola ONE ITIS se ne esce è vero, ma se non si fa un lavoro di crescita personale, e ripeto, talvolta necessariamente con l'aiuto si un professionista, le dinamiche si ripeteranno nelle relazioni a seguire. 

Nelle relazioni i veleni sono le dipendenze (bisogno di essere accettati, paura dell'abbandono, falso se etc.). Neimte di più vero. 

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gold86
1 minuto fa, GhostQiNa ha scritto:

 

Bellissimo. Cose che ho sempre pensato. Le tecniche di seduzione se si ha una psiche profondamente ferita da eventi avvenuti in passato e inerenti al legame avuto con i genitori, non servono proprio a nulla. Possono mettere una pezza in alcune fasi dell'interazione ma prima o poi la maschera cade. Per eliminare certi nodi biosgna ricorrere all'aiuto di professionisti che attraverso terapie cognitivo comportamentali vanno a sciogliere piano piano quei nodi che talvolta sono molto profondi dentro di noi. Prima o poi, da una singola ONE ITIS se ne esce è vero, ma se non si fa un lavoro di crescita personale, e ripeto, talvolta necessariamente con l'aiuto si un professionista, le dinamiche si ripeteranno nelle relazioni a seguire. 

Nelle relazioni i veleni sono le dipendenze (bisogno di essere accettati, paura dell'abbandono, falso se etc.). Neimte di più vero. 

Sono giunto a quello che ho scritto proprio perché, a seguito di una rottura, mi sono affidato a un professionista.

Mi sono stuprato il cervello per mesi ma poi gli "insight", le rivelazioni, arrivano.

Ed é bellissimo perché, se ripensi a com'eri solo qualche mese fa, davvero ti guardi dall'alto in basso.

Ero felice con lei? Beh finché é andata bene indubbiamente.

Ma era una felicità farlocca, che nasceva non da me ma da coincidenze esterne piú o meno fortunate. Il tutto condito da scariche di endorfine.

Ora sto abbastanza bene, penso a lei é vero, ma sono cosciente che non eravamo compatibili.

E non la cerco non per puntiglio o altro, ma perché - anche qualora fosse interessata - non puó darmi ció che posso darle io, non puó darmi un rapporto soddisfacente per come lo intendo io.

Semplicemente ha un altro background, altre aspettative, altri presupposti.

Dunque, a che pro?

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vol-à-voile
12 minuti fa, gold86 ha scritto:

Ora sto abbastanza bene, penso a lei é vero, ma sono cosciente che non eravamo compatibili.

Perdona la domanda: e se invece pensassi che ci fosse tanta compatibilità? Sbaglierei io a pensarlo? 

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gold86
3 minuti fa, vol-à-voile ha scritto:

Perdona la domanda: e se invece pensassi che ci fosse tanta compatibilità? Sbaglierei io a pensarlo? 

Beh, lei non la pensava cosí, altrimenti non saresti qui.

E giá il fatto che tu sia l'unico a pensarlo é la riprova che compatibilità non vi era.

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vol-à-voile
2 minuti fa, gold86 ha scritto:

Beh, lei non la pensava cosí, altrimenti non saresti qui.

E giá il fatto che tu sia l'unico a pensarlo é la riprova che compatibilità non vi era.

Fai le stesse cose, ridi, scherzi, ti diverti e poi lei d'un tratto si alza e dice "voglio stare per i fatti miei".
Mi chiedo: può essere una fase della vita e basta? Perché come complicità eravamo praticamente pappa & ciccia: stessi interessi, stesse dinamiche di rapportarsi con le gente..insomma, l'uno la versione dell'altro sesso dell'altro.
Non cerco giustificazioni e non voglio risposte a mio favore: cerco solo di capire che diamine sia questa schifosa complicità.

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